Academic literature on the topic 'Predicazione medievale'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Predicazione medievale.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Predicazione medievale"

1

Delcorno, Carlo. "La freccia e la mano. Immagini per la predicazione medievale." Revue Mabillon 23 (January 2012): 111–34. http://dx.doi.org/10.1484/j.rm.5.101007.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Delcorno, Pietro. "In pro del mondo: Dante, la predicazione e i generi della letteratura religiosa medievale." Medieval Sermon Studies 62, no. 1 (January 2018): 85–87. http://dx.doi.org/10.1080/13660691.2018.1521009.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Predicazione medievale"

1

Ferrari, Davide <1992&gt. "Predicazione osservante e fermenti antiebraici a Venezia fra Quattro e Cinquecento. Economia, spiritualità, separazione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13700.

Full text
Abstract:
La predicazione religiosa, nelle sue molteplici sfumature, fornisce un tema di studio abbondantemente trattato dagli storici e dagli studiosi della letteratura rinascimentale. Elemento centrale per la comprensione dei processi sociali e religiosi del tardo medioevo, lo studio della predicazione è divenuto imprescindibile per gli studiosi interessati all'analisi del rapporto fra società laica e istituzioni religiose, ai conflitti fra spiritualità individuale e rispetto del dogma cristiano, alle multiformi espressioni della separazione sociale. La predicazione dei frati minori dell'Osservanza in particolare, assunse sempre più le caratteristiche di un discorso capace di toccare i più vari aspetti della vita sociale. Attraverso l'utilizzo di modelli retorici precisi e all'elaborazione di un complesso costrutto ideologico, gli osservanti furono in grado di costruire e demolire identità religiose e sociali, definire nuovi canoni di moralità e devianza, differenziare in modo nuovo i comportamenti leciti da quelli ritenuti illeciti e dannosi per il "bene comune". Sotto questi molteplici aspetti i bersagli principali degli osservanti furono gli ebrei, gli usurai e, generalmente, tutti coloro che si ponevano oltre i limiti della società cristiana. La tesi si propone di chiarire la portata del costrutto osservante a Venezia in un periodo compreso fra la fine del XIV secolo e il primo Cinquecento. Per farlo si sono seguite tre strade parallele: quella della storia religiosa, della storia economica e della storia politica della Serenissima. L'obiettivo è quello di chiarire se e come i tre elementi seppero fondersi all'interno della cornice ideologica osservante e dare vita alla prima forma istituzionalizzata di separazione sociale dell'occidente: il Ghetto.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Coscia, Michele. "Oralità nella predicazione medievale: l’esempio della Leggenda di sant’Antonio abate conservata presso la SLUB (Mscr.Dresd.Ob.6)." Sächsische Landesbibliothek - Staats- und Universitätsbibliothek Dresden, 2020. https://slub.qucosa.de/id/qucosa%3A70935.

Full text
Abstract:
Oggetto di questo articolo è la Leggenda di sant’Antonio abate conservata nella terza unità codicologica del Mscr.Dresd.Ob.6, uno tra gli otto codici del XV sec. nella lingua del sì presenti nella Sächsische Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek Dresden (SLUB). Avendo fornito alcune informazioni riguardanti l’intero manoscritto, ci si concentrerà sulla terza unità codicologica, descrivendone le principali caratteristiche formali e contenutistiche, collocando il testo ivi conservato nel più ampio contesto culturale della predicazione medievale in volgare. Sulla base di una rigorosa analisi del testo (analisi linguistica, ma anche analisi dei segni paragrafematici e della grafia), si tenterà di comprenderne l’uso e la provenienza. L’analisi si conclude con un paragrafo dedicato alla sintassi, rilevando come la Leggenda di sant’Antonio abate da un lato segua le norme sintattiche proprie dell’italiano antico e dall’altro sia fortemente influenzata dal modello neotestamentario e dalla sua funzione di supporto alla predicazione. Le conclusioni delle mie ricerche metteranno infine in luce il rapporto tra questo testo – con la sua punteggiatura e sintassi – e l’oralità propria del contesto omiletico.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Moro, Matteo. "Tra beneficenza e mercato: attività assistenziale e creditizia nel Piemonte Orientale dei secoli XV-XVII." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2022. http://hdl.handle.net/11579/144700.

Full text
Abstract:
La tesi si propone di ricostruire una geografia dell'assistenzialismo in relazione all'attività di tipo creditizio prestata, tra la fine del Medioevo e il 1713, dai Monti di Pietà e frumentari che operarono all'interno di località comprese in un ampio quadrante territoriale di frontiera, che comprende gran parte del Piemonte Orientale, il Canavese, parte della Provincia di Asti e la Lomellina. Nello specifico, costituiscono oggetto di indagine i Monti di Pietà eretti in Vercelli, Biella, Crescentino, Sordevolo, Novara, Arona, Borgomanero, Orta San Giulio, Omegna, Ivrea, Casale Monferrato, Trino, Felizzano, Alessandria e Vigevano e i Monti frumentari istituiti in Prato Sesia, Rosignano Monferrato, Altavilla Monferrato, Moncalvo, Tonco, Castelspina, Predosa, Castellazzo Bormida, Castelferro, Quargnento, Zeme, Ottobiano, Tromello e Borgo San Martino, dei quali vengono analizzate, attraverso l'adozione di una narrazione cronologica di tipo critico, le vicende istitutive e operative, anche in chiave comparatistica. Particolare attenzione viene dedicata alle seguenti tematiche: le misure di assistenzialismo e di soccorso in favore dei poveri adottate in ambito urbano; il ruolo svolto dalla predicazione minoritica nella promozione . S dei Monti di Pietà tra Piemonte e Lombardia nella seconda metà del XV secolo, specialmente in chiave di contrasto alla povertà e all'usura; i rapporti intrattenuti dalle autorità centrali e dalle autorità cittadine con gli ebrei da un lato e con i Monti di Pietà dall'altro; le relazioni instauratesi tra i banchi feneratizi israelitici e i Monti di Pietà e il ruolo da essi ricoperto nell'ambito del mercato del credito e del prestito su pegno; il controllo esercitato dalla Chiesa sull'operato dei Monti in forza della normativa emanata nel contesto della Controriforma; l'impatto delle vicende belliche, delle fasi congiunturali e delle malversazioni sulla governance dei Monti, sull'attività prestata dai medesimi e sulla custodia dei pegni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

POLI, CRISTIAN. "THOMAS CONNECTE TRA VERITA' E LEGGENDA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6603.

Full text
Abstract:
L’argomento di questa indagine è la vicenda del carmelitano bretone Thomas Connecte, vissuto nella prima metà del XV secolo. Egli fece notevole impressione sui contemporanei quale ardente predicatore contro la moda del tempo, il gioco e il malcostume del clero. Convinto sostenitore dei propri principi e infiammato di zelo, intraprese un viaggio verso Roma per riformare i cardinali e lo stesso Papa. Giuntovi venne però processato per eresia e arso sul rogo durante i primi anni del turbolento pontificato di Eugenio IV. Il presente elaborato ha voluto ricostruire la figura storica di questo predicatore , utilizzando tutte le fonti, gli studi e le conoscenze disponibili attualmente, non perdendo di vista il processo di “mitizzazione” cui va incontro il suo personaggio dopo la morte. Il lavoro aggiunge alcune acquisizioni importanti che fanno luce sulla sua vicenda storica, quali il vero motivo della condanna, la data e il luogo dell’esecuzione. Emerge chiaramente dalle fonti come egli appartenga al gruppo di quelli che vengono definiti dagli storici “predicatori profetici e carismatici”. Egli scende in Italia al fine di riformare non solo l’Ordine, ritenuto corrotto, ma anche la Chiesa e gli stessi cardinali. Catturato, imprigionato e torturato viene giudicato eretico; accusato di aver celebrato messa e predicato pubblicamente senza essere sacerdote, e forse neppure carmelitano, viene bruciato al rogo. I superiori dell’Ordine sembrano appoggiare la condanna e fra i testimoni compaiono anche alcuni confratelli. Probabilmente l’Ordine temeva che il movimento di riforma da lui fondato creasse una spaccatura interna, come poi è effettivamente accaduto con la nascita della Congregazione mantovana. È proprio all’interno della Congregazione che la memoria del Connecte viene tramandata e “beatificata”. Durante gli anni di disputa con l’Ordine, sarà invece creata la figura leggendaria del “Beato Francesco Tommaso Dremellio di Francia”, che ben poco ha in comune col predicatore bretone, tranne alcuni particolari riconoscibili solo ai membri più vecchi della Congregazione. La memoria di Connecte trova eco anche all’interno della Riforma protestante, grazie ai carmelitani che vi avevano aderito, tra cui l’inglese John Bale. Anche qui lentamente si creerà la figura leggendaria di “Thomas Rhedon”, testimone della verità e precursore di Lutero e che acquisirà negli anni lo status di protestante ante litteram a scapito della sua reale figura storica. Il presente lavoro non ha la pretesa di aver trattato esaustivamente tutti gli aspetti emersi, ma ha cercato di aggiungere nuove acquisizioni agli studi finora condotti e di indicare nuove piste di ricerca interessanti. Chiude il tutto l’analisi di alcune fonti iconografiche che ritraggono il predicatore bretone e mostrano bene il passaggio dalla figura storica a quella leggendaria.
The subject of this research is the case of the Breton Carmelite Thomas Connecte, who lived in the first half of the 15th century. He made a strong impression on his contemporaries as a fervent preacher against the fashion of his time, against gambling and the immorality of the clergy. Firm upholder of his principles and inflamed with zeal, he set out on a journey to Rome to reform cardinals and even the Pope. But once he got there, he was tried for heresy and sent to the stake, during the first years of the turbulent papacy of Eugene IV. This paper was meant to reconstruct the historical figure of this preacher. For this purpose, all the sources, the studies and the knowledge currently available have been used, without losing sight of the “mythicization” process his character met after his death. This work adds some important acquisitions, which shed light on his historical vicissitudes, such as the real justification of his sentence and the date and the place of his execution. It is clear from the sources that he belonged to those called “prophetic and charismatic preachers” by the historians. He went down to Italy in order to reform not only the Order that he considered corrupted but also the Church and even cardinals. Captured, imprisoned and tortured, he was judged heretical; he was accused of celebrating Mass without being priest, and maybe not even being Carmelite, and he was sent to the stake. The Superiors of his Order seemed to support the sentence and among the witnesses there were also some of his brothers. Probably, the Order feared that the reform movement he had founded could create an internal rift, as it actually occurred with the birth of the Mantuan Congregation. And it was right inside the Congregation that the memory of Connecte was handed on and “beatified”. On the contrary, during the years of his dispute with the Order, it was created the legendary figure of the “Beatified Francesco Tommaso Dremellius from France”, who had little to do with the Breton preacher, out of some characteristics, that only the oldest members of the Congregation could recognize. The memory of Connecte was also echoed in the Protestant Reformation, thanks to Carmelites who adhered to it, like John Bale. Here also was slowly created the legendary figure of “Thomas Rhedon”, witness of the truth and forerunner of Luther, who acquired, in the years, the status of protestant ahead of his time, at the expense of his real historical figure. This work doesn’t mean to have dealt comprehensively with all the emerged details, but it has tried to add new acquisitions to the studies that have been carried out so far and it tries to suggest new interesting research tracks. The analysis of some iconographic sources close this paper. They portrayed the preacher and show clearly the passage from the historical to the legendary figure.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

POLI, CRISTIAN. "THOMAS CONNECTE TRA VERITA' E LEGGENDA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6603.

Full text
Abstract:
L’argomento di questa indagine è la vicenda del carmelitano bretone Thomas Connecte, vissuto nella prima metà del XV secolo. Egli fece notevole impressione sui contemporanei quale ardente predicatore contro la moda del tempo, il gioco e il malcostume del clero. Convinto sostenitore dei propri principi e infiammato di zelo, intraprese un viaggio verso Roma per riformare i cardinali e lo stesso Papa. Giuntovi venne però processato per eresia e arso sul rogo durante i primi anni del turbolento pontificato di Eugenio IV. Il presente elaborato ha voluto ricostruire la figura storica di questo predicatore , utilizzando tutte le fonti, gli studi e le conoscenze disponibili attualmente, non perdendo di vista il processo di “mitizzazione” cui va incontro il suo personaggio dopo la morte. Il lavoro aggiunge alcune acquisizioni importanti che fanno luce sulla sua vicenda storica, quali il vero motivo della condanna, la data e il luogo dell’esecuzione. Emerge chiaramente dalle fonti come egli appartenga al gruppo di quelli che vengono definiti dagli storici “predicatori profetici e carismatici”. Egli scende in Italia al fine di riformare non solo l’Ordine, ritenuto corrotto, ma anche la Chiesa e gli stessi cardinali. Catturato, imprigionato e torturato viene giudicato eretico; accusato di aver celebrato messa e predicato pubblicamente senza essere sacerdote, e forse neppure carmelitano, viene bruciato al rogo. I superiori dell’Ordine sembrano appoggiare la condanna e fra i testimoni compaiono anche alcuni confratelli. Probabilmente l’Ordine temeva che il movimento di riforma da lui fondato creasse una spaccatura interna, come poi è effettivamente accaduto con la nascita della Congregazione mantovana. È proprio all’interno della Congregazione che la memoria del Connecte viene tramandata e “beatificata”. Durante gli anni di disputa con l’Ordine, sarà invece creata la figura leggendaria del “Beato Francesco Tommaso Dremellio di Francia”, che ben poco ha in comune col predicatore bretone, tranne alcuni particolari riconoscibili solo ai membri più vecchi della Congregazione. La memoria di Connecte trova eco anche all’interno della Riforma protestante, grazie ai carmelitani che vi avevano aderito, tra cui l’inglese John Bale. Anche qui lentamente si creerà la figura leggendaria di “Thomas Rhedon”, testimone della verità e precursore di Lutero e che acquisirà negli anni lo status di protestante ante litteram a scapito della sua reale figura storica. Il presente lavoro non ha la pretesa di aver trattato esaustivamente tutti gli aspetti emersi, ma ha cercato di aggiungere nuove acquisizioni agli studi finora condotti e di indicare nuove piste di ricerca interessanti. Chiude il tutto l’analisi di alcune fonti iconografiche che ritraggono il predicatore bretone e mostrano bene il passaggio dalla figura storica a quella leggendaria.
The subject of this research is the case of the Breton Carmelite Thomas Connecte, who lived in the first half of the 15th century. He made a strong impression on his contemporaries as a fervent preacher against the fashion of his time, against gambling and the immorality of the clergy. Firm upholder of his principles and inflamed with zeal, he set out on a journey to Rome to reform cardinals and even the Pope. But once he got there, he was tried for heresy and sent to the stake, during the first years of the turbulent papacy of Eugene IV. This paper was meant to reconstruct the historical figure of this preacher. For this purpose, all the sources, the studies and the knowledge currently available have been used, without losing sight of the “mythicization” process his character met after his death. This work adds some important acquisitions, which shed light on his historical vicissitudes, such as the real justification of his sentence and the date and the place of his execution. It is clear from the sources that he belonged to those called “prophetic and charismatic preachers” by the historians. He went down to Italy in order to reform not only the Order that he considered corrupted but also the Church and even cardinals. Captured, imprisoned and tortured, he was judged heretical; he was accused of celebrating Mass without being priest, and maybe not even being Carmelite, and he was sent to the stake. The Superiors of his Order seemed to support the sentence and among the witnesses there were also some of his brothers. Probably, the Order feared that the reform movement he had founded could create an internal rift, as it actually occurred with the birth of the Mantuan Congregation. And it was right inside the Congregation that the memory of Connecte was handed on and “beatified”. On the contrary, during the years of his dispute with the Order, it was created the legendary figure of the “Beatified Francesco Tommaso Dremellius from France”, who had little to do with the Breton preacher, out of some characteristics, that only the oldest members of the Congregation could recognize. The memory of Connecte was also echoed in the Protestant Reformation, thanks to Carmelites who adhered to it, like John Bale. Here also was slowly created the legendary figure of “Thomas Rhedon”, witness of the truth and forerunner of Luther, who acquired, in the years, the status of protestant ahead of his time, at the expense of his real historical figure. This work doesn’t mean to have dealt comprehensively with all the emerged details, but it has tried to add new acquisitions to the studies that have been carried out so far and it tries to suggest new interesting research tracks. The analysis of some iconographic sources close this paper. They portrayed the preacher and show clearly the passage from the historical to the legendary figure.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Ughetti, Luca. "Retorica e Mercatura. La formazione del linguaggio economico nella predicazione dell'Osservanza francescana." Doctoral thesis, 2022. https://hdl.handle.net/2158/1299982.

Full text
Abstract:
[ITA] La presente ricerca analizza il linguaggio economico che si diffonde in Italia con l’Osservanza francescana, attraverso la predicazione di Bernardino da Siena e l’articolazione successiva di Giacomo della Marca e Matteo d’Agrigento. Lo studio mette in evidenza l’influenza che il linguaggio economico esercita sulla società, rivolgendo l’attenzione a due incisive esperienze omiletiche nella Firenze del Trecento: i sermoni di Taddeo Dini negli anni della Peste e la controversa attività della dissidenza francescana durante il Tumulto. Nei diversi contesti affrontati, il discorso e la pratica commerciale si mostrano saldamente legati. La ricerca si compone di cinque capitoli dedicati alle fasi dello sviluppo del linguaggio economico, considerato come dimensione che codifica le relazioni che intercorrono nella città. Il primo capitolo è rivolto alla predicazione inedita di Taddeo Dini durante la crisi di metà Trecento. Le sue parole permettono di ricostruire le tensioni che attraversano la società e il mondo produttivo, dove i salariati in particolare vedono mutare i rapporti di lavoro che li coinvolgono, con nuove forme contrattuali per la manodopera a bassa specializzazione. La loro presenza nel discorso economico è parte della riformulazione dei rapporti all’interno della cittadinanza. Nel secondo capitolo l’indagine è orientata alla circolazione delle dottrine dissidenti e al loro legame con l’ambiente sociale da cui prende le mosse il Tumulto del 1378. Documenti e cronache, testi profetici e volgarizzamenti offrono un quadro che arricchisce le più note ricostruzioni storiografiche. Nel terzo capitolo viene percorsa l’evoluzione della trattazione economica di Bernardino da Siena attraverso i sermoni, le prediche inedite e gli appunti conservati nei codici di lavoro. Il linguaggio economico risulta essere una struttura versatile i cui elementi caratteristici si adattano all’uditorio e alle esigenze del contesto, come tasselli che diventano risorsa per l’attività performativa. Sono qui prese in esame le figurazioni tratte dall’Apocalisse e le metafore animali che offrono struttura ed orizzonte alle argomentazioni economiche. Il quarto capitolo si rivolge alla tecnica predicatoria e alle specifiche argomentazioni impiegate, con l’intervento originale di Bernardino nella modifica di strutture di consolidata tradizione. È il caso delle condizioni per l’esercizio del commercio, che vagliano le attività alla luce del beneficio che ricade sulla cittadinanza. Una puntuale analisi viene riservata alla posizione sociale dei rigattieri, tra riprese teologiche e nuovi contesti civici. Nel quinto capitolo si analizza lo sviluppo del linguaggio economico attraverso la predicazione di Matteo d’Agrigento e Giacomo della Marca. I codici di lavoro offrono una panoramica degli interventi del predicatore sul modello, la cautela nell’impostare una nuova struttura, il lavoro sulle glosse, le nuove inserzioni a carattere giuridico e i momenti di più decisa originalità. A conclusione del lavoro è posta un’appendice testuale dedicata alle figurazioni animali negli schemi di lavoro inediti di Bernardino. La ricerca, che si pone all’incrocio della storia economica, della storia religiosa e degli studi sulla predicazione, è attraversata dall’attenzione per il linguaggio economico e lo svolgersi della pratica commerciale e produttiva, dei quali si evidenzia la comune dimensione d’esistenza. ----- [FR] La recherche porte sur l’analyse du langage économique qui se répand dans l’Italie du XVe siècle par l’Observance franciscaine, à la suite de la prédication de Bernardin de Sienne et de l'articulation ultérieure de Jacques de la Marche et Matteo d’Agrigente. L’étude met en évidence l’influence que le langage économique déploie sur la société, en dirigeant son attention sur deux expériences homilétiques marquantes dans la Florence du XIVe siècle : les sermons de Taddeo Dini au temps de la Peste et l’action controversée de la dissidence franciscaine pendant la Révolte des Ciompi. Dans ces contextes différents, discours et pratique commerciale sont étroitement liés. L’ouvrage se compose de cinq chapitres dédiés au développement des langages économiques, considérés comme une dimension qui donne forme aux relations dans la ville. Le premier chapitre examine les sermons du frère dominicain Taddeo Dini pendant la crise du milieu du XIVe siècle. Ses mots donnent voix aux tensions de la société et de la réalité productive, où les salariés assistent à l’évolution de leurs conditions de travail, notamment avec les nouvelles formes contractuelles d’emploi peu qualifié. Leur participation au discours économique s’inscrit dans une reformulation plus large des relations au sein de la communauté. Dans le deuxième chapitre, l’attention se porte sur la circulation des doctrines dissidentes et au lien supposé avec le milieu social propre à la Révolte du 1378. Documents et chroniques, textes prophétiques et vulgarisations, offrent une image que vient enrichir les reconstitutions historiographiques les plus célèbres. Le troisième chapitre prend en compte l’évolution des passages économiques des sermons de Bernardino de Sienne, les reportationes et les notes conservées dans ses manuscrits. Le langage économique s’avère être une structure versatile dont les éléments peuvent être adaptés au public et au contexte, comme des pièces qui deviennent une ressource pour l’activité performative. Ici, les métaphores liées au monde animal et les figures de l’Apocalypse offrent consistance et horizon aux arguments. Le quatrième chapitre examine la technique de prédication de Bernardino et son choix de l’argumentation économique, attirant l’attention sur la révision des modèles traditionnels. L’exposé des conditions de légitimité devient l’occasion pour le frère d’évaluer les activités commerciales en relation avec leur bénéfice sur la communauté. Une analyse détaillée est ensuite réservée aux marchands d’occasion et à leur position sociale, considérant les sources théologiques et les nouveaux contextes civiques. Le cinquième chapitre analyse le développement du langage économique dans la prédication de Matteo d’Agrigente et de Jacques de la Marche. Les manuscrits de travail offrent un aperçu des interventions du prédicateur sur le modèle, la prudence dans la mise en place d’une nouvelle structure, l’écriture des gloses, la compilation des références juridiques et les moments d’originalité plus décisive. A la conclusion de la thèse, une annexe est consacrée aux figures animales présentées dans les schémas inédits de Bernardino. La recherche, au carrefour de l’histoire économique, de l’histoire religieuse et des études sur la prédication, est centrée sur le langage économique et le développement des pratiques marchandes, dont la dimension commune d’existence est mise en évidence. ----- [EN] This research examines the economic language of the Franciscan Observance in the fifteenth century, which spread in Italy through the sermons of Bernardino of Siena and the subsequent works of James of the Marches and Matteo of Agrigento. Considering the bond between economic language and society over time, the attention is focused on two main preaching experiences in fourteenth-century Florence: Taddeo Dini’s homiletic speeches and the controversial influence of the Franciscan dissidence during the Ciompi Revolt. In these contexts, discourse and commercial practice are strongly related. The study consists of five chapters dedicated to the phases of the development of economic language, seen as a dimension that codifies the relationships in the city. The first chapter considers the sermons of the Dominican friar Taddeo Dini shortly after the outbreak of the plague. His words shed light on the tensions in the society and the productive reality in which wage earners witnessed changes in their working conditions, particularly with new contractual forms of low-skilled employment. Their participation in the economic discourse was part of a broader reformulation of the relations within the community. In the second chapter, the attention moves to the circulation of dissident doctrines and their supposed connection with the social environment in which the Revolt of 1378 began. Documents, chronicles, prophetic texts, and vulgarizations offer a picture that enriches the most famous historiographical reconstructions. The third chapter examines the evolution of the economic passages in Bernardino of Siena’s sermons, the reportationes, and his notes preserved in working manuscripts. The economic language appears as a versatile structure whose elements could be adapted to the audience and to the context – as pieces that become a resource for the performative activity. Here, metaphors related to the animal world and figures from the Apocalypse offered consistency and horizon to the arguments. The fourth chapter considers Bernardino’s preaching technique and his choice of economic passages, calling attention to the revision of traditional models. Exposing the conditions of trading becomes the occasion for the friar to evaluate the commercial activities in relation to the benefits that go to the community. A detailed analysis is then offered of the second-hand dealers and their social position, considering both theological sources and new civic contexts. The fifth chapter analyzes the development of economic language through the preaching of Matteo of Agrigento and James of the Marches. The personal manuscripts offer an overview of the preachers’ interventions in the model, their caution in setting up a new structure, their work on glosses, the compilation of juridical references, and moments of more decisive originality. At the end of the work, there is a textual appendix dedicated to the animal figurations in Bernardino’s unpublished manuscript notes. The research, at the crossroads of economics, preaching, and religious history, is focused on economic language and the development of commercial practices, whose common environment of existence is highlighted.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Predicazione medievale"

1

Delcorno, Carlo. Quasi quidam cantus: Studi sulla predicazione medievale. Firenze: L.S. Olschki, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Giovanni, Baffetti, ed. Quasi quidam cantus: Studi sulla predicazione medievale. Firenze: L.S. Olschki, 2009.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

La rete delle immagini: Predicazione in volgare dalle origini a Bernardino da Siena. Torino: Einaudi, 2002.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Luise, Antonella. Alza la voce come una bella tromba: Aspetti della predicazione del beato Bernardino da Feltre. Belluno: Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 1994.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Immagini dei predicatori e della predicazione in Italia alla fine del Medioevo. Spoleto: Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2016.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Francescani, Società Internazionale di Studi. La predicazione dei frati dalla metà del '200 alla fine del '300: Atti del XXII Convegno internazionale, Assisi, 13-15 ottobre 1994. Spoleto: Centro italiano di studi sull'Alto medioevo, 1995.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Convegno, internazionale di studi francescani (2nd 1987 Padua Italy). Predicazione francescana e società veneta nel Quattrocento: Committenza, ascolto, ricezione : atti del II Convegno internazionale di studi francescani, Padova, 26-27-28 marzo 1987. 2nd ed. Padova: Centro studi antoniani, 1995.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Laura, Gaffuri, and Quinto Riccardo 1961-, eds. Predicazione e società nel Medioevo: Riflessione etica, valori e modelli di comportamento : atti = Preaching and society in the Middle Ages : ethics, values and social behaviour : proceedings of the XII Medieval Sermon Studies Symposium, Padova, 14-18 luglio 2000. Padova: Centro studi antoniani, 2002.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Predicazione francescana e societa veneta nel Quattrocento: Committenza, ascolto, ricezione : Atti del II Convegno internazionale di studi francescani, ... 26-27-28 marzo 1987 (Centro studi antoniani). 2nd ed. Centro studi antoniani, 1995.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Predicazione medievale"

1

Coscia, Michele. "Oralità nella predicazione medievale: l’esempio della Leggenda di sant’Antonio abate conservata presso la SLUB (Mscr.Dresd.Ob.6)." In Die italienischsprachigen Handschriften der SLUB Dresden – Neue Perspektiven der Forschung. Sächsische Landesbibliothek - Staats- und Universitätsbibliothek Dresden, Dresden, 2020. http://dx.doi.org/10.25366/2020.17.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography