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Journal articles on the topic 'Pratiche storiche'

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D’Amia, Giovanna, and Luca Tamini. "Cinema a Milano: luoghi urbani in trasformazione." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 63–64. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095007.

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Abstract:
Il servizio raccoglie temi e questioni aperte sulle salecinematografiche a Milano con l'obiettivo di rilanciareun dialogo interdisciplinare, approfondire la loro storiae discuterne il ruolo nella connotazione dello spaziourbano.Oggi che la fruizione cinematografica avviene conmodalità assai diverse da quelle che hanno visto nascerecinematografi in tutti i quartieri cittadini, è infattinecessario riformulare le pratiche d'uso degli spazidella visione collettiva e ripensare le potenzialità dellesale storiche ancora esistenti. Soprattutto dopo che lapandemia da Coronavirus ne ha potenziato le criticità,ma ne ha anche ribadito il valore di luoghi urbanirappresentativi.
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2

Gabellieri, Nicola. "Il patrimonio bio-culturale alpino: un approccio geografico-storico al pascolo alberato di larici in Trentino (XVIII-XXI sec.)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2021): 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2021oa12533.

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Abstract:
Recentemente l'UNESCO ha invitato gli studiosi ad approfondire lo studio delle dinamiche storiche e ambientali che hanno portato nel corso del tempo allo sviluppo di specifici ecosistemi e paesaggi, definiti come ‘bio-cultural heritage'. Raccogliendo questo stimolo, il contributo è dedicato a caratterizzare storicamente i pascoli alberati di larix decidua alpini: a partire dalla bibliografia sulla storia e sull'ecologia del larice, due casi studio di lariceti passati e presenti in Trentino sono approfonditi utilizzando un metodo geostorico che combina analisi di fonti documentali e osservazione di terreno. In conclusione, i lariceti risultano essere un prodotto di pratiche di uso e gestione delle risorse pascolive e forestali, capaci di fornire vari servizi ecosistemici, ma ad oggi a rischio di scomparsa.
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3

Mingardo, Letizia. "È morto Ippocrate, lunga vita a Ippocrate. Per una rivalutazione del paradigma medico ippocratico." Medicina e Morale 68, no. 3 (October 15, 2019): 249–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.585.

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Abstract:
Nel panorama bioetico contemporaneo trova credito l’idea per cui la tradizione ippocratica sarebbe ormai irrimediabilmente anacronistica ed inevitabilmente superata, come, ad esempio, sostengono autori quali Veatch, Riha, Heubel e Mori. Le ragioni profonde di questa ostilità rimandano al divieto di pratiche abortive e di atti finalizzati a provocare la morte, contenuti nel Giuramento di Ippocrate, nonché, più in generale, alla commistione con l’etica cristiana che la storia dell’ippocratismo racconta. Nel presente contributo intendo mostrare come il movimento anti-ippocratico contemporaneo si nutra di una nozione di ippocratismo affetta da una certa stereotipia, e così ricostruita allo scopo di accreditare l’opposto paradigma pro-choice. Il mio intento finale è quello di offrire alcuni spunti per una riconsiderazione del paradigma medico ippocratico, alla luce dell’apprezzamento di quelli fra suoi elementi costitutivi che possono definirsi “classici”. Dopo un breve ritorno alle origini storiche dell’ippocratismo, mi soffermerò sul primo Aforisma di Ippocrate, in quanto manifesto epistemologico della medicina ippocratica, e sul Giuramento, in quanto manifesto deontologico della professione medica ippocratica. A traghettarmi dall’Aforisma al Giuramento, a cavallo tra epistemologia e deontologia, sarà una specifica riflessione sulla concezione ippocratica del rapporto tra medico e paziente, così come emergente anche da altre fonti antiche. Nel compiere questo percorso, sarò supportata da autorevoli voci, che, nell’odierno panorama nazionale e internazionale, contribuiscono ad alimentare una sempre più attenta rivalutazione della tradizione ippocratica, sotto il profilo etico e deontologico.
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4

Verginella, Marta. "Specchi di confine. Contributo alla discussione sulle pratiche della memoria di confine nell'area nord-adriatica." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 256–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298019.

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Abstract:
Per capire meglio l'essenza delle pratiche di memoria lungo il confine italo sloveno e l'uso pubblico della storia dell'area alto adriatica nell'ultimo ventennio bisogna analizzare la cultura storica e in particolare il pensiero storiografico. In un territorio multietnico far combaciare i limiti della nazione con i confini statali è diventato l'obiettivo principale di una parte preponderante della storiografia sin dagli ultimi decenni dell'Ottocento e anche nel corso del Novecento. I pochi tentativi storiografici di adottare una prospettiva comparativa e transnazionale sono rimasti marginali rispetto al bisogno di etnicizzare la storia del confine e produrre l'omologazione nazionale di un'area multinazionale. Come ha messo bene in luce lo storico tedesco Rolf Wörsdörfer, l'elaborazione storiografica del conflitto tra italiani e slavi (sloveni e croati) è a sua volta una parte significativa del conflitto di nazionalità che si ripercuote anche sulle pratiche museali e le scelte didattiche.
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Mantini, Silvia, Fabio Graziosi, Fabio Franchi, and Stefano Boero. "La tecnologia 5G e i beni culturali: percorsi di storie e architetture all’Aquila." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 117–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00019.

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Abstract:
All’indomani del terremoto del 2009, l’Università dell’Aquila ha realizzato progetti di tutela e valorizzazione dei beni culturali che rispondono a esigenze di comunicazione dell’invisibile, di fruizione del visibile differentemente collocato e del recupero di facies sparite. Con particolare riferimento al patrimonio storico-artistico della città, la tecnologia 5G ha permesso la sperimentazione di soluzioni di realtà aumentata e virtuale che hanno riguardato chiese e palazzi ricostruiti. La traduzione delle ricerche d’archivio in approcci storici digitali, in pratiche di public history e in esperienze di editoria aumentata ha consentito, attraverso le ICT, una più ampia accessibilità ai contenuti multimediali da parte di diversi pubblici di fruitori.
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Fimiani, Enzo. "Muoversi da notabili nel Mezzogiorno italiano tra ottocento e novecento: il caso abruzzese." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 87–125. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171004.

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Abstract:
Il saggio intende riprendere la questione storica del ruolo dei notabili nella modernizzazione politica tra i secoli XIX e XX in Italia e a livello europeo. Sulla scia degli studi più aggiornati, che guardano al fenomeno italiano quale forma di conduzione della politica ordinaria e non più deteriore, l'autore prova a seguire un metodo plurale, che tenga conto sia delle pratiche notabilari sia dei loro universi discorsivi e simbolici. Ritenendo che occorra ancora illuminare le caratteristiche del notabilato nel Mezzogiorno, il contributo tenta di approfondire un caso di studio nella sostanza inedito. Gli Abruzzi storici rappresentano un segmento importante delle antiche "province meridionali": dei suoi notabili, il saggio affronta modi e tempi di impatto rispetto ai tornanti storici principali;; il peso della politica, amministrativa e parlamentare;; i meccanismi delle reti di potere e le narrazioni che le sostengono. Sulla base di fonti in larga parte nuove o di dati disponibili ma del tutto rielaborati, viene fuori una cornice che vede il contesto abruzzese immerso pienamente nel Sud italiano ma con peculiarità non trascurabili.
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Bortoletti, Francesca. "La voce dei poeti alla corte aragonese. La festa e il teatro." Quaderni d'italianistica 36, no. 1 (January 27, 2016): 13–62. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i1.26273.

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Abstract:
Nella Napoli dei Re d’Aragona (1442–1504) le presenze della poesia orale nei luoghi dell’intrattenimento umanistico e del teatro aragonese giocano un ruolo determinante nel cerimoniale cortigiano e nelle strategie di politica culturale del Regno Aragonese. Il presente studio mira a rintracciare esempi di scritture, storie e materiali legati a una recitazione estemporanea replicabile in diverse occasioni di cerimoniali di corte o degli episodi politici. Una recitazione che non può essere compresa se non messa in relazione con una visione unitaria della festa di corte che qui si propone di investigare attraverso le presenze della voce del ‘nuovo’ poeta umanista — diplomatico e oratore, storico e cerimoniere, poeta e performer — e delle sue pratiche dicitorie e recitative nella società di corte.
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BATISTA NETO, José. "Narrativas da trajetória escolar de um formador de professor: memória, história e formação." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 187. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243609.

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Abstract:
RESUMOA narrativa da trajetória escolar de formador de professores é trazida à luz como pretexto para discussão sobre a relevância de material biográfico em processos formativos. Práticas relacionadas ao método biográfico no cenário da escola de educação básica são aqui exploradas com a finalidade de evidenciar seu potencial formativo. A contextualização foi um recurso metodológico observado, tendo de seu uso resultado um texto recheado de notas históricas. A narrativa de trajetória escolar e do contexto de produção compõe aqui um memorial, entendido como um olhar lançado sobre a história de vida de um docente que toma sua vida como objeto e, de suas experiências, faz história. É uma história de si, uma autobiografia, pela qual nos fazemos historiadores de nós mesmos. A narrativa deslindou traços da escola, da formação de professores e da prática pedagógica, de modo a fazer compreender a participação da dimensão biográfica no processo formativo de professor.Trajetória escolar. Biografia. Formação de professor.Narratives of the school career of a teacher trainer: memory, history and formationABSTRACTThe narrative of the school trajectory of teacher educator is brought to light as a pretext for discussion about the relevance of biographical material in formative processes. Practices related to the biographical method in the scenario of the elementary school are explored here in order to highlight its formative potential. Contextualization was an observed methodological resource, and its use resulted in a text full of historical notes. The narrative of the school trajectory and the context of production composes here a memorial, understood as a look at the life story of a teacher who takes his life as an object and, from his experiences, makes history. It is a story of itself, an autobiography, by which we make ourselves historians of ourselves. The narrative unraveled traces of the school,teacher training and pedagogical practice, in order to make the participation of the biographical dimension in the teacher training process easier to understand.School trajectory. Biography. Teacher training.Narrative della carriera scolastica di un insegnante di maestri: memoria, storia e formazioneRIASSUNTOLa narrazione della traiettoria scolastica dell'insegnante viene messa in luce come pretesto per la discussione sulla rilevanza del materiale biografico nei processi formativi. Le pratiche del metodo biografico nello scenario della scuola elementare sono esplorate qui al fine di evidenziarne il potenziale formativo. La contestualizzazione era una risorsa metodologica osservata e il suo uso ha prodotto un testo pieno di note storiche. La narrazione della traiettoria della scuola e il contesto della produzione compongono qui un memoriale, inteso come uno sguardo alla storia di un insegnante che prende la sua propria vita come oggetto e, dalle sue esperienze, fa la storia. È una storia di se stessa, un'autobiografia, con la quale ci rendiamo storici di noi stessi. La narrazione ha svelato le tracce della scuola, della formazione degli insegnanti e della pratica pedagogica, al fine di facilitare la comprensione della partecipazione della dimensione biografica al processo di formazione degli insegnanti.Traiettoria della scuola. Biografia. Formazione degli insegnanti.Narrativas de la carrera escolar de un formador de docentes: memoria, historia y formaciónRESUMENLa narrativa de la trayectoria escolar del formador de docentes sale a la luz como pretexto para la discusión sobre la relevancia del material biográfico en los procesos formativos. Aquí se exploran prácticas relacionadas con el método biográfico en el escenario de la escuela primaria para resaltar su potencial formativo. La contextualización fue un recurso metodológico observado, y su uso resultó en un texto lleno de notas históricas. La narrativa de la trayectoria escolar y el contexto de producción compone aquí un memorial, entendido como una mirada a la historia de vida de un maestro que toma su vida como un objeto y, desde sus experiencias, hace historia. Es una historia en sí misma, una autobiografía, por la cual nos hacemos historiadores de nosotros mismos. La narración desvela las huellas de la escuela, la formación del profesorado y la práctica pedagógica, a fin de facilitar la comprensión de la participación de la dimensión biográfica en el proceso de formación del profesorado.Trayectoria escolar. Biografía. Formación del profesorado.
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Amerio, Piero. "L'action research tra psicologia sociale e politica." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 23–50. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003002.

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Abstract:
La profonda connessione tra teoria e pratica che caratterizza l'contribuisce a delineare un'ottica piů ampia e realistica sulle relazioni tra mondo individuale e mondo sociale grazie alle competenze di azione pratica che attribuisce all'essere umano. Č questa attivitŕ che ha permesso alla nostra specie di trasformare l'ambiente e di produrre il mondo storico-sociale in cui viviamo, ed č l'azione che consente alle persone di intervenire concretamente nelle situazioni, di affrontare problemi individuali e collettivi e di produrre cambiamenti. Seguendo le vicende storico-sociali in cui si č costituito, viene delineato un dominio pratico nel quale il «sociale» esce da visioni generiche e astoriche e diviene un contesto realistico di eventi, di risorse e di limitazioni, di conflitti e di solidarietŕ. A questo quadro e alle persone in esso situate vengono date specifiche dimensioni psicologiche sulla base del pensiero di James e della piattaforma operativa teorico-empirica di Lewin.
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Lecce, Amelia, Ilaria Viola, and Giovanna Celia. "L'inclusione al nido tra passato e presente: il ruolo della coeducazione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 108–17. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12918.

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Abstract:
Il servizio di asilo nido ha una storia complessa: da ente morale nato per rispondere alle esigenze di una piccola parte della popolazione, è diventato promotore consapevole di pratiche partecipative inclusive. L'excursus storico e legislativo ha permesso il pieno riconoscimento del servizio come pratica virtuosa, al fine di innescare circuiti inclusivi, che contrastino la povertà e la marginalità sociale. Il nido, quindi, si configura come uno spazio privilegiato per costruire le prime relazioni affettive ed educative, mediante l'organizzazione di contesti educativi flessibili e inclusivi, con l'obiettivo di favorire la partecipazione tanto compromessa durante il periodo caratterizzato dalla diffusione del Covid-19. Nell'articolo si farà luce su come il nido e la relazione tra le figure che costellano la vita del bambino si siano evoluti nel tempo e quale ruolo abbia avuto la coeducazione durante la pandemia.
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Basso, Matteo. "Nuovi isolani? Un'indagine sui nuovi abitanti delle isole minori della laguna di Venezia." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 128 (August 2020): 106–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128007.

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Abstract:
Il saggio esplora razionalità e caratteristiche di alcune pratiche di ri-popolamento che si riconoscono oggi nelle isole minori della laguna di Venezia, contesti tradizionalmente caratterizzati da dinamiche di spopolamento, invecchiamento demografico e abbandono. Tali pratiche si configurano come una risposta individuale a un centro storico sempre più turisticizzato e offrono, in prospettiva, interessanti spunti di riflessione per politiche pubbliche volte a favorire la residenzialità a Venezia.
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Todino, Michele Domenico. "Le tecnologie digitali e la Media Education come elemento professionalizzante nel curricolo dell'educatore." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 182–94. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12953.

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Abstract:
A causa del diffuso uso delle tecnologie, gli educatori, in modo consapevole o spontaneo, nelle loro pratiche quotidiane favoriscono il processo di insegnamento-apprendimento delle tecnologie per scopi educativi attraverso l'uso di social network, sistemi di instant messaging e piattaforme di e-learning ma solo attraverso lo studio della Media Education è possibile sviluppare un senso pratico e teorico nei confronti dei media digitali che gli renda possibile, la selezioni dei canali comunicativi digitali più adeguati. Inoltre, dare un valore all'utilizzo delle tecnologie digitali promuove un senso critico che evidenzia e suddivide le situazioni e i momenti appropriati nei quali risulti necessario l'uso delle tecnologie rispetto a quelli in cui il loro uso è inopportuno e quando queste tecnologie favoriscono l'inclusione o la danneggiano. Partendo da tali considerazioni, questo contributo propone un excursus storico riguardo la Media Education per poi riflettere su come è possibile attraverso l'autoregolazione, l'alternanza e l'accompagnamento favorire un utilizzo corretto e consapevole dei digital devices.
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Bonelli, Caterina. "La scuola “resistente”: pratiche autobiografiche per la valorizzazione delle storie di scuola." Revista Brasileira de Pesquisa (Auto)biográfica 6, no. 19 (December 24, 2021): 992–98. http://dx.doi.org/10.31892/rbpab2525-426x.2021.v6.n19.p992-998.

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Abstract:
Le testimonianze scritte dalle maestre ci permettono di entrare “in punta di piedi” nelle pagine della storia, delle loro storie per meglio conoscere e comprendere una professione ancora nell’ombra. Le storie di vita delle e degli insegnanti sono dei veri e propri “giacimenti di storie” e l’obiettivo del contributo è di far emergere e valorizzare tali narrazioni. Attraverso le testimonianze autobiografiche dei professionisti dell’educazione e, al contempo degli studenti, emergono storie inconsuete, di “resistenza”, preziose microstorie che raccontano un tempo, un gruppo sociale, l’intera comunità. Il contributo si avvale di esperienze autobiografiche a scuola in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari - LUA.
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Pidone, Valerio, and Emanuele Mazzone. "Il prezioso contributo dei proverbi nella pratica clinica ericksoniana." IPNOSI, no. 2 (January 2022): 41–68. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002003.

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Abstract:
Erickson utilizzava i proverbi nella pratica clinica per trasmettere messaggi terapeutici attraverso un linguaggio condiviso, basato sull'esperienza. Il presente contributo, di carattere paremiologico, offre una descrizione delle origini storiche, delle fonti e della gnomica del proverbio, della sua diffusione geografica e analizza la struttura linguistica che ne è matrice: la metafora. L'articolo indaga il significato simbolico del proverbio con riferimento alle teorie cognitive, alle conoscenze neu-roscientifiche, alla teoria della mente e agli archetipi di Jung e si sofferma sul suo utilizzo nella pratica clinica ericksoniana.
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Semeraro, Giovanni. "Filosofia da práxis e as práticas político-pedagógicas populares." Educação e Filosofia 28, no. 55 (September 22, 2014): 131–48. http://dx.doi.org/10.14393/10.14393/revedfil.issn.0102-6801.v28n55a2014-p131-148.

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Abstract:
FILOSOFIA DA PRÁXIS E AS PRÁTICAS POLÍTICO-PEDAGÓGICAS POPULARES RESUMO: O artigo resgata o sentido “revolucionário” da filosofia da práxis inaugurada por K. Marx e aprofundada por A. Gramsci e aponta conexões com as atuais práticas político-pedagógicas populares. Mostra como Marx revoluciona a concepção de filosofia não apenas porque unifica inseparavelmente pensamento e atividade material, teoria e prática, mas, principalmente pelo fato inaudito de reconhecer o protagonismo histórico do proletariado. É Gramsci, no entanto, quem explicita, amplia e atualiza de maneira original as virtualidades da filosofia da práxis mostrando os aspectos que a projetam como a mais avançada visão de mundo e como expressão revolucionária das classes subalternas que se organizam politicamente para romper com a submissão e se tornar dirigentes. Sendo uma construção histórica que assume diferentes configurações em diversas situações e lugares, o artigo traça uma análise das novas formas que hoje a filosofia da práxis apresenta nas insurgências populares que vêm ocorrendo no Brasil e no mundo. Palavras-chave: Filosofia. Política. Educação. RIASSUNTO: L’articolo riscatta la dimensione “rivoluzionaria” della filosofia della prassi inaugurata da K. Marx e approfondita da A. Gramsci e segnala punti di contatto con le attuali pratiche politico-pedagogiche popolari. Mette in evidenza come Marx rivoluziona la concezione di filosofia non solo perché unifica inseparabilmente pensiero e attività materiale, teoria e pratica, ma principalmente per il fatto inaudito di riconoscere il protagonismo storico del proletariato. È Gramsci, però, l’autore che esplicita, allarga e attualizza in modo originale le virtualità della filosofia della prassi mostrando gli aspetti che la proiettano come la più avanzata visione di mondo e come espressione rivoluzionaria delle classi subalterne che si organizzano politicamente per vincere la sottomissione e diventare dirigenti. Essendo una costruzione storica che assume differenti configurazioni in diversi luoghi e situazioni, l’articolo traccia un’analisi delle forme che oggi la filosofia della prassi presenta nelle insorgenze popolari che avvengono in Brasile e nel mondo. Parole chiave: Filosofia. Politica. Educazione. Data de registro: 10/03/2014 Data de aceite:23/04/2014
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Dasilva, Xosé Manuel. "Regattin, Fabio (2020). Autotraduzione. Pratiche, teorie, storie / Autotraduction. Pratiques, théories, histoires. Città di Castello: I libri di Emil,." Sendebar 32 (November 5, 2021): 314–17. http://dx.doi.org/10.30827/sendebar.v32.21009.

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Abstract:
Se trata de una recensión del volumen Autotraduzione. Pratiche, teorie, storie / Autotraduction. Pratiques, théories, histoires, cuyo coordinador es Fabio Reggattini, publicado recientemente. En él se explora el hecho autotraductor combinando reflexiones de personas que suelen verterse a sí mismas y estudios realizados por especilialistas en esta particular modalidad de traducción.
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Baldini, V. "Infermieristica, Complessità e Filosofa." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 3 (January 26, 2018): 22–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1154.

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Abstract:
L'Assistenza infermieristica è oggi una scienza con propria identità epistemologica, lontano della condizioni di ancillarità a cui è stata relegata in certi momenti storici. L'articolo esplora le connessioni tra filosofia, antropologia e assistenza infermieristica alla ricerca delle origini e del profondo legame tra bisogni dell'umano, conoscenze ed esiti dell'assistenza infermieristica. Saranno menzionate la teoria della complessità, i legami sociali del gesto di cura, i diversi paradigmi che sono stati correlati alle pratiche clinico-assitenziali secondo Kuhn. Come la filosofia può aiutare il professionista a connettere se stesso con gli altri, così l'antropologia può guidare alla comprensione delle abitudini sociali e dei legami che condizionano comportamenti, scelte e sviluppi nella vita umana e nelle quotidiane pratiche assistenziali. Questo è il primo di una serie di 4 articoli che esporranno le specifiche aree delle scienze citate. (nursing)
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Ferro, Massimo. "Gli ultimi narratori di giustizia: un’esperienza italiana di letteratura dal diritto." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (February 24, 2019): 544–61. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831668.

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Abstract:
La scrittura narrativa dei giuristi è spesso incentrata sulle stesse esperienze professionalmente praticate, al punto che le scelte autorali, per quanto arbitrarie e creative, tendono ad omologare una comune difficoltà di allontanamento da quegli ambienti. Tuttavia, molte opere e racconti, pur facendo iniziare le loro storie d’invenzione dove finiscono i mestieri, si propongono di sfidare il diritto, cercandone talora un’affermazione postuma, più autentica di quella raggiunta dalla verità giudiziaria. Ed è la grande tradizione dei romanzi civili o comunque dei romanzi di genere, che cioè traggono dalle dinamiche della giustizia, specie investigativa e poi processuale, il substrato di tutte le relazioni, facendo diventare personaggi i soggetti e le parti dell’attività giudiziaria. Per altri autori, invece, proprio il limite della ricostruzione giudiziaria opera da ostacolo ad una ennesima rincorsa verso la verità storica: in tale secondo genere di letteratura, in Italia più recente e praticato da scrittori di provenienza per lo più non penalistica, sarebbe vano espiare la continua colpa dell’approssimazione al reale cui le forme giuridiche la costringono. Il patto con il lettore allora si rovescia: non più il “riordino giusto” della vita, la proiezione dell’ideale nella legge, il destino collettivo raddrizzato, ma la organizzazione dell’oblio. Contro il mondo reale, il romanzo si fa più fantastico, le storie più tarate sulle esistenze dei singoli. Quando l’invenzione mescola ogni fattore costitutivo del diritto, la riscrittura della realtà è completa e però sottotraccia riemerge il riavvicinamento molto abile alla verosimiglianza. Che è forse l’orizzonte più prezioso della maturità del giurista.
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Corbisiero, Fabio, and Luigi Delle Cave. "Comunità resilienti e qualità della vita: il caso del centro storico di Napoli." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 124 (March 2021): 62–82. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-124004.

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Abstract:
L'articolo propone un'analisi della resilienza di comunità in uno specifico spazio urbano: il centro storico di Napoli. Partendo dai risultati di una survey sulla percezione della qualità della vita degli abitanti del centro antico della città, le riflessioni proposte si spingono fino ad approfondire la capacità dei cittadini di rispondere a problematiche sociali attraverso pratiche di resilenza urbana, "mediate" talvolta da organizzazioni non profit, talvolta da un fitto tessuto di relazioni "informali" tra gli abitanti del quartiere.
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Poggi, Stefano. "Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica." SOCIETÀ E STORIA, no. 172 (June 2021): 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Abstract:
Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Giardina, Simona, and Antonio G. Spagnolo. "Storie di medici e malati nell’arte e nella letteratura: un approccio narrativo alla Storia della Medicina nelle Facoltà mediche / Stories of doctors and patients in art and literature: a narrative approach to the History of Medicine in the Medical Faculty." Medicina e Morale 66, no. 1 (March 15, 2017): 11–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.473.

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Abstract:
Negli ultimi trent’anni anche nell’ambito della Storia della medicina si è accentuato un approccio narrativo, soprattutto nei Paesi anglosassoni. L’attenzione viene centrata sull’essere umano, sulle relazioni interpersonali, sulla storia individuale piuttosto che su quella collettiva. Tale prospettiva si avvale del contributo privilegiato della scrittura (il romanzo, la poesia, il teatro, le favole, i diari, gli epistolari) e di quello evocativo dell’arte. In primo piano l’esperienza di vita di medici e malati, ma anche di familiari, colta attraverso il processo empatico che l’opera suscita nel lettore/osservatore. La malattia è quindi vista come condizione esistenziale. Lo storico Roy Porter definisce questa prospettiva “the history from below” e ritiene possa essere utile nel ricostruire gli aspetti antropologici della malattia “from the patients’ point of view”. Lo studente di medicina “immergendosi” nelle storie di medici e malati del passato acquisisce la capacità di capire non solo la malattia ma di sentire l’esperienza del malato (empatia). Le storie aiutano a focalizzare ciò che manca o è andato perduto nella pratica medica, stimolano l’introspezione personale perché spingono a riflettere non sulle abilità pratiche (competenza tecnica) ma su se stessi, sulle proprie emozioni. Il linguaggio denotativo non esaurisce tutta la realtà umana perché «la medicina è contemporaneamente scienza naturale e scienza umanistica. Il chiarire e il comprendere sono necessari allo stesso modo» (D. Von Engelhardt). ---------- In the last thirty years a narrative approach has become more noticeable even in the field of the History of Medicine, above all in English speaking countries. Attention is concentrated on the human being, on interpersonal relations, on the history of the individual rather than on the collective body. This narrative approach privileges the individual as a person, rather than the group, a methodology that uses the contributions of literature (the novel, poetry, theatre, fables, diaries, letters) as well as the evocative approach of the arts. In the foreground are the life experiences of doctors and patients, also of close relatives, evinced by the empathic process that a work of art fuels in the reader or observer. Sickness is viewed as an existential condition. The historian, Roy Porter, defines this perspective as ‘the history from below’ and maintains that it can be useful in reconstructing the anthropological aspects of sickness from the patient’s point of view. By emerging himself in the stories of doctors and patients of the past, the medical student acquires the ability to understand not only the sickness but to feel the experience of the patient (empathy). Medical stories help to focalize what is missing or has been lost in medical practice, stimulating personal introspection, because these stories urge reflection not on technical competence but on themselves and on their own emotions. The denotative language does not diminish all human reality because «medicine is contemporaneously natural and humanistic science. Clarifying and understanding are both necessary in the same way» (D. Von Engelhardt).
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Di Meo, Silvia. "Boza e la presenza migrante. Avventura, combattimento e tattiche nell'attraversamento della Frontera Sur." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2022): 177–99. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001010.

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Abstract:
L'articolo è il prodotto di un'indagine etnografica sviluppata sul territorio di confine della Frontera Sur, che separa l'Africa dall'Europa. L'etnografia è stata condotta sui due lati della frontiera, in Marocco e a Ceuta (Spagna), e ha riguardato l'osservazione e la partecipazione alla vita nei campi di sopravvivenza, di azione e di reclusione di un gruppo di migranti subsahariani in viaggio. Attraverso una metodologia etnografica di raccolta di storie di vita e di viaggio sono stati analizzati i discorsi e le pratiche elaborate dai migranti con lo scopo di pensare e agire lo spazio violento del confine: attraversamenti del muro frontaliero, superamento dei dispositivi di controllo e pratiche di vita negli spazi confinanti. I discorsi dei soggetti e il racconto comune dell'avventura migratoria hanno permesso di far emergere la presenza sociale e politica delle soggettività. Questa presenza è espressa dal grido Boza: categoria emica che permette ai migranti di significare l'agire dinamico, denso e mirato alla riuscita migratoria.
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De Michele, Grazia. ""Un'inguaribile incapacitŕ di reazione al nuovo ambiente di vita". Bambini meridionali al Nord e classi differenziali negli anni '50 e '60." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 11–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003002.

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Abstract:
Tra gli anni '50 e gli anni '70 del Novecento, l'Italia fu interessata da un vastissimo movimento interno di popolazione. Milioni di italiani decisero di cercare migliori condizioni di vita e di lavoro lontano dal proprio luogo di origine, contribuendo a quello che gli storici sono soliti indicare come processo di "modernizzazione" del paese. Gli spostamenti dal Sud verso le cittŕ del triangolo industriale si rivelarono particolarmente traumatici, soprattutto per le difficoltŕ da parte delle comunitŕ ospiti a relazionarsi con i nuovi arrivati, generalmente percepiti come "Altri" portatori di cultura, valori e stili di vita "arretrati" rispetto a quelli del luogo di arrivo. In questo contesto, la scuola elementare rappresentň un luogo di discriminazione per molti bambini di origine meridionale, che in misura crescente vennero assegnati alle cosiddette "classi differenziali". Scopo principale di questo articolo č l'analisi del discorso psichiatrico che supportň le pratiche di selezione e marginalizzazione dei piccoli meridionali nelle scuole elementari del Nord-Ovest industrializzato. Spesso tali pratiche disattendevano le indicazioni degli "esperti" sulla spinta di esigenze e interessi contingenti.
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Calloni, Angelo. "Le squadre irregolari di "polizia" nell'aeronautica nazionale repubblicana. Milano 1944-1945." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295002.

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Abstract:
Lo studio si prefigge lo scopo di indagare le squadre irregolari di "polizia" che si formarono nell'Aviazione repubblicana, a Milano durante la Rsi, fra il 1944 e il 1945, con l'obiettivo di praticare lo squadrismo. Si tratta di una ricerca prettamente d'archivio, basata sui documenti dell'Ufficio storico dell'aeronautica militare, sul fondo Corte d'assise straordinaria di Milano e sui fondi dell'Archivio cen-trale dello stato di Roma. L'analisi si inserisce quindi negli studi sulle squadre di polizia della Repubbli-ca sociale italiana ma, allo stesso tempo, cerca di avviare un filone di ricerca specifico, che riguarda un tipo di polizia "informale", volontaria e autonoma, nata in un contesto militare, formale e istituzionalizza-to. L'esposizione descrive brevemente la condizione dell'Aeronautica di Salò, per poi entrare nello spe-cifico delle squadre oggetto di studio, analizzandone la genesi, la composizione, la struttura, le peculiari-tà. Una parte della ricerca espone quindi gli eventi storici, focalizzandosi su come queste squadre eserci-tarono il ruolo di polizia in chiave anti-partigiana. Un ampio spazio dello studio è dedicato a valutare le responsabilità dei vertici militari, mentre un altro indaga il volontarismo e le aspirazioni personali degli avieri. Ne esce un quadro oggettivo che offre ampi spunti per continuare a studiare il fenomeno delle polizie irregolari nei corpi militari, anche in chiave comparativa, soprattutto riguardo i casi analoghi con protagonista la Wehrmacht tedesca o l'esercito francese di Vichy, oltre che altri corpi italiani di stanza in luoghi percorsi da attività partigiana.
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Di Franco, Andrea. "I confini della cittŕ." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 70–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059012.

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Abstract:
Parlare di confine della cittŕ, di limite urbano, oltre la formalizzazione storica data dal manufatto perduto delle mura di cinta, conduce il concetto stesso di limite verso una nuova possibilitŕ di forma per le molteplici culture, pratiche urbane, modi abitativi. Un tema chiave per istruire quest'ottica progettuale nella cittŕ contemporanea č quello della differenziazione tra gli ambiti periferici. Il rapporto tra cittŕ e territorio č attualmente connotato dalla condizione evanescente del discrimine tra assetti distinti. Differenze, specificitŕ, soglie: su questi nodi il progetto č forse ancora in grado di comprendere e formalizzare la distinzione dei molteplici paesaggi urbani e dunque svolgere una base di condivisione del senso dello spazio comune.
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Galli, Pier Francesco, and Alberto Merini. "Tracce. Storie e persone." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2021): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001010.

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Abstract:
Vengono riprodotti alcuni brani di un seminario tenuto il 30 maggio 1992 alla scuola Il Ruolo Terapeutico di Milano, che lo ha pubblicato nel 1996 col titolo La persona e la tecnica. Appunti sulla pratica clinica e la costruzione della teoria psicoanalitica e che è stato ristampato nel 2002 dall'editore FrancoAngeli con aggiunte e integrazioni. In queste pagine vengono fatte alcune riflessioni sul problema della ricostruzione storica in psicoanalisi, sottolineando come sia indispensabile non basarsi solo sulla storia ufficiale, scritta, ma che sia di fondamentale importanza conoscere anche la storia affettiva e le vicissitudini di vita delle persone che sono state protagoniste nella costruzione teorica. La storia emozionale, trasmessa attraverso canali informali, è un elemento costitutivo della definizione stessa della disciplina psicoanalitica.
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Girometti, Andrea. "Una lettura dell'astensione elettorale in Italia." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 299 (August 2022): 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299003.

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Abstract:
L'articolo affronta l'incremento dell'astensione elettorale in Italia registratosi negli ultimi quarant'anni attraverso la concettualizzazione sociologico-politica di Pierre Bourdieu. In prima istanza, si sottolinea la specificità dell'approccio bourdieusiano sul lato della partecipazione politica, ricostruendo le serie storiche dell'astensione e discutendo i risultati d'inchieste campionarie di diverso valore euristico. L'intento principale è di evidenziare sia la scarsa attenzione politologica e storiografica dedicata alla pratica astensionistica, sia il carattere riduzionistico in sede interpretativa di tale fenomeno: non voto per protesta o per apatia. Ci si è poi focalizzati su un'inchiesta etnografica - gli astensionisti nella provincia di Pesaro e Urbino - adottando un metodo d'indagine (anche) bourdieusiano: l'intervista discorsiva in profondità. Si è dunque tentato di dare visibilità a un fenomeno generalmente percepito come marginale nel campo politico facendone emergere la complessità.
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Dini, Roberto. "Nuovi sguardi sulla montagna. Elementi per il progetto alla grande scala." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 158–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056024.

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Abstract:
In quanto spazio ‘altro' le Alpi costituiscono un terreno di sperimentazione privilegiato per tentare di rispondere ad alcune domande centrali nel dibattito sulla pianificazione e sul progetto d'area vasta: dalle problematiche connesse alla patrimonializzazione del paesaggio, all'intreccio tra dato fisico e sociale, alla sostenibilitŕ ambientale, alla tutela del patrimonio storico e ambientale. Č fondamentale ragionare su modalitŕ di trasformazione in grado di tenere assieme immagini, progettualitŕ, dinamiche di natura differente, al fi ne di generare ‘territori abitati' nella complessitŕ dei loro valori. Anche nel contesto alpino emerge la necessitŕ di una riflessione intorno al tema dell'architettura alla grande scala, nell'incrocio tra strutturazioni insediative, morfologie del substrato territoriale con l'insieme delle pratiche dell'abitare e delle politiche di sviluppo locale.
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DiMartino, Antonio. "Verso un’analisi socio-giuridica delle questioni ambientali in Europa." Società e diritti 7, no. 14 (December 9, 2022): 56–65. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19313.

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Abstract:
L'autore richiama l'attenzione sulle questioni ambientali del diritto europeo e sull'importanza della Sociologia del diritto. Le politiche ambientali della Comunità Europea sono attuate negli Stati membri, ma l'attuazione degli obiettivi ambientali e le corrispondenti misure amministrative implicano difficili questioni sociali. Non c'è dubbio, infatti, che le questioni ambientali siano al centro dell'attuale dibattito pubblico, attorno al quale si organizzano anche le strategie e le pratiche nazionali e sovranazionali. Accanto a una ricostruzione storica e istituzionale, la trattazione analizza specificamente gli aspetti sociologici del "danno ambientale". In questa prospettiva, l'autore ha tenuto conto del fatto che i disastri sono sempre più spesso considerati come parzialmente causati dall'uomo piuttosto che come eventi puramente naturali.
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Magri, Debora. "Ibridazione in situ. Lavorando con la storia." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 121–37. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056020.

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Abstract:
‘L'ibridazione in situ' si propone quale pratica teorica di trasformazione dello spazio fisico in tessuti storici consolidati. La perdita della dimensione pubblica della cittŕ corrisponde alla morte dell'urbs, esempio efficiente di un modello ibrido in cui sfera pubblica e sfera privata sono continuamente combinate e intercambiate in un sistema dinamico e stratificato, in continuo divenire. L'ibridazione puň dare una risposta alla necessitŕ trasformativa di contesti storici critici, contrapponendo ad un modello tradizionale di crescita urbana bidimensionale, la tridimensionalitŕ di un modello ibrido che nella dialettica tra porositŕ e densitŕ agisce sulla struttura fisica della cittŕ creando nuove opportunitŕ di uso e valorizzazione di spazi residuali esistenti e nuove esperienze estetiche, per la riconquista del cuore della cittŕ.
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Giusto, Rosa María. "La 'prattica' del disegno nel progetto formativo dell’accademia di San Luca." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 52–59. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12698.

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Abstract:
L'attività sviluppata dalle istituzioni accademiche come centri di elaborazione critica del pensiero artistico emerge come un tema nella definizione delle storie culturali che animarono l'Europa nel XVIII secolo. Questo breve articolo analizza il ruolo e l'influenza esercitata dall'Accademia romana di San Luca per quanto riguarda la sua organizzazione e la pratica dei concorsi. La pratica del disegno fu uno degli aspetti chiave del progetto formativo dell'Accademia, con la nascita di un particolare 'genere', le 'rappresentazioni in occasione dei concorsi', che occupa campi di applicazione autonomi rispetto a quelli impegnati nel design professionale.
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Raimondo, Rossella. "Madri irregolari: l’esperienza dell’ospizio di maternità di Bologna dal 1860 al 1919." El Futuro del Pasado 11 (September 9, 2020): 357–72. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2020.011.012.

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Abstract:
A partire dall’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio Storico Provinciale di Bologna, il presente articolo ricostruisce la storia dell’asilo di maternità, annesso, nel 1860, al secolare brefotrofio cittadino, con il fine di rivolgersi non più solo ai bambini illegittimi, ma anche alle donne che li portavano in grembo; essi divennero centri di propulsione di politiche e iniziative che intendevano superare le vecchie e ormai obsolete logiche che collocavano queste madri nella categoria della «devianza», per riconoscerle come soggetti verso i quali prevedere forme di tutela a livello sociale e igienico-sanitario. La storia dell’istituzione felsinea verrà confrontata con altre strutture nate con simili scopi e finalità su scala nazionale, al cui interno verranno sperimentate e sviluppate nuove conoscenze e pratiche nel campo dell’ostetricia.
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Bellavite, P., M. Semizzi, P. Musso, R. Ortolani, and G. Andrioli. "Medicina ufficiale e terapie non convenzionali: dal conflitto all’integrazione?" Medicina e Morale 50, no. 5 (October 31, 2001): 877–904. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.735.

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Abstract:
La distinzione tra medicina ufficiale e medicine alternative (più propriamente denominate non-convenzionali o complementari) va inquadrata sul piano storico ed epistemologico, come parte di un continuo e mai concluso confronto tra diversi paradigmi scientifici e medici. Il ricorso a pratiche mediche di origine orientale o comunque di matrice extra-scientifica è in espansione in tutti i Paesi europei e negli Stati Uniti e ciò pone un’ampia serie di problemi sociosanitari, deontologici, etici, metodologici. La crisi attuale della medicina occidentale deriva sostanzialmente dalla difficoltà di conciliare il progressivo dominio dell’approccio scientifico-molecolare e tecnologico con la crescente necessità di riscoprire gli aspetti più personali ed individualizzati della cura, che sono particolarmente importanti nelle malattie croniche e multifattoriali. Le medicine non convenzionali possono probabilmente contribuire a colmare alcune lacune metodologiche e concettuali lasciate dalla super-specializzazione e dal prevalere del pensiero razionalista rispetto a quello empirico negli ultimi secoli e particolarmente negli ultimi decenni. Il modo più corretto di guardare al fenomeno è quello di esaminarne le ragioni d’essere, individuarne le molte possibili distorsioni, sfruttarne le potenziali positività in vista di una possibile integrazione di diversi approcci terapeutici. Tale eventuale integrazione di alcune pratiche non convenzionali richiede un maggiore impegno nella ricerca scientifica e nella qualifica delle varie figure professionali.
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Klabjan, Borut. ""Eja eja baccalà!" D'Annunzio, violenza politica e culture della memoria a Trieste e nell'Alto Adriatico." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 298 (June 2022): 238–55. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298018.

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Abstract:
Il presente lavoro analizza le trasformazioni del paesaggio monumentale lungo l'odierno confine italo-sloveno e nell'Alto Adriatico in generale. Prendendo come caso studio il collocamento della statua di Gabriele D'Annunzio a Trieste nell'estate del 2019, fa vedere l'impatto delle pratiche commemorative legate alla sua erezione e ne indaga le implicazioni politiche. Avvalendosi di materiale documentario inedito e proveniente da diversi archivi, il saggio coniuga la funzione di D'Annunzio e della sua esperienza fiumana con la violenza politica postbellica, studiandone le ripercussioni sulle successive politiche della memoria in ambito confinario. Si dimostra così che i due aspetti sono intrinsecamente collegati e che la memorializzazione di D'Annunzio fa parte di un più ampio mosaico di iniziative volte a produrre un paesaggio di confine adatto a sostenere una narrazione storica selettiva.
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Colonnese, Fabio. "L’Objet Trouvé come modello tra approcci analogici e digitali." EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 25, no. 40 (November 17, 2020): 156. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2020.12934.

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Abstract:
<span>Sebbene questa stagione di tecnologie digitali e tecniche di produzione semiautomatica ha condizionato la maggior parte della tradizionale catena di montaggio e gli strumenti del processo di progettazione e rappresentazione, l'uso di found-objects nella modellistica è ancora praticato, rivelato e promosso da architetti e docenti contemporanei. Questo potrebbe essere interpretato come il sintomo di una sorta di resistenza analogica o un modo per introdurre incidenti pianificati e incertezza in un processo di progettazione deterministico e omologante, ma lo scenario è sfaccettato. Questo contributo discute l'uso di found-objects come modelli nella progettazione dell'architettura e nella pratica della comunicazione. In particolare, descrive le loro radici storiche e la loro funzione critica nella ricerca delle avanguardie artistiche, classifica il loro ruolo nelle diverse fasi del processo di progettazione tradizionale e contemporaneo e si concentra su interazioni e differenze degli approcci analogici e digitali, in relazione alle opportunità semantiche della rappresentazione architettonica.</span>
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Ingrosso, Marco. "Alle sorgenti della cura. Ricerca di idee guida per le societÀ della salute." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 38 (September 2010): 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038007.

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Abstract:
Il testo ripercorre il passaggio dalle forme di cura antiche a quelle moderne e contemporanee, interrogandosi sulle idee motivanti e generatrici che hanno sostenuto, nei diversi contesti e ambienti storico-sociali, le specifiche pratiche di cura compresenti. Tale analisi costituisce la premessa della domanda su quali siano o possano essere le sorgenti della cura in un'epoca planetaria e secondo-moderna, nella quale si sono prodotte crescenti aspettative di vita e di salute e una maggiore articolazione delle offerte di cura, tanto da far parlare della formazione di societÀ della salute. In esse sembrano entrare in crisi le motivazione profonde, diffuse e condivise, del ‘prendersi cura' tanto nell'ambito familiare e interpersonale quanto in quello professionale, con esiti critici sul piano della qualitÀ e delle relazioni, ma anche del faticoso coordinamento fra i diversi saperi e forme di cura.
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Bertozzi, Marco. "Mentre Accade e Gia Futuro: Il Cinema di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi." Revista Laika 4, no. 7 (May 18, 2021): 1–9. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2316-4077.v4i7p16-24.

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Abstract:
Mentre il documentario tradizionale utilizza le immagini quali portatrici di realtà naturali - in una probatorietà che avviluppa il pensiero critico nell’illusione della pura referenzialità – il cinema di Gianikian e Ricci Lucchi apre all’idea che le immagini possano/debbano significare “ancora”. E “altro”. Se il cinema contemporaneo diviene progressivamente un giacimento di sguardi meticci le pratiche del riciclo di Gianikian e Ricci Lucchi godono di una esemplarietà unica. In essa l’analisi storico-filologica dei materiali di partenza è momento preliminare, non mero escamotage all’atto trasformativo. Origine, dispositivo, immagine, corpo sono termini in fibrillazione, piattaforme per ri-lanci ermeneutici di un’immaginazione storiografica in cui i film dimenticati ritrovano una verità contemporanea: la nuova possibilità di significazione esce dalla dimensione archeologica e indaga, e mostra, il processo che ha portato l’immagine a perdere valore. Per poi recuperarlo, facendo deflagrare nuove significazioni.
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Bertozzi, Marco. "Mentre Accade e Gia Futuro: Il Cinema di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi." Revista Laika 4, no. 7 (May 18, 2021): 34–42. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2316-4077.v4i7p34-42.

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Abstract:
Mentre il documentario tradizionale utilizza le immagini quali portatrici di realtà naturali - in una probatorietà che avviluppa il pensiero critico nell’illusione della pura referenzialità – il cinema di Gianikian e Ricci Lucchi apre all’idea che le immagini possano/debbano significare “ancora”. E “altro”. Se il cinema contemporaneo diviene progressivamente un giacimento di sguardi meticci le pratiche del riciclo di Gianikian e Ricci Lucchi godono di una esemplarietà unica. In essa l’analisi storico-filologica dei materiali di partenza è momento preliminare, non mero escamotage all’atto trasformativo. Origine, dispositivo, immagine, corpo sono termini in fibrillazione, piattaforme per ri-lanci ermeneutici di un’immaginazione storiografica in cui i film dimenticati ritrovano una verità contemporanea: la nuova possibilità di significazione esce dalla dimensione archeologica e indaga, e mostra, il processo che ha portato l’immagine a perdere valore. Per poi recuperarlo, facendo deflagrare nuove significazioni.
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Onesti, Luca. "Gramsci e i Quaderni: Filosofia Della Prassi e Immanenza tra Materialismo e Idealismo." Philosophica: International Journal for the History of Philosophy 26, no. 52 (2018): 159–73. http://dx.doi.org/10.5840/philosophica2018265230.

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Abstract:
Di contro alla lettura che inserisce la filosofia della prassi di Gramsci nella linea di continuità di un “paradigma italiano” che assolutizza il momento soggettivo, l’articolo si concentra sul particolare statuto ontologico su cui poggia la revisione che Gramsci fa del materialismo storico marxiano. Se da un lato la materia è vista come dipendente da una sfera intersoggettiva, che gli conferisce “oggettività” solo quando agisce su di essa in una prassi trasformativa, dall’altro è rimarcato il carattere “immanente” della stesso soggetto storico agente, che si trova in un campo di “contraddizioni oggettive” e solo nella concretezza dell’attività pratica può esercitare egemonia e con ciò inverarsi. Sulla scorta dell’analisi di questa problematica, conil confronto con il testo dei Quaderni, e attraverso la lettura di tre interpreti di Gramsci quali Frosini, Burgio e Losurdo, si riflette infine sul rapporto tra Gramsci e Labriola da un lato e tra Gramsci e Gentile dall’altro.
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Barioglio, Caterina, and Daniele Campobenedetto. "La trasformazione ordinaria. Gli effetti della legge n. 106/2011 sulla forma urbana a Torino." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095014.

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Abstract:
In un momento storico in cui le città europee sono teatro di modifiche progressive piuttosto che di massive espansioni, acquista importanza il ruolo della disciplina dell'attività edilizia e delle forme di regolazione che agiscono sulle trasformazioni ordinarie. Questo contributo mira a esplorare gli esiti di uno di questi strumenti - la legge n. 106/2011. Lo studio offre una mappatura delle trasformazioni edilizie attuate, o approvate, tramite questa legge a Torino fino al 2019. L'obiettivo è comprendere il rapporto tra le intenzioni espresse dallo strumento regolativo e i suoi effetti sullo spazio della città: l'analisi dei tipi di intervento, del cambiamento di destinazioni d'uso e superfici di ogni trasformazione è messa in relazione con le modifiche volumetriche, per studiare gli esiti morfologici delle pratiche private di trasformazione e il loro ruolo nel processo di ‘produzione di città'. Parole chiave: trasformazione urbana; morfologia urbana; codici urbani
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Maria Oteri, Annunziata, and Oana Cristina Tiganea. "La dimensione urbana delle epidemie: riflessioni su citt&agrave; e malattie in Europa nel xix secolo." TERRITORIO, no. 97 (February 2022): 11–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12922.

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Abstract:
Il saggio analizza gli effetti di epidemie e malattie nell'organizzazione e nell'uso degli spazi urbani in et&agrave; contemporanea in ambito europeo. L'obiettivo &egrave; di indagare, in una prospettiva storica, la relazione tra citt&agrave; e malattie e riflettere sui cambiamenti che le epidemie hanno comportato nel tempo nei modi di percezione e fruizione della citt&agrave;. Il saggio indaga inoltre le resistenze al cambiamento che in molti casi hanno compromesso l'efficacia dei provvedimenti adottati, sottolineando quella propensione alla ‘dimenticanza' che l'umanit&agrave; sempre manifesta di fronte alle catastrofi.Il contributo analizza strategie, metodi e pratiche, talvolta rivoluzionari, posti in atto dal tardo Settecento per prevenire e contrastare il dilagare di epidemie e mali contagiosi, nonch&eacute; gli esiti indotti, e propone una riflessione finale su similitudini e differenze tra le esperienze del passato e quanto sta accadendo nell'attuale stagione pandemica.
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Benvenuti, Marco. "Andata e ritorno per il diritto di asilo costituzionale." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (July 2010): 36–58. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002003.

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Abstract:
Sommario: Prologo1. La "svolta storica nella lotta all'immigrazione clandestina", ovvero della crisi del c.d. "sistema asilo" alla luce della recente pratica dei respingimenti in mare2. L'"identità di natura giuridica del diritto alla protezione umanitaria, del diritto allo status di rifugiato e del diritto costituzionale di asilo", ovvero della funzione emulativa del diritto di asilo costituzionale3. "La presenza del richiedente il diritto di asilo nel territorio dello Stato non č condizione necessaria per il conseguimento del diritto stesso", ovvero della funzione effettiva del diritto di asilo costituzionale
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Battilani, Patrizia, and Davide Bagnaresi. "La spiaggia come luogo di produzione e di consumo: dal modello informale ottocentesco a quello "taylorista" del periodo fra le due guerre." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 294 (December 2020): 11–45. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-294001.

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Abstract:
Il processo di antropizzazione dei litorali č stato solo parzialmente esplorato dagli studi storici, che sino a ora non hanno prodotto un'interpretazione di quell'insieme di pratiche sociali e di attivitŕ economiche che dall'Ottocento in poi hanno trasformato le spiagge, tradizionalmente vuote, in un luogo di consumo. Il saggio porta l'attenzione su una spiaggia che č stata considerata una delle icone del turismo di massa italiano, Riccione. Attraverso la consultazione di diversi archivi, tra i quali il piů importante č quello dell'azienda di soggiorno di Riccione e un fieldwork di storia orale, con videoregistrazione di 35 interviste a bagnini di diverse fasce di etŕ, questo saggio cerca di codificare le attivitŕ economiche e i modelli organizzativi che progressivamente sono emersi lungo il litorale. Si offre cosě un'originale visione del processo di standardizzazione e di "produzione di massa" attraverso il quale l'offerta di servizi turistici cerca di adattarsi e di sfruttare le opportunitŕ del turismo di massa.
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RGI, Redazione. "Informazione bibliografica." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 2 (June 2021): 155–86. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12038.

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Abstract:
L'Informazione bibliografica del numero 2/2021 della &laquo;Rivista Geografica Italiana&raquo; presenta le recensioni dei seguenti testi. Rachele Borghi, Decolonialit&agrave; e privilegio. Pratiche femministe e critica al sistema-mondo (Marcella Schmidt di Friedberg) Mauro Varotto, Montagne di mezzo. Una nuova geografia (Giacomo Pettenati)&nbsp; Alberto Magnaghi, Il principio territoriale (Giuseppe Dematteis) Domenico Cersosimo, Carmine Donzelli, a cura di, Manifesto per riabitare l'Italia (Matteo Puttilli) Luca Gaeta, Alice Buoli, a cura di, Transdisciplinary Views on Boundaries. Towards a New Lexicon (Anna Casaglia) Massimiliano Grava, Camillo Berti, Nicola Gabellieri, Arturo Gallia, Historical GIS. Strumenti digitali per la geografia storica (Anna Guarducci) Stefano Piastra, Shanghai nella letteratura di viaggio italiana. Realt&agrave; e percezione di un emporio fluviale diventato megalopoli (Sara Giovansana) Simone Betti, Geografia sportiva del Nordamerica. La geografia sulle magliette (Anna Maria Pioletti) Per leggere i contributi integralmente, cliccare sul quadratino in alto denominato &quot;PDF&quot;.
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Dybski, Henryk. "Monastycyzm w Palestynie i Syrii w świetle źródeł patrystycznych IV i V wieku." Vox Patrum 42 (January 15, 2003): 411–36. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7169.

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Abstract:
II monachesimo in Siria pure inizió all'inizio del IV secolo, e si espresse nella forma di vita anacoreta. Afrate ii Siro, Sant'Efrem e San Giovanni Crisostomo furono i propagatori della vita anacoreta in Siria. I monaci che vivevano in questo paese erano caratterizzati da una vita molto dura e da inusuali pratiche ascetiche. Secondo lo storico Sozomeno, il primo monaco eremita fu Aones. San Gerolamo sostiene peró che il primo eremita fu sant'Ilarione. Famoso stilita fu Simeone il maggiore. Elemento caratteristico del monachesimo siro era il fatto che gli anacoreti in una certa fase della propria vita entravano in monastero, e viceversa. In Siria esistevano anche monasteri femminili. In questo paese c'erano inoltre donne che conducevano vita eremitica. Le piu famose fra loro furono Marana, Syra e Domnina. Occorre sottolineare come San Girolamo visse da eremita in Siria. Durante un breve periodo della sua vita fu ad Antiochia Paola romana. In questa citta visse la famosa asceta diaconessa Sabiniana, zia di san Giovanni Crisostomo.
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Sommaruga, Ilaria, and Annapaola Ammirati. "Il diritto di restare: il Regolamento Dublino, i volti, le storie e le possibili buone pratiche." MONDI MIGRANTI, no. 1 (May 2018): 107–26. http://dx.doi.org/10.3280/mm2018-001006.

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Decock, Wim. "Cibo e pratiche alimentari tra diritto e religione. Strategie euristiche dell’età premoderna (= Storie del diritto 7)." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte: Kanonistische Abteilung 107, no. 1 (June 1, 2021): 428–29. http://dx.doi.org/10.1515/zrgk-2021-0030.

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Subrizi, Carla. "Scrivere la storia dell’arte: metodologia e ricerca negli ultimi decenni." Boletín de Arte, no. 38 (October 31, 2017): 171–78. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2017.v0i38.3362.

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Abstract:
All’inizio del nuovo secolo la questione della storia del’arte e dei metodi da utilizzare per la ricerca riapre molti interrogativi e determina la necessità di una revisione critica della storiografia del passato XX secolo. Molte iniziative dimostrano la necessità che molti storici dell’arte, nelle Università italiane ma anche internazionali avvertono in questi anni: i dipartimenti di storia dell’arte, nelle differenti denominazioni che hanno in Europa e in altri paesi del mondo, concentrano ricerche e iniziative sullo stato della storia dell’arte, su quanto sia necessario rivedere e interrogare le strategie della sua costruzione, nonché l’identificazione dei documenti e materiali d’archivio considerati le sue «fonti». Tali problemi coinvolgono gruppi di lavoro e ricerche differentemente orientati, all’interno dei quali è tuttavia possibile individuare premesse simili che da una parte affrontano la questione su un piano teorico e metodologico, dall’altro si concentrano su casi di studio, su particolari aspetti storici e filologici, per mettere in pratica, nuove ipotesi di studio e ricerca. Il saggio si sofferma su tali questioni e analizza alcuni passaggi fondamentali della bibliografia più recente.
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Catarci, Marco. "La prospettiva pedagogica emancipatrice di Paulo Freire." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (July 2022): 24–37. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-2022oa13728.

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Abstract:
Freire formula una proposta pedagogica radicale di emancipazione degli esclusi. Una posizione militante che, nella prospettiva di un continuo scambio tra dimensione teorica e pratica, caratterizza non solo la sua elaborazione intellettuale, ma anche il suo itinerario biografico, fortemente intrecciato con la vicenda storica e politica del suo paese, il Brasile, e degli altri paesi, soprattutto del Sud del mondo, nei quali si &egrave; impegnato come esperto di educazione. In questa prospettiva, il cambiamento sociale ha una radice prevalentemente pedagogica: ci&ograve; significa che la trasformazione dell'ordine sociale ingiusto richiede un fondamentale impegno educativo.
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Godoy Dotta, Alexandre. "La politica pubblica per la valutazione di qualità come il modo della valutazione dell'educazione come un bene pubblico." Revista Eurolatinoamericana de Derecho Administrativo 4, no. 2 (December 29, 2017): 43–57. http://dx.doi.org/10.14409/rr.v4i2.7117.

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Abstract:
Il presente articolo ha come oggetto l’analisi storica e politica relativa alla nascita del concetto d’insegnamento di qualità nell’organizzazione dell’educazione in Brasile. Per raggiungere questo obiettivo, si concentra sullo status di“diritto all’educazione” o “servizio pubblico educazionale” come bene pubblico. Discorre sull’organizzazione del sistema educazionale brasiliano e presenta considerazioni sul problema delle interpretazioni restrittive e formali del sistema educativo, soprattutt o nei termini della proposta neoliberale tipica degli anni novanta. Sviluppa riflessioni sul concetto di qualità e sulla possibilità di metterlo in pratica, attraverso le determinazioni della Costituzione brasiliana, secondo un’interpretazione sostanziale delle politiche pubbliche valutative.
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