Academic literature on the topic 'Pratiche filosofiche'

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Journal articles on the topic "Pratiche filosofiche"

1

Palazzani, Laura. "Bioetica dei principi e bioetica delle virtù: il dibattito attuale negli Stati Uniti." Medicina e Morale 41, no. 1 (February 28, 1992): 59–85. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1115.

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Abstract:
L'autore approfondisce il dibattito filosofico sulla fondazione etica della bioetica negli Stati Uniti focalizzando l'attenzione sul paradigma dei principi proposto da T.L. Beauchamp e J.F. Childress e sugli interventi critico-integrativi ad esso apportati dalla bioetica delle virtù. Il dibattito è inquadrato nell'ambito dell'evoluzione della riflessione filosofica d'oltreoceano che reagendo alla astrattezza e schematicità della teorizzazione dei principi recupera in ambito morale la categoria della virtù che pone maggiore attenzione alla concretezza poliedrica della vita morale e alle motivazioni dell'agire. L'articolo intende evidenziare la rilevanza del recupero del concetto di virtù nel dibattito attuale della bioetica quale integrazione alla formulazione dei principi regolativi dell'agire biomedico sottolineando la necessità di un approfondimento fondativo sul piano delle giustificazioni che sia rispettoso del valore centrale della persona sia nei principi che nel giudizio ultimo pratico.
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2

FERRAGUTO, Federico. "NATURA E RIVELAZIONE IL CONCETTO DI FINE NEL SAGGIO DI UNA CRITICA DI OGNI RIVELAZIONE DI J.G. FICHTE. UNA RILETTURA FICHTEANA DI KANT." Estudos Kantianos [EK] 4, no. 1 (July 15, 2016): 15–30. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2016.v4n1.03.p15.

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Abstract:
Apparentemente scritto più per ragioni di opportunità economica che non per motivi sistematici, il Versuch einer Critik aller Offenbarung occupa una posizione importante nel percorso filosofico di Fichte. In questo suo primo scritto, infatti, il filosofo di Rammenau tenta di colmare un’importante lacuna nel dibattito teologico dell’epoca1, offre una sintesi complessiva della sua formazione filosofica e sviluppa una prima e impegnativa rielaborazione della filosofia di Kant. Non a caso diversi interpreti del Versuch si sono concentrati sulla valutazione del contributo dato da Fichte ai possibili sviluppi della filosofia pratica kantiana e al suo rapporto con la Religion innerhalb der Grenzen der blossen Vernunft2. In questo contesto, l’indagine fichtiana sulle condizioni di possibilità del concetto di rivelazione viene considerata come una tappa indubbiamente decisiva nel passaggio dalla teologia alla filosofia della religione, che coincide con quello da un´indagine che mira alla definizione scientifica dell’essenza di Dio a una descrizione delle condizioni di possibilità del “senso religioso” come espressione della natura dell’essere umano3.
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3

Scoppettuolo, Antonio. "Un’etica per la salute a partire dal concetto di malattia in senso cognitivista / An ethic for health from the concept of disease in a cognitivist perspective." Medicina e Morale 66, no. 4 (October 11, 2017): 475–94. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.502.

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Abstract:
Un’etica della salute è possibile attraverso la ricognizione della soggettività che interpreta la malattia. Il saggio analizza l’evoluzione teoretica del concetto di malattia: dall’idea tradizionale di affezione del corpo al paradigma cognitivista delle più recenti elaborazioni filosofiche e bioetiche nate in ambito anglosassone come quella del filosofo australiano Stan Van Hooft. Il concetto tradizionale, pur cercando la sede della malattia a livello organico, non mette in discussione l’unitarietà e l’integrità somatica. L’epistemologia contemporanea, a partire dalla genetizzazione, invece ha scomposto il corpo in un aggregato biologico. Questo ha prodotto un cambio epocale dello sguardo e delle pratiche mediche e dello status stesso del malato nella società post genetica. Nella difficile concettualizzazione della salute (e dunque delle caratteristiche e dei limiti della malattia) che si muove tra gli estremi del sub ottimale e dell’ottimo, l’autore prende in esame il paradigma dei 4 livelli di soggettività di Van Hooft e ne aggiunge un quinto. Il quinto livello attraverso cui la malattia viene vissuta e interpretata dalla soggettività riguarda la dimensione relazionale del soggetto, la cui assenza descrive la malattia come mancanza di libertà. I livelli di funzionamento non sono prescrittivi ma di carattere metodologico perché permettono la comprensione della dimensione della malattia. Grazie a questa conoscenza è possibile costruire anche i principi che guidano la professione medico- scientifica che dipendono dal modo in cui l’azione terapeutica è pensata per il malato. ---------- Health ethics is possible by acknowledging that subjectivity interferes with the diseases. This essay analyzes the theoretical evolution of the concept of disease: from the traditional idea of the physical disease up to the latest philosophical and bioethical theories concerning the cognitivist view born in the Anglo-Saxon world such as the studies of the Australian philosopher Stan Van Hooft. The traditional conception, even if it has been looking for the location of the disease on an organic level, has never questioned about unitarity and the somatic integrity. Whereas contemporary epistemology, from the genotyping on, has discomposed the human body into a biological aggregate. All this has produced an epochal change of view both of the medical practices and of the clinical status of the patients in the post-genetic society. In the difficult conceptualization of health and consequently of the features and limitations of the diseases between suboptimal and optimal extremes, the author examines the paradigm of the 4 levels of subjectivity by Van Hooft and adds a fifth one to them. The fifth level, through which the disease is experienced and interpreted by the subjectivity, concerns the relational aspect of the subject, whose absence defines the disease as lack of freedom. The operating levels are not prescriptive but of methodological type because they allow to understand the extent of the disease. Thanks to this knowledge it is also possible to state the medical-scientific guidelines of the profession depending on how the therapeutic action on the patient is conceived.
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4

Lancioni, Tarcisio. "Dietro la maschera. Verità in semiotica." Estudos Semióticos 18, no. 2 (August 26, 2022): 216–36. http://dx.doi.org/10.11606/issn.1980-4016.esse.2022.194353.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione, condotta con gli strumenti della semiotica, sulla verità e sui suoi travisamenti (maschere, segreti), attraverso l’analisi di un racconto: Doppio sogno (Traumnovelle, 1926) di Arthur Schnitzler. Dopo un excursus su alcune concezioni della verità, derivate sia dal discorso filosofico che dalla prassi quotidiana, l’analisi testuale è volta a mostrare come i processi discorsivi, quali sono messi in scena dal racconto, presentano un ampio intreccio di pratiche “veritative” diverse, quali la constatazione, la confessione, l’inchiesta, la messa alla prova, lo smascheramento, la simulazione e la dissimulazione. Pratiche che sono a loro volta correlate a concezioni e valorizzazioni diverse della verità. Infine, l’articolo si concentra sul ruolo della “maschera”, nei processi di tematizzazione e di attorializzazione, come mezzo di nascondimento e rivelazione.
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Starace, Fabrizio. "Medical decisions at the end of life: epidemiological and psychiatric aspects." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 2 (August 1998): 135–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007272.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo— Il dibattito attuale sulle decisioni mediche di fine vita (DMFV) è caratterizzato da toni ed argomentazioni prevalentemente filosofici e confessionali. Scarsa attenzione è stata sinora rivolta a chiarire la reale diffusione di queste pratiche ed ancor meno esplorato risulta il ruolo che lo psichiatra e chiamato a svolgere in tale delicato contesto.Metodo— È stata condotta una revisione sistematica della letteratura degli ultimi dieci anni sulle DMFV, selezionando gli studi che riportavano: 1) stime della frequenza con cui i medici avevano ricevuto richieste di eutanasia (EU) e di assistenza al suicidio (SA); e/o 2) stime della frequenza con cui i medici avevano realmente praticato EU/SA. Sono stati inoltre passati in rassegna i lavori nei quali erano considerati i problemi relativi alia consulenza psichiatrica.Risultati— I risultati delle indagini esaminate documentano che le DMFV sono molto phi frequenti di quanto comunemente si ritenga. Una stima conservativa indica che almeno un medico su dieci ha praticato l'EU/SA. Una scarsa considerazione della consulenza psichiatrica è l'atteggiamento prevalente rilevato nei rari studi condotti sul tema.Conclusioni— L'eutanasia e le altre DMFV impongono alia coscienza ed alia pratica medica una riflessione profonda sui criteri che guidano l'agire umano e professionale degli operatori sanitari. Il contributo che la ricerca epidemiologica e psicosociale puo offrire al dibattito bioetico è indispensabile.
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6

Migone, Paolo. "Il problema della "traduzione" di aspetti delle filosofie orientali nella psicoterapia occidentale." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 1 (March 2010): 35–52. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001003.

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Abstract:
Vi sono due modi per concepire il rapporto tra filosofie orientali e psicoterapia occidentale. Un modo č rispettare la diversitŕ delle filosofie occidentali (ad esempio nelle visioni del mondo) e introdurne aspetti a scopo terapeutico: in questo senso alcuni parlano di "integrazione" o "eclettismo", con tutte le controversie legate a questi termini. Un secondo modo č partire da una sola prospettiva, quella di una psicoterapia occidentale, e studiare le pratiche orientali per comprenderne il meccanismo di azione. Questo articolo segue questo secondo modo, e utilizza la teoria psicoanalitica per discutere tecniche quali il rilassamento, il training autogeno (una versione occidentale dello yoga), la meditazione, la mindfulness e altri "esercizi". Vengono discusse anche tecniche occidentali, come la epochč fenomenologica, le "associazioni libere" e l'"attenzione liberamente fluttuante" di Freud, il "momento presente" di D.N. Stern, la terza ondata (third wave) del movimento cognitivo-comportamentale, e cosě via.
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7

Migone, Paolo. "Risposta all'intervento di Gherardo Amadei." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2010): 531–32. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-004007.

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Abstract:
L'autore risponde a un intervento di Gherardo Amadei (Psicoterapia e Scienze Umane, 2010, XLIV, 4: 526-530) a proposito dell'articolo, scritto dallo stesso Migone, "Il problema della ‘traduzione' di aspetti delle filosofie orientali nella psicoterapia occidentale" (Psicoterapia e Scienze Umane, XLIV, 1: 35-52). Alcuni degli aspetti discussi sono i seguenti: la supposta origine "orientale" di pratiche terapeutiche quali la mindfulness, la trasversalitŕ di determinati fenomeni clinici e la loro comprensione, il ruolo di "esercizi" terapeutici ripetuti, la differenza teorica e clinica tra approccio "psicodinamico" e "cognitivo-comportamentale", e cosě via.
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Giovedì, Davide. "Risonanze pragmaticistiche in T. Kuhn." Nóema 1, no. 13 (November 20, 2022): 68–97. http://dx.doi.org/10.54103/2239-5474/18860.

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Abstract:
La struttura delle rivoluzioni scientifiche, dopo più di mezzo secolo dalla sua pubblicazione, è ancora in grado di offrire un contributo alla pratica filosofica? In questo articolo, attraverso i concetti peirceani di Abito, Abduzione e Verità, si propone una lettura pragmaticista del testo di Kuhn che intende rilanciare un fecondo confronto, ancora poco considerato, tra i due filosofi.
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Viafora, Corrado. "Formazione bioetica: presupposti teorici ed esperienze pratiche." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2002): 453–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.694.

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Abstract:
Il saggio tratta della formazione bioetica, campo di attività in continua espansione. Acquisita ormai la convinzione che una gestione del progresso biomedico all’altezza dei valori in gioco non possa essere contenuta entro la sola normatività medico-sanitaria, si tende a sensibilizzare alla bioetica una cerchia sempre più vasta. Sullo sfondo di questo fenomeno si indicano i presupposti di carattere epistemologico alla base della formazione bioetica. La presentazione di una serie di diversificate esperienze pratiche nel campo della formazione bioetica, sia in ambito medico che in ambito filosofico, sia per quanto riguarda la formazione di base che la formazione permanente permette di focalizzare i parametri della progettualità educativa: differenziare le finalità, specificare gli obiettivi, articolare contenuti e metodi, aggiustare tempi e modalità di verifica. Le esperienze riportate fanno insieme emergere le questioni da affrontare per portare la bioetica verso la sua maturità pedagogica. Il saggio si conclude con un riferimento ad alcune dinamiche che, per quanto rispondenti anche ai bisogni di formazione bioetica, appartengono prima ancora a ogni maturazione etica: a. la dinamica di reciprocità tra dimensione personale e dimensione culturale; b. la dinamica di circolarità tra problemi-casi particolari e principi generali; c. la dinamica della tolleranza e del dialogo; d. la dinamica della responsabilità, con particolare riferimento alle “sfide” (Z. Bauman) poste dalle attuali strategie della sua “neutralizzazione”.
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Condello, Angela. "Per esempio." Revista do Direito, no. 35 (January 22, 2011): 37–54. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v0i35.2451.

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Abstract:
Analogia, paradigma ed esemplarità condividono un’origine comune e suggestiva. Aristotele usa il termine “paradigma” per descrivere ciò che in seguito la tradizione filosofica ha chiamato “analogia”. Questi tre dispositivi argomentativi sono da collocare nello spazio intermedio fra pratica e teoria nel diritto. In questo articolo discuto il fatto che si possa stabilire definitivamente se essi dimostrino la prevalenza della teoria sulla pratica o viceversa –il che richiama il dibattito diffuso nel contesto del realismo giuridico americano sulla questione se il diritto consista in esperienza (practice) o in logica. La tesi conclusiva é che sia pressoché impossibile stabilire l’origine della paradigmaticità.
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Dissertations / Theses on the topic "Pratiche filosofiche"

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Mazzon, Manuela <1962&gt. "Le pratiche filosofiche: un nuovo paradigma di vivere le conoscenze filosofiche. Sfida tra Scetticismo e criticità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9613.

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Abstract:
La tesi è un lavoro di ricerca centrato sulle pratiche filosofiche. Si ritiene che esse possano condurre a determinati obiettivi come il rinnovamento della filosofia accademica, la comprensione del se e dell'altro, la formazione e il miglioramento nei diversi ambiti lavorativi, aziendali e istituzionali compresi la medicina e la scuola. Il percorso è iniziato dall'analisi sullo stato attuale delle pratiche filosofiche. Si è ritenuto importante partire da una ricostruzione storica delle prassi per comprendere l'origine, la motivazione e le modalità di diffusione e interpretazione avvenuta in questi anni a livello mondiale ed europeo. Sono state osservate le diverse metodologie che si svolgevano all'interno delle pratiche: nel dialogo, nelle letture dei libri, nel Cafè Philo, nella consulenza filosofica, nella Philosophy of Management, nella Philosophy for Children e nei laboratori filosofici. Inoltre si è ritenuto dare spazio ad alcune funzioni delle pratiche quali l'ascolto il linguaggio la biografia come ricerca del significato e del senso per la costruzione delle idee. Dalla formazione delle idee si è ritenuto opportuno fermarsi un attimo per capire l'importanza della ragione e del ragionamento per la formazione delle teorie. La questione fondamentale che ha fatto da contrappunto alle pratiche filosofiche è stato lo Scetticismo filosofico, un percorso articolato tra i pensieri di alcuni filosofi come Sesto Empirico, Michel de Montaigne ed Hegel. La ricerca si conclude con le due questioni a confronto per cercare di costruire teorie positive sulle pratiche filosofiche.
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VENDITTI, ALICE. "La sfida del senso vissuto. Pratiche filosofiche e metodo biografico, a partire da Paul Ricœur." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/143912.

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Abstract:
In questo scritto abbiamo presentato una filosofia intesa come un modo particolare di praticarla nel corso della propria personale ricerca di senso, alfine di dare significato e orientamento alla propria esistenza. Tornando alla sua vocazione originaria, ci siamo proposti di esibire le linee guida di un rinnovamento degli «esercizi spirituali» della filosofia greco-romana, suggerendo una tensione verso uno stile di «vita filosofica» coerente con la nostra storia concreta e con la nostra epoca attuale. A tal proposito, abbiamo rivisitato l’opera di Paul Ricœur facendo dischiudere – in tutte le sue pieghe – il pensiero delle pratiche filosofiche nelle loro implicazioni esperienziali, affettive, linguistiche, narrative ed etiche. Il fine principale è stato quello di far emergere, attraverso uno sguardo che sorvola l’intera produzione intellettuale di Ricœur, la figura di un soggetto che, non più auto-posto in modo evidente, ma ormai liberato dei propri narcisismi, si mostra nella sua nudità interrogativa, nella sua capacità di mettersi alla prova della verità e dell’altro, cercando di trovare il proprio posto nel mondo, perdendosi e ritrovandosi nelle proprie opere. Sviluppando la sua natura teorica, i suoi metodi e i suoi limiti disciplinari, abbiamo mostrato che il luogo di applicazione della filosofia è rappresentato dal «divieni ciò che sei», dal processo di formazione e di individuazione della personalità. Rinviato alla sua libertà e alla sua responsabilità, tale soggetto afferma il suo poter-essere attraverso un’autentica opera ermeneutica praticata secondo un metodo biografico nel campo dell’agire umano, concepita come una saggezza il cui compito principale è etico.
The philosophy considered in this paper is presented as a way to practice it during our personal search for meaning dealing with our own questions and ultimately giving meaning and direction to our lives. Going back to this original idea, we aim to recreate the "retreat" of Greco-Roman philosophy, and promote a style of « philosophical life » which sits within both our concrete history and our present age. In this regard, we have revisited the work of Paul Ricœur, revealing - in all its layers - the notion of philosophical practice, and with all its experiential, affective, linguistic, narrative and ethical implications. The main aim was to show, bypassing the intellectual production of Ricœur, the figure of a person who, no longer so self-evident, is freed of their narcissism, and who shows it through their open questioning, who is able to put their truth and other values to the test, who tries to find their place in the world, and who loses and finds himself through his actions. So, by developing its theoretical nature, its methods and its disciplinary boundaries, we have demonstrated that through the application of this philosophy, and through the training of one’s personality « you become what you are ». Returned to their freedom and responsibility, the subject affirms their “to-be” as an authentic hermeneutic work, practised in the field of human action, according to a biographical method, and conceived as a wisdom, the main charge of which is ethical.
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3

Gulisano, Daniela. "Formazione, lavoro, sapere professionale. Modelli e pratiche di alternanza formativa in Italia e in Francia." Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3911.

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Abstract:
Nella letteratura pedagogica contemporanea, il lavoro rappresenta una delle dimensioni maggiormente attraversate dai venti impetuosi del cambiamento: la discontinuità, la frammentazione, l ibridazione, si configurano quali nuovi condizionamenti sociali e culturali che coinvolgono la stessa natura umana e il suo potenziale conoscitivo, influenzando in positivo o in negativo, il modo di pensare una pedagogia del lavoro tesa a progettare il futuro del soggetto-persona contemporaneo. In questo senso, appare chiara l esigenza pedagogica di aprire la scuola alla vita concreta, di fare del lavoro manuale uno strumento per lo sviluppo integrale e integrato della persona. Pertanto, prende forma la nuova frontiera dell alternanza formativa volta ad accompagnare il giovane studente nel percorso di ricerca vocazionale e professionale.
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DADDI, ANDREA IGNAZIO. "Aver cura della vita. Sulla via biografica in filosofia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241177.

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Abstract:
La presente ricerca delinea le linee portanti della filosofia biografica proposta da Romano Màdera (Màdera & Tarca, 2003; Màdera, 2006, 2012, 2013) quale originale e coraggioso tentativo di rinnovamento della filosofia come modo di vivere (Hadot, 2001) volto alla ricerca di un senso per l'esistenza e caratterizzato dalla tensione alla conoscenza e alla saggezza, dalla trascendenza della centratura egoica e dall'aspirazione all'autorealizzazione solidale. Nel ripercorrere l'evoluzione del pensiero di un protagonista della filosofia italiana contemporanea, sottolineandone le implicazioni formative e psico-politiche, all'argomentazione teorica si intreccia la testimonianza personale del ricercatore stesso che è parte integrante di un più vasto progetto comunitario, frutto di tale pensiero. Coerentemente all'approccio oggetto di studio, capace di non dividere verità e vita, si parte da sé per trovare in sé il mondo, il proprio posto in esso e la direzione di un cammino comunque condiviso. L’opera di Màdera (1977, 1989, 1997, 1998, 1999, 2016, 2018 e cfr. supra) e la sintesi tra filosofia, psicologie del profondo, tradizioni spirituali e metodi biografici cui essa ha dato origine costituiscono la base di partenza e al tempo stesso l'oggetto privilegiato dello studio, che pertanto si presenta per buona parte come un lavoro di rilettura e commento ragionato, cui vanno ad accompagnarsi approfondimenti specifici, per quanto non esaustivi, sul rapporto tra metodo (auto)biografico e filosofia nel corso del tempo, anche considerando il panorama internazionale (Chitwood, 2004; Cowley, 2014; Davis, 1999; Earle, 1976; Jaspers, 1913, 1922; Mathien & Wright, 2006; Mish, 1950; Schuster, 2003; Wright, 2006). Inevitabili sono altresì i rimandi tanto a quegli autori che più hanno segnato l’itinerario concettuale màderiano (Hadot e Jung, in primis, ma, tra gli altri, anche Freud, Marx e Nietzsche) quanto ai lavori dei molti che, a vario titolo e trasversalmente rispetto alle canoniche ripartizioni disciplinari, lo hanno accompagnato e, in tutto o in parte, condiviso (solo per citarne alcuni: Baracchi, Demetrio, Formenti, Gamelli, Jedlowski, Tarca) contribuendo così alla progressiva definizione di un’inedita proposta formativa per gli adulti del nostro tempo all’interno di una comunità di pratiche. L’analisi dei testi e gli specifici approfondimenti tematici si inseriscono all'interno di una cornice narrativa che prevede un frequente ricorso alla prima persona secondo la tradizione già filosofica della confessione e il modello offerto dagli approcci biografici (cfr. autobiografia, autoetnografia) alla ricerca empirica di tipo qualitativo, ormai consolidati nella letteratura pedagogica (Adams, Holman Jones, Ellis, 2014; Anderson, 2006; Andrew, 2017; Denzin & Lincoln, 2000; Ellis, 2004; Chang, 2008; Holman Jones, Adams, Ellis, 2016; Merrill & West, 2009; Muncey, 2010). Una tale narrazione, unitamente agli allegati, tratteggia, almeno parzialmente, lo sfondo esperienziale connesso alle pratiche filosofiche rinnovate personalmente sperimentate dal ricercatore (cfr. Seminari Aperti di Pratiche Filosofiche di Milano-Bicocca e di Genova; Scuola in Analisi Biografica a Orientamento Filosofico).
This research outlines the main features of the Biographical Philosophy Romano Màdera propones (Màdera & Tarca, 2003; Màdera, 2006, 2012, 2013). It is an original and bold attempt to renew philosophy as a way of life (Hadot, 2001) aimed to find a meaning for our existences, to transcend our ego-centering and to move towards knowledge, wisdom and a supportive realization. By retracing the evolution of an important Italian contemporary philosopher’s thought and stressing its educational and psycho-political implications, the researcher - that is part of a community project this thought originates - intertwines theoretical argument and personal experience. Consistently with the studied approach, thus not separating truth from life, you start from your own to find in yourself the whole world, your place in it and the direction of a shared path. Màdera’s work (1977, 1989, 1997, 1998, 1999, 2016, 2018 and above) and the synthesis between philosophy, depth psychologies, spiritual traditions and biographical methods that derives from it are the starting point and at the same time the privileged object of the research. The study is partly a rereading and a comment of Màdera’s works, accompanied by specific - though not exhaustive - insights on the relationship between (auto)biographical method and philosophy over time, even considering the international scene (Chitwood, 2004; Cowley, 2014; Davis, 1999; Earle, 1976; Jaspers, 1913, 1922; Mathien & Wright, 2006; Mish, 1950; Schuster, 2003; Wright, 2006). Inevitable are also the references both to those authors who have more marked the Màderian conceptual itinerary (first of all Hadot and Jung, but - among the others - Freud, Marx and Nietzsche) and to the contributions of the many who, in various ways and transversally to the canonical disciplinary division, accompanied and shared it, completely or in part (to name but a few: Baracchi, Demetrio, Formenti, Gamelli, Jedlowski, Tarca). They contributed to the progressive definition of an unprecedented educational proposal for contemporary adult learners within a community of practice. The analysis of the texts and the specific thematic reflections fit within a narrative frame that provides for frequent recourse to the first person, yet according to the philosophical tradition of the confession and to the well-established biographical approaches (e.g.: autobiography, auto-ethnography) to qualitative inquiry in education and social sciences (Adams, Holman Jones, Ellis, 2014; Anderson, 2006; Andrew, 2017; Denzin & Lincoln, 2000; Ellis, 2004; Chang, 2008; Holman Jones, Adams, Ellis, 2016; Merrill & West, 2009; Muncey, 2010). Along with the appendixes, such a narrative sketches, at least partially, the experiential background related to the renewed philosophical practices personally experienced by the researcher (Open Seminars of Philosophical Practices in Milan-Bicocca and Genoa; Training in Philosophically Oriented Biographical Analysis).
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Bufo, Irene <1973&gt. "L’etica di Spinoza come pratica filosofica. La conoscenza come via per la salvezza esistenziale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12789.

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Abstract:
Abstract: Questo saggio, analizzando la funzione della conoscenza nell’Etica di Spinoza, illustrerà come l’Etica non si ha senza conoscenza: sono direttamente proporzionali e viaggiano parallelamente. L’essere umano più conosce, più ha la possibilità di portare a compimento la propria esistenza nel migliore dei modi possibili ovvero: la salvezza sta nella conoscenza e dunque più l’uomo conosce e sa di se stesso e dei meccanismi che ne regolano il suo funzionamento e più potrà raggiungere la felicità fino ad arrivare alla beatitudine. La via che Spinoza indica per raggiungere il benessere e la beatitudine è proprio la conoscenza. Spinoza ritiene che la vita pratica e la vita mentale formino un tutt’uno e che il progresso morale dipende dal progresso conoscitivo: più si è sapienti e più si è moralmente evoluti. Solo con la conoscenza possiamo affrontare le passioni che necessariamente ci governano, conducendo un’esistenza in armonia con noi stessi, con gli altri nostri simili e in accordo all’amore di Dio. Conoscere è l’unica via per la salvezza esistenziale. Inoltre, vedremo come il livello di conoscenza raggiunto da un individuo e parallelamente il suo grado di salvezza e di felicità, non dipende dalla volontà astrattamente intesa, tantomeno dal merito ma solo dalla natura individuale. E’ proprio la natura individuale a decretare il grado di conoscenza.
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6

Mozzo, Chiara <1988&gt. "Pratiche di sepoltura: specchio della società e della cultura della dinastia tardo Shang." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2614.

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Abstract:
La tesi di laurea tratta l’argomento delle pratiche di sepoltura durante la dinastia tardo Shang sia da un punto di vista religioso, con la descrizione delle diverse entità ancestrali implicate nel culto degli antenati e il loro ruolo all’interno della società, sia da un punto di vista archeologico con l’analisi delle tombe, in riferimento alla necropoli di Xibeigang e in particolare alla tomba della regina Fu Hao. Inoltre si focalizza sulle caratteristiche formali e funzionali di bronzi, armi e giade contenuti nei relativi corredi funebri con particolare interesse al simbolismo racchiuso nei motivi decorativi che li adornano.
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Griggio, Elena <1991&gt. "CORPO TEATRO Fondamenti di una possibile pratica filosofica da Jean Luc Nancy a Michel Foucault." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12955.

Full text
Abstract:
La seguente tesi si articola in tre sezioni, dedicate ai concetti fondamentali espressi in Corpo-Teatro di Jean Luc Nancy, connessi al concetto di Creazione presente nell'opera il Teatro e il suo Doppio di Antonin Artaud. La terza e ultima si impegna a raccogliere i nodi filosofici dati dall'intreccio delle tesi suddette per porli a fondamento dell'osservazione empirica che l'esperienza diretta con la compagnia teatrale Teatro Valdoca di Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi, ha costituito. In essa si incontra un forte esempio di come l'agire del corpo teatro trovi una sua possibile espressione del suo corrispettivo teatrale, in un processo creativo che risponde a criteri osservabili, in linea perfetta con la necessaria coappartenenza corpo-mondo di cui ci parla Nancy, sulla eco di Heidegger.
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8

Rizzo, Paola <1989&gt. "LA COSTANTE PRATICA DELLA GIUSTA TRADUZIONE – la traduzione filosofica e l’ingresso del ZhongYong nella cultura occidentale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7156.

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Abstract:
“Il Maestro disse: << È possibile stabilire un ordine nel mondo, nello stato e nella famiglia, è possibile rinunciare a titoli ed emolumenti, è persino possibile camminare su lame di spade luccicanti; ma praticare con perseveranza il giusto mezzo è impossibile.>> (T. Lippiello, La costante pratica del giusto mezzo, Marsilio 2010). Così nel nono capitolo del ZhongYong si parla della difficoltà di perseguire il giusto mezzo nelle faccende quotidiane, nonostante apparentemente sembri un compito semplice paragonato a situazioni molto più complesse e, per certi versi, ostili. Ma, se affrontare con equilibrio e moderatezza le comuni mansioni quotidiane è ritenuto, per citare il passo precedente, un risultato “impossibile”, praticare la giusta traduzione lo è certamente ancora di più. Vi sono diversi problemi che un traduttore può incontrare nella resa di un testo letterario, in particolare se si tratta di un testo antico e lontano, quindi, dalla realtà sociale in cui si desidera presentare la propria traduzione. Si possono incontrare importanti barriere linguistiche e interpretative, inoltre se si considera il grande divario culturale fra due mondi così distanti come quello orientale e quello occidentale, le difficoltà nella resa traduttiva aumentano ulteriormente. Analizzando diverse traduzioni del ZhongYong, uno dei più importanti testi della cultura classica cinese, cercheremo di capire come i diversi traduttori abbiano cercato di rendere accessibili al pubblico occidentale tematiche e concetti molto lontani dal contesto culturale della Cina confuciana.
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De, Vito Giulia <1997&gt. "DALLA RIAFFERMAZIONE IDENTITARIA ALL'IPERREALTA': LA PRATICA ARTISTICA DELLA GENERAZIONE CINESE POST-80." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21335.

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Abstract:
Il XXI secolo sembra essere cominciato con incertezza. La società contemporanea in Cina, come nella maggior parte del mondo, gode di relativa stabilità finanziaria e rapido progresso tecnologico, ma allo stesso tempo il panorama urbano e culturale diviene sempre più artificioso e privo di senso di continuità con il passato, mentre la post-verità trionfa sui fatti oggettivi. Fra i tanti attori che hanno prontamente letto e reagito all’ambiguità del presente c’è sicuramente il mondo dell’arte contemporanea cinese. In particolare, negli ultimi due decenni una nuova generazione di artisti è emersa con tenacia in centinaia di mostre in Cina e a livello internazionale presentando in maniera ironica e cinica la propria visione del mondo. Non mostrando alcuna particolare adesione a movimenti o gruppi artistici o intenzione di sovvertire i canoni esistenti, tutto lo sforzo di ricerca degli artisti post-80 sembra, piuttosto, incentrato sul testare la validità e l’autenticità della realtà che li circonda. Nello specifico, la presente tesi analizzerà le opere di nove artisti che mettendo al centro della propria pratica il corpo, la trasformazione di materiali o le innumerevoli possibilità offerte dalla rete Internet hanno analizzato con lucidità il presente. Chen Zhe, Ma Qiusha e Ren Hang sono partiti dal microcosmo della propria realtà quotidiana per fare rapporto sullo stato psicologico della nuova generazione e individuare nelle pressioni familiari e interne, più che nelle politiche governative, la causa della loro alienazione. Sun Xun, He Xiangyu e Zhao Zhao hanno, invece, “decostruito” la storia e le icone politico-culturali del passato per mettere in discussione i costrutti sociali ereditati nel presente. Infine, aaajiao, Lu Yang e Cao Fei, esplorano, attraverso il cyberspazio, l'evoluzione dell'identità dell'essere umano ormai inglobato dal mondo digitale e delineano il mondo odierno come una distopia composta prevalentemente di simulazioni virtuali e in cui il singolo individuo ha sempre meno controllo sui nuovi sistemi economici e sociali proposti dalle nuove tecnologie. In ultima analisi, si sottolinea che i capitoli tematici nei quali sono stati raggruppati gli artisti sono da intendersi come delle categorie fluide e aperte, in quanto quest’ultimi non vogliono essere associati ad alcun genere artistico e in più affermano di puntare ad un’universalità sia di intenti che di pubblico. Difatti, seppur partendo da esperienze personali o da specifici fatti storici relativi alla Cina, gli artisti post-80 affrontano nelle opere finali questioni rilevanti ai Paesi di tutto il mondo e invitano ad una presa di coscienza globale sugli effetti della corsa al progresso.
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Santagati, Gabriella. "La filosofia pratica di Amartya Sen e Martha Nussbaum. "Deprivation of capabilities" e il caso delle mutalazioni genitali femminili." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1414.

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Abstract:
La riflessione etica contemporanea ha posto al centro della discussione filosofica la difficoltà di sottoporre oggi questioni etiche relative alla qualità della vita, nella complessa ed eterogenea congerie di contesti umani in cui misurarne la determinazione. Il progetto di ricerca intende proporre un percorso di indagine etica della società attuale, che sia in grado di interpretare efficacemente la complessità del mondo globale. Tale approccio deve considerare l analisi della natura umana, che Martha Nussbaum pone come presupposto epistemologico per ogni trattazione etica, e deve assumere una prospettiva di riferimento che consideri problematicamente le questioni del pluralismo etico. La formulazione di principi etici universali risponde ad un progetto storico della filosofia morale che tuttavia, nel dibattito più recente, rischia di assumere la forma di una logica perversa e discriminante. Se, come intuisce Amartya Sen, la filosofia morale non può rinunciare del tutto a prescrivere principi universali come l uguaglianza e la libertà, tuttavia dobbiamo pretenderne un riesame critico. Emerge la necessità di ascrivere la riflessione etica nella discussione circa i criteri in base ai quali sia possibile costruire una società giusta, senza lasciare fuori nessuno. Occorre, dunque, calare in un contesto sempre più complesso la rivisitazione di conquiste concettuali, come appunto il diventare persone. Sen e Nussbaum hanno lanciato una sfida sul bisogno di ridefinire la riflessione etica, alla luce delle capacità fondamentali della persona umana nella realtà sociale, culturale ed economica in cui vive. Poiché oggi la riflessione filosofica circa la qualità della vita e il benessere globale coinvolge istituzioni come l ONU, si intende porre attenzione alla fase della elaborazione teorica prodotta dagli autori su menzionati durante gli anni di consulenza per la ricerca al World Institute for Development Economic Research delle Nazioni Unite. Martha Nussbaum si colloca nella scena della filosofia etica contemporanea come intellettuale liberal e interpreta in modo originale una prospettiva etica pluralista in grado di indicare le condizioni di possibile realizzazione di un overlapping consensus. Nussbaum richiama, nella sua elaborazione filosofica, il metodo rawlsiano dell'equilibrio riflessivo: la credenza morale iniziale viene corretta alla luce delle altre credenze e delle teorie etiche disponibili, fino a che fra queste componenti non si raggiunga un equilibrio consapevole ed una soluzione condivisibile. L indagine sulle condizioni di possibile applicazione di un etica delle capacità, pone in primo luogo il vaglio dell oggettivismo metaetico, sostenuto da Martha Nussbaum ed il relativismo metaetico sostenuto da Amartya Sen. Sul piano metodologico si intende assecondare la prospettiva tracciata da Nussbaum secondo la quale possa risultare efficace accompagnare il linguaggio ormai consolidato dei diritti umani , che costituisce il piano morale entro il quale siamo soliti inquadrare molte questioni di etica sociale con l approccio delle capacità e del funzionamento. Pensare in termini di capacità ci offre un metodo per pensare a cosa significhi assicurare un diritto a qualcuno, ribadisce Nussbaum, indicando il ruolo della filosofia nell esame dei principi costituzionali fondamentali. A livello operazionale l approccio delle capacità verrà riferito alle mutilazioni genitali femminili, per esaminare la possibilità di sostenere che le donne dovrebbero avere la possibilità di scegliere se o non procedere con l'atto di MGF, in quanto questa procedura rimuove la possibilità di soddisfare le capacità di una vita pienamente dispiegata, come esseri umani e come donne. Tale questione spiega in che misura gli stati sono legittimati ad intervenire per consentire che le capacità centrali siano pienamente dispiegate.
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Books on the topic "Pratiche filosofiche"

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Silvia, Bevilacqua, and Pierpaolo Casarin. Disattendere i poteri: Pratiche filosofiche in movimento. Milano: Mimesis, 2013.

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2

Emozioni e pratiche filosofiche: Elisabetta del Palatinato "consulta" Cartesio. Milano: Mimesis, 2011.

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3

Alla ricerca delle cause: Teorie filosofiche e pratiche scientifiche. Bagno a Ripoli (Firenze): Le Monnier università, 2008.

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4

Dessì, Paola. Alla ricerca delle cause: Teorie filosofiche e pratiche scientifiche. Bagno a Ripoli (Firenze): Le Monnier università, 2008.

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5

Màdera, Romano. La filosofia come stile di vita: Introduzione alle pratiche filosofiche. [Milano]: B. Mondadori, 2003.

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6

Nestore, Pirillo, ed. Elvio Fachinelli e la domanda della sfinge: Tra psicoanalisi e pratiche filosofiche. Napoli: Liguori, 2011.

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7

Contesini, Stefania. Fare cose con la filosofia: Pratiche filosofiche nella consulenza individuale e nella formazione. Milano: Apogeo, 2005.

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8

Pratica filosofica di comunità. Napoli: Liguori, 2013.

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9

Giusti, Edoardo, and F. Francesca Aversa. Il counseling filosofico: La saggezza in pratica. Roma: Sovera, 2012.

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10

Giusti, Edoardo, and F. Francesca Aversa. Il counseling filosofico: La saggezza in pratica. Roma: Sovera, 2012.

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Book chapters on the topic "Pratiche filosofiche"

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Porro, Pasquale. "Felicità e salvezza: Agostino, il cristianesimo e la trasformazione delle pratiche filosofiche." In The Medieval Paradigm, 149–76. Turnhout: Brepols Publishers, 2012. http://dx.doi.org/10.1484/m.nutrix-eb.1.101236.

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