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Journal articles on the topic 'Pratiche educative'

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1

Montalbetti, katia. "Innovare la valutazione all'università: si può,." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 359–77. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12397.

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Abstract:
Una didattica universitaria di qualità mira a promuovere la maturazione di competenze – generali e specifiche – indispensabili per il successo accademico, per l'esercizio di una cittadinanza attiva e per un positivo inserimento nello scenario professionale.  Il contributo prende le mosse da una costatazione: le pratiche valutative (dichiarate oltreché praticate) influiscono sull'approccio ai contenuti e orientano le strategie di studio degli studenti favorendo apprendimenti più o meno profondi; di conseguenza esse rappresentano una leva strategica per innalzare la qualità della formazione universitaria. Una sollecitazione per certi versi rivoluzionaria a ri-pensare la valutazione è arrivata dalla pandemia; la rottura con il noto si è configurata in alcuni casi come occasione per avviare forme di educative assessment. In questa cornice trova collocazione la pratica valutativa, resa oggetto di investigazione empirica, di cui si intende rendere conto nel contributo. Senza indulgere in letture eccessivamente ingenue o disconoscere le complessità della macchina organizzativa che rendono faticoso ipotizzare una messa regime di simili pratiche, esperienze di nicchia come quella presentata testimoniano che è non solo possibile ma anche doveroso andare in questa direzione.
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2

Camisasca, Elena, Venusia Covelli, and Sarah Miragoli. "Dallo stress economico al malessere psicologico dei minori durante la pandemia da Covid-19: quale ruolo per il conflitto co-genitoriale e le pratiche educative autoritarie?" MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (March 2021): 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-001002.

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Abstract:
A seguito della pandemia da Covid-19, in letteratura sono comparsi numerosi contributi che hanno esplorato l'impatto delle misure restrittive sia sul reddito sia sulla qualità delle relazioni familiari, anche nei termini di co-genitorialità e pratiche educative, considerati separatamente. Obiettivo di questo studio è di esplorare l'associazione tra stress economico e malessere psicologico dei minori, ipotizzando che il livello di conflitto co-genitoriale e le pratiche educative autoritarie materne possano fungere congiuntamente da mediatori. Hanno partecipato allo studio 277 madri ed i loro figli (44% maschi), aventi un'età compresa tra 3 e 10 anni, e provenienti da nuclei familiari di livello socio-economico medio-alto. Il 37.5% delle partecipanti ha asserito che la pandemia e le relative restrizioni hanno avuto un significativo impatto negativo sul reddito familiare. I risultati delle analisi evidenziano la presenza di un'associazione significativa tra stress economico e malessere dei minori, spiegata da livelli elevati sia di conflitto co-genitoriale sia di condotte educative autoritarie.
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3

Michela Schenetti and Cristina Li Pera. "Riscoprire il gioco all’aperto per innovare i servizi educativi e le competenze professionali degli adulti." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 120–32. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.187.

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Abstract:
Promuovere pratiche di educazione all’aperto richiede all’adulto un’attenta analisi dei bisogni evolutivi dell’infanzia, una tensione costante a ricercare coerenza tra teorie pedagogiche e pratiche educative e disponibilità a mettere in gioco le proprie abitudini professionali per restituire al bambino centralità nei processi di apprendimento. Il valore del gioco in ambiente, le sue peculiarità e il ruolo che svolge in relazione alla promozione di conoscenze e competenze può essere il punto di partenza. Il contributo esplora il tema del gioco all’aperto in contesti naturali e della sua funzione all’interno di percorsi di formazione. Partendo dall’analisi della letteratura scientifica si indagheranno le potenzialità che il tema può avere nell’innovazione dei servizi educativi e nel sostegno delle competenze professionali degli adulti.
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4

Silva, Clara Maria, and Ana Maria Orlandina Tancredi Carvalho. "Bambine e bambini con background migratorio nei servizi educativi in Italia." Zero-a-Seis 23, no. 43 (March 12, 2021): 543–60. http://dx.doi.org/10.5007/1980-4512.2021.e73636.

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Abstract:
L’articolo verte sul tema dell’educazione interculturale in relazione alla presenza delle bambine e dei bambini con background migratorio nei servizi educativi per l’infanzia in Italia. Una presenza che ha posto gli educatori e i coordinatori pedagogici di fronte all’esigenza di ripensare le pratiche educative e di partecipazione dei genitori al fine di riconoscere e valorizzare le specificità di cui è portatrice la nuova utenza. Alla luce di ricerche condotte negli ultimi anni in Italia e in Europa sono illustrati i principali nodi teorici alla base dell’educazione interculturale e presentate alcune esperienze educative realizzate in Toscana, volte a promuovere la relazione tra le diversità attraverso la lettura degli albi illustrati.
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Torlone, Francesca. "Lo specialista del trattamento per l'apprendimento trasformativo nei contesti penitenziari: la costruzione di identità del funzionario giuridico-pedagogico." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 103–27. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112008.

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Abstract:
Le trasformazioni occorse nel tempo nella cultura del sistema penale e peni-tenziario hanno inciso sulla identità professionale dei professionisti della funziona-lità giuridico-pedagogica. Il passaggio ad una cultura "rieducante" del sistema-carcere nel secondo dopo-guerra ha messo in luce una nuova identità, un nuovo ruolo cui non sempre si accompagnano nuove consapevolezze e pratiche educative. Il contributo intende ricostruire l'identità di ruolo del funzionario giuridico-pedagogico all'interno delle professioni educative e formative. A tal fine sono utilizzati elementi di rappresentazioni degli attori organizzativi e prospettive identita-rie legate al modo in cui ogni istituto costruisce il senso della professionalità giuridi-copedagogica con i dispositivi in uso e alimenta la cultura del lavoro educativo in carcere. Il contributo si conclude con alcune riflessioni sulla configurazione del funzionario giuridico-pedagogico come "specialista del trattamento" in relazione alla sua capacità di gestire ogni elemento del proprio lavoro in chiave educativa e di co-struire in autonomia il senso del suo ruolo professionale.
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6

Lecce, Amelia, Ilaria Viola, and Giovanna Celia. "L'inclusione al nido tra passato e presente: il ruolo della coeducazione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 108–17. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12918.

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Abstract:
Il servizio di asilo nido ha una storia complessa: da ente morale nato per rispondere alle esigenze di una piccola parte della popolazione, è diventato promotore consapevole di pratiche partecipative inclusive. L'excursus storico e legislativo ha permesso il pieno riconoscimento del servizio come pratica virtuosa, al fine di innescare circuiti inclusivi, che contrastino la povertà e la marginalità sociale. Il nido, quindi, si configura come uno spazio privilegiato per costruire le prime relazioni affettive ed educative, mediante l'organizzazione di contesti educativi flessibili e inclusivi, con l'obiettivo di favorire la partecipazione tanto compromessa durante il periodo caratterizzato dalla diffusione del Covid-19. Nell'articolo si farà luce su come il nido e la relazione tra le figure che costellano la vita del bambino si siano evoluti nel tempo e quale ruolo abbia avuto la coeducazione durante la pandemia.
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7

Orefice, Carlo, and Andrey Felipe Sgorla. "Analizzare le pratiche artigianali attraverso i principi freiriani. Alcune riflessioni educative su una ricerca in corso." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (July 2022): 149–60. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-2022oa13736.

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Abstract:
Nel presente articolo si analizza il rapporto tra alcuni principi pedagogici freiriani e le pratiche artigianali, in particolare quelle legate alle imprese birraie in Brasile attraverso una ricerca di Dottorato in corso. L'obiettivo è verificare come tali principi permettano di svelare una attualità di Freire che chiama in causa una prospettiva capace di ridefinire in chiave generativa la relazione tra lavoro, creatività e innovazione. Nel rileggere oggi Freire, infatti, si può verificare come le coordinate che hanno caratterizzato e connotato la sua pedagogia – la riflessione in azione, l'idea che l'uomo è perennemente in costruzione e agisce tramite la mediazione del mondo, la competenza come capitale privato/sociale – forniscano un modo per riflettere e analizzare le pratiche artigianali e la trasformazione degli attuali sistemi produttivi.
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8

Scierri, Irene Dora Maria, and Davide Capperucci. "La valutazione per promuovere l'apprendimento permanente: il rapporto tra formative assessment e self-regulated learning." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 62–75. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12396.

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Abstract:
Le attuali politiche educative pongono al centro l'esigenza di trasformare le pratiche didattiche e valutative per sostenere l'acquisizione di competenze trasversali necessarie a una visione di sviluppo sostenibile e alla capacità di apprendimento permanente. L'articolo esamina il ruolo che la valutazione formativa riveste nella promozione di una di queste competenze chiave: imparare a imparare. Dopo aver esaminato il costrutto di autoregolazione dell'apprendimento, considerato una componente della competenza di imparare a imparare, vengono discusse le principali connessioni tra formative assessment e self-regulated learning. Si evidenzia come il ruolo centrale del feedback, la definizione di obiettivi e strategie e l'articolazione in fasi iterative, siano aspetti dei due processi collegati e in forte interazione. Il quadro che emerge suggerisce come le pratiche di valutazione formativa andrebbero implementate come vere e proprie strategie di autoregolazione dell'apprendimento. La ricerca futura in questo ambito si rivela potenzialmente feconda per una ridefinizione delle pratiche valutative che possa offrire agli studenti migliori opportunità di sviluppare la capacità di gestire il proprio apprendimento.
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9

D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Immacolata Messuri. "Social media e infanzia: rischi e opportunità." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 37–50. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.191.

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Abstract:
L’articolo affronta il tema dei social media e dei social network nell’infanzia. La riflessione mostra l’importanza di una ridefinizione delle pratiche didattiche, che devono essere orientate alla realizzazione di ambienti di apprendimento sempre più rispondenti alle diverse esigenze educative. Attraverso i social network è possibile realizzare azioni formative e didattiche diffuse, ma è necessario progettare e realizzare adeguate azioni formative per il personale coinvolto. La capacità di insegnare dei social media e dei social network suggerisce percorsi educativi più attenti alla dimensione esperienziale del bambino in fase di educazione e alla sua educabilità. Ciò richiede, da parte del docente, una lettura interdisciplinare dei processi cognitivi del soggetto e dei suoi modi di essere e di agire.
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Arace, Angelica, Cristiano Occelli, and Donatella Scarzello. "Pratiche educative genitoriali e orientamento alla punizione: un confronto tra italiani e immigrati." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 1 (April 2013): 37–57. http://dx.doi.org/10.3280/mal2013-001003.

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Pentini, Anna Aluffi. "Una rilettura interculturale del concetto di spazio potenziale di Donald Winnicott. Analisi di un’esperienza educativa italiana." Educar em Revista 34, no. 68 (April 2018): 289–303. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.57815.

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Abstract:
SOMMARIO In questo contributo si vuole dare conto della situazione italiana per quanto riguarda l’approccio educativo alla prima infanzia, e descrivere un progetto interculturale1, ideato, realizzato, monitorato e sostenuto per venti anni a Roma in un’ottica di pedagogia sociale2. Il nucleo fondante di questo progetto è il concetto di spazio potenziale di Winnicott (1971, 1986), applicato all’educazione interculturale e al sostegno alla genitorialità. Dati gli sviluppi delle politiche educative italiane attuali,3alcune pratiche che sono state concretamente realizzate in questo progetto, grazie al costante accompagnamento di consulenza pedagogica, potranno essere recuperate per promuovere una dimensione di accoglienza delle diversità nel contesto formativo e per rendere l’istituzione scolastica, anche quella della prima infanzia, un contesto democratico in cui si promuove la parità tra i bambini.
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Cossiri, Angela, and Giulia Messere. "Il cibo dalla Costituzione alle pratiche educative nel quadro delle politiche per la sostenibilità." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (November 2021): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001001.

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Abstract:
Il cibo, anche a seguito di recenti contenziosi, sta assumendo sempre più una rilevanza costituzionalistica. Oltre a tutelare il diritto al sostentamento, la Costituzione ne presidia la libertà di scelta, che trova ancoraggio nelle libertà personali, di coscienza e religiosa. Il cibo è altresì connesso al diritto alla salute: da questo punto di vista, emerge il problema costituzionale del costo del cibo salubre, che non dovrebbe produrre disuguaglianze. Le questioni vanno inquadrate considerando i diritti delle generazioni future, a cui l'attuale comunità sociale è legata dal dovere di solidarietà. In questo contesto, si colloca l'educazione alimentare, riconosciuta nei programmi dell'Agenda 2030 dell'ONU e nelle Linee Guida per l'Educazione Alimentare del MIUR, in cui prende forma un'idea di azione globale integrata fra tutti i soggetti chiamati a promuovere corrette abitudini sul cibo. Tuttavia, su questo versante, recenti studi hanno evidenziato alcune debolezze nella cooperazione per programmi comuni e unitari verso un'educazione alimentare promossa sul piano nazionale.
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Angelo Paletta, Serena Greco, and Enrique Martín Santolaya. "Leadership, innovazione e cambiamento organizzativo. Promuovere comunità di apprendimento professionale." IUL Research 3, no. 5 (June 15, 2022): 1–5. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.361.

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Abstract:
Il concetto di Professional Learning Community (PLC) riconosce l’importanza di un processo di apprendimento continuo per tutti i suoi membri, promuovendo una cultura della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione come condizione necessaria in un ambiente complesso e dinamico per rispondere ai bisogni degli studenti. Le sfide educative del ventunesimo secolo sono spesso adattive e, dal punto di vista organizzativo, non possono essere affrontate seguendo una gerarchia verticale di decisioni-azioni e normali procedure operative. Weick e Sutcliffe hanno definito le organizzazioni capaci di affrontare le crisi con successo (High Reliability Organizations – HRO) come pienamente consapevoli e capaci di anticipare e contenere l’inatteso, sviluppando alte competenze e capacità decisionali, conoscenza trasformativa e responsabilità condivise. Applicata al contesto scolastico, la creazione di HRO si traduce nell’attenzione verso tutti quegli elementi che caratterizzano la scuola come definizione di una visione condivisa, investimento sulla formazione del personale, promozione di pratiche collaborative, ricerca, sperimentazione e innovazione, creazione di sistemi efficaci di knowledge management, apertura e interazioni con il territorio, sostegno a pratiche di leadership condivisa.
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Carillo, Filomena, Elisabetta Fenizia, and Santa Parrello. "Da Maestri di Strada a CoroNauti: l'impatto della pandemia sulla comunità educante di una periferia metropolitana." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (October 2022): 80–98. http://dx.doi.org/10.3280/psc2022-002005.

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Abstract:
Maestri di Strada (MdS) è un'associazione non profit che lavora nella periferia est di Na-poli per contrastare dispersione scolastica ed esclusione sociale attraverso interventi socioeducativi complessi. La pandemia da COVID-19 ha investito all'improvviso tutte le attività di MdS, spingendo ad utilizzare la tecnologia come risorsa per affrontare il problema dell'isolamento. A marzo 2020 è nato il Progetto CoroNauti, con l'obiettivo di supportare anche a distanza il senso di comunità per fronteggiare in modo resiliente il trauma, limitando gli effetti del divario dovuto alle povertà educative del territorio. Si è costituita così una comunità virtuale di pratiche di tipo riflessivo, che ha sostenuto in modo nuovo i processi educativi già avviati. L'intervento si è sviluppato con tutti gli attori della comunità locale educante, giovani, scuole, famiglie e ha prodotto diversi cambiamenti.
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Ulivieri, Stiozzi Stefania. "Il contributo della clinica di Sándor Ferenczi a una riflessione sulle pratiche educative nella contemporaneità." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 24 (September 2015): 151–60. http://dx.doi.org/10.3280/eds2015-024010.

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Montanari, Mirca, and Giorgia Ruzzante. "Un curricolo scolastico senza barriere: la prospettiva inclusiva dell'Universal Design for Learning." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 70–80. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12915.

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Abstract:
La drammatica pandemia mondiale, nel far emergere debolezze e fragilità riguardo le metodologie, le pratiche, le strategie didattiche e educative tradizionali, ha contribuito alla creazione di innovative modalità di apprendimento che possono segnare la strada per un ripensamento dell'intero sistema formativo ispirato a modelli inclusivi come quello dell'Universal Design for Learning. L'articolo presenta la prospettiva dell'UDL, intesa come didattica capace di essere, fin dalla progettazione, inclusiva per tutti gli studenti della classe. Tale approccio viene poi messo in relazione dialettica con il modello bio-psico-sociale dell'ICF e i suoi costrutti di contesto, barriera e facilitatore, oltre che con i recenti modelli nazionali di PEI.
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Rossini, Valeria, and Francesco Pizzolorusso. "Qualità dell'inclusione e didattica cooperativa. Una R-A in una scuola secondaria di secondo grado pugliese." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 192–221. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9419.

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Abstract:
Il presente contributo descrive un percorso di ricerca-azione realizzato in una scuola secondaria di secondo grado pugliese. La ricerca intende avviare una riflessione circa la qualità dell'inclusione scolastica, con il fine di apportare un miglioramento della professionalità docente e delle pratiche educative e didattiche. Lo studio descrive il processo di progettazione, realizzazione e valutazione di strategie inclusive, dall'osservazione del funzionamento degli studenti con bisogni educativi speciali secondo il modello ICF, alla sperimentazione di metodologie cooperative in classe. I risultati raggiunti mostrano l'importanza di una progettualità attenta sia al piano delle relazioni e sia a quello degli apprendimenti, in grado di integrarsi in una visione sistemica della qualità della scuola. La ricerca conferma inoltre come la partecipazione attiva di docenti e studenti nella promozione di una migliore convivenza scolastica risulti essere uno strumento fondamentale per rendere la classe (e la scuola) uno spazio aperto e accogliente, all'interno del quale l'inclusione sia intesa non solo come coinvolgimento di tutti, ma anche come valorizzazione di ciascuno.
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Galdieri, Michela. "Flessibilità e adattamento al cambiamento nella trasposizione didattica a distanza." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 477–503. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9936.

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Abstract:
Il lavoro presenta una lettura in chiave semplessa del processo di insegnamento-apprendimento nell'ambito della didattica a distanza e una riflessione sulle dinamiche educative ridefinite dalle tecnologie digitali. I mutati scenari sociali, politici ed economici correlati al sopraggiungere dell'inaspettata emergenza sanitaria, hanno sollecitato, anche in ambito educativo, la ricerca di pratiche didattiche flessibili ed innovative, la rivisitazione dei tempi e dei luoghi della didattica e la rimodulazione del modus operandi del docente la cui professionalità si esplica nel suo ruolo proattivo, trasformativo e nella sua capacità, talvolta, inconsapevole, di destrutturare itinerari conoscitivi ed esperienziali generando nuove ed originali forme di agire didattico. L'esperienza svolta presso l'Università degli Studi del Sannio di Benevento nel percorso formativo dei 24 CFU attraverso la somministrazione di un questionario a centottantatré studenti, ed estesa anche a cinquantadue docenti campani, disciplinaristi e non di sostegno, propone una riflessione sul tema della trasposizione didattica in modalità e-learning a partire da una progettualità educativo-didattica in linea con il bisogno del discente di autodeterminazione dei propri apprendiment
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Marchesi, Andrea. "Qui ci vuole (anche) il maschio. Sulla latitanza degli uomini nelle professioni educative." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 114–25. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018012.

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Abstract:
Gli uomini impegnati in campo educativo sono, ormai, una minoranza sempre piů residuale e di questa evidenza invisibile si discute poco, come se fosse un dato naturale che ad occuparsi di educazione siano solo le donne. Eppure non č sempre stato cosě, basti pensare alla figura del maestro elementare come all'educatore dei servizi extrascolastici. Che cosa ha determinato la scomparsa degli uomini dal mondo dell'educazione? E quali effetti sta producendo sulle pratiche e sui soggetti? La perdita di prestigio sociale e l'indebolimento della carica trasformativa dell'educazione possono spiegare, in parte, l'assenza degli uomini, senza sottovalutare i cambiamenti che investono il genere maschile: la crisi della figura del padre, del principio di autoritŕ e responsabilitŕ. L'educazione sembra, allora, ridursi alla dimensione della cura, con una presenza esclusivamente femminile, indebolendo il gioco dei ruoli e delle differenze che segna il confronto tra generazioni. Č forse il sintomo di una crisi piů ampia, che prefigura nuovi orizzonti nei quali si collocano proprio i giovani uomini che, in controtendenza, scelgono di impegnarsi come educatori.
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Tammaro, Anna Maria. "Non solo ebook: la biblioteca digitale per l’e-learning." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 26–42. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00012.

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Abstract:
La biblioteca digitale ed i sistemi e-learning sono entrambi sistemi socio tecnologici la cui visione ha avuto origine dalla scienza cognitiva. Malgrado ciò, attualmente esiste un gap tra le comunità delle biblioteche digitali e dell’e-learning. Attraverso un'analisi sistematica della letteratura e della documentazione vengono descritti gli approcci teorici e le buone pratiche della convergenza tra biblioteche digitali ed e-learning. È necessaria una migliore comprensione dei bisogni formativi - non come sono percepiti dalla comunità delle biblioteche digitali ma come sono sperimentati nel campo dalle comunità di apprendimento - questo contribuirà a colmare il divario tra le due comunità delle biblioteche digitali e dell’e-learning. Inoltre, offrire risorse educative aperte sarà un passo strategico utile per rafforzare il coinvolgimento delle biblioteche digitali nell’apprendimento. Portando nuove applicazioni nel campo dell'insegnamento, le biblioteche digitali potrebbero agire come innovatrici nel campo dell'apprendimento.
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Barberis, Eduardo, and Domenico Carbone. "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione. Un'introduzione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 160 (August 2021): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160002.

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Abstract:
Questo contributo introduce il numero monografico su "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione". La prima parte ricostruisce il contesto dell'introduzione di misure neoliberali nelle logiche di funzionamento delle pubbliche amministrazioni, definendo le caratteristiche di fondo del New Public Management ed individuando sia la loro rilevanza per i sistemi di istruzione, sia la necessità di non considerare la governance neoliberale come l'unico fattore trasformativo per le professioni e le organizzazioni educative. La seconda parte si concentra sugli effetti degli ingredienti manageriali nelle pratiche professionali, ove appunto le ricette neoliberali si inseriscono su modelli organizzativi preesistenti. La terza parte pone l'attenzione sui risvolti relativi all'identità professionale dei lavoratori e delle lavoratrici dell'istruzione, in particolare sul tema della frammentazione delle professioni e della responsabilizzazione individuale. Infine, vengono introdotti i contributi che fanno parte della special issue.
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Buccini, Francesca. "L'educazione di genere tra teoria e prassi: itinerari di ricerca per l'infanzia." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 355–66. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9485.

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Abstract:
Il superamento del gender gap nei percorsi di studio, in particolare in quelli scientifici, necessita di una formazione attenta alle differenze fin dai primi gradi dell'istruzione. L'interesse verso le differenti discipline presenti nel curricolo scolastico tende a manifestarsi proprio durante le prime fasi di scolarizzazione influenzando, in modo determinante, le scelte formative e professionali future. È fondamentale considerare l'influenza che la famiglia e la scuola esercitano nell'indirizzare, seppur in modo implicito, le bambine/ragazze verso un determinato percorso di studio e quindi poi professionale e riconoscere l'importanza dell'educazione soprattutto nella prima fase di vita. In questa prospettiva, alla luce delle recenti evidenze neuroscientifiche, il contributo intende riflettere sul ruolo che la scuola di base e i relativi ambienti di apprendimento possono svolgere nella decostruzione di stereotipi e pregiudizi attraverso gli stimoli offerti dai docenti che, grazie alle loro capacità relazionali, saranno in grado di orientare le pratiche educative e cogliere in ogni alunna/alunno l'unicità, il suo essere irripetibile e portatore della propria diversità
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Cuccaroni, Valerio. "Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (August 2021): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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De Simone, Mariarosaria, and Marta Papulino. "Popular education before and after covid: Neapolitan experiences." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 89–100. http://dx.doi.org/10.36253/form-13402.

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Abstract:
In this article, we will try to follow a narrative trajectory that, through the first-person story of Marta as a volunteer educator, introduces some of the territorial educational experiences organized by local commons in the city of Naples. The nature of these spaces tries to put the needs of the common individual at the center and each educational reality narrated, each in its own way, tries to create community through dialogic actions with the people living in the neighborhood, engaging in the promotion of paths of mutual help, built from below starting by sharing practices of community support. In the story of educational experiences, experiences that have abruptly interrupted with the pandemic, we will let ourselves be supported by the theoretical frame of reference of Paulo Freire’s critical pedagogy, just as we will try to reflect, in terms of spaces as horizons of educationally sustainable possibilities, the post-pandemic situation. L’educazione popolare prima e dopo il covid: esperienze partenopee. In questo articolo cercheremo di percorrere una traiettoria narrativa che, attraverso il racconto in prima persona di Marta in qualità di educatrice volontaria, introduca ad alcune delle esperienze educative territoriali organizzate dai beni comuni presenti nel territorio di Napoli. La natura di questi spazi prova a mettere al centro i bisogni del cittadino ed ogni realtà educativa narrata, ognuna a suo modo, cerca di creare comunità attraverso azioni dialogiche con gli abitanti dei diversi quartieri, impegnandosi nella promozione di percorsi di mutuo aiuto, costruiti dal basso a partire dalla condivisione di pratiche a supporto della comunità. Nel racconto delle esperienze educative, esperienze che si sono interrotte bruscamente con la pandemia, ci lasceremo supportare dalla cornice di riferimento teorico della pedagogia critica di Paulo Freire, così come proveremo a riflettere, in termini di spazi quali orizzonti di possibilità educativamente sostenibili, la situazione post-pandemica.
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Mura, Antonello, and Daniele Bullegas. "Prospettive trasformative di educazione genitoriale: itinerari di sviluppo e traiettorie teorico-operative." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 9–23. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12914.

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Abstract:
La presenza di una condizione di disabilità può modificare profondamente l'assetto familiare in termini organizzativi, relazionali e affettivi, influendo significativamente sulle capacità e sulle risorse genitoriali. Per tale ragione, diviene importante predisporre e implementare interventi efficaci nel supportare i genitori di fronte a simili sfide, anche al fine di sostenere quei processi inclusivi con cui le famiglie, la scuola e l'intera società sono chiamate a confrontarsi in un percorso dinamico e continuo di intervento, di ricerca e di formazione. Attraverso una revisione della letteratura internazionale, il presente lavoro restituisce gli esiti di una ricerca qualitativa che evidenzia in che termini e con quali modalità, all'interno del paradigma dell'Adult Education, l'approccio trasformativo abbia trovato concreta applicazione nell'ambito dell'educazione genitoriale. L'indagine di revisione, condotta su dieci studi empirici, prende in considerazione le esperienze e le percezioni dei genitori che hanno partecipato a programmi di supporto parentale. L'analisi ha permesso di elaborare tre temi principali: (1) le trasformazioni genitoriali, (2) il dispositivo formativo e (3) i genitori in transizione. I risultati riportati lasciano emergere la possibilità di delineare, sotto il profilo teorico e operativo, un modello di intervento e di supporto che, coerentemente con la teoria dell'apprendimento trasformativo, può incidere sulle prospettive di significato e sulle pratiche educative e di cura genitoriali.
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Cerro, Giovanni. "Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912)." Asclepio 74, no. 2 (December 2, 2022): p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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Abstract:
[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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Traina, Ivan, Marco Andreoli, Luca Ghirotto, and Geraldine Leader. "I programmi a sostegno della transizione al lavoro di giovani con disabilità intellettiva: una integrative." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2022): 264–83. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14236.

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Abstract:
L'obiettivo della presente integrative review consiste nel fornire una mappatura dei programmi di transizione scuola-lavoro rivolti a giovani adulti con disabilità intellettiva realizzati nell'ultimo decennio. I programmi discussi in letteratura potrebbero, infatti, informare potenziali percorsi nel contesto italiano. Tramite il processo di revisione sistematica abbiamo inizialmente identificato il divario nella ricerca, maggiormente focalizzata sull'età infantile e adolescenziale che sull'età adulta delle persone con disabilità intellettiva, e in particolare rispetto ai programmi di transizione al lavoro e alla vita adulta. Per far fronte alla necessità di un approfondimento dei programmi basati su studi empirici, è stato impiegato il metodo della integrative review, perché in grado di contribuire all'individuazione di pratiche educative basate sull'evidenza. L'analisi e la sintesi dei risultati degli studi selezionati hanno consentito di individuare sei ricerche, che sono state inseguito valutate dal punto di vista della qualità. I risultati sono stati discussi e le implicazioni per future ricerche in questo ambito messe in luce, al fine di arricchire il dibattito sui programmi di transizione rivolti a giovani adulti con disabilità intellettiva.
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Rullo, Marika, Loretta Fabbri, Claudio Melacarne, and Alessandra Romano. "Teorie del complotto, radicalizzazione e ricerca del significato." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14613.

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Abstract:
La pandemia di Covid-19 ha rappresentato e continua a rappresentare un momento di crisi per molte società nel mondo. In tempi di difficoltà come questo, le teorie del complotto si diffondono molto rapidamente in quanto forniscono spiegazioni semplici a eventi complessi dando l'illusione di avere il controllo di una realtà sconosciuta e spesso spaventosa. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento della diffusione, soprattutto online, di teorie del complotto legate sia alla pandemia di Covid-19 che ad altri eventi sociali. Tuttavia, la diffusione delle teorie del complotto può avere conseguenze sociali molto gravi come favorire il fiorire di forme di radicalizzazione. Nella presente ricerca cross-sectional condotta in Italia (N = 197) abbiamo utilizzato la Significance Quest Theory (SQT; Kruglanski et al., 2017) per descrivere come la radicalizzazione sia collegata alla ricerca di significato che può portare le persone ad adottare una mentalità complottista che a sua volta può supportare cognizioni e comportamenti radicalizzati. I risultati di questo studio rivelano che le relazioni tra ricerca di significato e tendenza alla radicalizzazione e forme di pregiudizio nei confronti degli immigrati, sono in parte spiegate dal pensiero complottista. Le implicazioni teorico-pratiche di questa ricerca prendono in considerazione gli sviluppi di SQT applicato alla comprensione del pensiero complottista e alla prefigurazione di azioni educative da progettare in una prospettiva trasformativa.
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Forgione, Davide. "I know You got soul. Street education projects of Hip-Hop Based Pedagogy." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 2 (July 31, 2021): 106–23. http://dx.doi.org/10.36253/form-10779.

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Abstract:
Project design is a fundamental element within educational contexts. Plus, it is a core competence that should be part of the baggage of those working in education and learning, along with evaluative and empirical skills. Involving adherence to the context while maintaining a certain methodological rigor, it is considered important ensuring the achievement of development goals in childhood and adolescence. This intervention offers an innovative approach based on the application of pedagogical methods and practices close to the cultural context of the individuals, taking as reference the adolescent beneficiaries of an educational center in an urban area. The idea is to set up a educational street practice through Hip-Hop Based Education, a set of practices that incorporate the creative elements of hip-hop culture into teaching. Young people are encouraged to establish a connection with the contents dealt with by encountering them in their own cultural territory, educating through their own realities and experiences. I know You got soul. Percorsi di Educativa di Strada basati sulla pedagogia Hip-Hop La progettazione è un elemento fondamentale all’interno dei contesti educativi nonché una competenza cardine che dovrebbe far parte del bagaglio di coloro che operano in ambito educativo e formativo, insieme a quella valutativa ed empirica. Implicando al tempo stesso di essere aderenti al contesto pur mantenendo un certo rigore metodologico, si considera importante nel garantire il raggiungimento dei traguardi di sviluppo nell’infanzia e adolescenza. Questa proposta d’intervento offre un approccio innovativo e improntato all’applicazione di metodi e pratiche pedagogiche vicine al contesto culturale degli individui, prendendo come riferimento i beneficiari pre-adolescenti e adolescenti di un centro educativo in un’area urbana. L’idea è imbastire un intervento di educativa di strada mediate la Hip-Hop Based Education, un insieme di pratiche che incorporano gli elementi creativi della cultura hip-hop nell’insegnamento. I giovani vengono così stimolati a stabilire una connessione con i contenuti trattati incontrandoli nel proprio territorio culturale, educando attraverso le proprie realtà ed esperienze.
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Todino, Michele Domenico. "Le tecnologie digitali e la Media Education come elemento professionalizzante nel curricolo dell'educatore." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 182–94. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12953.

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Abstract:
A causa del diffuso uso delle tecnologie, gli educatori, in modo consapevole o spontaneo, nelle loro pratiche quotidiane favoriscono il processo di insegnamento-apprendimento delle tecnologie per scopi educativi attraverso l'uso di social network, sistemi di instant messaging e piattaforme di e-learning ma solo attraverso lo studio della Media Education è possibile sviluppare un senso pratico e teorico nei confronti dei media digitali che gli renda possibile, la selezioni dei canali comunicativi digitali più adeguati. Inoltre, dare un valore all'utilizzo delle tecnologie digitali promuove un senso critico che evidenzia e suddivide le situazioni e i momenti appropriati nei quali risulti necessario l'uso delle tecnologie rispetto a quelli in cui il loro uso è inopportuno e quando queste tecnologie favoriscono l'inclusione o la danneggiano. Partendo da tali considerazioni, questo contributo propone un excursus storico riguardo la Media Education per poi riflettere su come è possibile attraverso l'autoregolazione, l'alternanza e l'accompagnamento favorire un utilizzo corretto e consapevole dei digital devices.
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Ascione, Antonio. "The body between movement and virtual reality: the Just Dance game and the improvement of the ability to coordinate balance." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 3 (December 31, 2022): 113–22. http://dx.doi.org/10.36253/form-13630.

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Abstract:
Educational games have had a significant impact on the organization of the sense of many social practices: they motivate and maintain attention in various contexts, the information they convey is made accessible to a large number of users, the forms of literacy they allow are multiple. The educational challenge of the digital era of educational games is that of engaging and promote effective learning, even in early and early childhood contexts. This contribution, based on the findings of an experimental educational protocol of motor education in kindergarten and through the observation of digital parenting practices, explore the relationships between the use of Just Dance Game and the improvement of children’s coordinating skills. The improvement of balance competence is demonstrated. Il corpo tra movimento e realtà virtuale: il gioco Just Dance e il miglioramento delle abilità coordinative dell’equilibrio. I giochi educativi hanno avuto notevole impatto nell’organizzazione del senso di numerose pratiche sociali: essi motivano e mantengono l’attenzione in vari contesti, le informazioni da essi veicolate sono rese accessibili a un numero ampio di fruitori, le forme di alfabetizzazione che essi consentono sono plurime. La sfida educativa dell’era digitale dei giochi educativi è quella di un apprendimento coinvolgente ed efficace, anche in contesti di prima e seconda infanzia. Il presente contributo, a partire dalle risultanze di un protocollo educativo sperimentale di educazione motoria nella scuola dell’infanzia e attraverso l’osservazione delle pratiche di digital parenting, esplora le relazioni tra l’uso del gioco Just Dance e il miglioramento delle capacità coordinative dei bambini. Viene dimostrato il miglioramento della competenza dell’equilibrio.
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MACIEL, Sandra Arlinda Santiago, Mario Luís Cabello RUSSO, and Cássia do Carmo Pires FERNANDES. "Delineando uma proposta de curso na modalidade Formação Inicial e Continuada (FIC) na área de construção civil: apontamentos freireanos." INTERRITÓRIOS 6, no. 11 (August 6, 2020): 124. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247752.

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Abstract:
A construção civil é uma área com baixo grau de mecanização e grande utilização de mão de obra. Parte dessa mão de obra é composta por profissionais de nível operacional (pedreiros, carpinteiros, eletricistas, etc.) que, na maioria das vezes aprendem a profissão nos próprios canteiros de obra. O objetivo desse trabalho é descrever o processo de elaboração e reflexões em torno de uma proposta de curso na modalidade Formação Inicial Continuada (FIC) a ser ofertado no campus Ouro Preto do Instituto Federal de Minas Gerais, a partir de princípios da pedagogia do renomado educador Paulo Freire. Para isso, foi adotada a metodologia qualitativa, com uma revisão bibliográfica a respeito de variáveis que envolvem o delineamento de um curso FIC na área de construção civil. A literatura aponta aspectos como o perfil sociodemográfico do público-alvo, técnicas de ensino específicas para adultos (andragogia) e a formação humanista como fundamento de práticas educativas para a conscientização e a emancipação dos sujeitos. Formação Inicial Continuada. Andragogia. Construção Civil. ABSTRACT In Brazil, civil construction has low degree of mechanization and high dependence of labor, and manpower has few or no qualifications. The workers, as bricklayers, electricians, carpenters and others, in most cases, learned a profession with the coworkers in the work site. This paper aims to propose a curse to qualify unskilled and older workers, as well as workers of other areas that want to migrate to civil construction. This curse would be offered inside the Instituto Federal de Minas Gerais, in the campus Ouro Preto. A bibliographic review was done addressing issues as the wide age ranges of the students, social origins and occupations, teaching strategies focused on adults (andragogy), and humanist formation. Adult Education. Andragogy. Civil Construction.RESUMEN La construcción civil es un área con un bajo grado de mecanización y gran uso de mano de obra. Parte de esta fuerza laboral está compuesta por profesionales de nivel operacional (albañiles, carpinteros, electricistas, etc.) que, en la mayoría de las veces, aprenden la profesión en los propios sitios de construcción. El objetivo de este trabajo es describir el proceso de elaboración y reflexiones en torno a una propuesta de curso en la modalidad de Formación Inicial Continua (FIC) que se ofrecerá en el campus de Ouro Preto del Instituto Federal de Minas Gerais, basado en los principios pedagógicos del reconocido educador Paulo Freire. Para esto, se adoptó la metodología cualitativa, con una revisión bibliográfica sobre variables que involucran el diseño de un curso FIC en el área de la construcción civil. La literatura señala aspectos como el perfil sociodemográfico del público objetivo, técnicas de enseñanza específicas para adultos (andragogía) y la formación humanística como base de las prácticas educativas para la concienciación y la emancipación de los sujetos. Educación Continua. Andragogía. Construcción Civil.RIASSUNTO l'edilizia civile è un'area con un basso grado di meccanizzazione e un grande uso del lavoro. Parte di questa forza lavoro è composta da professionisti a livello operativo (muratori, carpentieri, elettricisti, ecc.) Che, il più delle volte, apprendono la professione nei cantieri stessi. L'obiettivo di questo lavoro è quello di descrivere il processo di elaborazione e riflessioni intorno a una proposta di corso nella modalità di formazione continua (FIC) da offrire nel campus di Ouro Preto dell'Istituto Federale del Minas Gerais, sulla base dei principi pedagogici del famoso educatore Paulo Freire. Per questo, è stata adottata la metodologia qualitativa, con una revisione bibliografica sulle variabili che coinvolgono la progettazione di un corso FIC nell'area dell'edilizia civile. La letteratura indica aspetti come il profilo sociodemografico del pubblico target, tecniche di insegnamento specifiche per adulti (andragogia) e formazione umanistica come fondamento di pratiche educative per la consapevolezza e l'emancipazione delle materie.Formazione Continua. Andragogia. Edilizia civile.
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Martins, Mariana Zuaneti, Kerzia Railane Santos Silva, and Vitor Vasquez. "AS MULHERES E O PAÍS DO FUTEBOL: INTERSECÇÕES DE GÊNERO, CLASSE E RAÇA NO BRASIL." Movimento (ESEFID/UFRGS) 27 (January 18, 2021): e27006. http://dx.doi.org/10.22456/1982-8918.109328.

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Abstract:
O campo de pesquisas sobre o futebol de mulheres cresceu no Brasil nas últimas duas décadas. Contudo, há ainda uma lacuna sobre como marcadores sociais, como classe e raça, interseccionam o gênero na constituição dessa prática. Para preenchê-la, analisamos, com base em estatística descritiva e inferencial, o suplemento especial sobre esporte da PNAD de 2015. Assim, descrevemos o perfil das mulheres que jogam futebol no Brasil contemporâneo e o comparamos em relação aos homens e às demais mulheres que praticam esportes diferentes do futebol. Nossos resultados apontam que, em comparação ao que ocorre com mulheres que praticam esporte em geral, classe e raça impactam de forma oposta na adesão ao futebol. A maioria das mulheres que pratica o futebol advém de classes mais baixas e é negra. Ao indicar esta relação, demonstramos a necessidade de enegrecer as narrativas sobre o futebol de mulheres no Brasil.
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Fiore, Ilaria, and Michele Baldassarre. "Ripensare gli spazi: l’educazione all’aperto come proposta per il benessere e il miglioramento dell’apprendimento degli alunni." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 137–49. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.347.

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Abstract:
Negli ultimi anni sono state svolte numerose esperienze didattiche accomunate dall’idea che gli spazi aperti siano luoghi in grado di supportare l’apprendimento dei bambini, apportando vantaggi che si riflettono sul loro benessere psicofisico e sociale (Farné & Agostini, 2014). In questa prospettiva si inserisce l’Outdoor Education (OE) che prevede percorsi da realizzare in ambienti naturali, in cui le esperienze possiedono un carattere pratico e coinvolgono gli studenti a livello sensoriale e corporeo (Malone & Waite, 2016). L’attuale sfida è quella di integrare l’OE nella pratica didattica, estendendo il concetto di aula ad altri ambienti open space, utilizzabili sia per momenti di studio sia per quelli di incontro e riflessione personale (Ceciliani, 2019). Diviene, così, necessario riflettere sulla qualità degli ambienti educativi e avvalersi di spazi in cui i discenti siano i diretti costruttori e responsabili dei luoghi che abitano (Mortari, 2008).
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Morel, Marie-France. "ALFANI (Guido), CASTAGNETTI (Philippe), GOURDON (Vincent) (dir.), Baptiser. Pratique sacramentelle, pratique sociale (XVIe-XXe siècles)." Histoire de l'éducation, no. 133 (January 1, 2012): 97–100. http://dx.doi.org/10.4000/histoire-education.2446.

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fraticelli, E. "Questionnaire on Therapeutic Education in Diabetology. Interest and attitudes in the Italian diabetes community." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 130. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.8.

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Abstract:
Il GISED ha promosso una survey online (Google moduli) nell’estate 2021 allo scopo di fotografare lo stato dell’arte sull’Educazione Terapeutica (ET) nella comunità diabetologica, focalizzare i temi di interesse e approfondimento per la progettazione di corsi di formazione sull’ET e raccogliere indicazioni per migliorare le pagine web del GISED delle Società Scientifiche diabetologiche. Abbiamo rivolto 16 quesiti su diverse aree tematiche. I partecipanti sono stati 94, nel 92,6% medici, soprattutto donne e per circa la metà tra i 56 e i 65 anni. La maggior parte riconosce la promozione dell’empowerment del paziente come l’essenza della missione dell’ET. C’è una forte volontà a partecipare a corsi educativi. Minore è l’interesse a partecipare a campi scuola. Più della metà dei partecipanti ha mantenuto un’attività educativa anche durante il periodo di pandemia da Sars Cov-2 adottando diverse e nuove forme comunicative. La comunicazione rappresenta l’area da aggiornare e migliorare maggiormente tra le competenze educative mentre motivazione/engagement ed empowerment, quelle da approfondire. I giovani considerano più importanti l’accompagnamento del paziente nel percorso di cura e sono meno interessati alla promozione dell’Empowerment. Al di sotto dei 55 anni prevale l’interesse per la pratica. La competenza comunicativa è più richiesta sopra i 55 anni e predomina sopra i 65 anni. I minori di 45 anni vorrebbero approfondire temi di pratica e pianificazione dell’attività educativa. Nelle fasce di età maggiori c’è più coinvolgimento verso la motivazione, l’empowerment e la relazione/ascolto. Le donne prediligono temi relazionali e partecipativi, mente gli uomini sono interessati maggiormente a funzioni pragmatiche. Modesta prevalenza di interesse per gli uomini a migliorare la comunicazione. Pur con i limiti derivanti dal basso numero dei partecipanti, i risultati del questionario aprono a un’interessante lettura di genere e per età, e suggeriscono nuovi spunti di ricerca utili alla progettazione di azioni formative in ambito educativo. PAROLE CHIAVE: educazione terapeutica; diabetologia; attitudini; età; genere.
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Valle, Lílian do. "Castoriadis: uma filosofia para a educação." Educação & Sociedade 29, no. 103 (August 2008): 493–513. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-73302008000200010.

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Abstract:
Há muitos tipos de filosofia, muitos estilos de praticá-la e muitas razões pelas quais a convocamos, quando se trata de falar das coisas humanas. No livro I da Ética a Nicômaco, Aristóteles afirma - contra o que fora, durante toda a existência, o principal objeto de busca de seu mestre - que a investigação que lhe interessa é aquela que trata do que é acessível e praticável pelos humanos. Ora, esse tipo de filosofia, que me parece ser a única digna da educação, é definitivamente a que praticou Cornelius Castoriadis. Assim, a filosofia foi insistentemente descrita, na obra do autor, como interrogação aberta e incessante, que nada tem de fútil exercício de especulação, na medida em que concerne fundamentalmente à atividade de criação, por parte de cada humano, dos sentidos que fazem existir seu mundo próprio - e que, portanto, concerne igualmente aos sentidos que edificam a vida comum.
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Chapoulie, Jean-Michel. "MARCHAND (Philippe) (dir.), « Le baccalauréat, 1808-2008. Certification française ou pratique européenne? »." Histoire de l'éducation, no. 131 (July 1, 2011): 111–14. http://dx.doi.org/10.4000/histoire-education.2356.

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Farinacci, Elisa, and Giacomo Manzoli. "Verso la media literacy: pratiche e prospettive." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 62 (December 2021): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/sc2021-062001.

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Abstract:
The increasingly pervasive mediatization of our daily lives has led to pervasive media consumption and increased production and sharing of data and information. With the outbreak of the Covid-19 pandemic, media education has been transformed into an all-encompassing category that was asked to fulfill the needs and expectations pertaining to other disciplines. This progressive extension of the area of expertise of media education requires to rethink its research focus, its intervention practices in educational environments, and its regulation at the State level in order to guarantee its full legitimacy and recognition both inside and outside the schooling system.
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La Direzione della Rivista. "EDITORIALE RELAZIONI ONLIFE. OLTRE IL CYBERBULLISMO, LA MEDIA EDUCATION PER IL BENESSERE SOCIALE." Media Education 10, no. 2 (December 15, 2019): I—VIII. http://dx.doi.org/10.36253/me-8851.

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Abstract:
Questo numero raccoglie sei articoli scientifici nella prima sezione e tre buone pratiche nella seconda parte, affrontando quasi tutti il tema del bullismo, cyberbullismo ed altri comportamenti devianti della Rete.
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Fabbro, Francesco. "Analisi critica del discorso e pratiche di media education." Media Education 11, no. 1 (June 26, 2020): 57–66. http://dx.doi.org/10.36253/me-9095.

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Abstract:
The paper presents Critical Discourse Analysis (CDA) as a qualitative research method particularly suitable for the study of media education practices. The contribution highlights how the CDA allows to focus on social functions, identities and power relations mediated by language(s) in educational settings and then it presents an analytical framework widely adopted in social and educational research. Secondly, it exemplifies the application of CDA by presenting a case study on literacy education. Finally, after underlying the convergence between new media literacies and CDA perspectives on the concept of learning, it outlines some possible applications of CDA for the empirical study of media education practices.
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Frangi, Lorenzo. "Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations: a comparison between Italy and Brazil." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Abstract:
Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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Scevola, Cristiano. "Cambiare sguardo: l’esperienza del Comune di Milano per l’innovazione degli ambienti dell’apprendimento." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 310–19. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.407.

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Abstract:
Il Comune di Milano ha sempre manifestato grande attenzione alla “città educativa”, come una delle prime e più rilevanti espressioni della città di tutti. Oggi, il Comune di Milano dichiara, con atti di indirizzo politico, partecipazione ad attività di ricerca e pratiche gestionali, la sua volontà di promuovere il rinnovamento degli ambienti dell’apprendimento e la realizzazione di scuole che facciano incontrare in modo collaborativo le ragioni dell’architettura e della didattica. Questo nuovo sguardo è sintetizzato nel “Manifesto di Milano”. La concreta applicazione di questo approccio si ritrova nella progettazione di molte delle scuole in costruzione per iniziativa del Comune di Milano e nella pubblicazione di un avviso pubblico rivolto alle scuole cittadine del primo ciclo d’istruzione, che le chiama a un protagonismo progettante nella definizione dei propri spazi e dei propri percorsi educativi.
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Tricarico, Luca, Federica Fulghesu, and Chiara Missikoff. "Spunti per un'agenda territoriale su educazione e cultura: contesti di apprendimento inclusivi e pratiche di innovazione sociale." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 133 (March 2022): 130–54. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133006.

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Abstract:
Questo articolo offre una prospettiva sulle pratiche di innovazione sociale che sviluppano "contesti di apprendimento inclusivi", ossia processi di coesione sociale indotti dalla gestione di spazi per lo sviluppo di servizi educativi condotti tramite approcci place-based sperimentali. L'obiettivo è fornire degli spunti di discussione per un'agenda territorialista volta a promuovere approcci e organizzazioni capaci di allargare la platea di servizi educativi da affiancare a quelli tradizionali.
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Alessandra Augelli and Elisabetta Musi. "Sentirsi parte e prendere parte. Il contributo delle famiglie straniere alla progettazione dei servizi per l'infanzia." IUL Research 2, no. 4 (December 20, 2021): 6–22. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.156.

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Abstract:
Nei servizi educativi i genitori stranieri vengono accolti ma raramente assunti come interlocutori con cui attivare pratiche di rilettura critica di nidi e scuole d’infanzia. Come cogliere la rappresentazione multiculturale dell’infanzia attraverso la voce dei genitori stranieri? Come sostenere i genitori stranieri nel farsi portavoce di riflessioni e pratiche partecipative nei servizi? Queste le domande generative della ricerca mixed-method che si illustra nel contributo. Attraverso focus group e intervist in profondità sono state raccolti i pensieri di alcune mamme straniere con figli di età 0-6 anni. Temi del confronto sono stati: la concezione di bambino 0-6, l’idea di educazione e il ruolo dell’adulto, la vita di comunità nei servizi per l’infanzia, la partecipazione delle famiglie.
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Porzio, Laura, and Luca Giliberti. "Giovani, gruppi e pratiche culturali. Relazioni e conflitti nello spazio pubblico della periferia di Barcellona." MONDI MIGRANTI, no. 2 (October 2009): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002008.

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Abstract:
Nel presente articolo si propone una riflessione teorica ed etnografica sulla ‘violenza giovanile' e sulla rappresentazione sociale che se ne dŕ nello spazio pubblico della periferia di Barcellona. La riflessione nasce da uno studio sull'uso degli spazi pubblici e sulle pratiche culturali di giovani, in particolare latinoamericani, a L'Hospitalet de Llobregat, cittŕ periferica ed industriale dell'Area Metropolitana della capitale catalana. Nel testo si prende in considerazione in modo specifico il caso delle organizzazioni giovanili della strada di origine latinoamericana, denominate dai mezzi di comunicazione e dall'opinione pubblica ‘bande latine'. La nostra proposta si basa sulla de-criminalizzazione delle ‘bande' e di altri collettivi stigmatizzati per provare a lavorare con questi gruppi rispetto a valori positivi dal punto di vista educativo. Sosteniamo che siano i valori (frutto dell'habitus, nel senso dato da Bourdieu) che si situano dietro le pratiche violente e gli conferiscono validitŕ. Analizzare le pratiche violente in profonditŕ significa elaborare discorsi sui valori soggiacenti e creare un dibattito all'interno dei gruppi giovanili, che č ciň che un buon intervento sociale dovrebbe stimolare.
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Ronfani, Paola. "Alcune riflessioni sulla responsabilitŕ genitoriale. Enunciati del diritto, rappresentazioni normative e pratiche sociali." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 7–37. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001001.

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Abstract:
Responsabilitŕ genitoriale - Diritto europeo - Cultura giuridica - Politiche sociali - Pratiche familiari. Giŕ da alcuni anni, nell'ambito del processo di integrazione europea, č in corso il tentativo di armonizzare la regolazione giuridica delle relazioni familiari. Fra i principi unificanti delle varie legislazioni ha assunto una posizione privilegiata il concetto di responsabilitŕ genitoriale, che č molto complesso e, sotto alcuni aspetti, anche ambiguo se si riflette, come si cerca di fare nell'articolo, sulle diverse implicazioni che questa nozione ha con saperi diversi da quello giuridico (filosofia, morale, psicologia, sociologia, scienza dell'educazione). In particolare, si evidenzia come nelle rappresentazioni oggi piů accreditate della responsabilitŕ dei genitori abbia assunto un'importanza rilevante la dimensione della cura e si analizza, in prospettiva critica, la convinzione che si č andata diffondendo nell'ambito delle scienze sociali e politiche, e che č stata recepita nelle azioni di gran parte dei governi, che l'indebolimento del legame sociale sia primieramente imputabile ad una insufficiente assunzione di responsabilitŕ dei genitori nei loro compiti educativi e disciplinari verso i figli. La responsabilitŕ genitoriale viene esaminata anche nella sua dimensione di pratica sociale che si presta ad essere considerata come un esempio emblematico del "diritto vivente". Sotto quest'aspetto, assumono un rilievo particolare le forme di genitorialitŕ, sociali o addizionali, delle famiglie ricomposte e omogenitoriali, che pongono i legislatori dinnanzi a domande che toccano lo statuto della filiazione.
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Marín, José. "GLOBALIZACIÓN, DIVERSIDAD CULTURAL Y PRATICA EDUCATIVA." Revista Diálogo Educacional 4, no. 8 (July 17, 2003): 11. http://dx.doi.org/10.7213/rde.v4i8.6650.

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Abstract:
La occidentalización del mundo comenzó principalmente con lasCruzadas y continuó con los primeros « descubrimientos » del África y de América, llevadas a cabo por las expediciones portuguesas, españolas y europeas al final del siglo XV.La evangelización de los «paganos»; la civilización de los «salvajes » y el mito del desarrollo de los « subdesarrollados » y de la globalización económica y cultural actual, no son sino, periodos de un mismo proceso histórico de dominación económica, política y cultural a través de la imposición del etnocentrismo occidental en el mundo y en sus constantes redefiniciones de lo “oc c iden tal”, como la visión del mundo y el conjunto de sus sistemas de valores como u n iversales, con relación a « los otros ”. La dominación cultural con las características propias a cada periodo han sido precedidos por la dominación política y económica. La globalización actual, forma parte de un proceso histórico de dominación económica y de la expansión planetaria del capitalismo. Esta época se consolida después de la caída del Muro de Berlin en 1989 y con la despaición de la Union de las Repúblicas Socialistas Soviéticas (URSS) en 1991. Estos hechos simbólicos marcan el fin de un mundo bipolar y el inicio de la imposición del modelo económico capitalista a nivel mundial. Este proceso liderado principalmente por las grandes empresas multinacionales, implica la imposición de una standardisation cultural, llamada también por algunos estudiosos “Mc d o n a lisa tio n c u ltu ra l” (ADDA, 1998 ; CASSEN, 2000 ; LEMPEN,1999 ; RAMONET, 2000 ; RAMONET, 2001 ; SCHILLER, 2000).Este último periódo, todavía no ha sido ampliamente analizado en sus aspectos socio-culturales. Es verdad que la economía, se encuentra alorígen de los grandes cambios y mutaciones, pero la explicación económica, no es suficiente para explicar este proceso histórico. Es en la evolución tecnológica, producto de una evolución más amplia de las ideas, que se realiza la más grande revolución de las técnicas de la información y de las comunicaciones en el dominio de la cultura.Abordamos primeramente, la historia del etnocentrismo europeo desde la dominación colonial y post-colonial, que vehiculó la occidentalización del mundo, épocas que antecedieron a la actual Globalización. Tratamos igualmente, sobre la importancia de preservar la diversidad cultural, tan necesaria como la biodiversidad, en tanto patrimonio de la humanidad, que este proceso de globalización, tal como se desarrolla en al actualidad, tiende a uniformizar y depredar.Hacemos mención de la educación, como base de nuestra reflexión, desde una perspectiva intercultural. La educación asi planteada, podría ser el eje de la preservación de la diversidad cultural y puede crear el espacio democrático, que haga posible el encuentro y el diálogo de culturas. Actualmente, esta reflexión es fundamental para imaginar cómo vivir la multiculturalidad que caracteriza a las sociedades contemporáneas.La perspectiva intercultural, aplicada en la educación y en otrosdominios de las ciencias humanas, se refiere a la interacción, a la reciprocidad, a la interdependencia y al intercambio que rigen las relaciones entre culturas, en la comprensión del mundo.La educación desde esta perspectiva, como transmisora de valores fundamentales, constituye la esencia para imaginar proyectos de sociedad viables, que garanticen la dignidad que todos necesitamos.Nuestro artículo tiene una carácter introductorio y en consecuencia, posee muchas limitaciones. Somos conscientes, que esta es una problemática muy amplia y compleja, sobre la cual, nosotros, nos limitamos a aportar más preguntas, que respuestas.
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Savio, Donatella. "L’ équipe educativa responsabile e il ruolo formativo del coordinatore pedagogico." Educar em Revista, spe.1 (June 2017): 133–50. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.49150.

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Abstract:
SOMMARIO Con riferimento, in particolare, ai servizi educativi per l’infanzia, la capacità di riflettere sulla pratica in modo partecipato viene presentata come la caratteristica peculiare di un’équipe educativa responsabile. Le dinamiche che caratterizzano un’équipe educativa responsabile vengono approfondite facendo riferimento ai concetti di “gruppo di lavoro razionale” (Bion, 1961) e di “identità educativa di gruppo” (Savio, 2011). Vengono quindi delineate le condizioni che favoriscono il funzionamento pedagogicamente responsabile di un'équipe educativa, riprendendo la teoria dei livelli sistemici di Bronfenbrenner (1979) e mettendo in primo piano, per ogni livello sistemico (macro, meso, eso, micro) il ruolo del coordinatore pedagogico. Questa precisazione permetterà di mettere in evidenza il ruolo formativo del coordinatore pedagogico nella misura in cui, sostenendo le dinamiche che attraversano un’équipe educativa responsabile, promuove anche la costruzione di sapere pedagogico, la crescita di consapevolezzacirca l’identità educativa ed il potenziamento dell’intenzionalità professionale, a livello sia individuale che di gruppo.
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