Academic literature on the topic 'Pratiche di consumo'

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Journal articles on the topic "Pratiche di consumo"

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Manella, Gabriele, Emanuele Giordano, Tommaso Rimondi, and Dominique Crozat. "Tra consumo e rischio: l'ambivalenza della vita di notte tra gli studenti di Montpellier e di Bologna." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 126 (January 2022): 97–117. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126006.

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Abstract:
La notte è passata dall'essere una dimensione "residuale" della giornata ad un importante segmento della socialità e dell'economia di molte città, diventando anche una "fucina" di nuove pratiche di consumo e di fruizione degli spazi urbani. Non mancano però contrasti e conflitti: tra le varie popolazioni che fruiscono degli stessi spazi, ma anche tra la diffusione di alcune pratiche e le politiche dell'ammi¬nistrazione locale che tentano di regolarle. Questo articolo si propone di approfondire gli usi dello spazio pubblico da parte degli studenti a Bologna e Montpellier, evidenziando le pratiche sociali e di consumo messe in atto durante la notte.
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Parmiggiani, Paola. "Pratiche di consumo, civic engagement, creazione di comunità." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 132 (November 2013): 97–112. http://dx.doi.org/10.3280/sl2013-132008.

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Roberti, Geraldina. "In relazione al consumo. Legami sociali e pratiche di fruizione sui Sns." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 178–89. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043012.

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Abstract:
L'articolo indaga il rapporto tra consumi e relazioni sociali nell'ambito dei percorsi identitari giovanili che si sviluppano sui social network (con particolare riferimento a Facebook). Attraverso una ricerca su un campione di giovani-adulti č stato possibile osservare come i ragazzi utilizzino la condivisione di una serie di pratiche di fruizione per rafforzare i loro legami sociali e come siano proprio le relazioni uno degli elementi fondamentali per la definizione della loro identitŕ. In questo senso, l'atto del condividere uno specifico consumo (o un prodotto) finisce per diventare piů importante del prodotto stesso, perché consente al soggetto di sperimentare un sentimento di appartenenza e contribuisce a strutturarne la rete sociale.
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Degli Esposti, Piergiorgio. "Morire su facebook: star, zombie, fantasmi e prosumer digitali." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 149–61. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043010.

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Abstract:
L'ipotesi di questo contributo č che le pratiche degli utenti di Facebook, nei processi di ricordo e celebrazione del lutto possa essere considerata una forma di prosumerismo. L'evoluzione tecnologica e la digitalizzazione hanno introdotto nuovi paradigmi interpretativi che non possono essere ignorati dagli studiosi sociali. I Sns acquisiscono una funzione analoga a quella che nel mondo dei consumi di tipo tradizionale avevano le cattedrali del consumo. Da questo presupposto analizzeremo il processo di razionalizzazione della comunicazione da un lato e dall'altro il processo di de-razionalizzazione della razionalitŕ, attraverso la proposta di quattro modelli interpretativi di defunti on-line.
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Lunghi, Carla. "Il riuso fra produzione e consumo." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 147–59. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116013.

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Abstract:
Questo saggio analizza alcune prassi e alcune aspetti della cultura del riuso, che aprono nuovi orizzonti nel circuito produzione-consumo. In primo luogo mettono in crisi il presupposto basilare secondo cui si producono e si comprano solo cose nuove. Inoltre la vendita e/o lo scambio di oggetti usati rivelano un lavoro del consumo sconosciuto agli oggetti nuovi. In sintesi le merci usate sono il risultato di una produzione, che solo in senso lato puň dirsi tale (poiché č mediata fortemente dalle modalitŕ del consumo del nuovo) e di un consumo che a sua volta si manifesta attraverso nuove modalitŕ di produzione per i lavori aggiuntivi che spesso l'usato implica. Il saggio analizza poi un caso particolare di pratiche di riuso: la moda e l'abbigliamento del second hand, in cui si intrecciano motivazioni molto variegate, dalla necessitŕ economica all'attenzione all'ambiente, dalla sobrietŕ alla ricerca stilistica sofisticata.
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Andň, Romana, and Francesca Comunello. "Vieni via con me. Consumo televisivo, social media e civic engagement." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043006.

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Abstract:
Obiettivo di questo articolo č ragionare sul rapporto tra consumo mediale, uso dei social media e definizione del senso di appartenenza sociale e partecipazione culturale dei soggetti alla vita quotidiana. In particolare, oggetto del nostro lavoro sono le pratiche partecipative messe in campo dagli utenti dei social media (e, in particolare, di Twitter) a ridosso di Vieni via con me, un programma televisivo andato in onda sulla Rai nel mese di novembre 2010, condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Il programma č stato recepito come un'occasione di riflessione politica, con forti connotazioni anti governative, al punto che la sua stessa fruizione č stata interpretata, da molti degli spettatori attivi sui social media, come un momento di civic engagement.
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Bazzo, Eleonora. "La riforma del credito al consumo." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 197–220. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002003.

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Abstract:
In questi ultimi anni tutti i maggiori paesi industrializzati, non solamente nell'ambito dell'Unione Europea, hanno approvato riforme nel settore del credito al consumo. L'esigenza di favorire la concorrenza tra le imprese e l'allargamento dei mercati ha imposto il coordinamento comunitario o federale delle differenti legislazioni e l'elaborazione di sistemi normativi certi, adeguati ed uniformi, che impediscano comportamenti scorretti e limitino i costi transattivi a carico delle parti, attraverso la standardizzazione delle principali regole di condotta e delle pratiche commerciali. L'Unione Europea, perciň, ha voluto fornire regole non solamente per armonizzare la pluralitŕ delle fonti normative, comunitarie e nazionali, che governavano il settore, ma anche per ottenere la piena realizzazione del mercato interno e per favorire l'intensificazione delle negoziazioni transfrontaliere. In tale ambito, la disciplina italiana, riformata per dare attuazione alla relativa direttiva, si č posta come obiettivi il conseguimento della trasparenza e dell'efficienza del mercato creditizio, favorendo anche il rafforzamento delle istanze di protezione dei consumatori. L'obiettivo di questo articolo č quello di fornire una visione d'insieme della materia, analizzando sia l'importanza che questo settore ha assunto nell'ambito dell'economia europea e nazionale, sia il sistema normativo costituito dalla direttiva 2008/48/CE e dalle relative fonti nazionali di attuazione.
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Pellizzoni, Luigi. "Ecoturismo: un'esplorazione concettuale." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 101 (February 2012): 9–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2011-101002.

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Abstract:
Il rapporto turismo-ecologia č oggetto di crescente attenzione da parte di operatori, utenti e studiosi, intrecciandosi con temi quali la protezione della natura e delle culture locali, la sostenibilitŕ dello sviluppo, la responsabilitŕ individuale. Il concetto di ecoturismo si trova al centro di un viluppo di termini, definizioni e pratiche dalle valenze spesso ambigue o contraddittorie, per districare il quale l'articolo propone una griglia analitica. La riflessione su declinazioni e nodi critici dell'ecoturismo evidenzia gli attriti tra etica e mercato e punta in direzione di un superamento degli attuali modelli di consumo turistico.
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Bonazzi, Michele. "Il calcio nelle dinamiche di consumo: le forme del marketing e la costruzione di un'identitŕ condivisa." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 193–216. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041013.

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Abstract:
Identificarsi con una squadra di calcio č un processo in grado di costruire una comunitŕ che unisce e distingue allo stesso tempo coloro che vi aderiscono. L'acquisizione di una comune identitŕ si manifesta anche nella proprietŕ di beni che sono un segno inequivocabile di appartenenza. La promozione di questi oggetti avviene attraverso l'adozione di pratiche di marketing tradizionale e di quelle forme di marketing non convenzionale che permettono al consumatore di assumere un ruolo attivo nei meccanismi di produzione. Il calcio č una parte di questa nuova dinamica che coinvolge produttori e consumatori nella vendita del prodotto-calcio e dell'intero universo di consumo che vi ruota intorno.
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Caneva, Elena. "Giovani di origine straniera e strategie identitarie: il ruolo delle pratiche di consumo nella costruzione di sé." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2009): 63–80. http://dx.doi.org/10.3280/mm2008-003004.

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Abstract:
- Today young immigrants are a sizeable portion of the Italian youth. It becomes necessary to look at their lives and experiences, because they are an important part of the entire immigrant population, and they will become Italian citizens. The article explores the strategies that young immigrants use to construct their identities, paying attention to musical styles, fashion styles, ways to have fun. In fact they are useful tools in order to define and to communicate one's own identity. The aim is to underline how young immigrants' patterns of consumption could be considered as instruments to react or to be ‘assimilated' socially or culturally.Keywords Young immigrants, identity and adolescence, pattern of consumption.
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Dissertations / Theses on the topic "Pratiche di consumo"

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Polmoni, Elisa <1978&gt. "Buoni cibi per buoni pensieri. Rituali di consumo alimentare tra flussi di globalizzazione e pratiche di localizzazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1097/1/Tesi_Polmoni_Elisa.pdf.

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Abstract:
La tesi di dottorato “Buoni cibi per buoni pensieri. Rituali di consumo alimentare tra flussi di globalizzazione e pratiche di localizzazione” verte attorno allo studio e all’approfondimento della sociologia dei consumi, con particolare riferimento alle relazioni che si possono instaurare tra i comportamenti alimentari collettivi a livello locale e il sistema globale. Il focus dell’analisi si incentra sulla sostenibilità dei consumi, fenomenologia esemplificativa di una modalità di rapporto degli uomini con i cibi innovativa e al contempo nient’affatto scontata: non soltanto a livello individual-collettivo come strumento di intelligibilità sociale e costruzione di senso, ma anche sul piano sistemico come rapporto con l’ambiente e il mondo circostante. In effetti, il percorso di studi che ha condotto all’elaborazione teorica ed empirica della tesi di dottorato, pur muovendo da studi radicati nella letteratura socio-antropologica come il consumo dei cibi e la cultura da essi veicolata, viene oggi inquadrata all’interno di nuovi scenari sullo sfondo del mutamento socioeconomico: le pratiche di sostenibilità causate dalle ambivalenti ripercussioni giocate dalla globalizzazione sui sistemi sociali. Se è vero infatti che oggi si vive in una società complessa, caratterizzata dalla crescente centralità del sistema del consumo rispetto agli altri sottosistemi, è evidente come una ri-lettura critica delle sue dimensioni simboliche ed intersoggettive nel senso del ridimensionamento degli aspetti legati alla mercificazione e al materialismo, faccia sì che la tesi dottorale si orienti sulla ricerca di una sostenibilità oggi tanto diffusa, da sostanziarsi sempre più anche nelle pratiche di consumo alimentare. Oggetto specifico di questo lavoro sono dunque, senza pretesa di esaustività ma rappresentative del contesto spaziale preso in esame, fenomenologie del consumo alimentare italiano all’interno di uno scenario globale: in particolare, si affronta la nuova cultura della sostenibilità che nasce dall’incontro fra i cittadini-consumatori e le complesse tematiche emergenti del sistema sociale di riferimento.
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Polmoni, Elisa <1978&gt. "Buoni cibi per buoni pensieri. Rituali di consumo alimentare tra flussi di globalizzazione e pratiche di localizzazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1097/.

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Abstract:
La tesi di dottorato “Buoni cibi per buoni pensieri. Rituali di consumo alimentare tra flussi di globalizzazione e pratiche di localizzazione” verte attorno allo studio e all’approfondimento della sociologia dei consumi, con particolare riferimento alle relazioni che si possono instaurare tra i comportamenti alimentari collettivi a livello locale e il sistema globale. Il focus dell’analisi si incentra sulla sostenibilità dei consumi, fenomenologia esemplificativa di una modalità di rapporto degli uomini con i cibi innovativa e al contempo nient’affatto scontata: non soltanto a livello individual-collettivo come strumento di intelligibilità sociale e costruzione di senso, ma anche sul piano sistemico come rapporto con l’ambiente e il mondo circostante. In effetti, il percorso di studi che ha condotto all’elaborazione teorica ed empirica della tesi di dottorato, pur muovendo da studi radicati nella letteratura socio-antropologica come il consumo dei cibi e la cultura da essi veicolata, viene oggi inquadrata all’interno di nuovi scenari sullo sfondo del mutamento socioeconomico: le pratiche di sostenibilità causate dalle ambivalenti ripercussioni giocate dalla globalizzazione sui sistemi sociali. Se è vero infatti che oggi si vive in una società complessa, caratterizzata dalla crescente centralità del sistema del consumo rispetto agli altri sottosistemi, è evidente come una ri-lettura critica delle sue dimensioni simboliche ed intersoggettive nel senso del ridimensionamento degli aspetti legati alla mercificazione e al materialismo, faccia sì che la tesi dottorale si orienti sulla ricerca di una sostenibilità oggi tanto diffusa, da sostanziarsi sempre più anche nelle pratiche di consumo alimentare. Oggetto specifico di questo lavoro sono dunque, senza pretesa di esaustività ma rappresentative del contesto spaziale preso in esame, fenomenologie del consumo alimentare italiano all’interno di uno scenario globale: in particolare, si affronta la nuova cultura della sostenibilità che nasce dall’incontro fra i cittadini-consumatori e le complesse tematiche emergenti del sistema sociale di riferimento.
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BERGAMO, SONIA. "La scena aperta del consumo di Milano Rogoredo: contesto e pratiche in dialogo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/306490.

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Abstract:
Obiettivo: Nelle ricerche sui consumi di sostanze psicotrope, solitamente il contesto viene trattato come un prodotto di processi strutturali più ampi, riducendo le possibilità di una comprensione più accurata delle specificità locali. Durante il lavoro sul campo (2017-2018), Milano Rogoredo veniva considerata la più grande scena aperta del consumo osservabile nel nord Italia. L’obiettivo della ricerca è quello di documentare come il contesto in esame viene influenzato dalle pratiche di consumo e viceversa. Metodologia: La ricerca si serve della metodologia del caso studio per raccogliere e mettere in dialogo diversi tipi di informazioni. L’approccio etnografico utilizzato include interviste in profondità e semi strutturate (42), osservazione partecipante (70 giorni), articoli di cronaca, mappe e fotografie. La cornice teorica post-strutturalista, si basa sugli elementi analitici proposti da Duff (2007): spazio, incorporamento e pratiche. Risultati: La scena aperta del consumo di Rogoredo si configura come un luogo di segregazione socio-spaziale. Le pratiche di consumo che la caratterizzano, creano uno spazio di resistenza nella città tossica. Il disordine droga-correlato percepito dai cittadini porta alla richiesta di purificazione sociale e spaziale. La zona di resistenza che si configura nella scena aperta del consumo fa emergere di legami di comunità e favorisce la diffusione di pratiche di consumo, che richiedono competenze specifiche. La tecnologia della siringa riproduce mondi e divisioni sociali, così come differenze generazionali. La violenza permea le routine e le pratiche quotidiane, che includono lavoro sessuale droga correlato e attività informali di sussistenza. La mancanza di interventi di riduzione del danno strutturati e duraturi riduce lo spazio per negoziare questa violenza. Limiti/implicazioni: I risultati sono specifici del contesto in cui lo studio è stato condotto. I contatti e le informazioni sono stati raccolti in buona parte attraverso gli interventi di riduzione del danno (gatekeeeper). Considerata la strategia di reclutamento adottata, i consumatori non possono essere considerati come rappresentativi della popolazione di riferimento. Valore aggiunto: Nonostante un’ampia letteratura internazionale, l’Italia mostra una mancanza di studi sociologici sulle scene aperte del consumo, in particolare per quanto riguarda l’impatto del contesto sulle pratiche locali di consumo. I risultati possono orientare strategie di riduzione del danno più efficaci e fornire delle evidenze iniziali sull’impatto delle misure istituzionali adottate per far fronte alle scene aperte. La ricerca si propone anche come riferimento per future indagini sulle pratiche di consumo di sostanze psicotrope in relazione al contesto.
Purpose: In most recent drug research, context is still treated as a product of broad structural processes, reducing the chances for a more finely-grained understanding of time and place of consumption. At the time of the field work, Milano Rogoredo was the biggest urban open drug scene in northern Italy. Starting form this case study, the goal of the present work is to document how the specific context is produced through the activity of drug use and how the so constructed context intervenes in the modulation of drug use itself. Methodology: In the research, the case study methodology is implied in order to collect and put into dialogue data of different nature. Analysis was conducted through an ethnographic approach which includes in-depth and semi-structured interviews (42), participant observation (70 days), news articles and use of maps and photos. Drawing on a post-structural theoretical framework, the methodology is based on the analytical elements proposed by Duff (2007): space, embodiment and practices. Findings: Drug use practices embedded in the Milano Rogoredo open drug scene impact on space representations creating a place of resistance in the narcotic city. The so-called drug related nuisance tends to result in a claim for social and spatial purification from citizens. The resistance zone that develops within the open drug scene allows the emergence of community bonds and fosters the spread of drug use practices that involve specific skills. The social object of the syringe reproduces social worlds, social divisions and generational differences. Violence permeates the every-day routines and practices which include drug related sex work and beggary. The lack of structured harm reduction interventions reduces the space to negotiate this violence. Research limitations/implications: The results are specific of the context in which the study was conducted. Contacts and data were mainly gained starting from harm reduction interventions, since these organisations provide the most accessible contact with drug users. Given the recruitment strategy adopted, individuals who are part of the study cannot be considered as representative of the drug using population as a whole. Value/practical implications: Despite a wide international literature, Italy shows a lack of sociological accounts of open drug scenes, particularly regarding the impact of context on local drug use practices. This research gives visibility to the effect of the local setting on drug use practices in a long-lasting ODS in Milan (Italy). In the effort to make interventions always more effective, results can orient harm reduction strategies and provide initial evidence on the impact of institutional measures to face ODS. Along with punctual aspects, outcomes can also orient future research on drug consumption practices and context relevance in drug use settings.
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DE, MARCO ELISABETTA LUCIA. "La narrazione come approccio di studio delle “diete” mediali dei tweens: il digital storytelling come metodo etnografico e partecipato di ricerca e di riflessione sulle pratiche di produzione e di consumo mediale." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331731.

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Abstract:
La narrazione come approccio di studio delle “diete” mediali dei tweens: il digital storytelling come metodo etnografico e partecipato di ricerca e di riflessione sulle pratiche di produzione e di consumo mediale. ABSTRACT Le storie sono ovunque. Le storie sono il modo in cui ogni giorno percepiamo, organizziamo e comunichiamo la nostra vita. Nel nostro modo di vivere sono ormai presenti in modo pervasivo i media digitali. Con le storie raccontiamo il nostro modo di vivere e il nostro modo di utilizzare le tecnologie. Anche il rapporto tra vita e media digitali è fatto di storie; gli oggetti (le tecnologie digitali) le contengono e le raccontano. Le storie digitali che produciamo, per loro stessa natura, ci raccontano come le persone si relazionano con i media digitali, che uso/consumo ne fanno. Il lavoro di ricerca, partendo da tali considerazioni, si propone di indagare le forme di consumo mediale attraverso un approccio di tipo narrativo. La ricerca si concentra sui tweens al fine di individuare, attraverso delle storie digitali (digital storytelling), alcune tipologie generali di “diete” mediali. La ricerca confronta i dati rilevati dalla letteratura (quadro teorico e best practices) con situazioni reali di consumo mediale al fine di individuare i criteri guida per la definizione di tipologie generali di “diete” mediali a cui riportare i più comuni gesti di uso/consumo mediale giovanile. Il lavoro di ricerca sostiene che la metodologia del digital storytelling può essere adottata come metodo etnografico di documentazione narrativa delle pratiche di produzione e consumo mediale dei tweens. Il campo di ricerca individuato è quello del digital storytelling, che oltre ad essere usato come metodologia didattica coinvolgente ed immersiva, sarà studiato come strumento per la raccolta di informazioni e di dati relativi alle pratiche mediali dei tweens all’interno di contesti significativi. Il framework teorico-metodologico che sorregge il lavoro di tesi, è individuato nello spazio di intersezione di due correnti teoriche: quella sociologica dei cultural studies e quella pedagogica del socio-costruttivismo. Il lavoro di tesi recupera i tre concetti chiave dei cultural studies: 1) il concetto di soggettività; 2) il concetto di cultura; 3) il concetto di cornice sociale. Dalla scelta del framework teorico dei cultural studies deriva la prima opzione metodologica della ricerca fondata principalmente sul filone d’indagine della fruizione mediale che viene denominato come etnografia del consumo mediale. La letteratura metodologica di riferimento si colloca all’incrocio tra l’analisi del consumo come pratica soggettiva dotata di senso e l’analisi dei media come luogo di esperienza individuale e relazionale. Dall’approccio socio-costruttivista si recupera l’idea di una conoscenza socialmente costruita centrata sulla “costruzione di significato” attraverso forme di collaborazione e negoziazione sociale. Una costruzione della conoscenza come scambio, come processo interattivo, come narrazione. È qui che si colloca la seconda opzione metodologica della ricerca centrata sul digital storytelling. La tesi si articola in quattro capitoli. I primi due capitoli costituiscono l’impianto teorico-metodologico della tesi, i capitoli III e IV quello empirico. Nello specifico nel Capitolo I viene introdotto il framework teorico della tesi, principalmente basato su tre binomi: 1) media e minori, 2) narrazione ed educazione 2) consumo mediale e competenze digitali. Nel Capitolo II, quello metodologico, vengono illustrate le specifiche metodologie dell’etnografia del consumo mediale applicate al digital storytelling per studiare le diete mediali giovanili. Il Capitolo III è invece un compendio tecnico relativo al digital storytelling ovvero una descrizione dettagliata delle principali esperienze, progetti e dispositivi nazionali, europei e internazionali realizzate in questo campo. Nel Capitolo IV si cerca di delineare il profilo del tween nuovo narratore/consumatore di tecnologie incrociando alcuni dati raccolti sul campo, attraverso un questionario, e i dati che emergono da rapporti e ricerche sulla dieta mediale degli adolescenti.
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BUGLIONE, ANTONIO. "Il costo energetico di varie forme di locomozione umana : implicazioni teoriche e pratiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1269.

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Abstract:
Lo scopo principale della tesi di dottorato è stato quello di studiare il costo energetico di varie forme di locomozione umana in diverse condizioni sperimentali. Nella fattispecie, le forme di locomozione e le condizioni sperimentali studiate, sono state: I. la corsa in linea ed a navetta, con metodica continua ed intermittente; II. la corsa a navetta intermittente con cambi di senso normali o rapidi, e gli effetti di 5 settimane di allenamento, sul costo energetico della corsa in linea ed a navetta intermittente; III. la corsa in linea ed a navetta intermittente in calciatori professionisti prima e dopo un periodo di allenamento; IV. lo yo-yo endurance test ed il costo energetico della corsa in linea in calciatori professionisti (serie C1) prima dopo sei mesi di allenamento e gare; V. la corsa in linea ed a navetta : differenza tra calciatori professionisti e maratoneti amatori di buon livello; VI. il cammino in piano ed in salita, di soggetti, maschi e femmine, fisicamente attivi e gli effetti dell’allenamento sul costo energetico del cammino in piano ed in salita; VII. la pagayata di kayakers e canoisti (canoa canadese) appartenenti alla nazionale juniores di canoa kayak . Risultati principali: 1. il costo energetico della corsa a navetta intermittente può essere interpolata in modo univoco da una funzione che tenga conto dell’energia cinetica, che nella corsa continua, ovviamente , è nulla, mentre nella corsa intermittente a navetta varia in funzione della distanza e velocità (R2 0,970); 2. dopo 5 settimane di allenamento di corsa a navetta intermittente è migliorato il costo energetico sia della corsa a navetta su 18,5m e su 8,5m (6,10% P< 0,002 e 14,15% P<0,05), che della corsa in linea sul nastro trasportatore (7,06% P< 0,003); 3. nei calciatori dopo un periodo di allenamento di 2 o 6 mesi il costo energetico della corsa in linea, a 13,5 km/h sul nastro, peggiora in maniera significativa in tutti in tutte le squadre valutate (serie A, primavera, C1)(6,23% P< 0,01e 13,81% P< 0,0001); 4. il V’O2max misurato nello yo-yo endurance non è correlato con la distanza percorsa e con quello stimato (R2 0,264 e R2 0,263), e la percentuale di miglioramento del V’O2max misurato non è correlata con quella della distanza percorsa (R2 0,010); 5. il costo energetico della corsa a navetta è maggiore nei maratoneti rispetto ai calciatori presumibilmente perché il gesto non è specifico della disciplina praticata e quindi più dispendioso (8,8% P< 0,01). 6. il costo energetico del cammino in piano ed in salita è maggiore nei maschi rispetto alle femmine (in piano 4, 5, 6 km/h 0% + 16, 9.6 e 7.4% in salita a 5 km/h a pendenza del 5, 10, 15% + 14.3, 16.2, 13.9%) . 7. in kayakers e canoisti (canoa canadese) di alto livello abbiamo correlato la prestazione migliore realizzata in gara con quella calcolata teoricamente. Quest’ultima è stata ottenuta dalla relazione individuale tra Ėr = f (t) ed Ėmax = f (t), dove Ėr è la potenza metabolica richiesta per coprire la distanza in questione ed Ėmax è la massima potenza metabolica. Il tempo t per cui Ėr = Ėmax è stato assunto come il tempo teorico migliore sulla distanza considerata. Tempi e velocità teoriche individuali sono stati essenzialmente uguali a quelle misurate nelle recenti competizioni (R2 0,917).
The main purpose of this thesis was to study the energy cost of various forms of human locomotion, in several experimental conditions specifically forms of locomotion, and experimental conditions, were: I. continuous and intermittent linear and shuttle running; II. intermittent shuttle running with normal or fast changes of direction, and the effects of 5 weeks of training, on the energy cost of the linear or shuttle intermittent running; III. linear and shuttle intermittent running of professional soccer players before and after a training period; IV. yo-yo endurance test and the energy cost of running on line of professional soccer players (Category: Serie A, Primavera, C1) before and after six months of training competition; V. linear and shuttle running: the difference between professional soccer players and amateur marathoners of good level; VI. walking on flat terrain and uphill of male and female physically active subjects, and the effects of training on the energy cost of horizontal surface or uphill walking; VII. Paddling of the kayakers and canoeists (Canadian canoe) belonging to National Junior Canoeing Kayak. Main results: 1. the energy cost of intermittent shuttle running can be univocally interpolated uniquely by a function taking into account the kinetic energy that, in the continue run, of course, is zero, but in the intermittent shuttle run varies depending on distance and speed (R2 0,970); 2. after 5 weeks of intermittent shuttle running training, the corresponding energy cost over 18.5 m or 8.5 m increased by 6,10% P< 0,002 and 14,15% P<0,05, and that of linear running on the treadmill by 7,06% P< 0,003; 3. in soccer players, after a training period of 2 or 6 months, the energy cost of linear running at 13.5 km/h on the treadmill increased (i.e. became worse) significantly in all teams (Series A , spring, C1 ; by 6,23% (P< 0,01) and 13,81% ( P< 0,0001); 4. V'O2maxmeasured in the yo-yo endurance test is not correlated with the distance covered nor with estimated V'O2max value (R2 0,264 e R2 0,263); nor is the percentage improvement V’O2max correlated with the corresponding distance increase (R2 0,010); 5. the energy cost of shuttle running is higher in marathoners than in to soccer players probably because in the former case shuttle running is not specific to the practiced discipline and therefore more expensive (8,8% P< 0,01); 6. the energy cost of walking on the level or uphill treadmill is greater in males than in females (on flat terrain at 4, 5, 6 km/h by 16, 9.6and 7.4%; at 5 km/h on a 5, 10, 15 %incline by 14.3, 16.2 and 13.9 % respectively); 7. in high level kayakers and canoeists individual best performances achieved in practice were correlated with those theoretically calculated. In turn, these were obtained from the individual relationships Ėr=f(t) and Ėmax=f(t), where Ėr is the metabolic power required to cover the distance in question and Ėmax the maximal metabolic power. The time yielding Ėr=Ėmax was assumed to yield the best performance time. Individual theoretical best times and speeds were essentially equal to those measured during actual competitions(R2 0,917).
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Spillare, Stefano <1979&gt. "L’esperienza turistica tra pratica di consumo e fattore di sviluppo locale sostenibile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5512/1/spillare_stefano_tesi.pdf.

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Abstract:
La società dei consumi ha reso ogni ambito vitale suscettibile di mercificazione. Il capitalismo ha da tempo svestito la prassi produttiva dei suoi elementi più pesanti per vestire i panni della dimensione simbolica e culturale. Il consumo fattosi segno, dimensione immateriale delle nostre vite materiali, ha finito per colonizzare l'ambito dell'esperienza e, quindi, della vita stessa. Il consumo diventa, innanzitutto, esperienza di vita. Una esperienza continuamente cangiante che ci permette di vivere numerose vite, ognuna diversa. Ciò che è stabile è il paradigma consumistico che investe la nostra stessa identità, l'identità dei luoghi, l'identità del mondo. Il nomadismo è la dimensione più tipica del consumo, così come la perenne mobilità della vita è la dimensione propria dell'epoca globale. Tuttavia, le nuove forme di consumerismo politico, etico e responsabile, conseguenti al montare dei rischi globali, investendo proprio l’ambito dell’esperienza e del consumo, contribuiscono a modificare i comportamenti in senso “riflessivo” e “glocale”. L’ambito turistico, rappresentando al contempo il paradigma esperienziale e quello della mobilità globale, può diventare allora l’osservatorio privilegiato per indagare queste stesse forme riflessive di consumo, le quali forniscono un significato del tutto nuovo tanto all’esperienza quanto al consumo stesso. Il lavoro di tesi vuole allora approfondire, attraverso lo studio di caso, il modo in cui nuove forme emergenti di turismo responsabile possano rappresentare una chiave d’accesso a nuove forme di sviluppo sostenibile dei territori locali in contesti di prima modernizzazione.
The consumer society coommodify every vital area. Capitalism has stripped its productive praxis from its traditional heavier elements in order to assume a symbolic and cultural dimension. Consumption as a sign express immaterial dimension of our materials lives,  colonize  experience and life itself. Nowadays, the nomadism is the most typical dimension of consumption, as well as the everlasting mobility of life is the size of the global era. Consumption mostly becomes life experience: a never-ending changing experience that allows us to live many lives, one different from the other. The only stable aspect is just the consumerist paradigm that invests our own identities, as well as the identities of places and, by the end, the identity of the world. However, new forms of political consumerism, either ethical or responsible, raising from the growing global risks society, contribute to change behavior in a "reflexive" and “glocal” way investing the experience area and consumption scope. Tourism, representing both experiential paradigm and the global mobility one, may be considered as a privileged observatory to investigate these reflexive forms of consumption, which assign a whole new meaning to experience and consumption. This dissertation aims to explore, throughout a case study, the way the emerging forms of responsible tourism may become a basic key to access to new forms of sustainable development of local areas in earlier modernization contexts.
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7

Spillare, Stefano <1979&gt. "L’esperienza turistica tra pratica di consumo e fattore di sviluppo locale sostenibile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5512/.

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Abstract:
La società dei consumi ha reso ogni ambito vitale suscettibile di mercificazione. Il capitalismo ha da tempo svestito la prassi produttiva dei suoi elementi più pesanti per vestire i panni della dimensione simbolica e culturale. Il consumo fattosi segno, dimensione immateriale delle nostre vite materiali, ha finito per colonizzare l'ambito dell'esperienza e, quindi, della vita stessa. Il consumo diventa, innanzitutto, esperienza di vita. Una esperienza continuamente cangiante che ci permette di vivere numerose vite, ognuna diversa. Ciò che è stabile è il paradigma consumistico che investe la nostra stessa identità, l'identità dei luoghi, l'identità del mondo. Il nomadismo è la dimensione più tipica del consumo, così come la perenne mobilità della vita è la dimensione propria dell'epoca globale. Tuttavia, le nuove forme di consumerismo politico, etico e responsabile, conseguenti al montare dei rischi globali, investendo proprio l’ambito dell’esperienza e del consumo, contribuiscono a modificare i comportamenti in senso “riflessivo” e “glocale”. L’ambito turistico, rappresentando al contempo il paradigma esperienziale e quello della mobilità globale, può diventare allora l’osservatorio privilegiato per indagare queste stesse forme riflessive di consumo, le quali forniscono un significato del tutto nuovo tanto all’esperienza quanto al consumo stesso. Il lavoro di tesi vuole allora approfondire, attraverso lo studio di caso, il modo in cui nuove forme emergenti di turismo responsabile possano rappresentare una chiave d’accesso a nuove forme di sviluppo sostenibile dei territori locali in contesti di prima modernizzazione.
The consumer society coommodify every vital area. Capitalism has stripped its productive praxis from its traditional heavier elements in order to assume a symbolic and cultural dimension. Consumption as a sign express immaterial dimension of our materials lives,  colonize  experience and life itself. Nowadays, the nomadism is the most typical dimension of consumption, as well as the everlasting mobility of life is the size of the global era. Consumption mostly becomes life experience: a never-ending changing experience that allows us to live many lives, one different from the other. The only stable aspect is just the consumerist paradigm that invests our own identities, as well as the identities of places and, by the end, the identity of the world. However, new forms of political consumerism, either ethical or responsible, raising from the growing global risks society, contribute to change behavior in a "reflexive" and “glocal” way investing the experience area and consumption scope. Tourism, representing both experiential paradigm and the global mobility one, may be considered as a privileged observatory to investigate these reflexive forms of consumption, which assign a whole new meaning to experience and consumption. This dissertation aims to explore, throughout a case study, the way the emerging forms of responsible tourism may become a basic key to access to new forms of sustainable development of local areas in earlier modernization contexts.
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8

VANNACCI, BENEDETTA. "Pratiche di consumo e brand experience: il ruolo del prodotto di marca nei consumi alimentari del fuori casa." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/10808/28143.

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Abstract:
In questo lavoro viene proposta la pratica come unità di analisi delle dinamiche economiche e dei comportamenti di consumo. La prospettiva adottata è quella del consumatore che all’interno di essa acquista un’offerta commerciale di servizio, e vive l’esperienza di un’offerta commerciale di prodotto. L’obiettivo è quello di indagare, a partire da un approccio per pratiche, il ruolo del prodotto di marca nel mercato away from home; in un settore in cui passa in secondo piano rispetto al service provider, può avere comunque capacità d’azione con la propria brand experience? I risultati suggeriscono che ciò dipende dalla categoria e in alcune, come nel beverage, il margine di manovra è ancora molto ampio.
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9

GISSARA, MARCO. "Città immaginate: il Pigneto-Prenestino e la sua fabbrica. Rigenerazione urbana e pratiche dal basso." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1104820.

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Abstract:
La tesi si propone di contribuire alla ricerca sulle forme di intervento sulla città esistente, ponendosi alcuni obiettivi specifici correlati. In particolare, anche mediante l’analisi del caso-studio, assume importanza il riconoscimento delle possibili interazioni fra politiche e pratiche. Il lavoro si articola a partire dall’approfondimento teorico-interpretativo sulle caratteristiche dell’urbanizzazione contemporanea, sulle grandi problematiche ecologiche odierne e gli spazi di azione per individui e comunità nelle trasformazioni urbane. Passando per l’analisi critica delle politiche urbanistiche romane degli ultimi venticinque anni, la ricerca approfondisce il caso studio della riappropriazione ad uso pubblico dell’area dell’ex fabbrica Snia Viscosa nel quartiere del Pigneto-Prenestino, ritenuto significativo in ragione degli obiettivi descritti in precedenza. Le conclusioni, infine, si inseriscono all’interno del dibattito sulle possibilità di trasformazione dell’esistente e sul ruolo della conoscenza urbanistica in tal senso, lasciando dei margini di apertura per immaginare sviluppi e traiettorie future.
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Books on the topic "Pratiche di consumo"

1

Cibo locale: Percorsi innovativi nelle pratiche di produzione e consumo alimentare. Napoli: Liguori editore, 2013.

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2

Legami di nuova generazione: Relazioni familiari e pratiche di consumo tra i giovani discendenti di migranti. Bologna: Il mulino, 2010.

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3

Nigro, Giampiero, ed. Il commercio al minuto. Domanda e offerta tra economia formale e informale. Secc. XIII-XVIII / Retail Trade. Supply and demand in the formal and informal economy from the 13th to the 18th century. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-751-7.

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Abstract:
La distribuzione dei beni di consumo nell’Europa medievale e moderna era multiforme e coinvolgeva spazi e attori diversi. Nelle fiere e nei mercati, nelle botteghe più o meno grandi delle città si vendeva ogni tipo di derrate alimentari e di oggetti necessari alla vita quotidiana. Erano anche innumerevoli i piccoli ambulanti che tenevano banco per strada, i contadini che raggiungevano la città per offrire i prodotti dei loro orti o del pollaio, della caccia o della raccolta spontanea, passando di casa in casa. Mercanti ambulanti percorrevano con le loro balle e casse anche le vie meno frequentate, raggiungendo villaggi e frazioni disperse. Una grande molteplicità di attori economici che concorrevano assieme a raggiungere ogni tipo di consumatore, dai più agiati ai più umili. L’obiettivo del progetto di ricerca è stato quello di comprendere l’organizzazione economica e l’evoluzione di queste diverse forme di commercio al minuto. Sul piano dei risultati, i contributi raccolti in questo volume costituiscono la risposta storiograficamente più aggiornata ad alcune delle questioni proposte, come l’analisi dei legami tra le diverse scale spaziali (dalla bottega alle reti europee di mercanti ambulanti), del commercio formale e informale tra regola e pratica, della circolazione dei beni fra città e campagna, delle tensioni fra gli attori di questi scambi, le loro rivalità e i loro accordi, ma anche le attese dei consumatori e le esigenze dello stato, e degli effetti sull’organizzazione istituzionale e dei mestieri della distribuzione nel periodo compreso fra il Medioevo e il XVIII secolo.
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4

Ammannati, Francesco, ed. Religione e istituzioni religiose nell'economia europea. 1000-1800 - Religion and Religious Institutions in the European Economy. 1000-1800. Florence: Firenze University Press, 2012. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-126-3.

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Abstract:
La religione è senza dubbio il fenomeno culturale più importante nella storia del mondo. Essa era onnipresente nella vita quotidiana medievale e della prima età moderna. In tutte le epoche e tutte le culture, essa è stata condizionata dall’economia; per altro verso ha esercitato una profonda influenza non solo sulle teorie, ma anche sulla pratica, le consuetudini, le norme, i consumi, gli strumenti e in genere sulla complessiva organizzazione economica. Gli stessi flussi migratori, che hanno prodotto effetti e trasformazioni significative nell’assetto economico europeo sono stati in molti casi collegati a problematiche di tipo religioso. Il volume che raccoglie gli atti della Settimana di Studi datiniana esplora attraverso 44 contributi scientifici questa relazione dinamica e complessa, che coinvolse le tre principali religioni europee: Cristianesimo, Giudaismo ed Islamismo, ma anche le esperienze particolari all’interno di ogni confessione. Esse infatti conobbero, in contesti diversi, diverse interpretazioni e divergenti espressioni dogmatiche e dottrinali, cui corrisposero significative differenze nella evoluzione degli strumenti e dei rapporti economici europei e del Mediterraneo, a partire dall’inizio del secondo millennio.
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Book chapters on the topic "Pratiche di consumo"

1

Inserra, Simona. "‘Accomodare, inquaternare, scrivere li libri’: pratiche di produzione, uso e consumo dei libri nel monastero benedettino di san Nicolò l’Arena di Catania tra 1666 e 1716." In Memorie di carta, 169–84. Ledizioni, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.12616.

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2

Marello, Carla, Marina Marchisio, and Marta Pulvirenti. "Esplorare (con) i Dizionari Digitali e trasferire competenze di consultazione." In Politiche e pratiche per l’educazione linguistica, il multilinguismo e la comunicazione interculturale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-501-8/024.

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Abstract:
As Internet became more widespread, the use of printed dictionaries decreased. However, users’ abilities to consult online dictionaries are still not adequately developed. The project Esplorare (con) i Dizionari Digitali – through Moodle platform – allows users to carry out online exercises in order to develop both their linguistic knowledge and their ability to consult online dictionaries of different languages. We present the results of an study that involved around 300 students of Italian secondary schools, showing how the structure of the platform and the exercises, common to all languages, leads to transfer of skills. The exercises were created using Möbius Assessment, an automatic assessment system, already tested for scientific subjects.
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