Academic literature on the topic 'Potenziale archeologico'

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Journal articles on the topic "Potenziale archeologico"

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Witcher, Robert. "Broken pots and meaningless dots? Surveying the rural landscapes of Roman Italy." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 39–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003226.

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Abstract:
VASI ROTTI E PUNTI PRIVI DI SIGNIFICATO? RICOGNENDO IL PAESAGGIO RURALE DELL'ITALIA ROMANAIn questo articolo mi domando come mai il rapido sviluppo metodologico delle indagini di superficie come tecnica per lo studio dell'Italia romana rurale non è stato accompagnato da sviluppi paralleli nelle branche teoretiche e interpretative. L'indagine di superficie rimane legata ad un limitato range di domande guidate da testi e domande ‘processuali’, ed è isolata da un più ampio pensiero archeologico circa la cultura materiale e il paesaggio. In forte contrasto con altre regioni e periodi, lo studio del paesaggio romano d'Italia continua a focalizzarsi sui siti, sulla ceramica e sui processi, piuttosto che sui luoghi, la gente e le idee. lo auspico un cambiamento epistemologico per portare gli studi verso un dialogo con la piu ampia disciplina. A questo scopo vengono sottoposte a critica pratiche teoretiche e metodologiche. La convinzione che la ricognizione è incapace di rispondere a questioni come l'identità sociale viene abbandonata attraverso una ‘decostruzione’ di come la conoscenza archeologica viene costruita. Una serie di potenziali soggetti di ricerca vengono discusse al fine di delineare una nuova agenda per le ricognizioni in Italia. Il fine è quello di stimolare una diversificazione degli approcci che realizzino pienamente il potenziale informativo della ricognizione come contributo alla studio dei paesaggi romani.
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Clark, Gillian. "Animals and animal products in medieval Italy: a discussion of archaeological and historical methodology." Papers of the British School at Rome 57 (November 1989): 152–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009120.

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Abstract:
ANIMALI E PRODOTTI ANIMALI NELL'ITALIA MEDIEVALE: UNA DISCUSSIONE DI METODO STORICO E ARCHEOLOGICOQuesto studio discute i diversi tipi di approccio — quello archeologico e quello storico che, in generale, si possono adottare nello studio dei sistemi economici del passato ed in particolare nello studio del ruolo degli animali e dei prodotti animali nell'Italia medievale. Una serie di problemi vengono anzitutto posti come punto di partenza dell'indagine; sono poi discusse le fonti disponibili: archeologiche, storiche, artistiche e letterarie; sono infıne prese in considerazione le risposte possibili allo stato attuale. E' chiaro che tutti e quattro i tipi di fonti sono in grado di apportare preziosi contributi alla ricerca, fornendo in taluni casi dei quadri simili, in altri immagini tra loro contrastanti. E' chiaro al tempo stesso che ciascun tipo di fonte ha i suoi dementi di forza, quelli di debolezza, le sue lacune. Le testimonianze archeologiche rappresentano, ad esempio, un potenziale enorme per la comprensione dei aspetti produttivi del sistema economico, per i quali i dati documentari sono scarsi; le fonti storiche devono essere considerate come il mezzo più importante per la comprensione delle complesse forme di organizzazione del commercio urbano. Viene comunque messo in evidenza come il ruolo di animali e prodotti animali debba essere defınite all'interno di ogni singolo contesto e come tale ricerca non possa che assumere un carattere interdisciplinare.
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Arrighetti, Andrea. "Materiali e tecniche costruttive del Mugello tra basso Medioevo e prima Età Moderna." Arqueología de la Arquitectura, no. 13 (January 17, 2017): 037. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.001.

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Abstract:
[it] Il Mugello è un’area a medio-alto rischio sismico situata sulla catena montuosa appenninica a confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna. Il territorio si caratterizza per una nutrita presenza di insediamenti di lunga durata caratterizzata da edifici storici ben conservati, dei quali la maggior parte risultano strutture religiose. Una zona del Mugello, tra il 2010 ed il 2014, è stata interessata dal progetto “Archeologia dell’architettura e rischio sismico in Mugello”, una ricerca incentrata sulla sperimentazione del potenziale informativo del processo di analisi archeologica come forma di conoscenza, prevenzione e tutela dell’edilizia medievale dal rischio sismico. Fra i risultati che sono emersi dalle indagini archeologiche hanno svolto un ruolo centrale le considerazioni inerenti l’approvvigionamento ed utilizzo dei materiali costruttivi per l’edificazione e la modifica delle strutture architettoniche, in un periodo compreso fra il Basso Medioevo e l’Età Moderna.
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Whitehouse, Ruth D. "Exploring gender in prehistoric Italy." Papers of the British School at Rome 69 (November 2001): 49–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001768.

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Abstract:
INDAGINI SULL'IDENTITá DI GENERE NELL'ITALIA PREISTORICAGli studi sull'identitá di genere in archeologia, sviluppatisi in maniera significativa solo negli anni '90, non hanno ancora avuto un grande impatto sull'archeologia italiana. Questo articolo propone un'apertura a piu largo raggio sul tema. L'autore non si propone di dare alcuna interpretazione definitiva, ma fornisce invece un apparato critico sugli studi in materia esistenti e discute il potenziale di alcuni specifici approcci all'archeologia ed identita di genere nell'Italia preistorica. Viene presentata una ricognizione cronologica dell'Italia preistorica e protostorica, dall'Alto Paleolitico all'Età del Ferro, in cui vengono discussi alcuni tipi di informazioni promettenti per lo studio dell'identità di genere e vengono inoltre indicati possibili argomenti da svilupparsi in futuro. L'autore si auspica che studi archeologici che tengano in considerazione l'identità di genere possano contribuire ad una comprensione maggiore delle società del passato, in Italia cosi come altrove.
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Kay, Stephen. "Andrea Augenti (ed.). Classe: indagini sul potenziale archeologico di una città scomparsa. 290 pages, 116 b&w & colour illustrations, 17 tables. 2011. Bologna: Ante Quem; RavennAntica; Fondazione Parco Archaeologico di Classe; Dipartimento di Archaeologia dell'Università di Bologna; 978-88-7849-052-9 paperback € 30." Antiquity 86, no. 334 (December 2012): 1241–42. http://dx.doi.org/10.1017/s0003598x0004850x.

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De Angelis, Franco. "Estimating the agricultural base of Greek Sicily." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 111–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003895.

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Abstract:
UNA STIMA DELLA BASE AGRICOLA DELLA SICILIA GRECALo studio dell'agricoltura dell'antica Grecia si è sviluppato notevolmente in questi ultimi decenni; tuttavia in Sicilia, un'isola nota in antichità per la sua capacità e prodotti agricoli, l'interesse sembra essere stato alquanto limitato. Una delle ragioni per questa mancanza di interesse va ricercata nella struttura delle discipline accademiche, che tradizionalmente prevedono la divisione degli studiosi in due gruppi distinti: gli storici, che concentrano la loro attenzione primariamente sulle incomplete fonti scritte, e gli archeologi, che si occupano principalmente di storia dell'arte e della conferma della veracità delle fonti scritte. Numerosi problemi di studio e potenziali aree di interesse, quali ad esempio quelle relative all'ambiente naturale, all'uso del territorio ed ai modelli insediativi (le quali rientrano nell'ambito della geografia umana o storica), non sono toccati da questi due approcci. Questo articolo vuole rappresentare un primo passo nello studio di questi problemi, in risposta al recente appello di Nenci per un'indagine di quella che lui chiama la ‘Sicilia frumentaria’. Loscopo di questo studio è di proporre una stima delle dimensioni della base agricola della Sicilia greca. La prima parte discute le fonti e la metodologia. La seconda prende in considerazione il clima e tenta di stabilire le approssimative dimensioni e la natura dei territori utilizzati dalle undici principali città-stato dell'isola. Inoltre, una quantificazione della terra agricola disponibile e dei limiti superiori della popolazione che poteva essere sostenuta da tali risorse nel momento in cui queste venissero adoperate al loro massimo potenziale viene anche discussa. I risultati supportano l'idea che la Sicilia greca possedesse una grande potenziale agricolo, e che l'isola potesse sostenere una popolazione due volte superiore a quella creduta da Beloch, come anche Holm aveva in precedenza concluso.
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Cubberley, A. L., J. A. Lloyd, and P. C. Roberts. "Testa and Clibani: The Baking Covers of Classical Italy." Papers of the British School at Rome 56 (November 1988): 98–119. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009570.

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Abstract:
TESTA E CLIBANI: LE TEGLIE DA FORNO NELL'ITALIA CLASSICAIn questo articolo si esaminano nel dettaglio due elementi di grande importanza nell'utensileria da cucina di epoca romana, il “testum” ed il “clibanus”. Le testimonianze letterarie suggeriscono per i termini “testum” e “clibanus” una forte sovrapposizione, tanto da far pensare. che essi definiscano in realtà il medesimo oggetto — la teglia da forno.Attingendo a recenti dati archeologici si può tentare di caratterizzare tipologicamente le teglie da forno in terracotta, ponendo in rilievo la loro forma estremamente tipica. Questo facilita l'identificazione di esempi da altri siti, spesso raggiunta attraverso il riordino del vasellame, ed indica il vastissimo uso delle teglie da forno in gran parte della penisola italiana, in tutti i contesti socioeconomici. Si propone qui una tipologia provvisoria fornita di riferimenti cronologici.Cambiamenti nelle forme e nelle dimensioni di questo tipo di vasellame sono posti in evidenza e discussi, così come si nota l'apparente declino che esso sembra aver subito, a partire dalla fine del I sec. d.C, in alcune aree geografiche. Il declino sembrerebbe almeno in parte essere stato causato da un accresciuto uso di oggetti di questo tipo in ceramica maggiormente raffinata.Si ricorda infine che nell'articolo vengono enumerati diversi potenziali terreni di applicazione dello studio delle teglie da forno.
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Dissertations / Theses on the topic "Potenziale archeologico"

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Della, Mora Angelica <1996&gt. "Lio Piccolo e Lio Maggiore: topografie e potenziale archeologico degli antichi lidi Altinati tra età romana e alto medioevo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21688.

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Abstract:
Il Progetto di tesi mira a ricomporre i dati archeologici e topografici dell’area dell’antico litorale della città di Altino, corrispondente alle attuali isole/barene di Lio Piccolo e Lio Maggiore. Attraverso la raccolta dati e la loro sistematizzazione su base GIS, il lavoro di ricerca tratterà i dati di archivio della soprintendenza, la letteratura archeologica e storica locale e alcune segnalazioni di ritrovamenti sporadici. I recenti dati stratigrafici provenienti dallo scavo dell’area della villa di Lio Piccolo forniranno un confronto puntuale, sia rispetto le informazioni relative alle quote e alla qualità del dato archeologico, sia in riferimento a dati quantitativi e qualitativi del dato ceramico. La ricerca ha un duplice obiettivo. Il primo è quello di ricostruire le linee di insediamento e le modalità di occupazione dell’area costiera dall’epoca Romana al periodo medievale. Il secondo obiettivo è definire la qualità del dato archeologico fino ad ora raccolto, elaborando modelli circa il potenziale archeologico delle distinte unità topografiche comprese dallo studio.
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Lucchini, Alice <1989&gt. "Una carta di potenziale dei depositi archeologici dell'Arsenale di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10411.

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Abstract:
La tesi consiste in una valutazione di potenziale dei depositi archeologici dell’Arsenale di Venezia e ha duplice obbiettivo: registrare i vuoti all’interno dell’area e evidenziare il potenziale del sepolto, attraverso logiche predittive. Allo scopo di conoscere meglio le stratigrafie verranno presi in considerazione gli studi archeologici e storici sul complesso, i dati della Soprintendenza archeologica, la documentazione d’archivio di diversi soggetti, la cartografia storica e la fotografia aerea, i dati noti sulla geomorfologia dell’area e quelli forniti dai carotaggi. Tutte le informazioni saranno gestite con software GIS e il lavoro si concluderà con la creazione di una carta di potenziale.
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Geminiani, Sofia. "Potenziale informativo dei macroinvertebrati bentonici in archeologia: i molluschi marini del Paleolitico di Grotta di Fumane (Verona)." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20813/.

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Abstract:
Il sito archeologico di Grotta di Fumane (Verona) riveste un ruolo di rilievo in Europa per via delle numerose e importanti testimonianze sulla vita dei neandertaliani e dei primi Homo sapiens nel Pleistocene superiore. Nello specifico sono stati analizzati i resti malacologici provenienti dai livelli protoaurignaziani e aurignaziani della grotta. Gli obiettivi di questo studio sono: 1) effettuare una revisione tassonomica per le specie di molluschi presenti nella collezione; 2) reperire informazioni sulle attuali aree di approvvigionamento degli stessi e 3) studiarne le caratteristiche morfologiche ed ecologiche al fine di determinare criteri di scelta delle conchiglie e comprenderne l’utilizzo da parte di H. sapiens. A tal fine è stata eseguita una attività di ricerca online tramite i siti “World Register of Marine Species” (WoRMS) e del “Censimento della Malacofauna marina italiana” del Centro ENEA - Santa Teresa (La Spezia), inoltre è stata consultata letteratura specialistica. La revisione tassonomica ha evidenziato che tre specie sul totale hanno attualmente una nomenclatura binomiale differente. Il 91% delle specie si trova lungo le coste italiane. Circa il 68% dei ritrovamenti ricadono nei primi 10 metri di profondità (spiaggia). Il 67.7% circa dei ritrovamenti è stata reperita su fondali prevalentemente rocciosi e coralligeni. Il calcolo della media pesata (per esemplari) delle dimensioni massime delle specie in collezione è di circa 18,5 millimetri. La ricerca sui pattern cromatici dimostra che la maggior parte degli esemplari presenta un pattern cromatico prevalente rosso o rosa (circa il 55,5%). In conclusione si ritiene che i reperti in collezione siano stati raccolti da H. sapiens in prevalenza su spiagge caratterizzate da substrato prevalentemente roccioso e/o detritico dalle aree del litorale tirrenico o croate ad uso ornamentale. Si ritiene che questo lavoro possa rappresentare un contributo alla conoscenza delle prime società di H. sapiens.
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Vianello, Marco <1988&gt. "Archeologia urbana a Treviso: carta del noto e ragionamenti preliminari verso l'analisi del potenziale della risorsa sepolta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4237.

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Abstract:
L'elaborato prevede la costruzione di una cartografia tematica (mappe di fase, mappa delle funzionalità, DTM) relativa allo stato delle conoscenze sulla risorsa sepolta del centro storico di Treviso e lo studio dei dati, inseriti in ambiente GIS, per condurre un'analisi preliminare sulla consistenza dei depositi antropici, verso una più approfondita valutazione del potenziale archeologico della città.
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Books on the topic "Potenziale archeologico"

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MAPPA, Metodologie applicate alla predittività del potenziale archeologico. Roma: Nuova cultura, 2012.

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Classe: Indagini sul potenziale archeologico di una città scomparsa. Bologna: Ante quem, 2011.

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A misura d'uomo 2: Aggiornamento alla carta del potenziale archeologico di Cesena. Sesto Fiorentino (Firenze): All'insegna del giglio, 2021.

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4

Mantova: Topografia e potenziale archeologico della Civitas Vetus dalla tarda antichità all'alto Medioevo. Quingentole (Mantova): SAP,Società archeologica s.r.l., 2015.

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5

author, Irollo Giolinda, and Notomista Mario author, eds. Carta del potenziale archeologico e del patrimonio edilizio storico del Comune di Gragnano (NA). Amalfi: Centro di cultura e storia amalfitana, 2016.

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Book chapters on the topic "Potenziale archeologico"

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Sarti, Lucia. "Potenziale didattico e di valorizzazione dell’archeologia preistorica dell’area fiorentina." In Archeologia a Firenze: Città e Territorio, 425–32. Archaeopress Publishing Ltd, 2015. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvr43k06.41.

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