Academic literature on the topic 'Politiche sociali - Valutazione'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Politiche sociali - Valutazione.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Politiche sociali - Valutazione"

1

Decataldo, Alessandra, Anna Grimaldi, Daniela Luisi, and Mara Tognetti Bordogna. "Social work education e valutazione delle politiche pubbliche." Sinappsi 12, no. 2 (2022): 94–105. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-02-7.

Full text
Abstract:
Il contributo si propone di analizzare gli usi della ricerca e della valutazione per qualificare il fare professionale degli/delle assistenti sociali e migliorare gli strumenti del welfare locale. Buone programmazioni territoriali necessitano di migliorare le scelte di policy e definire i contenuti del lavoro sociale come policy practice. La social work education, come ambito formativo e di ricerca, può veicolare temi rilevanti quali la partecipazione, l’advocacy, la co-produzione (co-progettare e co-programmare) e la ricerca valutativa applicata alle politiche di welfare locale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Ferrazza, Daniela. "Street Level Evaluation: un approccio innovativo allo studio delle politiche sociali." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001005.

Full text
Abstract:
La valutazione street level dei servizi sociali č un approccio particolare nello studio e nella valutazione dei servizi pubblici, che sta guadagnando sempre piů apprezzamento nelle comunitŕ professionali. Essa si basa sul presupposto che i burocrati street level, hanno un ruolo cruciale nella realizzazione di servizi sociali/progetti/politiche e stabilisce che tale ruolo, lungi dall'essere un ostacolo, č creativo e attivo. La formula della Street Level Evaluation comprende una tecnica di osservazione diretta, di un processo partecipativo di valutazione e una particolare attenzione per le strategie del professionista, in base al presupposto che le politiche sono qualcosa che la gente fa. Ci sono diversi fattori che siamo stati in grado di cogliere, grazie a questo approccio, e che riguardano essenzialmente quegli aspetti del lavoro sociale che non possono essere trovati nei documenti e nelle dichiarazioni. Prima di tutto, gli aspetti organizzativi per la divisione del lavoro informale che influenzano molto la qualitŕ del servizio. Inoltre, le strategie degli operatori sociali messe in atto per sostenere le richieste dei clienti evidenziano spesso l'uso di potere discrezionale da parte di tali lavoratori. Abbiamo considerato questa discrezionalitŕ come un "neutro" componente della politica e siamo stati in grado di chiarire come questo potrebbe contribuire a costruire un migliore disegno di valutazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Gianecchini, Martina, Nicoletta Masiero, and Enrico Miatto. "Formazione professionale ed esiti occupazionali: un modello di valutazione e un'applicazione al Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 111–33. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002011.

Full text
Abstract:
L'articolo affronta il tema dell'inserimento occupazionale dei giovani in possesso di una qualifica professionale. Viene proposto un modello di valutazione della formazione professionale che considera tre prospettive: quella del mercato del lavoro (focalizzata sulla "qualitÀ" dell'inserimento occupazionale post-qualifica), quella del sistema formativo (centrata sull'efficacia e l'efficienza dell'ingresso) e quella dell'individuo (relativa alla percezione di utilitÀ delle competenze apprese e al livello di soddisfazione rispetto all'esperienza formativa nel suo complesso). Il modello č stato elaborato all'interno del progetto di ricerca nazionale biennale "Valutazione degli esiti e dell'impatto delle Politiche formative nell'ambito della formazione professionale" finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinato da Ires, del quale vengono presentati una sintesi dei risultati con riferimento al Veneto.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Ciucci, Filippo. "Valutazione e Pubblica Amministrazione: il contributo della partecipazione alla decisione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 11–37. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001002.

Full text
Abstract:
La valutazione puň contribuire ai processi decisionali. In particolare una strategia partecipata permette di venire fuori punti di vista, i bisogni, le aspettative e le questioni degli stakeholders. Ma il processo di partecipazione ha bisogno di essere seguito e metodologicamente verificato passo dopo passo: non č una strategia priva di rischi. I ricercatori devono essere attenti a coinvolgere gli stakeholders e ad utilizzare strumenti adatti. La partecipazione deve essere l'occasione per molti attori sociali e non un lusso per pochi. Nella prima parte di questo articolo sono riportate le misure e le caratteristiche dell'introduzione della valutazione nella Pubblica Amministrazione italiana. Nella seconda parte sono descritti i motivi e le dimensioni della valutazione partecipata, insistendo sulla sua utilitŕ per le politiche e per il processo decisionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Spera, Mariangela, Elisa Colě, and Antonella Rissotto. "La Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma: un'esperienza di ricerca-intervento in contesto sociosanitario." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 191–207. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002011.

Full text
Abstract:
Il progetto di "Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma", realizzato dall'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2004 su incarico del Dipartimento alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma. La ricerca-intervento realizzata rappresentava una risposta alle diverse esigenze: dell'Ente Locale, che sentiva la necessitŕ di dotarsi di strumenti di valutazione, e dei Servizi, che soffrivano una condizione di isolamento rispetto al contesto istituzionale e territoriale. Il progetto, frutto della dialettica tra i diversi, ha coinvolto numerosi attori dei 26 Centri Diurni romani e ha previsto la realizzazione di attivitŕ relative a: qualitŕ, organizzazione, rappresentazioni sociali, progettazione delle attivitŕ, formazione. Nell'articolo sono descritte le fasi di sviluppo del progetto ed evidenziati alcuni aspetti, come ad esempio il coinvolgimento attivo di operatori e responsabili nelle attivitŕ di ricerca; i cambiamenti attivati nel lavoro dei Centri Diurni; la ridefinizione del ruolo e delladell'Ente Locale. Sono inoltre proposte alcune riflessioni metodologiche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Fasanella, Antonio, and Annalisa Di Benedetto. "La valutazione dei pari nelle scienze sociali e politiche. la lezione della VQR 2004-2010." SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, no. 2 (September 2015): 44–72. http://dx.doi.org/10.3280/sp2015-002003.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Pregno, Cristiana, and Barbara Rosina. "Tra sfiducia e insicurezza: strategie e strumenti del servizio sociale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2013): 49–66. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004003.

Full text
Abstract:
L'assistente sociale č un professionista che puň ridurre la distanza tra il cittadino e l'istituzione attraverso la promozione di contatti tra sistemi diversi. Ha competenze e risorse per affrontare problemi specifici, esercita la sua expertise nel rapporto diretto con la persona e nella partecipazione e nella costruzione, a diversi livelli, di obiettivi e pratiche comuni fra servizi per la produzione di benessere e nella dimensione della valutazione di efficacia, di appropriatezza, di risultato, di qualitŕ, di soddisfazione dei cittadini. Le autrici, a partire da una riflessione sulla collocazione lavorativa degli assistenti sociali, sulle sfide poste dall'insicurezza e dalla sfiducia nell'agire professionale quotidiano, individuano nell'integrazione socio-sanitaria un luogo di co-costruzione della fiducia e nella formazione professionale continua la possibilitŕ di partecipazione attiva ai processi di integrazione fra politiche ed interventi nel rispetto dei riferimenti valoriali della professione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Anessi Pessina, Eugenio, Americo Cicchetti, Federico Spandonaro, Barbara Polistena, Daniela D’Angela, Cristina Masella, Giuseppe Costa, et al. "Proposte per l'attuazione del PNRR in sanità: governance, riparto, fattori abilitanti e linee realizzative delle missioni." MECOSAN, no. 119 (November 2021): 89–117. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119005.

Full text
Abstract:
Il PNRR è un documento di alta visione e di allocazione di importanti risorse di investimento per il SSN che devono garantire valore entro 5 anni, per ottenere l'effettivo riconoscimento finanziario da parte della EU e giustificare l'aumento del debito per le generazioni future. La partita attuativa è, quindi, solo iniziata e durerà 5 anni: un tempo breve in cui occorre definire la progettazione esecutiva per ogni misura, costruire pianificazioni regionali, attuare le politiche nelle singole aziende sanitarie locali. Il successo non può allora considerarsi scontato, richiedendo grande coesione di intenti, da perseguirsi con un forte impegno finalizzato a creare convergenze e collaborazione istituzionale. Nell'ottica descritta, un gruppo di studiosi di economia, management e politiche sanitarie, appartenenti a sei università, ha ritenuto di confrontarsi sul tema, ed esperire il tentativo di trovare una convergenza di visioni sul futuro del SSN (e del suo ruolo nelle politiche economiche e sociali del Paese), da consegnare alla valutazione delle istituzioni e al dibattito scientifico. Questa spontanea iniziativa ha permesso di elaborare delle proposte attuative sulla governance e sul riparto del PNRR, sull'autonomia e i vincoli per le regioni e le loro aziende, sullo sviluppo dei fattori abilitanti e sulla progettazione organizzativa e operativa delle diverse missioni del PNRR.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Amaddeo, Francesco, Paola Bonizzato, Franco Rossi, Jennifer Beecham, Martin Knapp, and Michele Tansella. "Evaluating costs of mental illness in Italy. The development of a methodology and possible applications." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 4, no. 2 (August 1995): 145–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003833.

Full text
Abstract:
RiassuntoScopo - Il presente lavoro, oltre a fare il punto sui più recenti sviluppi della valutazione economica degli interventi effettuati nel settore della salute mentale, propone una metodologia per la valutazione dei costi, applicable nella situazione assistenziale italiana, messa a punto tenendo conto degli sviluppi suddetti. Metodo e risultati - I presupposti per realizzare questo tipo di valutazione sono l'identificazione dei servizi sanitari e sociali offerti ai pazienti con disturbi psichici, la raccolta di dati sull'utilizzazione dei servizi sanitari (costi diretti) e sull'uso di altri servizi e risorse all'interno del sistema socio-economico (costi indiretti) e l'assegnazione di un valore monetario a tali costi. È stato quindi realizzato un elenco dettagliato degli interventi effettuati e delle attività svolte nei Servizi Psichiatrici Territoriali italiani, con particolare riferimento al Servizio di Verona-Sud. Di ciascuno/a di essi è stato stimato il costo (Lista dei Costi Unitari o LICU). Si è tenuto conto, inoltre, degli altri servizi socio-sanitari, pubblici e privati, disponibili sul territorio, degli interventi delle Forze dell'ordine, delle associazioni di volontariato e dei gruppi di self-help. In questo articolo vengono descritte, in dettaglio, le procedure che hanno portato alia quantificazione dei costi per tre di queste attività (le degenze in SPDC, le visite ambulatoriali ed i gruppi socio-riabilitativi). È stata inoltre sviluppata un'intervista (ICAP) per raccogliere i dati sull'utilizzazione dei servizi e sulle condizioni socio-economiche degli utenti. Per verificarne l'applicabilità, le eventuali difficoltà di comprensione e la durata di somministrazione, l'ICAP è stata testata in cinque pazienti. Conclusioni - Uno sviluppo particolarmente interessante ci sembra quello di utilizzare su vasta scala PICAP e la LICU, allo scopo di realizzare studi epidemiologically-based e poter predire ed analizzare i costi in relazione a variabili socio-demografiche, alia diagnosi, alia storia psichiatrica precedente ecc. È necessario sottolineare l'importanza, per le politiche e la pratica sanitaria, di un'analisi combinata di costi, bisogni ed esito (outcome). Una ricerca di questo tipo è attualmente in corso a Verona-Sud.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Mancini, Elena. "Diritto alla salute, equità e governance delle malattie neglette e della povertà / Right to health, equity and governance of neglected diseases and poverty." Medicina e Morale 65, no. 4 (October 6, 2016): 477–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.444.

Full text
Abstract:
L’articolo esamina la salute quale diritto umano fondamentale nelle principali Carte internazionali. Sarà in particolare ricostruito il percorso storico-concettuale che ha portato al riconoscimento della natura complessa e inclusiva del diritto alla salute. Il fallimento delle politiche sanitarie mirate a sconfiggere singole malattie - come avvenuto nel caso della malaria - ha imposto una maggiore attenzione verso i determinanti sociali della salute, dando origine ad un processo che ha portato a concepire la salute quale problema di equità internazionale la cui soluzione richiede la realizzazione di condizioni sociali, economiche e ambientali e la promozione di libertà umane fondamentali. Il diritto a godere del più alto livello di salute ricomprende oltre al diritto all’accesso a cure mediche e a farmaci di qualità, anche la disponibilità di misure igieniche, di corrette informazioni sanitarie e la protezione di libertà fondamentali quali la libertà dall’esclusione sociale e il possesso di titoli per l’accesso concreto alle cure essenziali primarie. Viene proposta una interpretazione dei diversi modelli di giustizia sanitaria elaborati per l’individuazione delle priorità nella utilizzazione delle risorse sanitarie, nella pianificazione degli interventi anche a livello internazionale e per la valutazione dei risultati da questi conseguiti in termini di equità e di protezione dei diritti umani. Sono esaminati gli indicatori e i parametri utilizzati per monitorare la progressiva realizzazione del diritto alla salute e l’efficacia degli interventi internazionali nel promuovere l’accesso universale alle cure con particolare attenzione alle strategie di contrasto delle malattie neglette e della povertà. In particolare viene illustrato il modello delle libertà sostanziali quali “capacitazioni” teorizzato da Amartya Sen e sviluppato da Martha Nussbaum nelle sue possibili applicazioni nell’ambito dell’accesso universale alle cure e delle possibili linee di azione della solidarietà internazionale.----------The aim of this article is to study health as a fundamental right in the main International Charters. We want to underline the historical and conceptual way that led to the recognition of the complex and inclusive nature of right to health. The failure of some sanitary policies supposed to defeat some illnesses – as it happened for malaria fever – obliged to give a better attention towards the social and economic determinants of health and consider the process that led to a new meaning of health: health as a problem of international equity. To realize this goal, is necessary, first of all, to understand social, economic and environmental conditions and to promote fundamental human freedoms. The right to enjoy a good level of health means not only to have the right to access to medical treatments or to high qualities medicines, but also to have a high level of sanitary measures and a correct sanitary information and to enjoy the right of freedom in order to avoid social exclusion and to obtain the access to primaries health treatment. In this article there is a proposal to help a better interpretation of the different models of justice in health care which are supposed to define equity in allocating main resources that are necessary to the international planning of the interventions. The results reached by international health policies are evaluated with regard to equity and protection of human rights. This proposal analyses the indicators and the parameters used to realize and control the progressive realization of the right to health and the impact of the international interventions used in order to promote a universal access to treatments; in particular it examines the strategies used against the neglected tropical diseases. In details it explains the model of substantial freedoms as capabilities, as it has been theorized by Amartya Sen and developed by Martha Nussbaum, used in their possible applications with regards to universal access to treatments and also to feasible international solidarity actions.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Politiche sociali - Valutazione"

1

Vetro, Carla. "La social network analysis nella valutazione delle politiche sociali." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/341.

Full text
Abstract:
2009 - 2010
Il tema della valutazione emerge periodicamente nella discussione politica italiana. L’azione del valutare, che rappresenta ormai un’operazione ricorrente nella vita quotidiana, diviene una pratica consolidata anche in seno alle istituzioni pubbliche, indispensabile per costruire un giudizio sul funzionamento delle politiche stesse. La pratica valutativa si rivela, però, difficile da applicare in contesti complessi e dinamici come quelli che caratterizzano gli interventi nel sociale, dove la complessità attiene alla eterogeneità e pluralità di attori coinvolti e alla multiproblematicità dei bisogni territoriali. Quando la riuscita di una politica di intervento dipende non solo dalle capacità di coordinamento dall’alto, cioè di chi programma gli interventi sociali e offre i servizi per rispondere ai bisogni di una comunità, ma anche dalla volontà e dalla partecipazione dal basso, cioè di chi fruisce degli interventi, risulta chiaro quanto un processo di valutazione diventi complesso. In tali situazioni, le tecniche della Social Network Analysis (di seguito analisi delle reti sociali) risultano particolarmente adatte a rilevare, studiare ed interpretare le interazioni di tutti gli attori coinvolti in uno o più interventi di politica sociale. Tali tecniche di analisi vengono utilizzate sempre più spesso nella ricerca valutativa, in quanto si presuppone che ci possa essere una relazione fra le caratteristiche della rete, costituita dagli attori sociali coinvolti nell’attuazione di un programma, e l’efficacia del programma stesso. [a cura dell'autore]
IX n.s.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Guglielmetti, Chiara <1976&gt. "Diseguaglianza e politiche sociali. La pluridimensionalità come criterio di impostazione e metodo di valutazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/437/1/Chiara_Guglielmetti_-_tesi_dottorato.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Guglielmetti, Chiara <1976&gt. "Diseguaglianza e politiche sociali. La pluridimensionalità come criterio di impostazione e metodo di valutazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/437/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Melchiori, Francesco Maria <1980&gt. "Un framework per la valutazione della formazione di conoscenza come outcome delle politiche socio-educative." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1123.

Full text
Abstract:
La riduzione della disponibilità delle risorse per il Welfare, unitamente alla necessità di un loro uso più adeguato e pertinente, ha determinato una maggiore attenzione verso la valutazione dei risultati ottenuti dai differenti interventi delle politiche pubbliche - e in particolare delle politiche socio educative - che si è poi rivolta anche verso la ricerca delle logiche e delle ragioni sottostanti al funzionale raggiungimento degli obiettivi di risultato delle politiche; la stessa Commissione Europea ha avviato uno specifico percorso di ricerca, denominato Social Outcome of Learning (SOL), che ha esplorato le ricadute dell’educazione formale e non-formale sullo sviluppo delle politiche sociali. L’apprendimento e la formazione diventano quindi centrali per la riuscita e il successo di una politica; di qui la necessità di realizzare degli strumenti concettuali che intercettino il valore educativo e formativo latente delle politiche, e in particolare di quelle di carattere socio-educativo, per migliorarne la progettazione e la programmazione. Sul tracciato disegnato dalla ricerca SOL, questa Tesi di dottorato approfondisce la prospettiva relativa all’influenza che la conoscenza sulle tematiche delle politiche sociali - generata da un apprendimento informale determinato a sua volta dall’attuazione degli interventi, in particolare di tipo socio-educativo - possa favorire il raggiungimento dei risultati delle politiche stesse, soprattutto in funzione di una loro replicazione nel tempo. Per comprovare la tesi è stata definita una specifica teoria valutativa sostanziale, sviluppata secondo la metodologia comparativa della grounded theory, che si è fondata sull'individuazione di categorie quali: la conoscenza tacita e la conoscenza consapevole, gli effetti degli interventi di policy socio-educative, i framework valutativi; la scomposizione e separazione dei risultati (outcome). Inoltre, nell’ambito teorico sono stati considerati sia il modello di analisi e interpretazione dei risultati sia la selezione dell’intervento di politica socio-educativa da utilizzare per impiegare il framework valutativo e accreditare i risultati. Il percorso di sviluppo è stato segnatamente caratterizzato dal passaggio sistematico tra “azione sul campo” e “riflessione teorica”, che ha permesso di precisare anche le categorie della valutazione dei risultati, o outcome (learning, actions, conditions). In particolare, l’azione sul campo ha puntualizzato la condizione concreta delle pratiche valutative nell'ambito degli interventi di politica socio-educativa, ed ha focalizzato i bisogni effettivi dei policy maker e degli stakeholder. L’applicazione sperimentale del framework valutativo ad un intervento socio-educativo, orienta l'attenzione verso l'individuazione di risultati evidence-based che possano essere utili ai decisori politici nell'ulteriore sviluppo di interventi di politica socio educativa. La generazione della teoria valutativa, in conclusione, ha permesso di mettere in luce una inedita relazione tra la pedagogia e l’insieme costituito dalla policy analysis, dalle teorie psicosociali del cambiamento e degli approcci della valutazione, pervenendo così alla presentazione di una pedagogia per la valutazione delle politiche socio educative.
The reduction in the availability of the resources for the Welfare together with the necessity of their more suitable and relevant use has brought about an increase in the attention for the evaluation of the outcomes obtained by the different interventions of the public policies – particularly of the socio-educational policies – that has been secondly directed to the search of the reasons underpinning the functional accomplishment of the outcome objectives of the policies; the European Commission itself has started a specific research path called Social Outcome of Learning (SOL) that has analyzed the effects of the formal and non formal education on the development of the social policies. Learning and education become therefore central for the success of a policy, consequently it arises the necessity to develop conceptual tools that are able to acknowledge the latent educational value of the policies, particularly of the socio-educational ones in order to improve their planning and their scheduling. On the path designed by the SOL research, this Ph.D thesis deepens the perspective concerning the influence that the knowledge about social policy topics –produced by an informal learning brought about, in its turn, by the implementation of the interventions in particular of the socio-educational ones – may foster the achievement of the outcomes of the policies themselves , above all in function of their replication over the time. In order to demonstrate this thesis it has been defined a specific substantial evaluational theory; this theory has been developed according to the comparative methodology of the grounded theory, based on the identification of the following categories: the tacit knowledge and the conscious knowledge, the effects of the interventions of socio-educational policies, the evaluational frameworks; the breaking down and separation of the results (outcomes). Moreover, in the theoretical field, it has been taken into consideration both the analysis and interpretation model of the outcomes and the selection of the intervention of socio-educational policy to be used to employ the evaluational framework and bear out the outcomes. The development path has been notably characterized by the systematic shift from the “action in the field” to the “theoretical reflection”, which has permitted to define also the categories for the evaluation of the results or outcomes (learning, actions, conditions). In particular, the action in the field has clarified the concrete condition of the evaluation practices within the interventions of socio-educational policy and has put the stress on the effective necessities of the policy makers and stakeholders. The experimental application of the evaluational framework to a socio-educational intervention directs the attention to the identification of evidence-based outcomes which can be useful to the decision makers for the further development of interventions of socio-educational policy. In conclusion, the creation of the evaluational theory has allowed to highlight an original connection between pedagogy and the group formed by the policy analysis, the psychosocial theories of change and of the evaluation approaches, thus coming to the presentation of a pedagogy for the evaluation of the socio-educational policies.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

HAMMAD, AHMED TAREK. "Tecniche di valutazione degli effetti dei Programmi e delle Politiche Pubbliche. L' approccio di apprendimento automatico causale." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/110705.

Full text
Abstract:
L'analisi dei meccanismi causali è stata considerata in varie discipline come la sociologia, l’epidemiologia, le scienze politiche, la psicologia e l’economia. Questi approcci permettere di scoprire relazioni e meccanismi causali studiando il ruolo di una variabile di trattamento (come ad esempio una politica pubblica o un programma) su un insieme di variabili risultato di interesse o diverse variabili intermedie sul percorso causale tra il trattamento e le variabili risultato. Questa tesi si concentra innanzitutto sulla revisione e l'esplorazione di strategie alternative per indagare gli effetti causali e gli effetti di mediazione multipli utilizzando algoritmi di apprendimento automatico (Machine Learning) che si sono dimostrati particolarmente adatti per rispondere a domande di ricerca in contesti complessi caratterizzati dalla presenza di relazioni non lineari. In secondo luogo, la tesi fornisce due esempi empirici in cui due algoritmi di Machine Learning, ovvero Generalized Random Foresta e Multiple Additive Regression Trees, vengono utilizzati per tenere conto di importanti variabili di controllo nell'inferenza causale seguendo un approccio “data-driven”.
The analysis of causal mechanisms has been considered in various disciplines such as sociology, epidemiology, political science, psychology and economics. These approaches allow uncovering causal relations and mechanisms by studying the role of a treatment variable (such as a policy or a program) on a set of outcomes of interest or different intermediates variables on the causal path between the treatment and the outcome variables. This thesis first focuses on reviewing and exploring alternative strategies to investigate causal effects and multiple mediation effects using Machine Learning algorithms which have been shown to be particularly suited for assessing research questions in complex settings with non-linear relations. Second, the thesis provides two empirical examples where two Machine Learning algorithms, namely the Generalized Random Forest and Multiple Additive Regression Trees, are used to account for important control variables in causal inference in a data-driven way. By bridging a fundamental gap between causality and advanced data modelling, this work combines state of the art theories and modelling techniques.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

GARCIA, MARIA MELODY. "Saggi sulla valutazione d'impatto e governance nelle Filippine e sul Social Banking in Italia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1401.

Full text
Abstract:
I Parte. Saggio sulla valutazione d’impatto e governance nelle Filippine. Titolo: Può l’informazione sulla performance del governo locale indurre la partecipazione civile? Riscontri dalle Filippine. (Journal of Development Studies, in fase di pubblicazione). La domanda se la popolazione sia motivata a impegnarsi in attività civiche una volta informata della performance dei loro governi locali è rilevante per molti paesi in via di sviluppo che hanno adottato la decentralizzazione. Applicando la tecnica del propensity score matching su un originale dataset di famiglie intervistate nelle Filippine, gli autori trovano che la conoscenza dell’indice di performance del governo locale ha un impatto positivo e statisticamente significativo sulla probabilità di partecipare ad organizzazioni civiche e progetti locali. In questo modo, i risultati supportano le politiche a favore di una più grande trasparenza nella governance locale per rafforzare il senso di cittadinanza.
Titolo: Che differenza può fare il performance rating? Stima della capacità del governo locale delle Filippine di rispondere alle esigenze della comunità locale usando la metodologia difference-in-difference. In molti paesi che hanno attuato la decentralizzazione, si enfatizza sempre di più la volontà di migliorare la credibilità degli amministratori locali al fine di renderli più sensibili ai bisogni dei loro cittadini. Questo articolo dimostra con evidenze empiriche che la comunicazione pubblica degli indici di performance possono indurre i governi locali a diventare più ricettivi. I risultati sono basati sull’applicazione della metodologia difference-in-difference su di un originale dataset di famiglie intervistate durante un progetto pilota di 3 anni che riguardava un sistema di valutazione amministrativa in 12 municipalità e città delle Filippine. I risultati sono consistenti con quanto previsto dai modelli sugli organismi politici riguardo al comportamento dell’utente. Si traggono alcune linee guida sui canoni da rispettare per disegnare ed implementare indicatori di performance.
Parte II. Saggi sulle Banche Etiche in Italia. Titolo: Credit rationing e credit view: evidenze empiriche da dati sui prestiti. La letteratura empirica ha provato a identificare il credit rationing e le sue determinanti usando dati di bilanci o di indagini sulle imprese. In questi studi ci sono però forti problemi di equivalenza dell’osservazione, d’identificazione e di bias nelle interviste. L’articolo analizza le determinanti del credit rationing direttamente sui files di credito guardando alla differenza tra l’ammontare richiesto e quello erogato a ciascun creditore da dati bancari ufficiali. Usando modelli di scelta discreta, i risultati micro econometrici trovati supportano l’ipotesi del credit view, dimostrando che il tasso di rifinanziamento della Banca Centrale Europea è significativamente e positivamente correlato con una parte (ma non tutto) il fenomeno del credit rationing. Questo risultato è consistente con l’ipotesi che tale variabile abbia un’influenza sul volume totale dei prestiti bancari.
Titolo: Le teorie sul collateral funzionano anche per le banche etiche? Gli autori studiano le determinanti della collateralizzazione di un insieme di file di credito di persone giuridiche in una banca del tipo “Grameen” (Banca Popolare Etica) che cerca di riconciliare la sostenibilità economica con il perseguimento di fini sociali. La percentuale molto alta di prestiti non collateralizzati (circa il 42 percento) appare consistente con un approccio multi stakeholder (orientato al cliente) che internalizza i costi sociali di un fallimento dei creditori collateralizzati. Facendo uso di un’approccio multinomial logit, i risultati trovati documentano che la collateralizzazione dipende positivamente dal rischio ex ante del creditore (individuato con una proxy dai record di passata insolvenza) e, negativamente, dal rapporto con il prestatore. L’effetto dell’incentivo sembra funzionare dato che i creditori colletarizzati sono ex ante, ma non ex post, più rischiosi.
Part I. Essays on Impact Evaluation and Governance in the Philippines. Title: Can information about local government performance induce civic participation? Evidence from the Philippines (Journal of Development Studies, forthcoming) The question of whether people are motivated to engage in civic activities once informed of their local government’s performance is relevant to many developing countries that adopted decentralization. Applying propensity score matching technique on a unique household-level dataset from the Philippines, it is found that the knowledge of an index of local government performance has positive and statistically significant effects on the likelihood of membership in local organizations and participation in local projects. Thus, the results support policies for greater transparency in local governance to deepen citizenship.
Title: What difference can performance ratings make? Difference-in-difference estimates of impact on local government responsiveness in the Philippines. In many countries that have decentralized, improving the accountability of local officials is increasingly emphasized to make them more responsive to their constituents’ needs. This paper provides evidence that the public announcement of performance ratings can induce local governments to become responsive. The evidence is based on application of a difference-in-difference method on a unique household-level dataset collected during the three-year pilot test of a rating system in 12 municipalities and cities in the Philippines. The results are consistent with the predictions of political agency models of incumbent behavior. Some policy guidelines on the design and implementation performance benchmarks are made.
Part II. Essays on Social Banking in Italy. Title: Credit rationing and credit view: empirical evidence from loan data. The empirical literature tries to identify credit rationing and its determinants by using balance sheet data or evidence from corporate surveys. Observational equivalence, identification problems, and interview biases are serious problems in these studies. The paper analyses the determinants of credit rationing directly on credit files by looking at the difference between the amount demanded and supplied to each borrower from official bank records. Using discrete choice models, the findings provide microeconomic evidence in support of the credit view hypothesis showing that the European Central Bank refinancing rate is significantly and positively related to partial (but not total) credit rationing. This finding is consistent with the hypothesis that such variable affects the total volume of bank loans.
Title: Do collateral theories work in social banking. We study the determinants of collateralization on the universe of credit files of non individual borrowers in a “Grameen’s type” Bank (Banca Popolare Etica) which aims to reconcile economic sustainability with the pursuit of social goals. The extremely high share of uncollateralized loans (around 42 percent) appears consistent with a multi stakeholder (customer oriented) approach which internalizes the welfare costs of default of collateralized borrowers. Using multinomial logit approach, the findings document that collateralization depends positively on ex ante borrower’s risk (proxied by non performing past track record) and, negatively, on relationship lending. The incentive effect seems to work since collateralized borrowers are ex ante, but not ex post, riskier.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

SORIANI, CRISTINA. "THE RECOVERY OF COMPANIES INFILTRATED BY CRIMINAL ORGANISATIONS: AN EVALUATION OF THE ITALIAN POLICY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17474.

Full text
Abstract:
La criminalità organizzata ha aumentato la propria presenza nell’economia legale attraverso l’infiltrazione in aziende, generando così delle conseguenze negative per il sistema economico e alterando le relazioni tra attori economici. Molti paesi europei hanno adottato dei sistemi di recupero di capitali illeciti, ma l’Italia è la sola che prevede anche il recupero di aziende come misura di contrasto efficace. La politica di recupero dei capitali illeciti dovrebbe ridurre l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende, ma ad oggi è assente una valutazione la politica di recupero delle aziende infiltrate da gruppi criminali. Questa tesi intende valutare la politica di recupero delle aziende infiltrate dalla criminalità organizzata in Italia. L’analisi riguarda la valutazione dell’efficacia, efficienza e impatto di questa politica e, attraverso lo studio di nove casi, propone un nuovo quadro di analisi che combina diversi metodi (es. analisi degli indici di bilancio) e fonti (es. casi giudiziari e bilanci). Lo studio dei casi mostra che il recupero delle aziende è efficace se l’amministratore giudiziario ha esperienze manageriali; è efficiente se i procedimenti di recupero sono brevi e l’azienda viene destinata ad uso sociale; ed ha un impatto positivo se i media e le associazioni locali si interessano alle sorti dell’azienda.
By misusing legitimate businesses, organised crime is increasingly present in legal economies, generating serious consequences for legal systems and distorting relationships among legal actors. Several European countries have adopted asset-recovery regimes, but Italy is the only one that foresees the confiscation of companies as an effective countermeasure. Taking profits out of crime should curtail its infiltration into legitimate businesses, but there are no evaluations of the recovery of companies once infiltrated by organised crime. This study aims to evaluate the recovery of confiscated companies infiltrated by organised crime in Italy. It measures the effectiveness, efficiency and impact of this policy, and, analysing nine cases to assess the achievement of the policy objectives, proposes a new analytical framework that combines different methods (e.g. financial ratio analysis) and sources (e.g. judicial files and balance sheets) to evaluate asset-recovery policies. The results from case studies show that the recovery of companies is effective if the legal administrator has managerial skills; it is efficient if the proceedings are short and the company is disposed to social reuse; and it has a positive impact if media and local associations show an interest in the company.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

SORIANI, CRISTINA. "THE RECOVERY OF COMPANIES INFILTRATED BY CRIMINAL ORGANISATIONS: AN EVALUATION OF THE ITALIAN POLICY." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17474.

Full text
Abstract:
La criminalità organizzata ha aumentato la propria presenza nell’economia legale attraverso l’infiltrazione in aziende, generando così delle conseguenze negative per il sistema economico e alterando le relazioni tra attori economici. Molti paesi europei hanno adottato dei sistemi di recupero di capitali illeciti, ma l’Italia è la sola che prevede anche il recupero di aziende come misura di contrasto efficace. La politica di recupero dei capitali illeciti dovrebbe ridurre l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende, ma ad oggi è assente una valutazione la politica di recupero delle aziende infiltrate da gruppi criminali. Questa tesi intende valutare la politica di recupero delle aziende infiltrate dalla criminalità organizzata in Italia. L’analisi riguarda la valutazione dell’efficacia, efficienza e impatto di questa politica e, attraverso lo studio di nove casi, propone un nuovo quadro di analisi che combina diversi metodi (es. analisi degli indici di bilancio) e fonti (es. casi giudiziari e bilanci). Lo studio dei casi mostra che il recupero delle aziende è efficace se l’amministratore giudiziario ha esperienze manageriali; è efficiente se i procedimenti di recupero sono brevi e l’azienda viene destinata ad uso sociale; ed ha un impatto positivo se i media e le associazioni locali si interessano alle sorti dell’azienda.
By misusing legitimate businesses, organised crime is increasingly present in legal economies, generating serious consequences for legal systems and distorting relationships among legal actors. Several European countries have adopted asset-recovery regimes, but Italy is the only one that foresees the confiscation of companies as an effective countermeasure. Taking profits out of crime should curtail its infiltration into legitimate businesses, but there are no evaluations of the recovery of companies once infiltrated by organised crime. This study aims to evaluate the recovery of confiscated companies infiltrated by organised crime in Italy. It measures the effectiveness, efficiency and impact of this policy, and, analysing nine cases to assess the achievement of the policy objectives, proposes a new analytical framework that combines different methods (e.g. financial ratio analysis) and sources (e.g. judicial files and balance sheets) to evaluate asset-recovery policies. The results from case studies show that the recovery of companies is effective if the legal administrator has managerial skills; it is efficient if the proceedings are short and the company is disposed to social reuse; and it has a positive impact if media and local associations show an interest in the company.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Mela, Giulio. "Assessing the Economic, Environmental and Social Sustainability of Biofuel Policies." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3425833.

Full text
Abstract:
Biofuels started to raise interest almost 40 years ago, when the Arab oil embargo pushed oil prices up and therefore spurred the research towards new forms of energy. Nevertheless, biofuel production has not really taken off until recently, when the combination of high oil prices, concern about greenhouse gas emissions, and the progressive reduction of oil reserves induced many countries across the world to implement policies encouraging biofuels production. At the beginning of the 2000s, biofuels were seen as a panacea for energy security (domestic energy source, highly reliable), economic stability (energy price stability, rural development, employment generation, reduce supply-demand gap for agricultural commodities), and for environment protection (better waste utilization, GHG emissions reduction), especially after the drawing up of the Kyoto protocol, according to which signatory countries had to reduce their GHG emissions by about 5% from their 1990 levels, by 2012. Biofuels are currently produced from agricultural commodities, therefore their repercussions on the agricultural and food sector might be substantial. In this framework it is clear that the responsibility that big countries (those able to affect world prices) have is substantial. Countries like the US, Brazil, and the EU have been encouraging biofuel production in recent years and ended up artificially creating a new market for agricultural commodities without fully understanding, a priori, the possible negative consequences of such decision. They decided to subsidize renewables because of the increased pressure by the public opinion towards greenhouse gas emissions reduction, reduce dependency on oil imports, and the need to meet the targets set by both the Kyoto protocol. Biofuel expansion took place not only in a controversial manner, without coordination at international level, but also in a critical historical moment. The past two decades have been characterized by a strong increase in world food demand, mainly due to economic expansion in emerging economies like China, India, Brazil, and some South East Asian countries. The strong increase in demand faces an agricultural supply that in the short period is inevitably inelastic, which results in higher prices and higher volatility (due to reduced stocks). Much of the initial enthusiasm towards biofuels has been declining in the last few years. First of all, biofuel expansion has increased the demand for many agricultural commodities, which, in a framework of increasing food demand in the world, triggered a sharp increase in agricultural prices with strong negative implications for poor people especially in developing countries. Many doubts have also been raised concerning the real effectiveness of biofuels in reducing GHG emissions. Emission-computing methodologies are not always accurate and sometimes are difficult to put in practice. Agriculture intensification and land use changes, both consequences of biofuel expansion, are two of the factors more likely to have increased GHG emissions rather than reduced. Furthermore, biofuel policies have been designed and implemented by countries on an individual basis, without the coordination at international level that would have been needed to avoid the numerous side-effects that biofuels have been having on international food markets and on the environment. My doctorate research analyzes all aspects of the biofuel sector at world level with special emphasis on its sustainability under an economic, environmental, and ethical point of view. The research starts with a description of what biofuels are and in which sub-categories they can be divided. Then, it provides a review of biofuel policies around the world and data on production, prices and trade. The work also provides figures on production, prices and trade of the main agricultural commodities used for biofuel production and the evolution of cropped and forest areas worldwide in the last twenty years. Main biofuel producers are the US, Brazil and the EU. In the first two countries is ethanol the main biofuel produced (obtained from corn in the US and from sugarcane in Brazil), while in the EU the leasing biofuel is biodiesel (from vegetable oils). In 2011, 51.8% of Brazilian sugarcane production and 42.2% of US corn production were used to produce ethanol. Areas cropped with sugarcane and corn, in the two countries were 4.2 and 15.5 million hectares in 2011, which correspond to 1.5% and 16% of total agricultural area respectively. By 2021 ethanol production will absorb almost 61% of Brazilian sugarcane production and 57% of US corn production, ceteris paribus. In 2021 the amount of land needed to grow all sugarcane needed to produce ethanol in Brazil will be more than 8 million hectares, almost equal to the entire current sugarcane area in the South American country. In the US the area that will be needed to cultivate corn for ethanol production will grow to slightly less than 20 million hectares, equal to 53% of current corn area in the US and 20% of current total agricultural area. These data highlight the different impact sugarcane- and corn-based ethanol have on agricultural production. Brazilian and American ethanol production was 22.9 and 52.8 million m3 in 2011 respectively, implying an “ethanol yield” of 5.5 m3/hectare for sugarcane ethanol and of 3.4 m3/hectare for corn-ethanol. This means that producing ethanol from sugarcane is more efficient and less consuming in terms of land than corn-ethanol. Considering also biodiesel, the amount of land needed to crop biofuel feedstocks, in Brazil and the US grows to 3 and 18.4% of total agricultural land. These areas are forecasted to increase to 6.3 and 23% by 2021, implying an increasing competition for land. In 2011 the EU used 5.4 million tons of domestically produced rapeseed oil and at least 3.9 million tons of imported palm oil to make biodiesel. The amount of land needed to grow rapeseed within the Union and oil palm in third countries (mainly Indonesia and Malaysia) was 5.2 and 1.3 million hectares respectively. The area needed to crop rapeseed for biodiesel production, in the EU, was equal to 5.2% of total agriculture area. Assuming that the percentage of rapeseed oil on total vegetable oil production in the EU will remain the same of 2011 and that the share of it employed in the food sector will also remain unchanged, it is possible to forecast that, in 2021, the EU will need 6.6 million tons of rapeseed oil and at least 10 million tons of palm oil from third countries to meet its consumption targets. This means that at least 3.4 million hectares of land, in South East Asia will be needed to produce palm oil destined to the EU. The core of the thesis is the analysis of the sustainability of biofuels on one hand, and of biofuels’ implications on food production on the other. The sustainability of biofuel production is analyzed through a literature review and re-interpretation of the existing literature on the topic, encompassing effects of mass biofuel production on the environment, GHG emissions, land use changes, water availability, and implications for developing countries. One of the most important aspects of biofuel sustainability is their effects on agricultural production and agricultural prices. The empirical part of this thesis employs econometric tools to assess the degree of integration between energy and agricultural markets in the main biofuel producing countries and price transmission elasticity between international and EU agricultural markets before and after the last reform of the CAP. In the US and in Brazil energy and agricultural prices move together in the long-run and the influence of oil prices has been growing over time. This means that policy-makers, in the future, will have to pay great attention to the mutual influence energy and agricultural policies can have on each other. In Europe this close relationship between energy and agricultural prices was not detected, however European agricultural markets have been influenced by biofuel policies in the US, and to a lesser extent Brazil, indirectly, through their effects on international commodity prices. What emerges from this work is that biofuels, in the current political, economic demographic, situation are, for many aspects, not sustainable. Side-effects of biofuel production are many and often even difficult to quantify. Solutions provided are often utopic or, even if good in theory, very difficult to implement. Biofuel production has been having negative effects on food production and prices, biodiversity and social welfare in the last decade, inside and outside the countries of production. The “original sin” was the initial lack of coordination between policies issued unilaterally by different countries, something that now seems extremely difficult to fix. Governments should, as it has been recently suggested by the United Nations, consider the option of modifying their biofuel programs because of their negative consequences on food security in many low-income countries. Also the promotion and implementation of biofuel policies in developing countries should be avoided as a measure for fostering development. It is very unlikely that rural poor will benefit from policies subsidizing the biofuel sector since most of the land in developing countries is owned by big multinational companies or by foreign states (land grabbing). The development of the biofuel sector would also increase food prices even in countries where such increase has been marginal so far because of scarce price transmission from the world market. Poor people living in urban areas would be worse off by higher food prices as well as small farmers who, in developing countries, are often net-purchasers of food. It has been suggested by many scholars and international organizations that, in order to become sustainable, biofuel production should shift from first-generation to second-generation technologies (those that allow the use of non-food crops or wastes for biofuel production). This will not be easy to achieve. Current second-generation biofuel production is still very small and will not grow substantially unless major investments are made by governments and, under the right conditions, private companies. Moreover it is not governments nor policy-makers who decides whether is profitable to put marginal land under cultivation and to crop non-food biofuel crops on it. Farmers are those making such decisions and they will not do it unless it is profitable. Current record-high agricultural commodity prices raise many doubts on the fact that farmers will shift from food to non-food crops without substantial government subsidies. An increase in subsidies to the agricultural sector, even just for energy crops, is unlikely to happen anytime soon because of the financial and economic crisis that hit many countries around the world and because of pressure by the WTO and other international organizations to reduce the degree of protection. In case it will be decided to keep subsidizing biofuels, new polices will have to be designed and implemented at world level, needing a very high degree of coordination between countries and flexibility, which is difficult to imagine can be reached in the short or even the medium term. An emblematic case, in this sense, is GHG emission accounting mechanisms that currently are based on life-cycle assessment analysis and that are often incomplete (i.e. limited to a single country or region) or unable to take all factors into account (i.e. indirect land-use changes). Research, in the next years, will have to focus on two main topics. On one hand second- and third-generation techniques for biofuel production will have to be refined and made economically (but also environmentally and socially) viable, possibly together with progressive reduction in the support in favor of first-generation biofuels. On the other hand, a better definition of the methodologies to assess the environmental, economic and social impacts of biofuel production will be crucial in order to correctly evaluate the sustainability of biofuel programs. In particular, the development of reliable methodologies to assess the environmental impact of biofuel production is very important since, in the future, subsidies could be calculated in a way to reward the production of biofuels able to provide (proved) positive externalities to the environment as well as increase social welfare.
Di biocarburanti si iniziò a parlare circa 40 anni fa, in concomitanza con la crisi petrolifera determinata dall’embargo da parte dei paesi OPEC. Il conseguente forte aumento del prezzo del petrolio stimolò infatti la ricerca nel campo delle forme di energia alternative. La produzione di biocarburanti è tuttavia decollata solo di recente, grazie all’azione combinata di molteplici fattori: elevate quotazioni del petrolio, necessità di contenere le emissioni di gas serra e la riduzione delle scorte di combustibili fossili; tutte cose che hanno indotto molti paesi a mettere a punto programmi volti allo sviluppo del settore dei biocarburanti. All’inizio degli anni 2000 i biocarburanti venivano considerati la soluzione ideale per risolvere i problemi dell’approvvigionamento energetico, della stabilità economica (stabilizzazione dei prezzi dell’energia, sviluppo rurale, creazione di posti di lavoro, aumento della domanda di materie prime agricole) e della protezione dell’ambiente (utilizzazione più efficiente dei rifiuti e riduzione delle emissioni di gas serra). Un impulso decisivo allo sviluppo delle politiche fu dato dalla stipula del Protocollo di Kyoto nel quale i paesi firmatari si impegnavano a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 5% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012. Al momento attuale i biocarburanti vengono in larga parte prodotti a partire da materie prime agricole, quindi le ripercussioni della loro produzione sul settore agricolo possono essere rilevanti. In tale àmbito appare chiara la forte responsabilità, in termini di effetti sui mercati agricoli mondiali, che hanno i paesi che più di tutti hanno sovvenzionato il settore: Stati Uniti, Brasile e Unione Europea. Tali paesi, tramite le loro politiche, hanno creato un nuovo mercato di sbocco per molte materie prime agricole, senza capire a fondo, a priori, le conseguenze di tale azione. Le principali motivazioni addotte dai decisori politici per giustificare le sovvenzioni al settore dei biocarburanti furono la necessità di ottemperare ai dettami del Protocollo di Kyoto, aumentare l’indipendenza energetica, creare nuovi posti di lavoro, migliorare il reddito degli agricoltori e stabilizzare i prezzi dell’energia. L’espansione del settore dei biofuel è avvenuta non solamente in maniera quantomeno controversa, senza coordinazione a livello internazionale, ma anche in un momento storico molto delicato. Gli ultimi venti anni sono stati infatti caratterizzati da un grande aumento della domanda mondiale di cibo, soprattutto a causa della forte crescita economica dei cosiddetti paesi emergenti: Cina, India, Brasile e paesi del Sud-Est asiatico. Il forte aumento della domanda si scontra contro un’offerta di materie prime agricole giocoforza rigida nel breve termine, cosa che genera forti aumenti di prezzo e della volatilità delle quotazioni (soprattutto a causa del forte ridimensionamento delle scorte). Negli ultimi anni gran parte dell’entusiasmo iniziale nei confronti dei biocarburanti è andato scemando. Per prima cosa l’espansione del settore dei combustibili “verdi” ha aumentato la domanda per molte materie prime agricole che, in un contesto contraddistinto da un forte aumento della domanda mondiale, ha generato un sensibile aumento dei prezzi alimentari, con ripercussioni particolarmente negative per le fasce più povere della popolazione, soprattutto nei paesi meno sviluppati. Anche l’effettiva efficacia dei biocarburanti nel ridurre le emissioni di gas serra è stata fortemente messa in dubbio. Le metodologie utilizzare per il conteggio delle emissioni non sono sempre accurate o di facile attuazione. L’intensivizzazione dei processi agricoli e i cambiamenti d’uso dei suoli, entrambi conseguenza dell’aumento della produzione agricola, sono due fattori che molto probabilmente hanno causato un aumento delle emissioni di gas serra invece che una diminuzione. Inoltre, le politiche a favore del settore delle energie rinnovabili sono state progettate e messe in pratica in maniera spesso unilaterale da parte dei vari paesi, senza quella coordinazione a livello internazionale che sarebbe stata essenziale a evitare le conseguenze negative sui mercati agricoli e sull’ambiente. La mia ricerca di dottorato analizza tutti gli aspetti del settore dei biocarburanti a livello mondiale con particolare attenzione a quelli della sostenibilità: economica, ambientale e sociale. La ricerca inizia con una descrizione delle varie tipologie di biocarburanti attualmente prodotti a livello mondiale e prosegue con una rassegna delle politiche a favore dei biocarburanti nei principali paesi. In séguito vengono analizzate le produzioni, i prezzi e il commercio internazionale di biocarburanti e delle materie prime dalle quali sono ottenuti. I principali paesi produttori di biocarburanti sono gli Stati Uniti, il Brasile e l’Unione Europea. Nei primi due viene prodotto principalmente etanolo (a partire dal mais negli Stati Uniti e dalla canna da zucchero in Brasile), mentre nell’Unione Europea è il biodiesel il biocarburante di riferimento (prodotto a partire da oli vegetali). Nel 2011, il 51,8% della produzione brasiliana di canna da zucchero e il 42,2% di quella statunitense di mais sono state usate per produrre etanolo. Le superfici necessarie, nei due paesi, per la coltivazione della materia prima per la produzione del biocarburante sono state pari a 4,2 e 15,5 milioni di ettari, che rappresentano l’1,5 e il 16% della superficie agricola totale dei due paesi. Nel 2021, ceteris paribus, la produzione di etanolo assorbirà circa il 61% della produzione brasiliana di canna da zucchero e il 57% di quella statunitense di mais. Sempre nel 2021, in Brasile, le superfici necessarie per coltivare canna da zucchero destinata la settore dell’etanolo raggiungeranno gli 8 milioni di ettari, pari a tutta l’area attualmente coltivata a canna da zucchero nel paese sudamericano. Negli Stati Uniti le superfici necessarie a coltivare il granturco per la produzione di etanolo cresceranno fino a sfiorare i 20 milioni di ettari, un’estensione pari al 53% dell’area attualmente investita a mais e al 20% della superficie agricola totale del 2011. Da questi dati è possibile osservare la forte differenza, in termini di impatto sulle produzioni agricole, tra la produzione di etanolo brasiliana (imperniata sulla canna da zucchero) e quella statunitense (basata sul mais). La produzione brasiliana e statunitense di etanolo, nel 2011, è stata rispettivamente di 22,9 e 52,8 milioni di metri cubi, implicando una “resa” in etanolo di 5,5 e 3,4 metri cubi a ettaro. Ciò significa che la produzione di etanolo a partire dalla canna da zucchero è più efficiente in termini di superfici necessarie alla coltivazione della materia prima. Tenendo in considerazione anche il biodiesel, in rapida espansione in entrambi i paesi (dove viene ottenuto a partire dall’olio di soia), l’incidenza percentuale delle superfici utilizzate per coltivare la materia prima per la produzione di biocarburanti (etanolo e biodiesel) cresce fino a raggiungere il 3% del totale della superficie agricola in Brasile e il 18,4% negli Stati Uniti. Tali percentuali sono destinate a raggiungere il 6,3 e il 23% entro il 2021. Nel 2011 l’Unione Europea ha impiegato 5,4 milioni di tonnellate di olio di colza (prodotto all’interno dell’Unione) e almeno 3,9 milioni di olio di palma (importato da Indonesia e Malesia) per produrre biodiesel. Le superfice necessaria, all’interno dell’UE, per la coltivazione della colza usata nel settore dei biocarburanti è stata di 5,2 milioni di ettari nel 2011, mentre quella impiegata per la produzione di olio di palma nei paesi terzi di almeno 1,3 milioni di ettari. Sempre nel 2011, il 5,2% della superficie agricola totale dell’Unione è stato utilizzato per la coltivazione di colza da destinare alla produzione di biocarburanti. Assumendo che la percentuale di olio di colza impiegata nel settore alimentare nell’Unione Europea rimarrà la stessa anche negli anni a venire, è possibile prevedere che, nel 2021, l’UE avrà bisogno di 6,6 milioni di tonnellate di olio di colza e di almeno 10 milioni di tonnellate di olio di palma (importato da paesi terzi) per raggiungere i suoi obiettivi di consumo in materia di biodiesel. Ciò implica che almeno 3,4 milioni di ettari di terreni, presumibilmente in Indonesia e Malesia, saranno necessari per produrre tutto l’olio di palma di cui il settore del biodiesel comunitario avrà bisogno. Il fulcro di questa tesi è l’analisi della sostenibilità della produzione di biocarburanti e le sue conseguenze sulla produzione di materie prime agricole. La sostenibilità dei biocarburanti viene esaminata attraverso una revisione della letteratura esistente sull’argomento, con particolare enfasi sugli effetti della forte espansione del settore dei carburanti “verdi” sull’ambiente, sulle emissioni di gas serra, i cambiamenti d’uso del suolo, la disponibilità idrica e le implicazioni per i paesi in via di sviluppo. In termini di sostenibilità, uno degli aspetti più importanti riguarda gli effetti del forte aumento della produzione di biofuel sulla produzione e sui prezzi delle materie prime agricole. Questa tesi, nella sua parte empirica, utilizza tecniche econometriche per misurare il livello di integrazione tra i mercati energetici e quelli agricoli nei principali paesi produttori. Viene inoltre anche stimata l’elasticità di trasmissione dei prezzi tra il mercato mondiale e quello comunitario nel caso delle principali materie prime agricole, prima e dopo l’ultima riforma della Politica agricola comune (Riforma Fischler). Negli Stati Uniti e in Brasile i prezzi agricoli e quelli dell’energia (petrolio ed etanolo) condividono il medesimo trend di lungo periodo, con l’influenza del prezzo del petrolio che è andata crescendo negli ultimi anni. Ciò implica che i decisori politici dovranno, in futuro, prestare grande attenzione agli effetti che le politiche energetiche hanno sui mercati agricoli e viceversa. In Europa non è stato possibile dimostrare la presenza di una relazione diretta tra prezzi agricoli e prezzo del petrolio, tuttavia è possibile affermare che i mercati agricoli europei subiscano le conseguenze delle politiche a favore dei biocarburanti di altri paesi, in particolare degli Stati Uniti, in maniera indiretta, cioè tramite l’effetto di tali politiche sui prezzi internazionali. Ciò che merge da questo lavoro è che i biocarburanti, nella situazione economica, politica e demografica attuale, sono, per molti aspetti, non sostenibili. Gli effetti collaterali della produzione di biofuel sono numerosi e spesso difficili da quantificare. Le soluzioni proposte dalla letteratura sono spesso utopiche o, seppur corrette dal punto di vista teorico, molto difficili da applicare. L’espansione del settore dei biocarburanti sta avendo effetti negativi sulla produzione e sui prezzi delle materie prime agricole, sulla biodiversità e sul benessere sociale, sia all’interno dei principali paesi produttori che all’esterno di essi. Il “peccato originale” è stato la mancanza di coordinazione iniziale tra le varie politiche, progettate e messe in pratica in maniera unilaterale dai vari paesi; una cosa alla quale, oggi, è molto difficile porre rimedio. I governi dovrebbero, come è stato recentemente raccomandato dalle Nazioni Unite, considerare la possibilità di modificare in maniera sostanziale i propri programmi di sviluppo del settore dei biocarburanti a causa soprattutto delle pesanti conseguenze che hanno sulla sicurezza alimentare nei paesi a basso reddito. Per questa ragione l’utilizzo dei biocarburanti come misura volta a stimolare lo sviluppo nei paesi poveri dovrebbe essere evitata. È altamente improbabile che i poveri nelle zone rurali traggano alcun beneficio dallo sviluppo del settore dei biocarburanti nei loro paesi poiché gran parte della terra è posseduta da grandi compagnie multinazionali o, in alcuni casi, da paesi terzi (land grabbing). Lo sviluppo del settore dei biocarburanti nei paesi in via di sviluppo contribuirebbe, dall’interno, a mantenere elevati i prezzi dei generi alimentari anche dove finora tale effetto, a causa del basso livello di trasmissione dei prezzi agricoli mondiali, è stato marginale. L’aumento dell’inflazione alimentare causato dalla produzione di biocarburanti avrebbe effetti negativi sia sui poveri delle aree urbane che sue quelli delle aree rurali poiché in molti casi i piccoli coltivatori, nei paesi in via di sviluppo, sono compratori netti di generi alimentari. Molti studi, anche da parte di organizzazioni governative internazionali, mettono in risalto il fatto che la produzione di biocarburanti possa diventare sostenibile solo attraverso lo sviluppo delle cosiddette tecnologie di seconda o terza generazione (cioè quelle che permettono l’uso di materia prima non-food per la produzione di biocarburanti) e l’uso di terreni degradati e marginali per la coltivazione delle materie prime. Tuttavia, tutto ciò è di difficile realizzazione. Attualmente i biocarburanti di seconda o terza generazione sono ancora in fase di sviluppo e la loro produzione non crescerà in maniera sostanziale se non tramite forti investimenti da parte dei vari governi e, in determinate circostanze, di investitori privati. Va ricordato che non sono i governi quelli che decidono se la coltivazione di materia prima per la produzione di biocarburanti in aree degradate o marginali sia economicamente conveniente: sono infatti i coltivatori quelli che prendono le decisioni ed essi non lo faranno se non vi troveranno alcun beneficio economico. L’attuale livello, molto elevato, dei prezzi agricoli pone seri dubbi sul fatto che i coltivatori siano disposti a passare dalla produzione di materie prime food a quelle non-food in assenza di forti incentivi pubblici in tal senso. Tuttavia, un aumento del livello di supporto all’agricoltura, anche solo nel caso delle colture energetiche, difficilmente avverrà nel breve termine, a causa soprattutto della crisi economica, che ha ristretto i budget di spesa di molti paesi, e le pressioni, in sede WTO, per una riduzione del livello di protezione dei mercati. Nel caso in cui si decida di mantenere gli aiuti di stato al settore dei biocarburanti, sarà necessario progettare e sviluppare nuove politiche, questa volta a livello sovranazionale, cosa che implicherebbe un elevato livello di coordinazione e di flessibilità tra i vari paesi, oltre che difficile da raggiungere nel breve o medio termine. Un caso emblematico, in tal senso, è rappresentato dalle metodologie di conteggio delle emissioni di gas serra che sono attualmente basate sull’analisi del ciclo di vita e che sono molto spesso incomplete (limitate, ad esempio, a determinati paesi o regioni) o ancora non in grado di considerare il ruolo di tutti i fattori (es. cambiamenti indiretti d’uso del suolo). La ricerca, negli anni a venire, dovrà focalizzarsi su due argomenti principali. Da una parte, le tecniche di produzione dei biocarburanti di seconda e terza generazione dovranno essere raffinate, rese economicamente convenienti e sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Possibilmente ciò dovrà avvenire di pari passo con la progressiva riduzione del livello di supporto ai biocarburanti di prima generazione. Dall’altra parte, sarà necessario definire meglio le metodologie di quantificazione dell’impatto dei biocarburanti in termini ambientali, economici e sociali, in modo da determinare con certezza la loro sostenibilità e da consentire lo sviluppo di politiche più appropriate. In particolare, la messa a punto di metodologie affidabili per la valutazione dell’impatto dei vari biocarburanti è molto importante poiché, in futuro, le sovvenzioni potrebbero essere calcolate in maniera tale da premiare la produzione di quei biocarburanti in grado di fornire esternalità positive per l’ambiente e il benessere sociale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

GIROLETTI, TOA. "MEASURING AUTONOMY THROUGH A SUBJECTIVE EVALUATION." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/18563.

Full text
Abstract:
All’interno del quadro teorico del Capability Approach ‘agency’ viene definito come ciò che permette agli individui di raggiungere i propri obiettivi. Quando il concetto di ‘agency’ viene studiato attraverso misure soggettive, insorge il problema delle preferenze adattive. Lo scopo di questa Tesi è di testare una metodologia che possa catturare la percezione individuale di ‘agency’ nelle diverse dimensioni che compongono la nostra vita, limitando i problemi di misurazione dovuti delle preferenze adattive. Per questo fine, ci affidiamo al ‘Relative Autonomy Index’. Inoltre, utilizziamo la metodologia di ‘Achoring Vignette’ per aumentare la comparabilità tra le percezioni dei singoli individui. Nella prima parte, indaghiamo se il nostro metodo effettivamente riduce l’incomparabilità individuale attraverso uno studio pilota. I risultati dimostrano come il nostro metodo sia in grado di catturare differenze nel comportamento di risposta. Nella seconda parte, sulla base di una seconda raccolta di dati, applichiamo la nostra metodologia al fine di indagare l'impatto dei Gruppi di Acquisto Solidale sul livello di autonomia di un gruppo di produttori italiani. I nostri risultati indicano che il coinvolgimento con i Gruppi di Acquisto Solidale evita la riduzione dell'autonomia percepita dai quei produttori che non sono coinvolti con i Gruppi di Acquisto Solidale.
Within the Capability Approach, agency is one of the components that enable individuals to be empowered. When subjective measures are applied to the study of agency, the problem of ‘adaptive preferences’ arises. The aim of this thesis is to test a methodology that captures the individual perception of agency, while taking into account the bias coming from adaptive preferences. We rely on the Relative Autonomy Index to capture the individual’s agency in several dimensions. In addition, in order to increase the comparability between the individual’s perceptions, we employ the Anchoring Vignette methodology. We investigate whether our methodology reduces the individual incomparability through a pilot study. The results of this preliminary exercises show that our methodology is able to capture dissimilarities in response behaviours. Through a second data collection, we apply our methodology in order to investigate the impact that the commercial relationship between Solidarity Purchasing Group and Italian producers has on the latter. Our findings suggest that the involvement in the Solidarity Purchasing Group has a mainly positive impact on producers’ level of autonomy, which remains at lower levels for producers that did not develop a relationship with the Solidarity Purchasing Group.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Politiche sociali - Valutazione"

1

Politiche sociali e valutazione: Fra teoria sociale e sociologia applicata. Acireale: Bonanno, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Bruni, Carmelo. Politiche sociali e valutazione: Fra teoria sociale e sociologia applicata. Acireale: Bonanno, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Busacca, Maurizio, and Alessandro Caputo. Valutazione, apprendimento e innovazione nelle azioni di welfare territoriale. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-408-0.

Full text
Abstract:
Tra il 2017 e 2019 i due Autori hanno condotto una ricerca valutativa sui Piani Giovani della Regione del Veneto e sulle politiche giovanili locali. La ricerca è stata l’occasione per approfondire le modalità di funzionamento di coalizioni locali di welfare organizzate in modo reticolare e per coinvolgerle nella progettazione partecipata di un sistema di valutazione dell’impatto sociale. Lo SROI Explore è un mix-method che cerca di rispondere ai problemi storici della valutazione nell’ambito delle politiche sociali attraverso una strategia partecipativa e l’ancoraggio alle teorie incorporate nell’azione professionale con l’obiettivo di intensificare i processi di apprendimento degli attori coinvolti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Come cambia il welfare lombardo: Una valutazione delle politiche regionali. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini, Italy]: Maggioli, 2011.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Radnitzky, Gerard. La filosofia politica di Friedrich von Hayek: Una valutazione critica. Soveria Mannelli, Catanzaro: Rubbettino, 1999.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Bettin Lattes, Gianfranco, ed. Per leggere la società. Florence: Firenze University Press, 2003. http://dx.doi.org/10.36253/8884530695.

Full text
Abstract:
Il libro costituisce un riuscito esperimento di ricerca che ha avuto successo anche come risorsa didattica. Propone una valutazione critica degli strumenti concettuali elaborati per leggere e comprendere una società. Vengono affrontati dieci concetti sociologici (Comunità, Cittadinanza, Classe sociale, Capitale sociale, Genere, Classe dirigente, Partito politico, Cultura politica, Subcultura, Antipolitica) ognuno preso in esame da un giovane ricercatore attivo nell'ambito del dottorato fiorentino di Sociologia e di Sociologia politica. Un coinvolgimento dei giovani che ha consentito una rivisitazione di concetti "vecchi" e l'individuazione dell'efficacia euristica di concetti "nuovi".
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Montalti, Morris. Orientamento sessuale e costituzione decostruita. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg237.

Full text
Abstract:
Attraverso l’analisi critica e dialettica del dibattito costituzionale più recente in tema di orientamento sessuale, l’autore analizza i principi ritenuti fondamentali per la costruzione di una società democratica e aperta a stili di vita differenti. Egli dimostra come le argomentazioni legali siano pesantemente condizionate dalla pressione di tabù sessuali, di paradigmi culturali sessisti, di tradizioni radicate che assurgono al ruolo di veri e propri miti sociali. Da più parti continuano infatti a sostenersi visioni discriminatorie (socialmente costruite) soprattutto in tema di rapporti sessuali consentiti, famiglia, matrimonio, filiazione, e spesso ci è possibile grazie all'utilizzo di contestate – e pur tuttavia diffuse – prassi d’interpretazione costituzionale che, secondo logiche solo in apparenza coerenti e razionali, considerano la tradizione o la storia come parametro normativo ultimo di definizione dei limiti dei diritti fondamentali e/o dell’ammissibilità di nuovi diritti, così ostacolando l’emersione di un vero e proprio diritto fondamentale al libero orientamento sessuale. L’obiettivo della ricerca è duplice e circolare: da un lato si vuole offrire un fondamento logico, razionale e convincente capace di giustificare le politiche pubbliche e costituzionali che salvaguardano le minoranze sessuali stigmatizzate e storicamente discriminate. Dall'altro si vuole dimostrare come le valutazioni interpretative e il diritto delle società aperte al nuovo e al diverso influenzino le credenze di persone appartenenti a culture chiuse e tradizionaliste in merito agli orientamenti sessuali considerati come anormali, o immorali, o comunque devianti, affinché i loro rispettivi sistemi possano sostenere, anche emotivamente, la ragionevolezza e desiderabilità del cambiamento politico e costituzionale. Un processo duplice e circolare, dunque, che gradatamente anela all'affermazione di un paradigma normativo "sessualmente" decostruito e garantista per tutti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography