Academic literature on the topic 'Politiche per le città'

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Journal articles on the topic "Politiche per le città"

1

Ferri, Vittorio. "Il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo: tre strumenti per il finanziamento della città pubblica." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1003.

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Abstract:
La costruzione della città pubblica richiede il finanziamento di politiche, progetti urbani e opere pubbliche. L'obiettivo principale di questo contributo è di richiamare l'attenzione su tre strumenti poco utilizzati dai comuni italiani per finanziare gli investimenti: il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo. Questi strumenti sono importanti per aumentare e migliorare il finanziamento della città pubblica.
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2

Carrera, Letizia. "Le politiche urbane per l'inclusione. Generare terzo spazio." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 123–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093019.

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Abstract:
Oggi la città è più che in passato caratterizzata dalla multiculturalità, affrontata ancora con la logica del ‘melting pot', quindi di omogeneizzazione delle differenze, piuttosto che di quella più complessa della ‘salad bowl'. Uno strumento strategico è rappresentato dalla (ri)progettazione dello spazio urbano in vista della realizzazione di processi di inclusione, attraverso interventi strutturali puntuali e diffusi nel territorio. Centrali gli spazi terzi, spazi fisici nei quali soggetti diversi hanno la possibilità di incontrarsi e di iniziare percorsi di riconoscimento e di costruzione di comunità territoriali fondate sulle differenze e sulla contaminazione. Alcune politiche hanno optato per strategie di attesa di processi spontanei di composizione virtuosa di quelle differenze, altre per la messa in campo di azioni di governo delle differenze stesse e di processi di inclusione attiva.
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3

Napoli, Grazia. "Values spaces migration. appraisal scenarios for an intercultural society [Valori spazi migrazioni. prospettive estimative per una società interculturale]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 49–58. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212805.

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Abstract:
Incessant migratory flows move towards nations or cities where they can find better living conditions, driven by economic inequalities, political and social instability, war conflicts and environmental emergencies, and generate real or perceived perturbations in the social and economic organization of territories. The changes in value, social, spatial and economic systems resulting from migration flows were debated during the SIEV conference “Values Spaces Migrations. Identity and Otherness in the Multicultural City”, which took place in October 2020 Incessanti flussi migratori si muovono verso nazioni o città in cui trovare condizioni di vita migliori sospinti da sperequazioni economiche, instabilità politiche e sociali, conflitti bellici ed emergenze ambientali, e generano perturbazioni, reali o percepite, sull’organizzazione sociale, ed economica dei territori. I mutamenti dei sistemi valoriali, sociali, spaziali ed economici conseguenti ai flussi migratori sono stati dibattuti durante il convegno SIEV “Valori Spazi Migrazioni. Identità e alterità nella citta multiculturale”, che si è svolto nel mese di ottobre del 2020.
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4

Cubeddu, Francesca. "Welfare abitativo e sociale per fronteggiare la povertà urbana aggravata dall'emergenza sanitaria." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 1 (April 2021): 67–90. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-001006.

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Abstract:
Partendo dal concetto di povertà urbana nelle città, il lavoro vuole analizzare la povertà urbana emersa nel Comune di Roma durante l'emergenza sanitaria. Nella prima parte è analizzata la povertà urbana in riferimento ai dati disponi-bili, prima e dopo la pandemia. Nella seconda sono esaminati il welfare italiano, le iniziative pubbliche e private intraprese, per fronteggiare le problematiche econo-miche e sociali causate dall'emergenza sanitaria, e le possibili politiche di welfare post-pandemiche.
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5

Colleoni, Matteo. "Mobilità e rigenerazione urbana." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 128 (July 2022): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128003.

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Abstract:
Le città sono sempre più interessate da interventi nei quali la rigenerazione urbana è perseguita attraverso provvedimenti che interessano la mobilità. Originariamente collocati nelle politiche per la mobilità, questi provvedimenti sono sempre più associati al vasto ambito delle politiche di rigenerazione per migliorare la qualità e a ridare valore ad uno spazio pubblico ridotto a mero luogo di attraversamento e sosta dei veicoli motorizzati. La crescente attenzione alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile ha poi contribuito a promuovere la lettura ecologica dell'ambiente urbano, nella sua accezione di sistema integrato di risorse umane e naturali. Il saggio ne affronta il tema soffermandosi nella prima parte sulla relazione tra morfologia urbana e aumento della mobilità veicolare e nella seconda sulle politiche di rigenerazione condotte attraverso gli interventi per la mobilità sostenibile.
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6

Carrera, Letizia. "Centri storici tra specificità e processi di mutamento." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 125 (August 2021): 116–32. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125007.

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Abstract:
Il dibattitto italiano sui centri storici, caratterizzato per lungo tempo da un andamento carsico, è stato spesso carente sia sul piano del riconoscimento della loro specificità, sia su quello di un'analisi processuale delle loro caratteristiche. Il punto di partenza è riconoscerli come parte integrante della città ma, allo stesso tempo, come parti caratterizzate da tratti specifici. Alcune volte i centri storici sono considerati come una risorsa per la città in termini di sviluppo sociale ed economico; altre volte come un problema che richiede strategie di intervento. L'autore propone una riflessione che muove dalle peculiarità di ciascuna realtà, per connettersi a una proposta tipologica centrata sui processi di cambiamento che caratterizzano i centri storici. Questa prospettiva di analisi rappresenta anche la possibilità di orientare interventi progettuali in vista di politiche di rigenerazione urbana.
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7

Sanna, Carlo. "L'impatto delle vicende economiche e politiche sulla trasformazione urbana e sociale di Istanbul (1923-1984)." STORIA URBANA, no. 168 (November 2021): 115–39. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168005.

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Abstract:
Istanbul, con i suoi oltre 16 milioni di abitanti, è oggi la maggiore città della Turchia e una delle megalopoli più grandi del mondo. Storica capitale dell'Impero Ottomano, oggi non è solo il maggiore centro abitato della Turchia, ma anche il suo cuore pulsante culturale, sociale ed economico. Da sola, la città genera oltre il 40% del gettito fiscale e circa il 40% del PIL della Turchia, con più del 20% della produzione industriale del Paese. Eppure, appena sessant'anni fa Istanbul era una città portuale stagnante e dimenticata, tagliata fuori dalle rotte del commercio internazionale, con meno di un milione di abitanti e una crescita praticamente nulla. La situazione di Istanbul rispecchiava la condizione della Turchia del secondo dopoguerra: un Paese scarsamente industrializzato e prevalentemente rurale, con strutture economiche basate principalmente sul settore agricolo, infrastrutture scarse e arretrate, poco integrato nel mercato internazionale. In seguito la Turchia fu protagonista di una crescita vorticosa che, seppure caratterizzata da un andamento estremamente altalenante, la proiettò saldamente all'interno dei meccanismi del mercato globale negli ultimi due decenni del XX secolo. Questi processi scossero profondamente Istanbul e l'intero Paese, attraversati da enormi cambiamenti nelle dinamiche non solo economiche, ma anche politiche e sociali. La città fu protagonista di un pluridecennale processo di trasformazione che la portò da poco più di 950 mila abitanti nel 1950 a una metropoli con oltre 8 milioni di abitanti negli anni Novanta. L'articolo analizza come questi processi storici abbiano modificato la struttura economica, sociale, demografica di Istanbul, ponendo le basi per farla diventare la città che è oggi.
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8

Giovannoni, Giulio. "Dal discorso alla città: pratiche discorsive e produzione dello spazio nei quartieri di edilizia pubblica." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099001.

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Abstract:
Il saggio analizza il ruolo delle pratiche discorsive nella costruzione dello spazio e nella gestione dei quartieri di edilizia pubblica. La riflessione si basa su un caso di studio italiano e un caso di studio statunitense. La prima parte del paper utilizza i contributi teorici di John Langshaw Austin, Antonio Gramsci, Michel Foucault ed Henri Lefebvre per riflettere sul rapporto tra pratiche discorsive e politiche pubbliche. La seconda parte analizza questo rapporto nei due casi di studio. La sezione conclusiva del paper si sofferma sull'importanza di spezzare la catena di trasmissione tra pratiche discorsive mainstream e produzione di politiche urbane per i quartieri di edilizia pubblica e sulla necessità di rifondare queste politiche a partire da pratiche discorsive e descrizioni di matrice socioantropologica.
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9

Mignella Calvosa, Fiammetta. "Politiche per la mobilitŕ sostenibile." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 30–42. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094004.

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Abstract:
La cittŕ contemporanea č sempre piů definita dalle pratiche di mobilitŕ e dalle intersezioni dei flussi di persone, beni, informazioni che vanno a ridefinire le relazioni e le connessioni sociali tra gli individui. Le diseguaglianze di mobilitŕ costituiscono, allo stesso tempo, causa ed effetto di differenti disponibilitŕ di risorse materiali e di maggiore o minore libertŕ di gestione del tempo a propria disposizione, ma anche di disparitŕ nella possibilitŕ di accesso alle funzioni urbane. L'accresciuta mobilitŕ, in particolare quella legata all'utilizzo del mezzo privato, pone come centrale il tema del suo governo sia in termini ambientali che sociali. L'elaborazione di forme di autorganizzazione e autoregolazione diventa cruciale per far fronte alle pressioni ambientali e ai flussi crescenti di merci e persone. Dopo essersi soffermato su alcune esperienze di mobilitŕ sostenibile in cittŕ europee (Londra, Parigi, Barcellona, Munster), l'autore si concentra sul caso romano.
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10

Farinella, Domenica, and Fabio Mostaccio. "La governance dell'acqua a Messina, tra precarietà idrica e inefficienza dell'azione pubblica." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 133 (March 2022): 82–103. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133004.

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Abstract:
La qualità della fornitura dei servizi essenziali è fondamentale per promuovere i diritti di cittadinanza. La mancanza di efficienza nella distribuzione dell'acqua rende Messina un interessante caso di studio. La crisi idrica del 2015, quando la città è rimasta senza acqua per 24 giorni, ha evidenziato tutti i paradossi e le contraddizioni che caratterizzano l'erogazione di servizi idrici cittadini. In questo saggio si presentano i risultati di una ricerca empirica sulle politiche idriche a Messina.
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Dissertations / Theses on the topic "Politiche per le città"

1

MAGNI, FILIPPO. "Verso una città climate proof : strumenti e politiche innovative per il governo del territorio." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278715.

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2

Rovati, Massimiliano. "La "città proibita": il porto vecchio e i nuovi confini. Quale futuro per Trieste?" Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8622.

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Abstract:
201/2012
La questione inerente il progetto di recupero del Porto Vecchio di Trieste, uno dei siti di maggior pregio storico-architettonico della zona costiera italiana, da almeno 30 anni rappresenta la cartina di tornasole dello stato della città intera, sotto il profilo politico, sociale ed economico. Trieste, da sempre una città considerata laboratorio etnico, politico e sociale dagli osservatori qualificati, in realtà racchiude in sé due anime contrapposte che si confrontano: una aperta e cosmopolita, l’altra misantropa ed impaurita, amante di muri e confini. Oggi più che mai questo duello risulta esiziale per le prospettive future di una città ubicata nel cuore dell’Europa del terzo millennio, in costante calo demografico, con l’età media degli abitanti in continua crescita, in preda ad una sorta di lenta ma inesorabile decadenza. L’occasione di analizzare il progetto di recupero del Porto Vecchio assume rilevanza anche sotto il profilo psicologico e sociale, in una vicenda che continua a sortire i suoi effetti più deleteri, dove i confini politici e geografici sono stati sostituiti da quelli mentali, invisibili, ma fortemente presenti negli abitanti di questa città. All’interno di questa danza macabra giocata sulle spoglie di quella che viene definita “città proibita”, si muovono i protagonisti istituzionali, politici ed amministrativi, ma anche e soprattutto i cittadini, i quali vengono interpellati attraverso un sondaggio che in 5 sezioni riassume i concetti ritenuti principali ai fini della ricerca: il rapporto con la città di Trieste, l’atteggiamento nei confronti dei politici e degli amministratori, la presenza del Punto Franco, l’opinione sul progetto di recupero e sulla destinazione del Porto Vecchio, l’influenza dei media e del web. La visione dicotomica di una città dalle due anime contrapposte, trova conferma anche nelle diverse interviste realizzate con gli attori e i testimoni qualificati. Il quadro complessivo che si ricava attraverso l’analisi dei risultati, è utile a confermare le ipotesi di partenza, ossia l’importanza del sito in questione e la sua rappresentatività in chiave politica, economica e sociale, per quello che sarà il futuro di Trieste, in un processo in continuo divenire nel quale le geometrie variabili e la trasversalità degli schieramenti, uniti alla non soluzione dei problemi strutturali, sembrano mantenere sospesa la collocazione temporale della città e a rimandare, in maniera quasi compiaciuta, qualsiasi decisione.
XXIV Ciclo
1965
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3

VOGHERA, Angioletta. "La sostenibilità nella gestione del territorio. Matrici storici ed evoluzione recente in Europa." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2003. http://hdl.handle.net/11583/2499346.

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Abstract:
La tesi descrive le sperimentazioni di alcuni Paesi europei per innovare le politiche di gestione del territorio e dell'ambiente in attuazione delle strategie della sostenibilità. Il processo di cambiamento è sollecitato e condizionato da due fattori strettamente intrecciati: i contenuti programmatici delle politiche comunitarie per lo sviluppo sostenibile e le culture di pianificazione dei Paesi. Si ripercorrono le trasformazioni di fronte all'emergere della questione ambientale e della sostenibilità delle culture di pianificazione del territorio di alcuni paesi europei (Germania, Olanda, Inghilterra, Francia e Spagna) rappresentativi per tradizioni culturali e storie evolutive differenti. Particolare approfondimento è dedicato al caso olandese, significativo in Europa per la radicata tradizione di integrazione tra politiche di gestione del territorio e di tutela di ambiente e paesaggi, largamente condivise dagli attori istituzionali, economici e sociali.
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4

Bon, Stefania <1974&gt. "Marghera come città di frontiera: il disagio abitativo e le politiche pubbliche per la residenza. Uno studio nei suoi quartieri popolari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6781.

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Abstract:
L'obiettivo della tesi è quello di fornire degli spunti di riflessione sul tema del disagio abitativo, fornire un contributo per un quadro conoscitivo sulla questione abitativa e sulle problematiche ad essa legate, capire quali politiche potrebbero intervenire nella risoluzione dei problemi legati al disagio abitativo, e fornire una lettura critica delle politiche messe in campo negli ultimi anni, focalizzando lo studio nel quartiere di Cà Emiliani a Marghera, zona con un'alta presenza di case popolari, che soffre delle problematiche abitative fin dalla sua nascita, e proprio in questo quartiere i servizi sociali ed i vari settori delle politiche abitative hanno concentrato il loro lavoro e i loro progetti. La tesi è strutturata in due parti, la prima, bibliografica, individua il quadro legislativo e le politiche abitative nazionali e locali, descrive il concetto di disagio abitativo, i servizi presenti e i soggetti istituzionali e non che se ne occupano. Nella seconda parte, viene presentata l'indagine che utilizza la metodologia qualitativa dell'intervista semi-strutturata a testimoni privilegiati che si occupano della tematica lavorano per enti istituzionali, o collaborano con essi. Nel quarto capitolo vengono presentati dei dati statistici più recenti che possano dare un profilo della situazione. Nell'ultimo capitolo viene proposto un progetto per il quartiere, individuando le potenzialità, i punti di forza e di debolezza per la formulazione di un'ipotesi possibile.
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5

CUOMO, PIETRO. "POTERE POLITICO E SPAZIO URBANO. ELEMENTI DI GEOGRAFIA CULTURALE PER UNA STORIA DELLA MILANO COMUNALE E SIGNORILE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6222.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è realizzare uno studio interdisciplinare sul rapporto tra Milano e i regimi succedutisi alla sua guida nel basso medioevo. Il punto di partenza è il principio, largamente diffuso nella storiografia, che sistemi di governo diversi plasmino lo spazio in maniera differente. L’analisi dello spazio urbano così ottenuta, però, può essere arricchita dall’uso di strumenti della geografia culturale. La città, tema tra i più importanti e complessi della cultura occidentale, è infatti il luogo di incontro naturale tra storia e geografia culturale: è il luogo in cui si svolge la storia, ma più di un semplice palcoscenico. Le caratteristiche del fenomeno urbano trovano massima espressione nel caso di Milano, che presenta una storia di primissimo piano tradottasi in una struttura urbana dalle forme assolutamente peculiari. Sia al suo interno sia verso l’esterno (per la sua capacità di plasmare il territorio, agendo sull’ambiente naturale e modellandolo in base alle proprie necessità, ribaltando le logiche del determinismo ambientale). Combinando gli strumenti propri della geografia culturale con quelli della ricerca storica, si ottiene la possibilità di usare la città stessa e le sue rappresentazioni come documento, affiancando all’analisi degli eventi storici lo studio della valenza simbolica di tali realizzazioni.
This work is aimed to create an interdisciplinary study on the relationship between Milan and its polical regimes in the late Middle Ages. The starting point is the principle, widely used in historiography, that different systems of government produce space differently. The analysis of urban space thus obtained, however, can be improved using instruments from cultural geography. The city - one of the most important and complex topics in Western culture - is the meeting place of the natural history and cultural geography: it is the place where the story takes place, but more than just a stage. Milan is the perfect example of city: it has a history of the first order which turned into an urban structure of absolutely peculiar shape. Both internally and externally (for its ability to shape the territory, by acting on the natural and modeling it to suit your needs, reversing the logic of environmental determinism). Combining the tools of cultural geography with those of historical research, you get the opportunity to use the city itself and its representations as a document, supporting the analysis of historical events, the study of the symbolic value of such achievements.
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CUOMO, PIETRO. "POTERE POLITICO E SPAZIO URBANO. ELEMENTI DI GEOGRAFIA CULTURALE PER UNA STORIA DELLA MILANO COMUNALE E SIGNORILE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6222.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è realizzare uno studio interdisciplinare sul rapporto tra Milano e i regimi succedutisi alla sua guida nel basso medioevo. Il punto di partenza è il principio, largamente diffuso nella storiografia, che sistemi di governo diversi plasmino lo spazio in maniera differente. L’analisi dello spazio urbano così ottenuta, però, può essere arricchita dall’uso di strumenti della geografia culturale. La città, tema tra i più importanti e complessi della cultura occidentale, è infatti il luogo di incontro naturale tra storia e geografia culturale: è il luogo in cui si svolge la storia, ma più di un semplice palcoscenico. Le caratteristiche del fenomeno urbano trovano massima espressione nel caso di Milano, che presenta una storia di primissimo piano tradottasi in una struttura urbana dalle forme assolutamente peculiari. Sia al suo interno sia verso l’esterno (per la sua capacità di plasmare il territorio, agendo sull’ambiente naturale e modellandolo in base alle proprie necessità, ribaltando le logiche del determinismo ambientale). Combinando gli strumenti propri della geografia culturale con quelli della ricerca storica, si ottiene la possibilità di usare la città stessa e le sue rappresentazioni come documento, affiancando all’analisi degli eventi storici lo studio della valenza simbolica di tali realizzazioni.
This work is aimed to create an interdisciplinary study on the relationship between Milan and its polical regimes in the late Middle Ages. The starting point is the principle, widely used in historiography, that different systems of government produce space differently. The analysis of urban space thus obtained, however, can be improved using instruments from cultural geography. The city - one of the most important and complex topics in Western culture - is the meeting place of the natural history and cultural geography: it is the place where the story takes place, but more than just a stage. Milan is the perfect example of city: it has a history of the first order which turned into an urban structure of absolutely peculiar shape. Both internally and externally (for its ability to shape the territory, by acting on the natural and modeling it to suit your needs, reversing the logic of environmental determinism). Combining the tools of cultural geography with those of historical research, you get the opportunity to use the city itself and its representations as a document, supporting the analysis of historical events, the study of the symbolic value of such achievements.
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7

ALBANESE, FLAVIA. "Il territorio dell’accoglienza. Lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) nei comuni della Città Metropolitana di Milano (2014- 2018)." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/11578/286430.

Full text
Abstract:
La cosiddetta crisi europea dei rifugiati iniziata nel 2014 ha messo in luce una crisi dei sistemi di accoglienza nazionali ed europei. La tesi approfondisce il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) in Italia, definito un modello positivo, anche per ragioni connesse ad aspetti territoriali. Si può dunque considerare lo SPRAR (che sarebbe una politica sociale) alla stregua di una politica territoriale, poiché chiede al territorio di mettere in gioco attori e risorse locali per rispondere a un bisogno sociale. La questione emergente, per quanto non originale dell’accoglienza ma comune a molte politiche pubbliche, è quella del passaggio da una decisione presa dall’alto alla sua implementazione, cioè della sua trasformazione in una politica locale. La tesi analizza criticità e opportunità dell’accoglienza sui territori, prendendo come oggetto di studio i progetti SPRAR nei comuni metropolitani dell’hinterland milanese. Nell’interpretazione dello stato dell’arte della ricerca empirica emergono, infatti, nuove tendenze insediative e localizzative dei migranti in Italia. È in atto, in particolare, un processo di suburbanizzazione e ruralizzazione che, per rifugiati e richiedenti asilo, non rappresenta una scelta personale ma piuttosto l’esito di politiche che hanno uno specifico obiettivo di redistribuzione. L’approfondimento dei progetti SPRAR dei comuni metropolitani permette alcune riflessioni sui principi guida del sistema (adesione volontaria, accoglienza diffusa e integrata, coinvolgimento degli enti locali e delega al terzo settore). Innanzitutto, accogliere non dovrebbe essere una scelta politica. Eppure i sindaci che decidono di aderire volontariamente a un modello positivo di accoglienza rischiano ripercussioni sul consenso elettorale. Chi aderiva allo SPRAR prima del 2015, poteva permettersi uno stile di governo anticipatorio rispetto al problema, mentre chi si è attivato durante la crisi è costretta a giustificare la scelta come una reazione, mirata a tutelarsi dai grandi centri prefettizi. In secondo luogo, la diffusione di pochi accolti in tanti comuni ha il merito di evitare concentrazioni e segregazioni tipiche dei centri di accoglienza straordinaria, ma rischia di essere controproducente in un contesto di impoverimento del welfare. I progetti SPRAR seguono infatti il principio di un’accoglienza integrata con il welfare locale (non categoriale o assistenziale). In realtà periferiche, marginali e/o fragili, come i comuni delle cinture metropolitane, l’accoglienza integrata si scontra, però, con lo strutturale deficit di servizi territoriali socio-sanitari in cui versano molti comuni italiani. L’argine che il modello SPRAR mette a tali criticità è la territorializzazione delle politiche, in termini di delega al terzo settore e coinvolgimento dell’ente locale. Una territorializzazione intesa sia in una prospettiva di governance multilivello, dunque di decentramento dell’implementazione delle politiche, sia di definizione del territorio come strumento. Le azioni e le decisioni prese nella gestione dei progetti dimostrano infatti la capacità degli attori locali (istituzionali e non) di sfruttare le risorse del territorio, usandolo come strumento a servizio dello SPRAR. Il territorio dell’accoglienza, dunque, è governato o è caotico? Nei progetti- esito locale di politiche centrali- si sovrappongono due dimensioni: quella di una struttura dentro la quale i soggetti si muovono con libertà limitate secondo un modello di governamentalità foucoltiana che riprende le tecniche dei dispositivi di sicurezza ; e quella fatta di assemblaggi e interazioni, anche casuali tra elementi umani e non (attanti) che partecipano a un’azione collettiva. Il territorio dell’accoglienza SPRAR si configura dunque come il frutto di specificità di contesto sociale, caratteristiche territoriali e rapporti di causa-effetto su scale differenti.
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8

Tondello, Francesca <1994&gt. "L'innovazione sociale: la chiave di successo per rigenerare le città. Esperienza del caso milanese." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13916.

Full text
Abstract:
La crisi odierna ha rafforzato il tema dell'innovazione sociale, visto come strumento per uscire da una realtà che già esiste ma che non funziona. In questi ultimi anni la tematica dell’innovazione sociale è entrata al centro del dibattito pubblico a causa della sua importanza e delle sue potenzialità di risposta a esigenze e bisogni pubblici di ogni tipo. Questa tesi approfondirà il tema dell’innovazione sociale e metterà in evidenza la sua importanza per la rigenerazione delle città; si analizzerà come si sviluppa il processo innovativo e quali sono i suoi driver facilitanti e quali, invece, possono essere gli ostacoli che incontra nel suo percorso di realizzazione. Lo studio focalizzerà, infine, la sua attenzione nell’approfondimento della situazione milanese in ambito d’innovazione sociale e verranno analizzati quattro importanti progetti innovativi del Comune di Milano e si cercherà di esaminare l’importanza che stanno avendo per lo sviluppo e l’innovazione della città.
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9

SANTARSIERO, VITTORIA. "Matera e i territori del cibo. Modelli di innovazione per il food system e la valorizzazione dei paesaggi rurali attraverso le politiche del cibo e i processi creativi dell’agro-industria." Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2021. http://hdl.handle.net/11563/149102.

Full text
Abstract:
The following work analyses the socio-economic and spatial dynamics of “Matera food city-region” and tests the role of innovation model, food policies and creative processes to enhance urban and rural foodscape. The research looks for answers at some questions. The first is about dynamics and flows on Matera food city region considering involved spaces, actors and economies through a critical process that studies city and countryside. The second question moved to the necessity to define a model that is able to represent and interpret the analysed dynamics and flow, and to give back useful output. The third question works on results of previous phases and deepens analysis on Matera food city region to find enhanced possibilities and strategies for the territory. The critical reflection on the three answers makes necessary another demand. The fourth query deepens the role of multimedia platforms as tools to represent spaces and dynamics, and to provide ideas to innovate strategies for food territories. In the final part, this work gives an applicative example, proving the role of the platform Atlante del cibo Matera as a tool that creates links between involved actors and processes on Matera food city region and builds food governance. This research is articulated in three complementary phases, recognizable in the overall structure. First, the work deepens critically the theory, by the study of the role of food in urban planning in the last two decades. In this section the research provides definitions of food system, food space and food policy and introduces international and national governance processes on food. This phase introduces research theme and is the theoretical basis for later stages. The second section is a disciplinary work based on analysis on field and the reconstruction of food system by the interpretation of organizational models detected in the territory. The analysis regards the phases of food system (production, processing, distribution and consumption) on Matera food city region. In the final section, the comment of results is the basis to rebuild geographies of Matera food territories. Finally, this phase explains the application model, shared between city, university and enterprise. The application shows the working ability of Atlante del Cibo Matera in the formulation of strategies that enhanced territories by food. This work aims to shows the opportunity for Matera food city region to innovate itself by a vision that combines culture, rural landscapes, heritage and society through food. From this perspective innovation gives the tool for the implementation of interactive and heritage atlas that proposes participatory and synergic governance.
L’obiettivo di questo lavoro di tesi è studiare l’articolazione delle dinamiche socio-economiche e spaziali nella Matera food city region, e testare la capacità degli strumenti di innovazione, delle politiche del cibo e dei processi creativi nella valorizzazione dei paesaggi rurali. Il lavoro di ricerca muove a partire dalla costruzione di risposte ad un serie di quesiti che scompongono e chiarificano l’intero percorso. Il primo riguarda la riflessione sulle dinamiche e sui flussi che interessano la food city region, considerando spazi, attori e economie implicate, attraverso un approccio che esamina criticamente la città e la campagna. Il secondo quesito muove dalla necessità di definire un modello di rappresentazione consono alla restituzione delle dinamiche osservate sul territorio e capace di restituire degli output a partire dall’interpretazione critica dei fenomeni. Il terzo riflette sulle caratteristiche della Matera food city region per individuarne potenzialità da cui articolare strategie per i territori del cibo. Il commento delle risposte alle prime questioni sarà il presupposto per la formulazione di un ulteriore quesito che riguarda il ruolo che possono avere gli strumenti innovativi in questo processo, di cui si fornirà un modello applicativo condiviso tra più attori nella parte finale dell’elaborato. Questo lavoro di ricerca si compone di tre operazioni differenti e fortemente complementari, ma tuttavia riconoscibili nella struttura della tesi. La prima riguarda lo studio critico della letteratura con una ricostruzione del ruolo assunto dal cibo nel corso dell’ultimo ventennio nella pianificazione delle città e dei territori. A seguire alcune definizioni sul sistema del cibo, sulle spazialità della ricerca e sulle politiche e regolamentazioni internazionali e nazionali. L’introduzione alla tematica della ricerca sarà la base disciplinare su cui saranno presentati i quesiti, gli obiettivi, i materiali e i metodi utilizzati. In chiusura della prima parte sarà introdotto il contesto della ricerca. La seconda parte della tesi è un lavoro più disciplinare e riferisce della ricerca sul campo attraverso la ricostruzione del sistema del cibo mediante l’analisi e l’interpretazione dei modelli organizzativi riconoscibili sul territorio in termini spaziali, ma anche quantitativi e qualitativi. Il riferimento in questa fase è stato lo studio delle performance delle varie fasi in cui è stato diviso a monte il sistema del cibo (produzione e trasformazione, trasporto e distribuzione, consumo). Una tematizzazione delle fasi dell’indagine che ha chiarito le relazioni tra spazialità, attori e dinamiche e le connessioni tra i vari processi nella fase di ricostruzione complessiva del fenomeno, svolta allo scopo di restituire una interpretazione critica del processo. Nella terza parte il commento dei risultati dell’analisi consentirà di ricostruire una lettura della geografia del territorio attraverso la lente del cibo. Saranno specificate le basi su cui è stato articolato il modello applicativo condiviso tra città, università e impresa che prova ad utilizzare uno strumento innovativo per la formulazione di strategie operative capaci di valorizzare i territori in chiave cibo. Matera e la sua food city region possono riarticolarsi in una visione che combina i processi culturali e agro-forestali dei paesaggi autentici lucani con la dimensione sistemica del cibo capace di relazionare tra loro patrimoni filiere e società. L’innovazione in tal senso può fornire gli strumenti per l’implementazione di atlanti patrimoniali interattivi e in grado di proporre governance partecipate e sinergiche.
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Pergega, Edmond. "Progetti per la città." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3623/.

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Abstract:
L'obbiettivo della presente tesi curricolare è la lettura di alcuni progetti, realizzati negli anni di studi, nel tentativo di rintracciare un percorso evolutivo della personale formazione universitaria. I lavori esposti sono per lo più progetti inseriti in un contesto urbano che cercano di dialogare con il luogo e la città. Lo studio della città infatti costituisce presupposto essenziale per la fase compositiva del progetto. I lavori esposti sono stati svolti nei laboratori di progetazione, di urbanistica e di sintesi finale. Nel primo progetto ci si è confrontati con l'analisi e il ridisegno della villa Planchar di Giò Ponti a Caracas. Nel secondo si è affrontato per la prima volta la progettazione di una piccola unità residenziale. Nel progetto per Cesenatico si è affrontato il tema della residenza su scala urbana. Il quarto progetto riguarda la riqualificazione urbanistica dell'area nord di Cesena. I progetti per l'ampliamento dela biblioteca Malatestiana e per il Foro Annonario si confrontano con il contesto urbano consolidato del centro antico di Cesena. Il progetto del palazzo digiustizia si inserisce in un area a ridosso del centro storico che non ha una chiara identità urbana. L'ultimo progetto, svolto nel Laboratorio di Sintesi Finale, si inserisce nel bastione dei Cappuccini all'interno della cinta muraria di Pesaro.
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Books on the topic "Politiche per le città"

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Università di Cagliari. Dipartimento di ingegneria del territorio. Sezione urbanistica, ed. Piani e politiche per la città: Metodi e pratiche. Milano: F. Angeli, 2003.

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Totaforti, Simona. Il governo dell'insicurezza: Le nuove politiche per la città sicura. Napoli: Liguori, 2010.

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Adriana, Poli Bortone, and Ruppi Cosmo Francesco, eds. Dialogo per la città. Roma: Viverein, 2008.

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Governare città plurali: Politiche locali di integrazione per gli immigrati in Europa. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2012.

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L'Europa delle città: Accessibilità, partnership, policentrismo nelle politiche comunitarie per il territorio. Firenze: Alinea, 2005.

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Salvato, Mauro. Dalla città alle reti urbane: Politiche per la progettazione di aree vaste a confronto. Padova: CLEUP, 2007.

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Reggio città metropolitana: Per l'amicizia mediterranea. Roma: Gangemi, 2010.

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La primavera breve: Quando Palermo sognava una Città per l'uomo. Milano: Paoline, 2011.

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Le politiche locali per la sicurezza: Attivazione dell'organizzazione diffusa a tutela del diritto alla città sicura. Roma: Aracne, 2010.

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La città chiara: Politica e cultura per Roma. Roma: Gangemi, 2012.

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Book chapters on the topic "Politiche per le città"

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Lombardi, Mauro. "Attori e strumenti delle politiche per l’innovazione." In Studi e saggi, 133–48. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-310-9.09.

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Abstract:
After explaining a large set of new concepts and proposing a new theoretical frame, we first depict same stereotypical behavioral and strategic propensities emerging in human systems according an important managerial literature. Then we highlight the systemic models emerging from the strategies implemented by some Italian Regions in managing innovation dynamics. The arrival of the analysis is the identification of more effective tools for founding innovation policies.
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Lombardi, Mauro. "Ripensare gli indicatori per le politiche per l’innovazione attraverso il Design-thinking." In Studi e saggi, 149–61. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-310-9.10.

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Abstract:
The final chapter contains the proposal to rethink the policies for innovation based on the approach defined Design thinking. Particularly important is the introduction of concepts such as global order parameters, referring to a systemic view of the techno-economic dynamics, and of a complementary methodology, called Agile. Based on the proposed framework, the decision-making space of different actors (private, public) in pursuing objectives at different levels is then analyzed. In this way a multi-level and multi-stakeholder decision making process can be enriched through a multiplicity of indicators in order to timely verify the efficiency of implementation process.
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Bonello, Valentina, Claudia Faraone, Luca Nicoletto, and Giulio Pedrini. "Un laboratorio europeo per le politiche urbane." In Città e lavoro, 92–99. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xhz.12.

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4

Savino, Michelangelo. "Le politiche urbane nelle «città universitarie»." In Spazi per l’università nell’architettura contemporanea, 47–51. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvdf0k1d.9.

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"Architettura e lavoro politico nella città-territorio." In Per una storia negativa, 211–50. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdmxm.9.

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6

Azzaro, Bartolomeo. "Le Città nella città, l’università e Roma." In Spazi per l’università nell’architettura contemporanea, 7–17. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvdf0k1d.4.

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7

"Città per la gente." In How Many Roads, edited by Alessandra Capuano and Andrea Valeriani, 22–28. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvsf1njr.6.

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8

Mulazzani, Marco, and Elisa Pegorin. "«Parole per una città»." In Lisbona, 16–20. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvvb7mqr.7.

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Bruni, Carmelo. "LE POLITICHE SOCIOSANITARIE NEI CONTESTI METROPOLITANI." In Stili di vita e città del futuro, 49–53. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv125jrtm.8.

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Vanore, Margherita. "Città-paesaggio." In 40 PAROLE PER LA CURA DELLA CITTÀ, 81–84. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xs3.16.

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Conference papers on the topic "Politiche per le città"

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Ferrighi, Alessandra. "Citta', spazio e tempo: l’applicazione di un HGIS per la storia urbana." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7920.

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Abstract:
La città è frutto dell'opera dell'uomo. Attraverso processi di lunga durata l’uomo ha costruito la forma della città adattando lo spazio circostante e modificando l’ambiente. Indagando tali processi, la storia delle città può essere narrata attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, le interpretazioni e le analisi delle stesse. I luoghi o gli eventi legati alla città sono caratterizzati dai due concetti di Spazio e Tempo. Ogni città è stata creata in un determinato spazio e in un determinato tempo; ogni evento si è svolto in momento preciso e in un luogo specifico. I personaggi della storia sono vissuti in un intervallo temporale, hanno contribuito a segnare quel momento con azioni che sono riconoscibili come tracce nella storia. Siano essi personaggi illustri, che uomini del fare. Questa ricerca è nata dall'idea di trovare altri e diversi modi di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, le trasformazioni, le stratificazioni e i cambiamenti delle città legati agli eventi naturali, alle decisioni politiche e amministrative avvenute nel corso della storia delle città stesse. Quando si narra la storia della città si fa riferimento, anche se non espressamente, alle due tematiche di Spazio e Tempo perché, come detto, le azioni si svolgono in momenti e luoghi definititi o circoscrivibili. L'HGIS (Historical GIS) se applicato alla storia urbana consente di mettere in relazione Spazio e Tempo nella lettura delle trasformazioni della città e del territorio circostante.
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Blečić, Ivan, Arnaldo Cecchini, Maurizio Minchilli, and Valentina Talu. "Progettare la cittá di prossimitá per promuovere le "capacitá urbane" degli abitanti svantaggiati." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8001.

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Abstract:
La promozione della qualità della vita urbana passa necessariamente attraverso la costruzione di una città inclusiva, una città effettivamente "usabile" da tutti i suoi abitanti. Anche e soprattutto da chi, a causa di una qualche condizione (permanente o temporanea), si discosta dall'immagine dell'abitante-tipo adulto, maschio, sano, istruito, ricco e automunito e non é quindi "capace" (o non lo è pienamente) di accedere ai luoghi, ai servizi, alle opportunità e alle informazioni della città che sono progettate, organizzate e governate precisamente in funzione delle esigenze e dei desideri di questo abitante-tipo. Rilevanti sono in tal senso i progetti e le politiche che si concentrano soprattutto sulle periferie con l'intento di promuovere la qualità della vita urbana quotidiana degli abitanti . Accanto ai grandi (e costosi) interventi di riqualificazione, particolarmente utili sono le trasformazioni a scala di quartiere, le "micro" trasformazioni, perché sono in grado di migliorare concretamente l'usabilità di quella che può essere definita "città quotidiana e di prossimità", la città, cioè, che gli abitanti conoscono, "usano" (o "userebbero" se fosse effettivamente accessibile e usabile) e di cui possono prendersi cura. L'articolo cerca di mostrare perché è efficace e pertinente un approccio legato ad una dimensione "micro" degli interventi, anche attraverso il racconto di alcune esperienze sul campo condotte da Tamalacà, un gruppo di ricerca e azione del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU) dell'Università di Sassari. Upgrading the quality of urban life necessarily goes hand in hand with building up an inclusive city, a city actually “usable” by all its inhabitants. The kind of project that is important from this point of view will focus on the most marginal areas of the city. Alongside the large, costly urban redevelopment interventions, transformations on a neighbourhood scale and "micro" dimension are particularly useful. This article attempts to show why an approach involving intervention linked with a “micro” dimension is effective and pertinent, and also describes a significant experiment carried out by the action research group TaMaLaCà of the Department of Architecture Design and Planning - Architecture at Alghero (University of Sassari) in the town of Sassari.
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Canfora, Fabrizio. "Il centro direzionale di Napoli: verso una città-territorio?" In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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Arras, Francesca, Arnaldo Cecchini, Elisa Ghisu, Paola Idini, and Valentina Talu. "Perché e come promuovere la camminabilitá urbana a partire dalle esigenze degli abitanti piú svantaggiati: il progetto "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!"." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7962.

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Abstract:
La città contemporanea è una città a misura di automobilista. Chi non vuole o non può usare l'automobile per spostarsi non è in grado di esercitare pienamente il proprio diritto urbano di accesso ed uso degli spazi e delle strade sottratti dalle automobili all'uso pubblico e collettivo. Il prerequisito per la riconquista di questo diritto urbano negato è la promozione di un vero e proprio cambiamento culturale in materia di mobilità, attraverso il coinvolgimento consapevole e responsabile degli abitanti nelle politiche e nei progetti di promozione della mobilità altra, in particolare di coloro che subiscono la maggior parte delle conseguenze negative determinate dalla presenza invasiva delle automobili nella città: bambini, anziani, persone disabili e pedoni (e ciclisti) in generale. Nell'articolo descriveremo il progetto pilota "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!" che si pone l'obiettivo di promuovere la camminabilità urbana di due quartieri marginali della città di Sassari (e, in prospettiva, di tutta la città, trattandosi un progetto facilmente replicabile) a partire dalle esigenze, dai desideri e dalla "capacità di disobbedienza" dei bambini, uno dei gruppi di abitanti più svantaggiati in materia di mobilità. Contemporary city is a car-friendly city. Those who cannot or do not want to use a car are not capable to fully exercise their fundamental urban right to access and to use the public spaces and the streets. In this paper, we argue that it is possible to make more effective policies aimed at building walkable cities making reference to the desires and needs of disadvantaged groups. In particular, we concentrate on children as one of the most vulnerable groups of inhabitants of the city. The role children can play in improving urban quality of life is fundamental, for a number of reasons, most important of which, for the purpose of this paper, is their "capability of disobedience" which might be used as a force of urban transformation. Then, we present one project through which we try to promote the urban walkability of the city of Sassari starting from children's involvement: "ExtraPedestrians: let yourself be conquered by the 'alien' mobility".
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Salomone, Veronica. "Strategie di sopravvivenza: riciclare – rigenerare – includere nella città mediterranea." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8013.

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Abstract:
Le trasformazioni che investono la città mediterranea contemporanea rendono l’abitare sempre più complesso e contaminato. La precarietà è una condizione ricorrente che genera paesaggi imprevedibili e incostanti. Nasce l’esigenza di rileggere la città attraverso le sue stratificazioni non più solo materiali: si abita riciclando spazi, stravolgendo relazioni, utilizzando strategie di mercato inusuali. La città perde la sua organicità apparente ma, trasformandosi, mantiene i suoi elementi fondanti, sopravvivendo nelle forme di autocostruzione e appropriazione, nelle relazioni sociali e negli assetti economici. La condizione di sopravvivenza si fa strategia e nuova frontiera dell’abitare. La tesi trova le sue argomentazioni in contesti dove condizioni ambientali e socio-economiche generano paesaggi al limite della sopravvivenza. È il caso del Cairo in cui interi quartieri sono stati trasformati dall’ingente domanda di sopravvivenza. In particolare, il paper vuole approfondire il caso studio della Città dei Morti. Inizialmente occupata da strutture temporanee di parenti adoranti, Al-Qarāfa è oggi abitata da circa un milione di egiziani. La densità abitativa è alta e i servizi non sempre sufficienti, per cui le autorità locali decisero nel 2010 di radere al suolo intere sezioni del cimitero attraverso l’attuazione del piano urbanistico Cairo 2050, stravolgendo l’impianto originario dell’area. Qual’è il ruolo del progetto? Quali sono i modelli politici, economici e sociali in grado di rigenerare la città mediterranea contemporanea? Si può ancora parlare di ‘modello mediterraneo’? The transformations that affect the contemporary Mediterranean city make the way of living more and more complex and contaminated. Precariousness is a recurring condition that generates unforeseeable and variable landscapes. It becomes necessary to reassess the city through its layers not only the material ones: you live by recycling spaces, changing relationships, using unusual market strategies. The city loses its apparent organicity but, transforming itself, keeps its basic elements, surviving in self-constructions and appropriation forms, in social relations and in the economic arrangements. The condition of survival becomes strategy and new border of living. The thesis finds its arguments in contexts where environmental and socio-economic conditions produce landscapes at the limits of survival. This is the case of Cairo where entire districts have been transformed by the huge demand of survival. In particular, the paper wants to deepen the study case of the City of the Dead. Initially occupied by temporary structures of adoring relatives, Al-Qarāfa is today inhabited by about a million of Egyptians. The population density is high and the services aren't always enough, so the local authorities decided in the 2010 to demolish entire sections of the cemetery through the implementation of the development plan Cairo 2050, changing the original structure of the area. What is the role of the project? What are the political, economic and social models capable of regenerating the contemporary mediterranean city? Can we still speak of 'Mediterranean model'?
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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Cerasoli, Mario. "Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Abstract:
Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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Buda, Chiara. "Cittadinanze sospese e diritto alla cittá: suspended citizenship and the right to the city." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7905.

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Abstract:
La città globale ha generato una forte ipermobilità delle merci e degli uomini. Cambiano cioè gli attori e i gruppi sociali della scena urbana. Rilevante è la presenza degli immigrati che forniscono manodopera in numerosi ambiti. Le società ospitanti riconoscono, infatti, il ruolo determinante degli stranieri in quanto lavoratori, ma pongono forti resistenze nel riconoscerli in quanto cittadini. In altre parole, restano cittadini sospesi tra il paese d’origine e quello d’arrivo, perché godono di una cittadinanza con revoca. Gli immigrati possono al massimo godere di una cittadinanza sostanziale, nel senso che esiste un insieme di pratiche di cittadinanza, che fanno percepire lo straniero come se fosse a casa propria pur non essendolo. Si tratta delle c.d. pratiche di home making, cioè di addomesticamento dello spazio circostante. Tale riappropriazione del contesto urbano, esprime in realtà la rivendicazione dello straniero al diritto alla centralità e il desiderio di non essere periferizzati. Si tratta del diritto alla città elaborato da Henri Lefebvre nel 1978, inteso come diritto alla vita urbana. Non tutti però godono allo stesso modo di tale diritto: i soggetti più deboli e vulnerabili non hanno voce nei processi decisionali. Ma la vera essenza della cittadinanza contemporanea consiste nel prender parte ad una vita pienamente urbana, per tale motivo i migranti, in quanto attori urbani e portatori di una particolare domanda di città, dovrebbero essere ascoltati dagli amministratori locali. The central topic of this paper is the complex relationship between migrants and the global city, which has created a strong hypermobility of goods and people. There are new actors in the urbane scene: immigrants provide labor in many areas, but they are particularly invisible at the main decision-making levels, especially in those concerning the city design. They are subjected to discrimination: first of all as city users and also as proponents of urban and architectural projects. Our cities are not able to answer the "supply of city" of those who live in, that means they do not fully answer to the people needs and desires. Consequently, the weakest and most vulnerable citizens don’t fully enjoy their right to the city. This right has been presented by Henri Lefebvre around the 70s. According to the French sociologist everyone should enjoy the "right to urban life", that is the possibility to satisfy their aspirations in terms of political, social and environmental impacts in the city.
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Reports on the topic "Politiche per le città"

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Vallerani, Sara, Elizabeth Storer, and Costanza Torre. Considerazioni chiave: equità e partecipazione nella promozione della vaccinazione per il covid-19 tra le persone razzializzate e senza documenti. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.025.

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Abstract:
Questo documento espone alcune considerazioni a proposito della promozione dei vaccini per il SARS-CoV-2 e delle strategie per garantirne un’equa distribuzione tra gli immigrati senza documenti residenti in Italia e, in particolare, a Roma. Quanto emerge dal caso italiano può essere in parte applicabile ad altri contesti in cui la somministrazione del vaccino è stata legata al dispositivo del “passaporto vaccinale”, ovvero il certificato COVID digitale dell'UE, in Italia Green Pass. Nell’organizzazione della campagna vaccinale alcune categorie sociali sono state identificate come “difficili da raggiungere” (hard to reach) e per cui è necessario immaginare interventi specifici.1 In questo testo si sceglie di parlare di persone razzializzate e illegalizzate poiché senza documenti per riferirsi a persone immigrate che non hanno cittadinanza, permesso di soggiorno e status di rifugiato. Questo documento esplora il contesto quotidiano delle vite delle persone illegalizzate e come l’esperienza della pandemia di COVID-19 abbia esacerbato le difficoltà che queste persone incontrano, 23 mettendo in luce il collegamento tra le vulnerabilità, consolidate ed emergenti, con la percezione dei vaccini. Si suggerisce come l’orientamento e la percezione dei vaccini si inseriscano all’interno dei contesti di vita delle persone, in cui molto spesso la priorità è data al sostentamento economico. In molti casi, l’accettazione della vaccinazione è motivata dalla necessità di continuare ad avere un lavoro retribuito piuttosto che a una preoccupazione connessa alla salute o a una fiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie. Il seguente documento si pone l’obiettivo di esaminare come i vaccini possano essere distribuiti in modo equo e capace di aumentare la fiducia e i processi di inclusione nella società post-pandemica. Il testo si basa principalmente sulla ricerca etnografica e le testimonianze raccolte attraverso interviste e osservazioni con persone razzializzate e illegalizzate nella città di Roma, insieme a rappresentanti della società civile e operatori socio-sanitari tra dicembre 2021 e gennaio 2022. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Sara Vallerani (Università di Roma Tre), Elizabeth Storer (LSE) e Costanza Torre (LSE). È stato revisionato da Santiago Ripoll (IDS, Università del Sussex), con ulteriori revisioni da parte di Paolo Ruspini (Università Roma Tre) ed Eloisa Franchi (Université Paris Saclay, Università di Pavia). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058). La ricerca si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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Un’indagine sulle politiche per il telelavoro. Organisation for Economic Co-Operation and Development (OECD), February 2021. http://dx.doi.org/10.1787/443d0cd6-it.

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