Academic literature on the topic 'Politiche per la natura'

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Journal articles on the topic "Politiche per la natura"

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Cristini, Guido. "Crisi dei consumi e marca commerciale: le opportunitÀ di copacking per le PMI alimentari." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 3 (October 2012): 57–83. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003004.

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Abstract:
Nel corso dell'ultimo biennio la crisi dei consumi che ha investito anche il settore dei prodotti di largo consumo ha determinato mutamenti rilevanti in ordine alle condotte competitive sia delle imprese industriali di marca che delle insegne distributive. Tra i fenomeni che maggiormente hanno connotato il mercato in oggetto, conviene citare lo sviluppo della marca commerciale anche per le implicazioni che ne derivano per le Piccole e medie imprese1 industriali operanti nel comparto alimentare. Infatti, per una parte di tali imprese la produzione per conto rappresenta, non solo una minaccia, quanto una delle opzioni piů rilevanti sotto il profilo strategico e operativo. In questo contesto, il presente paper intende approfondire il tema delle opzioni di natura strategica che i copacker hanno di fronte, nonché analizzare le politiche di natura produttiva logistiche e di marketing da perseguire al fine di assicurarsi delle relazioni di sub-fornitura durevoli. Il lavoro analizza, pertanto, le politiche di integrazione verticale delle funzioni all'interno della filiera in questione, nel tentativo di comprendere se il processo di integrazione/ disintegrazione delle funzioni in questione abbia prodotto una maggiore efficienza complessiva della filiera o se, al contrario, si sia limitato ad avvantaggiare solo uno dei due attori.
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Dezio, Catherine. "Verso un'infrastruttura materiale e immateriale per la Bioregione." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 32–36. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093005.

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Abstract:
L'idea bioregionale sottende un progetto di ricomposizione dei paesaggi di bordo che, ripristinando flussi, funzioni ecologiche, relazioni e identità, realizza un tessuto connettivo e attivatore. Tale tessuto agisce tramite interventi locali, caratterizzati da strumenti e linguaggi multidisciplinari e transcalari. Secondo quest'ottica, gli spazi rappresentano entità che si attivano attraverso una dimensione relazionale, di natura sociale, politica, economica, culturale, dai risvolti spaziali. Pratiche di modificazione, forme di regolamentazione, politiche di governo, gesti e usi, immaginari urbani e rurali concorrono, in forma plurale, alla generazione di spazi che sono il prodotto di questa molteplicità. È, quindi, attraverso questo quadro bioregionale che possiamo rileggere spazi, azioni progettuali e relazioni come elementi di una rete.
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Rinaldi, Alessandro, Giulia Civitelli, Maurizio Marceca, and Lorenzo Paglione. "Le politiche per la tutela della salute dei migranti: il contesto europeo e il caso Italia." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 21, no. 40 (June 2013): 9–26. http://dx.doi.org/10.1590/s1980-85852013000100002.

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Abstract:
Intendendo la salute come un diritto umano fondamentale che non si esaurisce alla dimensione biologica ma si estende a quella sociale, economica e politica, gli autori, dopo aver descritto brevemente le politiche che a livello europeo sono state emanate per tutelare la salute dei migranti, analizzano l'esperienza italiana alla luce delle direttive internazionali. L'Italia rappresenta infatti un caso particolare ed avanzato di tutela della salute dei migranti; la sua politica sanitaria decisamente inclusiva riconosce parità di diritti e doveri ai cittadini regolarmente presenti ed ammette ampie possibilità di protezione ed assistenza anche per gli immigrati privi di permesso di soggiorno. Tuttavia, anche in un contesto avanzato come quello italiano, è necessaria un'evoluzione da un approccio di tipo assistenzialistico ad uno più ampio di promozione della salute attraverso politiche di natura intersettoriale, alla luce della teoria dei determinanti sociali di salute. Affrontare la tematica della salute del popolo migrante rappresenta un'occasione per rendere i servizi sanitari in particolare e le politiche migratorie in generale più attente ad ogni persona, alla sua storia e al contesto nel quale essa vive.
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Mignella Calvosa, Fiammetta. "Politiche per la mobilitŕ sostenibile." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 30–42. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094004.

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Abstract:
La cittŕ contemporanea č sempre piů definita dalle pratiche di mobilitŕ e dalle intersezioni dei flussi di persone, beni, informazioni che vanno a ridefinire le relazioni e le connessioni sociali tra gli individui. Le diseguaglianze di mobilitŕ costituiscono, allo stesso tempo, causa ed effetto di differenti disponibilitŕ di risorse materiali e di maggiore o minore libertŕ di gestione del tempo a propria disposizione, ma anche di disparitŕ nella possibilitŕ di accesso alle funzioni urbane. L'accresciuta mobilitŕ, in particolare quella legata all'utilizzo del mezzo privato, pone come centrale il tema del suo governo sia in termini ambientali che sociali. L'elaborazione di forme di autorganizzazione e autoregolazione diventa cruciale per far fronte alle pressioni ambientali e ai flussi crescenti di merci e persone. Dopo essersi soffermato su alcune esperienze di mobilitŕ sostenibile in cittŕ europee (Londra, Parigi, Barcellona, Munster), l'autore si concentra sul caso romano.
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Dini, Roberto. "Nuovi sguardi sulla montagna. Elementi per il progetto alla grande scala." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 158–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056024.

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Abstract:
In quanto spazio ‘altro' le Alpi costituiscono un terreno di sperimentazione privilegiato per tentare di rispondere ad alcune domande centrali nel dibattito sulla pianificazione e sul progetto d'area vasta: dalle problematiche connesse alla patrimonializzazione del paesaggio, all'intreccio tra dato fisico e sociale, alla sostenibilitŕ ambientale, alla tutela del patrimonio storico e ambientale. Č fondamentale ragionare su modalitŕ di trasformazione in grado di tenere assieme immagini, progettualitŕ, dinamiche di natura differente, al fi ne di generare ‘territori abitati' nella complessitŕ dei loro valori. Anche nel contesto alpino emerge la necessitŕ di una riflessione intorno al tema dell'architettura alla grande scala, nell'incrocio tra strutturazioni insediative, morfologie del substrato territoriale con l'insieme delle pratiche dell'abitare e delle politiche di sviluppo locale.
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6

Girotti, Luca. "Da "filologi dell'amministrazione" a "ispiratori del cambiamento": il contributo dell'indagine pedagogica alle politiche educative." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 410–18. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9502.

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Abstract:
Da molto tempo la pedagogia si interroga rispetto alla sua relazione con la politica, se non altro a motivo della percezione diffusa di non essere considerata come riferimento autorevole nella formulazione delle politiche educative; in particolare, negli ultimi anni, da più parti si è insistito sulla necessità per l'indagine pedagogica di riflettere sul contributo che la ricerca educativa può offrire alle politiche pubbliche in materia di istruzione, formazione e orientamento, a fronte delle rapide trasformazioni che attraversano la società postmoderna e della profonda crisi che sembra attanagliare le agenzie educative e i sistemi formativi. Le argomentazioni svolte pongono in luce il fatto che l'opportunità di chiarire in quali "termini" e a quali "condizioni" la ricerca educativa può essere una risorsa per le politiche pubbliche, la necessità di approfondire, sotto il profilo metodologico, i criteri in ragione dei quali attribuire/giudicare tale funzione e i relativi metodi/strumenti ad essi adeguati e l'esigenza di affrontare interrogativi etici connessi con la relazione fra pedagogia e politica sono questioni di natura complessa fra loro intrinsecamente interconnesse
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Palmieri, Walter. "Natura, uomini e dissesti: le alluvioni di Nola agli inizi dell'ottocento." SOCIETÀ E STORIA, no. 126 (March 2010): 615–33. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126002.

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Abstract:
Nonostante l'importanza dei dati storici per le odierne politiche di prevenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico, la storiografia raramente si č occupata di questi argomenti; anche se, dopo la catastrofe di Sarno del 1998, si č assistito ad una breve stagione di studi storici su frane e alluvioni verificatisi in quell'area nei secoli precedenti. Partendo da queste considerazioni, l'autore, dopo essersi soffermato sulle cause naturali che rendevano (e rendono) la pianura campana particolarmente esposta a fenomeni franosi ed alluvionali, ricostruisce ciň che avvenne nella pianura di Nola, negli anni Venti dell'Ottocento. La violenta eruzione del Vesuvio del 1822, infatti, aggravň enormemente i precari equilibri idrogeologici dell'area generando, negli anni seguenti, numerosi eventi catastrofici. Particolare attenzione viene dedicata all'individuazione delle attivitÀ antropiche - generate a loro volta da spinte di natura economica - che, sommandosi agli agenti naturali, contribuivano ad aggravare l'instabilitÀ dei versanti. Attraverso l'ausilio di fonti archivistiche, vengono inoltre analizzate le modalitÀ con cui le istituzioni dell'epoca intervennero per tentare di arginare questi fenomeni.
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Chiodelli, Francesco. "Strategie demografiche e matrice spaziale. Demografia e governo del territorio nel conflitto israelo-palestinese su Gerusalemme." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 95 (February 2010): 27–57. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-095003.

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Abstract:
Il paper analizza la connessione tra le strategie demografiche israeliane per Gerusalemme e le politiche di governo del territorio nella cittŕ, relativamente alla questione specifica dell'abusivismo edilizio nella parte orientale della Cittŕ Santa. La tesi č che Gerusalemme č oggetto di una "guerra a bassa intensitŕ", i cui obiettivi demografico-territoriali, tipici di quella che puň essere definita un'"etnocrazia urbana" (Yiftachel e Yacobi, 2003), sono perseguiti mediante pratiche e politiche di planning. La prima parte del paper si concentra sulla lettura delle caratteristiche demografiche di Gerusalemme, mentre la seconda si occupa delle politiche urbane messe in campo dalla Municipalitŕ - nello specifico in relazione all'edilizia residenziale e al problema dell'abusivismo edilizio a Gerusalemme Est - mostrando come esse si articolino lungo una linea di discriminazione etnica nei confronti della popolazione arabo-palestinese. La natura del saggio č intenzionalmente prettamente descrittiva, demandando a brevi sezioni, introduttiva e conclusiva, la definizione del quadro teorico-interpretativo di riferimento.
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Shakir, Zehiya Umar. "Carattere politico E la diplomazia antincendio dell'Arabia Saudita." International Journal of Science and Society 4, no. 2 (July 28, 2022): 390–98. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i2.486.

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Abstract:
Questo documento cerca di tracciare la natura politica dietro la decisione dell'Arabia Saudita Il Regno dei Sauditi giustizia il religioso sciita Nimr Baqir Al-Nimr usando la teoria dell'atto linguistico. Non è un caso quando l'esecuzione del Nimr condotta prima dell'attuazione del PACG, ha raggiunto l'Iran con il gruppo 5+1 e l'Unione Europea. L'azione politica saudita nasce da un carattere politico che è sia personale che tribale. Questo articolo fornisce un rinforzo teorico alle precedenti ricerche correlate, in particolare Hermann Frederick Eilts sulla politica estera dell'Arabia Saudita, anche Philip S. Khoury e Joseph Kostiner che evidenzia la formazione dello stato e i modelli del paese tribale arabo. Modello di tracciamento della diplomazia del fuoco che fa affidamento sul petrolio (denaro) e sulla spada (militare), un po' tanto per contribuire sull'urgenza di comprendere la natura politica, compreso lo stile della diplomazia, in quanto grandi mappe per analizzare l'azione politica degli attori arabi regno di Saud nel rispondere alle dinamiche politiche regionali e globali
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Martinez, Esteban. "La qualitŕ dell'occupazione e del lavoro. Lo ‘stato' della ricerca in Belgio." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 209–22. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127013.

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Abstract:
L'articolo espone la natura polisemica ed evolutiva del concetto di "qualitŕ del lavoro", sia nel contesto delle politiche occupazionali pubbliche che della ricerca scientifica. Valutare la qualitŕ del lavoro puň, da un lato, fornire le basi per un programma di ricerca che critichi i cambiamenti nell'organizzazione del lavoro, orientati verso la flessibilitŕ, e le tendenze nella strategia europea per l'occupazione, concentrate sull'aumento incondizionato dei tassi di occupazione. Quando la si interpreta attraverso la - riduttiva - prospettiva di flexicurity, questa valutazio- ne puň, d'altra parte, oscurare quei fattori esplicativi di organizzazione del lavoro e di azione pubblica che provocano lavoro precario, un indebolimento del sistema di relazioni industriali e un deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
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Dissertations / Theses on the topic "Politiche per la natura"

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Rizzello, Katia <1978&gt. "Politiche europee per lo sviluppo locale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2154/1/Rizzello_Katia_TESI.pdf.

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Rizzello, Katia <1978&gt. "Politiche europee per lo sviluppo locale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2154/.

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3

Pesavento, Valeria <1993&gt. "Politiche ambientali per l’inquinamento e criminalità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14328.

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Abstract:
Il primo capitolo è incentrato sulla differenza tra beni comuni ed esternalità. Il secondo capitolo tratta delle politiche ambientali sia internazionali che europee. Il terzo capitolo riguarda la criminalità legata all’ambiente.
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Doghri, Yasmin <1992&gt. "Strategie e politiche per lo Sviluppo dell'Africa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11735.

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Abstract:
Questa tesi si propone di sfatare alcuni luoghi comuni sul sottosviluppo endemico del continente africano. Attraverso un’analisi delle dinamiche demografiche, economiche e istituzionali che si stanno manifestando in Africa, verranno messe in luce le numerose opportunità che questo continente può offrire. Lo scopo della tesi è identificare gli approcci allo sviluppo che si sono rivelati inefficaci e individuare quelli che, invece, hanno contribuito al miglioramento reale delle condizioni economiche. La tesi è suddivisa in tre parti. Nella prima viene effettuata un'analisi delle condizioni che contraddistinguo l'economia africana, mettendo in evidenza come una lettura tradizionale e omogenea del continente possa portare ad un approccio sbagliato alle politiche di sviluppo. La seconda parte della tesi è dedicata per l'appunto a una rassegna della letteratura economica che ha criticato le tradizionali politiche di aiuto, ritenute non solo poco efficaci, ma in alcuni casi distorsive. La terza parte viene invece dedicata alle nuove politiche di sviluppo che si stanno realizzando in alcune realtà africane: dagli investimenti esteri cinesi, ai distretti tecnologici, ai grandi progetti ambientali internazionali, alle strategie di migrazione circolare con i paesi europei.
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Cusenza, Denise <1991&gt. "L'ALBA DI UNA NUOVA EUROPA PER LE POLITICHE SOCIALI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9637.

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Abstract:
L’argomento che ho deciso di trattare approfondisce alcune tematiche relative ai processi di integrazione declinati nelle forme di multilateralismo e regionalismo e di quali risultati le due opzioni hanno portato nel lungo periodo in alcune aree geografiche. In particolare focalizzo la mia attenzione su un recente processo di integrazione in America Latina nella forma del regionalismo, chiamato ALBA (Alleanza Bolivariana per le Americhe), che ha fondato il suo processo su un maggiore sviluppo della sovranità nazionale allo scopo di implementare importanti politiche per lo sviluppo sociale. Partendo da questo presupposto, cerco di enucleare quanto alcune politiche dell’Unione Europea si sono dimostrate deleterie nel processo di integrazione e sviluppo, e di come sia necessario ripensare il modello di governance europea sulla base delle modalità poste in essere dai paesi ALBA, focalizzandosi su politiche rivolte all’aspetto dello sviluppo sociale e sostenibile piuttosto che a quello prettamente economico e finanziario.
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Greggio, Giovanna <1996&gt. "Leadership femminile e politiche per rimuovere il gender gap." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18068.

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Abstract:
L’elaborato svilupperà temi relativi alla leadership aziendale femminile e alle politiche per rimuovere il gender gap. Negli ultimi anni, la parità di genere ha registrato notevoli progressi perché costituisce un impegno importante a livello globale. Sono state introdotte leggi, strumenti, metodi da implementare per favorire gli stessi diritti e lo stesso trattamento, soprattutto in un contesto aziendale. Lo scopo della tesi sarà di approfondire gli strumenti atti a sviluppare competenze e capacità di leadership nelle donne e le politiche per rimuovere i gap tra donne e uomini.
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Sacchetto, Serena. "Seed. Il kit per scoprire la natura in classe." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Il progetto consiste in un kit per scoprire la natura in classe, destinato ai bambini di scuola primaria. Il prodotto, formato da tredici componenti, permette di svolgere cinque esperimenti, uno per ogni anno scolastico. I temi affrontati sono: il seme e la germinazione; la terra e il confronto di diverse soluzioni per coltivare; il fototropismo e la funzione della luce nella fotosintesi clorofilliana; il ciclo dell’acqua e l’ecosistema; il frutto e il ciclo delle piante. All'interno della scatola è compreso anche tutto il necessario per iniziare a coltivare (terra, semi, substrato, vasi..), un manuale di istruzioni e cinque cartelloni per svolgere attività integrative. Il prodotto ha un forte valore educativo, permette di svolgere attività pratiche, rappresenta un supporto didattico per la comprensione di argomenti inclusi nel programma di scienze, permette un uso collettivo coinvolgendo tutta la classe e si adatta perfettamente alle caratteristiche dell'aula rispettando i limiti di tempo e di spazio. Il nome “SEED”, che in inglese vuol dire “seme”, identifica il kit come il punto di partenza di un’esperienza di scoperta della natura, proprio come il seme è il punto di partenza del ciclo delle piante. Il clame “il kit per scoprire la natura in classe” descrive meglio l’identità del prodotto e lo contestualizza nel suo ambiente d’uso: la classe.
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NACUCCHI, MIRIANA. "Politiche attive e azioni positive per la conciliazione vita-lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30446.

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Abstract:
The research project carried out during the PhD focused on the inclusion and the permanence of women in the workforce. An attempt was made to understand the current role of women in the labour market, as well as examining changes and historical developments affecting their activity. Attention was also given to employment-related issues. In this respect, statistics as well as historical aspects draw a disheartening picture, with low shares of occupied women and GDP below the average. It has been estimated that the percentage of employed women is far below the European target of 60%. Another aspect which was discussed in the present work was work-life balance and accompanying social and economic changes; to do so, a review of the Italian regulatory framework was provided. Further, a comparison with European countries gave us an overview of the provisions in the field of work-life balance. Indeed, the reconciliation of family and work commitments has been one of the most important aspects also at a European level. Parental leave, policy coordination and soft laws are only some of the issues broached. The results of the comparison point to a major gap between men and women in Italy, which also depends of the geographical areas considered. EU legislation has made an attempt to protect women during pregnancy and breastfeeding, yet more should be done for this category of workers who are always considered at risk of exclusion.
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9

DI, CARLO Anna. "Strumenti di gestione territoriale e politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2011. http://hdl.handle.net/11695/66302.

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Abstract:
In Italy the lack of a strategic approach in the tourism sector is particularly evident. For a long time everyone enjoyed its extraordinary natural resources, and in the past tourists fell for the Italian destinations in spite of the absence of a well-structured supply. For some years, however, the context is going to radically change and, above all, the habits of making tourism are going to change too. The need for a change becomes more and more urgent when tourist activities are developed in sensitive areas such as protected ones; it is now a fact that the demand for eco-tourism, green tourism and sustainable ethical tourism is growing, and therefore the importance of the implementation of programmatic actions as well as long-term territorial planning becomes absolutely fundamental priority. There are many tools available to government agencies and local public bodies that may contribute to the aim of economic, social and environmental sustainability. One of them is the European Charter for Sustainable Tourism (ECST) that is a voluntary and contractual relationship between the body of a park management, tourism enterprises and the local population, all of them to develop tourism in keeping with the sustainable management of natural resources of the protected area. This is essentially the combination of a process of participatory planning and a management system and control that materializes in the identification of a five-year Action Plan built on collaboration between public sector, private sector and local population and reflecting the strategy of the protected area in the field of sustainable tourism. The National Park of Abruzzo, Lazio and Molise decided to join in this process, recognizing the need to revamp the tourism sector in its territory and to identify the right path to follow ECST. The strong point of the Charter is by far the buttom-up approach that leads to the organization of regional forums, meetings and negotiations in which responsible entity for management of the protected area, municipalities, local authorities, local companies to promote tourism, economic operators and representatives of local associations are called down. This paper reports the achievements in cooperation with the Park Authority and a designated official Federparchi in terms of area-based analysis (called Diagnostic Report); then it attempts to show what comes out of the analysis, in particular what about the strengths and weaknesses of the tourism sector as well as the opportunities for stakeholders placed into the park. In order to organize forum, socio-economic development of tourism and the territorial homogeneity for tourist development were taken into account. In so doing, three territories were identified and three meetings were held for each of them. The meetings were preceded by a plenary session during which a draft of the diagnostic report was presented and they were settled with an illustration of the strategy and actions that the Park Board and stakeholders of the area are committed to taking forward. The actions - as the result of the work of consultation and sharing of shared vision and mission of the tourism sector of the Park and the actors of the territory - were compared with the foreseen measures in the 2007-2013 plans of all the three regions where the Park is placed in order to highlight the consistency in the measures as well as to identify the possible sources of funding for programming plans and projects covered in the agenda of the ECST. It was also carried out an ex ante evaluation of the possible effects due to acquisition and implementation of the ECST action program on environmental issues of the Park by the use of some specific indicators of the tourism sector. Thus, matrices were produced that can be employed for monitoring the implementation process of the Charter.
Nel nostro Paese l’assenza di un approccio strategico nel settore turistico è particolarmente evidente. Si è sempre beneficiato di un patrimonio straordinario di risorse e il turista del passato era attratto dalle destinazioni italiane anche in assenza di un’offerta ben strutturata. Da qualche anno il contesto è però radicalmente cambiato ma soprattutto, sono mutate le abitudini del far turismo. La necessità di cambiamento si fa ancor più pressante e indispensabile quando le attività turistiche si sviluppano in aree sensibili come le aree protette: ormai è un dato di fatto che la domanda di ecoturismo, turismo verde e turismo eticamente sostenibile è in costante crescita e pertanto l’importanza dell’implementazione di azioni programmatiche e di pianificazione territoriale di lungo periodo diventano assolutamente fondamentali e prioritarie. Tanti sono gli strumenti a disposizione delle amministrazioni e degli enti preposti al governo del territorio che possono contribuire al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Tra questi c’è la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) uno strumento volontario e contrattuale tra l’Ente di gestione di un parco, le imprese turistiche e la popolazione locale, per lo sviluppo di un turismo in armonia con la gestione sostenibile delle risorse naturali dell’area protetta. Si tratta in sostanza della combinazione tra un processo di pianificazione partecipata e di un sistema di gestione e controllo e trova concretezza nella individuazione di un Piano di Azione quinquennale costruito dalla collaborazione tra settore pubblico, settore privato e popolazione e che riflette la strategia dell’area protetta nel settore del turismo sostenibile. A tale processo ha deciso di aderire il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ravvisando la necessità di riorganizzare il settore turistico nel proprio territorio e individuando nella CETS il giusto percorso da intraprendere. Punto di forza della Carta è sicuramente l’approccio di tipo buttom up che si materializza nella organizzazione dei forum territoriali, tavoli di concertazione e dialogo a cui sono chiamati a sedere i responsabili dell’Ente che gestisce l’area protetta, i Comuni, gli Enti territoriali, le Aziende di promozione turistica, gli operatori economici e i rappresentanti delle Associazioni locali. Il presente lavoro riporta quanto realizzato di concerto con l’Ente Parco e con un responsabile designato da Federparchi, in termini di diagnosi territoriale (denominata Rapporto Diagnostico) analisi dalla quale emergono i punti di forza e debolezza del settore turistico ma anche le opportunità che ad esso sono associate per gli stakeholder ricadenti nell’area Parco. L’organizzazione dei forum ha preso in considerazione le caratteristiche socio-economiche nonché le omogeneità di sviluppo turistico del territorio: sono stati così individuati tre ambiti territoriali per ciascuno dei quali sono stati organizzati 3 incontri. Questi incontri sono stati preceduti da una sessione plenaria durante la quale è stata presentata una bozza del rapporto diagnostico e si sono conclusi con l’illustrazione della strategia e delle azioni che l’Ente Parco e gli stakeholder del territorio si impegnano a portare avanti. Le azioni, frutto del lavoro di concertazione e condivisione partecipata della vision e della mission del settore turistico dell’Ente Parco e degli attori del territorio, sono state confrontate con le misure previste dai Piani Programmatici 2007-2013 delle tre Regioni nei quali ricade il territorio del Parco per evidenziarne o meno la coerenza e per individuare nelle misure della Programmazione possibili fonti di finanziamento per piani e progetti contemplati nel programma di azioni della CETS. E’ stata altresì realizzata una valutazione ex ante dei possibili effetti dell’acquisizione della CETS e della implementazione del programma di azioni sui temi ambientali del territorio del Parco attraverso il popolamento di alcuni indicatori specifici del settore turistico. Le matrici così realizzate potranno essere utilizzate anche in fase di monitoraggio del processo di applicazione della Carta.
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Curiel, Alessandra <1988&gt. "Modelli di microsimulazione delle politiche fiscali e previdenziali: un'applicazione per l'Imu." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2533.

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Abstract:
Nell’elaborato conclusivo del mio percorso di studi universitari, ho analizzato le varie tipologie di modelli di microsimulazione tax-benefit esistenti, individuando modelli statici, modelli dinamici a popolazione dinamica e a coorte dinamica. Si sono poi proposti e descritti alcuni modelli di microsimulazione ideati e utilizzati nel nostro paese o in paesi europei ed extra europei, ponendo l’attenzione sulle caratteristiche, le funzionalità e le possibilità di utilizzo. Per quanto riguarda il modello di microsimulazione relativo all’Imu, prima di tutto, si è ritenuto opportuno descrivere le caratteristiche normative e fiscali dell’Imposta Municipale Propria, effettuando un confronto con l’imposta antecedente, l’Ici, Imposta Comunale sugli Immobili, in modo da inquadrare, a livello generale, la situazione antecedente e successiva all’Introduzione dell’imposta. Il modello proposto, come già detto, ha come oggetto di studio l’Imposta Municipale Propria ed è stato elaborato utilizzando il programma Microsoft Excel 2010. L’elemento che lo caratterizza è la possibilità di simulare, per mezzo di un unico modello e di una sola banca dati, le caratteristiche e gli effetti dell’imposta. I dati utilizzati sono quelli raccolti dall’indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2010 e l’unità di riferimento considerata è la famiglia. Il modello appartiene alla tipologia dei modelli di microsimulazione statici, in quanto è basato su un’indagine campionaria statica (cross-section) che rileva le caratteristiche degli individui con riferimento ad un intervallo biennale, non di ciclo di vita e perché simula solo gli effetti immediati delle politiche e non considera anche le possibili reazioni comportamentali degli individui. I risultati ottenuti con l’applicazione del modello, sono stati utilizzati per effettuare una serie di analisi relative all’Imu a livello geografico, di classi di reddito e ricchezza posseduta e di presenza di disuguaglianza (indice di Gini) e di progressività (indici di Kakwani e di Reynolds-Smolensky) nella distribuzione dei livelli d’imposta, pagata da ciascuna famiglia del campione.
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Books on the topic "Politiche per la natura"

1

Bagliani, Marco. Politiche per l'ambiente: Dalla natura al territorio. Novara: UTET università, 2011.

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2

Tallone, Giuliano. I parchi come sistema: Politiche e reti per un nuovo ruolo delle aree protette. Pisa: ETS, 2007.

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3

Falcioni, Daniela. Natura e libert'a in Kant: Un'interpretazione del progetto Per la pace perpetua, 1795. 2nd ed. Torino: G. Giappichelli, 2000.

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4

Falcioni, Daniela. Natura e libertà in Kant: Un'interpretazione del progetto Per la pace perpetua, 1795. Torino: G. Giappichelli, 2000.

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5

Falcioni, Daniela. Natura e libertà in Kant: Una interpretazione del progetto Per la pace perpetua (1795). Roma: Bulzoni, 1995.

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6

Leone, Ugo. Nuove politiche per l'ambiente. Roma: Carocci, 2002.

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7

Cappelli, Rosanna. Politiche e poietiche per l'arte. Milano: Electa, 2002.

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8

Lenti, Renata Targetti, Giorgio Lunghini, and Francesco Silva. Politiche pubbliche per il lavoro. Bologna: Mulino, 2001.

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9

Émilie, Beaumont, ed. La natura. Bergamo: Larus, 2007.

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Politiche per uno sviluppo umano sostenibile. Roma: Carocci, 2011.

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Book chapters on the topic "Politiche per la natura"

1

Lombardi, Mauro. "Attori e strumenti delle politiche per l’innovazione." In Studi e saggi, 133–48. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-310-9.09.

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Abstract:
After explaining a large set of new concepts and proposing a new theoretical frame, we first depict same stereotypical behavioral and strategic propensities emerging in human systems according an important managerial literature. Then we highlight the systemic models emerging from the strategies implemented by some Italian Regions in managing innovation dynamics. The arrival of the analysis is the identification of more effective tools for founding innovation policies.
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2

Lombardi, Mauro. "Ripensare gli indicatori per le politiche per l’innovazione attraverso il Design-thinking." In Studi e saggi, 149–61. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-310-9.10.

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Abstract:
The final chapter contains the proposal to rethink the policies for innovation based on the approach defined Design thinking. Particularly important is the introduction of concepts such as global order parameters, referring to a systemic view of the techno-economic dynamics, and of a complementary methodology, called Agile. Based on the proposed framework, the decision-making space of different actors (private, public) in pursuing objectives at different levels is then analyzed. In this way a multi-level and multi-stakeholder decision making process can be enriched through a multiplicity of indicators in order to timely verify the efficiency of implementation process.
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3

Bianchi, Giovanna. "Modi di costruire, organizzazione del cantiere e politiche edilizie nelle campagne del regno italico tra seconda metà IX e X secolo: continuità o rinnovamento?" In Seminari del Centro interuniversitario per la storia e l’archeologia dell’alto medioevo, 365–95. Turnhout: Brepols Publishers, 2013. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.1.102117.

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4

Majocchi, Alberto. "Una fiscalità europea per uno sviluppo equo e sostenibile." In Studi e saggi, 97–115. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-591-2.07.

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Abstract:
The dramatic health emergency that has hit Europe has put the issue of a thorough reform of the European budget financing system back on the political discussion table, in order to support the expenditure required to cope with the new tasks that are increasingly expected to be assigned to the Union. The ensuing debate concerns both the nature of the new resources and the new tasks that are to be assigned to the European budget. And it also concerns how the distribution of resources between the different levels of government is to be defined. European taxation has so far been based, without any particular discussion, on the principle that taxation power remains a competence of the Member States. However, the impetus induced by climate change and the need to find resources to combat it is changing the situation. The idea of introducing a carbon tax at European level could be the embryo of a fiscal autonomy of the Union.
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5

Bellanca, Nicolò, and Luca Pardi. "Per la critica della crescita illimitata e della crescita verde." In Studi e saggi, 95–112. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-195-2.10.

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Abstract:
We focus on two great narratives: unlimited growth and green growth. The problem of the compatibility between the increase of human economic activities and the ecosystem seems to be solved by each of the two narratives. After recalling the thermodynamic unfoundedness of the first paradigm, we ask ourselves why it remains central in orienting political choices. Our answer explores the nature of "public religion" that economics has been taking on: by shaping our mental models and our actions, today's dominant economic theory is capable of converting us, contributing to the affirmation of even indefensible beliefs. With regard to the green growth paradigm, it is based on the idea of an absolute decoupling between the trend of growth and the negative impact on the environment, as well as on the related idea that forms of full circularity of economic processes are practicable. Against this conception theoretical arguments and empirical evidence have been advanced, none of which is in itself negatively conclusive, but whose complex makes it highly implausible.
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6

Benucci, Antonella, and Giulia Grosso. "Aspetti interculturali nella comunicazione medico-paziente Il punto di vista del personale sanitario e dei pazienti." In Politiche e pratiche per l’educazione linguistica, il multilinguismo e la comunicazione interculturale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-501-8/009.

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Abstract:
Healthcare institutions are among the contexts which are heavily characterised by interlingual and intercultural contact. In these contexts communicative ‘short circuits’ can occur due to incomprehension resulting from linguistic and cultural difficulties. Such situations can compromise founding principles of medicine, amongst which equal opportunities for patients’ treatment, scrupulous attention and providing accurate information. The study investigates the perception of the effectiveness of mutual doctor-immigrant patient communication, the linguistic-cultural ‘imagery’ that results from it and the nature and/or absence of specific communication strategies.
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7

Cortesi, Isotta. "Natura operante." In 40 PAROLE PER LA CURA DELLA CITTÀ, 157–60. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xs3.31.

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Cortesi, Isotta. "Natura pubblica." In 40 PAROLE PER LA CURA DELLA CITTÀ, 161–63. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xs3.32.

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9

Savino, Michelangelo. "Le politiche urbane nelle «città universitarie»." In Spazi per l’università nell’architettura contemporanea, 47–51. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvdf0k1d.9.

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10

"Sistemi educativi e politiche per l’istruzione." In Partire Svantaggiati, 42–45. UN, 2019. http://dx.doi.org/10.18356/f397e0aa-it.

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Conference papers on the topic "Politiche per la natura"

1

Ferrighi, Alessandra. "Citta', spazio e tempo: l’applicazione di un HGIS per la storia urbana." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7920.

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Abstract:
La città è frutto dell'opera dell'uomo. Attraverso processi di lunga durata l’uomo ha costruito la forma della città adattando lo spazio circostante e modificando l’ambiente. Indagando tali processi, la storia delle città può essere narrata attraverso la ricerca e lo studio delle fonti, le interpretazioni e le analisi delle stesse. I luoghi o gli eventi legati alla città sono caratterizzati dai due concetti di Spazio e Tempo. Ogni città è stata creata in un determinato spazio e in un determinato tempo; ogni evento si è svolto in momento preciso e in un luogo specifico. I personaggi della storia sono vissuti in un intervallo temporale, hanno contribuito a segnare quel momento con azioni che sono riconoscibili come tracce nella storia. Siano essi personaggi illustri, che uomini del fare. Questa ricerca è nata dall'idea di trovare altri e diversi modi di comunicare, grazie alle nuove tecnologie, le trasformazioni, le stratificazioni e i cambiamenti delle città legati agli eventi naturali, alle decisioni politiche e amministrative avvenute nel corso della storia delle città stesse. Quando si narra la storia della città si fa riferimento, anche se non espressamente, alle due tematiche di Spazio e Tempo perché, come detto, le azioni si svolgono in momenti e luoghi definititi o circoscrivibili. L'HGIS (Historical GIS) se applicato alla storia urbana consente di mettere in relazione Spazio e Tempo nella lettura delle trasformazioni della città e del territorio circostante.
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2

Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Abstract:
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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3

Corrado, Giorgio. "Le azioni politiche per la difesa del bosco dagli incendi." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.048.

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4

D'Orlando, M. C., E. Gottardo, S. Stefanelli, and G. Vanone. "Politiche della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per il settore forestale." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.145.

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5

Ciccarese, L. "Foreste e politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici: quali opportunità di mercato per i proprietari forestali?" In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.139.

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6

Battaglini, Elena, and Sandra Annunziata. "Territoriality and urban policy: addressing territorial complexity." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8028.

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Abstract:
In che modo affrontiamo le istanze poste dalla complessità del territorio nelle pratiche e nella definizione di politiche territoriali? Cosa è la territorialità e quali possono le variabli in gioco nei processi di territorializzazione dei fenomeni urbani? Per rispondere a queste domande il contributo introdurrà la nozione di regione, territorio, luogo, territorialità e territorializzazione. In seguito si analizzano le variabili e le dimensioni emerse, nell’abito della sessione Terrioriality and Urban Policies, nell’affrontare le istanze poste dalla complessità territoriale. Tali dimensioni della “produzione territoriale” saranno qui trattate come un punto di partenza per una definizione delle politiche territoriali che sia informata dall’analisi dei fenomeni urbani e il più possibile aderente alla complessità dei territori contemporanei. How do we deal with territorial complexity in present urban territorial policies and practices. What is territoriality and what are the dimension od territorial production ? In order to explore this issue the contribute will unpack in the first paragraph the notion of region, territory, place, territoriality and territorialisation. In the second paragraph it will outline the dimension of territorial production that inform urban and territorial policies as emerged from the conference parallel session on Territoriality and urban policy. These dimension might inform future approach in territorial policy making.
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7

Tagliazucchi, Silvia. "Unione tra uomo e natura: l’analisi del territorio secondo Saverio Muratori." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7969.

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Abstract:
Un breve excursus sul processo teorico e applicativo dell’analisi del territorio dell’Architetto Saverio Muratori che ha caratterizzato tutta la opera, portandolo negli ultimi anni della sua vita, tra il 1969 e il 1973 a concretizzare il concetto di unione tra Uomo e Natura in quello di territorio attraverso il suo ultimo lavoro Studi per una operante storia del territorio.
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8

Rossi, Gabriele, Massimo Leserri, and Alma Benitez Calle. "Dry stone architecture: the survey as a tool to safeguard the risk of morphological or formal homologation." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15606.

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Abstract:
Ci sono esempi unici e variegati di costruzioni in pietra a secco nella regione mediterranea, il cui interesse, in Puglia (Italia) e attestato negli ultimi decenni, ha determinato un atteggiamento speculativo che ha permesso a queste architetture vernacolari di acquisire un notevole valore economico. Di conseguenza, oltre alle azioni supportate dai regolamenti comunali e dagli strumenti di pianificazione sia locale che regionale, è necessario individuarne il valore culturale e le peculiarità, tutte necessarie per attuare politiche consapevoli per una corretta tutela e conservazione. Ci proponiamo in particolare di concentrarci sul rilievo di queste architetture all'interno di questo contributo, un argomento trascurato di una certa complessità, al fine di proporre una serie di riflessioni che supportino l'attività di coloro che intendono intervenire su questi manufatti. Infatti, la loro componente plastica e l'unicità morfologica permettono loro di fondersi con sculture che richiedono l'utilizzo di metodologie e tecnologie moderne e raffinate per la loro documentazione. Pertanto, il mancato riconoscimento su caratteristiche e peculiarità ha portato ad azioni riguardanti il loro restauro con un'omologazione formale generale e la perdita della singolarità morfologica originale durante gli interventi per la loro conservazione.
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Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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10

Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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Reports on the topic "Politiche per la natura"

1

Balarin, María, and Mauricio Saavedra. Reforming Education in the Context of Weak States: The Political Economy of Education Reforms in Peru 1995-2020. Research on Improving Systems of Education (RISE), January 2023. http://dx.doi.org/10.35489/bsg-rise-2023/pe04.

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Abstract:
In this paper, we explore the political economy of education reforms in Peru through an analysis of the recent history of education policies in the country. Starting in 1995, arguably the inception point for quality-oriented reforms, we follow policy developments in three selected areas – curriculum, teachers and assessment – up to 2020, the year when the study was conducted. Through a detailed reconstruction of policies and policy changes that was based on documentary analysis and in-depth interviews with key stakeholders, we analyse the changing nature of agendas throughout this period and the factors that may explain changes and continuities.
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2

Stark, Jon. Testing a report. Crossref, May 2020. http://dx.doi.org/10.5555/kjafioakljhj098u89.

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Abstract:
Dum mia juneco mi vivis en la komunisma Orienta Eŭropo kaj tie oni instruis, ke estas du mondrigardoj: la religia kaj la scienca darvinisma. Oni instruis, ke la darvinisma koncepto estas materiisma kaj pro tio oni kutime pensas, ke Darwin estis ateisto. Sed tio tute ne estas vera. Li skribis la venontajn frazojn en sia verko „La Origino de Specioj per Natura Selektado, aŭ konservado de la plej vivkapablaj rasoj en la batalo por vivo”:
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3

Javed, Umair, Aiza Hussain, and Hassan Aziz. Demanding Power: Contentious Politics and Electricity in Pakistan. Institute of Development Studies (IDS), June 2021. http://dx.doi.org/10.19088/ids.2021.047.

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Abstract:
This paper explores Pakistan’s electricity supply crisis that lasted from 2007 to 2015, and the ensuing contention that shaped public discourse and political events in the country. During this period, which witnessed electricity outages of up to 14 hours per day, 456 incidents of contention took place, with just under 20 per cent escalating into some form of violence. Electricity became the number one political issue in the country and was integral in shaping the outcomes of the 2013 General Election. Following the election, public authorities undertook extensive investment to expand capacity and ensure consistency in supply while evading questions about affordability and sustainability. On the surface, this appears to be a case of extensive protest working towards shaping state responsiveness. And it is true that the state now sees supply as a non-negotiable aspect in the social contract with citizens. However, a range of factors contributed to the chronology and the selective, generation-focused nature of this response. On the other hand, citizen inclusion and participation in decision-making, and issues of affordability and sustainability, which impact vulnerable and disempowered groups the most, remain absent from the political and policy conversation around energy. This suggests that while protests were useful in generating a short-term response, their long-term legacy in empowerment related outcomes is less visible.
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4

Gallien, Max, and Vanessa van den Boogaard. Informal Workers and the State: The Politics of Connection and Disconnection During a Global Pandemic. Institute of Development Studies (IDS), December 2021. http://dx.doi.org/10.19088/ids.2021.066.

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Abstract:
In low- and middle-income countries, informal workers are particularly vulnerable to the health and economic effects of the Covid-19 pandemic and often neglected by policy responses. At the same time, the crisis is rapidly changing the ways that states engage with informal workers. We argue that the relationships between informal workers and states – and the politics of creating and accessing these linkages – are a critical and frequently overlooked part of the politics of the pandemic. Both pre-existing structural disconnection from the state—embodied, for example, through limited access to health infrastructure—and state attempts to build new connections, including through cash transfer programmes for informal workers, have a profound impact on the effectiveness and reach of state crisis responses. Without considering the varied and dynamic nature of the linkages between states and informal workers we cannot understand the heterogeneous health and economic impacts of the pandemic, state capacity to respond to the crisis, or institutional change in the context of crisis.
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5

Khan, Mahreen. The Environmental Impacts of War and Conflict. Institute of Development Studies, March 2022. http://dx.doi.org/10.19088/k4d.2022.060.

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Abstract:
In modern warfare, the first widely acknowledged scientific study and documented case of environmental damage during conflict was the (direct and deliberate) use of Agent Orange and other toxic chemicals by US forces, from 1961-1971, during the Vietnam War in a policy known as herbicide. The Vietnam War has been relatively well documented for the sheer horror and magnitude of the devastation to natural habitats and because it was the first war where television and global media brought vivid images and accounts into people’s homes, making the war a matter of political and public conscience This helped stir academic and scientific interest and facilitated evidence collection and documentation of environmental damages. This helpdesk report is a rapid literature review on the main environmental impacts of war and conflict, drawing primarily on academic, and peer reviewed literature and only some policy and practitioner sources, as per the request. Where current situations are discussed, such as the ongoing Ukraine war, a few blogs are referred to. Within the literature focused on the environmental impacts of conflict, common case studies include: the North Atlantic Treaty Organisation (NATO) bombing of Kosovo (1999), and the conflict in the Donbas region of Ukraine (2014). Interestingly there is comparatively less literature on the conflicts in Afghanistan (2001-2021), the Iraq-Iran War (1980-1988), the Gulf Wars (1991 and 2003), the Yemeni civil war (2014 – present) and the ongoing war in Syria (since 2011) despite their relatively greater severity, intensity and duration.
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6

Rousseau, Henri-Paul. Gutenberg, L’université et le défi numérique. CIRANO, December 2022. http://dx.doi.org/10.54932/wodt6646.

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Abstract:
Introduction u cours des deux derniers millénaires, il y a eu plusieurs façons de conserver, transmettre et même créer la connaissance ; la tradition orale, l’écrit manuscrit, l’écrit imprimé et l’écrit numérisé. La tradition orale et le manuscrit ont dominé pendant plus de 1400 ans, et ce, jusqu’à l’apparition du livre imprimé en 1451, résultant de l’invention mécanique de Gutenberg. Il faudra attendre un peu plus de 550 ans, avant que l’invention du support électronique déloge à son tour le livre imprimé, prenant une ampleur sans précédent grâce à la révolution numérique contemporaine, résultat du maillage des technologies de l’informatique, de la robotique et de la science des données. Les premières universités qui sont nées en Occident, au Moyen Âge, ont développé cette tradition orale de la connaissance tout en multipliant l’usage du manuscrit créant ainsi de véritables communautés de maîtres et d’étudiants ; la venue de l’imprimerie permettra la multiplication des universités où l’oral et l’écrit continueront de jouer un rôle déterminant dans la création et la transmission des connaissances même si le « support » a évolué du manuscrit à l’imprimé puis vers le numérique. Au cours de toutes ces années, le modèle de l’université s’est raffiné et perfectionné sur une trajectoire somme toute assez linéaire en élargissant son rôle dans l’éducation à celui-ci de la recherche et de l’innovation, en multipliant les disciplines offertes et les clientèles desservies. L’université de chaque ville universitaire est devenue une institution florissante et indispensable à son rayonnement international, à un point tel que l’on mesure souvent sa contribution par la taille de sa clientèle étudiante, l’empreinte de ses campus, la grandeur de ses bibliothèques spécialisées ; c’est toutefois la renommée de ses chercheurs qui consacre la réputation de chaque université au cours de cette longue trajectoire pendant laquelle a pu s’établir la liberté universitaire. « Les libertés universitaires empruntèrent beaucoup aux libertés ecclésiastiques » : Étudiants et maîtres, qu'ils furent, ou non, hommes d'Église, furent assimilés à des clercs relevant de la seule justice ecclésiastique, réputée plus équitable. Mais ils échappèrent aussi largement à la justice ecclésiastique locale, n'étant justiciables que devant leur propre institution les professeurs et le recteur, chef élu de l’université - ou devant le pape ou ses délégués. Les libertés académiques marquèrent donc l’émergence d'un droit propre, qui ménageait aux maîtres et aux étudiants une place à part dans la société. Ce droit était le même, à travers l'Occident, pour tous ceux qui appartenaient à ces institutions supranationales que furent, par essence, les premières universités. À la fin du Moyen Âge, l'affirmation des États nationaux obligea les libertés académiques à s'inscrire dans ce nouveau cadre politique, comme de simples pratiques dérogatoires au droit commun et toujours sujettes à révision. Vestige vénérable de l’antique indépendance et privilège octroyé par le prince, elles eurent donc désormais un statut ambigu » . La révolution numérique viendra fragiliser ce statut. En effet, la révolution numérique vient bouleverser cette longue trajectoire linéaire de l’université en lui enlevant son quasi monopole dans la conservation et le partage du savoir parce qu’elle rend plus facile et somme toute, moins coûteux l’accès à l’information, au savoir et aux données. Le numérique est révolutionnaire comme l’était l’imprimé et son influence sur l’université, sera tout aussi considérable, car cette révolution impacte radicalement tous les secteurs de l’économie en accélérant la robotisation et la numérisation des processus de création, de fabrication et de distribution des biens et des services. Ces innovations utilisent la radio-identification (RFID) qui permet de mémoriser et de récupérer à distance des données sur les objets et l’Internet des objets qui permet aux objets d’être reliés automatiquement à des réseaux de communications .Ces innovations s’entrecroisent aux technologies de la réalité virtuelle, à celles des algorithmiques intelligentes et de l’intelligence artificielle et viennent littéralement inonder de données les institutions et les organisations qui doivent alors les analyser, les gérer et les protéger. Le monde numérique est né et avec lui, a surgi toute une série de compétences radicalement nouvelles que les étudiants, les enseignants et les chercheurs de nos universités doivent rapidement maîtriser pour évoluer dans ce Nouveau Monde, y travailler et contribuer à la rendre plus humain et plus équitable. En effet, tous les secteurs de l’activité commerciale, économique, culturelle ou sociale exigent déjà clairement des connaissances et des compétences numériques et technologiques de tous les participants au marché du travail. Dans cette nouvelle logique industrielle du monde numérique, les gagnants sont déjà bien identifiés. Ce sont les fameux GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon et Microsoft) suivis de près par les NATU (Netflix, Airbnb, Tesla et Uber) et par les géants chinois du numérique, les BATX (Baidu, Alibaba, Tenant et Xiaomi). Ces géants sont alimentés par les recherches, les innovations et les applications mobiles (APPs) créées par les partenaires de leurs écosystèmes regroupant, sur différents campus d’entreprises, plusieurs des cerveaux qui sont au cœur de cette révolution numérique. L’université voit donc remise en question sa capacité traditionnelle d’attirer, de retenir et de promouvoir les artisans du monde de demain. Son aptitude à former des esprits critiques et à contribuer à la transmission des valeurs universelles est également ébranlée par ce tsunami de changements. Il faut cependant reconnaître que les facultés de médecine, d’ingénierie et de sciences naturelles aux États-Unis qui ont développé des contacts étroits, abondants et suivis avec les hôpitaux, les grandes entreprises et l’administration publique et cela dès la fin du 19e siècle ont été plus en mesure que bien d’autres, de recruter et retenir les gens de talent. Elle ont énormément contribué à faire avancer les connaissances scientifiques et la scolarisation en sciences appliquées ..La concentration inouïe des Prix Nobel scientifiques aux États-Unis est à cet égard très convaincante . La révolution numérique contemporaine survient également au moment même où de grands bouleversements frappent la planète : l’urgence climatique, le vieillissement des populations, la « déglobalisation », les déplacements des populations, les guerres, les pandémies, la crise des inégalités, de l’éthique et des démocraties. Ces bouleversements interpellent les universitaires et c’est pourquoi leur communauté doit adopter une raison d’être et ainsi renouveler leur mission afin des mieux répondre à ces enjeux de la civilisation. Cette communauté doit non seulement se doter d’une vision et des modes de fonctionnement adaptés aux nouvelles réalités liées aux technologies numériques, mais elle doit aussi tenir compte de ces grands bouleversements. Tout ceci l’oblige à s’intégrer à des écosystèmes où les connaissances sont partagées et où de nouvelles compétences doivent être rapidement acquises. Le but de ce texte est de mieux cerner l’ampleur du défi que pose le monde numérique au milieu universitaire et de proposer quelques idées pouvant alimenter la réflexion des universitaires dans cette démarche d’adaptation au monde numérique. Or, ma conviction la plus profonde c’est que la révolution numérique aura des impacts sur nos sociétés et notre civilisation aussi grands que ceux provoqués par la découverte de l’imprimerie et son industrialisation au 15e siècle. C’est pourquoi la première section de ce document est consacrée à un rappel historique de la révolution de l’imprimerie par Gutenberg alors que la deuxième section illustrera comment les caractéristiques de la révolution numérique viennent soutenir cette conviction si profonde. Une troisième section fournira plus de détails sur le défi d’adaptation que le monde numérique pose aux universités alors que la quatrième section évoquera les contours du changement de paradigme que cette adaptation va imposer. La cinquième section servira à illustrer un scénario de rêves qui permettra de mieux illustrer l’ampleur de la gestion du changement qui guette les universitaires. La conclusion permettra de revenir sur quelques concepts et principes clefs pour guider la démarche vers l’action. L’université ne peut plus « être en haut et seule », elle doit être « au centre et avec » des écosystèmes de partenariats multiples, dans un modèle hybride physique/virtuel. C’est ainsi qu’elle pourra conserver son leadership historique de vigie du savoir et des connaissances d’un monde complexe, continuer d’établir l’authenticité des faits et imposer la nécessaire rigueur de la science et de l’objectivité.
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Un’indagine sulle politiche per il telelavoro. Organisation for Economic Co-Operation and Development (OECD), February 2021. http://dx.doi.org/10.1787/443d0cd6-it.

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Rethinking risk in times of COVID-19. United Nations University - Institute for Environment and Human Security (UNU-EHS), May 2022. http://dx.doi.org/10.53324/wskw1341.

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Abstract:
The COVID-19 pandemic has been tremendously difficult for many people across the globe. What was initially viewed as a health crisis affected societies to their core, many of which were already grappling with the devastating effects of climate change, as well as other challenges such as political instability and conflict. While each of these crises has its own identifiable causes, the increasingly interconnected nature of our world means that these shocks or hazards and the knock-on effects from them cannot be viewed in isolation. Indeed, the number of record-breaking disasters witnessed over the past years and their cascading effects across sectors and borders have illuminated those interconnections as never before. Similarly, interconnections became very visible whenCOVID-19 started to spread around the globe. The unfolding pandemic prompted a range of policy measures to limit the spread of the virus and avoid health systems becoming overwhelmed. Yet the effects of these measures, including stay-at-ho-me orders and shutdown of public life, while highly important to prevent health system collapse and reduce COVID-19 fatalities, hit the most vulnerable the hardest. Underlying vulnerabilities such as poverty, precarious jobs in the informal economy, lack of access to education and, structural gender biases were exacerbated by the pandemic. This report sheds light on the complexity of risks in a highly interconnected world, and present lessons for risk management. Focusing on COVID-19, it shows how, through the interconnectedness of societies and the underlying vulnerabilities within them, the direct and indirect impacts of the pandemic have revealed the systemic nature of risk. Through a case study approach, it demonstrates how the pandemic triggered a multitude of impacts far beyond the direct health crisis, including joblessness, debt, civil and domestic violence and the derailment of their children’s education, among many others. In many locations, women suffered disproportionately, whether as a result of bias in employment patterns or other pre-existing gender biases in society. Drawing on insights from different case studies across the world, this report also offers lessons from the pandemic for understanding risk more systemically, and presents recommendations for risk management moving forward.
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Monetary Policy Report - January 2022. Banco de la República, March 2022. http://dx.doi.org/10.32468/inf-pol-mont-eng.tr1-2022.

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Abstract:
Macroeconomic summary Several factors contributed to an increase in projected inflation on the forecast horizon, keeping it above the target rate. These included inflation in December that surpassed expectations (5.62%), indexation to higher inflation rates for various baskets in the consumer price index (CPI), a significant real increase in the legal minimum wage, persistent external and domestic inflationary supply shocks, and heightened exchange rate pressures. The CPI for foods was affected by the persistence of external and domestic supply shocks and was the most significant contributor to unexpectedly high inflation in the fourth quarter. Price adjustments for fuels and certain utilities can explain the acceleration in inflation for regulated items, which was more significant than anticipated. Prices in the CPI for goods excluding food and regulated items also rose more than expected. This was partly due to a smaller effect on prices from the national government’s VAT-free day than anticipated by the technical staff and more persistent external pressures, including via peso depreciation. By contrast, the CPI for services excluding food and regulated items accelerated less than expected, partly reflecting strong competition in the communications sector. This was the only major CPI basket for which prices increased below the target inflation rate. The technical staff revised its inflation forecast upward in response to certain external shocks (prices, costs, and depreciation) and domestic shocks (e.g., on meat products) that were stronger and more persistent than anticipated in the previous report. Observed inflation and a real increase in the legal minimum wage also exceeded expectations, which would boost inflation by affecting price indexation, labor costs, and inflation expectations. The technical staff now expects year-end headline inflation of 4.3% in 2022 and 3.4% in 2023; core inflation is projected to be 4.5% and 3.6%, respectively. These forecasts consider the lapse of certain price relief measures associated with the COVID-19 health emergency, which would contribute to temporarily keeping inflation above the target on the forecast horizon. It is important to note that these estimates continue to contain a significant degree of uncertainty, mainly related to the development of external and domestic supply shocks and their ultimate effects on prices. Other contributing factors include high price volatility and measurement uncertainty related to the extension of Colombia’s health emergency and tax relief measures (such as the VAT-free days) associated with the Social Investment Law (Ley de Inversión Social). The as-yet uncertain magnitude of the effects of a recent real increase in the legal minimum wage (that was high by historical standards) and high observed and expected inflation, are additional factors weighing on the overall uncertainty of the estimates in this report. The size of excess productive capacity remaining in the economy and the degree to which it is closing are also uncertain, as the evolution of the pandemic continues to represent a significant forecast risk. margin, could be less dynamic than expected. And the normalization of monetary policy in the United States could come more quickly than projected in this report, which could negatively affect international financing costs. Finally, there remains a significant degree of uncertainty related to the duration of supply chocks and the degree to which macroeconomic and political conditions could negatively affect the recovery in investment. The technical staff revised its GDP growth projection for 2022 from 4.7% to 4.3% (Graph 1.3). This revision accounts for the likelihood that a larger portion of the recent positive dynamic in private consumption would be transitory than previously expected. This estimate also contemplates less dynamic investment behavior than forecast in the previous report amid less favorable financial conditions and a highly uncertain investment environment. Third-quarter GDP growth (12.9%), which was similar to projections from the October report, and the fourth-quarter growth forecast (8.7%) reflect a positive consumption trend, which has been revised upward. This dynamic has been driven by both public and private spending. Investment growth, meanwhile, has been weaker than forecast. Available fourth-quarter data suggest that consumption spending for the period would have exceeded estimates from October, thanks to three consecutive months that included VAT-free days, a relatively low COVID-19 caseload, and mobility indicators similar to their pre-pandemic levels. By contrast, the most recently available figures on new housing developments and machinery and equipment imports suggest that investment, while continuing to rise, is growing at a slower rate than anticipated in the previous report. The trade deficit is expected to have widened, as imports would have grown at a high level and outpaced exports. Given the above, the technical staff now expects fourth-quarter economic growth of 8.7%, with overall growth for 2021 of 9.9%. Several factors should continue to contribute to output recovery in 2022, though some of these may be less significant than previously forecast. International financial conditions are expected to be less favorable, though external demand should continue to recover and terms of trade continue to increase amid higher projected oil prices. Lower unemployment rates and subsequent positive effects on household income, despite increased inflation, would also boost output recovery, as would progress in the national vaccination campaign. The technical staff expects that the conditions that have favored recent high levels of consumption would be, in large part, transitory. Consumption spending is expected to grow at a slower rate in 2022. Gross fixed capital formation (GFCF) would continue to recover, approaching its pre-pandemic level, though at a slower rate than anticipated in the previous report. This would be due to lower observed GFCF levels and the potential impact of political and fiscal uncertainty. Meanwhile, the policy interest rate would be less expansionary as the process of monetary policy normalization continues. Given the above, growth in 2022 is forecast to decelerate to 4.3% (previously 4.7%). In 2023, that figure (3.1%) is projected to converge to levels closer to the potential growth rate. In this case, excess productive capacity would be expected to tighten at a similar rate as projected in the previous report. The trade deficit would tighten more than previously projected on the forecast horizon, due to expectations of an improved export dynamic and moderation in imports. The growth forecast for 2022 considers a low basis of comparison from the first half of 2021. However, there remain significant downside risks to this forecast. The current projection does not, for example, account for any additional effects on economic activity resulting from further waves of COVID-19. High private consumption levels, which have already surpassed pre-pandemic levels by a large margin, could be less dynamic than expected. And the normalization of monetary policy in the United States could come more quickly than projected in this report, which could negatively affect international financing costs. Finally, there remains a significant degree of uncertainty related to the duration of supply chocks and the degree to which macroeconomic and political conditions could negatively affect the recovery in investment. External demand for Colombian goods and services should continue to recover amid significant global inflation pressures, high oil prices, and less favorable international financial conditions than those estimated in October. Economic activity among Colombia’s major trade partners recovered in 2021 amid countries reopening and ample international liquidity. However, that growth has been somewhat restricted by global supply chain disruptions and new outbreaks of COVID-19. The technical staff has revised its growth forecast for Colombia’s main trade partners from 6.3% to 6.9% for 2021, and from 3.4% to 3.3% for 2022; trade partner economies are expected to grow 2.6% in 2023. Colombia’s annual terms of trade increased in 2021, largely on higher oil, coffee, and coal prices. This improvement came despite increased prices for goods and services imports. The expected oil price trajectory has been revised upward, partly to supply restrictions and lagging investment in the sector that would offset reduced growth forecasts in some major economies. Elevated freight and raw materials costs and supply chain disruptions continue to affect global goods production, and have led to increases in global prices. Coupled with the recovery in global demand, this has put upward pressure on external inflation. Several emerging market economies have continued to normalize monetary policy in this context. Meanwhile, in the United States, the Federal Reserve has anticipated an end to its asset buying program. U.S. inflation in December (7.0%) was again surprisingly high and market average inflation forecasts for 2022 have increased. The Fed is expected to increase its policy rate during the first quarter of 2022, with quarterly increases anticipated over the rest of the year. For its part, Colombia’s sovereign risk premium has increased and is forecast to remain on a higher path, to levels above the 15-year-average, on the forecast horizon. This would be partly due to the effects of a less expansionary monetary policy in the United States and the accumulation of macroeconomic imbalances in Colombia. Given the above, international financial conditions are projected to be less favorable than anticipated in the October report. The increase in Colombia’s external financing costs could be more significant if upward pressures on inflation in the United States persist and monetary policy is normalized more quickly than contemplated in this report. As detailed in Section 2.3, uncertainty surrounding international financial conditions continues to be unusually high. Along with other considerations, recent concerns over the potential effects of new COVID-19 variants, the persistence of global supply chain disruptions, energy crises in certain countries, growing geopolitical tensions, and a more significant deceleration in China are all factors underlying this uncertainty. The changing macroeconomic environment toward greater inflation and unanchoring risks on inflation expectations imply a reduction in the space available for monetary policy stimulus. Recovery in domestic demand and a reduction in excess productive capacity have come in line with the technical staff’s expectations from the October report. Some upside risks to inflation have materialized, while medium-term inflation expectations have increased and are above the 3% target. Monetary policy remains expansionary. Significant global inflationary pressures and the unexpected increase in the CPI in December point to more persistent effects from recent supply shocks. Core inflation is trending upward, but remains below the 3% target. Headline and core inflation projections have increased on the forecast horizon and are above the target rate through the end of 2023. Meanwhile, the expected dynamism of domestic demand would be in line with low levels of excess productive capacity. An accumulation of macroeconomic imbalances in Colombia and the increased likelihood of a faster normalization of monetary policy in the United States would put upward pressure on sovereign risk perceptions in a more persistent manner, with implications for the exchange rate and the natural rate of interest. Persistent disruptions to international supply chains, a high real increase in the legal minimum wage, and the indexation of various baskets in the CPI to higher inflation rates could affect price expectations and push inflation above the target more persistently. These factors suggest that the space to maintain monetary stimulus has continued to diminish, though monetary policy remains expansionary. 1.2 Monetary policy decision Banco de la República’s board of directors (BDBR) in its meetings in December 2021 and January 2022 voted to continue normalizing monetary policy. The BDBR voted by a majority in these two meetings to increase the benchmark interest rate by 50 and 100 basis points, respectively, bringing the policy rate to 4.0%.
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