Journal articles on the topic 'Politiche Europee'

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Leonardi, Robert. "L'ASCESA DELL'EUROPA MERIDIONALE: CENTRO E PERIFERIA NELLA COMUNITÀ EUROPEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 3 (December 1993): 475–512. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022462.

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Abstract:
IntroduzioneLa ratifica del Trattato di Maastricht tra i dodici paesi membri della Comunità europea mette in evidenza una contraddizione sottesa agli studi e alle riflessioni sull'Europa meridionale. In passato gli stati di questa area - Grecia, Spagna, Portogallo e anche l'Italia - sono stati descritti come paesi periferici o semi-periferici. Nelle analisi delle loro strutture politiche ed economiche si è sottolineata la difficoltà che questi paesi hanno incontrato nell'inserirsi nel flusso dello sviluppo economico europeo, nel partecipare attivamente alla determinazione delle politiche all'interno dell'Europa e alla definizione della posizione europea sulle problematiche mondiali. La gestione delle vicende europee continua ad essere vista come un processo dominato dai paesi settentrionali, cioè da quei paesi che hanno una più antica tradizione di istituzioni democratiche e di economie robuste.
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Camagni, Roberto. "Città, governance urbana e politiche urbane europee." disP - The Planning Review 39, no. 152 (January 2003): 26–36. http://dx.doi.org/10.1080/02513625.2003.10556831.

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3

Scharpf, Fritz W., and Luca Verzichelli. "INTEGRAZIONE EUROPEA E WELFARE STATES NAZIONALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 1 (April 1996): 21–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024035.

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Abstract:
IntroduzioneIl processo di integrazione europea è caratterizzato da una asimmetria fondamentale descritta accuratamente da Joseph Weiler (1981) come un dualismo tra le norme sopranazionali europee ed il policy-making europeo di tipo intergovernativo. Weiler ha ancora ragione nella sua critica agli scienziati politici, colpevoli di aver troppo a lungo concentrato la propria attenzione soltanto sugli aspetti della negoziazione intergovernativa e di aver ignorato (o comunque non aver preso sufficientemente in considerazione) l'emergere, essenzialmente per via giurisdizionale, di un ordinamento legale europeo che prevale sulle leggi nazionali (Weiler 1994). Questa omissione è tanto più grave poiché ha impedito di individuare il parallelismo, politicamente assai significativo, tra il dualismo indicato da Weiler e la più comune contrapposizione tra una integrazione «positiva» ed una «negativa» (Tinbergen 1965; Rehbinder e Stewart 1984), cioè tra le misure che allargano l'integrazione del mercato eliminando i vincoli nazionali sugli scambi e le distorsioni competitive, da un lato, e le politiche europee comuni che modellano le condizioni sotto le quali i mercati operano, dall'altro.
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4

Canfora, Irene. "La normativa speciale dell’impresa agricola nel quadro di un sistema agroalimentare sostenibile in Europa." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(30) (June 8, 2022): 45–55. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.4.

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Abstract:
Il saggio analizza l’evoluzione della legislazione italiana dell’impresa agricola in relazione agli sviluppi delle politiche agricole europee. Il saggio evidenzia che, sia la normativa europea che quella nazionale nei più recenti sviluppi confermano la specialità del diritto agrario, finalizzato alla conservazione delle attività agricole e del territorio rurale, così come al funzionamento della filiera agroalimentare al cui interno l’attività produttiva agricola europea rappresenta un anello essenziale.
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5

Augenti, Antonio. "Il principio di solidarietŕ e le politiche sociali europee." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (March 2011): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001002.

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Abstract:
Il contributo affronta in via preliminare il significato e il valore della solidarietŕ nel suo evolversi nel tempo, per capire come essa si incarna nelle coscienze individuali e nelle responsabilitŕ collettive. La solidarietŕ non ha modo d'essere senza la sussidiarietŕ: č la linea ideologica che orienta le moderne politiche di welfare. Queste politiche sono attente ad un nuovo concetto di povertŕ non legato a bisogni di sopravvivenza, ma a nuovi indicatori sociali. Tutelare i diritti sociali della persona significa prendere atto che occorre investire nella conoscenza, oggi strumento principe dell'emancipazione della persona. L'ultima parte del lavoro č dedicata all'analisi di come l'Unione europea ha guardato alle questioni sociali, conformandosi al principio di solidarietŕ e orientando in tal senso la propria normativa. Sull'operato comunitario vengono da ultimo avanzate riserve e sollevate censure di ritardo con il quale l'Unione č intervenuta nelle politiche sociali.
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6

Colloca, Pasquale. "Le elezioni europee del 6-7 giugno 2009: ancora elezioni di second'ordine o primi cenni di un riallineamento? Un'analisi dei flussi elettorali in 13 città italiane." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 62, no. 2 (December 30, 2009): 5–36. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10152.

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Abstract:
A livello di saldi finali, le tendenze più rilevanti alle elezioni europee del 6-7 giugno 2009, sono costituiti sostanzialmente da: 1) il sostanziale equilibrio finale tra le macro-aree politiche di centrosinistra e centrodestra; 2) la diminuzione del consenso per i partiti maggiori e la significativa crescita dei partiti minori; 3) l’elevato livello di astensionismo.Queste tendenze generali, oramai note a tutti, hanno caratterizzato l’esito finale dei risultati alle elezioni europee del 6-7 giugno 2009. Tuttavia, esse non ci dicono quali sono stati gli effettivi movimenti di voto sottostanti che le hanno generate: riuscire a stimare questi movimenti di voto – i flussi elettorali – rappresenta un passo decisivo attraverso il quale fornire la necessaria prova empirica sui cambiamenti che sono intervenuti tra due elezioni.L’obiettivo di questo saggio è proprio quello di cercare di interpretare i risultati delle elezioni europee del 2009 attraverso un’analisi dei flussi elettorali avvenuti tra le elezioni politiche del 2008 e le elezioni europee del 2009. Stimare gli spostamenti di voto avvenuti tra le due elezioni sarà occasione per valutare le caratteristiche delle elezioni europee del 2009 anche alla luce della significatività del modello teorico dell’elezione di second’ordine.
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Costantino, Laura. "La tutela del benessere animale nelle politiche agricole europee." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (July 2020): 71–82. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-001004.

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Di Virgilio, Aldo. "Elezioni in Italia –Le elezioni europee del 6-7 giugno 2009: il "Sistema 2008" tiene, la sua differenziazione territoriale cresce." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 62, no. 2 (December 30, 2009): 145–64. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10156.

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Abstract:
Review of Italian elections, 2009 EP elections Europee 2009: sequenza elettorale e interrogativi della vigilia Una nuova legge lettorale e una nuova offerta Partecipazione in calo La tenuta del "Sistema 2008": cinque partiti leggono deputati a Strasburgo Ricognizione del voto per circoscrizione e per regione: esistono ancora "partiti nazionali"? I confronti: con le europee 2004, con le politiche 2008
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Iafolla, Valentina, Massimiliano Mazzanti, and Francesco Nicolli. "Rifiuti generati, rifiuti in discarica ed efficacia delle politiche ambientali in Europa." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 2 (April 2011): 103–35. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-002005.

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Abstract:
Si presentano varie analisi empiriche sul disaccoppiamento tra dinamiche di generazione e conferimento in discarica dei rifiuti e crescita economica, integrate da disamine sulla efficacia delle politiche ambientali europee, utilizzando un dataset originale che integra fonti EUROSTAT con indicatori di policy nel periodo 1995-2007 per l'Europa a 15. Si riscontra un delinking assoluto, con vari effetti che mostrano l'efficacia delle politiche introdotte in Europa da metà anni novanta, per il conferimento in discarica, ma non per la generazione dei rifiuti, associata ad una elasticità rispetto al reddito in calo, ma ancora positiva. Le politiche come da attese non hanno avuto effetti sull'obiettivo di riduzione della generazione dei rifiuti, che ancora cresce e crescerà nei prossimi anni. La densità di popolazione č un fattore strutturale che appare ridurre sia generazione sia conferimento in discarica. Tuttavia, come da attese, l'eterogeneità tra paesi gioca un ruolo importante. Modelli panel SURE evidenziano come le regolarità statistiche medie europee nascondano spesso specificità che consentono di raggruppare i paesi in base alle diverse performance sulla relazione rifiuti-crescita economica, mettendo anche in luce il rischio di recoupling. Le analisi empiriche panel con fini di analisi ex post delle politiche mostrano di poter avere una forte rilevanza nel supporto alla implementazione e modulazione nazionale delle future politiche sui rifiuti in Europa.
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Radaelli, Claudio M. "IDEE E CONOSCENZA NELLE POLITICHE PUBBLICHE EUROPEE: TECNOCRAZIA O POLITICIZZAZIONE?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 517–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028938.

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Abstract:
IntroduzioneLa conoscenza nelle politiche pubbliche dell'Unione europea: un vantaggio a metà?Come spesso accade, l'interesse attuale per la dimensione cognitiva della politica rappresenta più una riscoperta che una novità assoluta. In senso lato, essa comprende filoni ben noti, addirittura classici, degli studi politici. Lo dimostra la ricca letteratura su temi diversi quali l'incrementalismo (Lindblom 1959), la razionalità limitata (Simon 1957), le mappe cognitive delle élites politiche (Axelrod 1976), la concezione dei meccanismi di governo come apprendimento (Deutsch 1966, 80; Heclo 1972), il cosiddetto «complesso militare-industriale» (Rosen 1973), e la tecnocrazia (Fisichella 1997). Perché dunque «riscoprire» il ruolo politico della conoscenza? O meglio, qual è il potenziale di studi i quali, sia nell'ambito dell'analisi sulle politiche pubbliche (Capano 1995; Radaelli 1997) sia nelle relazioni internazionali (Jacobsen 1995), reclamano una maggiore considerazione per i fattori cognitivi nelle scelte di policy? Quanto sono efficaci nella spiegazione del cambiamento {policy change)? E, da ultimo, come possono essere valutati da un punto di vista normativo? Una delle idee cardine della prospettiva cognitiva è che la politica vada oltre la semplice risoluzione dei conflitti. L'apprendimento, la propensione alla soluzione dei problemi, i fora di discussione e il policy enlightenment - si sostiene - possono contare più della politica basata su stili conflittuali. La politica sta forse superando il modello della democrazia competiti- va-awersariale?
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Landuyt, Ariane. "Il "valore aggiunto" di un approccio storico allo studio delle politiche comunitarie." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 5–15. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030001.

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Abstract:
- This paper deals with analytical and methodological problems which are currently at the core of historical studies about European integration. It also reminds that history of European integration went through different periods which fostered various thematic conceptualizations. Indeed, the "essence" of the European construction, as a diachronic and in fieri process, furthered a renew of the object of study, gradually widening its importance, enriching and renewing historiographical interpretations. The definition of research lines about origins and development of EEC/EU policies, in particular those "second generation" policies promoted since the beginning of the Seventies, is placed in a complex historiographical background. The author shows the reasons to study this topic through a diachronic approach, highlighting that policies are fundamental to understand properly many relevant political and social dynamics at national, infranational, European and also international level.Parole chiave: Integrazione europea; storiografia integrazione europea; identitŕ europea; politiche comunitarie; istituzioni europee; governance multilivel European Integration; European Integration Historiography; European Identity; EEC/EU policies; European Institutions; Multilevel Governance
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Montanari, Chiara, and Aurelio Bruzzo. "Dalle politiche europee di reindustrializzazione al provvedimento italiano ‘Industry 4.0'." TERRITORIO, no. 81 (September 2017): 76–80. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-081018.

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Zetter, Roger. "La securitizzazione e le politiche europee in materia di asilo e rifugiati." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003001.

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Abstract:
Anche se il numero di rifugiati e richiedenti asilo che fanno ingresso in Europa č diminuito rispetto al picco raggiunto all'inizio di questo decennio, il volume delle domande č ancora significativo e la questione č ancora di alta rilevanza sia a livello dei singoli Stati membri che della Commissione e dell'Unione Europea. Il processo di armonizzazione delle politiche di asilo e immigrazione e lo sviluppo della Diret-tiva sulle Qualifiche riflette il continuo impegno a "gestire" le migrazioni o almeno questo settore dell'immigrazione verso l'Europa. Questo articolo esplora i modi contraddittori attraverso cui la sicurezza umana dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Europa si č intrecciata con politiche di piů ampio respiro in competizione tra loro. Si sostiene che i bisogni di sicurezza di questa particolare categoria di persone sono stati inseriti nella piů ampia cornice della gestione interna ed esterna delle migrazioni per salvaguardare il primato del mercato unico europeo. Allo stesso modo, le minacce esterne alla sicurezza europea poste da migranti e rifugiati/richiedenti asilo in particolare - una minaccia che risulta essere soprattutto percepita e simbolica, piuttosto che reale - sono state snaturate per sostenere una retorica politica e un'agenda nazionale e sovranazionale che subordina i bisogni di sicurezza dei rifugiati in nome del piů alto imperativo della "securitizzazione". Fondate sulla paura crescente nei confronti dell' "altro", entrambe queste traiettorie - sicurezza umana e securitizzazione - sono andate a detrimento delle persone che hanno piů bisogno di protezione. L'articolo analizza queste tendenze, le dinamiche contraddittorie tra interessi nazionali e sovranazionali, e le conseguenze per le per-sone messe a rischio a causa di queste politiche e di questi processi.
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Mignella Calvosa, Fiammetta. "Politiche per la mobilitŕ sostenibile." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 94 (April 2011): 30–42. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094004.

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Abstract:
La cittŕ contemporanea č sempre piů definita dalle pratiche di mobilitŕ e dalle intersezioni dei flussi di persone, beni, informazioni che vanno a ridefinire le relazioni e le connessioni sociali tra gli individui. Le diseguaglianze di mobilitŕ costituiscono, allo stesso tempo, causa ed effetto di differenti disponibilitŕ di risorse materiali e di maggiore o minore libertŕ di gestione del tempo a propria disposizione, ma anche di disparitŕ nella possibilitŕ di accesso alle funzioni urbane. L'accresciuta mobilitŕ, in particolare quella legata all'utilizzo del mezzo privato, pone come centrale il tema del suo governo sia in termini ambientali che sociali. L'elaborazione di forme di autorganizzazione e autoregolazione diventa cruciale per far fronte alle pressioni ambientali e ai flussi crescenti di merci e persone. Dopo essersi soffermato su alcune esperienze di mobilitŕ sostenibile in cittŕ europee (Londra, Parigi, Barcellona, Munster), l'autore si concentra sul caso romano.
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Ponti, Marco. "Le politiche di trasporto europee e il loro impatto sull'assetto territoriale." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 59–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059009.

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Abstract:
Il cambio modale (dai mezzi su gomma a quelli su ferro, o comunque collettivi) č la connotazione fondamentale della politica europea dei trasporti, legata all'ambiente, ma certo anche alla protezione dei fornitori di trasporto collettivo, altrimenti destinati alla rapida scomparsa. Si esamineranno una serie di politiche specifiche, mettendone in luce il sostanziale fallimento (vincoli, spese, e azioni fi scali rilevantissime a fronte di risultati modali del tutto marginali). Si analizzeranno poi sommariamente i meccanismi strutturali che spingono, e spingeranno, imprese e famiglie ad assetti insediativi dispersi e appoggiati al trasporto su gomma, sia per merci che per passeggeri. Si considereranno infine politiche alternative, piů incentrate sulle innovazioni tecnologiche, e capaci di sfruttare a fi ni ambientali l'altissima ‘disponibilitŕ a pagare' degli utenti dei mezzi su gomma, anche evidenziando i vantaggi in termini di politica industriale di tale strategia.
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Sani, Serena. "L'approccio interculturale nella scuola: le politiche dell'Unione Europea in favore del potenziamento del ruolo e delle competenze degli insegnanti." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 508–29. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa10143.

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Abstract:
Nella nuova società globale e pluralistica appare fondamentale fornire agli insegnanti le necessarie competenze non soltanto per adattarsi ai continui mutamenti in atto, ma anche per ridefinire costantemente la loro funzione educativa e le loro metodologie didattiche. La necessità di fornire un'effettiva formazione interculturale agli insegnanti è stata più volte ribadita, nel corso degli ultimi decenni, sia dalle istituzioni europee sia da molti studiosi che hanno affrontato la questione dell'educazione e dell'integrazione degli alunni immigrati nelle scuole del Vecchio Continente. A questo proposito, particolare interesse rivestono gli inviti a partecipare ai programmi europei di mobilità per garantire a tutti gli educatori la possibilità di fare esperienze formative e di sviluppo personale che li portino ad entrare in contatto diretto con altre realtà educative e culturali e a conoscere altri punti di vista e altri modi di fare scuola. Nel presente articolo sarà posta particolare attenzione alla disamina delle Raccomandazioni, Risoluzioni e documenti vari elaborati dalle istituzioni europee in merito all'educazione interculturale e alla questione della formazione interculturale dei docenti.
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Marselli, Riccardo. "La ricerca della sostenibilitŕ nel mercato del lavoro." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 1 (April 2011): 35–38. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001007.

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Abstract:
Il presente contributo č un estratto dell'intervento del professor Marselli al Forum del 2 Aprile 2009. L'autore, focalizzando l'attenzione sulle politiche del lavoro, offre un'interpretazione ai problemi della sostenibilitŕ. Analizzando le maggiori problematiche che caratterizzano l'attuale mondo del lavoro e le piů recenti politiche europee a sostegno del concetto di occupabilitŕ, viene esposta la necessitŕ di cambiare l'attuale processo educativo e formativo. Infatti, risulta sempre meno importante fornire competenze specifiche e professionalizzanti, mentre fondamentale č fare in modo che chi esce dal circuito formativo abbia delle competenze generali e facilmente trasferibili.
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Costantini, Dino. "Metamorfosi dell'integrazione. Dalla non-discriminazione al razzismo." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 41 (September 2011): 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-041004.

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Abstract:
Il termineha cominciato a essere impiegato nel nostro paese con riferimento all'integrazione sociale di gruppi minoritari solo a partire dagli anni sessanta, per sostituire il concetto ormai logoro di. Prendendo in esame le piů recenti normative italiane ed europee l'articolo mostra come le nuove politiche disegnino un ritorno, al di sotto di una terminologia rimasta immutata, alla concettualitÀ assimilazionista. Questo ritorno, in controtendenza rispetto alla progressiva giuridificazione e proceduralizzazione dell'appartenenza messa in moto dall'emergere nel secondo dopoguerra della politica dei diritti umani, sembra spingere le nostre societÀ politiche indietro verso una pericolosa ri-sostanzializzazione del concetto di cittadinanza in un processo che, lungi dall'aprire spazi di convivenza culturalmente plurali, sembra condurre concretamente verso una sempre piů spregiudicata e discriminante selezione migratoria funzionale a perpetuare quella sistematica inferiorizzazione economica e simbolica degli immigrati in cui consiste e di cui si nutre il razzismo istituzionale europeo.
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Kunzmann, Klaus R. "Dopo la crisi economica globale: implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Abstract:
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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Čok, Lucija. "Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee." Linguistica 50, no. 1 (December 29, 2010): 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Abstract:
Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Petithomme, Mathieu. "Contestare le politiche europee senza essere (apertamente) euroscettici? La comunicazione politica delle associazioni ATTAC sull'integrazione europea." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 1 (April 2010): 79–99. http://dx.doi.org/10.3280/paco2010-001004.

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Niccolucci, Franco. "ARIADNEplus: l’avventura continua." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 88–95. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00016.

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Abstract:
L’articolo descrive il progetto europeo ARIADNEplus, continuazione del precedente progetto ARIADNE. Questo nuovo progetto ha, come il precedente, l’obiettivo di superare la frammentazione degli archivi digitali di dati archeologici europei disponibili online attraverso la creazione di un catalogo. Rispetto al precedente progetto, ARIADNEplus ne estende significativamente la copertura geografica, tematica e temporale. I dati sono forniti da autorevoli istituzioni nazionali che ne garantiscono la qualità. Il catalogo permette di effettuare ricerche sui metadati, che sono conformi a standard internazionali, con vari criteri, e quindi di accedere ai dati direttamente presso l’archivio del proprietario dei dati stessi. Questi possono poi essere ulteriormente rielaborati con vari strumenti software forniti nel sistema. Tutti gli strumenti informatici utilizzati si avvalgono delle tecnologie più recenti. Una parte importante delle risorse del progetto è dedicata alla formazione degli utenti sia all’uso del sistema ARIADNEplus sia, in generale, all’applicazione in campo archeologico delle politiche e delle strategie europee riguardo alla open science.
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Ragionieri, Maria Pia, and Alessandro Chiarabolli. "Coexistence of GM Crops with Conventional and Organic Agriculture: the European approach." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (January 2013): 145–59. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002008.

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Abstract:
L'articolo presenta uno stato dell'arte delle politiche internazionali ed europee e una rassegna delle iniziative implementate dagli operatori privati per la sicurezza sanitaria nelle filiere agroalimentari. L'analisi č incentrata sugli effetti economici della combinazione degli approcci pubblico e privato in comparazione con i potenziali effetti in termini di riduzione del rischio sanitario a cui č esposto il consumatore. Partendo da una rassegna critica della letteratura economica e da un'analisi basata sugli strumenti della Nuova Economia Industriale, gli autori mostrano come, a determinate condizioni, l'obiettivo della sicurezza sanitaria nella filiere agroalimentari possa essere soltanto parzialmente conseguito per effetto di distorsioni economiche derivanti dall'effetto combinato di politiche pubbliche e standard privati.
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Capraro, Santiago, Carlo Panico, Ignacio Perrotini, and Francesco Purificato. "Austerità o politiche coordinate ed espansive? Le difficili scelte delle autorità europee." STUDI ECONOMICI, no. 108 (December 2013): 81–112. http://dx.doi.org/10.3280/ste2012-108002.

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Dematteis, Giuseppe. "Montagna e aree interne nelle politiche di coesione territoriale italiane ed europee." TERRITORIO, no. 66 (September 2013): 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2013-066001.

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Garribba, Sergio. "l'Italia hub euromediterraneo del gas naturale: politiche, infrastrutture, collaborazioni europee e internazionali." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (December 2012): 5–13. http://dx.doi.org/10.3280/efe2012-003001.

Full text
Abstract:
Natural gas is to remain a fundamental energy commodity in Italy and in the European Union during the coming decades. With a view to an increasing market integration, Italy and countries from Central and Eastern Europe could be interested in building a single regional market, implying a convergence towards a regional gas trading hub as a first step, then leading to a full-fledged market hub where the Italy would be the center. As a result of such a Euromediterranean hub countries of the region would improve their security of supply, reduce natural gas prices, and facilitate investments in new infrastructures. Necessary prerequisites for the establishment of this Euromediterranean hub are a stable alliance between governments and companies of consuming countries, collaboration agreements with producing and transit countries, the independence of the grids and a shared system of rules for grid access and use. The ownership separation of Snam, the Italian gas grid operator, from Eni as proposed by the Italian Government may represent a unique opportunity towards these goals.
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Greca, Rainer. "Strategie d'impiego neo-liberali - responsabilitŕ sociale d'impresa o getting more from less? Il caso della Germania." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 223–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127014.

Full text
Abstract:
Uno dei principali argomenti del pensiero neo-liberale si basa sul fatto che il mercato č un'istituzione migliore, rispetto ad interventi o regolamentazioni statali, per aumentare il livello di benessere comune. Misure politiche europee - definite da questa ideologia - incoraggiano i governi a promuovere, e le imprese a favorire, iniziative di responsabilitŕ sociale d'impresa (Rsi) e cittadinanza aziendale (Ca), in quanto strumenti appropriati per migliorare il lavoro e le condizioni di vita. Nel saggio, attraverso risultati emersi da ricerche dell'autore e analisi di dati, si mostra che la conseguenza di queste politiche spesso č un'intensa partecipazione nella Rsi e nella Ca prevalentemente nel settore delle Pr o in attivitŕ di interesse pubblico, mentre le politiche neo-liberali e strategie di business provocano una crescita della disoccupazione, dei lavori precari, dell'intensificazione del lavoro ("getting more from less") e addirittura della tratta di persone.
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Caiani, Manuela. "Policy networks su issues europee: quale č il posto dei gruppi d'interesse pubblico? Un'analisi comparata su tre politiche europee a livello nazionale." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 2 (March 2009): 75–110. http://dx.doi.org/10.3280/paco2009-002004.

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Abstract:
- In this article, we analyse the impact of Europeanisation on domestic actors, by looking at how Europeanisation affects the configurations of power and coalitional dynamics at the domestic level. Focusing on the Italian case, with the help of social network analysis and on the basis of 80 semi-structured interviews, we shall look at networks of alliance, disagreement and target among political actors that mobilise on European issues within three specific policy areas (European integration, agricultural policy and immigration and asylum policy), focusing in particular on the role that social movements and NGOs play in these networks (are they central? Are they peripheral? Who play a role as ‘broker'?). In fact, processes of Europeanisation can destabilise the configuration of power in public policies and the relative structure of policy networks, weakening stable and ‘dominant' actors while strengthening others and opening ‘windows of opportunity'. We also explore the formation of specific coalitions between social movements and NGOs and the other actors, as well as the cleavages around which the debate on Europe is structured and which can influence the path of Europeanisation of national collective actors. Observing these networks, our research recognises the importance that the multilevel structure of the EU creates in terms of offering new opportunities and organisational resources to actors, yet also acknowledges the crucial importance of meso-levels of decision-making, the dynamics of interaction between actors in the same context, and their subjective interpretations. Keywords: social networks; social movements; Ngo; Europe; multilevel governance
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Colloca, Pasquale, and Dario Tuorto. "IL SIGNIFICATO POLITICO DELL’ASTENSIONISMO INTERMITTENTE IN ITALIA: UNA SMOBILITAZIONE PUNITIVA?" Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, no. 2 (December 30, 2010): 43–66. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9720.

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Abstract:
Una delle problematiche meno indagate nell’ambito degli studi sulla partecipazione politica, ma allo stesso tempo più carica di conseguenze, è quella dell’intermittenza elettorale. L’aumento quasi ininterrotto del non voto negli ultimi due decenni in Italia ha interessato tutte le consultazioni, sia quelle politiche sia, soprattutto, quelle regionali ed europee dove il fenomeno ha raggiunto dimensioni considerevoli. Più che la crescita quantitativa dei cittadini che non si sono recati alle urne, il dato maggiormente rilevante sembra essere l’allargamento progressivo, riscontrabile solo a partire alla metà degli anni Novanta, del differenziale tra astensionismo nelle elezioni politiche ed astensionismo alle elezioni di secondo ordine, in modo particolare le elezioni regionali e soprattutto nelle regioni dove la partecipazione è sempre stata elevata (zone settentrionali e regioni “rosse”). Questo importante elemento di novità sta ad indicare che i comportamenti degli elettori sono diventati sempre più irregolari.
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Di Carlo, Lina. "Programmi di protezione e politiche europee per la tutela dei minori stranieri non accompagnati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (July 2016): 47–68. http://dx.doi.org/10.3280/psc2016-001005.

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Ponzini, Davide, and Marco Vani. "Apprendere dalle cittŕ italiane ed europee: politiche, progetti e competenze per gli immobili militari." TERRITORIO, no. 62 (September 2012): 64–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-062012.

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Abstract:
The ideas to reflect upon provided by the conversion policies analysed and by the plans presented are certainly many and varied. This paper discusses them by looking at the three subjects proposed in the service and by outlining future investigative and experimental activities in Italy and Europe. In the current period of crisis, the convergence between obtaining value from public sector assets and setting urban and regional planning processes in motion, seems to be a crucial issue in European towns and cities. The different conditions of military assets and the variety of the urban and regional contexts and the national reference frameworks constitute challenges which differ in many aspects. Notwithstanding this, some forms of comparison, experimentation and reciprocal learning can be envisaged.
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Cristarella Oristano, Mariaida. "Cambiamenti climatici e diritto dell'Unione europea." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2022): 35–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002002.

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Abstract:
Il presente contributo si propone di esaminare le politiche ed il diritto dell'UE in materia di cambiamenti climatici, per comprendere il ruolo esercitato dall'Unione nella lotta a questo fenomeno e la relazione che intercorre tra le azioni di contrasto al medesimo, le disposizioni poste a tutela dei diritti fondamentali ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di cui all'Agenda 2030. A tal fine, l'analisi affronta la questione circa l'esistenza di una competenza interna ed esterna dell'UE in materia, e si concentra sul ruolo delle istituzioni europee nella definizione della politica climatica e della normativa di riferimento, con particolare riguardo al Green Deal europeo, nonché in tema di negoziati internazionali cui l'UE ha partecipato, ultimo tra tutti la Cop-26. Infine, alla luce della recente giurisprudenza della CGUE, particolare attenzione è rivolta agli aspetti problematici inerenti all'accesso alla giustizia climatica nell'UE
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Di Virgilio, Aldo. "Elezioni europee 2004: equilibrio fra le coalizioni, evoluzione dei rapporti di forza al loro interno, maggiore dispersione del voto." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 52, no. 2 (December 31, 2004): 149–62. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12733.

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Abstract:
Nel 2004 gli appuntamenti elettorali sono stati due. Nella tornata principale, a giugno, l’intero corpo elettorale è stato chiamato a rinnovare la rappresentanza italiana al Parlamento di Strasburgo e oltre un terzo degli elettori ha provveduto ad eleggere contestualmente anche il proprio sindaco e/o il proprio presidente di provincia (assieme ai rispettivi consigli). La seconda tornata, in autunno, ha invece interessato un piccolo numero di amministrazioni locali e sette collegi uninominale di Camera e Senato nei quali si sono svolte elezioni politiche suppletive. Questa rubrica è interamente dedicata al risultato delle elezioni europee.
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Corsale, Andrea, and Monica Iorio. "Fuori dal campo: un "Nuovo abitare possibile" per i rom di Cagliari?" RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (April 2021): 30–60. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2021oa11650.

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Abstract:
Nel contesto delle politiche per il superamento del sistema dei ‘campi rom', l'articolo analizza le politiche dell'abitare attuate dal Comune di Cagliari nei confronti della comunità rom evacuata dal campo autorizzato che era situato, fin dal 1995, nell'area periurbana della città, e che è stato chiuso nel 2012 per motivi igienico-sanitari. Dallo studio, che ha seguito un approccio qualitativo, emerge che i percorsi di inclusione abitativa e di emancipazione sociale hanno prodotto risultati parziali. Permangono, infatti, criticità legate alla provvisorietà dei progetti messi in campo e alla discordanza che, in diverse occasioni, emerge tra gli obiettivi e gli strumenti individuati da istituzioni pubbliche e operatori privati, nel quadro delle politiche nazionali ed europee, e i progetti di vita delle famiglie rom interessate. Queste ultime chiedono un maggior coinvolgimento nella definizione dei progetti istituzionali per la loro inclusione, in linea con le aspirazioni dei singoli e dei gruppi familiari e nel rispetto della diversità culturale da questirivendicata.
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Bronzini, Giuseppe. "La sentenza El Dridi: la Corte di Giustizia fissa i ‘paletti' delle politiche europee sull'immigrazione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (October 2011): 121–28. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002007.

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Balbo, Marcello. "Piani risoluti per incerte societŕ." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 15–30. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104002.

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Abstract:
Le rapide trasformazioni subite dalla cittŕ e dal territorio negli ultimi due decenni come conseguenza del mutare delle economie, delle nuove tecnologie, del passaggio dal sistema di nodi alle reti e flussi, del social networking, dovrebbero annunciare piani e progetti adattabili al cambiamento. Al contrario, alla societŕ incerta che si andava delineando, molte cittŕ europee hanno imboccato la strada di piani "risoluti", che lasciano ben poco spazio alla flessibilitŕ, strumenti costitutivi della nuova politica urbana che si č accompagnata alle politiche liberiste e attraverso cui le cittŕ hanno cercato un proprio spazio nella divisione della produzione e del consumo affermata dalla globalizzazione.
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Ponzellini, Anna Maria. ""Un lavoro piacevole è come la fontana della giovinezza". Spunti dalle politiche europee di active ageing." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (October 2015): 99–115. http://dx.doi.org/10.3280/ses2016-001008.

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Costantino, Laura. "Politiche europee e nazionali di contrasto allo spreco alimentare nella produzione primaria: analisi e prospettive future." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 141–48. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.10.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è di presentare la regolamentazione del mercato agricolo in Nicaragua e di indicare soluzioni giuridiche che potrebbero contribuire a superare una distribuzione iniqua delle risorse economiche derivanti dall’attività agricola nazionale all’interno della filiera alimentare. In particolare, si tratta di individuare scappatoie giuridiche che contribuiscono ad una distribuzione iniqua delle risorse nel regime nicaraguense di approvvigionamento per i prodotti agroalimentari e di proporre soluzioni alternative per la loro eliminazione alla luce della scienza del diritto agrario. Secondo l’autore, la principale difficoltà per il produttore agricolo nicaraguense è il processo di commercializzazione dei prodotti sul mercato dei prodotti agricoli dell’America centrale e del Nicaragua nonché carenze normative in questo ambito. Il Sistema dell’integrazione centroamericana (SICA), vincolante nella maggior parte dei paesi della regione, da un lato contiene regolazioni giuridiche complete sull’agricoltura, dall’altro non corrisponde pienamente alla struttura moderna della filiera agroalimentare. In pratica, la legislazione regionale e nazionale è soggetta a frequenti cambiamenti e non protegge in modo sufficiente il produttore agricolo in ogni fase di produzione. Un’alternativa sarebbe quella di introdurre cambiamenti a livello regionale, sotto forma di aree di libero scambio e di attuare la politica agricola comune da parte dei Paesi dell’America centrale.
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Rossi, Rossana Adele. "La formazione superiore dei professionisti dell'educazione e della formazione: dal modello disciplinarista al focus sui contenuti core." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 382–97. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9519.

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Abstract:
Il contributo analizza le radici dell'approccio disciplinarista nell'alta formazione per passare alla considerazione dell'impatto dell'approccio funzionalista proprio delle politiche europee sulle trasformazioni in atto. Sono quindi richiamati i risultati di alcune delle più significative ricerche svolte in materia di obiettivi di apprendimento propri della formazione dei professionisti dell'educazione e della formazione. Il tentativo è di individuare i capisaldi di un approccio che consenta, a partire dal presente, di superare i limiti del disciplinarismo, garantendo l'acquisizione dei fondamenti della professione. La soluzione viene ricercata negli studi che tendono a definire i contenuti core della professionalità degli educatori e dei formatori e che spostano l'attenzione dall'insegnamento della disciplina ai learning outcomes conseguiti dagli studenti.
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Milici, Antonina. "L'uso di tecniche teatrali nell’insegnamento-apprendimento di una LS/L2." Cuadernos de Filología Italiana 26 (October 2, 2019): 57–73. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.62479.

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Abstract:
Oggi è oltremodo importante investigare sulle migliori strategie volte a facilitare l’acquisizione di competenza comunicativa in LS/L2, anche in considerazione delle più recenti politiche linguistiche europee. Il processo di insegnamento-apprendimento va ripensato in chiave sociolinguistica, pragmatica e interculturale. Come già acclarato dalla ricerca, la partecipazione emotiva dei discenti gioca un ruolo chiave per una maggiore efficacia negli esiti di apprendimento. Ciò è perfettamente in linea coi principi dell’approccio orientato all’azione che ritroviamo nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue e nel Companion Volume del 2018. Il presente contributo intende descrivere potenzialità e vantaggi delle tecniche teatrali impiegate in glottodidattica. Non sono moltissimi gli studi teorici in questo campo proprio perché esso si basa su esperienze pratiche che, oltre ad una buona padronanza in LS/L2, mirano ad ottenere risultati in ambito sociale, specialmente per gli stranieri, come la possibilità di un più rapido adattamento nel paese di accoglienza mantenendo il proprio bagaglio linguistico e culturale. La glottodidattica teatrale ha suscitato sempre maggior interesse perché rispondente in pieno alla promozione di un’educazione plurilinguistica e interculturale e della convivenza democratica.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0005.

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Abstract:
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico piu recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto piu complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo e teso a mettere in evidenza la centralita dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto piu distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riusci a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralita dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale - in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione - riguardo per lo piu gli aspetti gestionali. Invariata resto una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplico forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualita e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre e cosi inserita in un piu ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0005.

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Abstract:
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico più recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto più complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo è teso a mettere in evidenza la centralità dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto più distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riuscì a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralità dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale – in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione – riguardò per lo più gli aspetti gestionali. Invariata restò una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplicò forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualità e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre è così inserita in un più ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Canfora, Irene. "La filiera agroalimentare tra politiche europee e disciplina dei rapporti contrattuali: i riflessi sul lavoro in agricoltura." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 158 (July 2018): 259–87. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2018-158003.

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Iannone, Roberta. "Oltre la crisi? Condizioni e prospettive del lavoro a Roma." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (June 2011): 5–129. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-002001.

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Abstract:
Lo studio analizza, dal punto di vista sociologico e nell'esame delle dinamiche dello sviluppo, le modalitŕ con cui il territorio romano si organizza rispetto ai criteri di competitivitŕ, inclusione e crescita. Si considerano in particolare come riferimenti guida quelli ritenuti determinanti per lo sviluppo sostenibile in una societŕ postmoderna: capacitŕ di agire, opportunitŕ, servizi e strumenti, diritti, competenze. L'analisi considera anche il confronto tra Roma e altre aree metropolitane italiane ed europee e valuta politiche, strumenti, servizi e condizioni dell'economia e della societŕ romana rispetto al tema guida della competitivitŕ dei sistemi locali attraverso i dati della Camera di Commercio, delle organizzazioni di impresa, della banca dati Excelsior, dei Fondi interprofessionali e dei dati sul lavoro e sulla formazione istituzionali.
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Simone, Cristina, and Domenico Di Prisco. "Una blockchain europea per la gestione dei fondi strutturali europei: dallo scenario attuale ad una proposta implementativa." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 85–114. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10027.

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Abstract:
Il presente lavoro si colloca in un filone di studi destinato ad acquisire sempre più importanza non solo nel dibattito accademico, ma anche in seno alle istituzioni politiche e più in generale nella società civile: il rapporto tra tecnologia e performance del settore pubblico.In particolare, il lavoro discute la proposta della creazione di una blockchain europea per la gestione dei Fondi Strutturali e presenta quindi un set di best practice a supporto della sua ideazione ed implementazione. Due sono i temi alla base del lavoro: 1. i preoccupanti rischi (quali quello di considerevoli  frodi) e le ben note e documentate inefficienze (quali ad esempio le scarse capacità d'impegno e  spesa dei fondi di alcune regioni europee) riscontrati sino ad oggi negli attuali sistemi di finanziamento pubblico, sia nazionale sia europeo, nel gestire e monitorare adeguatamente realtà molto complesse; e 2. le significative potenzialità offerte dalle emergenti tecnologie basate su algoritmi decisionali (di cui le blockchain sono espressione) nel poter risolvere efficacemente e sostenibilmente le suddette fragilità ed inefficienze.Dopo aver individuato e descritto le principali criticità degli attuali sistemi nazionale ed europeo di finanziamento pubblico, il lavoro definisce le principali caratteristiche di una blockchain atta a superare le attuali fallacie e ne discute i potenziali vantaggi applicativi soprattutto in termini di efficienza e trasparenza dei processi decisionali.  Sulla base di un'accurata analisi della letteratura esistente e di eloquenti case study relativi all'applicazione della blockchain nel settore pubblico, il lavoro propone quindi un utile set di best practice per l'implementazione di una blockchain europea, non trascurando tuttavia di segnalarne le potenziali criticità non solo e tanto legate alla fattibilità tecnologica quanto sul piano concettuale e dei giudizi di valore.
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Pizi, Chiara. "Dal PNRR alla giustizia climatica: le risposte dell'ordinamento italiano al climate change." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 219–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002009.

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Abstract:
Per realizzare il processo di transizione climatica, le politiche internazionali ed europee si stanno muovendo verso traguardi di riduzione dell'anidride carbonica e di gas serra nel-l'atmosfera, coordinando l'azione degli Stati membri che, attraverso lo strumento della legislazione ordinaria, si mostrano sempre più determinati nel combattere le sfide del climate change. L'ordinamento italiano, tuttavia, si mostra ancora restio ad adottare misure concrete in materia. Rispetto ad altri Stati, il Decreto Clima e gli obiettivi del PNRR appaiono timidi passi verso la lotta al cambiamento climatico. Il presente lavoro si propone di analizzare i profili di criticità e le prospettive future in materia di normazione climatica statale e della sua applicazione, sullo sfondo delle rinnovate speranze che la riforma in materia ambientale della Costituzione del 2022 possa dare nuova forza alla - ancora embrionale - giustizia climatica italiana.
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Strambi, Giuliana. "Il recupero delle terre incolte e abbandonate. La “nuova stagione” legislativa italiana fra obiettivi ambientali e promozione dell’accesso alla terra da parte dei giovani." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(22) (June 1, 2018): 199–208. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.22.1.13.

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Abstract:
Il recupero delle terre incolte e abbandonate in Italia ha vissuto diverse stagioni a partire dal primo dopoguerra, con esiti non sempre soddisfacenti. Il presente scritto mira ad evidenziare i motivi della recente rinascita dell’interesse per la questione da parte delle Regioni, le quali sono tornate a disciplinare l’istituto dell’assegnazione delle terre incolte e abbandonate nel nuovo contesto della disciplina delle cosiddette “banche della terra”. Sulla scia dell’intervento regionale, che presenta dichiarate finalità ambientali, si è mosso anche il legislatore statale, con la creazione di “banche della terra” che mirano ad offrire opportunità di accesso alla terra ai giovani, soprattutto nelle aree del sud Italia, anche per arginare il problema della senilizzazione del settore agricolo. L’articolo, oltre ad analizzare le diverse discipline, inquadrandole anche nel contesto delle politiche europee per l’uso razionale delle risorse naturali e per lo sviluppo delle aree rurali marginali, ne evidenzierà le criticità.
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Degani, Paola, and Cristina Yasmin Ghanem. "Migrant Women: a Critical Frame Analysis of EU integration policies." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 163–90. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001006.

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Abstract:
Il saggio propone un'analisi della narrazione utilizzata nel quadro degli scenari di policy orientati all'integrazione dei migranti relativamente alle questioni di genere e alla diversità in al-cuni documenti di particolare in questo ambito dell'intervento pubblico. L'analisi delle politiche pubbliche nei settori dell'integrazione e dell'uguaglianza di genere sviluppata utilizzando la rap-presenta il quadro di riferimento teorico proposto per la lettura in chiave critica di una selezione di documenti dell'UE adottati tra il 2004 e il 2018 relativi al tema dell'integrazione. È del tutto evidente la tendenza da parte delle istituzioni europee a disegnare in questi documenti scenari di policy nell'area dell'integrazione prevalentemente neutri sotto il profilo delle implicazioni di gene-re, mentre in chiave interserzionale, il binomio gender+inequalities sembra differire in modo si-gnificativo a seconda del metaframe entro il quale è inquadrato lo stesso discorso dell'integrazione, ovvero se prevalgano logiche umanitarie, securitarie piuttosto che economiche.
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Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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Annese, Mariella. "Gli effetti della rigenerazione pre-pandemica nella risposta alla crisi. Il caso pugliese." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 61–76. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003005.

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Abstract:
A valle dell'esperienza condotta con gli strumenti multisettoriali complessi (Pirp), nel 2008 la Regione Puglia si e` dotata di una legge regionale sulla rigenerazione urbana. A partire da questo strumento normativo e utilizzando risorse europee (PO Fesr 2007- 2013, Por Fesr- Fse 2014-2020), rispettivamente nel 2011 e nel 2017 e` stato dato il via alla prima e alla seconda stagione della rigenerazione urbana, orientata in entrambi i casi sia alla scala urbana che terri-toriale. Dopo circa 15 anni di esperienza acquisita sul tema, nell'attesa che si concludano le operazioni riferite ai finanziamenti stanziati nel 2017 e siano noti i dati ufficiali, delineando gli aspetti più significativi e rilevanti di queste due stagioni della rigenerazione pugliese, il lavoro tenta di avanzare alcune riflessioni, problematizzando le questioni irrisolte e delineando prospettive per l'azione. Si vuole cosi` provare a verificare se le politiche urbane innovative pre-pandemiche che hanno cercato di lavorare nel solco della sostenibilità urbana siano state in grado di anticipare le risposte rispondendo alle sfide poste dai rischi globali, valorizzando i temi del radicamento territoriale, della accessibilità, della inclusione delle comunità.
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