Dissertations / Theses on the topic 'Politiche di sicurezza europea'

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Paladini, Luca <1970&gt. "Gli accordi di politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/109/1/tesi_paladini_pdf.pdf.

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Paladini, Luca <1970&gt. "Gli accordi di politica estera e di sicurezza comune dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/109/.

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Compatangelo, Francesco. "Olive da tavola: aspetti qualitativi, tecniche di produzione e politiche commerciali delle DOP e IGP in Italia e nell'Unione Europea." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Questo elaborato ha lo scopo di fornire una visione d’insieme sull’argomento delle olive da tavola, partendo dalla definizione del prodotto, descrivendo le differenti fasi del processo produttivo, affrontando alcuni temi di sicurezza alimentare legati al suo consumo e concludendo con il metodo per l’analisi sensoriale elaborato dal Consiglio Oleico Internazionale. Il primo capitolo ha l’obiettivo di introdurre il tema in questione, riportando le caratteristiche compositive e nutrizionali proprie dell’oliva da tavola. Successivamente sono approfonditi i principali metodi di trasformazione impiegati, evidenziando quelle che possono essere le possibili alterazioni ed introducendo l’utilizzo di colture microbiche selezionate per migliorare l’avvio alla fermentazione. Il secondo capitolo descrive le classificazioni introdotte nella norma commerciale COI/OT/NC n. 1 del 12/2004 e le principali cultivar da tavola diffuse nel mercato italiano e in quello spagnolo. Sono inoltre argomentati i temi delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette in Europa, con particolare attenzione verso le olive italiane e spagnole. Segue una panoramica sulla situazione dei mercati mondiali, europei ed italiani negli ultimi anni per concludere con un accenno alle possibili frodi alimentari che interessano tale prodotto. Il terzo ed ultimo capitolo è incentrato soprattutto sull’analisi sensoriale, illustrando nello specifico (formazione del panel di giudici, il foglio di profilo, il vocabolario da utilizzare) il metodo elaborato dal COI nel novembre del 2011 per valutare e classificare le olive da tavola.
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SARDELLA, BARBARA. "LA COOPERAZIONE NEI SETTORI DELLA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA COMUNE E IN QUELLO DELLA GIUSTIZIA E DEGLI AFFARI INTERNI ANALISI DELLA PRASSI." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2002. http://hdl.handle.net/10077/14652.

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5

PIROZZI, NICOLETTA. "L'UNIONE EUROPEA E LA GESTIONE DELLE CRISI DOPO LISBONA: UN NUOVO MODELLO PER AFFRONTARE LE SFIDE ALLA SICUREZZA NEL XXI SECOLO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1803.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è di valutare che tipo di modello per la gestione delle crisi l’Unione Europea (UE) ha elaborato attraverso l’adozione e l’attuazione del Trattato di Lisbona, ma anche di capire che impatto ha prodotto la sua interazione con lo scenario internazionale di sicurezza. L’analisi è condotta a tre livelli: (1) strategico – elaborazione o revisione di concetti, politiche e documenti quadro; (2) istituzionale – creazione e riorganizzazione delle strutture di riferimento e dei processi decisionali; (3) operativo – pianificazione e gestione delle missioni civili e militari sul terreno. Lo scopo finale è quello di verificare se l’approccio dell’UE alla gestione delle crisi può considerarsi efficace per affrontare i possibili scenari futuri e come possa essere migliorato sulla base delle esperienze più recenti.
The objective of this thesis is to assess what kind of crisis management model the European Union (EU) has elaborated through the adoption and implementation of the Treaty of Lisbon and what is the impact produced by its interaction with the international security context. The analysis is conducted at three different levels: (1) strategic – elaboration or review of concepts, policies and framework documents; (2) institutional – establishment or reorganization of structures and decision-making process; (3) operational – planning and conduct of civilian and military missions on the ground. The final aim is to evaluate whether the EU’s approach to crisis management will be able to face up possible future scenarios and how this model might be improved on the basis of most recent experiences.
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PIROZZI, NICOLETTA. "L'UNIONE EUROPEA E LA GESTIONE DELLE CRISI DOPO LISBONA: UN NUOVO MODELLO PER AFFRONTARE LE SFIDE ALLA SICUREZZA NEL XXI SECOLO?" Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1803.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è di valutare che tipo di modello per la gestione delle crisi l’Unione Europea (UE) ha elaborato attraverso l’adozione e l’attuazione del Trattato di Lisbona, ma anche di capire che impatto ha prodotto la sua interazione con lo scenario internazionale di sicurezza. L’analisi è condotta a tre livelli: (1) strategico – elaborazione o revisione di concetti, politiche e documenti quadro; (2) istituzionale – creazione e riorganizzazione delle strutture di riferimento e dei processi decisionali; (3) operativo – pianificazione e gestione delle missioni civili e militari sul terreno. Lo scopo finale è quello di verificare se l’approccio dell’UE alla gestione delle crisi può considerarsi efficace per affrontare i possibili scenari futuri e come possa essere migliorato sulla base delle esperienze più recenti.
The objective of this thesis is to assess what kind of crisis management model the European Union (EU) has elaborated through the adoption and implementation of the Treaty of Lisbon and what is the impact produced by its interaction with the international security context. The analysis is conducted at three different levels: (1) strategic – elaboration or review of concepts, policies and framework documents; (2) institutional – establishment or reorganization of structures and decision-making process; (3) operational – planning and conduct of civilian and military missions on the ground. The final aim is to evaluate whether the EU’s approach to crisis management will be able to face up possible future scenarios and how this model might be improved on the basis of most recent experiences.
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LOZZI, NICOLE. "POLITICHE DELLA SICUREZZA E ALLERTE ALIMENTARI NELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/777.

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Abstract:
La tesi ha come finalità lo studio della sicurezza alimentare e del suo sistema di controllo nel contesto europeo. Per sicurezza alimentare qui s’intende da un lato, quell’insieme di disposizioni e di procedure previste dal legislatore, atte a garantire che gli alimenti a rischio non siano immessi sul mercato; dall’altro quel meccanismo predisposto per individuare i problemi di sicurezza degli alimenti e agire di conseguenza. Sicurezza alimentare, intesa dal punto di vista normativo, è sia l’ampia gamma di disposizioni che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi (come ad esempio i provvedimenti sui materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, sui mangimi e su altri mezzi di produzione agricola a livello primario), sia un vero e proprio sistema inteso come meccanismo o insieme di procedure pensate per garantire la sicurezza degli alimenti. Tale apparato di tutela opera, tenendo in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare, come un unico processo, partendo dalla produzione, passando attraverso la trasformazione fino ad arrivare alla distribuzione e vendita dei prodotti. Oggetto principale di questa tesi è l’analisi del sistema di controllo alimentare, poiché non solo elemento integrante, ma soprattutto presupposto della sicurezza stessa. Precisamente, in Europa il sistema di sorveglianza si presenta come un meccanismo di allarme rapido per la notificazione di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi, una sorta di rete di collegamento cui partecipano gli Stati membri, la Commissione Europea e l’Autorità per la sicurezza alimentare
The idea of research comparing the legal and policy choices which form the basis for the current agrofood safety systems derive from the observation of several cases of “food emergency”(such as BSE, dioxin contamination , bird flu, GMOs) and food alert, which occurred in the recent European history and have caused reactions and worries in public opinion. The study of the above mentioned events and the reflection upon the attitudes and the decisions about food safety made by the European Union institutions raised many different questions. First of all I wondered if this is only a European phenomenon or if it may also apply to overseas countries like the USA. I also wanted to investigate about science regulation policies ruling the safety system born to face feared or evident risks for public health (as a consequence of BSE), i.e. to understand how scientific knowledge is used in legal and policy choices and which are the political and social consequences. In effect, the emergencies, risks and uncertainties caused by the social implementation of science have increased the gap between society and institutions both at national and community level, generating mistrust not so much of scientific and technological progress but of the institutions themselves. The public isn’t only worried about “safety” meant as the likelihood of a damage occurring, but also about the unexpected social effects neglected by the institutions. Europe expressed its concerns about these situations by trying to fill the gap from different perspectives : • new governance of science; • subsequent new regulatory and policy model of science; • expertise and its credibility; • more collective decision making processes Such steps are fundamental to generate and new idea of science governance which connects the need of a more democratic science with that of a more involving society . The Democratization of science implies the acquisition by institutions of several scientific opinions involving all of the aspects of knowledge in order to obtain decisions making processes meeting social needs and, consequently, closer to citizens.
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LOZZI, NICOLE. "POLITICHE DELLA SICUREZZA E ALLERTE ALIMENTARI NELL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/777.

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Abstract:
La tesi ha come finalità lo studio della sicurezza alimentare e del suo sistema di controllo nel contesto europeo. Per sicurezza alimentare qui s’intende da un lato, quell’insieme di disposizioni e di procedure previste dal legislatore, atte a garantire che gli alimenti a rischio non siano immessi sul mercato; dall’altro quel meccanismo predisposto per individuare i problemi di sicurezza degli alimenti e agire di conseguenza. Sicurezza alimentare, intesa dal punto di vista normativo, è sia l’ampia gamma di disposizioni che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi (come ad esempio i provvedimenti sui materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, sui mangimi e su altri mezzi di produzione agricola a livello primario), sia un vero e proprio sistema inteso come meccanismo o insieme di procedure pensate per garantire la sicurezza degli alimenti. Tale apparato di tutela opera, tenendo in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare, come un unico processo, partendo dalla produzione, passando attraverso la trasformazione fino ad arrivare alla distribuzione e vendita dei prodotti. Oggetto principale di questa tesi è l’analisi del sistema di controllo alimentare, poiché non solo elemento integrante, ma soprattutto presupposto della sicurezza stessa. Precisamente, in Europa il sistema di sorveglianza si presenta come un meccanismo di allarme rapido per la notificazione di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi, una sorta di rete di collegamento cui partecipano gli Stati membri, la Commissione Europea e l’Autorità per la sicurezza alimentare
The idea of research comparing the legal and policy choices which form the basis for the current agrofood safety systems derive from the observation of several cases of “food emergency”(such as BSE, dioxin contamination , bird flu, GMOs) and food alert, which occurred in the recent European history and have caused reactions and worries in public opinion. The study of the above mentioned events and the reflection upon the attitudes and the decisions about food safety made by the European Union institutions raised many different questions. First of all I wondered if this is only a European phenomenon or if it may also apply to overseas countries like the USA. I also wanted to investigate about science regulation policies ruling the safety system born to face feared or evident risks for public health (as a consequence of BSE), i.e. to understand how scientific knowledge is used in legal and policy choices and which are the political and social consequences. In effect, the emergencies, risks and uncertainties caused by the social implementation of science have increased the gap between society and institutions both at national and community level, generating mistrust not so much of scientific and technological progress but of the institutions themselves. The public isn’t only worried about “safety” meant as the likelihood of a damage occurring, but also about the unexpected social effects neglected by the institutions. Europe expressed its concerns about these situations by trying to fill the gap from different perspectives : • new governance of science; • subsequent new regulatory and policy model of science; • expertise and its credibility; • more collective decision making processes Such steps are fundamental to generate and new idea of science governance which connects the need of a more democratic science with that of a more involving society . The Democratization of science implies the acquisition by institutions of several scientific opinions involving all of the aspects of knowledge in order to obtain decisions making processes meeting social needs and, consequently, closer to citizens.
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Cavarzeran, Pietro <1991&gt. "Attività agricola e sicurezza alimentare nelle politiche dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/17826.

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Abstract:
Il lavoro, partendo da una puntuale definizione del concetto di food security, analizza l'impatto delle politiche europee nel sostenere il sistema di approvvigionamento di beni alimentari all'interno dell'Unione. Particolare attenzione è rivolta al ruolo svolto dai produttori agricoli ed dalle loro forme associative. Si è dunque proposta un'approfondita analisi da un lato dei vantaggi derivanti dall'associazionismo economico nel rafforzare la posizione dei produttori all'interno delle filiere di approvvigionamento e dei mercati agricoli, dall'altro delle forme di deroga all'applicazione del diritto della concorrenza europeo garantite dai Trattati UE e dai Regolamenti della Politica Agricola Comune (PAC).
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10

BENEDETTO, F. DI. "LA PROTEZIONE DEI SETTORI STRATEGICI EUROPEI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/345493.

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Abstract:
“The Protection of the European Strategic Sectors”. The kind of protection that is at the heart of this doctoral thesis is the defence of the strategic companies established in the European Union (EU) from takeovers by foreign investors, that is to say investors from countries which are not part of the European Economic Area. This work aims, on the one hand, at outlining the main features of a screening mechanism of foreign investments at the EU level and, on the other, at identifying the proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. Chapter 1 contains a non-exhaustive list of the European strategic sectors which consist in all the economic sectors in which the EU or its Member States have adopted rules to limit foreign investors’ right to acquire participations in strategic companies for reasons of public security. Indeed, the Court of Justice of the EU (CJEU) used the expression “strategic sectors” in relation to undertakings whose activities are deeply linked to the protection of public security. The EU notion of public security contains both internal and external security, but also the production of goods and the supply of services which are essential for the very existence of a country. Chapter 2 provides a comparative study of the present situation of strategic enterprises’ protection in three EU Member States (Germany, Italy and France). It shows that a fragmented landscape of foreign investment control rules adopted by national authorities represents both a constraint to an efficient internal market of capital movements, and a limit to an effective protection of the European strategic sectors. By contrast, an EU foreign investment control mechanism could lead to a less fragmented system of strategic companies’ protection, which would be able to encourage foreign investments. At the same time, a single EU body of foreign investment control should be more efficient in order to protect EU public security. Moreover, unlike Member States measures such as “golden shares”, this mechanism could enjoy a greater degree of compatibility with the fundamental freedoms of the Treaties. In effect, the CJEU recognises a “presumption of conformity” with the freedoms of movement to the EU secondary legislation which pursues objectives of general interest like the protection of public security. Chapter 3 analyses the most significant experience of foreign investment control at the global level, the Committee on Foreign Investment in the United States, in order to understand if it could be a suitable model for the establishment of a similar body in the EU, the Committee on Foreign Investment in the EU (CFIEU). Once outlined the key aspects of the CFIEU, chapter 3 focuses on the search of the most proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. The study tries to demonstrate that Article 207(2) TFEU on unilateral measures of Common Commercial Policy (CCP) could be the right legal basis for the creation of the CFIEU. Indeed, after the Lisbon Treaty, the CCP has become an exclusive competence of the EU which also encompasses the admission and the treatment of foreign direct investments. In conclusion, chapter 3 tries to figure out the implications of the establishment of the CFIEU both on Member States competences (especially their exclusive competence on national security by virtue of Article 4 TEU), and on the international obligations undertaken by the EU towards third countries, with particular reference to the World Trade Organisation rules and international investment law.
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Zeminian, Laura <1984&gt. "Le politiche di sostenibilità turistica nell'ambito dell'Unione Europea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3345.

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Abstract:
La tesi mira a comporre un quadro organico delle diverse politiche in materia di sostenibilità turistica sia a livello globale sia, più nello specifico, a livello europeo fino ad analizzare in quale misura tali politiche sono applicabili al caso concreto di un tour operator.
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Miscoci, Mirabela Elena <1980&gt. "L'Unione Europea e le politiche di integrazione dei Rom." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7688/1/L%E2%80%99Unione_europea_e_le_politiche_di_integrazione_dei_rom.pdf.

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Abstract:
La tesi, articolata in sei capitoli, mira alla valutazione del grado di integrazione dei Rom cittadini europei negli Stati membri, in seguito all'attuazione di una serie di politiche, misure e mobilizzazione di risorse finanziarie, da parte dell’Unione europea, in materia di antidiscriminazione etnico-razziale, inclusione sociale e protezione delle minoranze. Il primo capitolo offre una panoramica sulla presenza dei Rom nell'Europa e una serie di spunti introduttivi al tema della loro integrazione. Il secondo capitolo mette in evidenza, oltre all'inquadramento giuridico del concetto di minoranza, alcune considerazioni sui limiti e sulle ambiguità del riconoscimento giuridico dei Rom in quanto minoranza europea, alla luce di numerosi strumenti normativi di diritto internazionale ed europei. Il terzo capitolo valuta il quadro antidiscriminatorio dell’Unione europea, con particolare attenzione alla Direttiva 2000/43/CE, e le politiche, i programmi e gli strumenti finanziari europei per contrastare la discriminazione dei Rom, basata sulla razza e sull'origine etnica. Il quarto capitolo analizza il ruolo delle politiche europee per l’integrazione dei Rom in quattro settori cardine, quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Il quinto capitolo affronta il problema di verificare se la reinterpretazione del tema delle minoranze sotto il profilo della diversità culturale, rappresenti un trend utile all'integrazione dei Rom o almeno porti i miglioramenti sperati in materia di accesso ad una abitazione adeguata, l'accesso all'istruzione, alla possibilità di inserirsi nel mondo di lavoro. Il sesto capitolo, da ultimo, attua una comparazione tra il sistema italiano e quello rumeno, per quanto riguarda il modo di affrontare la questione Rom, di rispondere all'appello europeo di elaborare una Strategia nazionale per la loro inclusione, del modo in cui fanno uso degli strumenti giuridici europei nello sviluppo e nell'attuazione delle politiche effettive, finalizzate all'integrazione dei Rom.
The thesis, divided into six chapters, aims to assess the integration’s level of the EU's Roma citizens in the Member States, afterwards the implementation of a series of European policies, measures and mobilization of financial resources on anti-ethnic racial discrimination, social inclusion and protection of minorities.
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Miscoci, Mirabela Elena <1980&gt. "L'Unione Europea e le politiche di integrazione dei Rom." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7688/.

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Abstract:
La tesi, articolata in sei capitoli, mira alla valutazione del grado di integrazione dei Rom cittadini europei negli Stati membri, in seguito all'attuazione di una serie di politiche, misure e mobilizzazione di risorse finanziarie, da parte dell’Unione europea, in materia di antidiscriminazione etnico-razziale, inclusione sociale e protezione delle minoranze. Il primo capitolo offre una panoramica sulla presenza dei Rom nell'Europa e una serie di spunti introduttivi al tema della loro integrazione. Il secondo capitolo mette in evidenza, oltre all'inquadramento giuridico del concetto di minoranza, alcune considerazioni sui limiti e sulle ambiguità del riconoscimento giuridico dei Rom in quanto minoranza europea, alla luce di numerosi strumenti normativi di diritto internazionale ed europei. Il terzo capitolo valuta il quadro antidiscriminatorio dell’Unione europea, con particolare attenzione alla Direttiva 2000/43/CE, e le politiche, i programmi e gli strumenti finanziari europei per contrastare la discriminazione dei Rom, basata sulla razza e sull'origine etnica. Il quarto capitolo analizza il ruolo delle politiche europee per l’integrazione dei Rom in quattro settori cardine, quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Il quinto capitolo affronta il problema di verificare se la reinterpretazione del tema delle minoranze sotto il profilo della diversità culturale, rappresenti un trend utile all'integrazione dei Rom o almeno porti i miglioramenti sperati in materia di accesso ad una abitazione adeguata, l'accesso all'istruzione, alla possibilità di inserirsi nel mondo di lavoro. Il sesto capitolo, da ultimo, attua una comparazione tra il sistema italiano e quello rumeno, per quanto riguarda il modo di affrontare la questione Rom, di rispondere all'appello europeo di elaborare una Strategia nazionale per la loro inclusione, del modo in cui fanno uso degli strumenti giuridici europei nello sviluppo e nell'attuazione delle politiche effettive, finalizzate all'integrazione dei Rom.
The thesis, divided into six chapters, aims to assess the integration’s level of the EU's Roma citizens in the Member States, afterwards the implementation of a series of European policies, measures and mobilization of financial resources on anti-ethnic racial discrimination, social inclusion and protection of minorities.
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Cignolini, Eleonora <1997&gt. "Una visione europea al problema della tratta di esseri umani. L’Azione dell'Unione Europea in materia di politiche di contrasto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21746.

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Abstract:
La tratta di esseri umani all’interno dell’Unione Europea resta un tema molto dibattuto, ricco di sfaccettature e problematiche interconnesse, come criminalità organizzata ed immigrazione clandestina. Inizialmente questo lavoro cercherà di fornire una contestualizzazione del problema a livello europeo, analizzando il ruolo storico rivestito dall’Europa all’interno del caso-studio della tratta schiavistica africana, arrivando al giorno d’oggi e fornendo una visione europea inerente allo sviluppo di questo fenomeno globale. L’obiettivo del mio lavoro sarà quello di analizzare le principali politiche di contrasto al problema della tratta di esseri umani adottate a livello europeo, suddividendole tra politiche di contrasto, prevenzione e politiche di asilo e protezione delle vittime. Codeste politiche, stipulate dall’Unione Europea, rispecchiano una visione globale del problema, non soffermandosi unicamente nel ricercare e processare le principali organizzazioni criminali responsabili, ma cercando di tutelare, fornire aiuto e proteggere le vittime, proporre progetti di sensibilizzazione a livello sociale e stipulare piani strategici che implichino la cooperazione e il coordinamento tra istituzioni governative, stati membri ed agenzie europee. Tuttavia, data l’ancora evidente presenza del fenomeno della tratta a livello europeo, verranno analizzate le principali problematiche aperte legate alle politiche di contrasto frutto dell’impedimento nell’eradicazione totale della tratta di esseri umani. L’elaborato, inoltre, non vuole porsi come soluzione ma fornire informazioni inerenti alle principali strategie politiche volte al contrasto della tratta di esseri umani ed un punto d’avvio per una discussione futura riguardo all’inefficacia verso il contrasto e l’eliminazione di tale fenomeno.
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PIOVESAN, VITTORIO. "Le istituzioni locali come fattore di sviluppo nelle politiche di cooperazione dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/11578/278464.

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Pereyra, Natalia Andrea <1990&gt. "LE IMPLICAZIONE DELLA QUESTIONE NORD-COREANA PER LE POLITICHE DI SICUREZZA GIAPPONESI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14433.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è individuare le implicazioni degli sviluppi della questione nord-coreana, avvenuti tra il 1998 e il 2018, per le politiche di sicurezza giapponesi. L’analisi è stata costruita seguendo una linea cronologica al fine di individuare “le cause e le conseguenze” dei diversi sviluppi avvenuti nel periodo preso in considerazione. L’estremo iniziale di tale periodo corrisponde all'anno in cui la Corea del Nord svolse un test di lancio di un satellite nel corso del quale un razzo sorvolò per la prima volta il territorio giapponese. L’importanza di tale avvenimento è legata alla presa di consapevolezza del Giappone di non essere in grado di rispondere a ciò che poteva essere considerato una vera e propria provocazione del regime di Pyongyang. L'analisi individua una correlazione tra le provocazioni nord-coreane e le evoluzioni avvenute nella modalità di risposta adottata dal Giappone e nei mezzi attraverso cui ha potuto farlo. Le principali implicazioni individuate sono state la tendenza del governo giapponese a dotare lo Stato e le Forze di Auto-difesa di nuove capacità, come quella di difendersi dai missili balistici e di adottare un ruolo più "pro-attivo" nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, e il parziale superamento del divieto all'esercizio dell’auto-difesa collettiva.
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Serio, Riccardo. "Politiche di sicurezza sanitaria nei flussi commerciali di ortofrutta dei paesi del mediterraneo rispetto all'Italia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15081/.

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Abstract:
Le crisi sanitarie di questi ultimi anni hanno messo in luce la necessità di rafforzare la regolazione dei mercati agroalimentari. L’attenzione che, per lungo tempo, è stata rivolta al perseguimento di obiettivi a carattere quantitativo ha prodotto conseguenze negative sulla food safety. Le crisi che si sono susseguite nel tempo, hanno eroso la fiducia dei consumatori, di conseguenza, da un lato, le autorità pubbliche europee hanno promosso le certificazioni di qualità e rivisto i regolamenti in materia di qualità e sicurezza alimentare, dall'altro, gli operatori privati non hanno tardato a reagire all'incalzante domanda di qualità e sicurezza alimentare, espressa dalla società. Con questo lavoro si è voluto approfondire l’aspetto legato alla sicurezza e qualità alimentare dell’ortofrutta importata dai Paesi Terzi del Mediterraneo analizzando le importazioni italiane da parte dell’Egitto, del Marocco, della Tunisia e della Turchia. L’obiettivo è quello di valutare gli impatti del rispetto degli standard sanitari sulla filiera italiana e di cercare possibili miglioramenti nell'azione politica. Si sono cercate prove a sostegno di quattro ipotesi di ricerca formulate secondo la letteratura economica pertinente: il rispetto degli standard di sicurezza al fine di migliorare la capacità di accesso al mercato; il miglioramento della conformità ex ante ai requisiti di sicurezza alimentare attraverso efficaci procedure di ispezione / controllo; se c’è correlazione tra la difficoltà di conformità e la natura delle informazioni e alla complessità delle relazioni verticali lungo la catena di approvvigionamento alimentare; gli standard privati ​​possono fungere da complementi ai regolamenti pubblici come strumento di "regolamentazione" a monte. Il gruppo di esperti intervistato era composto da: 10 esperti commerciali; 14 esperti qualità; 10 esperti legali; 3 esperti sanità. Per un totale di 37 esperti.
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Bazzocchi, Valentina. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Université Robert Schuman (Strasbourg) (1971-2008), 2007. http://www.theses.fr/2007STR30007.

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Abstract:
L’espace de liberté, de sécurité et de justice est devenu progressivement l’une des priorités de l’UE. Il est souvent analysé du point de vue des avantages qu’il garantira aux citoyens de l’Union et, plus généralement, aux individus qui s’y trouvent. Mais cet espace a un « côté obscur»: les limitations des droits individuels qu’il peut, par sa nature, impliquer. La recherche se propose de vérifier si les actes adoptés dans cet espace garantissent un équilibre entre les exigences de sécurité et celles de protection des droits individuels. Les paramètres de référence utilisés sont la Convention européenne des droits de l’homme, la Charte des droits fondamentaux de l’Union européenne et la jurisprudence des Cours de Strasbourg et de Luxembourg. De l’analyse des actes ayant des répercussions sur la protection des données, il apparaît une tendance à considérer prioritaire l’aspect sécuritaire. De l’analyse des actes ayant des conséquences sur les garanties procédurales, il apparaît une tendance à développer la dimension épée du droit pénal. L’absence d’un système complet de remèdes juridictionnels dans le troisième pilier constitue une limite que l’intervention des juridictions nationales et de la Cour européenne peut en partie combler. Une révision des Traités serait donc nécessaire aussi pour éviter les conflits intrapiliers, toujours plus fréquents. Seulement un développement parallèle des exigences de sécurité et celles de protection des droits individuels peut assurer la réalisation d’un réel espace de liberté, de sécurité et de justice de l’UE
The Area of freedom, security and justice has increasingly become one of the fundamental objectives of the European Union. This is often analysed for the benefits that it will guarantee to the European citizens as well as to all the individuals within its territory. However, this Area has a “dark side”, namely the limits that for its own nature it might entail to individual rights. This research aims at assessing whether the acts adopted in this Area guarantee a balance between the need of security and the need of protection of individual rights. References that have been used are the ECHR, the Charter of fundamental rights of the eu and the case law of the European Court and the Court of Justice. From an analysis of the legislation that has implications on data protection; a trend has emerged to consider the security aspect as a priority. From an analysis of the legislation on the procedural rights, a trend has emerged to develop the repressive aspect of criminal law. The absence of a complete system of judicial remedies in the third pillar is limit that the national judges and the European court can only partially overcome. A treaty’s reform is therefore necessary, also in order to limit interpillar conflicts. Only a parallel development of the needs of security and of protection of individual rights can ensure the achievement of a real Area of freedom, security and justice of EU
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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/1/TesiValentinaBazzocchi.pdf.

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Bazzocchi, Valentina <1976&gt. "I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/502/.

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Ferraro, Francesca. ""Lo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia fondamento per una democrazia europea oltre lo Stato?" Sicurezza Diritti umani e Sovranità "condivisa" nell'Unione europea." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/597.

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Abstract:
2010 - 2011
Questa ricerca è strutturata in tre parti distinte: - La Prima Parte affronta la questione chiave dei: “Mutamenti nel rapporto fra territorio e spazio nell’Europa moderna”. Un nodo teorico senza il quale non si riuscirebbe a comprendere il tentativo di costruzione di uno "spazio giuridico comune" dell’ Unione europa attuale che si deve misurare con la presenza di territori nazionali con una loro specificità geografica, storica, politica e giuridica, che ancora forniscono senso di appartenenza. Da qui' la dialettica fra territorio e spazio che mantiene e, anzi, acuisce la sua centralità come emerge dal processo costituente dell'Unione europea e in parallelo dall'esperienza derivante da sessant'anni di giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'Uomo. Anche da questo punto di vista, il processo di costruzione dell’Europa è intimamente dialettico, muovendo essenzialmente dalle realtà statali per intravedere la via travagliata che conduce oltre di esse: il rapporto fra Stato e territorio ha segnato la storia dello Stato e della dottrina ad esso relativa. Lo spazio comune europeo si inserisce come elemento necessario e critico di analisi. -La Seconda Parte è dedicata a: “Lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia alla luce dei trattati dell'Unione europea”. E’ una parte necessariamente più "specialistica", che entra in un campo storico-giuridico, provando a descrivere il funzionamento dello spazio comune dell'Unione europea posto in relazione con l’insieme delle innovazioni istituzionali in cui è inserito e, quindi, cercando anche di analizzare i mutamenti morfologici in termini di sovranità e legittimazione che ne derivano. Diviene, dunque, centrale, la legittimazione attraverso i diritti, attraverso la novità del carattere vincolante della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” e il principio di cittadinanza. -La Terza Parte si concentra su: “La legittimazione dello spazio multilaterale dell'Unione europea” e prova ad aprire lo sguardo sul rapporto fra l’Europa dello "spazio comune" e gli spazi globali, su cui tutte le entità, statali e non-statali, oggi si relazionano. In questo spazio comune, il tema della democrazia e della sovranità si trovano intimamente interconnessi. La questione centrale per sviluppare questa analisi è: quale contributo può dare l’Europa (l'Unione europea) della “sovranità condivisa” in uno spazio oltre gli Stati nazionali per la legittimazione di una visione multilaterale della governance globale. [a cura dell'autore]
X n.s.
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Ceci, Giuseppina. "Il progetto di creazione della Procura europea nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/3178.

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Abstract:
2015 - 2016
The article 86 TFEU estabilishes that in order to combat crimes affecting the financial interests of the Union, the Council may establish a European Public Prosecutor's Office from Eurojust. To carry out the cited norm, on the wake of the projects of “Corpus Juris” and “Model Rules”, the Commission worked out a proposal for a Council Regulation on the establishment of the European Public Prosecutor's Office (COM/2013/0534 final). On this proposal the Council wasn’t able to obtain the unanimity, anyway 20 Member States decided to establish enhanced cooperation to adopt the Regulation de quo. Waiting for the consent of the European Parliament, we wish that the expectant organ won’t be too much “weak” and that it will be able - even if without a “european criminal law” – to efficiently protect the financial interests of the EU, in the perspective of a full achievement of the european area of freedom, security and justice. [edited by Author]
XXIX ciclo
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Draganic, Ivana <1980&gt. "La rotta balcanica come laboratorio di sperimentazione delle politiche migratorie dell'Unione europea." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20066.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare la situazione dei migranti lungo la rotta balcanica, in particolare su lconfine croato-bosniaco, come conseguenza diretta delle politiche migratorie dell'Unione europea sviluppatesi a partire dagli anni Ottanta in un'ottica sicuritaria, che ha reso la politica di sicurezza interna dell'UE invasiva e trasversale ad altre politiche.
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Amato, Rosanna <1981&gt. "La cooperazione giudiziaria in rete nello spazio di liberta', sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6596/1/Rosanna_Amato-La_cooperazione_giudiziaria_in_rete_nello_spazio_LSG.pdf.

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Abstract:
L’oggetto del lavoro si concentra sull’analisi in chiave giuridica del modello di cooperazione in rete tra le autorità nazionali degli Stati membri nel quadro dello Spazio LSG, allo scopo di valutarne il contributo, le prospettive e il potenziale. La trattazione si suddivide in due parti, precedute da una breve premessa teorica incentrata sull’analisi della nozione di rete e la sua valenza giuridica. La prima parte ricostruisce il percorso di maturazione della cooperazione in rete, dando risalto tanto ai fattori di ordine congiunturale quanto ai fattori giuridici e d’ordine strutturale che sono alla base del processo di retificazione dei settori giustizia e sicurezza. In particolare, vengono elaborati taluni rilievi critici, concernenti l’operatività degli strumenti giuridici che attuano il principio di mutuo riconoscimento e di quelli che danno applicazione al principio di disponibilità delle informazioni. Ciò allo scopo di evidenziare gli ostacoli che, di frequente, impediscono il buon esito delle procedure di cooperazione e di comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’utilizzo della rete rispetto alla concreta applicazione di tali procedure. La seconda parte si focalizza sull’analisi delle principali reti attive in materia di giustizia e sicurezza, con particolare attenzione ai rispettivi meccanismi di funzionamento. La trattazione si suddivide in due distinte sezioni che si concentrano sulle a) reti che operano a supporto dell’applicazione delle procedure di assistenza giudiziaria e degli strumenti di mutuo riconoscimento e sulle b) reti che operano nel settore della cooperazione informativa e agevolano lo scambio di informazioni operative e tecniche nelle azioni di prevenzione e lotta alla criminalità - specialmente nel settore della protezione dell’economia lecita. La trattazione si conclude con la ricostruzione delle caratteristiche di un modello di rete europea e del ruolo che questo esercita rispetto all’esercizio delle competenze dell’Unione Europea in materia di giustizia e sicurezza.
This thesis deals with the legal analysis of the network-based model of cooperation between national authorities of the EU Member States within the Area of Freedom Security and Justice – AFSJ. The aim is to evaluate the contribution and the potential of such a model. The dissertation is divided into two parts, which are preceded by an introductory section dealing with the analysis of the notion of network and its legal value. With a view to provide a deeper understanding of this phenomenon, the first part intends to portray the emergence of networking between judicial and law enforcement authorities. In this part, also the driving factors (both legal and structure-related), which have triggered such a process are highlighted. In particular, attention is paid to both the legal instruments applying the principle of mutual recognition and those applying the principle of availability. The rationale is to identify the obstacles hindering the effective implementation of the cooperation procedures and to understand the role played by networks in this respect. The second part of the dissertation analyses the main networks operating in the justice and security fields, with a special focus on the features characterizing these flexible arrangements and their methods of operation. The dissertation is divided into two parts reviewing a) networks supporting the effective application of both the mutual assistance procedures and the legal instruments implementing the principle of mutual recognition and b) networks dealing with the informative cooperation, ensuring a faster exchange of law enforcement information across national borders. Special attention is paid to networks dealing with the economic dimension of crime. Finally, the main features of a “European network model of cooperation” are identified as well as the role played by such a model in respect to the exercise of the EU competences in the AFSJ.
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Amato, Rosanna <1981&gt. "La cooperazione giudiziaria in rete nello spazio di liberta', sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6596/.

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Abstract:
L’oggetto del lavoro si concentra sull’analisi in chiave giuridica del modello di cooperazione in rete tra le autorità nazionali degli Stati membri nel quadro dello Spazio LSG, allo scopo di valutarne il contributo, le prospettive e il potenziale. La trattazione si suddivide in due parti, precedute da una breve premessa teorica incentrata sull’analisi della nozione di rete e la sua valenza giuridica. La prima parte ricostruisce il percorso di maturazione della cooperazione in rete, dando risalto tanto ai fattori di ordine congiunturale quanto ai fattori giuridici e d’ordine strutturale che sono alla base del processo di retificazione dei settori giustizia e sicurezza. In particolare, vengono elaborati taluni rilievi critici, concernenti l’operatività degli strumenti giuridici che attuano il principio di mutuo riconoscimento e di quelli che danno applicazione al principio di disponibilità delle informazioni. Ciò allo scopo di evidenziare gli ostacoli che, di frequente, impediscono il buon esito delle procedure di cooperazione e di comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’utilizzo della rete rispetto alla concreta applicazione di tali procedure. La seconda parte si focalizza sull’analisi delle principali reti attive in materia di giustizia e sicurezza, con particolare attenzione ai rispettivi meccanismi di funzionamento. La trattazione si suddivide in due distinte sezioni che si concentrano sulle a) reti che operano a supporto dell’applicazione delle procedure di assistenza giudiziaria e degli strumenti di mutuo riconoscimento e sulle b) reti che operano nel settore della cooperazione informativa e agevolano lo scambio di informazioni operative e tecniche nelle azioni di prevenzione e lotta alla criminalità - specialmente nel settore della protezione dell’economia lecita. La trattazione si conclude con la ricostruzione delle caratteristiche di un modello di rete europea e del ruolo che questo esercita rispetto all’esercizio delle competenze dell’Unione Europea in materia di giustizia e sicurezza.
This thesis deals with the legal analysis of the network-based model of cooperation between national authorities of the EU Member States within the Area of Freedom Security and Justice – AFSJ. The aim is to evaluate the contribution and the potential of such a model. The dissertation is divided into two parts, which are preceded by an introductory section dealing with the analysis of the notion of network and its legal value. With a view to provide a deeper understanding of this phenomenon, the first part intends to portray the emergence of networking between judicial and law enforcement authorities. In this part, also the driving factors (both legal and structure-related), which have triggered such a process are highlighted. In particular, attention is paid to both the legal instruments applying the principle of mutual recognition and those applying the principle of availability. The rationale is to identify the obstacles hindering the effective implementation of the cooperation procedures and to understand the role played by networks in this respect. The second part of the dissertation analyses the main networks operating in the justice and security fields, with a special focus on the features characterizing these flexible arrangements and their methods of operation. The dissertation is divided into two parts reviewing a) networks supporting the effective application of both the mutual assistance procedures and the legal instruments implementing the principle of mutual recognition and b) networks dealing with the informative cooperation, ensuring a faster exchange of law enforcement information across national borders. Special attention is paid to networks dealing with the economic dimension of crime. Finally, the main features of a “European network model of cooperation” are identified as well as the role played by such a model in respect to the exercise of the EU competences in the AFSJ.
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Bernardi, Jacopo <1993&gt. "Le Politiche di Assistenza allo Sviluppo di Giappone e Unione Europea: il Caso del Vietnam." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17294.

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Abstract:
L’elaborato si propone di mostrare e analizzare le differenze e similitudini nell’approccio dell’Unione Europea e del Giappone nei confronti della regione del Sudest Asiatico, prendendo come esempio specifico la presenza dei due attori internazionali in Vietnam. Entrambe le potenze hanno infatti aumentato la cooperazione con questa nazione asiatica negli ultimi anni: per il Giappone è una delle nazioni riceventi di Aiuti Pubblici allo Sviluppo più importanti, oltre che un alleato fondamentale nel mantenimento dello stato di diritto nel Mar Cinese Meridionale in funzione di contenimento delle mire espansionistiche cinesi; per l’Europa è la possibile porta d’ingresso per il mercato del Sudest Asiatico oltre che un importante mercato di importazione, come dimostrano il Partnership and Cooperation Agreement del 2012 e il Free Trade Agreement recentemente concluso. Il Giappone e l’Unione Europea hanno intensificato gli sforzi di cooperazione, rafforzando quello che è sempre stato considerato il lato debole della relazione Stati Uniti-Unione Europea-Giappone. Il nuovo EPA e la EU-Japan Connectivity Partnership sembrano però la svolta necessaria nelle relazioni tra le due potenze, che sembrano pronte a fronteggiare l’iniziativa cinese in Asia. L’elaborato vuole quindi mettere a confronto le diverse metodologie dei due attori in una nazione come il Vietnam, che potrebbe fornire un esempio per le future aree di cooperazione possibili tra le due potenze negli anni futuri.
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Pinna, Roberta <1985&gt. "Politiche migratorie in Europa: i casi di Francia, Gran Bretagna e Svezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4900.

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Abstract:
Il progetto di tesi verte sulla disamina delle politiche migratorie, d’integrazione e di asilo in Europa, con particolare approfondimento per quanto riguarda quelle di tre paesi quali Francia, Inghilterra e Svezia. La prima parte di questo lavoro mira a fornire un quadro generale di quello che sono le migrazioni internazionali in Europa a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, quando da continente prevalentemente fonte di emigranti divenne meta di migrazioni, fino ai giorni nostri. Saranno inoltre analizzate le politiche comunitarie in materia di immigrazione e il ruolo svolto dall’Unione Europea nell’influenzare gli orientamenti degli stati sulle politiche destinate a gestire le migrazioni e il loro impatto sulle società di accoglienza. In seguito, lo studio sarà focalizzato sulle tre nazioni Francia, Inghilterra e Svezia, attraverso l’analisi dei loro “modelli” di integrazione e in che modo è stato affrontato negli anni il fenomeno dell’immigrazione e dei richiedenti asilo. Infine attraverso la comparazione di questi tre differenti modelli, dei loro fallimenti e degli aspetti positivi, si cercherà di trarre delle conclusioni che possano portare a delle riflessioni costruttive e propositive sulle politiche d’immigrazione e d’integrazione. Nel rispetto delle diversità culturali è possibile lo sviluppo di un modello Europeo di reale inclusione che veda nell’immigrazione una risorsa e non un nemico da combattere.
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Santini, Paolo. "Valutazione di impatto sulla sicurezza stradale: esempi applicativi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3210/.

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Muccigrosso, Teo <1977&gt. "La valutazione degli effetti delle politiche di coesione dell'Unione europea sulla crescita regionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1997/1/MUCCIGROSSO_Teo_tesi.pdf.

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Abstract:
This PhD thesis aims at providing an evaluation of EU Cohesion policy impact on regional growth. It employs methodologies and data sources never before applied for this purpose. Main contributions to the literature concerning EU regional policy effectiveness have been extensively analysed. Moreover, having carried out an overview of the current literature on Cohesion Policy, we deduce that this work introduces innovative features in the field. The work enriches the current literature with regards to two aspects. The first aspect concerns the use of the instrument of Regression Discontinuity Design in order to examine the presence of a different outcome in terms of growth between Objectives 1 regions and non-Objective 1 regions at the cut-off point (75 percent of EU-15 GDP per capita in PPS) during the two programming periods, 1994-1999 and 2000-2006. The results confirm a significant difference higher than 0.5 percent per year between the two groups. The other empirical evaluation regards the study of a cross-section regression model based on the convergence theory that analyses the dependence relation between regional per capita growth and EU Cohesion policy expenditure in several fields of interventions. We have built a very fine dataset of spending variables (certified expenditure), using sources of data directly provided from the Regional Policy Directorate of the European Commission.
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Muccigrosso, Teo <1977&gt. "La valutazione degli effetti delle politiche di coesione dell'Unione europea sulla crescita regionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1997/.

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Abstract:
This PhD thesis aims at providing an evaluation of EU Cohesion policy impact on regional growth. It employs methodologies and data sources never before applied for this purpose. Main contributions to the literature concerning EU regional policy effectiveness have been extensively analysed. Moreover, having carried out an overview of the current literature on Cohesion Policy, we deduce that this work introduces innovative features in the field. The work enriches the current literature with regards to two aspects. The first aspect concerns the use of the instrument of Regression Discontinuity Design in order to examine the presence of a different outcome in terms of growth between Objectives 1 regions and non-Objective 1 regions at the cut-off point (75 percent of EU-15 GDP per capita in PPS) during the two programming periods, 1994-1999 and 2000-2006. The results confirm a significant difference higher than 0.5 percent per year between the two groups. The other empirical evaluation regards the study of a cross-section regression model based on the convergence theory that analyses the dependence relation between regional per capita growth and EU Cohesion policy expenditure in several fields of interventions. We have built a very fine dataset of spending variables (certified expenditure), using sources of data directly provided from the Regional Policy Directorate of the European Commission.
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Napolitano, Matteo Luigi. "Mussolini e la Conferenza di Locarno 1925 : il problema della sicurezza nella politica estera italiana /." Urbino : Montefeltro, 1996. http://books.google.com/books?id=HQs9AAAAMAAJ.

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GOBBATO, SARA. "I SERVIZI DI INTERESSE ECONOMICO GENERALE COME OBIETTIVO DELLE POLITICHE COMUNITARIE: IL CASO DEL MERCATO DELL'ENERGIA." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2006. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/13309.

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Blois, Luciano <1957&gt. "Ricerca e sviluppo di un sistema gerarchizzato di indicatori di sostenibilità ambientale applicabile alla valutazione di politiche, programmi e piani per lo sviluppo sostenibile delle attività di cava." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2004. http://amsdottorato.unibo.it/13/1/Luciano_Blois_2003.pdf.

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Blois, Luciano <1957&gt. "Ricerca e sviluppo di un sistema gerarchizzato di indicatori di sostenibilità ambientale applicabile alla valutazione di politiche, programmi e piani per lo sviluppo sostenibile delle attività di cava." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2004. http://amsdottorato.unibo.it/13/.

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Wilson, Adetunji Olugbemiga. "Il sistema agroalimentare in alcuni PECO di prossima integrazione nell'Unione Europea: tendenze, prospettive e politiche di sviluppo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2002. http://hdl.handle.net/10579/720.

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Abstract:
SCOPO: Valutare l'efficienza e la competitività del sistema agroalimentare dei PECO rispetto all'UE. METODOLOGIE : Analisi comparata qualitativa e quantitativa Lo studio sviluppa alcuni temi quali l'aspetto strutturale del settore agricolo analizzando la dinamica dei principali indicatori a fine di far emergere ruolo, carattere, prospettive e politica di sviluppo. Inoltre cerca di approfondire alcuni relazioni commerciali agro alimentari e la competitività di alcuni industrie agroalimentari. Si è cercato di stimare il grado di efficienza tramite l'analisi comparativa nei suoi aspetti qualitativi e quantitativi. Per l'aspetto qualitativo, si è utilizzato il Poter diamond approach definita dai fattori di competitività quali disponibilità di materia prima, manodopera, esperienza, infrastnittura, capitale, dimensione e crescita del mercato, industrie collegate e di sostegno, il grado di concentrazione, il coordinamento verticale. L'indicatore RTA, indice relativo rivelato dei vantaggi comparati commerciali permette di effettuare l'analisi quantitativa. RTA = RXA - RMP Gli indici RXA e RMP sono calcolati esclusivamente in base alle cifre delle esportazioni oppure delle importazioni e quindi si deve puntualizzare che gli indicatori misurano la competitività soltanto in funzione di dati di mercato osservati e possibilmente distorti. RISULTATI Le indagini sui paesi dell'Europa Centro-Orientale sono complicate da serie difficoltà nei reperimento dei dati. Sono tuttora in corso drastici cambiamenti in questi Paesi e quindi la mancanza di statistiche sistematiche relative a tutti i settori agroalimentari. Le maggiori problematiche si sono riscontrate nell'analisi dei dati quantitativi utilizzati relativi alle importazioni e esportazioni. Il giro di affare è probabilmente superiore nella realtà e quindi può avere un effetto rilevante sull'entità ed il segno degli indicatori commerciali. CONCLUSIONI La comparazione tra un sistema economico di mercato e uno in transizione economica mette in evidenza il diverso grado di sviluppo che caratterizza il sistema agro alimentari nelle due aree. La comparazione è utile in questa fase della pre-adesione per delineare entro certi limiti le ragioni di un maggior competitività di un sistema rispetto all'altro. I dati elaborati hanno confermato corrispondenza tra le conclusioni tratte dall'analisi quantitativa e quelle tratte dall'analisi qualitativa. Il confronto con la concorrente comunitaria rivela che questi fattori uniti alla forte pressione delle importazioni e la minor quota di mercato suggerirebbero che il sistema agro alimentare nei PECO è migliorato ma ancora poco competitivo. Essi hanno un vantaggio competitivo solo per il grado di disponibilità di fattori di produzione come la possibilità di accesso a materie primi più economiche ed a minor costo di manodopera. I principali punti di forza su cui il sistema agroalimentare dei PECO deve fare leva sono: un sistema di infrastnitture efficienti soprattutto trasporti e telecomunicazioni, l'accesso ad un costo relativamente basso del capitale, accelerazione della privatizzazione e della liberalizzazione del mercato, la dotazione di tecnologia di processo molto innovativa in grado di contribuire al contenimento dei costi di trasformazionee infine un quadro di stabilità politica ed economica. Si deve investire su personali qualificati e migliorare la qualità, l'igiene e la sicurezza dei prodotti. AIM: Evaluation of efficiency and competitiveness of agro-food system of the CEECs with respect to the EU. METHODS: Comparative quantitative and qualitative analysis The study develops the structural aspect of the agricultural sector analysing some principal economic indicators. Also thesis took into consideration some agro-food trade relationship and the competitiveness of some agro-food industries. The level of efficiency was estimated through the comparative analysis in its qualitative and quantitative aspects. The Poter diamond approach was used for the qualitative aspect while the indicator RTA, relative trade advantage permitted the analysis of the quantitative aspect. RTA = RXA - RMP. RESULTS The CEECs are still undergoing the trasitional period. This explains the difficulty in procuring systematic statistics relative to the agro-food sector. CONCLUSION Comparing the economic system of the European Union with the economic system of the CEECs shows the different level of development that characterize the agro-food systems in the two areas. This is very important in this phase of pre-adesion in that it explains the reason why a system is more efficient and competitive than the other. The confront with the EU revils the improvement of the CEECs but are still not competitive. They have to improve on infrastrcture such as transportation and telecommunication, accelerate privatizzation., contain the cost of transformation and improve on quality.
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ARANCI, MATTEO. "EFFETTIVITÀ DEL DIRITTO DELL¿UNIONE EUROPEA E POTERI SANZIONATORI: GLI OBBLIGHI DI CRIMINALIZZAZIONE COME STRUMENTO DI ENFORCEMENT DELLE POLITICHE SOVRANAZIONALI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/813683.

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Abstract:
The EU legal system can be considered a phénomène nouveau in the international setting. It has felt, since the time immediately following its foundation, the need to affirm its effectiveness and, over the years, the institutions – thanks to the decisive role played by the Court of Justice – have sought the tools able to ensure their policies the highest degree of enforcement. Among those tools, the affirmation of obligations to protect, at national level, the Community rights is of course included. The structural asymmetry that characterizes the European Union, endowed with regulatory powers but not equipped with its own administrative-judicial structure, requires Member States to de facto realize what EU law provides. Thus, each national system is called, considered the principle of sincere cooperation (Article 4, paragraph 3, TEU), to make their substantial and procedural means available for the implementation of the discipline emanating from the European Union, within the constraints of equivalence and effectiveness imposed by the Court of Justice. In order to make any legal system effective, it is necessary, in addition to its ability to protect citizens’ rights, that it can adopt preventive and repressive measures, so that it can avoid the risk of non-compliance with the rules deriving from it. Without the ability to impose sanctions, a legal system would be deprived of one of the essential tools to prove itself authentically effective. Within the broad genus labelled “sanctions” – which includes different types of measures – a prominent role has been attributed to criminal law, considered as a preventive and dissuasive tool. Since the Maastricht Treaty, the European Union has been given progressively more extensive powers in criminal matters, today enshrined by Article 83 TFEU. The second paragraph of this provision allows the institutions to adopt directives containing minimum rules concerning offences and sanctions when the approximation proves essential to ensure the effective implementation of a Union policy, already subject to harmonisation measures. This provision clearly shows the possibility to use criminalization as a tool to ensure better enforcement of the regulatory system adopted by supranational institutions. At present, only two directives have been adopted based on Article 83, paragraph 2, TFEU. The former, approved in 2014, concerns sanctions for market abuse; the latter, adopted in 2017, deals with the fight against fraud to the Union’s financial interests. These directives allow an initial analysis on the ability of criminal offences to ensure a deeper degree of effectiveness of the European legal system. The use of directives based on Article 83, paragraph 2, TFEU has been invoked in further areas: among these, the protection of the environment and competition. The objective, in this sense, consists in verifying the prospects for intervention by the European Union and investigating the effects that this could achieve.
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Mastropietro, E. "Ripensare l'immagine della città : politiche e pratiche di riqualificazione urbana in Europa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/69460.

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Abstract:
La ricerca, dal titolo "Ripensare l’immagine della città : politiche e pratiche di riqualificazione urbana in Europa", ha come obiettivo principale l’analisi di alcune problematiche relative ai processi di riqualificazione dello spazio urbano che interessano le città europee contemporanee. Il punto di partenza dell’analisi si concentra sulla constatazione di come la crisi del modello industriale tradizionale, abbia determinato un processo di trasformazione del tessuto fisico e del paesaggio delle città, a cui le amministrazioni pubbliche locali hanno dovuto rispondere promuovendo programmi ed interventi di riqualificazione urbana. Al centro dello studio condotto sui processi di rivalorizzazione di quelle che sono definite come "aree di crisi del tessuto urbano", si pone l’analisi del paesaggio, interpretato da una prospettiva sistemica e quindi inteso come la rappresentazione delle dinamiche territoriali. Tema centrale della ricerca è lo studio delle politiche e delle pratiche promosse dall’Unione Europea nell’ambito della progettazione e riqualificazione urbana, osservate come fattori di riorganizzazione delle città. Presupposto teorico che muove la ricerca in questo senso è la visione delle policy territoriali come fattori determinati nei processi di mutamento dello spazio costruito. Si è scelto, quindi, di indagare la problematica della riqualificazione urbana in Europa ponendo al centro dell’Indagine il Programma di Iniziativa Comunitaria Urban, che ha avuto nelle sue due edizioni (Urban I 1994-1999; Urban II 2000-2006) un’applicazione diffusa su tutto il territorio europeo e ha posto in evidenza una molteplicità di problematiche e di potenzialità proprie dei programmi di riqualificazione urbana. L’analisi è supportata con l’approfondimento di due casi di studio in Italia.
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Mazzaro, Michela <1986&gt. "Le politiche alimentari in Qatar: tutela di interessi nazionali o soluzioni a garanzia della sicurezza alimentare?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9311.

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Abstract:
L’idea di basare la mia tesi sulle politiche alimentari del Qatar nasce dalla volontà di unire l’attività di ricerca condotta durante la partecipazione al progetto di scambio internazionale Overseas presso la Qatar Faculty of Islamic Studies a Doha e il mio interesse per i temi legati all’alimentazione e allo sviluppo sostenibile. La domanda di ricerca della tesi è: quali sono le motivazioni alla base delle politiche attuate dal Qatar a garanzia della sicurezza alimentare? Le politiche alimentari sono un mezzo per emergere nella regione e a livello internazionale o, piuttosto, il Qatar vuole davvero garantire la sicurezza alimentare? Fattori quali scarsità d’acqua e di terre coltivabili e condizioni climatiche non adatte all’agricoltura rendono il Qatar dipendente dalle importazioni alimentari in maniera significativa, quindi esposto ad una serie di rischi che lo rendono parzialmente insicuro dal punto di vista alimentare. In seguito alle impennate dei prezzi dei beni alimentari registrate durante la crisi globale del 2007/2008, il Qatar ha deciso di adottare delle politiche alimentari mirate a garantire la sicurezza alimentare nazionale che prevedono l’aumento della produzione agricola domestica, la riforma del mercato alimentare interno, la realizzazione di riserve alimentari, l’aumento degli investimenti agricoli all’estero. I progetti adottati sono finanziati dalle consistenti entrate derivanti dall’industria degli idrocarburi e realizzati principalmente attraverso l’azione di attori pubblici. Tuttavia una sezione della tesi analizzerà quali progetti sono stati effettivamente realizzati e quali solamente annunciati.
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DE, FEUDIS ELISABETTA. "DISPERSIONE SCOLASTICA: POLITICA EUROPEA E CONTESTI NAZIONALI. LE POLITICHE PUBBLICHE DI ITALIA, FRANCIA E SPAGNA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19575.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca analizza il fenomeno della dispersione scolastica come oggetto del policy making di stati e regioni: in particolare e in chiave comparata si analizzano le politiche di tre Stati membri, Italia, Francia e Spagna e di due regioni per ognuno di essi, la Regione Lombardia, la Regione Puglia; la Région Aquitaine, la Région Rhone-Alpes, la Comunidad de Andalucía e la Comunidad de Madrid. Pur condividendo i tratti fondamentali del sistema di istruzione europeo meridionale, esse sono caratterizzate da un diverso sistema di attribuzione delle competenze legislative e amministrative in materia di istruzione ed un differente grado di decentramento in relazione all’applicazione delle policy di contrasto alla dispersione scolastica, degli strumenti implementati e dei risultati raggiunti. A partire dall’analisi dei documenti europei Strategia di Lisbona ET2010 e Strategia Europa ET2020 , il presente lavoro si concentra sul secondo dei due documenti e su uno dei cinque obiettivi indicati, ovvero la riduzione al 10% del tasso di dispersione scolastica per i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Si fa riferimento al periodo di tempo compreso tra l’anno scolastico 2008-2009 e il 2015-2016, ovvero tra la fine della Strategia di Lisbona, rilanciata a seguito della grave crisi del 2008 per il triennio 2008-2010, la nuova fase decennale delle politiche comunitarie avviata con la Strategia Europa 2020, gli ultimi due cicli di programmazione comunitaria, mediante i fondi strutturali 2007-2013 e 2014-2020 e il biennio 2013-2015, quando i tre Stati considerati avviano, sia pur in modo molto diverso delle riforme del sistema scolastico.
The present work analyses the phenomenon of school dropout and the policy making of states and regions: particularly and in a comparative key, the policies of three Member States, Italy, France and Spain, involved with different reforms of the school system, and two regions for each of them, Lombardy Region, Puglia Region; Aquitaine Region, Rhone-Alpes Region, Andalucia Region and Region of Madrid. Starting from the analysis of European documents ET2010 Lisbon Strategy and ET2020 Europe Strategy, this work focuses on the second of the two documents and one of the five objectives indicated, especially the 10% reduction in the school dropout rate for young people aged between 18 and 24 years. Reference is made to the time period between the academic year 2008-2009 and 2015-2016, between the end of the Lisbon Strategy, the new ten-year phase of the Community policies launched with the Europe 2020 Strategy.
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DE, FEUDIS ELISABETTA. "DISPERSIONE SCOLASTICA: POLITICA EUROPEA E CONTESTI NAZIONALI. LE POLITICHE PUBBLICHE DI ITALIA, FRANCIA E SPAGNA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/19575.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca analizza il fenomeno della dispersione scolastica come oggetto del policy making di stati e regioni: in particolare e in chiave comparata si analizzano le politiche di tre Stati membri, Italia, Francia e Spagna e di due regioni per ognuno di essi, la Regione Lombardia, la Regione Puglia; la Région Aquitaine, la Région Rhone-Alpes, la Comunidad de Andalucía e la Comunidad de Madrid. Pur condividendo i tratti fondamentali del sistema di istruzione europeo meridionale, esse sono caratterizzate da un diverso sistema di attribuzione delle competenze legislative e amministrative in materia di istruzione ed un differente grado di decentramento in relazione all’applicazione delle policy di contrasto alla dispersione scolastica, degli strumenti implementati e dei risultati raggiunti. A partire dall’analisi dei documenti europei Strategia di Lisbona ET2010 e Strategia Europa ET2020 , il presente lavoro si concentra sul secondo dei due documenti e su uno dei cinque obiettivi indicati, ovvero la riduzione al 10% del tasso di dispersione scolastica per i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Si fa riferimento al periodo di tempo compreso tra l’anno scolastico 2008-2009 e il 2015-2016, ovvero tra la fine della Strategia di Lisbona, rilanciata a seguito della grave crisi del 2008 per il triennio 2008-2010, la nuova fase decennale delle politiche comunitarie avviata con la Strategia Europa 2020, gli ultimi due cicli di programmazione comunitaria, mediante i fondi strutturali 2007-2013 e 2014-2020 e il biennio 2013-2015, quando i tre Stati considerati avviano, sia pur in modo molto diverso delle riforme del sistema scolastico.
The present work analyses the phenomenon of school dropout and the policy making of states and regions: particularly and in a comparative key, the policies of three Member States, Italy, France and Spain, involved with different reforms of the school system, and two regions for each of them, Lombardy Region, Puglia Region; Aquitaine Region, Rhone-Alpes Region, Andalucia Region and Region of Madrid. Starting from the analysis of European documents ET2010 Lisbon Strategy and ET2020 Europe Strategy, this work focuses on the second of the two documents and one of the five objectives indicated, especially the 10% reduction in the school dropout rate for young people aged between 18 and 24 years. Reference is made to the time period between the academic year 2008-2009 and 2015-2016, between the end of the Lisbon Strategy, the new ten-year phase of the Community policies launched with the Europe 2020 Strategy.
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Barrella, Giovanni. "Percorsi di analisi delle politiche giovanili. Dal livello europeo a quello locale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1419.

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Abstract:
2011 - 2012
La dissertazione analizza l’interconnessione tra i livelli europeo, nazionale, regionale e locale nella definizione e implementazione delle politiche giovanili, col fine di comprenderne le prospettive teoriche che le sottendono, i modelli adottati, i contenuti, gli strumenti e le forme organizzative. Comparando le normative, i documenti e la letteratura avente ad oggetto i giovani e le politiche giovanili, la ricerca si propone di chiarire l’impianto delle youth policies promosso dalle istituzioni e dalle organizzazioni della società civile, che, con differenti competenze, interessi, responsabilità amministrative, interpretazioni e modelli di cooperazione si collocano nella governance europea. [a cura dell’autore]
XI n.s.
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Tomasi, L. "La tutela comunitaria della vita familiare tra mercato interno e spazio di libertà, sicurezza e giustizia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/52020.

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Abstract:
The thesis inquires into the features of EC regulation of family relationships. Respect for family life is a fundamental right recognised by the European Union. Protection of family life arises as a spill-over effect of EC free movement, immigration and sex equality law. It also constitutes an object of EC private international law. Legislation and case-law demonstrate the emergence of a principle of respect throughout the Member States of the European citizens personal and family status as a condition for effective free movement. Such a principle may prevent the application of national laws denying recognition of a family status acquired in another Member State. However, the recognition of status may be inhibited by the necessity to protect general interests of the Member States, whose legitimacy is to be assessed by the European Court of Justice. The principle of recognition of status also deserves a role within the enactment of EC private international law in family matters under art. 65 EC. In conclusion, EC action in family matters is aimed at promoting mutual recognition of family status between the Member States, rather than at harmonising family laws
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AMODIO, TERESA. "VERSO UNA "NUOVA" GEOPOLITICA DEL MEDITERRANEO. ITALIA E UNIONE EUROPEA DI FRONTE A GLOBALIZZAZIONE E REGIONALIZZAZIONE DEI PROCESSI GEOPOLITICI E GEOECONOMICI DELLA REGIONE MEDITERRANEA." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 1999. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12462.

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QUARANTA, Laura. "Gli studi sul nazionalismo di Benedict Anderson e la natura dell'Unione Europea." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2019. http://hdl.handle.net/11695/91211.

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Abstract:
«Devo essere l'unico a scrivere sul nazionalismo che non la pensa male… Penso davvero che il nazionalismo possa essere attraente. Mi piacciono i suoi elementi utopici». A pronunciare queste parole è stato un marxista “anomalo”, uno tra gli storici più autorevoli nel mondo della scienza politica e negli studi accademici sul nazionalismo: Benedict Anderson, meritevole di aver coniato il concetto di nazioni come "comunità immaginate” nel libro omonimo Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi (1983). La capacità di questo autore cosmopolita è stata l’aver indagato i meccanismi “segreti" del sentimento nazionale, quelli su cui nessuno studioso si era soffermato attentamente prima. Egli infatti, fornendo un contributo fondamentale alla ricerca sul nazionalismo moderno, è riuscito ad esplorare la "microfisica" del sentimento di appartenenza nazionale, i suoi linguaggi, la sua genesi e la sua diffusione in ambiti culturali anche diversissimi tra loro, individuando le radici del nazionalismo e delle attuali strutture nazionali non tanto nella teoria e nella prassi politica e parlamentare, quanto negli atteggiamenti e nelle pratiche condivise dagli abitanti di tale comunità. Vestendo i panni dell’antropologo, lo storico anglo-irlandese è riuscito a sviluppare una visione rivoluzionaria della questione: il rinnovamento stava nel vedere la nazione come un puro prodotto culturale, vale a dire come il frutto di una costruzione artificiosa, funzionale a precise esigenze politiche ed economiche. Il nazionalismo, pertanto, non deve essere considerato né una patologia né un’ideologia della storia moderna: Anderson lo analizzò come fenomeno paragonabile non al fascismo o al liberismo ma alle categorie antropologiche della religione e della parentela, cioè a quei complessi sistemi di credenze che danno un’impronta sostanziale alle azioni della vita quotidiana. Da qui, propose una definizione illuminante di Nazione: è una comunità politica immaginata e peraltro diversa da altre comunità immaginate che l’hanno preceduta – la comunità religiosa e lo stato dinastico. In particolare, è immaginata come intrinsecamente limitata e insieme sovrana: immaginata, in quanto gli abitanti della più piccola nazione non conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, eppure nella mente di ognuno vive l’immagine del loro essere comunità; limitata, perché è sempre immaginata con dei confini, al di là dei quali vi sono altre nazioni; sovrana, in quanto l’idea di nazione porta in sé gli ideali illuministi della autonomia e della libertà; infine è comunità poiché, malgrado le disuguaglianze e gli sfruttamenti che avvengono al suo interno, viene vissuta sempre in un clima affettivo informato da un "profondo e orizzontale cameratismo”. L’impostazione dello storico risulta stimolante di fronte ai problemi attuali e contribuisce ad un esito preciso, ovvero quello di spiazzare, scuotere l'orgogliosa sicurezza con cui spesso ingenuamente si discute di stato nazionale e di nazionalismo. Recuperando la connotazione più neutrale di questi termini, Anderson non solo mette in guardia dal consegnare il fenomeno nazionale alla pattumiera della storia, ma aiuta a comprendere la ragione d’esistere della nazione stessa. Gli studi da lui portati avanti rappresentano così uno spunto per tentare di rispondere ad un interrogativo finale: può un modello istituzionale come l’Unione Europea trovare una strada per creare un sentimento di appartenenza tra i suoi abitanti?
What is a nation? What is the main drive of a national state? Over the last two hundred years, millions of people have died but most of all have died for the name of their country. What has allowed this? And today, what position does nationalism have within the European Union? From the various answers on this subject, one of note is elaborated by the American historian, Benedict Anderson. In his most famous book “Imagined Communities: Reflections on the Origin and Spread of Nationalism”, Anderson investigates deeply one’s feelings regarding national belonging, their culture, their roots and their diffusion in different cultural settings, revealing the roots of nationalism and the actual national structure, not in their political and parliamentary practice, but more so within the shared practices of inhabitants and their communities. Therefore, similar to an anthropologist, he develops a revolutionary vision in his description: the renewal is in viewing the nation as a cultural product; that is an artificial construction. He proposes a new definition of the nation: “a political imagined community” and imagined as sovereign and limited. It is imagined in such that the inhabitants of the most smallest nation will never know all their compatriots, however each person feels part of a community; a nation is limited because it is seen surrounded by borders, beyond these limits there are other nations; sovereign for the fact that the idea of a nation is inspired by Enlightenment ideas of independence and liberty; finally, it is a community because it is lived within an affectionate environment, despite differences, inequalities and exploitation. On the last ten years Benedict Anderson has had a great influence within the study of individual relationships, societies and national organization. Following the birth of European Union , combined with globalization and the union of the European market, the national identities has gone into crisis. Considering the all above points, my research intends to develop a reflection on the national identity in the contemporary societies, evaluating the theoretical elements in general, and also the actual political and cultural debate within the European Union.
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Santonocito, Ivana Maria Letizia. "Il New Federalism ed Il Processo di Integrazione Europea- Compound Democracies a confronto." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/925.

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Abstract:
Since the beginning of the United States of America, there has been an enduring debate over the roles of the different levels of government due to the fact that a federation is a compound republic and must preserve its main principle, the balance of power, between the federal government and the member states. At least through the first hundred and seventy years of the American republic, the balance of power remained in the hands of the state and local officials, those closest to the people, but during national crises, the balance of power swung to the federal government. Beginning with the era of Great Depression, however, the power swung far to the left. The conservative answer that rose since President Nixon was to reduce the size of the federal government in order to empower state and local governments, to encourage competition among states, since a country cannot prosper when success and failure is determined by the federal government, and to restore federalism. The main idea that comes up is that the federal government must enact means to make states more accountable and to encourage citizen participation in the decision-making process. As Ellers said: «Government can do only so much. The rest is up to us». Beside the rise of a new federalism in the political agenda a new judicial federalism arose. Starting from 1990s the Supreme Court started limiting the federal powers through judicial review, declaring unconstitutional many Congress statutes, striking down some of its own previous judgments and restoring some of the powers states had before Roosevelt s New Deal. Despite many scholars have criticized the increased power of the Court, I assume that the Supreme Court has acted, in accordance to the independence of its office, to enact the concept of Federalism, in the respect of the Constitutional boundaries and of individual Liberty. I assume that the experience of New Federalism, in its main aspects, the renewed role of the Supreme Court in re-establishing the balance of powers and in strengthening the compound democracy, is a useful example for the UE compound democracy to look at. Nevertheless, since that compoundness is due to the centrality of the Constitution, we cannot assume that it constitutes for the UE a model to follow.
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CAVALLERI, FEDERICO. "Pafos2017: Etnografia di una Capitale Europea della Cultura. Antropologia delle politiche urbane e culturali nella Cipro greca." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241063.

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Abstract:
Questa tesi analizza da un punto di vista antropologico l’istituzione della Capitale Europea della Cultura a partire del caso etnografico di Pafos2017, una piccola cittadina nella costa sud-occidentale della Repubblica di Cipro. La ricerca accoglie la proposta dell’anthropology of policy e cerca di portare alla luce il discorso autolegittimante dell’istituzione e le sue pratiche di soggettivazione. In particolare, l’analisi è interessata al punto di vista dei personaggi maggiormente coinvolti nella manifestazione (burocrati, artisti, politici, volontari etc.), intesi come punto di contatto tra la dimensione europea e quella locale della manifestazione. La parola “città” è individuata come uno degli snodi fondamentali del discorso dell’istituzione riguardo il proprio agire, nonché come la nota saliente della rappresentazione di sé da parte degli abitanti di Pafos, che si definiscono una non-città. Da questo punto di vista, quindi, Pafos2017 è uno strumento per fare di Pafos una città vera e propria, il suo progetto è così descritto come una (ri)generazione urbana. L’atto di trasformazione della città di Pafos si inserisce nel contesto post-coloniale dell’isola, con l’obiettivo di riscattare la città dagli effetti dell’egemonia europea che relega Pafos in una situazione di marginalità ed arretratezza, al termine di una catena di rapporti di subalternità. Questa posizione priva la comunità locale della possibilità di determinare la propria identità e la costringe a portare continue prove del proprio status di moderna. Diventare una città e diventare moderni sono due affermazioni che vengono a coincidere. In seguito, viene analizzato il modello che ispira l’azione della policy, riassunto nell’idea della città creativa; essa svolge sia il ruolo di categoria d’interpretazione della realtà che di modello di sviluppo per le politiche urbane di Pafos. La costruzione di una nuova città, quindi, passa attraverso un utilizzo strumentale della cultura per agire sulla percezione degli spazi e sull’identità dei suoi abitanti. Da una parte, vengono analizzate le pratiche di placemaking, rivolte ai luoghi della città, in modo da modificare la relazione che essi intrattengono con la cittadinanza e con l’imago di sé che la città offre all’esterno. Attraverso il caso del rinnovamento del quartiere del Moutallos, inoltre, viene mostrato come Pafos2017 riscriva la relazione del luogo con la memoria del conflitto etnico e la divisione dell’isola del 1974; nel nome dell’economia creativa, il passato è trasformato da terreno di scontro tra due narrazioni nazionaliste a una riserva di diversità culturale da sfruttare per la produzione di manufatti creativi. Allo stesso modo, viene mostrato il progetto polito-poietico del programma culturale dell’ECoC, volto a trasformare gli abitanti di Pafos in cittadini veri e propri. Questo processo è descritto attraverso la formula dell’“aprire loro le menti” e si configura come la rimozione di barriere culturali che impediscono o rallentano il loro contagio da parte della modernità che proviene dall’esterno. Quindi, Pafos inserisce gli abitanti di Pafos in processi di soggettivazione che fanno di loro dei consumatori culturali, in modo da sostenere il nascente mercato creativo locale e realizzare il suo obiettivo. Infine, si inserisce Pafos2017 all’interno del panorama più ampio delle politiche culturali europee. In questo modo si mette in evidenza la sua azione al fine di creare uno spazio culturale europeo, retto dalla logica della unity in diversity. Questa nuova logica identitaria si oppone a quella nazionalista; la differenza interna viene reinterpretata come una ricchezza piuttosto che una debolezza e viene anzi valorizzata. Da questo punto di vista, i discorsi riguardo l’europeizzazione e la polito-poiesi tornano a coincidere, diventando strumenti per la creazione di una comunità semiotica europea.
The thesis analyses the institution of the European Capital of Culture from an anthropological perspective on the basis of the ethnographical inquiry of Pafos, a small town in the south-west coast of Cyprus, that held the title during 2017. The research embraces the suggestion of the anthropology of policy; so that It intends to discover and highlight the self-legitimation discourse of the institution and its subjectivation practices. Though, the analysis focus on the point of view of the insiders of the institutions and the people related to it (bureaucrats, artists, politicians, volunteers etc.) who act as a connection between the local and European dimension of the event. The word “city” has been pinpointed as one of the major symbolic knots in the discourse of the institution, through which it describes its action and mission; in addition, it is a critical point of the self-representation of the pafians who think about their own town as a quasi-city. Therefore, we can say Pafos2017 acts specifically to turn Pafos into a proper city, so its project is told as an urban (re)generation. The transforming of Pafos play an important role into the post-colonial situation of the island. The European hegemony that affect Cypriot society, in fact put Pafos at the very last position of a chain of hegemony and subalternity relationships. This situation prevents the Pafos community from the possession of their own identity, exposing them to ne necessity of continuous confirmation of their status of modern. So, the ECoC’s goal is to redeem the city from the marginality in which it has fallen through modernization. Therefore, the model that give shape to the policy’s action is analysed. It is the one of the creative city, that serves both as category to understand the reality and as a model for the development of the Pafso2017 urban policy. The making of a new and proper city then it requires culture as a tool for impacting the perception of places and on the identity of the pafians. At first, the research analyses the placemaking practices towards the spaces of the town, that aim to change the relationship they’re having both with the citizens and the city’s imago that is being provided to the outside. The thesis shoes how Pafos2017 reshapes the relationship between spaces and the memories of the interethnic war and the partition of the island through the analysis of the renovation of the neighbourhood of the Moutallos. The history has been turned from the ground of a struggle between two opposite nationalistic narratives to a supply of cultural diversity to produce creative artefacts. At the same time, the work shows the artistic program’s polito-poietic project, that aim to turn the Pafos inhabitants into proper citizens. This process is described through the expression of “opening their minds” and consists in the removal of all the obstacles that are preventing or postponing modernity, that comes from outside, to reach Cyprus and Pafos. So, Pafos2017 makes the pafians pass through a subjectivation process that turns them into cultural consumers, in order to carry out its goal. At last, Pafos2017 is understand as part of the wider program of the EU cultural policies. Therefore, it could highlight its role in creating an European cultural space, based on the logic of “unity in diversity”. This new identity structure challenges the national one, indeed it looks at internal differences as assets for the community instead of weaknesses. From this perspective, the discourses about Europeanization and polito-poiesis can correspond to each other and becomes tool for the creation of an European semiotic community.
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Birolo, Linda. "Proposta di un metodo per l'auto-valutazione dei Gruppi di Azione Locale (GAL) e dell'approccio leader nelle politiche di sviluppo regionale e rurale dell'unione europea." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423589.

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Abstract:
In the context of multi-level governance, the commitment to ensure effective and efficient management of resources for implementation of regional development and cohesion policies should involve all stakeholders at various tiers of decision making, from local public administrators to final beneficiaries. Making all aware of accurate control and greater transparency in the use of public resources, can help create a climate of trust between the administrators and citizens; reduce the bureaucratic burdens and give greater credibility to the results of public interventions. In this regard at local level, it is increasingly the need for assessment tools that provide decision-makers with better and more useful information also on projects of limited scale and activities concerning confined. Where it is possible through the involvement of the local population and all public and private bodies that are affected by territorial interventions. The Local Action Groups (LAGs) of the european initiative LEADER for the rural areas development have always been an active part in promoting the culture of cooperation and coordination and the empowerment of all economic and social components of a community to assess the outcome by EU structural founds' measures. This research aims to develop an operational tool to self-assessment by public-private partnerships (LAGs type) which allows them to control their strengths, their areas for improvement and the degree of satisfaction of stakeholders. The methodology developed in collaboration with GALs and other related subjects is intended to be simple and sustainable, in terms of human and financial resources so it ensures that good practices of self-control are incorporated in the daily activities of these organizations. The self-assessment system is oriented to a regular monitoring of the organization management with respect to seven key principles of "good governance": g-local sustainable development, effectiveness, efficiency, participation, transparency, accountability and capacity. Such checking can use a limited number of indicators that are flexible and according to needs, can be further refined independently by the organization itself. This system has been tested with LAG direct/indirect operators at Flanders (Belgium), Umbria and Veneto Regions. Self-assessment can help a single organization and its related bodies to approach the complexity of reality and to make appropriate use of increasingly limited resources. A constant and accurate analysis of information promotes knowledge and learning both inside and outside of the organization through the sharing of best practice and continuous dialogue with the various stakeholders. This instrument allow LAGs to measure the results achieved in local development for the loans obtained, also in relation to the expectations of the public and beneficiaries. In addition, these data of regular monitoring and internal control, are the first step in order to provide better information at local context, more readily understandable to citizens and more useful to take political decisions at various tiers of government. Future research could be directed to take up the challenge of identifying the desired values to associate with each indicator that we designed in order to elaborate quantitative or qualitative judgments from measures observed during the self-assessment
In un contesto di multi-level governance, l'impegno per assicurare una gestione efficace ed efficiente delle risorse destinate alla attuazione delle politiche per lo sviluppo e la coesione dei territori deve coinvolgere tutti gli attori, ai vari livelli decisionali, fino agli amministratori pubblici locali e ai beneficiari finali. Una generale sensibilizzazione verso un controllo accurato e una maggiore trasparenza dell'uso delle risorse pubbliche, può contribuire a creare un clima di fiducia tra gli amministratori e i cittadini, riducendo le barriere burocratiche e dando maggiore credibilità  ai risultati degli interventi pubblici. A tal proposito nei contesti locali, emerge sempre più la necessità  di disporre di strumenti di valutazione che forniscano informazioni più adeguate e più utili ai decisori anche su progetti di limitate dimensioni o degli interventi che riguardano aree circoscritte anche attraverso un coinvolgimento diretto, ove possibile, della popolazione locale e di tutti i soggetti pubblici e privati che sono in qualche modo "interessati". I Gruppi di Azione Locale (GAL) dei programmi europei LEADER per lo sviluppo delle aree rurali sono da sempre parte attiva nel promuovere la cultura della cooperazione e del coordinamento e la responsabilizzazione di tutte le componenti economiche e sociali di una comunità  per una valutazione dell'esito degli interventi locali finanziati dai fondi strutturali europei. Questa ricerca si propone di elaborare uno strumento operativo di autodiagnosi a disposizione di partnership pubblico/private locali, del tipo dei GAL, che consenta loro di tenere sotto controllo i punti di forza, gli aspetti da migliorare nonché il grado di soddisfazione dei loro interlocutori nel territorio. La metodologia sviluppata in collaborazione con i GAL e altri soggetti ad essi afferenti vuole essere semplice e sostenibile, in termini di risorse umane e finanziarie, per far si che buone pratiche di autocontrollo siano incorporate nelle attività  quotidiane di queste organizzazioni. Il sistema di autovalutazione predisposto consiste in un un regolare monitoraggio delle modalità  di gestione di un'organizzazione rispetto a 7 principi chiave di "buona governance": sviluppo sostenibile g-locale; efficacia, efficienza; partecipazione, trasparenza, responsabilità  e capacità. Per tale verifica sono utilizzabili un numero limitato di indicatori flessibili che possono essere ulteriormente perfezionati in modo autonomo dalla organizzazione stessa, secondo le proprie esigenze. Tale dispositivo è stato perfezionato e testato con degli operatori diretti o indiretti di GAL delle Regioni delle Fiandre (Belgio), Umbria e Veneto. L'Auto-valutazione può aiutare una singola organizzazione e i soggetti che con essa si relazionano ad avvicinarsi alla complessità  della realtà  e a utilizzare in modo appropriato risorse sempre più limitate. Una costante e puntuale analisi delle informazioni favorisce la conoscenza e l'apprendimento sia all'interno della organizzazione che all'esterno attraverso la condivisione di procedure e il continuo confronto con i diversi soggetti. Tale strumento consentirebbe ai GAL di misurare i risultati raggiunti nello sviluppo locale a fronte dei finanziamenti ottenuti, in relazione anche alle aspettative della popolazione e dei beneficiari. Inoltre queste misure di regolare monitoraggio e controllo interno, sono il primo passo per disporre di informazioni più adeguate ai contesti locali, più immediatamente comprensibili ai cittadini e più utili a prendere le decisioni politiche ai vari livelli di governo. Ricerche future potrebbero essere indirizzate a cogliere la sfida di individuare i valori desiderati associabili a ciascun indicatore del set da noi predisposto che consentano di pervenire a dei giudizi di valore quantitativo o qualitativo delle misure osservate nel corso dell'autovalutazione
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LA, PORTA BEATRICE. "NOVEL FOOD: LA NORMATIVA DELL'UNIONE EUROPEA TRA SICUREZZA ALIMENTARE, SFIDE DELLA TECNICA E TUTELA DELL'AFFIDAMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/57797.

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Abstract:
La produzione normativa degli ultimi decenni in campo alimentare permette di evidenziare come sussista una sempre crescente attenzione verso la scienza da parte del diritto e la costante tendenza della dottrina a ripensare, alla luce delle evoluzioni registrate, il legame esistente tra ambiti distinti ma legati tra loro in modo indissolubile. In una globale progressione della sensibilità del legislatore europeo verso le esigenze di garanzia del corretto funzionamento del mercato nonché di una crescente tutela del consumatore e della sua sicurezza, la normativa in materia di nuovi alimenti ha cercato di trovare un equilibrio tra la spinta innovatrice che, da anni, interessa l’intero settore alimentare e le plurime necessità di operatori e consumatori che richiedono prodotti dalle caratteristiche sempre più definite e idonee a soddisfare un ampio ventaglio di preferenze. Assumendo che “la capacità della tecnica è la potenza effettiva di realizzare indefinitamente scopi e di soddisfare indefinitamente bisogni” ben si comprende come quello dei novel food risulti essere un caso paradigmatico di incontro tra scienza, bisogni del mercato e regole giuridiche e come si sia esteso l’interesse sul tema, portando a porre interrogativi sempre più complessi anche in relazione alle modalità di regolamentazione delle novità in campo scientifico.
The last decades' lawmaking in the food field highlights the increasing attention towards science and got lawyers rethinking about the link existing between law and science. In a progression of the European legislator's sensitivity to guarantee the market as well as the food consumers and their safety, the EU legislation on novel foods has tried to balance food innovation and the multiple needs of operators and consumers who require products with increasingly more defined characteristics and suitable to satisfy a wide range of preferences. If "the capacity of the technique is the effective power to achieve goals and to satisfy needs indefinitely" is easy to understand how the novel food turns out to be a paradigmatic case of an encounter between science, market needs and juridical rules. Furthermore, the increasing interest in the food sector raises the question of which methods of regulation of scientific innovations apply.
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LA, PORTA BEATRICE. "NOVEL FOOD: LA NORMATIVA DELL'UNIONE EUROPEA TRA SICUREZZA ALIMENTARE, SFIDE DELLA TECNICA E TUTELA DELL'AFFIDAMENTO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/57797.

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Abstract:
La produzione normativa degli ultimi decenni in campo alimentare permette di evidenziare come sussista una sempre crescente attenzione verso la scienza da parte del diritto e la costante tendenza della dottrina a ripensare, alla luce delle evoluzioni registrate, il legame esistente tra ambiti distinti ma legati tra loro in modo indissolubile. In una globale progressione della sensibilità del legislatore europeo verso le esigenze di garanzia del corretto funzionamento del mercato nonché di una crescente tutela del consumatore e della sua sicurezza, la normativa in materia di nuovi alimenti ha cercato di trovare un equilibrio tra la spinta innovatrice che, da anni, interessa l’intero settore alimentare e le plurime necessità di operatori e consumatori che richiedono prodotti dalle caratteristiche sempre più definite e idonee a soddisfare un ampio ventaglio di preferenze. Assumendo che “la capacità della tecnica è la potenza effettiva di realizzare indefinitamente scopi e di soddisfare indefinitamente bisogni” ben si comprende come quello dei novel food risulti essere un caso paradigmatico di incontro tra scienza, bisogni del mercato e regole giuridiche e come si sia esteso l’interesse sul tema, portando a porre interrogativi sempre più complessi anche in relazione alle modalità di regolamentazione delle novità in campo scientifico.
The last decades' lawmaking in the food field highlights the increasing attention towards science and got lawyers rethinking about the link existing between law and science. In a progression of the European legislator's sensitivity to guarantee the market as well as the food consumers and their safety, the EU legislation on novel foods has tried to balance food innovation and the multiple needs of operators and consumers who require products with increasingly more defined characteristics and suitable to satisfy a wide range of preferences. If "the capacity of the technique is the effective power to achieve goals and to satisfy needs indefinitely" is easy to understand how the novel food turns out to be a paradigmatic case of an encounter between science, market needs and juridical rules. Furthermore, the increasing interest in the food sector raises the question of which methods of regulation of scientific innovations apply.
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Reatti, Sofia <1988&gt. "Riconfigurare i legami sociali tra appartenenza e partecipazione: una sfida per nuove politiche di sicurezza urbana. Analisi di alcune esperienze in Italia e in Spagna." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9013/1/Tesi_PhD_Sofia_Reatti.pdf.

Full text
Abstract:
Cosa significa essere protetti? Vivere in un ambiente costantemente vigilato, oppure sentirsi ascoltati da parte delle istituzioni? Sorvegliare il territorio coadiuvando le forze dell’ordine o essere partecipi e coinvolti nelle fasi di progettazione di politiche di sicurezza? L’oggetto dello studio che si è scelto di condurre è costituito dal coinvolgimento e dalla partecipazione attiva della cittadinanza intesi come ulteriori elementi per un efficace sviluppo e implementazione di interventi innovativi in materia di politiche di sicurezza urbana. In particolare l’obiettivo è stato quello di verificare se e in che modo i legami sociali impattino sul sentimento di sicurezza percepita e che ruolo hanno o potrebbero avere nella progettazione delle politiche di sicurezza. L’ambito di riferimento è quindi quello delle politiche di prevenzione comunitaria. Per sviluppare il progetto si sono prese in esame la realtà italiana e quella spagnola e si sono analizzate, utilizzando una metodologia di ricerca integrata qualitativa e quantitativa, le forme di partecipazione alla sicurezza realizzate attraverso il controllo di vicinato, la polizia di prossimità e la mediazione di polizia.
What does it mean to be protected? To live in a constantly monitored space, or feeling heard by the institutions? Supervise the neighborhood or be involved in the design of security policies? The study analyze citizen’s active participation as a further element for an effective implementation of urban safety policies. The goal is to understand if and how social ties influence on perceived safety and what role they may have in the design and development of security policies. The reference framework is therefore to community prevention policies. In order to develop the project I used a mixed qualitative and quantitative methodology research in order to analyze citizen’s active participation through neighborhood watch, community policing and police mediation in the italian and spanish context.
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