Academic literature on the topic 'Politica di sviluppo'

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Journal articles on the topic "Politica di sviluppo"

1

Pasquino, Gianfranco. "TRENT'ANNI DI SCIENZA POLITICA: TEMI E LIBRI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no. 1 (April 2001): 5–29. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029531.

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Abstract:
Introduzione Qualsiasi bilancio è sempre problematico, soprattutto quando è il bilancio di una disciplina nella quale la ricerca continua e per la quale gli oggetti cambiano anche grazie alla ricerca, alle risultanze, agli interventi che ne derivano. Tuttavia, esistono occasioni nelle quali la necessità di un bilancio si impone. Trent'anni di vita, per una rivista accademica, non sono pochi. Meritano di essere analizzati e collocati nel più ampio territorio della scienza politica. Il primo fascicolo della «Rivista Italiana di Scienza Politica» fu pubblicato nell'aprile del 1971. Dal punto di vista della nascita e della professionalizzazione della scienza politica in Italia, la nascita della Risp costituì il logico sviluppo dell'attività di un piccolo gruppo di studiosi che pochi mesi prima sotto la guida di Giovanni Sartori aveva collaborato alla Antologia di Scienza Politica con sezioni curate nell'ordine da Giuliano Urbani (Metodi, approcci e teorie); Stefano Passigli (Potere ed élites politiche); Giacomo Sani (Cultura politica e comportamento politico); Domenico Fisichella (Partiti politici e gruppi di pressione); Vittorio Mortara (La pubblica amministrazione) e Gianfranco Pasquino (Lo sviluppo politico). Quanto alla Rivista, quel primo fascicolo era deliberatamente e opportunamente dedicato alla politica comparata per segnalare l'importanza di quella prospettiva e del metodo che vi era sotteso. Sulla comparazione conteneva articoli di Sartori, La politica comparata: premesse e problemi, di Arend Lijphart, Il metodo della comparazione e di George J. Graham Jr., Consenso e opposizione: una tipologia, conteneva anche un articolo di Fisichella, Conseguenze politiche della legge elettorale regionale in Italia e uno di Pasquino, Le crisi di sviluppo nell'esperienza giapponese. In entrambi i casi, quegli articoli erano la prosecuzione di un interesse scientifico che si era già tradotto nella pubblicazione di due volumi, rispettivamente Fisichella (1970, e poi 1982) e Pasquino (1970). Tuttavia, mentre nel caso dei sistemi elettorali stava per aprirsi una intensa, ma tuttora incompiuta, stagione di dibattito e di riforme, che la Rivista ha monitorato standone a opportuna distanza (ad esempio, AA.VV. 1984 e 1987), nel caso dello sviluppo politico, il tema stava giungendo ad esaurimento. A riprova, sulla Rivista, se ne scrisse in seguito relativamente, forse troppo, poco. Peraltro, l'analisi dello sviluppo politico si era incrociata spesso, opportunamente e fruttuosamente con la politica comparata. Proprio per questo «incrocio», mi sembra che qualsiasi ricognizione su quanto è avvenuto, in termini di temi e di libri, in questi trent'anni debba ripartire congiuntamente dagli studi di politica comparata e di sviluppo politico.
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Kriesi, Hanspeter. "SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 1 (April 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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Abstract:
IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Piattoni, Simona. "CLIENTELISMO VIRTUOSO: UNA VIA DI SVILUPPO NEL MEZZOGIORNO?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 28, no. 3 (December 1998): 483–513. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026253.

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Abstract:
IntroduzioneIn questo articolo sosterrò, innanzitutto, che il clientelismo può anche promuovere lo sviluppo economico. Proporrò poi, ma non svilupperò appieno, la tesi che il clientelismo possa perfino portare al proprio superamento, ovvero a un modo di fare politica più conforme alla comune concezione di una democrazia moderna. Clientelismo e sviluppo economico possono, cioè, innescare processi reciprocamente «virtuosi» che, nel tempo, possono avere l'effetto di traghettare tanto l'economia verso lo sviluppo quanto il sistema politico verso lacivicness.
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Mandarino, Antonella. "Valutazione e sviluppo delle aree rurali: quali esperienze, quali nuovi approcci, quali metodologie di valutazione?" RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 123–34. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043009.

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Abstract:
Il tema dello sviluppo rurale č stato negli ultimi decenni, ed č tuttora, molto dibattuto in ambito accademico e istituzionale, sia per le profonde trasformazioni che hanno interessato le aree rurali, sia per gli orientamenti della Politica Agricola Comune, ancora fortemente sbilanciata verso un approccio di tipo settoriale. Le valutazioni condotte fino ad oggi sulla politica di sviluppo rurale, attuata attraverso diversi strumenti in assenza di una chiara strategia, hanno avuto per oggetto i singoli programmi con cui tale politica č stata a lungo identificata, con il risultato che le analisi e i giudizi presentati non sono andati molto oltre le realizzazioni e i risultati degli interventi finanziati. La necessitŕ - manifestata dai componenti il "Gruppo di Lavoro sullo Sviluppo Rurale" costituito nell'ambito delle attivitŕ del NVVIP della Sardegna - di avviare processi di valutazione integrata, degli effetti prodotti dai diversi strumenti di programmazione sulle aree rurali, ha offerto lo spunto per l'organizzazione, nell'ambito del XII Congresso dell'AIV, di una Tavola Rotonda sul tema della valutazione e sviluppo delle aree rurali. L'articolo č una libera rielaborazione delle riflessioni e dei contributi portati in quella sede, allo scopo di stimolare un dibattito su nuove ipotesi di valutazione delle politiche finalizzate allo sviluppo dei territori rurali e sulle implicazioni, concettuali e di metodo, che la definizione di ricerche valutative sul tema dello sviluppo rurale comporta.
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Balassone, Fabrizio, and Riccardo Crescenzi. "Economia e politica delle infrastrutture in Italia." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2012): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-001001.

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Abstract:
Economia e politica delle infrastrutture in Italia Il generalizzato rallentamento delle principali economie avanzate associato ai notevoli vincoli all'utilizzo di interventi di politica monetaria o fiscale ha sollecitato la (ri)valutazione dello sviluppo infrastrutturale come strumento di rilancio della crescita economica. Sia l'analisi critica della letteratura esistente che l'evidenza empirica prodotta nei saggi che compongono questa raccolta mettono in luce alcune criticitŕ legate agli investimenti in nuove infrastrutture in Italia, suggerendo la necessitŕ di ricondurre questi interventi in un mix bilanciato di politiche di sviluppo.
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Chiarello, Franco, and Lidia Greco. "Territorio e regolazione tra locale e globale: il caso delle politiche di sviluppo italiane." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 40–52. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118003.

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Abstract:
Questo articolo fa il punto del dibattito sulle politiche di sviluppo in Italia, interrogandosi sul cambiamento della regolazione intervenuto negli ultimi decenni nel nostro Paese, sull'emergere di nuove scalaritŕ e sugli esiti ad esse associate, utilizzando i contributi della sociologia economica e della geografia politica. Il Mezzogiorno č il principale riferimento dell'analisi. Si sostiene che la forte discontinuitŕ introdotta nella politica di sviluppo non č riuscita a contribuire ad una altrettanto forte discontinuitŕ nelle dinamiche economiche del Mezzogiorno. Le difficoltŕ non risiedono tanto nelle caratteristiche interne al modello quanto nella complessitŕ della tensione tra locale e globale. L'articolo suggerisce l'opportunitŕ di tornare a pensare allo sviluppo come ad una questione socio-politica e ad assumere una visione complessiva del problema. Rispetto a questo, č opportuno riconsiderare il ruolo dello Stato.
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Sotte, Franco. "La nuova politica di sviluppo rurale dell'Unione Europea." ARGOMENTI, no. 41 (October 2014): 23–42. http://dx.doi.org/10.3280/arg2014-041002.

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Targetti Lenti, Renata. "L'APPROCCIO DELLE CAPACITÀ DI SEN: UN DIBATTITO RECENTE." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 156–66. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.574.

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Abstract:
I lavori inclusi nel Cambridge Handbook of the Capability Approach sono stati raccolti e curati da tre studiosi molto noti. Enrica Chiappero Martinetti è professore ordinario di politica economica all'Università di Pavia: insegna economia, sviluppo sostenibile ed economia dello sviluppo e della cooperazione a livello universitario e post-universitario. Ha ricoperto la carica di vicepresidente dell'Associazione per lo Sviluppo Umano e le Capacità e attualmente serve tale Associazione come redattrice del "Journal of Human Development and Capabilities".
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Fisichella, Domenico. "ALLE ORIGINI DELLA SCIENZA POLITICA ITALIANA: GAETANO MOSCA EPISTEMOLOGO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no. 3 (December 1991): 447–70. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001786x.

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Abstract:
IntroduzioneLa riflessione epistemologica di Gaetano Mosca prende le mosse dall'osservazione che la scienza politica, come studio dei fenomeni politici con il metodo scientifico, è nel suo tempo ancora in fase di significativa arretratezza, per non dire nell'infanzia. Basta guardare allo sviluppo delle scienze naturali per rendersene conto. Già dalle pagine iniziali della Teorica dei governi e governo parlamentare, pubblicato in prima edizione nel 1884, il rilievo è esplicito e ricorrente: “i risultati ci dicono che, fino al giorno d'oggi, il metodo sperimentale ha fatto assai migliori prove nelle scienze fisiche che nelle sociali” (Mosca 1982, 197). D'altra parte, “che una scienza sociale non sia ancora nata”, talché ne deriva appunto “l'inferiorità di sviluppo scientifico che hanno le scienze sociali in rapporto alle naturali”, è tema ritornante anche negli Elementi di scienza politica, usciti in prima edizione nel 1896. “La scienza politica”, nota infatti il nostro autore, “non crediamo che neanche ora sia entrata interamente nel vero periodo scientifico” (ivi, 202, 199, 555).
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Severino, Paolo. "Curare l'individuo senza cambiare il mondo? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9535.

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Abstract:
L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, più ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentività la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivività" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella società.
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Dissertations / Theses on the topic "Politica di sviluppo"

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Fontani, Lara <1985&gt. "Come costruire una ricerca valutativa partecipata di un progetto di sviluppo di comunità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1518.

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2

Scarabello, Veronica <1987&gt. "Competitività e sviluppo turistico di una destinazione balneare: il caso di Jesolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3385.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare le dinamiche intervenute nello sviluppo turistico di Jesolo, località balneare di successo dell'alto Adriatico. L'elaborato si sviluppa in modo da mettere in luce i punti di forza della destinazione e i benefici derivanti dall'attività turistica, settore trainante dell'economia locale. Verrà infine esaminata la distribuzione delle attività di vendita a dettaglio lungo la principale arteria stradale del Lido di Jesolo, la quale si caratterizza per la particolare strutturazione denominata Recreational Business District (R.B.D.).
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ALACEVICH, CATERINA. "Saggi di Economia Applicata e di Economia dello Sviluppo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11689.

Full text
Abstract:
La presente tesi di dottorato è articolata in tre capitoli a se stanti che riguardano l’ambito dell’economia applicata e dell’economia dello sviluppo. Il primo capitolo analizza l’impatto intergenerazionale di shock idiosincratici alla situazione lavorativa dei genitori sull'istruzione secondaria dei figli, utilizzando un’indagine longitudinale condotta in Bosnia Erzegovina. Il secondo capitolo tratta delle potenziali conseguenze di lungo termine della guerra civile sulla partecipazione politica. In particolare, l’analisi utilizza le statistiche ufficiali disponibili relative alle elezioni in Bosnia Erzegovina e mostra che nelle municipalità più intensamente colpite dal conflitto, misurato in termini di perdite civili, l’affluenza elettorale e il capitale sociale sono minori. Il terzo capitolo contribuisce alla letteratura sulla “auto-selezione” in termini di salute della popolazione Indiana migrante presente in Inghilterra. L'analisi fornisce evidenza empirica delle differenze in termini di statura ed altri indicatori di salute delle prime e seconde generazioni di migranti in relazione alla popolazione nativa del paese di destinazione, e a quella del paese di origine.
This dissertation is a collection of three self-contained essays in applied and development economics. In the first chapter I evaluate whether educational investments of adolescent offspring are vulnerable to idiosyncratic shocks to parental employment. Specifically, I estimate the short-term impact of parental job loss on children’s enrollment in post-compulsory schooling, introducing a focus on paternal and maternal unemployment, and analysing differential gender specific effects. I further discuss the potential channels of inter-generational transmission with a specific focus on the role played by female labor supply in contexts of developing economies. Using panel data estimation techniques based on four waves of longitudinal household data from Bosnia and Herzegovina, the results show that maternal involuntary employment shocks affects school enrollment of daughters aged 15-18. In the second chapter I analyze the consequences of exposure to civil conflict on voters’ turnout and social participation. Our source of variation in violence exposure is given by war-related civilian fatalities recorded at the municipality level. In a “difference in differences” estimation framework, our results show that the intensity of civil conflict reduces turnout in the medium and long run, up to twenty years after the end of the war. War exposure is also associated with lower generalised trust and worse measures of social participation. The third chapter evaluates height performances of first and second generation migrants of Indian origins in England, with respect to adults and children in India, and the native population at destination. We provide evidence of migrants’ “self selection” on health, and we show that the circumstances in which individuals are born and raised can contribute to the definition of body size, in addition to the genetic channel and to the traits transmitted by maternal characteristics through gestation.
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ALACEVICH, CATERINA. "Saggi di Economia Applicata e di Economia dello Sviluppo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/11689.

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Abstract:
La presente tesi di dottorato è articolata in tre capitoli a se stanti che riguardano l’ambito dell’economia applicata e dell’economia dello sviluppo. Il primo capitolo analizza l’impatto intergenerazionale di shock idiosincratici alla situazione lavorativa dei genitori sull'istruzione secondaria dei figli, utilizzando un’indagine longitudinale condotta in Bosnia Erzegovina. Il secondo capitolo tratta delle potenziali conseguenze di lungo termine della guerra civile sulla partecipazione politica. In particolare, l’analisi utilizza le statistiche ufficiali disponibili relative alle elezioni in Bosnia Erzegovina e mostra che nelle municipalità più intensamente colpite dal conflitto, misurato in termini di perdite civili, l’affluenza elettorale e il capitale sociale sono minori. Il terzo capitolo contribuisce alla letteratura sulla “auto-selezione” in termini di salute della popolazione Indiana migrante presente in Inghilterra. L'analisi fornisce evidenza empirica delle differenze in termini di statura ed altri indicatori di salute delle prime e seconde generazioni di migranti in relazione alla popolazione nativa del paese di destinazione, e a quella del paese di origine.
This dissertation is a collection of three self-contained essays in applied and development economics. In the first chapter I evaluate whether educational investments of adolescent offspring are vulnerable to idiosyncratic shocks to parental employment. Specifically, I estimate the short-term impact of parental job loss on children’s enrollment in post-compulsory schooling, introducing a focus on paternal and maternal unemployment, and analysing differential gender specific effects. I further discuss the potential channels of inter-generational transmission with a specific focus on the role played by female labor supply in contexts of developing economies. Using panel data estimation techniques based on four waves of longitudinal household data from Bosnia and Herzegovina, the results show that maternal involuntary employment shocks affects school enrollment of daughters aged 15-18. In the second chapter I analyze the consequences of exposure to civil conflict on voters’ turnout and social participation. Our source of variation in violence exposure is given by war-related civilian fatalities recorded at the municipality level. In a “difference in differences” estimation framework, our results show that the intensity of civil conflict reduces turnout in the medium and long run, up to twenty years after the end of the war. War exposure is also associated with lower generalised trust and worse measures of social participation. The third chapter evaluates height performances of first and second generation migrants of Indian origins in England, with respect to adults and children in India, and the native population at destination. We provide evidence of migrants’ “self selection” on health, and we show that the circumstances in which individuals are born and raised can contribute to the definition of body size, in addition to the genetic channel and to the traits transmitted by maternal characteristics through gestation.
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ROTONDI, VALENTINA. "Saggi di Economia dello Sviluppo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10042.

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Abstract:
Questa tesi utilizza metodologie differenti al fine di esplorare argomenti generalmente ascritti all'economia dello sviluppo. Il primo capitolo discute la letteratura sul capitale sociale scomponendolo nel suo componente strutturale, le reti, e cognitivo, la fiducia. Ogni componente è a sua volta scomposto in diverse sotto-dimensioni una delle quali, il particolarismo, è utilizzato nel secondo capitolo, sia a livello teorico che empirico, come determinante di forme di corruzione collusiva. Come previsto dalla teoria, il particolarismo ha un effetto positivo e causale sulla probabilità di offrire una tangente. Il terzo capitolo valuta l'impatto di un progetto di estensione agricola realizzato in Etiopia, volto ad introdurre la coltivazione di nuovi prodotti ortofrutticoli insieme ad alcune tecniche e strumenti innovativi. Empiricamente si utilizzano gli strumenti della valutazione d’impatto combinando confronti tra villaggi, attraverso una stima difference-in-differences, con una comparazione all'interno del villaggio usando uno studio controllato randomizzato. I risultati indicano che il progetto ha contribuito alla diversificazione produttiva ma non ha influenzato i ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti ortofrutticoli e, di conseguenza, il benessere delle famiglie. Il quarto capitolo mostra come meccanismi incentivati sufficientemente simili elicitino decisioni correlate in termini di avversione al rischio solo quando si tengono in considerazione altri atteggiamenti relativi al rischio. Inoltre si studia la correlazione tra l'avversione al rischio riportata e l'avversione al rischio ottenuta tramite lotterie. I risultati suggeriscono una misurata validità esterna dei due metodi studiati.
This dissertation makes use of several methodologies to explore topics ascribed to the field of development economics. Chapter 1 reviews the literature on social capital by presenting a decomposition of trust and networks -- the cognitive and the structural component of social capital, respectively--, in several sub-dimensions. One of this dimension is used in chapter 2 where we investigate, both theoretically and empirically, the role played by the cultural norm of particularism, as opposed to universalism, for collusive bribery. Consistent with the theory, particularism is found to have a positive causal effect on the probability of offering a bribe. Chapter 3 assesses the impact of a small-scale agricultural extension project implemented in rural Ethiopia aimed at introducing the cultivation of horticultural gardens. Empirically, a mixed impact evaluation design is used combining across-villages comparisons, through difference-in-differences estimations, with a within village randomized control trial. The findings indicate that the project contributes to production diversification while it does not influence total revenues from sales, household welfare and diet. Chapter 4 shows that similar incentivized mechanisms elicit similar decisions in terms of monetary risk aversion only if other risk-related attitudes are accounted for. Furthermore, it examines whether individuals' characteristics and a self-assessed measure of risk aversion relate to individuals' choices in lotteries. The findings suggest that there is some external validity of the two studied tasks as predictors of self-reported risk attitudes.
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ROTONDI, VALENTINA. "Saggi di Economia dello Sviluppo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10042.

Full text
Abstract:
Questa tesi utilizza metodologie differenti al fine di esplorare argomenti generalmente ascritti all'economia dello sviluppo. Il primo capitolo discute la letteratura sul capitale sociale scomponendolo nel suo componente strutturale, le reti, e cognitivo, la fiducia. Ogni componente è a sua volta scomposto in diverse sotto-dimensioni una delle quali, il particolarismo, è utilizzato nel secondo capitolo, sia a livello teorico che empirico, come determinante di forme di corruzione collusiva. Come previsto dalla teoria, il particolarismo ha un effetto positivo e causale sulla probabilità di offrire una tangente. Il terzo capitolo valuta l'impatto di un progetto di estensione agricola realizzato in Etiopia, volto ad introdurre la coltivazione di nuovi prodotti ortofrutticoli insieme ad alcune tecniche e strumenti innovativi. Empiricamente si utilizzano gli strumenti della valutazione d’impatto combinando confronti tra villaggi, attraverso una stima difference-in-differences, con una comparazione all'interno del villaggio usando uno studio controllato randomizzato. I risultati indicano che il progetto ha contribuito alla diversificazione produttiva ma non ha influenzato i ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti ortofrutticoli e, di conseguenza, il benessere delle famiglie. Il quarto capitolo mostra come meccanismi incentivati sufficientemente simili elicitino decisioni correlate in termini di avversione al rischio solo quando si tengono in considerazione altri atteggiamenti relativi al rischio. Inoltre si studia la correlazione tra l'avversione al rischio riportata e l'avversione al rischio ottenuta tramite lotterie. I risultati suggeriscono una misurata validità esterna dei due metodi studiati.
This dissertation makes use of several methodologies to explore topics ascribed to the field of development economics. Chapter 1 reviews the literature on social capital by presenting a decomposition of trust and networks -- the cognitive and the structural component of social capital, respectively--, in several sub-dimensions. One of this dimension is used in chapter 2 where we investigate, both theoretically and empirically, the role played by the cultural norm of particularism, as opposed to universalism, for collusive bribery. Consistent with the theory, particularism is found to have a positive causal effect on the probability of offering a bribe. Chapter 3 assesses the impact of a small-scale agricultural extension project implemented in rural Ethiopia aimed at introducing the cultivation of horticultural gardens. Empirically, a mixed impact evaluation design is used combining across-villages comparisons, through difference-in-differences estimations, with a within village randomized control trial. The findings indicate that the project contributes to production diversification while it does not influence total revenues from sales, household welfare and diet. Chapter 4 shows that similar incentivized mechanisms elicit similar decisions in terms of monetary risk aversion only if other risk-related attitudes are accounted for. Furthermore, it examines whether individuals' characteristics and a self-assessed measure of risk aversion relate to individuals' choices in lotteries. The findings suggest that there is some external validity of the two studied tasks as predictors of self-reported risk attitudes.
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Manitiu, Dorel Nicolae <1969&gt. "Valutazione delle politiche di sviluppo locale: una comparazione internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/767/1/Tesi_Manitiu_Dorel_Nicolae.pdf.

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Abstract:
Lo sviluppo locale rappresenta, non solo per gli economisti, un tema di analisi sempre più rilevante sia al livello istituzionale che al livello scientifico. La complessità degli aspetti inerenti lo sviluppo locale richiede il coinvolgimento di diverse discipline, in ambito economico, politico, sociale e ambientale e di tutti i livelli istituzionali. Parallelamente è cresciuta l’esigenza di processi valutativi coerenti e sistematici, basati su di un numero sempre maggiore di strumenti e metodologie di valutazione. Dall’orientamento della Commissione Europea emerge del resto con sempre maggiore evidenza il binomio fra politica di sviluppo locale e valutazione, che coinvolge i diversi livelli di governo. Il presente lavoro realizza un quadro delle politiche di sviluppo locale, partendo dal livello europeo fino ad arrivare al livello locale, ed una successiva analisi di metodologie e strumenti di valutazione consolidati e di frontiera. La considerazione della valutazione come strumento strategico per le politiche di sviluppo locale trova applicazione nella realizzazione di una analisi comparativa di due aree di montagna. Tali aree, identificate nell’Appennino Bolognese e nell’area montana della Contea di Brasov in Romania, pur collocate in paesi a diverso livello di sviluppo, risultano confrontabili, in termini di similitudini e criticità, al fine di trarre considerazioni di policy inerenti il disegno di adeguate politiche di riqualificazione, mettendo in luce l’importanza del processo valutativo e la necessità di contribuire a diffondere una vera e propria cultura della valutazione.
Local development represents, not only for economists, an analysis issue more and more relevant, at institutional and also at scientific level. The complexity on the inherent aspects regarding the local development, needs to involve many disciplines in economic, politic, social and environmental fields and at all institutional levels. At the same time an increased of the necessity of coherent and systematic evaluation process, based on a major numbers of tools and evaluation methodologies. The European Commission suggests that the relation between local development and evaluation process is more and more relevant and involves different levels of government. The present work aims at realising a framework of local development policies, starting from European level to the local level, and an analysis of consolidate and frontier evaluation methodologies and tools. The consideration of evaluation as a strategic tools for local development policies finds than an application in a comparative analysis of two mountain areas: The two areas were identified on the Bologna Appennines and the mountain area in Brasov County, Romania; even if the two areas are located in two countries at different level of development, they seem comparable, in terms of similarities and critical issues. The aim is to underline policy considerations for re-qualification policies and, at the same time, the importance of the evaluation process and the necessity to spread a real evaluation culture.
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Manitiu, Dorel Nicolae <1969&gt. "Valutazione delle politiche di sviluppo locale: una comparazione internazionale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/767/.

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Abstract:
Lo sviluppo locale rappresenta, non solo per gli economisti, un tema di analisi sempre più rilevante sia al livello istituzionale che al livello scientifico. La complessità degli aspetti inerenti lo sviluppo locale richiede il coinvolgimento di diverse discipline, in ambito economico, politico, sociale e ambientale e di tutti i livelli istituzionali. Parallelamente è cresciuta l’esigenza di processi valutativi coerenti e sistematici, basati su di un numero sempre maggiore di strumenti e metodologie di valutazione. Dall’orientamento della Commissione Europea emerge del resto con sempre maggiore evidenza il binomio fra politica di sviluppo locale e valutazione, che coinvolge i diversi livelli di governo. Il presente lavoro realizza un quadro delle politiche di sviluppo locale, partendo dal livello europeo fino ad arrivare al livello locale, ed una successiva analisi di metodologie e strumenti di valutazione consolidati e di frontiera. La considerazione della valutazione come strumento strategico per le politiche di sviluppo locale trova applicazione nella realizzazione di una analisi comparativa di due aree di montagna. Tali aree, identificate nell’Appennino Bolognese e nell’area montana della Contea di Brasov in Romania, pur collocate in paesi a diverso livello di sviluppo, risultano confrontabili, in termini di similitudini e criticità, al fine di trarre considerazioni di policy inerenti il disegno di adeguate politiche di riqualificazione, mettendo in luce l’importanza del processo valutativo e la necessità di contribuire a diffondere una vera e propria cultura della valutazione.
Local development represents, not only for economists, an analysis issue more and more relevant, at institutional and also at scientific level. The complexity on the inherent aspects regarding the local development, needs to involve many disciplines in economic, politic, social and environmental fields and at all institutional levels. At the same time an increased of the necessity of coherent and systematic evaluation process, based on a major numbers of tools and evaluation methodologies. The European Commission suggests that the relation between local development and evaluation process is more and more relevant and involves different levels of government. The present work aims at realising a framework of local development policies, starting from European level to the local level, and an analysis of consolidate and frontier evaluation methodologies and tools. The consideration of evaluation as a strategic tools for local development policies finds than an application in a comparative analysis of two mountain areas: The two areas were identified on the Bologna Appennines and the mountain area in Brasov County, Romania; even if the two areas are located in two countries at different level of development, they seem comparable, in terms of similarities and critical issues. The aim is to underline policy considerations for re-qualification policies and, at the same time, the importance of the evaluation process and the necessity to spread a real evaluation culture.
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Morico, Maria <1993&gt. "Turismo creativo: un ponte tra strategie di sostenibilità, ICT e sistemi di sviluppo locale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12841.

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Abstract:
Il seguente lavoro di tesi ha come oggetto in primo luogo l’analisi del contesto che ha visto il turismo creativo imporsi come trend, sia per la sua capacità di sviluppare nuovi prodotti culturali e di alimentare l’economia sia per l’estrema adattabilità a varie strategie politiche e tessuti sociali. Si concettualizzerà quindi questo fenomeno non solo nella trasformazione socioeconomica delle destinazioni ma anche nell’evoluzione del visitatore stesso e dei suoi bisogni. Essendo l’esperienza il core sul quale il turismo creativo si concentra, si indagherà l’importanza dell’attività di marketing esperienziale, senza dimenticare l’influsso sempre più determinante delle ICT. Il modus operandi adottato per la ricerca prevede l’analisi di alcuni case studies così da osservare come effettivamente alcune località abbiano adottato modelli creativi di turismi community-based o costituiscano un terreno fertile per la messa in pratica di tali approcci. Si approfondirà poi la scelta di governance delle Fiandre di focalizzarsi su un tipo di turismo alternativo, puntando sulla progettazione, costruzione e promozione di esperienze immersive. Dall’estrapolazione di questi elementi si effettuerà un confronto con territori non altrettanto organizzati, nello specifico le Marche, cercando di proporre una soluzione che tenga conto delle differenze geografiche, socioeconomiche e culturali. Lo scopo è quello di capire se proporre una policy orientata all’approccio creativo e distaccata da una riscrittura tradizionale della propria immagine sulla base esclusiva del turismo culturale sia fruttuoso in questa destinazione non adeguatamente valorizzata, sintomo di una scorretta promozione del patrimonio di cui questo territorio è custode.
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Rivera, Sanchez Sandy Carolina <1993&gt. "Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e parità di genere: il caso dell'Ecuador." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13058.

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Abstract:
In questo lavoro di ricerca sono stati studiati i passi in avanti che l’ONU ha portato a termine nel promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne nella realtà economica e sociale. Dopo un breve riassunto sulla storia dell’ONU e le distinte fasi dalla sua nascita a oggi, si è arrivati a esporre gli obiettivi di sviluppo sostenibile e in particolare l’obiettivo numero cinque, ossia “uguaglianza di genere e empowerment di donne e bambine”. Con questo tema si è sviluppato il resto della tesi. Il secondo capitolo si concentra sull’empowerment economico delle donne nel mercato del lavoro a livello mondiale, tenendo in considerazione le opinioni di donne e uomini sull’importanza della donna nel mercato del lavoro e cercando di capire i motivi per cui l’uguaglianza tra i sessi non è ancora stata completamente raggiunta. Sono state poi analizzate le sfide che le donne lavoratrici affrontano e infine quanto importante è il lavoro delle donne come fonte di reddito per la famiglia. Nel terzo e ultimo capitolo, grazie a dati oggettivi, sono stati studiati i fattori che riportano alla differenza di genere nel mercato del lavoro mettendo a confronto diverse aree del mondo. In seguito sono stati dimostrati i benefici economici a livello di sistema che si potrebbero ottenere attraverso la riduzione di questa differenze.
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Books on the topic "Politica di sviluppo"

1

Hoffmann, Alessandro. La nuova politica di sviluppo rurale. Milano: FrancoAngeli, 2006.

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1935-, Sabattini Gianfranco, ed. Artigianato e sviluppo economico: Linee per una politica regionale di sviluppo. Milano: Franco Angeli, 1985.

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Politica e amministrazione: Il Comune di Pesaro dalla ricostruzione allo sviluppo (1944-1964). Urbino: QuattroVenti, 2012.

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Cerrito, Elio. La politica dei poli di sviluppo nel Mezzogiorno: Elementi per una prospettiva storica. Roma: Banca d'Italia, 2010.

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5

Zaganella, Marco. Programmazione senza sviluppo: Giuseppe Di Nardi e la politica economica italiana nella prima Repubblica. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2013.

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6

D'Amato, Antonio. Mezzogiorno risorsa nascosta: Come e dove attuare una politica di sviluppo per unire il paese. [Milano]: Sperling & Kupfer, 1997.

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7

editor, Buffon Maria Grazia, and Associazione "Pro-Fondazione Edoardo Mollica.", eds. Il libro di Edoardo Mollica: Il pensiero permanente di Edoardo Mollica quale guida per l'affermazione di una politica per lo sviluppo della Calabria. Reggio Calabria: Città del sole, 2013.

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8

sociologo, Noto Giuseppe, ed. Sviluppo di comunità e partecipazione: Linee guida per una nuova politica della città e delle comunità locali. Milano: FrancoAngeli, 2007.

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sociologo, Noto Giuseppe, ed. Sviluppo di comunità e partecipazione: Linee guida per una nuova politica della città e delle comunità locali. Milano: FrancoAngeli, 2007.

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10

Spi-Cgil, ed. Riforma dello stato sociale, nuova politica di occupazione e di sviluppo: Conferenza sul Mezzogiorno, Reggio Calabria, 5-6-7 febbraio 1987. Roma: Ediesse, 1987.

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Book chapters on the topic "Politica di sviluppo"

1

Piazza, Roberta. "Il contributo di Paolo Federighi sulle politiche transnazionali nello sviluppo dell’Educazione degli Adulti. Il modello delle learning city e learning region." In Educazione degli Adulti: politiche, percorsi, prospettive, 157–67. Florence: Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0006-6.13.

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Abstract:
The essay is a tribute to Paolo Federighi for his role as a magister and researcher in the area of learning and education of adults. Through a brief excursus of more than twenty years, from my first steps as a researcher to my recent experience as a member of the Scientific Committee of Lucca Learning city - the attempt is to highlight the level of influence that his reflections had on my interest in education policies in adulthood education and on embracing the learning city model.
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2

Venturini, Simone. "Politiche di sviluppo urbano e cura dello spazio pubblico a Marghera." In #CURACITTÀ VENEZIA, 139–46. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3x3r.15.

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3

Della Putta, Paolo. "Caratteristiche ed esiti di un corso di formazione per insegnanti volontari di italiano L2 Suggerimenti per favorire lo sviluppo di prassi didattiche efficaci." In Politiche e pratiche per l’educazione linguistica, il multilinguismo e la comunicazione interculturale. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-501-8/021.

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Abstract:
This paper presents the characteristics and outcomes of a training course for L2 Italian volunteer teachers (VTs). The aims of the course were: 1) to help VTs reflect upon their beliefs and past teaching experience; 2) to propose new teaching activities and work on them; 3) to analyse new perceptions and pedagogical practices that have developed as a result of the course. The outcomes were tested on 18 participants, whose psychological disposition towards their duties and improvement in grammar teaching were assessed using Guskey’s Teacher Training Evaluation Questionnaire. Classroom observations, conducted via a simplified version of the COLT scheme, allowed to further detect and analyse changes in teaching practices. Results show improvements in teaching and in pedagogical awareness.
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Becchi, Francesco. "La nozione di Giustizia nel suo sviluppo storico: la Giustizia come valore primario del pensiero etico e politico di Plutarco." In Nomos, Kosmos & Dike in Plutarch, 139–51. Imprensa da Universidade de Coimbra, 2014. http://dx.doi.org/10.14195/978-989-721-012-9_10.

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Conference papers on the topic "Politica di sviluppo"

1

Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

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Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
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Catini, Raffaella. "La territorializzazione spontanea del centro storico: il caso di Viterbo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Abstract:
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Brun, F. "Le politiche di sviluppo delle filiere di produzione del legname." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.138.

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Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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