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Dissertations / Theses on the topic 'Plasmi atmosferici'

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Callegari, Andrea. "Produzione e caratterizzazione di acqua attivata mediante plasmi freddi atmosferici per applicazioni in agricoltura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19708/.

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Abstract:
This thesis is concerned with the production and characterization of PAW and its application to promote seeds germination. Two low temperature plasma devices operating at atmospheric pressure will be compared: an RF capacitively coupled source, COST Reference Microplasma Jet and another jet based on a DBD configuration, thus named DBD jet. After plasma treatments, variations of physicochemical properties induced in PAW, such as dissolved oxygen content, electrical conductivity, pH and concentrations of the main reactive species, were measured. Finally, the effects of the resulting solutions in enhancing germination were investigated, through the use of these liquids for the imbibition of two varieties of radish seeds (Raphanus sativus var. Sativus), chosen as model seeds.
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2

PIFERI, CECILIA. "Cold plasmas for air purification and sanitation." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/402359.

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Abstract:
È comunemente accettato che il cambiamento climatico sia dovuto ad un effetto antropico. Gli agenti inquinati sono sicuramente responsabili del peggioramento della qualità della vita umana ed è necessario trovare una soluzione. Una importante classe di inquinati è quella dei Composti Organici Volatili (VOC). Molti di questi composti sono classificati come cancerogeni o possibili cancerogeni per le persone, oltre al fatto che possono causare danni a lungo termine sull'ambiente. Nonostante questi problemi, i VOC sono necessari nelle vernici di pareti o arredi, nei trattamenti dei tessuti e sono largamente utilizzati nei processi industriali, per poi essere rilasciati nell'ambiente come prodotti di scarico. Al momento, però, non è possibile sostituirli con altri composti meno dannosi, pertanto è necessario concentrarsi sulla loro degradazione dopo la diffusione nell'aria. Il modo più facile è tramite i reattori di combustione, ma sono molto ingombranti, richiedono molta energia ed è necessario raggiungere temperature superiori ai 300°C per essere efficaci. I plasmi a pressione atmosferica, in particolare le Surface Dielectric Barrier Discharge (SDBD), possono essere di aiuto nel miglioramento dell'abbattimento dei VOC. Infatti le SDBD richiedono molta meno energia dei tipici reattori di combustione, occupano volumi molto minori (generalmente meno di un metro cubo) e la temperatura globale del gas è dell'ordine della temperatura ambiente. L'inquinamento da agenti chimici non è l'unico problema che dobbiamo affrontare per migliorare la qualità della vita. L'antibiotico resistenza è un problema crescente. I farmaci antibiotici hanno migliorato nettamente le condizioni di salute sin dal momento in cui sono stati scoperti, ma stanno diventando via via sempre meno efficienti a causa dell'uso improprio che è stato fatto negli ultimi decenni. Un modo per contrastare l'uso di antibiotici è quello di ridurre o eliminare le cariche batteriche presenti nell'aria, ad esempio usando filtri antiparticolato nei sistemi di ventilazione. In questo modo però gli agenti biologici sono raccolti nei filtri in modo passivo; vengono accumulati, possono proliferare sul lungo periodo specialmente in presenza di alta umidità (>80%), e venire successivamente ridiffusi. Parte di questa tesi si occupa di studiare una possibile soluzione a questo problema. Si fa uso di una SDBD in modo innovativo per ridurre la concentrazione di batteri nell'aria. Il volume ridotto delle SDBD permette di inserire questo sistema all'interno dei sistemi di ventilazione e di ridurre attivamente la carica microbica al loro interno. L'ultima parte della tesi si concentra sulla modifica di superfici polimeriche attraverso l'uso di un plasma freddo capacitivo a bassa pressione. Negli ultimi decenni si sta sviluppando un crescente interesse nei materiali nanostrutturati. Tramite il plasma è possibile creare una nanostrutturazione sulle superfici polimeriche per diverse applicazioni, come ad esempio superfici antifouling in acqua o antibatteriche in aria.
It is generally accepted that the reduction of life quality is largely due to anthropic effects, mainly due to pollutant agents, and possible solutions need to be addressed. An important class pollutants are the so-called Volatile Organic Compounds (VOCs). Many of these compounds are classified as carcinogenic, or possibly carcinogenic, for humans and, in addition, they can cause long term environmental damage. Despite these drawbacks, they are suitable for wall and/or furniture painting, for the textile treatments, and are widely used in a variety of industrial processes. Unfortunately, they are released into the environment as waste products. As of today, it is not possible to replace VOCs with other compounds, but one can attempt to modify them just before they get disseminated in the atmosphere. The easiest way to achieve that goal is by using combustion reactors. However, they are bulky, require a lot of energy and need to reach high temperatures up to 300°C, or more, to be effective. Atmospheric pressure cold plasmas, in particular Surface Dielectric Barrier Discharge (SDBD), can largely improve the abatement process of VOCs. Indeed, SDBD require much less energy than typical combustion reactors, they occupy much smaller volumes (less than a cubic meter) and the global gas temperature gets down to the order of room temperature. Chemical pollution is not the only problem affecting our living environment, for instance antimicrobial resistance is also becoming an important issue. The antimicrobial and antibacterial drugs have improved our health conditions since they were discovered, but they are becoming less and less effective as a result of their improper use during the last decades. A way to reduce the use of antibiotic can be obtained by eliminating or hindering microbial diffusion in air, such as using particulate filters in ventilation systems. However, the biological agents collected in the filters are not just passive, but get accumulated on the filter surface, thus proliferating during long periods of high relative humidity (>80\%), causing infections at distant places after dissemination. Part of this thesis is devoted to this problem. An innovative use of the SDBD was developed for the abatement of bacteria in air. Its limited volume permits to place the SDBD in contact with the air circulating system of a building, within which one can proceed to the denaturation of the diffusing bacteria by the reactive species produced in the plasma. Finally, the last part of this thesis is devoted to polymeric surfaces modifications through a capacitive coupled low pressure cold plasma. Surface modifications of materials by plasma treatments and depositions have attracted a great deal of interest in the last decades. We can create a nanostructurization over the polymeric treated surfaces that can have different applications, from antifouling in water to antibacterial in air.
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Motta, Valentina. "Messa a punto di processi assistiti da plasmi freddi a pressione atmosferica per la sintesi in volo di nanoparticelle e la codeposizione di film polimerici nanostrutturati per applicazioni biomedicali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il lavoro presentato riguarda la progettazione e messa a punto di un set up sperimentale assitito da plasmi atmosferici di non equilibrio per la sintesi in volo di nanoparticelle (NPs) di argento (Ag) e la simultanea codeposizione di coating polimerici nanostrutturati su substrati utilizzati per applicazioni biomedicali. Dapprima, le attività sperimentali hanno investigato la possibilità di sintetizzare in liquido NPs di Ag, sottoponendo una soluzione acquosa contenente il sale precursore al trattamento plasma effettuato mediante sorgente Corona Jet. Le analisi UV-VIS dei colloidi ottenuti hanno confermato la presenza di NPs di Ag nella soluzione, dimostrando la capacità del plasma di ridurre l’Ag del sale precursore portando alla formazione di NPs. Verificata la possibilità di sintetizzare NPs in liquido, la seconda fase di questo studio ha riguardato la messa a punto di un set up in grado di sostenere la sintesi in volo di NPs di Ag, introducendo nella regione di plasma la soluzione nebulizzata contenente il sale precursore. Le analisi condotte al microscopio elettronico a scansione (SEM) dotato di un sistema spettroscopia Energy Dispersive X-ray Spectrometry (EDS) hanno evidenziato la sintesi di NPs di Ag con dimensioni comprese tra qualche nanometro e il micron. Dimostrata la fattibilità della sintesi in volo, si è proceduto alla fase di codeposizione plasma assistita di coating polimerici nanostrutturati. La produzione di tali rivestimenti è avvenuta mediante contestuale introduzione nella regione di plasma del precursore monomerico, per la realizzazione della matrice polimerica, e del precursore salino in soluzione acquosa, per la sintesi in volo di NPs di Ag. La composizione chimica dei coating codepositati è stata analizzata mediante spettroscopia ad infrarossi in trasformata di Fourier e la morfologia è stata investigata mediante SEM-EDS.
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Randi, Dario. "Plasma freddo atmosferico: potenzialità e criticità dell'utilizzo nel settore alimentare." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20724/.

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Abstract:
Il plasma freddo, utilizzato in passato principalmente in campo medico, ha recentemente attirato una notevole attenzione come nuova tecnologia non termica per la decontaminazione dei prodotti alimentari. Si tratta di una tecnologia non termica, a secco, ecologica e, nella maggior parte dei casi, rappresenta una buona soluzione in termini di costo-efficacia che può integrare o sostituire altre tecnologie. Il plasma freddo ha mostrato risultati promettenti in termini di decontaminazione di vari microrganismi, muffe e micotossine e virus e di inattivazione enzimatica nei prodotti alimentari. Inoltre, l’utilizzo per il trattamento dei materiali di confezionamento è risultato interessante, non solo in termini di decontaminazione ma anche di strategia per la funzionalizzazione dei materiali. Tuttavia, ci sono ancora molti aspetti di tale tecnologia che sono poco conosciuti o che richiedono chiarimenti, in particolare per quanto riguarda la qualità degli alimenti, le caratteristiche funzionali e la potenziale tossicità dei prodotti trattati. Una valutazione scientifica è richiesta dall’EFSA prima dell'autorizzazione per garantire la sicurezza delle nuove tecnologie. L'obiettivo principale di questo elaborato è quello di fornire una sintesi dello stato dell’arte attuale relativamente all’utilizzo del plasma freddo in campo alimentare, valutando tutti gli aspetti relativi alla qualità microbiologica, nutrizionale e sensoriale delle diverse categorie di alimenti. Nelle conclusioni, gli aspetti meno conosciuti su cui sarebbe necessario approfondire lo studio sono stati sottolineati al fine di colmare le lacune identificate nella letteratura e quindi promuovere l’applicazione di questa nuova tecnologia emergente.
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Mattiazzo, Francesca <1987&gt. "Rimozione di gomme da masticare da substrati lapidei tramite plasma atmosferico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2816.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è quello di indagare un metodo alternativo di pulitura delle gomme da masticare da substrati lapidei da esterno. In particolare si è testata la pulitura tramite plasma atmosferico di due tipi diversi di gomme da masticare in due substrati diversi: la trachite rossa e la trachite grigia invecchiata, tipica della pavimentazione di Venezia. I parametri considerati sono per la torcia: distanza di lavoro, flusso, tempo di trattamento, modalità di trattamento; per la gomma da masticare: tipo di gomma, tempo di masticazione (3 tempi), tempi di invecchiamento (3 invecchiamenti naturali, 1 invecchiamento artificiale). Infine la valutazione del grado di pulitura nonché dei possibili effetti collaterali di questo metodo sui substrati, sono state fatte sulla base delle seguenti analisi svolte prima e dopo i vari trattamenti: analisi IR, colorimetria, angolo di contatto, micro-water drop absorptin, foto al microscopio ottico, foto uv.
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Malara, Antonio Benedetto. "Trattamento plasma assistito di cellule cancerose mediante liquidi attivati tramite plasma di non equilibrio a pressione atmosferica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
In questi ultimi anni la ricerca oncologica ha intrapreso un percorso di frontiera che si basa sul plasma di non equilibrio a pressione atmosferica per produrre un blend di specie chimiche sfruttabili per lo sviluppo di nuove terapie. Nel presente lavoro di tesi sperimentale sono stati analizzati gli effetti antineoplastici di un trattamento plasma assistito indiretto su una linea cellulare di carcinoma epiteliale ovarico (SKOV-3) mediante un mezzo di coltura attivato tramite una sorgente Dielectric Barrier Discharge (DBD) e una sorgente corona multipin micropulsata, realizzata ex novo con l’obiettivo di uno scale up di trattamento. La valutazione degli effetti indotti sulle cellule tumorali dal PAM prodotto mediante le sorgenti DBD e Corona multipin è stata effettuata attraverso test di vitalità (AlamarBlue Assay e Live and Dead), di capacità migratoria delle cellule (Scratch test) e analisi morfologica. I tempi di contatto tra il liquido di trattamento e i campioni di cellule sono stati di 2 e 24 ore. I risultati ottenuti tramite questi trattamenti in vitro dimostrano come le specie reattive presenti nel liquido inducano le cellule alla morte apoptotica, ne riducano la capacità migratoria e rappresentino una base conoscitiva per le future sperimentazioni e le possibili applicazioni del PAM a livello clinico per il trattamento di tumori ovarici.
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Magi, Linda. "Caratterizzazione e ottimizzazione di sorgenti plasma di non equilibrio a pressione atmosferica (CAP) per applicazioni biomedicali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il plasma freddo di non equilibrio a pressione atmosferica (Cold Atmospheric pressure Plasma,CAP) è in grado di produrre un blend di specie chimiche in grado di conferirgli proprietà sia antibatteriche sia antitumorali. La tecnologia CAP quindi trova un potenziale impiego sia in ambito dentale sia in campo oncologico. Nel presente lavoro di tesi sperimentale è stato condotto uno studio di ottimizzazione di una sorgente Dielectric Barrier Discharge – Jet (DBD-Jet) per applicazioni dentali col fine di massimizzare le specie reattive prodotte in liquido e verificare il potere battericida mediante prove biologiche su sospensione liquida. I risultati ottenuti dimostrano come le specie reattive prodotte nel liquido siano in grado di determinare inattivazione totale della crescita batterica. Successivamente, sono stati analizzati gli effetti antitumorali di un trattamento plasma assistito indiretto su una linea cellulare leucemica mediante un mezzo di coltura attivato plasma (PAM). Questa ampia attività di ricerca in campo oncologico è stata finanziata da un progetto SIR e prevede la collaborazione di differenti gruppi di ricerca. In questo progetto è stato condotto uno studio di sensibilità per una sorgente Plasma Gun al fine di verificare quanto ogni variabile di natura sperimentale possa influire sulla produzione di specie reattive in liquido. I risultati riportano che nessun parametro analizzato ha influenza sulla produzione di specie reattive nel PAM. La valutazione degli effetti indotti sulle cellule tumorali dal mezzo di coltura attivato plasma è stata effettuata mediante analisi cito-tossicologiche che evidenziano il livello di necrosi, apoptosi e vitalità cellulare a 24h e 48h. I risultati evidenziano che le specie reattive generate nel liquido inducono morte cellulare per via apoptotica. Infine sono stati effettuati test ex vivo su cellule espiantate da pazienti sani e malati col fine di valutare la selettività di un trattamento con PAM sulle cellule leucemiche.
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Compagnin, Sara <1987&gt. "Sintesi e caratterizzazione di protettivi ibridi organici-inorganici rimovibili con la tecnica del plasma atmosferico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2817.

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Abstract:
Nella conservazione e nel restauro, la reversibilità dei trattamenti è un concetto che acquista sempre maggiore importanza. Obiettivo di questo lavoro di tesi è, quindi, quello di studiare la formulazione di film protettivi, per pietra e metalli, che siano rimovibili mediante plasma atmosferico. L’attenzione è stata rivolta a rivestimenti ibridi organici-inorganici ottenuti mediante tecnica sol-gel. Con questa tecnologia è infatti possibile ottenere rivestimenti le cui proprietà (ad esempio durezza, idrofobicità, trasparenza, ecc...) possono essere modulate in funzione delle esigenze, ma che non sono rimovibili mediante le tradizionali tecniche impiegate nel campo del restauro. La formulazione di diversi sol-gel ha portato alla scelta del protettivo con le migliori caratteristiche. La caratterizzazione dei film è stata fatta sfruttando la spettrometria IR, misura dell’angolo di contatto, dello spessore degli strati, della loro durezza ed adesione. Il protettivo scelto è un sol-gel ibrido organico-inorganico composto da TEOS ed altri silani dotati di una parte organica (GLYMO, APTES, HDTMS), in grado di aumentare il grado di idrofobicità e l’efficacia della rimozione mediante l’uso di una strumentazione plasma jet a pressione atmosferica. Per migliorare l’efficacia della rimozione si è lavorato su doppi strati protettivi, quindi frapponendo un film polimerico organico fra substrato e protettivo ibrido organico-inorganico.
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Scapinello, Marco. "Studio di processi al plasma freddo a pressione atmosferica per il trattamento delle fibre tessili." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422496.

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Abstract:
The main goals of my thesis project were to study, characterize and optimize the interaction of different atmospheric plasmas with textile materials (wool and cotton), to determine the effects of such interactions on the treated materials and to correlate them with the specific experimental conditions used. This thesis deals with the application of non-thermal plasmas to textile fibers and materials to achieve desired effects and properties such as anti-shrinking, anti-felting, wetting and the activation for wet finishing. The analysis of the plasma processed gas was performed by FT-IR and APCI mass spectrometry. The results of this characterization allow us to understand the chemical oxidation phenomena. The plasma treatment on wool fibers produces wettability and anti-shrinking properties, this effects are due to the oxidation and to the roughness imparted to the treatment. The plasma treatment on the cotton fibers increases the hydrophilicity for the formation of new polar species and radicals on the surface: two wet finishing were applied to test the effects of plasma pre-treatment. Finally, using OES we succeeded in characterizing a few important systems related to the gas composition and the radiative active specie of plasma (including radicals, ions, atoms or excited molecules). In conclusion, the results of the research carried out for my doctoral thesis show that non-thermal plasma holds great promise for the treatment of fabrics: it offers the advantage of doing away with costly and environmentally impacting wet processes while at the same time producing similar or even better results in the treated materials.
Il mio progetto di tesi ha riguardato lo studio, la caratterizzazione e l’ottimizzazione delle interazioni di diversi plasmi atmosferici con il materiale tessile (in particolare lana e cotone), determinando gli effetti che tale interazione produce sul materiale trattato e correlandola alle specifiche condizioni utilizzate. Lo scopo fortemente applicativo era quello di ottenere particolari proprietà ed effetti come l’antirestringimento, la bagnabilità, l’attivazione per successivi finissaggi liquidi. La caratterizzazione del gas di processo mediante spettroscopia FTIR e spettrometria di massa APCI ha permesso di comprendere la chimica dei fenomeni di ossidazione alla base degli effetti del trattamento. Il trattamento sulla fibra di lana produce una forte bagnabilità ed effetti di anti-restringimento, correlabili all'ossidazione della superficie e all'aumentata rugosità. Il trattamento sulla fibra di cotone aumenta l'idrofilicità della fibra per la formazione di radicali e nuove specie polari sulla superficie: sono stati applicati due finissaggi liquidi per verificare gli effetti del pretrattamento al plasma. Infine utilizzando di una tecnica diagnostica come la spettroscopia ottica di emissione è stato possibile caratterizzare alcuni importanti sistemi di emissione dovuti alla presenza di specie eccitate di atomi, molecole, radicali e ioni presenti in un plasma atmosferico. I risultati della ricerca effettuata per il dottorato dimostrano che il plasma atmosferico non termico rappresenta una grande promessa per il trattamento dei tessuti: offre il vantaggio di sostituire o di migliorare i processi liquidi costosi e di forte impatto ambientale e al tempo stesso di ottenere risultati simili o anche migliori nei materiali trattati.
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Guardati, Simone. "simulazione della cinetica chimica in una scarica a barriera dielettrica in aria a pressione atmosferica." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Sviluppo di un simulatore della cinetica chimica in una scarica a barriera dielettrica in aria a pressione atmosferica, focalizzando l'attenzione nei processi di creazione e decomposizione dell'ozono. Illustrazione del parco software utilizzato e caratterizzazione del modello fisico reale. Analisi e confronto tra i dati ottenuti tramite calcolatore e i dati ottenuti dalle misure al laboratorio.
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Lopes, Bruno Bellotti [UNESP]. "Utilização de plasmas em pressão atmosférica para modificação de polímeros biocompatíveis." Universidade Estadual Paulista (UNESP), 2013. http://hdl.handle.net/11449/99722.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2014-06-11T19:30:19Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2013-01-22Bitstream added on 2014-06-13T20:40:14Z : No. of bitstreams: 1 lopes_bb_me_bauru.pdf: 1573590 bytes, checksum: 90b878237fc0d7d1c3c8916c81516aa3 (MD5)
Neste trabalho foi desenvolvido um equipamento para produção de plasmas em pressão atmosférica. Empregando esse sistema, o polímero PLDLA (poli(L-Co,L ácido lático)) e sua blenda com o tri(carbonato de metileno) (poli(L-Co-D,L-Co TMC)) foram hidrofilizados em diferentes condições de tempo e potência de plasma. Seus ângulos de contato foram investigados anteriormente e após cada exposição ao plasma para se avaliar o efeito do tratamento. Espectroscopia de emissão óptica foi empregada para se caracterizar o plasma. A exposição por 10 segundos a um plasma excitado com 100 W, reduziu os ângulos de contato do PLDLA em 32,5% e da blenda PLDLA/TMC em 87%. No final do trabalho, apenas para ilustrar a capacidade de modificação de superfícies, diversas materiais como cobre, policloreto de vinila (PVC) acrílico, entre outros, foram tratados e seus ângulos de contato analisados
In this work, an equipment to produce atmospheric pressure plasma was developed. With this system, polymer PLDLA (poli(L-Co-D, L latic acid)) and its blend with trimethylene carbonate (poli(L-Co_D,L-Co TMC) were hydrophilizated in different time conditions and plasma power. The contact angle were investigated before and after the plasma exposure to evaluate the treatment effect. Optical emission spectroscopy was used to characterize the plasma. Exposure for 10 seconds to a plasma excited with 100 W, reduced contact angles of PLDLA in 32,5% and the blend PLDLA/TMC at 87%. At the end of this work, just to illustrate the capacity of surface modification different kinds of materials as capper, Polyvinyl chloride (PVC), acrylic, and others, were treated and its contact angle were analyzed
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Delva, Alice <1989&gt. "Diagnostica non invasiva su dagherrotipi americani ottocenteschi e sperimentazione di tecniche di pulitura mediante plasma atmosferico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7510.

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Abstract:
La tesi ha come scopo la determinazione attraverso metodologie di indagine chimico-fisica dei fenomeni di degrado di dagherrotipi americani ottocenteschi e la sperimentazione di una nuova procedura di pulitura mediante plasma atmosferico a bassa temperatura. La dagherrotipia è il primo esempio di tecnica fotografica commercializzata, nasce in Francia intorno al 1840 per poi diffondersi in tutta Europa e in America, dove rimarrà in auge fino al 1860, per essere sostituita dalle tecniche di stampa fotografica su carta. La lastra dagherrotipica è costituita da un supporto in rame su cui veniva applicato un sottile strato d’argento, sensibilizzato poi con vapori di iodio, per poi essere esposto alla luce. L’immagine latente veniva sviluppata mediante esposizione a vapori di mercurio. Le aree chiare dell’immagine finale (alte luci) sono costituite da particelle di amalgama AgHg che presentano una riflettenza più alta delle parti del dagherrotipo non impressionate dalla luce. Per sua natura l’immagine dagherrotipica è estremamente fragile e le lastre venivano inserite in appositi cornici sigillate, protette da un vetro, per schermarle dal contatto diretto con l’aria o da altri agenti di possibile degrado. I prodotti di degrado chimico presenti sulle lastre sono generalmente Ag2S, AgO assieme ad altri prodotti di ossidazione di Ag o Hg. I dagherrotipi studiati in questa tesi sono stati inizialmente smontati dal pacchetto originale, rimontati su appositi supporti temporanei atti a consentirne la manipolazione durante le analisi. Al fine di caratterizzarne lo stato di conservazione, le lastre sono state osservate e fotografate in luce visibile, radente e UV. Per la caratterizzazione morfologica ed il monitoraggio dei prodotti di degrado sono state eseguite analisi mediante microscopia elettronica a scansione SEM accoppiato con microsonda EDX per l’analisi elementare. Sono state inoltre effettuate osservazioni mediante microscopio ottico e metallografico e la rugosità della superficie è stata studiata con un profilometro ottico (AFM). In alcuni campioni in cui sono stati riscontrati problemi di degrado microbiologico, sono stati eseguiti dei micro-prelievi per eseguire test di crescita. Una serie di quattro campioni, rappresentativi di diversi tipi di degrado sono stati sottoposti a test di pulitura mediante plasma atmosferico a bassa temperatura. Le condizioni operative ottimali sono state individuate variando alcuni parametri sperimentali quali potenza applicata, distanza del generatore di plasma dalla superficie, variazione dei rapporti idrogeno/argon. L’effetto degli interventi è stato monitorato ripetendo, dopo il trattamento, il set di indagini diagnostiche sopra descritto. Questo studio ha dimostrato, pur in via preliminare, che la tecnica mediante plasma atmosferico, consente di ottenere l’efficace riduzione degli strati superficiali di ossidi e sulfuri d’argento responsabili del degrado dell’immagine, ottenendo il recupero della leggibilità dell’immagine senza causare alterazioni significative nella morfologia della superficie. Consente inoltre la realizzazione di interventi di pulitura localizzati, evitando possibili alterazioni di pigmenti sensibili che, a volte, venivano usati in alcune zone dell’immagine fotografica per migliorarne le qualità “pittoriche”. Le caratteristiche di efficacia, contenuta invasività e velocità di intervento aprono il campo ad una successiva sperimentazione su più ampia scala.
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Vinelli, Giuseppe. "Progettazione, realizzazione e caratterizzazione funzionale di sorgenti di plasma atmosferico di non equilibrio per l'idrofobizzazione di fibre tessili." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10853/.

Full text
Abstract:
L’attività di tesi ha previsto la progettazione e realizzazione di sorgenti di plasma di non equilibrio a pressione atmosferica e l’individuazione delle condizioni operative ottimali per l’idrofobizzazione di materiali tessili. La prima parte delle attività di tesi hanno riguardato lo studio e l’approfondimento della letteratura scientifica al fine di individuare le sorgenti e i processi plasma assistiti per l’idrofobizzazione dei materiali. Relativamente alle sorgenti di plasma di non-equilibrio a pressione atmosferica, studi di letteratura riportano che sorgenti di tipo APPJ (Atmospheric Pressure Plasma Jet) consentono di effettuare un trattamento localizzato in un punto, mentre sorgenti DBD (Dielectric Barrier Discharge) risultano idonee a trattamenti di materiali large area. Per quanto riguarda i processi plasma assistiti, sulla base di quanto riportato in letteratura il processo di idrofobizzazione può avvenire principalmente mediante polimerizzazione di gas organici contenenti fluoro, introdotti nella regione di plasma, con la conseguente deposizione di coating fluorurati. Le attività sperimentali condotte durante la tesi hanno avuto l’obbiettivo di valutare la possibilità di rendere idrofobico un filato di fibra tessile naturale mediante l’utilizzo di una sorgente plasma jet operante con miscela di argon e gas organoflorurato. Il filato, messo in moto a diverse velocità, è stato fatto transitare attraverso la piuma di plasma. In particolare, si è passati da una velocità di movimentazione di 1 m/min a una di 10 m/min. I risultati ottenuti hanno evidenziato che maggiore è la velocità di movimentazione del filato attraverso la piuma di plasma, minore è il grado di idrofibizzazione raggiungibile sul filato stesso, in quanto minore è il tempo di esposizione del materiale al plasma. Infine, nell’ultima parte dell’attività di tesi, è stata progettata una sorgente DBD, che caratterizzata da una maggiore area di generazione del plasma rispetto alla sorgente plasma jet, consente di incrementare il tempo di esposizione del filato al plasma a parità di velocità di movimentazione del filato.
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Gottardello, Silvia. "Trattamento superficiale di materiali metallici mediante plasma a pressione atmosferica: ottimizzazione del processo e caratterizzazione dei prodotti." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3421968.

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Abstract:
Treatment of materials by atmospheric-pressure plasma technology is used in all sectors of industrial production. The potential uses of this technology are almost unlimited: materials such as plastic, metal, glass or textiles are efficiently and effectively cleaned, activated or coated and the process is environmentally friendly. In this work the passive oxide film modification of an AISI 304L stainless steel by a surface treatment carried out with an atmospheric-pressure plasma jet (APPJ) generated by air was analysed. In addition, the influence of the surface modification on the corrosion properties of this steel was estimated. The passive surface film of stainless steel was examined by X-ray photoelectron spectroscopy (XPS) and by Secondary Ions Mass Spectrometry (SIMS) depth profiling before and after the plasma treatment. Potentiodynamic anodic polarization tests and electrochemical impedance spectroscopy (EIS) measurements were employed to investigate the effects of the surface plasma treatments on the corrosion protection properties of the plasma treated samples. The plasma treatments allowed the formation of a passive layer, that exhibits higher corrosion resistance than the native film. Time of treatment influenced both the chemical composition and the thickness of the layer. Among the possible applications, the reduction of metallic oxides by plasma is often needed to prepare the surface of the substrates before treatment or deoxidise materials which contains metals. The particles of Sn metallic are very thermal sensitive and the use of atmospheric plasma whit gas containing H2 for the removal of surface oxide is a promising technique to increase the soldering process efficiency. The Sn oxidized specimens are treated whit an atmospheric plasma jet generated by N2-H2 mixture gas. Sequential electrochemical reduction analysis (SERA) is a simple and relatively precise technique to misure quantitatively both the type and the thickness of oxide on tin surface. The analysis was carried out in a borate buffer solution: a constant cathodic current (-20 microA) is applied between the surface and an inert counter electrode (Pt). The change of cathode potential of the oxidized surface during reduction is recorded as a function of time relative to a reference electrode. The potential-time curve consist of a series of potential durations, which is characteristics of each type of oxides and indicate the results achieved in the atmospheric pressure plasma treatment. The surface treatment under these operating conditions does not lead to a complete deoxidation of the material, however the plasma process influences the relative amount of oxides present on the surface
Il trattamento di materiali mediante la tecnologia del plasma atmosferico è impiegato in molti settori della produzione industriale. I potenziali utilizzi della tecnica sono illimitati, infatti materiali polimerici, metallici e vetri vengono efficacemente puliti e attivati. Questo tipo di processo inoltre limita l’uso di solventi alogenati finora impiegati nell’industria per gli stessi scopi. In questo lavoro è stato trattato lo strato passivo superficiale dell’acciaio inossidabile AISI 304L mediante plasma a pressione atmosferica generato da aria. In seguito al trattamento è stata valutata l’influenza della modifica allo strato superficiale in relazione alla resistenza a corrosione. La composizione del film di ossido superficiale è stata studiata tramite spettroscopia fotoelettronica a raggi X (XPS) e spettrometria di massa di ioni secondari (SIMS). Misure di polarizzazione anodica e spettroscopia di impedenza (EIS) sono state invece impiegate per valutare l’effettiva resistenza alla corrosione del materiale in seguito al trattamento. Il processo porta alla formazione di uno strato passivo che mostra una più alta resistenza alla corrosione rispetto all’ossido nativo. Il tempo di trattamento influenza sia la composizione chimica che lo spessore dello strato. La disossidazione di superfici metalliche è un processo necessario in vista di determinati trattamenti industriali. In quest’ottica l’uso del plasma a pressione atmosferica contenente basse percentuali di H2 può rivelarsi utile per la rimozione di ossido superficiale da particelle di Sn impiegate per la preparazione di paste brasanti. Campioni di Sn massivo sono stati trattati mediante plasma a pressione atmosferica generato da una miscela N2 – H2. Nell’ambito di questo studio, l’analisi per riduzione elettrochimica sequenziale (SERA) si è rivelato un metodo semplice e preciso per determinare il tipo di ossido e valutarne le quantità relative presenti sulla superficie del materiale. Le analisi sono state condotte in soluzioni tampone di NaB4O7, applicando una corrente catodica (-20 microA) tra la superficie del materiale e un contro-elettrodo inerte (Pt). Il cambiamento del potenziale catodico della superficie ossidata è registrato in funzione del tempo. Le curve risultanti consistono in una serie di plateaux di potenziale caratteristici ciascuno di un tipo di ossido e indicano i risultati raggiunti con il trattamento superficiale. Nelle condizioni operative applicate, questo processo non porta ad una disossidazione completa del materiale, tuttavia il trattamento con il plasma atmosferico va ad influenzare la quantità relativa dei diversi ossidi presenti sulla superficie dello Sn massivo
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Gorinati, Camilla. "Caratterizzazione funzionale di sorgenti plasma di non equilibrio a pressione atmosferica per l’eradicazione di biofilm batterici e l’inattivazione di spore." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Durante la mia attività di tesi mi sono focalizzata sulla caratterizzazione funzionale di una sorgente plasma surface Dielectric Barrier Discharge (sDBD) impiegata per l’inattivazione di spore batteriche di Geobacillus stearothermophilus, e per l’eradicazione di biofilm batterici di Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa. Durante la prima attività è stata compiuta la caratterizzazione elettrica della sorgente sDBD e sono state condotte analisi di temperatura all’interno del volume di trattamento della sorgente. In seguito sono stati eseguiti test biologici per dimostrare l’efficacia del plasma nell’inattivazione di spore. I risultati ottenuti dimostrano come aumentando la potenza impiegata per generare la scarica di plasma aumenta anche il potere sterilizzante della sorgente e come il valore massimo di temperatura raggiunto sia rimasto al di sotto del valore di soglia. Nella seconda fase i biofilm di S. aureus e P. aeruginosa sono stati trattati tramite sorgente sDBD e l’efficacia del trattamento è stata valutata calcolando la Log Reduction. In seguito la morfologia dei biofilm è stata analizzata tramite il microscopio a scansione elettronica (SEM). I risultati mostrano come il trattamento di biofilm con sorgente plasma sDBD sia efficace sia per ceppi batterici gram positivi sia gram negativi. Le immagini al SEM hanno confermato l’effetto battericida dal plasma.
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Amicone, Alessia. "Caratterizzazione e analisi prestazionale di una sorgente di plasma di non equilibrio a pressione atmosferica per l'inattivazione di bioaerosol." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La qualità dell’aria indoor ha suscitato un interesse particolare in riferimento all’attuale pandemia da SARS-CoV-2, soprattutto in relazione alla possibile trasmissione aerea del virus mediata da microgocce di aerosol che diffonderebbero l’infezione negli ambienti chiusi e scarsamente ventilati. Fra i dispositivi utilizzati per la purificazione dell’aria indoor, i plasmi freddi a pressione atmosferica rappresentano una delle tecnologie innovative più promettenti, considerata l’azione sinergia dei principi chimico-fisici generati dalla scarica plasma che hanno il potenziale di interferire con i meccanismi di vitalità dei microrganismi nocivi. Nel presente lavoro di tesi si è caratterizzata una sorgente plasma con scarica a barriera dielettrica finalizzata all’inattivazione di bioaerosol contenente Staphylococcus epidermidis. I test microbiologici condotti hanno fornito una logR media pari a 0,84. Considerato il regime di funzionamento a bassa densità di potenza, connesso alla produzione di ozono, la concentrazione di quest’ultimo è stata indagata mediante spettroscopia ottica di assorbimento. I valori di concentrazione ottenuti, al di sopra della soglia di ammissibilità per gli ambienti indoor, hanno suggerito di integrare un filtro ai carboni attivi per l’abbattimento dell’ozono in eccesso, di cui è stata valutata l’efficienza in varie configurazioni e condizioni di funzionamento, raggiungendo un valore massimo di rimozione del 66%.
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Brunello, Laura <1989&gt. "Caratterizzazione di negativi fotografici d’Archivio mediante tecniche analitiche non invasive e sperimentazione di tecniche di pulitura mediante plasma atmosferico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11469.

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Abstract:
Il deterioramento dei materiali fotografici è un processo inevitabile, tuttavia una corretta metodologia di archiviazione e conservazione può rallentare tale processo. Oltre a un’operazione di digitalizzazione del materiale fotografico, diventa necessaria una ricerca scientifica dei processi di degrado di tali materiali e la ricerca di nuove tecnologie per restaurarli. In questa ricerca ci siamo concentrati sulla caratterizzazione analitica di negativi fotografici: in particolare di pellicole fotografiche e lastre di vetro risalenti alla seconda metà del ‘900. Utilizzando per tale fine la microscopia ottica, osservazioni in luce visibile e UV, spettroscopia ATR, microscopia elettronica SEM-EDX. In seguito, dati i recenti sviluppi nell’impiego di plasma atmosferico per il restauro di positivi fotografici, si è tentato di impiegarlo per pulire la superficie dei negativi studiati. L’effetto di tale trattamento sulla superficie dei negativi è stato indagato con le tecniche non invasive su descritte, di modo da analizzare gli eventuali cambiamenti chimico-fisici apportati.
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Odo, Gilberto Yosimasa. "Forças de arrasto em satelites artificiais." reponame:Repositório Institucional da UFPR, 1992. http://hdl.handle.net/1884/36950.

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Orientador: Germano Bruno Afonso
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal do Parana
Resumo: Revemos os fenômenos da interação entre um satélite esférico e partículas neutras e carregadas da alta atmosfera. Introduzimos a perturbação no plasma causada pelo movimento do satélite e estimamos o efeito desta perturbação na aceleração de arrasto elétrico. Aplicamos os resultados para o satélite LAGEOS.
Abstract: The phenomena of interaction of a satellite with neutral and charged particles of the high atmosphere were here reviewed. The modification in the plasma due to the movement of a spherical satellite was introduced and this modification effect on the acceleration of electrical drag was evaluated. These results were applied to the LAGEOS satellite.
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Castellucci, Matteo. "Progettazione, sviluppo e caratterizzazione di sorgenti di plasma freddo a pressione atmosferica per la deposizione di coating barriera organici-inorganici su substrati polimerici." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Negli ultimi anni la tecnologia dei plasmi di non equilibrio ha suscitato interesse in ambito industriale grazie alla sua economicità, eco-sostenibilità e scalabilità. Nel mondo del packaging questa tecnologia, ancora in via di sviluppo, ha un ruolo sempre di maggior importanza in quanto permette di depositare coating a bassa permeabilità sui substrati polimerici di interesse. Rispetto ad alcune tecniche tradizionali il plasma non richiede alte temperature di processo e permette di ridurre i tempi caratteristici di processo. Questo elaborato di tesi si focalizza sulla progettazione ed ottimizzazione di sorgenti di plasma freddo a pressione atmosferica per la deposizione di coating barriera sulla superficie di substrati polimerici. Durante l’attività di tesi sono state progettate due sorgenti DBD e due corona multipin. Con le prime è stata dimostrata la fattibilità del processo di deposizione su film piani e, mediante l’utilizzo di una seconda tipologia di sorgente DBD munita di controelettrodo movimentabile, è stato approfondita l’influenza del transitorio di accensione del plasma sulle caratteristiche del coating. Tramite le caratterizzazioni Fourier Transform Infrared Spectroscopy (FTIR) e Scanning Electron Microscopy (SEM) si è notato che il plasma in condizione di regime risulta più efficace, rispetto al plasma in fase transitoria, in termini di composizione chimica e morfologia del coating depositato. La progettazione e realizzazione della sorgente corona multipin ha reso possibile la deposizione su substrati aventi geometria complessa. Le prove sperimentali hanno permesso di individuare le criticità della sorgente, la cui progettazione è stata migliorata con la realizzazione della sorgente corona multipin 2.0, che verrà utilizzata per futuri test di deposizione.
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Tonni, Perucci Davide. "Sviluppo e caratterizzazione di un processo assistito da plasma atmosferico di non equilibrio per la sintesi di nanoparticelle di argento." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L’attività di tesi svolta ha previsto lo studio di processi assistiti da plasma atmosferico di non equilibrio per la sintesi di nanoparticelle (NPs) di argento, dotate di proprietà biologiche e ottiche innovative che possono essere sfruttate rispettivamente in ambito biomedicale e in quello di conversione di energia solare in elettricità. A seguito di uno studio critico dello stato dell’arte dei processi di sintesi di NPs plasma assistiti che ha permesso di orientare correttamente le prove svolte in laboratorio, sono stati implementati due setup sperimentali differenti che hanno consentito di caratterizzare due distinti processi di sintesi di NPs di argento (AgNPs) e accomunati dalla sorgente plasma corona jet e dal generatore micropulsato AlmaPulse utilizzati. Il primo studiato ha previsto l’interazione di un plasma atmosferico di non equilibrio con una soluzione statica di AgNO3 (processo batch) ed ha fornito informazioni propedeutiche alla comprensione dei fenomeni elettrochimici in volo aventi luogo durante il secondo processo di sintesi indagato. Quest’ultimo ha previsto l’interazione di un plasma di non equilibrio con un aerosol costituito da micro-gocce di una soluzione di AgNO3 trasportate da un flusso di Ar all’interno della regione ionizzata. Il lavoro svolto ha permesso di individuare i parametri operativi più interessanti su cui agire per potenziare i due processi di sintesi di AgNPs studiati ed ha messo in evidenza i punti di forza dei trattamenti in volo, in grado di eliminare alcune problematiche difficilmente risolvibili lavorando in condizione batch. I processi in volo, inoltre, sono caratterizzati dai più elevati rapporti superficie/volume ed energia/volume di liquido che li rendono intrinsecamente più efficienti dei processi batch, concentrando su di essi l’attenzione della comunità scientifica per sfruttare gli ampi margini di miglioramento di questa tecnologia.
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Marani, Filippo. "Realizzazione e caratterizzazione chimico-fisica di una sorgente di plasma di non equilibrio operante a pressione atmosferica per la modifica superficale di materiali polimerici in ambiente controllato." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6456/.

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Abstract:
Il plasma, quarto stato della materia, rappresenta un gas ionizzato in cui ioni ed elettroni si muovono a diverse energie sotto l’azione di un campo elettro-magnetico applicato dall’esterno. I plasmi si dividono in plasmi di equilibrio e di non equilibrio termodinamico, quest’ultimi sono caratterizzati da un’alta temperatura elettronica (oltre 10000 K) e da una bassa temperatura traslazionale degli ioni e delle specie neutre (300-1000 K). I plasmi di non equilibrio trovano largo impiego nella microelettronica, nei processi di polimerizzazione, nell’industria biomedicale e del packaging, consentendo di effettuare trattamenti di sterilizzazione e attivazione superficiale. Il lavoro di tesi è incentrato sui processi di funzionalizzazione e polimerizzazione superficiale con l’obbiettivo di realizzare e caratterizzare sorgenti di plasma di non equilibrio a pressione atmosferica operanti in ambiente controllato. È stata realizzata una sorgente plasma operante a pressione atmosferica e in ambiente controllato per realizzare trattamenti di modifica superficiale e di polimerizzazione su substrati polimerici. L’efficacia e l’omogeneità dei trattamenti eseguiti sono stati valutati tramite misura dell’angolo di contatto. La caratterizzazione elettrica ha consentito di determinare i valori di densità di energia superficiale trasferita sui substrati al variare delle condizioni operative. Lo strato depositato durante il processo di polimerizzazione è stato analizzato qualitativamente tramite l’analisi chimica in spettroscopia infrarossa. L’analisi delle prove di funzionalizzazione dimostra l’uniformità dei processi plasma eseguiti; inoltre i valori dell’angolo di contatto misurati in seguito ai trattamenti risultano confrontabili con la letteratura esistente. Lo studio dei substrati trattati in atmosfera satura d’azoto ha rivelato una concentrazione superficiale di azoto pari al 3% attribuibile alla presenza di ammine, ammine protonate e gruppi ammidici; ciò conferma la bontà della soluzione realizzata e dei protocolli operativi adottati per la funzionalizzazione delle superfici. L’analisi spettroscopica dei trattamenti di polimerizzazione, ha fornito spettri IR confrontabili con la letteratura esistente indicando una buona qualità del polimero depositato (PEG). I valori misurati durante la caratterizzazione elettrica della sorgente realizzata risulteranno fondamentali in futuro per l’ottimizzazione del dispositivo. I dati raccolti infatti, determineranno le linee guida per il tailoring dei trattamenti plasma e per lo sviluppo della sorgente. Il presente lavoro di tesi, pur prendendo in esame una piccola parte delle applicazioni industriali dei plasmi non termici, conferma quanto queste siano pervasive nei comuni processi industriali evidenziandone le potenzialità e i numerosi campi d’applicazione. La tecnologia plasma è destinata ad essere imprescindibile per la ricerca di soluzioni innovative ai limiti dei processi tradizionali.
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Valli, Emanuele. "Progettazione, realizzazione e caratterizzazione funzionale di sorgenti di plasma atmosferico di non equilibrio a supporto di processi industriali di inattivazione microbica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il lavoro presentato verte sullo sviluppo, la caratterizzazione e l’ottimizzazione di sistemi plasma per verificare la possibilità dell’impiego della tecnologia dei plasmi freddi a pressione atmosferica nei trattamenti d’inattivazione microbica di packaging alimentare. Le sorgenti plasma investigate sono state due: sorgente corona multipin per il trattamento di capsule in polipropilene (PP), sorgente DBD (Dielectric Barrier Discharge) per il trattamento di film di alluminio. I test di decontaminazione sono stati svolti con le seguenti specie microbiche target: E. coli, S. aureus, C. albicans. Si sono ottenuti riscontri positivi (livelli di abbattimento prossimi o superiori a LogR=2) per entrambe le sorgenti con tempi compatibili a quelli della produzione industriale. A valle di questi risultati si è proceduto alla caratterizzazione superficiale dei substrati trattati per verificare possibili alterazioni degli stessi a seguito dei trattamenti. Le prove condotte in questa fase hanno riguardato la misura dell’angolo di contatto (WCA) al fine di investigare possibili modifiche della bagnabilità del materiale indotte dal plasma ed analisi ATR-FTIR per indagare possibili variazioni della composizione chimica delle superfici trattate. Inoltre si è investigato come il trattamento plasma su PP e su alluminio possa inficiare sul processo di saldatura previsto durante la sigillatura delle capsule. Infine per ogni tipologia di sorgente ed alle varie condizioni operative si è svolta una caratterizzazione elettrica allo scopo di acquisire le forme d’onda specifiche di ogni trattamento con cui calcolare l’energia e la potenza medie trasferite dalle sorgenti ai substrati oltre che verificare la ripetibilità e affidabilità della generazione di plasma. Il lavoro si è concluso con lo scale up della sorgente multipin ovvero la progettazione e la realizzazione di una sorgente in grado di essere inserita all’interno di macchine automatiche per la produzione di capsule.
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Borroni, Martina <1991&gt. "Indagini chimico-analitiche su fotografie dei primi decenni del 1900 e sperimentazione del plasma atmosferico per la rimozione dello specchio d'argento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12666.

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Abstract:
In questo elaborato di tesi vengono descritte le tecniche chimico-fisiche sfruttate per l'analisi e la caratterizzazione di fotografie su carta della prima metà del 1900. Trattasi di tecniche di stampa fotografica che sfruttano la fotosensibilità degli alogenuri d'argento tramite le quali si impressiona un'immagine in bianco e nero, formata da grani di argento metallico. Gli strumenti analitici utilizzati (ATR-FTIR, XRF, SEM-EDX, microscopia ottica, microscopia digitale) hanno permesso di individuare elementi o composti utili per riconoscere il tipo di sviluppo fotografico. Nella seconda parte dell'elaborato è stata avviata una sperimentazione per la pulitura superficiale di questi campioni, utilizzando un plasma atmosferico. Questo strumento è in grado di rimuovere strati molto sottili di materiale (nm), effettuando quindi un tipo di pulitura molto controllabile. Inoltre è in grado di ridurre un composto in stato di ossidazione. Per questi motivi la sperimentazione si è concentrata su un degrado superficiale che deriva da un'ossidazione: lo specchio d'argento. È un riflesso argenteo che si forma a partire dai bordi della fotografia ed è visibile solo sulle zone annerite, ricche di argento.
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Tacito, Alessio. "Sviluppo e caratterizzazione funzionale di una sorgente plasma di non equilibrio a pressione atmosferica per la produzione di liquidi attivati plasma per il trattamento indiretto di cellule tumorali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Numerosi studi in ambito biomedicale riportano che il cancro rappresenta una delle patologie più mortali per l’uomo; le terapie attualmente impiegate in ambito clinico (radioterapia, chemioterapia, chirurgia) possiedono infatti una efficacia limitata nell’eliminare selettivamente le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni verso i tessuti sani. L’obiettivo che la ricerca si pone è quindi quello di individuare terapie che possano porsi come valide alternative ai trattamenti convenzionali e riescano a superare i limiti che questi possiedono. Tra queste rientrano i trattamenti a base di plasmi freddi a pressione atmosferica (CAP), che sono in grado di indurre selettivamente una morte apoptotica nelle cellule tumorali, preservando le cellule sane. Le attività di tesi condotte hanno avuto come obiettivo quello di realizzare una sorgente corona multiwire per la produzione di PAM (Plasma Activated Medium) utilizzato per il trattamento indiretto di un linea di carcinoma ovarico epiteliale commericiale (OV-90) e tre linee di fibroblasti primari non tumorali, in maniera da valutare sia l’efficacia nella riduzione della proliferazione cellulare del tumore, sia la selettività del trattamento.
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Montalbetti, Roberto. "Progettazione, sviluppo, realizzazione e caratterizzazione funzionale di sorgenti plasma freddo di non equilibrio a pressione atmosferica per la deposizione di film sottili." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’ingegneria delle superfici si occupa dello studio di processi finalizzati alla modifica superficiale dei materiali, al fine di conferire a questi ultimi nuove proprietà, lasciandone inalterate le caratteristiche di bulk. Tra i processi di modifica superficiale di materiali, la deposizione di coating (film sottili) risulta di particolare interesse, in quanto permette di migliorare le caratteristiche di materiali largamente impiegati in diversi settori. Tra le varie tecniche di deposizione di coating esistenti, i trattamenti di deposizione plasma assistiti spiccano poiché consentono di ottenere coating con caratteristiche (chimiche, morfologiche e strutturali) idonee per un vasto range di applicazioni, tali trattamenti godono anche di vantaggi peculiari, quali ad esempio basse temperature di processo, tempi di trattamento contenuti ed ecosostenibilità, poiché non richiedono l’utilizzo di solventi chimici. Il processo di deposizione plasma assistito prevede l’introduzione di un precursore, generalmente trascinato da un gas (carrier gas), all’interno della scarica plasma. Quest’ultima ha il compito di frammentare il precursore che, tramite reazioni in volo e in superficie, andrà a ricombinarsi portando alla formazione del coating solido desiderato sulla superficie del materiale. Questa tecnologia può essere implementata sia a pressione atmosferica sia a bassa pressione; benché la deposizione a bassa pressione sia una tecnica consolidata ed implementata industrialmente, recentemente la deposizione a pressione atmosferica sta emergendo come valida alternativa. Nonostante ottenere coating con caratteristiche adeguate sia più complicato a pressione atmosferica che a bassa pressione, la ricerca è fortemente motivata verso questo ambito.
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Faglioni, Matteo. "Progettazione, realizzazione e analisi prestazionale di sorgenti di plasma di non equilibrio a pressione atmosferica per il crosslinking di film di gelatina per applicazioni biomedicali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato di tesi è stato quello di progettare e realizzare sorgenti di plasma di non equilibrio a pressione atmosferica per il crosslinking di film di gelatina e studiare l’effetto del materiale dielettrico impiegato per la realizzazione della sorgente sull’efficacia del processo. Per poter essere applicata con successo in ambito biomedicale, la gelatina, polimero biocompatibile e biodegradabile, necessita di essere sottoposta a trattamenti di crosslinking allo scopo di migliorarne le proprietà meccaniche e renderla insolubile in ambienti umidi. I plasmi di non equilibrio a pressione atmosferica di tipo Dielectric Barrier Discharge (DBD) rappresentano un metodo innovativo per reticolare film, scaffold e fibre di gelatina senza dover incorrere nell’uso di reagenti chimici potenzialmente citotossici. L’attività di tesi è consistita nella progettazione di sorgenti DBD differenti fra loro per i materiali che costituiscono il dielettrico e l’elettrodo di terra. Le sorgenti realizzate sono state impiegate per effettuare trattamenti di crosslinking di film di gelatina. Per tutte le condizioni testate si è svolta sia la caratterizzazione elettrica calcolando la potenza specifica fornita alla sorgente per unità di superficie, sia l’analisi delle caratteristiche dei film trattati con spettroscopia ATR-FTIR che con verifica di solubilità. I risultati evidenziano che il crosslinking della gelatina è ottenibile con l’uso di un dielettrico polimerico. Tuttavia, non si può escludere che l’ampliamento dello spettro delle condizioni operative utilizzate consenta di reticolare la gelatina anche facendo uso di dielettrici ceramici.
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Silva, Lara Cristina. "Quantificação do 5-mononitrato de isossorbida em plasma humano por cromatografia liquida de alta eficiencia acoplada a espectrometro de massa com fotoionização em pressão atmosferica." [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/309494.

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Abstract:
Orientador: Gilberto de Nucci
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-08-09T23:19:38Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Silva_LaraCristina_D.pdf: 3120798 bytes, checksum: acd2f9ee25770674d89f8546b794c073 (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: O 5-mononitrato de isossorbida (5-MNIS) é um nitrato orgânico comumente usado no tratamento da angina pectoris em razão de suas propriedades vasodilatadoras. No presente estudo, um novo método foi desenvolvido para determinar e quantificar o 5-MNIS no plasma humano por cromatografia líquida acoplada à espectrometria de massa em série (CLAE-EM-EM), usando ionização fotospray. O 5- MNIS foi extraído de 0,5 mL de plasma humano por extração líquido-lí quido. O método teve um tempo de corrida cromatográfica de 2,0 min usando uma coluna analítica C8 (1 00 mm ×2.1 mm i.d.). Apesar do método ter apresentado uma curva de calibração não linear (20 to 2000 ng mL -1), a metodologia analítica foi completamente validada (r 2 > 0.995). Os resultados do desempenho do método indicam que o método é eficiente, robusto e suficientemente preciso e exato para a determinação de rotina do 5- MNIS em plasma humano. O método desenvolvido aqui foi empregado num estudo de bioequivalência de dois comprimidos de 5-MNIS 40 mg. O estudo de bioequivalência foi aberto, aleat orizado, com dois períodos, cruzado, com um intervalo de uma semana entre os períodos. Am bas as formulações foram bem toleradas. Os parâmetros farmacocinéticos do 5-MNIS fora m semelhantes aos descritos na literatura. Os intervalos de confiança (IC) 90% para as médias geométricas de ASC 0-t e Cmáx foram incluídos no intervalo de bioequivalência. Ba seado nas regras do FDA e Anvisa para os ensaios de bioequivalência em humanos, a bioequivalência pode ser concluída, tanto para a velocidade como para a extensão da absorção entre ambas as formulações, após administração de dose oral simples (5-MNIS 40 mg)
Abstract: Isosorbide 5-mononitrate (5-ISMN) is an organic nitrate widely used for its vasodilating properties in the treatment of angina pectoris. In the present study, a new method was developed for the determination and quantification of 5-ISMN, in human plasma, by liquid chromatography coupled with tandem mass spectrometry (LC¿MS/MS), using photospray ionization. 5-ISMN was extracted from 0.5 mL human plasma by liquid¿liquid extraction (LLE). The method had a chromatographic run of 2.0 min using a C8 analytical column (100 mm ×2.1 mm i.d.). Although the method showed a non linear calibration curve response (20 to 2000 ng mL-1), the analytical methodology was fully validated (r2 > 0.995). The assay performance results indicate that the method is efficient, robust and sufficiently precise and accurate for the routine determination of the 5-ISMN in human plasma. The method herein developed was employed in a bioequivalence study of two tablet formulations of 5-ISMN 40 mg. The bioequivalence study was conducted open, randomized, two-period, crossover, one-week washout period. Both formulations was well tolerated. Pharmacokinetic parameters of 5-ISMN was similar those described in the literature. The 90% confidence interval (CI) for the geometric mean of AUC0-t and Cmax were included into the bioequivalence range. Based on FDA and Anvisa rules for human bioequivalence trial, can be concluded bioequivalence for both, rate and extent of absorption between both formulations after single oral dose administration (5-ISMN 40 mg)
Doutorado
Doutor em Farmacologia
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Antoci, Simona. "Studio parametrico degli effetti delle condizioni di processo sulle caratteristiche chimico-morfologiche di coating a base di silicio depositati su substrati polimerici mediante plasma atmosferico di non equilibrio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Le attività di questo lavoro di tesi riguardano lo studio delle potenzialità dei processi assistiti da plasmi freddi a pressione atmosferica per la deposizione di coating a base silicio su substrati polimerici in polipropilene, al fine di conferire a questi proprietà barriera all’ossigeno e all’umidità. La produzione di materiali aventi elevate proprietà barriera è fortemente richiesta nel settore del packaging alimentare al fine di incrementare la shelf-life degli alimenti confezionati, riducendo e/o eliminando l’utilizzo di conservanti. La formazione di tali coating avviene mediante polimerizzazione di un precursore a base di silicio (HMDSO), il quale viene introdotto nella regione di plasma generato da una sorgente Dielectric-barrier discharge (DBD) con l’utilizzo un carrier gas costituito da aria deoleata e deumidificata. Gli effetti della variazione dei parametri di processo sulle caratteristiche chimico-morfologiche del coating vengono analizzati mediante tecnica ATR-FTIR per ricavare informazioni sui gruppi funzionali presenti sulla superficie del campione trattato, mediante misura di angolo di contatto per individuare i cambiamenti in termini di bagnabilità e mediante analisi al microscopio SEM per caratterizzare la morfologia superficiale.
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Laghi, Giulia. "Deposizione plasma assistita di coating barriera a base silicio su packaging polimerici: studio sperimentale e simulativo degli effetti dei parametri di processo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, l’industria alimentare ha sviluppato soluzioni per il packaging prevalentemente costituite da materiali plastici, come PET e PP. Questi polimeri non offrono sufficienti proprietà barriera alla permeazione di gas e di conseguenza non garantiscono un’adeguata shelf-life dei prodotti confezionati. Per questa ragione è forte l’interesse dell’industria alimentare nel trovare soluzioni barriera nuove ed efficienti. Tra queste, i coating barriera di silice si rivelano promettenti perché sono trasparenti e compatibili con il riscaldamento al microonde ed il riciclo del polimero su cui sono stati depositati. Una tecnica particolarmente interessante per la produzione di questi film è la deposizione plasma assistita a pressione atmosferica, che si caratterizza per basse temperature di trattamento, tempi di processo contenuti e ridotti costi d’impianto. Ottenere coating a pressione atmosferica con caratteristiche barriera adeguate è una sfida complessa ma la tecnologia offre numerosi gradi di libertà (configurazioni plasma, precursori gassosi e altri parametri di processo) che motivano fortemente la ricerca in questo ambito. L’obiettivo principale di questo lavoro di tesi è stata la ricerca delle condizioni ottimali per la deposizione plasma assistita a pressione atmosferica su substrati di polipropilene di coating di silice per applicazioni barriera. Mediante l’utilizzo di una configurazione Corona-jet sono stati depositati coating a partire da HMDSO al variare di alcuni parametri di processo, in particolare è stato osservato l’effetto della portata di ossigeno, del duty cycle e del tempo di trattamento sui depositi mediante analisi ATR-FTIR e SEM. In parallelo, è stata effettuata la progettazione di una configurazione DBD, assistita da una fase di modelling, al fine di indagare l’uniformità del profilo di velocità del flusso di gas all’interno della sorgente, aspetto indispensabile per garantire l’uniformità del deposito.
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