Academic literature on the topic 'Pittura medievale'

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Journal articles on the topic "Pittura medievale"

1

Freuler, Gaudenz, and Christoph Eggenberger. "Per un Corpus della pittura murale in Svizzera. Aspetti della pittura svizzera medievale." Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 106, no. 1 (1994): 79–88. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1994.3352.

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2

Langeli, Attilio Bartoli. "Scrittura e figura, scrittura e pittura, (con esempi di eta medievale)." La Ricerca Folklorica, no. 31 (April 1995): 5. http://dx.doi.org/10.2307/1480031.

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3

Maraković, Nikolina. "Simone Piazza, Pittura rupestre medievale. Lazio e Campania settentrionale (secoli VI-XIII)." Hortus Artium Medievalium 14 (January 2008): 322–23. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.2.305462.

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4

Bordi, Giulia. "Corpus e Atlante della pittura medievale a Roma (312-1431). Un modello possibile." Hortus Artium Medievalium 24 (May 2018): 60–70. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.115936.

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5

Richardson, Carol M. "Durante Alberti, the Martyrs' Picture and the Venerable English College, Rome." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 223–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003032.

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Abstract:
DURANTE ALBERTI, IL QUADRO DEI MARTIRI E IL VENERABILE COLLEGIO INGLESE, ROMAIl Quadro dei Martiri nel Venerabile Collegio Inglese di Roma fu dipinto nel 1581 da Durante Alberti in occasione di una congiuntura seminale nella storia dell'istituzione. Nel 1579 ciò che era stato l'ospizio medievale per i pellegrini inglesi e gallesi divenne il Collegio Inglese, condotto dai Gesuiti, per preparare gli uomini al sacerdozio e mandarli all'Inghilterra di Elisabetta I nel memento del culmine della repressione cattolica. Come importante parte di uno dei numerosi programmi decorativi associati ai Gesuiti nel 1580 sotto Gregorio XIII (1572–85), la pittura è stata oscurata dall'esplicito affresco dei martiri di Niccolo Circignani (‘Il Pomarancio’) aggiunto alia chiesa poco dopo e dalle stampe di Giovanni Battista de' Cavalieri che li riporta. Questo articolo cerca di riposizionare la pala d'altare al centro sia del ciclo decorativo originale che degli eventi rimarchevoli accorsi durante la traumatica transizione dell'istituzione da casa per clerici esiliati a luogo di addestramento per preti militanti disposti a tornare in Inghilterra e affrontare il martirio.
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6

Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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7

Marchiori, Laura. "Medieval wall painting in the church of Santa Maria in Pallara, Rome: the use of objective dating criteria." Papers of the British School at Rome 77 (November 2009): 225–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000088.

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Abstract:
Le pitture medievali nella chiesa di Santa Maria in Pallara hanno ricevuto poca attenzione da parte degli studiosi, forse per via dell'incertezza della loro datazione; infatti non si possiede nessuna indipendente documentazione letteraria per la loro realizzazione. Tradizionalmente datati al X secolo, le pitture mostrano un'iconografia più comune nei contesti del XII e XIII secolo, una rappresentazione di Apostoli seduti sulle spalle dei Profeti, che senza dubbio contribuiscono alla loro dimenticanza, visto che i monumenti più tardi sono ben documentati. Comunque, l'iconografia deriva dalle tradizioni romane della decorazione ecclesiastica, tradizioni che possono essere utilizzate in un'analisi delle pitture al fine di arrivare ad una datazione indipendente basata solo sulla loro forma e contenuto. Seguendo una metodologia sviluppata da John Osbornc per la datazione di pitture medievali prive di documentazione a Roma, questo articolo analizza i criteri obicttivi di datazione delle pitture di Santa Maria in Pallara; tali criteri sono la messa in opera, la funzione, il soggetto, le iscrizioni e la tecnica pittorica. Simili analisi suggeriscono che per le pitture è possibile una data al X secolo, che sono ben classificate nella storia della tecnica pittorica di Roma tra monumenti sicuramente datati al IX secolo e quelli datati all'XI e XII secolo.
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8

Castiñeiras González, Manuel A. "Marco Rossi, Milano e le origini della pittura romanica lombarda. Committenze episcopali, modelli iconografici, maestranze." Medievalia 15 (December 19, 2012): 451. http://dx.doi.org/10.5565/rev/medievalia.63.

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9

Angelucci, Davide. "Nuove indagini sulle pitture rupestri dell’eremo di Selvascura presso il Santuario del Crocifisso a Bassiano." Fenestella. Dentro l'arte medievale / Inside Medieval Art 3 (December 30, 2022): 45–87. http://dx.doi.org/10.54103/fenestella/18645.

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Abstract:
This article aims to re-examine the frescoes in the Selvascura hermitage in Bassiano, one of the medieval pictorial contexts created in caves in Lower Lazio, both from an iconographic and stylistic point of view. In the past, the paintings aroused some attention from local connoisseurs, but they collected a barely timid interest in critical publications. The carried out research revealed the existence of a link between the iconographic choices made in the cave paintings and the Greek theological literature, especially the Heavenly Ladder of St. John Climacus, known by the Franciscan Spirituals thanks to the translations by Angelo Clareno. Therefore, it is possible to suggest a new iconological interpretation of the frescoes on the right side of the cave and to overcome the traditional approach that considered the decoration of this hermitage as a mere juxtaposition of votive panels. Furthermore, an unpublished painting inspired by one of the apologues told by Barlaam to the Indian prince Josaphat has been identified and it can be added to the small list of monumental works with this theme related to the Italian Middle Age. This paper explains also all the documents from the current archives of the Soprintendenza concerning these frescoes and their preservative history from the 70s to the 90s of the XX century. Finally, an accurate analysis of the stylistic features and the comparison with other pictorial and mosaic works from Rome and the rest of Lazio allow to date back the paintings to the period between the end of the 13th and the beginning of the 14th century and to recognize the style of unknown artists trained in the school of Cavallini, very close to the Magister Conxolus’s lesson.
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10

Lovino, Francesco. "Maria Stella Calò Mariani, Nicola Cicerale, San Leonardo di Siponto “ iuxta stratam peregrinorum”; Maria Stella Calò Mariani, Adriana Pepe, Luoghi di culto lungo la via francigena In cammino verso la grotta dell’Arcangelo; Maria Stella Calò Mariani, Monte Sant’Angelo. Il complesso monumentale di San Pietro, di Santa Maria Maggiore e del battistero di San Giovanni; Maria Stella Calò Mariani, Natalia D’Amico, Santa Maria di Ripalta sul Fortore (Lesina). Dalla fondazione cistercense alla rinascita celestina; Maria Stella Calò Mariani, La pittura medievale in Capitanata, [ Piccole monografie della Puglia, sezione Capitanata ] , Galatina: Congedo Editore, 2013." Convivium 2, no. 2 (November 2015): 174–77. http://dx.doi.org/10.1484/j.convi.5.111186.

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Dissertations / Theses on the topic "Pittura medievale"

1

Piazza, Simone. "Pittura rupestre medievale : Lazio et Campania settentrionale (secoli VI-XIII) /." [Rome] : [Paris] : École française de Rome ; [diff. de Boccard], 2006. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb410128026.

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2

Massaccesi, Fabio <1974&gt. "Jacopo di Paolo nella pittura bolognese tra XIV e XV secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1101/1/Tesi_Massaccesi_Fabio.pdf.

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Massaccesi, Fabio <1974&gt. "Jacopo di Paolo nella pittura bolognese tra XIV e XV secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1101/.

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4

Murat, Zuleika. "Pittura e contesto. Guariento." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423040.

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Abstract:
The thesis, entitled “Pittura e contesto. Guariento”, is devoted to the Paduan painter Guariento di Arpo. Born around 1310, and dead before 1370, the painter is widely known because of the artworks he did for the Carraresi, and in particular the private chapel he painted inside their palace. Since he was an esteemed and much valued painter, his fame soon extended over the city boundaries, and he was involved in other important patrons' commissions. Indeed, the Rossi-Botsch wanted him to paint their funerary chapel inside the Dominican church of Bolzano, and later the Dogi called him in Venice to paint the funerary monument of Giovanni Dolfin, and the huge Coronation of the Virgin in the Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale. Guariento worked a lot in his native city as well; the Eremitani, in particular, commissioned him two chapels inside their church. Furthermore, Guariento painted several altarpieces, which are now mainly scattered and kept in Museums and private collections all over the world. Despite the fact that many ancient sources underlined the high quality and the innovative character of his paintings, modern scholars tend to underestimate his works. The fact that his most important works are partially or totally destroied, and the ambiguity of his style, has caused an evident misunderstanding of his paintings. Indeed, his models are yet to be identified properly, and the development of his style has been too strictly connected to other artistic schools, as if we were just a passive imitator. Through a new analisys of his paintings, of the sources, and of the historical context in which the painter lived and worked, this research rearranges Guariento's entire artistic development. The thesis consists in four chapters, which are followed by the usual devices, the historical documents and the catalogue of the paintings. The first chapter is devoted to the critical reception: the opinions that ancient and modern scholars gave of Guariento's works are analyzed within the wider historical and cultural context in which they were expressed. The second chapter is focused on the stylistic evolution, which is analyzed starting from the first paintings, reconnected to the context of the giottesque Paduan workshops, to the last ones. Particular attention is also paid to the decorative and material aspects of the paintings, that have been totally ignored by scholars untill now. The third chapter is devoted to patrons; the important frescoes commissioned by the Carraresi, the Rossi-Botsch, the Eremitani and the Dogi are the main subjects of this chapter. These fragmentary paintings are ideally recomposed in their original aspect, relocated in their sites, and analyzed in their inner meaning, that is often connected to the glorification and celebration of their patron. Finally, the last chapter is devoted to panel paintings. Here their functions, typologies and provenances are taken into account.
La tesi, dal titolo “Pittura e contesto. Guariento”, ha per oggetto la figura e l'opera del pittore padovano Guariento di Arpo. Nato attorno al 1310 e morto entro il 1370, l'artista è noto soprattutto per le sue imprese al servizio dei Carraresi, per i quali dipinse la cappella privata di palazzo e, secondo le testimonianze delle fonti, altre sale di rappresentanza all'interno della reggia, distrutte nel corso dei secoli successivi. Pittore stimato e richiesto all'epoca, la sua fama travalicò presto i confini cittadini, e venne infatti ingaggiato da altri committenti prestigiosi dapprima a Bolzano, dove lavorò per la ricca famiglia dei Rossi-Botsch, e poi a Venezia, dove in due diverse occasioni si aggiudicò importanti commissioni dogali. Nella stessa città natale fu attivo in numerose imprese, fra cui le principali, oltre alle carraresi, si individuano nella chiesa degli Eremitani, dove decorò la cappella maggiore e quella dedicata a Sant'Antonio abate. Infine, numerosi dipinti su tavola, per la maggior parte smembrati e conservati in musei e collezioni internazionali, lasciano immaginare una ricca produzione di pale d'altare, in competizione e su modello di quanto si andava contemporaneamente facendo a Venezia, oggi difficilmente stimabile per la scomparsa pressoché totale, e per gli invasivi rimaneggiamenti, dei dipinti stessi. La posizione innovatrice del pittore, pur ben rilevata dalle fonti antiche che lunghi elogi dedicarono alla sua opera, stenta ad essere riconosciuta dalla critica più recente, al punto che Guariento è spesso sottovalutato non solo per la distruzione parziale delle sue opere più importanti, che ne pregiudica l'apprezzamento, ma anche per l'ambivalenza del suo linguaggio, che spesso ha disorientato gli studiosi. Ancora in anni assai recenti, infatti, le radici stilistiche del maestro vengono confuse e male interpretate, così come il successivo evolversi del suo stile, troppo spesso letto in un rapporto di derivazione quasi passiva da modelli di scuole pittoriche diverse, fiorite negli stessi anni. Attraverso la rinnovata analisi dei dipinti, pertanto, delle fonti, e del contesto storico in cui Guariento operò, la ricerca che qui si presenta ricostruisce l'intera vicenda artistica del maestro, restituendo dignità ad un pittore che fu fra i massimi innovatori dell'arte padovana del Trecento. Il lavoro si articola in quattro capitoli, cui fanno seguito i canonici apparati, ovvero il regesto documentario e il catalogo delle opere. Il primo capitolo è dedicato alla fortuna critica; i giudizi espressi sull'opera del pittore vengono contestualizzati nel tessuto culturale in cui furono prodotti, e riletti alla luce delle conoscenze e correnti di pensiero coeve. Segue un capitolo dedicato all'analisi stilistica dell'intera opera del pittore, che viene riveduta a partire dalle fasi iniziali, contestualizzate nell'ambito delle botteghe giottesche padovane di inizio Trecento, fino agli sviluppi gotici più maturi e alla fase estrema, neogiottesca, dell'attività dell'artista; grande attenzione è riservata all'aspetto ornamentale e materico delle opere, finora totalmente trascurato dalla critica. Al fondamentale ambito della committenza è dedicato il terzo capitolo, che focalizza l'attenzione sugli importanti cicli finanziati dai Carraresi, dai Rossi-Botsch, dagli Eremitani e dai Dogi; i dipinti frammentari vengono idealmente ricomposti nella loro veste originaria e al contempo se ne indagano i significati encomiastici e celebrativi. L'ultimo capitolo è invece riservato all'analisi della produzione su tavola, e nello specifico alle funzioni, tipologie e provenienze di tali dipinti, oggi per la maggior parte smembrati. Attraverso lo studio diretto delle porzioni superstiti, lo spoglio delle fonti, e la comparazione con esempi meglio documentati e integri, si propongono nuove ipotesi ricostruttive.
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5

Mazzocchi, Eleonora. "Territori della Riforma : pittura a Roma nella prima metà del XII secolo." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2006. http://hdl.handle.net/11384/85761.

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Abstract:
From the introduction: Il cuore della tesi [...] è il tentativo di offrire una rilettura della cosiddetta seconda età della Riforma Gregoriana, attraverso il riesame di alcune testimonianze pittoriche meno indagate. Fra queste si collocano in primo piano le pitture del sacella della basilica dei Ss. Bonifacio ed Alessio [...]. Partendo da un'analisi storica della città di Roma nel XII secolo, attraversata dai continui conflitti tra il Papato e l'Impero approdati ad una prima soluzione con il Concordato di Worms del 1122, ho indagato, alla luce dei nuovi contributi storici, il ruolo dei monasteri, evidenziandone le particolarità rispetto alle altre città italiane e la presenza attiva nella vita politica e culturale [...]. A ciò ha fatto seguito una'analisi della basilica di San Benedetto in Piscinula, con una ricostruzione della sua storia attraverso la documentazione rintracciata in archivi romani, per giungere al cuore del discorso, le pitture del ciclo testamentario [...].
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6

Fabbian, Alice <1986&gt. "Pittura rupestre del Catepanato in Puglia: iconografie orientali a confronto con temi dell'occidente cristiano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13479.

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Abstract:
Dopo un inquadramento storico-geografico della Puglia e in particolare della provincia di Brindisi; si procederà con la descrizione degli affreschi siti in importanti chiese rupestri di epoca medievale localizzati nella zona, tra cui il complesso di Lama d’Antico di San Marco e San Biagio. L’attenzione verrà focalizzata sulla compresenza iconografica greca e latina con l’obiettivo di delimitare nelle varie chiese la giusta attribuzione dei due stili. Tale compresenza stilistica può rendere più chiari i rapporti che andavano sviluppandosi tra le due comunità nel periodo e nell'area geografica presi in questione, e dare un quadro più chiaro delle dinamiche religiose e sociali che l'attraversarono.
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7

Mosso, Valerio <1976&gt. "Giovanni Francesco da Rimini Un percorso fra tradizione e rinnovamento nella pittura italiana di metà Quattrocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5115/1/Mosso_Valerio_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi presenta l’attività di Giovanni Francesco da Rimini, pittore attivo all’incirca dal 1440 al 1470. Analizzando le varie esperienze tra Padova, Perugia, Firenze e Bologna, si ricostruisce un catalogo delle sue opere.
The PhD thesis focuses on the oeuvre of Giovanni Francesco da Rimini, painter active between 1440 and 1470. Through the analysis of his activity in Padua, Perugia, Florence and Bologna, it presents a complete catalogue of his works.
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8

Mosso, Valerio <1976&gt. "Giovanni Francesco da Rimini Un percorso fra tradizione e rinnovamento nella pittura italiana di metà Quattrocento." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5115/.

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Abstract:
La tesi presenta l’attività di Giovanni Francesco da Rimini, pittore attivo all’incirca dal 1440 al 1470. Analizzando le varie esperienze tra Padova, Perugia, Firenze e Bologna, si ricostruisce un catalogo delle sue opere.
The PhD thesis focuses on the oeuvre of Giovanni Francesco da Rimini, painter active between 1440 and 1470. Through the analysis of his activity in Padua, Perugia, Florence and Bologna, it presents a complete catalogue of his works.
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9

RICCOBONO, FEDERICO. "La pittura murale a Milano tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1352.

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Abstract:
Si tratta di studio sulla pittura murale milanese dalla seconda metà del Duecento all’inizio del Trecento; partendo dalle considerazioni di Pietro Toesca (1912), si analizzano i singoli affreschi cercando di inserirli all’interno di un omogeneo percorso cronologico e stilistico; per comprendere meglio quale aspetto avesse la pittura milanese prima dell’arrivo di Giotto a Milano, evidenziando somiglianze e differenze tra le varie cadenze stilistiche presenti in Milano. A questo scopo i singoli dipinti, presenti nei vari edifici religiosi, vengono studiati nel loro contesto architettonico per comprendere meglio la loro rilevanza artistica nella città.
This study on the mural painting in Milan in the second half of the thirteenth century at the beginning of the fourteenth century, starting from the considerations of PietroToesca (1912); we analyze the individual frescoes trying to put them in a consistent chronological and stylistic; to understand better what the painting looked like before the arrival of Giotto in Milan , highlighting similarities and differences between the many stylistic variations present in Milan. For this purpose the individual paintings in the various religious buildings, are studied in their architectural context to better understand their importance in the artistic city.
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RICCOBONO, FEDERICO. "La pittura murale a Milano tra la seconda metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1352.

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Abstract:
Si tratta di studio sulla pittura murale milanese dalla seconda metà del Duecento all’inizio del Trecento; partendo dalle considerazioni di Pietro Toesca (1912), si analizzano i singoli affreschi cercando di inserirli all’interno di un omogeneo percorso cronologico e stilistico; per comprendere meglio quale aspetto avesse la pittura milanese prima dell’arrivo di Giotto a Milano, evidenziando somiglianze e differenze tra le varie cadenze stilistiche presenti in Milano. A questo scopo i singoli dipinti, presenti nei vari edifici religiosi, vengono studiati nel loro contesto architettonico per comprendere meglio la loro rilevanza artistica nella città.
This study on the mural painting in Milan in the second half of the thirteenth century at the beginning of the fourteenth century, starting from the considerations of PietroToesca (1912); we analyze the individual frescoes trying to put them in a consistent chronological and stylistic; to understand better what the painting looked like before the arrival of Giotto in Milan , highlighting similarities and differences between the many stylistic variations present in Milan. For this purpose the individual paintings in the various religious buildings, are studied in their architectural context to better understand their importance in the artistic city.
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Books on the topic "Pittura medievale"

1

Romanelli, Rosalinda. Andria medievale: La pittura. Bari: Quorum edizioni, 2021.

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2

Pittura medievale in Sicilia. Venaria Reale]: Magika, 2020.

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3

Alessandro, Tomei, ed. La pittura medievale nell'Abruzzo aquilano. Cinisello Balsamo, Milano: Silvana, 2010.

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4

La pittura medievale a Roma: 312-1431. Viterbo: Università della Tuscia, 2006.

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5

S, Romano, ed. La pittura medievale a Roma: 312-1431 ; corpus. Milano: Jaca book, 2006.

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6

Franco, Lessi, ed. Pittura medievale nella diocesi di Volterra: Immagini e culto. Volterra [Italy]: Fotoimmagine, 1999.

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7

Pittura rupestre medievale: Lazio e Campania settentrionale (secoli VI-XIII). Roma: École française de Rome, 2006.

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8

Manavella, Stefano. Osservazioni sulla pittura medievale e rinascimentale fra Tanaro e Bormida di Millesimo. Castelnuovo di Ceva: Comune di Castelnuovo di Ceva, 2017.

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9

Edoardo, Agustoni, Cardani Vergani Rossana 1960-, and Rüsch Elfi, eds. Pittura medievale e rinascimentale nella Svizzera italiana: Atti del Convegno, Lugano, 28 marzo 1998. Lugano: Fidia edizioni d'arte, 2000.

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10

Franco, Lessi, and Fotoimmagine Volterra (Group), eds. Un itinerario nella pittura medievale attraverso le valli dell'Era, del Cecina e del Cornia. Volterra [Italy]: Fotoimmagine, 1996.

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Book chapters on the topic "Pittura medievale"

1

Piazza, Simone. "Abbreviazioni." In Pittura rupestre medievale. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1654.

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2

Piazza, Simone. "Introduzione." In Pittura rupestre medievale, 1–10. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1655.

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3

Piazza, Simone. "Capitolo I. La cavità rupestre come luogo di culto : immaginario e realtà." In Pittura rupestre medievale, 11–38. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1656.

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4

Piazza, Simone. "Capitolo III. Fenomeni religiosi all’origine della pittura rupestre." In Pittura rupestre medievale, 181–208. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1658.

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Piazza, Simone. "Capitolo IV. La pittura rupestre nell’ambito della produzione artistica campano-laziale." In Pittura rupestre medievale, 209–49. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1659.

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Piazza, Simone. "Fonti edite." In Pittura rupestre medievale, 251–52. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1660.

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Piazza, Simone. "Bibliografia." In Pittura rupestre medievale, 253–84. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1661.

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Piazza, Simone. "Indice dei luoghi." In Pittura rupestre medievale, 287–90. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1662.

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Piazza, Simone. "Indice dei nomi." In Pittura rupestre medievale, 291–93. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1663.

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10

Piazza, Simone. "Indice iconografico." In Pittura rupestre medievale, 294–96. Publications de l’École française de Rome, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.1664.

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