Journal articles on the topic 'Pittori'

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1

Redavid, María Gaia. "La Compagnia della Morte." Revista Eviterna, no. 8 (September 23, 2020): 203–17. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi8.9778.

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Abstract:
L’articolo si propone di ricostruire la storia della Compagnia della Morte, sfatando miti e leggende dietro la sua storia. La Compagnia della Morte per molto tempo è stata ritenuta un’accolita di pittori napoletani decisi a partecipare alle giornate della rivolta di Masaniello. Secondo il biografo napoletano Bernardo De Dominici la Compagnia della Morte sarebbe stata organizzata dal pittore Aniello Falcone e avrebbe contato tra le sue fila non pochi artisti napoletani desiderosi di partecipare alle giornate della rivolta. La banda nottetempo organizzava spedizioni punitive per la città di Napoli, a danno degli spagnoli che avevano abusato delle giovani donne napoletane. Fu davvero così? Si può parlare della nascita di una vera e propria pittura del dissenso? Per la prima volta viene indagato questo fenomeno dal punto di vista delle fonti storiche e delle memorie degli artisti.
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Gambino, Giuseppe. "Antonio De Bellis." Revista Eviterna, no. 8 (September 22, 2020): 51–70. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi8.9781.

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Abstract:
Il Seicento napoletano fu caratterizzato da un così grande fermento culturale e artistico da meritarsi l’appellativo di Secolo d’Oro. Una miriade di architetti, scultori, pittori e artigiani diedero vita a opere di grande pregio che cambiarono per sempre il volto della capitale del Viceregno. Tra i pittori ai tempi più apprezzati, come dimostrano le tante opere che oramai fanno parte del suo catalogo, ma per tanto tempo caduti nell’oblio, anche per la quasi totale assenza di dati documentari, c’è sicuramente Antonio De Bellis: un artista che dagli anni ’70 del Novecento ha stuzzicato l’interesse degli studiosi entrando anche a far parte della rosa di pittori coinvolti nella vexata quaestio sull’identità del Maestro degli Annunci ai pastori. Spesso confuso con il Cavallino, a riprova della qualità di molte sue opere, dal quale si discosta per un certo arcaismo persistente in tutta la sua opera, il suo percorso artistico affonda le radici nel Naturalismo di matrice caravaggesca, ‘napoletanizzato’ da Battistello, Filippo Vitale e dal deus ex machina della pittura di quel periodo nella città partenopea, Jusepe de Ribera. E seguendo le orme di quest’ultimo, come tanti altri partecipa a quella rivoluzione coloristica che arriva da un lato da Roma, tramite la riscoperta dei Maestri veneti del ‘500 da parte di un gruppo di pittori francesi, primo fra tutti Poussin, e dall’altro dalle tele piene di luce ‘mediterranea’ del Van Dyck. Il tentativo di Antonio di mantenere il legame con i modi della sua formazione, pur aderendo a queste nuove istanze, non regge però a lungo e quelle che al momento sono ritenute le sue ultime due tele, non hanno quel mordente che aveva caratterizzato invece la sua produzione precedente.
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Sánchez López, Juan Antonio. "Varchi, Benedetto: Lección sobre la primacía de las Artes." Boletín de Arte, no. 21 (July 3, 2019): 521–25. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2000.v0i21.6534.

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Abstract:
En 1546, el historiador y filósofo Benedetto Varchi pronunciaba en la Academia de Florencia sus conocidas Due lezioni ... nella prima del/e quali si dichiara un sonetto di M. Michelagnolo Buonarroti .. Nella seconda si disputa qua/e sia piú nobile arte la Scultura, o la Pittura, con una lettera désso Michelagnolo, & piú altri eccellentiss. pittori, et scultori, sopra la quistione sopradetta. No pasaron muchos años para que sus palabras fueran dadas a la letra impresa, de tal forma que, ya en 1549, aparecía la primera edición con prefacio del texto varchiano.
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Ventura, Rejane Maria Bernal. "Lodovico Dolce e uma crítica às Vite de Giorgio Vasari." História da Historiografia: International Journal of Theory and History of Historiography 5, no. 9 (June 23, 2012): 72–87. http://dx.doi.org/10.15848/hh.v0i9.379.

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Abstract:
Este artigo contempla alguns aspectos que ligam o Dialogo della pittura intitolato l´Aretino (1557), do Homem de Letras veneziano Lodovico Dolce, à obra do historiador Florentino, Giorgio Vasari, Le vitede´più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue, insino a´tempi nostri (1550). Procura-se demonstrar ao longo do texto que Dolce apoiou-se em conceitos teóricos expostos nas Vite, revertendo-os em seus próprios argumentos com o propósito de exaltar a pintura veneziana enquanto patrimônio cultural do Cinquecento, equiparando-a à arte da Tosco-romana, bem como buscou salientar a relevância da pintura de Ticiano, ausente da primeira edição da obra.
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ESPOSITO, Domenico. "I pittori dell'officina deiVettiia Pompei." BABESCH - Bulletin Antieke Beschaving 82, no. 1 (July 31, 2007): 149–64. http://dx.doi.org/10.2143/bab.82.1.2020766.

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6

Montijano García, Juan María. "El disegno en los siglos XVI y XVII." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 2 (June 6, 2010): 39–46. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2010.v2i.12695.

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Abstract:
Uno de los conceptos más complejos del vocabulario artístico renacentista y barroco es el de disegno. Como tantos otros términos, su formulación original se atribuye al pintor, arquitecto, urbanista y teórico Giorgio Vasari, fi el seguidor de Miguel Ángel y primer historiador del arte con su obra Le Vite de’ più eccellenti Architetti, Pittori et Scultori italiani da Cimabue insino à tempi nostri descritte in lingua Toscana da Giorgio Vasari pittore Artetino... La mayor originalidad vasariana en el ámbito teórico del sistema de las artes es el desarrollo del concepto de las arti del disegno, que señala el parentesco entre las tres artes visuales por medio de un origen común, y en la práctica. Esta valoración esencial del disegno en Vasari tiene su culminación en la creación de la Accademia del Disegno en Florencia y al servicio del Gran Duque Cosme I de Médicis.
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Longo, Giuseppe O. "Il soffio del dàimon. Variazioni sulla creatività." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 22–48. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036004.

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Abstract:
Le immagini (artistiche e scientifiche) che ci costruiamo della realtà obbediscono a "codici rappresentativi", che a lungo sono stati considerati "naturali"; ma ver-so l'inizio del Novecento si è creduto di scoprirne la sostanziale arbitrarietà: di qui un pullulare di rivoluzioni rappresentative in arte, in musica, in letteratura e fors'anche in fisica e in matematica. Ma dopo questa esplosione di creatività nel dominio dei codici ci si è accorti che 1) esiste una sorta di "selezione naturale" dei codici rappresentativi basata sulla coevoluzione tra bio-fisiologia umana ed espressività dei codici e sulla compatibilità ed efficacia dei codici, per cui i codi-ci giunti fino a noi sono più robusti di quelli che si sono persi per strada (questa coevoluzione conferma il legame immersivo e sistemico tra noi e il resto della na-tura); 2) i codici rappresentativi non sono tutti sullo stesso piano: ve ne sono di più profondi e di più superficiali, e i primi richiamano il classico problema, af-frontato tra gli altri da Eugene Wigner, dell'irragionevole efficacia della mate-matica nelle scienze naturali. Questo problema si articola in altri più specifici: perché alcuni pittori dipingono frattali pur ignorandone gli aspetti matematici? Perché fin dall'antichità architetti, pittori e musicisti hanno basato le loro opere sulla sezione aurea?
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Camerota, Filippo. "Introduzione. La prospettiva come tema vitruviano = Introduction. Perspective as a Vitruvian Theme." Espacio Tiempo y Forma. Serie VII, Historia del Arte, no. 7 (December 13, 2019): 17. http://dx.doi.org/10.5944/etfvii.7.2019.26188.

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Abstract:
Con la diffusione della prospettiva lineare, l’architettura divenne uno dei principali temi di studio degli artisti rinascimentali. La necessità di rappresentare architetture credibili impose ai pittori di imparare a disegnare come gli architetti, combinando piante e alzati e applicando le regole proporzionali e morfologiche tramandate da Vitruvio. I trattati di prospettiva accolsero sistematicamente mirate istruzioni sul disegno degli edifici, così come i trattati di architettura dedicarono spazio alla rappresentazione prospettica, considerandola come una disciplina corrispondente a ciò che Vitruvio chiamava «scaenographia». A sancire lo stretto legame tra la prospettiva dei pittori e la scenografia vitruviana fu principalmente Daniele Barbaro che compose il suo celebre trattato di prospettiva come approfondimento del tema che tanto lo aveva impegnato nel suo altrettanto celebre commento a Vitruvio.AbstractWith the spread of linear perspective, architecture became one of the main disciplines studied by Renaissance artists. The need to represent credible architecture forced painters to learn how to draw like architects, combining plans and elevations and applying the proportional and morphological rules handed down by Vitruvius. The treatises of perspective systematically welcomed instructions on the design of buildings, just as the architectural treatises dedicated space to perspective representation, considering it as a discipline corresponding to what Vitruvius called «scaenographia». To establish the close link between the perspective of painters and the Vitruvian scenography was mainly Daniele Barbaro who composed his famous treatise on perspective as a deepening of the theme that had so busy him in his equally famous commentary on Vitruvius.
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Padoan (book author), Giorgio, and Antonio Franceschetti (review author). "Rinascimento in controluce: Poeti, pittori, cortigiane e teatranti sul palcoscenico rinascimentale." Quaderni d'italianistica 16, no. 2 (October 1, 1995): 331–32. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v16i2.10371.

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BIANCO FIORIN, Marisa. "Nomi greci di pittori, orafi committenti e donatori rinvenuti a Trieste." Δελτίον Χριστιανικής Αρχαιολογικής Εταιρείας 32 (January 11, 1989): 297. http://dx.doi.org/10.12681/dchae.1019.

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Catturi, Giuseppe. "Arte figurativa e arte contabile. Le tavolette della biccherna del comune di Siena (XIII–XVII secolo)." De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 10, no. 19 (December 31, 2013): 175. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v10i19.270.

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Abstract:
Fra le arti figurative comprese in quelle cosiddette “belle”, cioè le forme di attività che, secondo l'opinione del Vasari, hanno esclusivamente un fine di bellezza, un valore estetico, come l'architettura, la danza, la poesia, la pittura, la scultura e la musica, in questo articolo focalizziamo l'attenzione sulla pittura e su di una sua particolare espressione e manifestazione, irripetibile ed originalissima.Le composizioni pittoriche che rappresentano eventi e situazioni di vita vissuta o configurazioni di ambienti costituiscono tutte una fonte conoscitiva di inestimabile valenza. Agli attenti osservatori esse costituiscono archivi storici e giacimenti culturali di particolare ampiezza ed intensità.D'altra parte è arte anche il complesso delle tecniche, degli strumenti e dei loro metodi d'uso concernenti una realizzazione, un'applicazione pratica nel campo dell'operare umano; cosicché è possibile scrivere di arte riferendosi ora ad un mestiere ora ad una professione. Si ha così l'arte medica, l'arte forense, etc., ma anche l'arte contabile, quella cioè esercitata da coloro che si mostrano capaci di memorizzare e di sistematizzare, seguendo un metodo preordinato e rigoroso, i fatti amministrativi, ridotti in termini quantitativi – monetari, che caratterizzano l'attività economico – finanziaria realizzata da una qualunque azienda, in modo da offrire al gestore informazioni determinanti per il buon governo dell'azienda medesima.L'obiettivo conoscitivo dell'arte contabile rimane costante nel tempo, ma gli strumenti ed il loro metodo d'uso, relativi a quell'arte, cambiano mano a mano aumenta il bagaglio delle conoscenze concernenti l'efficace utilizzo a fini gestionali dei risultati contabili rilevati periodicamente. Nel nostro studio intendiamo riferirci all'arte contabile esercitata nel Medioevo nell'ambito di famiglie di mercanti, banchieri, amministrazioni comunali, ospedali, opere pie e congregazioni religiose. In particolare, vogliamo trattare dell'ufficio della Biccherna del Comune di Siena preposto alla gestione delle pubbliche risorse finanziarie. Esso era composto da un “presidente” - il Camarlingo - e da quattro Provveditori in carica per sei mesi.I registri contabili sui quali il Camarlingo annotata giornalmente le varie operazioni finanziarie erano a fogli mobili e, pertanto, inizialmente venivano tenuti assieme da un foglio più grande sul quale veniva scritto il periodo di riferimento ed il nome del Camarlingo. Successivamente, per tenere uniti i numerosi fogli contabili si incominciò ad usare del materiale rigido, appunto delle tavolette di legno, la cui consistenza e rigidezzarendevano più agevole l'adozione e la consultazione dell'insieme dei fogli contabili relativi ai vari semestri.Le due tavolette, quella superiore e l'altra inferiore, erano legate da lacci di cuoio che costituivano la costola e sul davanti veniva posta una fibbia di chiusura, in modo da formare un vero e proprio “libro”. Fu proprio per sopperire all'anonimicità ed alla ripetitività di quei libri che, almeno a Siena, si affermò l'uso, a partire dal 1257, di far dipingere le tavolette di legno che tenevano legate e congiunte le pagine del libro contabile.Molti e di grande fama furono i pittori senesi che dipinsero le tavolette della Biccherna: Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Domenico Beccafumi e molti altri. I pittori per lo più disegnavano l'ambiente principale della Biccherna, quello in cui si svolgevano le transazioni finanziarie e, talvolta, gli operatori dell'ufficio: il Camarlingo, i Provveditori e qualche cittadino raffigurato mentre pagava le imposte. Sul tavolo da lavoro si disegnavano spesso gli strumenti per l'esercizio dell'arte contabile: libri, penna, calamaio, grattino, forbici, monete, borse etc.È così che scorrendo le numerose rappresentazioni pittoriche delle tavolette, raccolte per lo più nell'Archivio di Stato di Siena, altre fanno bella mostra di sé nei maggiori musei del mondo, possiamo leggere, in estrema sintesi, alcuni significativi aspetti dell'evoluzione culturale della comunità medievale senese. Da esse possiamo trarre informazioni immediate non solo dei cambiamenti nell'arte pittorica adottata dagli autori dei dipinti, ma anche sull'organizzazione dell'Ufficio finanziario del Comune, la Biccherna appunto, e l'importanzasempre maggiore che veniva attribuita agli strumenti indispensabili per esercitare l'arte contabile. Possiamo acquisire informazioni concernenti l'evoluzione del “metodo” adottato nell'annotare i dati finaqnziari relativi all'attività della Biccherna solo dalla lettura dei fogli compresi nei vari “libri”, ma tale obiettivo conoscitivo è complementare e collaterale rispetto a quello principale che ci siamo posti. Insomma, osservando in ordine cronologico le tavolette di Biccherna, si “legge il tempo” nella contemporaneità dei momenti di vita vissuta da Siena, dalla sua comunità e in particolare dal suo più importante Ufficio finanziario pubblico, la Biccherna.Lo studio intende evidenziate appunto la correlazione fra arte figurativa e arte contabile attraverso le tavolette dipinte dei libri contabili della Biccherna senese.
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Lamberti, Maria Mimita. "Appunti sulle sezioni straniere alle prime Biennali. I pittori francesi e l'impressionismo." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 55–61. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp55-61.

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Abstract:
La questione della partecipazione francese alle Biennali non può non partire dalla lunga polemica sull'assenza degli impressionisti: una polemica iniziata da Soffici sulla "Voce", appoggiata da Barbantini e dagli artisti di Ca' Pesaro, che verrà a distanza di quattro decenni risarcita nell'edizione postbellica del 1948, quasi a pagare un debito verso la cultura figurativa d'oltralpe. Sarebbe tuttavia rischioso uniformarsi passivamente a questa giusta rivendicazione che sottolineava con quanto ritardo la critica italiana accettasse di misurarsi con il rinnovamento linguistico francese: i conti in prima istanza erano quelli con la pittura ufficiale dei Salons e con l'autorità dell'Accademia di Francia a Roma, garante nella persona di Albert Besnard di una selezione attenta a equilibri tra personalità e istituzioni, spesso legate a un'immagine di grandeur. Nelle maglie della selezione e dei giurati preposti agli inviti, però, un margine sia pur minimo di presenza veniva assicurato, se dal 1897 e poi nel 1903 e nel 1905 alcune opere degli impressionisti storici arrivavano in Biennale.
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Facchin, Laura. "Pittori veneti nello Stato sabaudo tra XVI e XVIII secolo: una prima panoramica." CHEIRON, no. 2 (July 2020): 117–73. http://dx.doi.org/10.3280/che2018-002007.

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Noehles-Doerk, Gisela, and Anna Cavallari. "Antoniazzo Romano e gli Antoniazzeschi: Una generazione di pittori nella Roma del Quattrocento." Zeitschrift für Kunstgeschichte 57, no. 2 (1994): 283. http://dx.doi.org/10.2307/1482739.

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Lang, Jörn. "Martine Denoyelle, Claude Pouzadoux, Francesca Silvestrelli (Edd.): Mobilità dei pittori e identità delle produzioni." Gnomon 95, no. 1 (2023): 57–62. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417-2023-1-57.

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Land, Norman E. "Michelangelo as Apelles: Variations on a Tale by Pliny." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 43, no. 2 (September 2009): 325–45. http://dx.doi.org/10.1177/001458580904300201.

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Abstract:
The effect of Apelles's literary image on the telling of events in an artist's life is nowhere better illustrated than in the Vite dei pittori antichi (Florence, 1667) by Carlo Roberto Dati. Specifically, in his commentary on Pliny's famous tale ( Natural History, 35.81–83) about a contest between Apelles and one of his rivals, Protogenes, Dati repeats two closely related stories about Michelangelo, each of which implies his likeness to Apelles. One of those stories also demonstrates the importance of another literary tradition for shaping an artist's image, the beffe or comical stories told by Giovanni Boccaccio, Matteo Bandello and others. The combination of classical and burlesque elements in a single tale influenced subsequent authors, who also told stories that are structurally similar to both Pliny's tale of Apelles and Protogenes and Dati's comic anecdote about Michelangelo.
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Marchiori, Laura. "Medieval wall painting in the church of Santa Maria in Pallara, Rome: the use of objective dating criteria." Papers of the British School at Rome 77 (November 2009): 225–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000088.

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Abstract:
Le pitture medievali nella chiesa di Santa Maria in Pallara hanno ricevuto poca attenzione da parte degli studiosi, forse per via dell'incertezza della loro datazione; infatti non si possiede nessuna indipendente documentazione letteraria per la loro realizzazione. Tradizionalmente datati al X secolo, le pitture mostrano un'iconografia più comune nei contesti del XII e XIII secolo, una rappresentazione di Apostoli seduti sulle spalle dei Profeti, che senza dubbio contribuiscono alla loro dimenticanza, visto che i monumenti più tardi sono ben documentati. Comunque, l'iconografia deriva dalle tradizioni romane della decorazione ecclesiastica, tradizioni che possono essere utilizzate in un'analisi delle pitture al fine di arrivare ad una datazione indipendente basata solo sulla loro forma e contenuto. Seguendo una metodologia sviluppata da John Osbornc per la datazione di pitture medievali prive di documentazione a Roma, questo articolo analizza i criteri obicttivi di datazione delle pitture di Santa Maria in Pallara; tali criteri sono la messa in opera, la funzione, il soggetto, le iscrizioni e la tecnica pittorica. Simili analisi suggeriscono che per le pitture è possibile una data al X secolo, che sono ben classificate nella storia della tecnica pittorica di Roma tra monumenti sicuramente datati al IX secolo e quelli datati all'XI e XII secolo.
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König-Pralong, Catherine. "Philosophiefeindlichkeit und konservatives Denken: Karl Wittes Dante." Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no. 1 (September 23, 2020): 117–30. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0010.

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Abstract:
Riassunto Agli antipodi della rappresentazione di Dante come precursore dell’unità nazionale, elaborata dalla filologia erudita italiana, Karl Witte, il più importante dantista di lingua tedesca del XIX secolo, costruì l’immagine di un Dante mistico e antirazionalista, cattolico e conservatore. Il presente articolo analizza, in primo luogo, il progetto intellettuale di Witte a partire dalle reti di relazioni sociali da lui intrattenute, dalle università prussiane sino alla Roma dei pittori ›nazareni‹, per giungere all’università di Halle, dove Witte occupò la cattedra di diritto romano per un periodo di quasi cinquant’anni. In un secondo momento, il contributo si sofferma sulla ricezione delle interpretazioni di Witte, e in particolare della sua lettura riduttiva del Convivio e della filosofia che in esso si esprime. L’articolo mostra come i dibattiti suscitati dai lavori di Witte abbiano infine ecceduto le aspettative del suo stesso autore per dar luogo a una vasta discussione sulla natura e sul valore della scolastica.
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Intini, Ugo. "Avanti!, il quotidiano socialista che alfabetizza e forma." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 29, 2020): 140–65. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909285.

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Abstract:
Avanti! non è solamente il quotidiano che accompagna la storia del Partito Socialista Italiano, ma anche il primo agente di alfabetizzazione e acculturamento del mondo del lavoro e dei ceti meno favoriti. L’autore, che è stato direttore del giornale, sottolinea la forte presenza di letterati e uomini di cultura sulle colonne del quotidiano, con riferimenti specifici ad autori come De Amicis, Soldati, Bassani, Bevilacqua, Bianciardi, Cassola, Castellaneta; a pittori e disegnatori come Scalarini, Podrecca, Boccioni, Sironi; critici teatrali letterari e d’arte come Antonio Gramsci, Paolo Grassi, Carlo Fontana, Franco Fortini, Bonito Oliva, Argan, Barilli; protagonisti dello spettacolo come Gasmann, Lattuada, Rosi, Wertmüller; artisti come Cascella, Cantatore, Maccari, Pomodoro, fino a Carlo Rambaldi, collaboratore dalla provincia emiliana di Ferrara che, emigrato negli Stati Uniti, creò E.T. per Spielberg. Vera antologia della cultura italiana tra Ottocento e Novecento, il quotidiano soffrì l’attacco e la distruzione del fascismo, per riprendersi ancora con più vigore nel dopoguerra.
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Whitehouse, Helen. "The rebirth of Adonis." Papers of the British School at Rome 63 (November 1995): 215–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010242.

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Abstract:
LA RINASCITA DI ADONEQuesto lavoro presenta e discute un pannello di una pittura murale romana dell'‘Ashmolean Museum’ il quale raffigura la nascita di Adone. La pittura fa parte di un gruppo scoperto nel 1668 nei pressi del Colosseo, alla periferia della Domus Aurea. Tali dipinti appartennero per un periodo alla collezione Massimi e poi a quella Mead, e furono riprodotti in numerosi disegni del diciassettesimo e diciottesimo secolo, fra i quali notevole è una serie di P.S. Bartoli, che rappresentò anche altri dipinti del sito. Una discussione su questo gruppo di pitture e sull'identità dell'edificio in cui furono recuperate viene presentata, ed inoltre il lavoro di Bartoli come copista viene esaminato nel contesto del tipo di ricezione che le pitture romane ebbero durante il diciassettesimo secolo.
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van Os, Henk. "The World of the Early Sienese Painter (Breve dell'Arte dei Pittori). Hayden B. J. Maginnis , Gabriele Erasmi." Speculum 79, no. 1 (January 2004): 238–40. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713400095373.

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Jacks, Philip J. "The Composition of Giorgio Vasari'sRicordanze: Evidence from an Unknown Draft." Renaissance Quarterly 45, no. 4 (1992): 739–84. http://dx.doi.org/10.2307/2862635.

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Abstract:
The fame of Giorgio Vasari'sVite de’ eccellcnti pittori satltori ed architettori,both as a masterpiece of Italian literature and the model of modern biography, has perhaps slighted our awareness of the degree to which this author was also a publicist of his own artistic persona. Actually the documentation Vasari left of his professional and domestic affairs is probably more copious than the research he compiled for the lives of his fellow artists. Yet Vasari must have come to the idea of an autobiography relatively late in life. At the end of the second edition of theVitepublished in 1568, he devoted “alcune cose degli artefici della nostra Accademia di Firenze,” followed by a “descrizione” of his own career up to the present. Rather than an expression of self-effacement, here the distinction between description and biography seems to be a question of genre. Why Vasari found the scheme of thevitasuitable for some contemporaries and not for others is difficult to explain. As for his own life, the prospect of writing the definitive version at this stage no doubt would have seemed a bit premature.
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Rusconi, Paolo. "Ambienti per design. Note di lettura." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 176–201. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp176-201.

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Abstract:
Ambienti per design un suono udito una cosa vista (EXIT) di Zeno Birolli uscì nel 1983, all’interno della raccolta Sorbi, tordi & nitidezze, un volume che radunava materiali vecchi e lavori nuovi con il sottotitolo di Arte in Italia dopo la Metafisica. Il libro, relativamente noto nella produzione storico artistica di Zeno Birolli, rappresenta il frutto di una stagione intensa di elaborazione intellettuale e progettuale: nell’idea dell’autore doveva presentarsi come una sorta di silloge di un decennio di riflessioni sulle arti nel periodo tra le due guerre. Tra i nuovi studi critici pubblicati nella raccolta, Ambienti per design risulta essere sia per numero di pagine sia per contenuti uno dei più autorevoli e impegnati. Il testo è la descrizione dettagliata di alcuni interni creati per le mostre dell’abitazione e dell’arredamento moderno della Triennale milanese del 1936, ma il tema dominante si raccoglie intorno all’idea che vi sia “un legame che procede dalla prima metafisica di De Chirico [...], si permuta nell’opera di alcuni pittori e scultori della postmetafisica e nel razionalismo architettonico degli anni trenta e quaranta, sino allo spazio scenico di Antonioni”.
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Farneti, Fauzia. "Il quadraturismo in Pallazzo Pitti da Cosimo II a Cosimo III de' Medici." Varia Historia 24, no. 40 (December 2008): 369–86. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-87752008000200002.

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Abstract:
Nei primi decenni del Seicento la pittura decorativa a Firenze risulta ancora legata all'ornamentazione tradizionale tardomanierista attuata nei modi di Alessandro Allori o di Bernardino Barbatelli detto il Poccetti. L'interesse per le novità e per l'aggiornamento dell'ambiente artistico fiorentino portarono il granduca Ferdinando II a chiamare a Firenze tra il 1636 ed il 1637 Pietro da Cortona, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. I due bolognesi completarono il ciclo pittorico celebrativo del governo di Ferdinando cui aveva dato inizio Giovanni da San Giovanni, con la decorazione delle tre sale di rappresentanza del quartiere estivo di palazzo Pitti realizzata tra il 1637 ed il 1641. L'intervento, condotto secondo il più moderno linguaggio barocco che vede la perfetta integrazione dell'illusionismo architettonico, che supera i limiti dello spazio reale, con le scene figurative, verrà a costituire nell'ambiente fiorentino un ineludibile modello di riferimento nella decorazione d'interni, soluzioni di grande modernità su cui si formerà Jacopo Chiavistelli e i giovani della sua scuola. Anche Giovan Carlo, fratello del granduca, nel 1637 diede inizio ad una serie di trasformazioni che si protrassero per oltre un ventennio, trasformando gli ambienti a lui assegnati in Pitti in veri e propri luoghi di delizie, decorati dagli artisti più significativi del momento quali ad esempio Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli, Pietro da Cortona, Jacopo Chiavistelli. Fu quest'ultimo frescante che con i suoi 'scolari', fin dagli anni Cinquanta fu attivo in palazzo Pitti, decorando a quadratura gli ambienti dei quartieri dei membri della famiglia granducale, ambienti che in gran parte sono andati perduti in quanto interessati dalle ristrutturazioni lorenesi e sabaude. Con i lavori commissionati dal gran principe Ferdinando si chiude in palazzo Pitti la grande stagione del quadraturismo barocco fiorentino.
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Davis, Lucy. "Rome Fellowships: Global miniatures and panoramic landscapes: ‘pittori fiamminghi’ at the Accademia di San Luca, c. 1590-1630." Papers of the British School at Rome 77 (November 2009): 303–4. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000167.

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Slavíček, Lubomír. ""afermo quanto di sopra con mio giuramento" : dvanáct benátských malířů osvědčuje v roce 1714 pravost obrazů." Opuscula historiae artium, no. 1-2 (2022): 190–207. http://dx.doi.org/10.5817/oha2022-1-2-16.

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Abstract:
The article publishes an interesting cultural and historical document, a list one hundred paintings by Italian, Dutch and German artists from the 15th to the 17th centuries, compiled in the autumn of 1714 by twelve Venetian painters, mostly members of the local Collegio dei Pittori. This notarized certificate (today at the Archive of the National Gallery in Prague), in which they confirmed with their signatures the authenticity of the pictures under assessment and the authenticity of their authorship as declared, was donated in 1934 to the Society of Patriotic Friends of Art, predecessor of the National Gallery in Prague, by collector Joe Hloucha (1881–1957). However, its earlier provenance has yet to be determined. The introductory text sheds light on the emergence of similar experts' reports, which in Venice were a necessary precondition for the trade in Old Masters paintings. At the same time, it seeks to present the personalities of well-known but now more or less forgotten painters who compiled the certificate, bringing us closer to the authorial, thematic and genre mix of the picture collection, and last but not least to indicate the possible identification of some of the works of art recorded in the listing.
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Rosser, Gervase. "I Gaddi da pittori a uomini di governo: ascesa di una famiglia nella Firenze dei Medici by Daniele Giusti." Modern Language Review 117, no. 1 (2022): 130–31. http://dx.doi.org/10.1353/mlr.2022.0025.

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Coarelli, Filippo. "The Odyssey frescos of the Via Graziosa: a proposed context." Papers of the British School at Rome 66 (November 1998): 21–37. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004219.

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Abstract:
LE PITTURE CON SCENE DELL'ODISSEA DA VIA GRAZIOSA: UN TENTATIVO DI RICONTESTUALIZZAZIONELe pitture con scene dell'Odissea, scoperte tra il 1849 e il 1850 e conservate nei Musei Vaticani, costituiscono una delle opere capitali della pittura romana di secondo stile. La tendenza recente ad abbassarne la data fino all'età augustea e l'assenza di uno studio topografico adeguato inducono ad un tentativo di ricontestualizzazione, tanto sul piano cronologico quanta sul piano spaziale. Dal primo punto di vista, il ritrovamento awenuto contemporaneamente di frammenti di un calendario dipinto coevo alle pitture, che è dimostrabilmente pregiuliano, indica un terminus post quern non al 46 a.C: le pitture vanno quindi datate intorno al 50 a.C. circa. Dal secondo punto di vista la posizione della domus sul Cispius permette di identificarne l'atrio in un frammento della Pianta Marmorea Severiana. La presenza nella stessa zona del tempio di Mefitis e la scoperta nelle vicinanze di due iscrizioni che nominano i Papirii, suggeriscono di attribuire la casa a questa gens. Infatti, il tempio di Mefitis, probabilmente di carattere privato, è stato forse fondato, a seguito di evocatio, da L. Papirius Cursor, dopo il trionfo su Sanniti, Tarantini e Lucani del 272 a.C.
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Staples, Max. "The World of the Early Sienese Painter: With a Translation of the Sienese Breve dell'Arte dei Pittori by Gabriele Erasmi (review)." Parergon 20, no. 2 (2003): 212–14. http://dx.doi.org/10.1353/pgn.2003.0038.

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Durante, Laura Mariateresa. "Un breve recorrido por la poesía de Ramón Gaya." Monteagudo, no. 26 (March 12, 2021): 123–35. http://dx.doi.org/10.6018/monteagudo.472741.

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Abstract:
Además de la pintura y de la escritura ensayística, Ramón Gaya se dedicó a la poesía y, aunque sea una faceta poco conocida, lo hizo muy tempranamente. Esta contribución pretende ofrecer una visión panorámica de la producción poética del autor, desde las primeras obras en poesía hasta los poemas de la madurez. Asimismo, se propone añadir algunas reflexiones sobre este aspecto inédito del pintor de Murcia. Oltre alla pittura e alla scrittura saggistica Ramón Gaya si è dedicato alla poesia e, nonostante, non sia noto, questa attività giunse anticipatamente. Il contributo desidera offrire una panoramica sulla produzione poetica dell’autore dalle prime opere in poesia fino ai poemi della maurità. Si propone, inoltre, di aggiungere alcune riflessioni su questo aspetto inedito del pittore di Murcia.
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Connors, Joseph. "Review: Le vite de' pittori, scultori, ed architetti..., Rome, 1642 by Giovanni Baglione, Jacob Hess, Herwarth Röttgen; Die Künstlerbiographien von Giovanni Battista Passeri by Jacob Hess; Vite de' pittore, scultori ed architetti moderni by Lione Pascoli, Valentino Martinelli, Alessandro Marabottini." Journal of the Society of Architectural Historians 57, no. 4 (December 1, 1998): 469–71. http://dx.doi.org/10.2307/991466.

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Spaccini, Jacqueline. "1861 : I pittori del Risorgimento. Catalogo ragionato della Mostra tenutasi a Roma nelle Scuderie del Quirinale, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi (a cura di)." Transalpina, no. 16 (March 14, 2013): 256–58. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.1933.

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Morris, Sarah P. "(G.) Rocco La ceramografia protoattica. Pittori e botteghe (710–630 a.C.) (Internationale Archäologie 111). Rahden: Verlag Marie Leidorf, 2008. Pp. 266, illus. €69.80. 9783896464569." Journal of Hellenic Studies 131 (November 2011): 250–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0075426911000760.

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Picquet, Théa. "Daniele Giusti, I Gaddi da pittori a uomini di governo. Ascesa di una famiglia nella Firenze dei Medici, a cura della Deputazione di Storia patria per la Toscana." Italies, no. 25 (December 2, 2021): 396–97. http://dx.doi.org/10.4000/italies.9604.

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Bertelé, Matteo. "Un ambasciatore del "Realismo" italiano: Gabriele Mucchi nella Repubblica democratica tedesca negli anni Cinquanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002005.

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Abstract:
L'articolo esamina il ruolo di Gabriele Mucchi (1899-2002) nel contesto delle relazioni culturali tra Italia e Repubblica democratica tedesca nel corso degli anni Cinquanta, quindi prima di un reciproco riconoscimento giuridico e della firma di accordi bilaterali. Pittore realista e militante comunista, Mucchi fu una figura chiave nel dibattito artistico della DDR, all'interno del quale il "Realismo" italiano costituì un contributo determinante al processo di autodeterminazione di un'arte tedesca e socialista. L'artista fu oggetto di una crescente attenzione da parte delle istituzioni culturali della DDR, che nel 1956 lo invitarono a ricoprire la cattedra di pittura presso la Scuola d'arte di Berlino Est, città dove avrebbe continuato a risiedere, pur alternandosi con l'Italia, anche in seguito alla caduta del Muro. Sulla base di documenti d'archivio inediti e di uno spoglio della stampa, l'articolo mette in luce le premesse e gli esordi della sua poliedrica attività nella DDR in ambito formativo, critico ed espositivo, analizzando al tempo stesso il suo particolare status come esempio di cooperazione tra Europa occidentale e orientale, e quindi come caso di studio della Guerra Fredda culturale.
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Dossier, Introducción. "L’Apelle Vitruviano: Riflessioni sulla cultura architettonica dei pittori nella prima età moderna = El Apelles vitruviano: Reflexiones en torno a la cultura arquitectónica de los pintores de la Edad Moderna." Espacio Tiempo y Forma. Serie VII, Historia del Arte, no. 7 (December 13, 2019): 13. http://dx.doi.org/10.5944/etfvii.7.2019.26220.

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Belli, Gianluca. "I Gaddi da pittori a uomini di Governo: Ascesa di una famiglia nella Firenze dei Medici. Daniele Giusti. Biblioteca Storica Toscana 79. Florence: Olschki, 2019. xxvi + 234 pp. €32." Renaissance Quarterly 74, no. 3 (2021): 976–78. http://dx.doi.org/10.1017/rqx.2021.138x.

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Camilloni, M., D. de Bernart, and G. Pinto. "lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nel disegno infantile: l'influenza del compito." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002001.

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Abstract:
Nell'ambito degli studi sullo sviluppo pittorico infantile, questa ricerca ha l'obiettivo di analizzare lo sviluppo della flessibilitŕ rappresentativa nei disegni dei bambini ponendo particolare attenzione alla misura in cui questa capacitŕ č legata all'etŕ e all'effetto di istruzioni pittoriche. Disegni tematici sono stati analizzati per verificare quando e come i bambini diventano capaci di differenziare i loro prodotti pittorici in risposta a due diverse istruzioni. Lo studio č stato condotto su 99 partecipanti, di etŕ compresa tra i sei e i dieci anni, ed ha comportato la messa a punto di uno specifico sistema di codifica, volto a rilevare entitŕ e strategie degli scostamenti dalla canonicitŕ. I risultati indicano che la flessibilitŕ rappresentativa migliora con l'etŕ e che i bambini piů grandi sono piů efficienti rispetto a quelli di etŕ inferiori nell'utilizzare strategie maggiormente complesse dal punto di vista cognitivo ed esecutivo.
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Jessop, Lesley. "Pictorial cycles of non-biblical saints: the seventh- and eighth-century mural cycles in Rome and contexts for their use." Papers of the British School at Rome 67 (November 1999): 233–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004578.

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Abstract:
CICLI PITTORICI DEI SANTI NON BIBLICI: I CICLI MURALI A ROMA NEL SETTIMO E NELL'OTTAVO SECOLO E IL CONTESTO DEL LORO USOUn gruppo di dipinti del settimo e dell'ottavo secolo, raffiguranti storie di santi non biblici, sopravvive a Roma. Sebbene relativamente pochi, questi dipinti rappresentano un distinto gruppo di narrative agiografiche, caratterizzati dal fatto che tutti i cicli sono costituiti da dipinti murali, che essi raffigurano per lo più santi orientali e che appaiono per la maggior parte in cappelle laterali o in spazi simili a cappelle delle diaconiae. Questo articolo analizza tali pitture nel contesto delle loro chiese di appartenenza ed intende dimostrare che i cicli sono fortemente influenzati da immigranti di lingua greca a Roma, dal culto dei santi e delle reliquie da essi promulgate) e dall'interesse per i santi non biblici tipico dei membri del ceto laico.
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Rocha, G. A., D. F. Lima, E. R. Rodrigues, R. S. Leão, T. W. Folescu, M. C. Firmida, R. W. F. Cohen, R. M. Albano, and E. A. Marques. "Species distribution, sequence types and antimicrobial resistance of Acinetobacter spp. from cystic fibrosis patients." Epidemiology and Infection 146, no. 4 (December 28, 2017): 524–30. http://dx.doi.org/10.1017/s0950268817002849.

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Abstract:
AbstractAcinetobacter spp. are important healthcare pathogens, being closely linked to antibiotic resistance and outbreaks worldwide. Although such species are rarely observed in patients with cystic fibrosis (CF), we describe the characteristics of 53 strains of Acinetobacter spp. isolated from the sputum of 39 Brazilian patients with CF. The species distribution was A. baumannii (n = 29), A. pittii (n = 13), A. nosocomialis (n = 8), A. seifertii (n = 1), A. soli (n = 1) and A. variabilis (n = 1) determined by partial rpoB gene sequencing. Sixteen strains (10 A. baumannii, 3 A. pittii and 3 A. nosocomialis) were multidrug-resistant (MDR) by disk diffusion test (30%) and eight MDR carbapenem-resistant A. baumannii strains harboured the blaOXA-23-like oxacillinase gene. Thirty-three sequence types (STs) were identified by multilocus sequence typing of which eight were novel (A. baumannii: 843, 844, 845, 847, 848; A. pitti: 643; A. nosocomialis: 862 and A. seifertii: 846); six STs (2 A. baumannii, 3 A. pittii and 1 A. nosocomialis) were found in more than one patient. Four strains of A. baumannii were assigned to two common clonal complexes (CCs), namely, CC1 (ST1, ST20 and ST160), and CC79 (ST79). This study underlines the extensive species diversity of Acinetobacter spp. strains in CF lung infections which may present difficulties for therapy due to significant antimicrobial resistance.
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Alessio (book author), Antonio, and Franco Zangrilli (review author). "Pirandello pittore." Quaderni d'italianistica 6, no. 2 (October 1, 1985): 281–82. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v6i2.11083.

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Vizzi, Alessandro. "Sull'esperienza estetica. Il sistema dei neuroni specchio e la comprensione del gesto pittorico." QUADERNI DI GESTALT, no. 2 (May 2012): 113–17. http://dx.doi.org/10.3280/gest2011-002012.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone come un contributo ai recenti studi che assegnano al sistema mirror e al processo di simulazione incarnata un ruolo chiave nella comprensione "empatica" delle opere d'arte visiva. Nello specifico l'ipotesi che si vuole qui corroborare č quella secondo cui le opere d'arte Segnica o Gestuale siano in grado di attivare nel fruitore una sorta di risonanza motoria nei confronti dell'artista che le ha prodotte, una comprensione implicita del gesto pittorico cristallizzato nell'oggetto artistico. I soggetti sperimentali sono stati sottoposti alla presentazione di tre categorie di immagini statiche differenti, durante la quale sono stati registrati i Potenziali Motori (MEPs) relativi ad ogni singolo stimolo evocati dall'applicazione della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). Č stato rilevato un incremento specifico nell'eccitabilitŕ dei muscoli della mano dei soggetti alla vista di immagini raffiguranti pitture gestuali piuttosto che nelle altre due categorie di immagini-stimolo.
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Mosca, Ilario. "Daniele Giusti, I Gaddi da pittori a uomini di governo. Ascesa di una famiglia nella Firenze dei Medici, Florence, Leo S. Olschki, coll. « Biblioteca Storica Toscana », 2019, XXVI + 233 p." Revue historique 701, no. 1 (February 25, 2022): 221–23. http://dx.doi.org/10.3917/rhis.221.0221.

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Delledonne, Nicola. "L’arte del realismo onirico: architettura, pittura e letteratura nell’opera di Arduino Cantàfora." Quaderni d'italianistica 38, no. 1 (October 18, 2018): 223–50. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v38i1.31167.

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Abstract:
Il presente contributo critico interpreta l’opera di Arduino Cantàfora (1945) — architetto, pittore e scrittore — attraverso la nozione di realismo onirico, coniata per evidenziare la propensione dell’artista milanese a trasfigurare gli elementi della realtà secondo un processo tipico del mondo dei sogni. Tra l’inizio degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta del Novecento, egli affina una tecnica di lavoro destinata a diventare una peculiarità del suo modo di operare: prima progetta architetture, poi le dipinge e, infine, ne trae spunti per componimenti letterari. La sua è una ricerca che sottende una riflessione sullo spazio e sul tempo, ma, soprattutto, sulla frammentazione di queste due entità e sulla ricomposizione dei frammenti spaziali e temporali in un nuovo contesto. In ogni opera — per lo più racconti accompagnati da dipinti di architettura, ma anche grandi tele per mostre di pittura nonché libri di narrativa — ne sortisce un effetto straniante che sembra voler avvertire il lettore o l’osservatore dell’esistenza di una realtà onirica accanto a quella fattuale. È la realtà del ricordo che, trasformato dal trascorrere del tempo, diviene materiale per la creazione artistica. Il ‘ricordare’ così concepito, però, non è il risultato di una nostalgia insoddisfatta, bensì lo strumento attraverso cui l’artista avanza le sue personali idee di architettura, pittura e letteratura. Ecco allora che dietro l’apparenza malinconica delle immagini e le narrazioni allucinate prende corpo un’idea di città fatta di molte sedimentazioni storiche, nella quale il ricordo personale diviene memoria collettiva. Non solo. Esso diventa anche la testimonianza di una lotta per la città nel momento in cui la città si appresta a scomparire, subissata dalla metropoli, dalla megalopoli o, più banalmente, dal territorio diffuso. Tutte le opere menzionate nell’articolo suonano come un monito a non dimenticare quella città. Forse anche a sognarla.
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Maceri, Domenico, and Enrico Job. "Il pittore felice." World Literature Today 70, no. 4 (1996): 932. http://dx.doi.org/10.2307/40152366.

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Cropper, Elizabeth. "Mia Cinotti. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio: tutte le opere. (Extract from I pittori Bergamaschi; Il seicento, I:205-642.) Bergamo: Poligrafiche Bolis, 1983. 94 col. pls. + 183 figs. + 436 pp. L.60,000." Renaissance Quarterly 38, no. 3 (1985): 532–34. http://dx.doi.org/10.2307/2861091.

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Masseti, Marco, Gloria Adinolfi, Rodolfo Carmagnola, Maria Cataldi, and Luciano Marras. "Predatori esotici e prede nostrane nell’invenzione pittorica della Tomba dei Demoni Azzurri (V secolo) della necropoli di Monterozzi, a Tarquinia." Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, no. 18 (July 18, 2022): 263–83. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18106.

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Abstract:
L’impiego delle più sofisticate tecniche di rilevamento delle antiche pitture murali, mediante imaging multispettrali con analisi multivariate hanno consentito la restituzione e l’elaborazione grafica virtuale della decorazione pittorica murale della Tomba dei Demoni Azzurri (450–430 a.C.) della necropoli di Monterozzi, a Tarquinia (Viterbo, alto Lazio). È stato così possibile analizzare il programma iconografico originariamente concepito per la tomba, che comprendeva scene di caccia cui partecipavano prede autoctone e predatori esotici fra cui alcuni felidi vicino-orientali e/o nordafricani il cui uso come ausiliari venatori sarebbe qui documentato per la prima volta. The use of the most sophisticated techniques for the detection of ancient wall paintings, by means of multispectral imaging with multivariate analysis, has enabled the restitution and virtual graphic elaboration of the pictorial wall decoration of the Etruscan Tomba dei Demoni Azzurri (450-430 BCE) of the Monterozzi necropolis in Tarquinia (Viterbo, upper Latium). It was thus possible to analyse the iconographic programme originally conceived for the tomb, which included hunting scenes involving indigenous prey and exotic predators, including Near Eastern and/or North African felids whose use as hunting auxiliaries is documented here for the first time.
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Crane, Rufus S., and Bruno Tacconi. "Il pittore del Faraone." World Literature Today 66, no. 3 (1992): 499. http://dx.doi.org/10.2307/40148426.

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Ciccuto, Marcello. "mondo sub specie paradisi nelle miniature di Giovanni di Paolo per la Commedia Yates-Thompson." Dante e l'Arte 8 (March 7, 2022): 57–64. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.154.

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Abstract:
Con questo saggio intendo mettere in luce le più tipiche componenti dell'immaginazione visionaria del pittore senese Giovanni di Paolo, orientate a una costruzione narrativa della sua illustrazione delParadiso nel ms. Yates-Thompson 36 che, puntando soprattutto su elementi di immaterialità e astrazione anti-naturalistica, definisce una lettura sempre spiritualizzata degli episodi della cantica: i termini sono quelli di un'evasione lirica di fondo, che fa vedere l'aver posto il pittore sub specie paradisi l'intero percorso suo di resa della visione dantesca dell'aldilà.
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Sivolodskii, E. P., and E. V. Zueva. "Taxonomic and applied value of profiles utilization of protein amino acids of bacteria Acinetobacterbaumannii, Acinetobacterpittii, Acinetobacternosocomialis." Bulletin of the Russian Military Medical Academy 20, no. 4 (December 15, 2018): 113–16. http://dx.doi.org/10.17816/brmma12302.

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Abstract:
The profiles of utilization of 20 protein amino acids 118 strains of A. baumannii, 9 strains of A. pitti, 7 strains of A. nosocomial were studied. Utilization of amino acids was determined on a minimum salt agar with an amino acid as the only source of nitrogen and carbon. Species identification of acinetobacters was carried out by matrix-activated laser desorption/ionization with time-of-flight mass spectrometry with a database of Biotyper (by BrukerDaltonics Inc. Germany.) At A. baumannii was identified 14 profiles utilization of protein amino acids, of which the first 6 profiles included 87,3% of the strains. For the first time, a wide spread of A. baumannii strains that do not utilize L-histidine - 56 (47,4%) strains was established. Signs of utilization of L-histidine (His+) or lack of utilization (His-) persist steadily in repeated strains isolated from patients. It is proposed to subdivide all the strains of A. baumannii for two trophies: the «histidine-negative trophy (His-)», which does not utilize L-histidine as the sole source of nitrogen and carbon, and the «histidine-positive trophy (His+)», which utilize it, which will be useful for epidemiological surveillance. In bacteria, A. pittii and A. nosocomial are installed close phenotypic similarity with A. baumannii at the profiles of utilization of amino acids, which proves the validity of combining these species in a complex of A. calcoaceticus-A. baumannii. Bacteria of the species A. pittii and A. nosocomial has no«histidine-negative trophy (His-)», that distinguishes them from A. baumannii.
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