Academic literature on the topic 'Piano di sviluppo rurale'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Piano di sviluppo rurale.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Piano di sviluppo rurale"

1

Bevivino, Maria Luisa. "Defaral Sa Bopp: l'iniziativa dei migranti senegalesi per uno sviluppo rurale endogeno e sostenibile." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 97 (May 2012): 85–99. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097007.

Full text
Abstract:
Tra i molteplici attori che promuovono uno sviluppo rurale alternativo al paradigma agro-alimentare dominante, i migranti possono rivestire un ruolo di primo piano in quanto "cittadini fra piů spazi" capaci di produrre processi di cambiamento nel territorio d'origine e in quello d'arrivo. Viene presentata l'analisi di un progetto di co-sviluppo in Senegal volto a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale e limitare l'esodo rurale attraverso pratiche virtuose di sviluppo endogeno sostenibile.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Arabia, Aida Giulia, and Carlo Desideri. "Le materie dello "sviluppo economico" alla prova del federalismo fiscale." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001009.

Full text
Abstract:
Con le riforme del c.d. "federalismo amministrativo" e, poi, del Titolo V della Costituzione è stato realizzato un ampio decentramento di compiti alle Regioni nelle materie dello "sviluppo economico". I dati disponibili sulla produzione normativa (leggi e regolamenti) e i dati sulla spesa pubblica evidenziano che, negli anni successivi alle riforme, le Regioni hanno assunto un ruolo rilevante, in particolare nel campo dell'agricoltura e sviluppo rurale e in quello del turismo. La legge n.42 del 2009 sul "federalismo fiscale", definendo i principi e la disciplina dei meccanismi di perequazione, distingue tra funzioni garantite dai Lep (livelli essenziali di prestazione) e "altre" funzioni non protette dai Lep, tra le quali figurano quelle dello "sviluppo economico". Di qui alcuni interrogativi sulle condizioni che possono consentire alle Regioni di continuare ad assicurare e rafforzare il loro impegno politico- finanziario per lo "sviluppo economico"; più in generale, sulla coerenza tra la riforma del "federalismo fiscale" e il disegno costituzionale del regionalismo, come si è andato consolidando sul piano concreto e nella giurisprudenza costituzionale sulla cooperazione e la "leale" collaborazione tra Stato e Regioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Marotta, Giuseppe, and Concetta Nazzaro. "Value portfolio in the multifunctional farm: new theoretical-methodological approaches." RIVISTA DI ECONOMIA AGRARIA, no. 2 (October 2012): 7–36. http://dx.doi.org/10.3280/rea2012-002001.

Full text
Abstract:
La creazione di valore e stata oggetto di significativa attenzione nel dibattito economico- agrario, nazionale e internazionale, degli ultimi anni, portando allo sviluppo di nuovi approcci teorici che hanno permesso di reinterpretare i processi di riposizionamento funzionale dell'impresa agricola (multifunzionale). In quest'ottica, percio, la multifunzionalita permette all'azienda di rispondere alle nuove istanze sociali, consapevoli e responsabili, produrre benessere collettivo, integrare il reddito, individuare percorsi di creazione di valore socialmente responsabile. In questo senso, si rinnova la tradizionale visione della multifunzionalita, la quale da strumento di giustificazione dell'intervento pubblico in agricoltura assume valore di vero e proprio fattore strategico di vantaggio competitivo. Il paper propone un modello teorico che consente di analizzare come i processi di boundary shift portino alla creazione di un "portafoglio di valori" (PV) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), e a nuovi modelli di impresa agricola multifunzionale e multi-valore. Sul piano metodologico, l'utilizzo della Value Portfolio and Multifunctional Governance Analysis (VPMGA) (Marotta, Nazzaro, 2010; 2011a, 2011b), ha permesso di validare empiricamente il modello del PV, in specifiche filiere agroalimentari e sistemi rurali della Campania, secondo un approccio che, integrando e completando la value chain analysis e la governance value analysis, si pone come innovativo e meglio rappresentativo delle specificita dell'impresa agricola multifunzionale. I risultati hanno permesso di verificare come il boundary shift e, quindi, il PV, consentono di diversificare il rischio, in situazioni di crisi, rappresentando una strategia competitiva per le imprese multifunzionali rispetto alle imprese che conservano il solo core business tradizionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Mandarino, Antonella. "Valutazione e sviluppo delle aree rurali: quali esperienze, quali nuovi approcci, quali metodologie di valutazione?" RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 123–34. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043009.

Full text
Abstract:
Il tema dello sviluppo rurale č stato negli ultimi decenni, ed č tuttora, molto dibattuto in ambito accademico e istituzionale, sia per le profonde trasformazioni che hanno interessato le aree rurali, sia per gli orientamenti della Politica Agricola Comune, ancora fortemente sbilanciata verso un approccio di tipo settoriale. Le valutazioni condotte fino ad oggi sulla politica di sviluppo rurale, attuata attraverso diversi strumenti in assenza di una chiara strategia, hanno avuto per oggetto i singoli programmi con cui tale politica č stata a lungo identificata, con il risultato che le analisi e i giudizi presentati non sono andati molto oltre le realizzazioni e i risultati degli interventi finanziati. La necessitŕ - manifestata dai componenti il "Gruppo di Lavoro sullo Sviluppo Rurale" costituito nell'ambito delle attivitŕ del NVVIP della Sardegna - di avviare processi di valutazione integrata, degli effetti prodotti dai diversi strumenti di programmazione sulle aree rurali, ha offerto lo spunto per l'organizzazione, nell'ambito del XII Congresso dell'AIV, di una Tavola Rotonda sul tema della valutazione e sviluppo delle aree rurali. L'articolo č una libera rielaborazione delle riflessioni e dei contributi portati in quella sede, allo scopo di stimolare un dibattito su nuove ipotesi di valutazione delle politiche finalizzate allo sviluppo dei territori rurali e sulle implicazioni, concettuali e di metodo, che la definizione di ricerche valutative sul tema dello sviluppo rurale comporta.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Dattomo, Nicla. "Il Piano Tekne per l'Area di sviluppo industriale di Taranto." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 137–67. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130006.

Full text
Abstract:
La circostanza peculiare che qualifica il caso di Taranto č l'avvio, all'inizio degli anni '60, della costruzione del IV Centro siderurgico nazionale Italsider. La decisione governativa di localizzare a Taranto tale impianto precede la costituzione del Consorzio per l'Area di sviluppo industriale (Asi) e rappresenta il principale tema con cui si confronta il piano per l'Area medesima. Il Piano regolatore territoriale dell'Asi di Taranto viene redatto tra il 1960 e il 1962 dalla societŕ Tekne, con la consulenza di Giovanni Astengo e Giorgio Fuŕ. Il saggio ne propone la rilettura, guardandovi come a un'esperienza paradigmatica da due punti di vista. Da un lato, per le riflessioni a cui esso dŕ luogo, circa il ruolo e gli strumenti del piano urbanistico rispetto al processo di sviluppo. Dall'altro lato, per i modi in cui, attraverso di esso, diventano palesi alcune difficoltŕ e incertezze del meccanismo stesso di attivazione delle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. L'analisi dei contenuti del Piano guarda, in particolare, alle seguenti questioni. La prima č la distinzione necessaria tra previsione e obiettivi di sviluppo, con ciň che determina sul piano delle scelte riguardanti gli investimenti da finanziare per attrezzare le aree per le industrie; questo punto č all'origine della discussione sul significato e la funzione del "piano di prospettiva". La seconda č la proposizione di un modello insediativo, attraverso il quale si esplicitano alcune idee riguardo alle relazioni fra struttura sociale, assetti spaziali, usi del territorio e modelli possibili di sviluppo industriale. Questi contenuti vengono osservati in prospettiva, nel paragrafo conclusivo, prendendo in esame i modi della attuazione del Piano.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Sotte, Franco. "La politica di sviluppo rurale dell'UE. Riflessioni a margine del dibattito italiano." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2010): 125–35. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001007.

Full text
Abstract:
La pubblicazione in Italia di una serie di monografie offre lo spunto per una riflessione sulla qualitŕ della politica di sviluppo rurale in corso. Si osserva, salvo alcune eccezioni, una gestione attratta da obiettivi di breve periodo, poco propensa ad impegnarsi nella selezione e finalizzazione degli interventi, nell'integrazione tra obiettivi settoriali e territoriali e nella cura dell'efficienza e dell'efficacia. La ricerca ha la responsabilitŕ di analizzare e denunciare questo distacco tra analisi e prassi, per migliorare la qualitŕ della programmazione dello sviluppo rurale in corso.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Fabiani, Guido. "I primi cinquant'anni dell'Istituto nazionale di sociologia rurale." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2010): 115–24. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003005.

Full text
Abstract:
L'autore ripercorre i cinquanta anni di attivitŕ dell'Insor attraverso soprattutto l'opera del suo direttore, Corrado Barberis. Il lavoro dell'Insor, che costituisce uno spartiacque nello sviluppo del settore primario, č individuato nel volume intitolato "La riforma agraria trenta anni dopo". Una ricerca che mette alle spalle la storia della riforma degli anni cinquanta, per cominciare a guardare con piů attenzione al tumultuoso processo di modernizzazione e trasformazione in atto. Dopo l'epopea della riforma agraria, infatti, hanno via via assunto rilievo i temi della stratificazione sociale, della diffusione della figura degli operai contadini, del part-time, della pluriattivitŕ, della famiglia-azienda, come forme della nuova organizzazione del lavoro e della produzione in agricoltura, successive al fenomeno dell'esodo. Fino all'affermarsi attuale del concetto di sviluppo rurale, come strumento necessario per l'analisi e il governo dello sviluppo contemporaneo del settore primario, in tutte le sue interazioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Salerno, Fabio. "Il consorzio per l'Area industriale di Siracusa e il Piano dell'Italconsult, 1949-1973." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 105–36. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130005.

Full text
Abstract:
Il saggio ripercorre oltre un ventennio di storia dello sviluppo di uno dei maggiori poli industriali meridionali, attraverso lo studio del Piano regolatore dell'Area di sviluppo industriale di Siracusa e mediante la ricostruzione delle lunghe vicende legate alla sua approvazione. Del piano, elaborato dall'Italconsult agli inizi degli anni '60, si mette in evidenza la visione territoriale, che documenta la volontŕ di un approccio globale finalizzato allo sviluppo dell'area provinciale; allo stesso tempo, si sottolinea perň come il piano intervenga su un territorio giŕ profondamente trasformato dall'insediamento di numerose grandi imprese industriali. Nel decennio tra il 1950 e il 1960, l'industrializzazione dell'area lungo la costa che da Augusta giunge fino alla periferia Nord di Siracusa si svolge, infatti, in assenza di strumenti di pianificazione territoriale specifici e senza alcuna infrastrutturazione programmata del territorio. La prima parte del testo descrive i modi con cui l'industria si insedia, evidenziando i fattori di squilibrio che emergono dalla trasformazione del territorio. Il Piano Italconsult conosce in seguito un difficile iter attuativo, anche in relazione alla scelta governativa di istituire un'unica Area per lo sviluppo industriale della Sicilia orientale che include le province di Siracusa e Catania, con le conseguenti difficoltŕ di tipo amministrativo che questo determina. Dopo la redazione di una successiva versione e di una variante, il Piano regolatore per l'Area di sviluppo industriale della Sicilia orientale - zona Sud (Siracusa) viene approvato paradossalmente soltanto nel 1973, diventando operativo a ridosso della prima grave crisi petrolifera mondiale; con il risultato che da strumento di pianificazione che avrebbe dovuto guidare lo sviluppo di uno dei principali poli petrolchimici nazionali, risulterŕ giŕ superato al momento della sua approvazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Nicoletta, Ricciardulli, and Tenna Fabrizio. "L'applicazione delle metodologie proposte dal manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (QCMV) alla Valutazione dei Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013: limiti attuali e spunti di riflessione per il futuro." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 103–13. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048008.

Full text
Abstract:
Il manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (d'ora in poi QCMV) definisce la valutazione come "un processo [di ricerca] che permette di giudicare gli interventi in funzione dei risultati e degli impatti [da essi determinati] e dei fabbisogni che intendono soddisfare". Questo paradigma č definito all'interno del regolamento per lo sviluppo rurale per consentire, attraverso la misurazione degli indicatori, di valutare la situazione di partenza nonché l'esecuzione finanziaria, i prodotti, i risultati e l'impatto dei programmi, verificando l'andamento, l'efficienza e l'efficacia dei programmi di sviluppo rurale rispetto ai loro obiettivi. L'articolo entra nel merito del meccanismo che la Commissione ha messo in piedi per il monitoraggio e la valutazione dei Programmi di sviluppo rurale, analizzandone le ripercussioni rispetto a ciň che dovrebbe essere la funzione degli indicatori nella valutazione e il loro senso in funzione della programmazione. Vi č un potenziale cortocircuito nella scelta di indicatori di programma, i cui target sono ancorati a stime poco consistenti, e nel dare mandato alla valutazione di basarsi sulla performance di tali indicatori per verificare l'efficienza e l'efficacia del programma. Gli autori affrontano con esempi concreti i limiti metodologici e suggeriscono un approccio alternativo per la futura programmazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Pronti, Andrea. "Agroecologia e sviluppo rurale nella regione orientale del Minas Gerais." Revista Movimentos Sociais e Dinâmicas Espaciais 6, no. 2 (November 27, 2017): 92. http://dx.doi.org/10.51359/2238-8052.2017.231110.

Full text
Abstract:
Nell'area orientale dello stato del Minas Gerais è stato realizzato il progetto di cooperazione internazionale tra Italia e Brasile "Agroecologia e formazione socio ambientale per lo sviluppo sostenibile" con lo scopo di sostenere l'agroecologia per lo sviluppo rurale locale. L'area è caratterizzata dalla produzione estensiva di caffè principalmente a livello di agricoltura familiare. Il caffè, oltre a sostenere quasi totalmente l'economia locale, rappresenta uno dei maggiori driver di distruzione della Foresta Atlantica, bioma locale molto importante per la fornitura di servizi ambientali. Grazie alla collaborazione tra Università di Torino e RE.TE. Ong, nell'ambito del progetto Uni.Coo, è stato realizzato uno studio economico per confrontare l'utilizzo di pratiche agroecologiche e convenzionali con lo scopo di verificare se le prime potessero effettivamente contribuire allo sviluppo sostenibile dell'economia regionale. Sono state confrontate diverse variabili economiche e ambientali in 6 unità produttive. I risultati dello studio indicano che le pratiche agroecologiche siano in grado di fornire mediamente maggiori redditi, remunerare maggiormente il lavoro, diversificare i redditi e le diete, oltre a contribuire sia alla riduzione dell'uso prodotti chimici che alla conservazione forestale. Lo studio suggerisce che l'agroecologia possa rappresentare un possibile modello di sviluppo agricolo sostenibile per la regione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Piano di sviluppo rurale"

1

Baldissera, Filippo <1990&gt. "L'evoluzione della P.A.C.: analisi di Piani di Sviluppo Rurale del Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6902.

Full text
Abstract:
La prima parte del seguente elaborato si occuperà di esporre la Politica Agricola Comunitaria evidenziandone i punti fondamentali e le varie modifiche che si sono succedute nel tempo. Nella seconda parte verrà fatto un confronto tra i Piani di Sviluppo Rurale del Veneto, riguardanti gli anni 2000 - 2006 e 2007 - 2013, attraverso un approfondimento in merito alla gestione delle risorse stanziate nelle diverse misure che compongono i Piani. Al termine verranno delineati gli sviluppi futuri nel settore agricolo che la Regione Veneto intenderà raggiungere.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Burzo, Antonella <1978&gt. "La compatibilità ambientale nei Piani di Sviluppo Rurale: un modello di analisi per le regioni italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2923/1/burzo_antonella_tesi.pdf.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Burzo, Antonella <1978&gt. "La compatibilità ambientale nei Piani di Sviluppo Rurale: un modello di analisi per le regioni italiane." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2923/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

TESTA, CATERINA. "Abitare la campagna oggi. Strutture agricole e pratiche abitative dei territori rurali piemontesi." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2015. http://hdl.handle.net/11583/2617535.

Full text
Abstract:
La ricerca si concentra su quegli ambiti che oggi possono essere definiti come campagna, caratterizzati né da una prevalente componente urbana, né da emergenze naturali o culturali; sono quelli dove l’attività agricola ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nella definizione e nella gestione dello spazio aperto e nel modo di abitare questi territori. In un processo di modificazione del territorio letto a partire dagli anni ’70, il rinnovato interesse verso i temi della dimensione rurale e degli spazi agricoli testimonia una profonda variazione nelle relazioni che la società mantiene con lo spazio e l’ambiente per la soddisfazione di nuovi bisogni, dimostra ovvero la definizione di una nuova territorialità (Raffestin, 2012) che coinvolge gli ambiti rurali. La natura non è più semplice supporto dell’attività agricola, ma insieme di elementi che costituiscono l’ecosistema con uno stretto legame tra ambiente naturale e caratteristiche socio – economiche e culturali. Questa accezione implica che il territorio svolga nelle aree rurali una funzione non solo produttiva, ma anche paesaggistica e culturale e possa divenire fonte di vantaggio competitivo attraverso la valorizzazione del turismo e delle attività ricreative. Dal riconoscimento dell’importanza degli ambiti agricoli per le loro valenze ambientali, culturali ed economiche, emergono due aspetti rilevanti per indagare gli ambiti rurali: da una parte la necessità di limitare e ridurre il consumo di nuovo suolo, come premessa per mantenere e preservare il valore ambientale, culturale ed economico degli ambiti rurali (Lanzani, 2013); dall’altra un cambiamento delle forme dell’abitare questi territori, non più solamente in termini di produzione agricola, ma anche di fruizione di servizi rurali e di spazi per la residenza.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Di, Giorgi Francesco. "Sviluppo locale e digital divide." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1065.

Full text
Abstract:
L oggetto della ricerca si incentra nella correlazione tra il fenomeno dello sviluppo locale e la problematica del digital divide. L intento che si intende perseguire consiste nella formulazione di ipotesi di risposta ad alcune domande poste in relazione alle due tematiche citate. In altri termini ci si chiede se gli strumenti tipici dello sviluppo locale possano o meno svolgere un ruolo nella riduzione, o quantomeno, nel contenimento del divario digitale inteso nella sua duplice versione ossia differenza nella dotazione all accesso alla rete internet e disparità nel grado di alfabetizzazione informatica. Inoltre si intende comprendere se, colmato il divario, possano derivare, o meno, effetti tali da contribuire allo sviluppo di un territorio. Per cercare di rispondere alle domande formulate, occorrerà pertanto capire cosa si intende per digital divide studiando, il fenomeno sin dalla sua nascita nonché analizzando le diverse ipotesi di evoluzione del divario nel tempo e, contestualmente, la differente morfologia che esso assume in base al contesto di riferimento. Occorre, infatti, notare che il divario digitale non è un fenomeno statico, legato esclusivamente all avvento della nuova tecnologia internet, ma un concetto in continua evoluzione, noto nell ambiente come moving target. Pertanto, si affronteranno le differenti accezioni del fenomeno concentrandosi in particolare su due fattispecie: il digital divide strutturale e quello reale. Sarà quindi trattata la tematica dell accesso alla rete internet, sia da un punto di vista giuridico che tecnico, al fine di acquisire gli strumenti necessari per comprendere le modalità di ridurre il divario digitale. Una volta quindi compreso il fenomeno e le relative ragioni di resistenza del mercato si passeranno in rassegna i recenti interventi governativi sia di stampo comunitario che nazionale volti alla riduzione del digital divide. Verranno presi, invece, in analisi i diversi interventi realizzati dalle regioni italiane ad eccezione della regione Sicilia. Attraverso l analisi rivolta alle diverse realtà locali italiane, si cercherà di valutare l eventuale efficienza dell intervento locale in merito alla riduzione del divario digitale con particolare riferimento ai Fondi rurali, sottolineando, se del caso, le best practices riscontrate. Alla luce dei risultati ottenuti verrà affrontata la questione della riduzione del divario digitale nella regione siciliana prendendo in considerazioni il ruolo delle istituzioni, le caratteristiche del territorio, la crescita della popolazione, l attuale divario digitale rilevato, l eventuale presenza di operatori locali virtuosi delle comunicazioni, nonché le potenzialità intrinseche legate all utilizzo di internet quale utile strumento di crescita economico-sociale. Si trarranno, infine, le conclusioni di quanto posto nel corso della trattazione per prospettare delle risposte ipotizzabili alle domande poste fornendo da un lato alcuni spunti di riflessione su possibili ipotesi di intervento e dall altro prendendo in considerazione i virtuosismi riscontrati in rete tali da creare un effetto positivo nello sviluppo locale del territorio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Ceccarini, Linda <1989&gt. "Agricoltura sociale: nuova opportunità di sviluppo rurale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6481.

Full text
Abstract:
L’agricoltura è un settore che desta molta attenzione a livello comunitario sia perché occupa una porzione rilevante del territorio sia perché riveste un ruolo chiave nelle attività produttive ed economiche dell’Unione Europea. Grazie al suo carattere multifunzionale, essa assume una posizione importante nella gestione e tutela del territorio, conservazione del paesaggio, rivitalizzazione delle zone rurali sempre in stretta relazione con l’insieme delle attività connesse direttamente e indirettamente al settore primario. Uno degli aspetti multifunzionali dell’agricoltura è quello sociale il quale si pone come un nuovo approccio di sviluppo rurale, mediante il quale è possibile offrire una concreta possibilità di costruire un diverso ed innovativo sistema di welfare. La tesi analizza il fenomeno partendo dall’evoluzione della Politica Agricola Comunitaria evidenziandone i momenti principali, facendo particolare attenzione all’aspetto multifunzionale che man mano si è fatto strada all’interno di queste politiche. Nel secondo capitolo si esplica il carattere sociale dell’agricoltura spiegandone il significato e le potenzialità ed evidenziando il ruolo che l’agriturismo può assumere in merito a questo aspetto. Il terzo capitolo tratta il caso di studio della regione Marche in relazione all’importanza che l’agricoltura sociale ha assunto nella regione e i benefici generati da essa.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Masi, Mattia. "Definizione di un piano di sviluppo pluriennale di librerie.coop." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/745/.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

ROMANOVA, PETYA PETKOVA. "Governo, gestione, tutela e valorizzazione delle risorse territoriali: la Bulgaria nel contesto della politica di sviluppo rurale dell'Unione Europea. Un caso di cooperazione transnazionale." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2015. http://hdl.handle.net/11369/338324.

Full text
Abstract:
ABSTRACT La politica di sviluppo rurale della Bulgaria cerca di sfruttare i punti di forza delle zone rurali per innescare uno sviluppo inclusivo che porti benessere e opportunità, potenziando competitività e diversificazione del settore agroalimentare e migliorando la qualità della vita. Dopo l’ingresso nell’Unione europea, tale strategia si è dovuta integrare nella politica di sviluppo rurale europea, che riconosce l’importanza delle aree rurali e il bisogno di affrontarne i problemi in maniera comprensiva. Suo tratto caratteristico è l’approccio LEADER, che vuole sviluppare le aree rurali anche creando Gruppi di Azione Locale (GAL), col compito di integrare misure settoriali distinte e di coinvolgere i diversi attori economici e sociali. La strategia di sviluppo rurale europea è stata una delle politiche che hanno avuto un maggiore impatto sulle condizioni di vita delle popolazioni rurali bulgare. Mentre le autorità centrali cercano di mantenerne il controllo e di utilizzare i fondi europei per legittimarsi, i GAL si sono dimostrati cpaci di aderire il più possibile alle caratteristiche e ai bisogni del territorio, anche tramite collaborazioni transazionali, che hanno rivelato affinità impensate, come nel progetto Cross Border for Rural Identities Development – Adriatic Sea/Black Sea. ABSTRACT in English The rural development policy in Bulgaria seeks to exploit the strengths of rural areas to trigger inclusive development that brings wealth and opportunity, enhancing competitiveness and diversification of the agriculture sector and improving the quality of life. After joining the European Union, this strategy has had to integrate into the European rural development policy, which recognizes the importance of rural areas and the need to tackle its problems in a comprehensive manner. Its characteristic feature is the LEADER approach, which wants to develop the rural areas also creating Local Action Groups (LAGs), with the task of integrating sectoral measures distinct and involve different economic and social actors. The rural development strategy in Europe was one of the policies that have had a greater impact on the living conditions of rural populations Bulgarian. While the central authorities are trying to maintain control and to use European funding to legitimize itself, the LAGs have proven cpaci to adhere as much as possible to the characteristics and needs of the territory, also through collaborations transactional, which revealed unexpected affinities, as in Cross Border Identities project for Rural Development - Adriatic Sea / Black Sea.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Gibellini, Gabriele. "Sviluppo del Piano di Marketing in un’azienda di eCommerce - Il caso di MilkyWay." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

Find full text
Abstract:
Nelle moderne economie il ruolo degli eCommerce sta inesorabilmente crescendo e l’errore che troppo spesso si nota essere compiuto è quello di sottovalutare la complessità di gestione di tali business; i negozi online, che fino a pochi anni fa erano considerati dei meri canali integrativi tra commercianti e consumatori, sono andati assumendo una precisa identità e dignità. Al fine di valorizzare al meglio l’attività commerciale è necessario dotarsi di strumenti di pianificazione e monitoraggio, tra cui uno dei principali è il piano di marketing. L’enorme potenziale in termini di conoscenza dei consumatori ha messo le imprese operanti nel commercio elettronico in grado di pianificare e realizzare precise strategie di marketing, volte a determinare a quale segmento di mercato rivolgersi e in che modo posizionare e differenziare il proprio prodotto commerciale rispetto alla concorrenza. Il lavoro presentato in questa tesi prende spunto proprio da quest’ultima considerazione ed è volto a strutturare le fasi di redazione del piano per MilkyWay Shop, eCommerce di articoli sportivi, quindi fornire al lettore gli strumenti e un modello seppur ridotto ma testato ed efficace per compilare un piano di marketing ottimizzato per qualunque impresa operi nel settore del commercio elettronico, derivante da anni di tentativi ed esperienze accumulate in una Start Up che per definizione è costantemente soggetta al pivoting dei propri target e posizionamento.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

GOTTERO, ENRICO. "Politiche di sviluppo rurale e valorizzazione del paesaggio. Un approccio valutativo." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2014. http://hdl.handle.net/11583/2535094.

Full text
Abstract:
In tutta Europa il problema della diffusione insediativa e infrastrutturale, apparentemente senza forma e senza regole, è al centro di un dibattitto molto intenso e controverso, per alcuni versi camuffato da fenomeni evidenti come il consumo di suolo e lo sprawl urbano che tanto riecheggiano, soprattutto a livello nazionale. La metropolizzazione del territorio è certamente un problema in forte ascesa, tuttavia cela ripercussioni estremamente rilevanti spesso sottese da un ombrello terminologico troppo ampio che pone al centro dell’attenzione la città a discapito dello spazio aperto. Se invece spostiamo il punto di osservazione e scrutiamo attentamente il paesaggio rurale, inteso come «quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale» (Sereni, 1961, p. 29), non è difficile oggi avvertirne la marginalità ma è probabilmente più tortuoso coglierne il nesso con l’ambiente urbano. In Italia la crescita esponenziale di paesaggi insediativi diffusi e a bassa densità degli ultimi trent’anni è sintomo di una campagna intesa non più come terra da coltivare ma come suolo incline a trasformazioni perlomeno disgiunte (Marson, 2008). Parliamo ad esempio di alterazione delle campagne mediante input chimici e pesticidi, sviluppo di cave e infrastrutture, industrializzazione delle colture, urbanizzazione selvaggia, interferenze percettive e visuali, antropizzazione, perdita di biodiversità, alterazioni degli usi tradizionali del suolo, privazione di spazio di contestualizzazione di ville e cascine (Cassatella et al., 2009), modificazioni degli elementi connotanti (siepi, alberate, rii, rogge, canali d’irrigazione, muretti a secco), ecc. In altre parole effetti drammatici che danno origine a nuovi paesaggi precari, in cui l’attività agricola, per sopravvivere, deve probabilmente assumere significati diversi da quelli esclusivamente di natura economico-produttiva (Socco et al., 2005) e consolidare le sinergie con il paesaggio. In quest’ottica, il più recente quadro politico dell'Unione Europea (UE) e, in particolare, la Politica Agricola Comune (PAC) e il suo secondo pilastro dedicato allo sviluppo rurale, sottolineano il ruolo fondamentale dell'agricoltura nella gestione del territorio e nello sviluppo socio economico delle aree rurali. Infatti le misure individuate nei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) hanno l’obiettivo di rafforzare l’agricoltura in senso multifunzionale, al fine di mantenere il presidio sul territorio, proteggere il suolo e mantenere le peculiarità paesaggistiche (Spaziante e Murano, 2008). I Fondi strutturali per lo sviluppo rurale possono fornire importanti strumenti di correzione per preservare i paesaggi rurali dalla costante domanda di terreni da parte della città ed evitare i processi di degrado territoriale attualmente in atto, soprattutto attraverso il rafforzamento del concetto di multifunzionalità che, oltre a raffigurare la nuova sfida dei territori rurali, assegna agli agricoltori un ruolo fondamentale nel mantenimento della biodiversità, di corridoi verdi e aree naturali, nonché nella tutela e valorizzazione della memoria materiale dei paesaggi rurali. L’intento della ricerca è quello di costruire un quadro metodologico per migliorare l’efficacia delle politiche di sviluppo rurale (della Regione Piemonte) per il prossimo periodo di programmazione (2014-2020), in termini di gestione, conservazione e valorizzazione del paesaggio rurale. In particolare la tesi persegue i seguenti obiettivi specifici: -fornire indicazioni per le future politiche rurali (programmazione post 2013), anche in relazione al legame con gli strumenti di pianificazione territoriale; -costruire le basi tecniche per misurare gli effetti e monitorare l’efficacia dei PSR per i paesaggi rurali, attraverso l’uso di indicatori basati sull’applicazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Domande affrontate dalla ricerca -Qual è il ruolo del paesaggio all’interno del quadro della Politica Agricola Comune (PAC)? -Quali sono le relazioni, dirette o indirette, tra paesaggio e Programmi di Sviluppo Rurale (PSR)? -Quali indicatori possono essere impiegati per valutare e monitorare gli effetti dei PSR sul paesaggio rurale? -Quali sono gli effetti delle azioni del PSR sul paesaggio? -É possibile migliorare l’efficacia dei PSR per il paesaggio rurale mediante l’utilizzo degli indicatori? Struttura complessiva della tesi Il progetto di ricerca in oggetto nasce sulla base di precedenti esperienze condotte dal Dipartimento Interateneo del Territorio (Diter) su due filoni di ricerca: il primo relativo alla valutazione delle ricadute ambientali delle politiche di sviluppo rurale (nell’ambito piemontese), mentre il secondo fondato sull’applicazione di un set di indicatori del paesaggio imperniati sull’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. L’intersezione di ambiti di ricerca così eterogenei ha dato origine ad un elaborato articolato in quattro parti. Oltre ad un primo capitolo ricognitivo sull’analisi delle politiche per il paesaggio rurale (in particolare sul significato paesaggistico della PAC ) e ad un secondo dedicato alle interazioni tra pianificazione del paesaggio rurale e PSR italiani, la tesi si concentra prevalentemente sull’individuazione e la messa a punto di indicatori per la valutazione degli effetti del PSR piemontese 2007-2013, con l’intento di proporre un quadro metodologico per il prossimo ciclo di programmazione 2014-2020. Il set di indicatori proposto nasce dall’attenta analisi della valutazione degli effetti potenziali, dalla distinzione della tipologia di azioni promosse dal PSR piemontese (mitigazione, tutela, valorizzazione, gestione, ecc.), dalle dimensioni del paesaggio coinvolte negli impatti (ecologica, visuale, uso del suolo, storico-culturale) e dall’analisi delle componenti elementari del paesaggio rurale (contenuto semantico, morfologico e struttura sintattica). Il processo di individuazione, messa a punto e rielaborazione degli indicatori (compresa la rielaborazione dell’algoritmo di calcolo) ha seguito una prima fase di sperimentazione su aree pilota collocate in Piemonte (Colline tra Langa e Monferrato, Parco del Po torinese tra Moncalieri e Casalgrasso, Comuni di Lombriasco e Brusasco), attraverso la formazione di grafici, carte tematiche di caratterizzazione e la costruzione di un database per il calcolo degli indicatori. La seconda fase riguarda invece la valutazione degli effetti potenziali sul paesaggio con l’ausilio della tecnica dello scenario, inteso come dispositivo conoscitivo e di indagine fondato su un ordine ipotetico tra differenti fenomeni che coinvolgono il territorio (cosa potrebbe succedere se), un sistema di archetipi basati sulle proiezioni di criticità, potenzialità e possibili sviluppi. Infine le conclusioni cui giunge la tesi sono state suddivise in due parti: il contributo della ricerca, in termini di limiti, opportunità e proposta metodologica per la valutazione degli effetti per il prossimo ciclo di programmazione (2014-2020), e le questioni concettuali aperte. In merito a quest’ultimo aspetto la ricerca pone particolare attenzione ad alcune questioni al centro del dibattito internazionale come ad esempio l’ossimoro ideologico tra paesaggi rurali e naturali, il concetto di multifunzionalità dell’agricoltura, intesa soprattutto come nuove prospettive di ricerca, e il potenziale contributo della PAC per il paesaggio nelle strategie per la nuova programmazione. Nello specifico, per raggiungere le finalità enunciate in precedenza, il progetto di ricerca è stato articolato come segue: Capitolo 1: Politiche europee per la conservazione e valorizzazione del paesaggio rurale Obiettivo specifico: sviluppare un ampio quadro concettuale basato sulla revisione critica della letteratura e delle politiche, con lo scopo di identificare il ruolo del paesaggio all’interno del quadro rurale europeo. Capitolo 2: Sviluppo rurale e pianificazione per il paesaggio in Italia: verso l’integrazione? Obiettivo specifico: individuare le relazioni, dirette o indirette, tra paesaggio e Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) attraverso l’analisi critica del contenuto paesaggistico dei Programmi italiani, delle relazioni con i quadri programmatici regionali e degli strumenti di analisi e valutazione del paesaggio dei PSR. Capitolo 3: Effetti del PSR piemontese 2007-2013 sul paesaggio Obiettivo specifico: individuare, mettere a punto e sperimentare alcuni indicatori su aree pilota (in Piemonte), al fine di valutare i possibili effetti ed estrapolare indicazioni utili per il miglioramento dell’efficacia delle politiche rurali piemontesi per il prossimo periodo di programmazione (2014-2020). Conclusioni -Limiti e opportunità della ricerca -Proposta metodologica per il prossimo ciclo di programmazione -Paesaggi rurali e paesaggi naturali: dicotomie o nuove intese? -Agricoltura multifunzionale: verso nuove opportunità urbane? -La vision della PAC per il paesaggio rurale
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Piano di sviluppo rurale"

1

Hoffmann, Alessandro. La nuova politica di sviluppo rurale. Milano: FrancoAngeli, 2006.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Torricelli, Maria Chiara, ed. ES-LCA e patrimonio naturale. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-803-3.

Full text
Abstract:
La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse ecologiche e naturali, la valorizzazione sostenibile degli spazi urbani e rurali rappresentano per le società del terzo millennio degli incontestabili paradigmi etici e delle ineludibili realtà con le quali confrontarsi. Alla tutela ambientale si sono affiancati obiettivi più ampi, connessi alla fruizione dei contesti territoriali, in un’ottica di conservazione attiva, e si sono modificate le strategie di intervento in funzione della valorizzazione di risorse e contesti, nonché dello sviluppo delle specificità del territorio stesso. L’analisi di sostenibilità, come strumento per monitorare, reinterpretare, sviluppare e valorizzare un territorio, e in particolare il suo patrimonio naturale, è il tema di questo libro che riporta i risultati di una ricerca condotta da un gruppo interdisciplinare che ha condiviso l’approccio Life Cycle. L’approccio del Ciclo di Vita – che si sta evolvendo verso una metodologia in grado di recepire la dimensione locale oltre a quella globale, la scala macro e meso oltre a quella del prodotto, la dimensione sociale oltre a quella ambientale ed economica – può essere appropriato e praticabile nell’analisi di sostenibilità di un territorio? A questa domanda, in particolare circoscritta ad aspetti ambientali, di biodiversità e di accessibilità ambientale-spaziale, il libro intende dare una risposta sia sul piano teorico, sia con l’applicazione ad un caso studio: il territorio in cui è inserito il Parco regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli in Toscana. Il libro fornisce un quadro delle fasi di analisi e degli indicatori che le supportano e ne documenta l’applicazione a diverse scale nel contesto del Parco.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Sotte, Franco, and Roberto Esposti. La dimensione rurale dello sviluppo locale: Esperienze e casi di studio. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2002.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Centro italiano di recerche e d'informazione sull'economia pubblica, sociale e cooperativa. and Terni (Italy :. Province), eds. Piano di sviluppo economico e sociale della provincia di Terni. Milano, Italy: F. Angeli, 1998.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Baratta, Adolfo F. L. Il piano strategico di sviluppo edilizio dell'Università degli studi di Foggia 2021. Conegliano, TV: Anteferma, 2021.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Carlo, Cellamare, Rieti (Italy :. Province), and Università degli studi di Roma "La Sapienza." Dipartimento di architettura e urbanistica per l'ingegneria, eds. Per un progetto di territorio e di sviluppo locale: Il piano provinciale di Rieti. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2001.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Dall'Ara, Giancarlo. Come progettare un piano di sviluppo turistico territoriale: Normativa, marketing, casi di eccellenza. Matelica (Macerata): Halley, 2006.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

ateneo, Università di Bologna Commissione urbanistica di. Piano programma per lo sviluppo territoriale dell'ateneo, 1990-2000. Bologna: CLUEB, 1990.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Barbari, Matteo, and Francesco Sorbetti Guerri, eds. L’edilizia rurale tra sviluppo tecnologico e tutela del territorio. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-394-6.

Full text
Abstract:
La II Sezione dell’AIIA ha promosso un’occasione di incontro, confronto e riflessione sul tema “L’edilizia rurale tra sviluppo tecnologico e tutela del territorio” attraverso l’esposizione dei risultati delle più recenti ricerche condotte sull’argomento dai ricercatori del SSD “Costruzioni rurali e territorio agroforestale”. I lavori hanno previsto tre sessioni: nell’ambito della prima sono stati presentati i risultati del PRIN 2008 su “Integrazione di sistemi tecnologici innovativi per il monitoraggio a distanza di animali”, con interventi delle varie Unità Operative coinvolte. Nella seconda e terza sessione sono stati presentati i risultati scientifici di ricerche sui temi dell’Innovazione tecnologica negli edifici agricoli e delle Tendenze nella progettazione di edifici agricoli per un uso sostenibile del territorio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Centro di studi storici Terni and Istituto studi teologici e storico sociali, eds. L'isola senza mare: Storia del Piano di sviluppo economico dell'Umbria, 1960-1970. Arrone (Terni): Thyrus, 2012.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Piano di sviluppo rurale"

1

Roselli, Claudia. "Geografie della memoria e zone di transizione: interpretare le possibilità future di salvaguardia dei legami territoriali a Delhi." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7959.

Full text
Abstract:
Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni, fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di sostenibilità? Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un necessario cambiamento di rotta nella governance urbana. Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città, ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali. Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana, svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani, forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro. Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale. The future of the metropolis will be to increase in dimension and extension phagocyting territory, or it will be a moment where the things will start to change, in the collective and politic awareness, that it is necessary to absorb the concepts of limits and sustainability? It seems that the global economic turns have already alerted the sensitive minds towards a necessary change of the course of the urban governance. It is not possible to ignore longer, the transformations, sometime very dangerous, in our cities, todays. Rather it is necessary try to addressed them in a time crossing, capable of understanding the importance of the collective memory, attracting the proper engramma to build new anthropological, cultural and social relations. Specifically the paper would like analyze the reality of the city of Delhi, the Indian capital, disclosing the existences, on its body, of some territorial boundaries. Zones where it is possible to find and to recognize tracks of its ancient rural origins made by crafts and agricultural artisan, clay ovens and cultivated lands. This soul of the city, made by memories, knowledges and territorial relations was menaced, on the last years, from the blind wish of expansions of unscrupulous businessman and from decisions not capillary monitored relatively to urban development plans, which have had unpredictable consequences for the territory and for the environment. After the end of the expectations created from the Commonwealth Games, on 2010, the city developed an infrastructural net more quick, promoting the use of the public transports and creating an underground net very efficient, initial assumption to regain its former glory of green city. Over these new infrastructural potentialities also the connective tissues, between area and area and the big zones of urban green, like gardens, parks and forests, they had great potential in themselves to make Delhi one of the most competitive capital of the future.To realize this visions it is necessary to create vocabularies, roads and languages, capable of suggesting the development of new models of urban settlements mainly on the sensitive zones, where it will happen the encounter between urban and rural.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Romano, R., and S. Cilli. "Impatto delle misure forestali nello sviluppo rurale 2007/2013." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.155.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Mariano, Carmela. "Il futuro della città è policentrico? Una riflessione sull’area metropolitana romana." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7965.

Full text
Abstract:
Il territorio romano costituisce un sistema metropolitano ‘anomalo’ (Campos Venuti, 2005) ancora oggi tutto interno ai confini municipali della città, dal momento che l’area metropolitana non offriva poli attorno ai quali far crescere i nuovi tessuti misti produttivo-residenziali; dando luogo, in conclusione, ad un assetto territoriale totalmente disordinato. Il processo di metropolizzazione appare molto debole mentre sembra persistere un modello di periferizzazione. La scala sovracomunale in sostanza continua a svilupparsi secondo un modello vecchio che esprime logiche anche economiche vecchie. Un sistema metropolitano in cui, per tentare di riequilibrare la sua struttura, si è affermata la strategia delle ‘nuove centralità’, che rappresenta, assieme al sistema ambientale e al sistema della mobilità, uno degli elementi strutturali del piano urbanistico di Roma approvato nel 2008, in alternativa sia al persistente monocentrismo di Roma, sia all’incompiuto disegno del Sistema Direzionale Orientale previsto dal piano del 1962. Le centralità, immaginate come la chiave della trasformazione territoriale proposta per Roma, hanno, nelle intenzioni del piano, l’obiettivo di correggere l’anomalia di un sistema metropolitano, nel quale non esistono centri periferici da valorizzare per avanzare sulla strada del riequilibrio territoriale; sottraendo funzioni di eccellenza al polo centrale da decongestionare e rafforzando, appunto, le numerose localizzazioni periferiche. Il paper intende fornire una riflessione sul futuro di Roma, del suo territorio metropolitano e del suo modello di sviluppo policentrico, a partire dall’analisi di una serie di variabili che hanno contribuito a modificare il quadro di riferimento.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

Full text
Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Zucchi, Giovanni. "Nuovi dispositivi spaziali per la rigenerazione urbana: il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello di Secondigliano a Napoli." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7909.

Full text
Abstract:
Le aree dimesse, veri propri buchi neri nei tessuti urbani, rappresentano un’importante occasione per lo sviluppo delle città da contrapporre ai modelli dello sprawl, intervenendo come nodo centrale del dibattito e della ricerca urbana contemporanea. Bisogna però interrogarsi sulle possibilità del progetto di tali aree, le cui trasformazioni possono avere ricadute enormi sull’assetto della città stravolgendone la geografia e gli stessi rapporti posizionali. Considerare la rigenerazione un modello da contrapporre allo sprawl, necessita innanzitutto un’analisi di quei caratteri che hanno favorito i modelli di diffusione urbana, rendendoli appetibili sia agli investimenti che alle pratiche insediative. Bisogna quindi capire cosa porta una persona a preferire l’outlet alle vie del centro o la villetta suburbana all’appartamento in città. Si delinea così un nuovo modello di spazi per la città, che ibrida le tipologie tipicamente urbane con quelle più contemporanee dello spawl, secondo i dispositivi dinamici e flessibili della rigenerazione urbana. In questo senso si intende proporre il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello situate a Napoli nel quartiere di Secondigliano ed oggetto della sperimentazione progettuale da me svolta nell’ambito della tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università Federico II di Napoli. In questa vasta area militare sottoposta a dismissione dalla Variante al piano regolatore,si pensa di collocare un nuovo tessuto urbano che, in un territorio altamente complesso, vuole rappresentare una nuova forma di centralità urbana capace di riattivare l’intera periferia Nord di Napoli.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Mininni, Mariavaleria, Luigi Guastamacchia, and Teresa Pagnelli. "Rinaturalizzare/reinventare/riparare: azioni paesaggistiche per il riuso del paesaggio estrattivo: il caso studio della nuova provincia BAT." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8021.

Full text
Abstract:
L’attività estrattiva ha costituito per la Puglia un importante motore di sviluppo economico e produttivo, uso del territorio legato alla sua tradizione storico-costruttiva. In particolare il bacino estrattivo della nuova provincia Barletta – Andria – Trani (BAT), a nord di Bari, in crisi ed in parte dismesso, è stato per la Regione uno dei riferimenti per l’ economia, non sempre sensibile verso le indotte trasformazioni sul paesaggio e territorio. Il presente contributo si propone di indagare quale possa essere il punto d’incontro tra il processo di pianificazione e quello produttivo, al fine di individuare strategie con cui operare il ripristino e la restituzione di usi, significati e valori a siti estrattivi ormai dismessi; attivando proattivamente e propositivamente processi virtuosi capaci di innescare da un lato una migliore gestione del paesaggio e dall’altro la necessaria innovazione nel sistema di gestione del comparto estrattivo risorse per il territorio. Partendo dall’atto di avvio del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), attento al recupero di cave esaurite ed abbandonate, si è cercato di definire un percorso metodologico e progettuale, nel quale il presupposto di riacquisire le cave esaurite in un processo di sviluppo sostenibile del territorio trova, attraverso azioni di paesaggio ripensate come le “3R”: Rinaturalizzare, Reinventare, Riparare, proposte strategiche di trasformazione territoriale in grado di delineare scenari futuri per il territorio e per i nuovi contesti di vita. Operativamente attraverso lo strumento delle linee guida sono state messe a sistema le tre azioni di paesaggio in risposta alle criticità che derivano dai processi e conflitti in atto individuati dai progetti territoriali di paesaggio regionale, con l’obiettivo di pensare al riuso delle cave esaurite per consolidare e valorizzare i caratteri di ciascun contesto di vita, e creare nuovi valori e risignificazione dei luoghi. The mining activity has been an important driver of economic and productive development for the Apulia region, representing a land use inextricably linked to its historical and constituting tradition. In particular, the mining basin of the comprehensive province Barletta - Andria - Trani (BAT), north of Bari, is now undergoing a crisis and has been partly dismissed. However, it has always been an important driving force for the local economy of the region. The consequent problems associated with landscape modification and alteration, land use,waste and sludge proper disposal have never been sufficiently taken into account This paper aims to investigate a possible meeting point between the planning and the production processes, in order to identify recovery and recycling strategies, as well as identifying how to return the dismissed extraction sites their former uses, meanings and values by proactively activating virtuous processes capable of triggering a better landscape management on the one hand and, on the other hand, the necessary innovation of the mining management system, allowing it to be a territorial resource again. Starting from the act of initiating the PTCP (Provincial Territorial Coordination Plan), attentive to the recovery of exhausted quarries and abandoned, we have tried to define a methodological and design, in which the assumption of regaining the exhausted quarries in the process of development sustainable land is, through actions of landscape rethought as the "3R" renaturalise, Reinvent, Repairing, policy proposals of territorial transformation can outline future scenarios for the region and for new life contexts. Operationally, through the instrument of the guidelines have been put in the system landscape of three actions in response to the issues that arise from the processes and ongoing conflicts as identified by the local projects of regional landscape, with the aim of thinking about the reuse of exhausted quarries for consolidate and enhance the characteristics of each context of life, and create new values and re-signification of places.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

Full text
Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Aragona, Stefano. "Ecological city between future and memory: a great opportunity to rethink the world." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7932.

Full text
Abstract:
L’attuale momento di crisi sociale, ambientale e spaziale può essere una svolta - uno dei significati della parola greca originaria κρίσις - del modello di sviluppo basato sul paradigma industriale (Khun, 1962) i cui limiti erano ipotizzati nell’omonimo The Limits of Growth commissionato dal Club di Roma ad alcuni ricercatori del MIT di Boston (USA) edito nel 1972. Il presente scritto suggerisce di sostituire al modello industrialista del “fare la città” - indifferente alle condizioni locali grazie alla supremazia data alle “soluzioni” tecnologiche (Del Nord,1991) - l’approccio ecologico che parte dalle condizioni locali quali indicazioni di piano/progetto/realizzazione per la trasformazione dell’anthropocosmo, cioè del rapporto tra contenitori, reti e comportamenti, ovvero del λόγος, discorso, studio, con l’οίκος, ambiente (www.ekistics.org) con le finalità di Smart City cioè costruire Comunità inclusive, sostenibili socialmente e materialmente avendo il risparmio di consumo di suolo come presupposto della sostenibilità. Ciò significa per i paesi ormai più che emergenti - BRIC e tutti gli altri in forte crescita economica - evitare gli errori compiuti dalle nazioni, usualmente chiamate Occidentali, di devastazione del territorio oltre che in termini di danni sociali. Mentre per quest’ultime l’attenzione va posta al tema della riqualificazione dell’esistente sotto il profilo funzionale, spaziale, ambientale e sociale. Per entrambe si pone la questione centrale del rapporto con la storia, i segni di essa sul territorio, cioè la memoria quale essenziale componente del senso delle cose. The current social, environmental and territorial crisis, can be a turning point - one among the meanings of the originary Greek word κρίσις - of the development model based on the industrial paradigm (Kuhn, 1962) whose limits were declared in the homonymous The Limits of Growth commissioned by the Club of Rome at Boston MIT researchers (Meadows and al.) and published in 1972. This paper suggests to replace the industrial model of “making the city” - indifferent to local conditions thanks to the supremacy given to the technological “solutions” (Del Nord, 1991) - with the ecological approach that starts from the local conditions such as indications of plan/project/construction for the transformation of the anthropocosmo, i.e. the relationship connecting shells, networks and behaviours. That is to relate the λόγος, discourse, analyses, with the οίκος, the environment (www.ekistics.org): finally the purpose of Smart City. It requires to build inclusive Communities, socially and materially sustainable, having the saving of land use as precondition. This should mean for most countries now more then emerging - BRIC and everyone else in the strong economic growth - try to avoid the mistakes made by the nations, usually known as Western ones: i.e. devastation of the territory, social harms, and attention to the spatial redevelopment, and to the functional and social ones. For both there is the central question of the relationship with history, the signs of it, ie the memory as essential component of the meaning of things.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Maria Giusto, Rosa, and Mario Buono. "Digitisation and Enabling Technologies for Inclusive Use of Cultural and Environmental Resources: Italian Cultural Itinerary." In 13th International Conference on Applied Human Factors and Ergonomics (AHFE 2022). AHFE International, 2022. http://dx.doi.org/10.54941/ahfe1001417.

Full text
Abstract:
The tools of digitisation and enabling technologies for an inclusive use of cultural and environmental resources, programmed and incentivized within the PST – “Piano Strategico di Sviluppo del Turismo 2017-2022” (PST) of the Italian Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism - represent an extraordinary opportunity to promote and extend responsible, cultured tourism attentive to the development of the main centres, also of the smaller towns and the Inner Areas, acting as drivers both from an economic point of view - as future development resources for the repopulation of areas subject to abandonment and marginalization - and as opportunities to promote the rediscovery and the start of a new cultural trend able to promote knowledge and enhancement of the multiple resources of the territory, going beyond the current range of users and incidence (see PST 2017-2022). The paper analyses these aspects, combining them with the themes of integrated enhancement of the cultural heritage of the Inner Areas and with the sustainable tourism policies of the 2030 Agenda. In particular, it analyses the ways in which the use of new technologies and digital tools applied to cultural heritage can significantly contribute to the enhancement and cultural promotion of Inner Areas and territorial contexts penalised by the absence of effective infrastructures and net-works.Through the principles of sustainability, innovation, accessibility and the physical and cultural permeability of places, which are the basis of the 2017-2022 TSP, new ways are outlined for the valorisation and tourist enjoyment of the cultural heritage of sites and territorial itineraries that are usually little explored and practised but which are crucial and strategic in terms of increasing social, cultural and economic value; of overcoming differences and promoting new competitive scenarios centred on the complexity and variety of the heritage visited (cultural permeability) and on the themes of the unique-ness and richness of stratified territorial and environmental heritages.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Cecchini, Arnaldo, and Maria Rita Schirru. "L’esplosione urbana: un fenomeno a molte dimensioni." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7972.

Full text
Abstract:
Il mondo sta diventando un mondo di città. Un fenomeno incessante e che si svolge a velocità crescente è quello dell’esplosione urbana che spesso si manifesta come sprawl, ma che non è solo sprawl. Far fronte al fenomeno dell’esplosione urbana non è semplice, anche perché non è un solo fenomeno, ma fenomeni diversi per morfologia e per cause. E allora non vi è una sola soluzione per controllare l’esplosione urbana, come ripete il mantra della “città compatta” come l’unica e un po’ vaga soluzione. Governare l’esplosione urbana vuol certamente dire accrescere la densità e concentrare le aree urbanizzate, ma questo può essere fatto solo comprendendo le specificità dei diversi fenomeni e identificando la “cura” corretta, con un atteggiamento progettuale lungimirante. Come pianificare una nuova via per rendere possibile lo sviluppo di questi territori, pensando alle interazioni e ai legami tra i diversi livelli, le diverse funzioni, le diverse popolazioni, ma anche fra piano e progetto? Si può partire dal presupposto che sia possibile ridurre gli effetti negativi del periurbano pur conservandone e valorizzandone i vantaggi, ricercando dei “compromessi”, attraverso l’individuazione di una serie di strumenti urbanistici coadiuvati da misure economico-fiscali. La pianificazione urbanistica non può, da sola, governare il fenomeno periurbano, perché le convenienze in gioco sono numerose e in capo ad una moltitudine di soggetti diversi; quindi si deve operare, oltre che sugli strumenti urbanistici, anche su quelli economico-fiscali, proponendo un riordino del sistema fiscale, integrato nella pianificazione urbanistica ed ambientale delle città. Proveremo a indicare come The world is today a “world of cities”. In this world there is phenomenon that is an incessant phenomenon, that occurs at an increasing speed: the urban explosion, that is sprawl, ma not only sprawl. To cope with this phenomenon is not easy, mainly because it is not a single phenomenon, but a set of related phenomena, different for morphology and different in causes. Then there is not a sole solution to control the urban explosion, as it is told by the rather simplistic mantra of the compact city. The control of the urban explosion needs to increase density and concentrate urbanization, but we can operate this control only if we understand the diversity of phenomena to identify the right treatment, designing with far-sightedness, How to design and plan a new way to allow a development of these territories, looking at the interaction between the different levels of governance, the different functions, the different populations? Uno starting point could be that it is possible to reduce the negative effects of suburbanization, maintaining the advantages, finding a “compromise” when needed; it implies to combine planning regulations with fiscal end economical measures. Urban and territorial planning cannot govern the sub-urbanisation by itself: we have a complex game with a lot of diverging actors; we must integrate planning and fiscal systems. We’ll try to say how.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography