Academic literature on the topic 'Piano comunale di emergenza'

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Journal articles on the topic "Piano comunale di emergenza"

1

Lingua, Valeria. "Limiti e opportunitŕ della democrazia partecipativa nei piccoli comuni." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 297–316. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097017.

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Abstract:
Il percorso partecipativo attivato per la realizzazione del piano strutturale in un piccolo comune della periferia toscana permette di sviluppare alcune riflessioni sulle opportunitŕ e i limiti dell'attivazione di processi partecipativi in realtŕ di piccole dimensioni. L'autrice evidenzia dilemmi e conflitti emergenti in contesti marginali rispetto al sistema socioeconomico, infrastrutturale e turistico dominante, dotati di un buon substrato di capitale sociale, ma di scarse risorse tecniche, finanziarie e culturali.
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2

Bignami, Daniele F., and Giovanni Menduni. "Piani comunali di protezione civile: origini, sviluppo e nuove azioni di pianificazione territoriale (parte i)." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 170–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095018.

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Abstract:
La normativa degli ultimi venti anni dà ai piani comunali di protezione civile un valore crescente tra le attività di pianificazione del territorio, ma i relativi caratteri specifici stentano ad affermarsi tra gli addetti. Questo contributo, nella prima parte, restituisce il percorso, dalla genesi a oggi, della pianificazione di protezione civile nel nostro paese, ricostruendone l'evoluzione tra norme e indirizzi. L'esito culminato nel D.Lgs. 1/2018 definisce i ruoli di sindaci, strutture amministrative comunali, regioni, volontariato e prefetture. La seconda parte espone il nuovo ruolo del piano di protezione civile comunale nel quadro del ‘Sendai Framework for Disaster Risk Reduction' e offre spunti per la cruciale direttiva nazionale sulla pianificazione di protezione civile in fase di stesura.
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3

Bignami, Daniele F., and Giovanni Menduni. "Piani comunali di protezione civile: origini, sviluppo e nuove azioni di pianificazione territoriale (parte II)." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 137–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096013.

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Abstract:
La normativa degli ultimi venti anni dà ai piani comunali di protezione civile un valore crescente tra le attività di pianificazione del territorio, ma i relativi caratteri specifici stentano ad affermarsi tra gli addetti. Questo contributo, nella sua prima parte (pubblicata sul n. 95), ha restituito il percorso, dalla genesi a oggi, della pianificazione di protezione civile nel nostro paese, ricostruendone l'evoluzione tra norme e indirizzi. L'esito culminato nel D.Lgs. 1/2018 definisce i ruoli di sindaci, strutture amministrative comunali, regioni, volontariato e prefetture. Questa seconda parte espone il nuovo ruolo del piano di protezione civile comunale nel quadro del ‘Sendai Framework for Disaster Risk Reduction' e offre spunti per la cruciale direttiva nazionale sulla pianificazione di protezione civile in fase di stesura.
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4

Corda, Gian Paolo. "Le implicazioni macro-urbanistiche delle reti di mobilitŕ sulla pianificazione a scala comunale." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 15–22. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059003.

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Abstract:
Nel caso di studio si esaminano le potenzialitŕ derivanti al contesto urbano dalla posizione privilegiata che deriva dai collegamenti ferroviari del Sempione e del Gottardo, potenziati dai nuovi trafori, e dal possibile rilancio dell'aeroporto della Malpensa. Sul piano macrourbanistico, l'interesse deriva dal fatto che queste condizioni risultano strategiche per garantire un piů equilibrato assetto regionale, capace di superare l'insufficienza delle relazioni tra le cittŕ di corona della Lombardia e di valorizzare il sistema economico milaneselombardo nel suo complesso. L'occasione č stata quella di verificare come la predisposizione di un Pgt debba muoversi non solo in coerenza con un assetto pianificatorio sovraordinante ma come possa concorrere a sviluppare le potenzialitŕ derivanti da un assetto urbano e contribuire al perfezionamento di un grande sistema di cittŕ di rango europeo, non esaurito dalla sola Milano e dall'area urbana centrale.
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5

Francesco Giupponi, Tommaso. "I rapporti tra sicurezza e difesa. Differenze e profili di convergenza." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2022): 21–47. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-001002.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce i rapporti tra sicurezza e difesa, sottolineandone le differenti origini storiche e gli attuali profili di convergenza. A partire dall'analisi delle principali disposizioni costituzionali ed europee in materia, e delle differenti dimensioni ricollegate a tali concetti giuridici, vengono approfondite le più recenti tendenze evolutive nei rapporti tra sicurezza e difesa, anche alla luce delle attuali sfide sul piano globale (terrorismo internazionale, gestione delle crisi umanitarie, emergenza pandemica ed ambientale). Tale processo di convergenza può trovare nel concetto di "sicurezza nazionale" un primo approdo, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale ed europea, oltre che dell'evoluzione che gli stessi servizi di sicurezza hanno avuto con la riforma attuata dalla legge n. 124/2007.
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6

Evangelisti, Francesco. "Prossima Bologna: processo, piani, progetti." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 58–65. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057007.

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Abstract:
Piů di un anno č trascorso tra la definitiva approvazione dei nuovi strumenti urbanistici di Bologna e il quadro d'aggiornamento sui processi trasformativi della cittŕ, qui restituito. In mezzo la brevissima stagione amministrativa del sindaco Delbono e la prolungata gestione del Commissario straordinario Cancellieri. Sullo sfondo, la crisi economica e il rallentamento che essa ha prodotto anche nei settori dell'edilizia e delle infrastrutture. L'articolo opera una ricognizione delle trasformazioni in corso osservandole secondo il principio d'ordine che il Piano strutturale comunale ha individuato a loro interpretazione e guida con le figure territoriali delle ‘sette cittŕ'. Tra gli interventi di questo periodo anche quelli prioritari d'urgenza promossi dal Commissario per la riqualificazione del nucleo antico della cittŕ ed in particolare dei suoi spazi pubblici.
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La Torre, Mario, Lorenzo Semplici, and Jenny Salazar Zapata. "Un Modello di Impact Finance per i Comuni: il Piano Strategico di Mandato BES-Oriented." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2021): 141–70. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10591.

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Abstract:
Il presente lavoro propone un modello di Impact Finance per i Comuni italiani, utile a coniugare le politiche di bilancio delle amministrazioni locali con gli obiettivi sociali ed ambientali riconducibili agli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile. Nello specifico, il Piano Strategico di Mandato BES-Oriented prevede: (i) un'analisi di contesto utile a definire il posizionamento BES del Comune, (ii) un'analisi di bilancio pubblico BES-Oriented, utile a definire l'impatto diretto delle politiche di bilancio sui temi sociali ed ambientali (iii) una matrice che consente una lettura combinata del posizionamento e del bilancio, (iv) l'utilizzo delle interazioni fra domini BES per valutare gli impatti indiretti delle politiche di bilancio sugli aspetti sociali ed ambientali. Il modello proposto consente alle Amministrazioni locali di definire priorità strategiche ed obiettivi di impatto ed in particolare di: adottare delle strategie di welfare in relazione ad un benchmark; collegare l'attivazione di specifiche progettualità in maniera sinergica, riferendole ad una o più voci di spesa pubblica ed al relativo dominio BES che ad esse viene associato; valutare l'impatto diretto che la pianificazione comunale ed i singoli progetti hanno sui conti pubblici; individuare ulteriori dimensioni di benessere sulle quali un investimento impatterà indirettamente, offrendo un quadro complessivo dell'impatto in termini di miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini; calcolare gli impatti diretti ed indiretti sulla spesa pubblica (effetto moltiplicatore).
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Oldfield, Paul. "Citizenship and community in southern Italy c. 1100–c. 1220." Papers of the British School at Rome 74 (November 2006): 323–38. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003299.

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Abstract:
CITTADINANZA E COMUNITÀ IN ITALIA MERIDIONALE TRA IL 1100 E 1220 CIRCAQuesto articolo analizza l'uso della parola ‘cittadino’ (civis) nei documenti cartacei dell'Italia meridionale dal tardo XI agli inizi del XIII secolo. Lo studio si focalizza su un campione di otto città, che vengono usate come case-studies per mostrare cosa il concetto di cittadinanza puo aver implicato nel mezzogiorno di epoca medievale. I dati a disposizione suggeriscono che in questa fase si afferma un uso emergente della parola civis, e contestualmente una crescente consapevolezza della nozione di cittadinanza. Questi sviluppi possono essere spiegati attraverso una serie di ragioni, primariamente concernenti più ampi cambiamenti nella vita urbana, nella identità civica e governativa. Comunque è evidente che il concetto di cittadinanza, come appare nel materiale documentario, rimase un concetto altamente flessibile in questo periodo, pieno di ambiguità. Questa conclusione sulla cittadinanza si adatta all'amorfo ordine sociale delle comunità urbane di epoca medievale.
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Borgogni, Antonio, Marco Lazzari, Alice Ponzoni, and Stefano Tomelleri. "Ad occhi aperti verso il futuro. Il ruolo del digital storytelling nella progettazione partecipata di percorsi di orientamento." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (April 2021): 78–92. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11520.

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Abstract:
Il progetto qui descritto è stato pensato per supportare, attraverso azioni di tutoraggio tra pari basate sul digital storytelling, studenti provenienti in particolare da istituti superiori professionali nell'orientamento verso i Corsi di studio in Scienze dell'educazione.Il progetto si è basato su due principali costrutti teorici. L'approccio fenomenologico, riflettendo sulla progettazione esistenziale autentica e inautentica e discutendo sulle parole scelta e differenza. Il paradigma della complessità, ragionando in opposizione al sovrano sotterraneo costituito dal paradigma della semplificazione.Oltre a ciò, l'orientamento universitario viene presentato anche sul piano della rilevanza politica alla luce del basso indice di mobilità sociale del nostro Paese che colpisce anche coloro, qui nominati metafragili – in qualità di diplomati desiderosi di ottenere una laurea, che difficilmente potranno raggiungere livelli di antifragilità.Le azioni messe in atto (tutoraggio, orientamento tramite le tecnologie, autovalutazione delle capacità di svolgere le professioni in uscita, formazione per gli studenti e i tutor universitari) e i significati dell'approccio narrativo basato sul digital storytelling sono stati rivisitati concentrandosi sulle relazioni tra aspettative e contesto organizzativo alla luce dell'irriducibilità semiotica di cui la narrazione è portatrice.Nelle conclusioni, il percorso progettuale è stato ricontestualizzato nell'attuale emergenza pandemica focalizzandosi sulle opportunità di apprendimento trasformativo dell'organizzazione universitaria.
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Russo, Pasquale. "I migranti forzati in Puglia tra campi di accoglienza e progetti territoriali per l'integrazione: il centro di Borgo Mezzanone." MONDI MIGRANTI, no. 3 (March 2010): 99–112. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003006.

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Abstract:
La presenza di migranti forzati nella regione Puglia č un fenomeno che dal secondo conflitto mondiale si č esteso sino ad oggi con modalitŕ e dinamiche in parte simili, in parte mutate dalle politiche nazionali ed europee. Per comprendere la presenza e l'accoglienza posta in essere dalle istituzioni italiane in Puglia in favore dei richiedenti asilo č opportuno analizzare le modalitŕ di accoglienza sul piano nazionale nel periodo compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale ed oggi. I centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) odierni sono il frutto di poltiche nazionali decennali legate all'emergenza. Per comprendere la funzione dei CARA si guarderŕ al centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia. I CARA. sono concepiti come strutture di sosta temporanea per i richiedenti asilo e al loro interno gli asilanti permangono molto spesso sino all'enventuale riconoscimento di una protezione internazionale. Conseguenzialmente i centri di accoglienza si traformano da luoghi di emergenza per soste temporanee, in "abitazioni" inadatte a tutti i suoi ospiti e particolarmente alle categorie vulnerabili: minori, anziani, disabili. Con l'eventuale riconoscimento della protezione internazionale solo il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), dal 2002, offre un modello di accoglienza agganciato a standard europei. Per i restanti migranti forzati non accolti dallo SPRAR si verifica un difficile percorso di integrazione viziato da un "oblio" istituzionale.
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Dissertations / Theses on the topic "Piano comunale di emergenza"

1

Cianciarulo, Dario. "Tecnologie e metodologie integrate per la costruzione di un GIS comunale: dal piano comunale d'emergenza di protezione civile alla tutela e valorizzazione dei Beni Culturali." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3515.

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Abstract:
2008/2009
Il lavoro riguarda la creazione di un Sistema Informativo Territoriale del centro storico di Viggiano (PZ). I due temi principali affrontati in questo lavoro riguardano la creazione del piano comunale di emergenza comunale su GIS e la creazione del GIS dei beni culturali del centro storico. La creazione di un piano comunale di emergenza che serva a tutelare la popolazione, l'edificato, le infrastrutture e tutto ciò che è all'interno del territorio comunale, non deve far dimenticare anche, che al suo interno persistono numerosi beni culturali che spesso non vengono presi in considerazione. La fortuna o sfortuna del centro storico di Viggiano, è quella che non persistono beni culturali di grande valore ma solamente dei beni culturali “minori”. Si tratta di più di 300 portali in pietra, sparsi su tutto il tessuto urbano, che testimoniano la vita cittadina durante il XIX secolo. Questo secolo fu uno dei più disastrosi a causa dei numerosi terremoti che vi successero. In particolare nel lavoro viene ricordato il terribile sisma del 1857. Il prodotto finale è stato quindi un GIS che contiene, non solo lo stato attuale del territorio comunale al fine di creare un piano di emergenza, ma anche una serie di dati legati ai beni culturali in esso contenuti. Lo studio sui portali ottocenteschi ha permesso inoltre di ricostruire la storia urbanistica della parte più recente del paese. Dall'analisi su GIS delle date incise su numerose chiavi di volta, è stato possibile ricostruire l'andamento urbanistico di una area del centro storico diviso in decenni. Inoltre dall'analisi della piattaforma dati creati su GIS è stato possibile verificare dove e quando sono state effettuate le prime ricostruzioni immediatamente successive al triste e disastroso terremoto del 1857. Il lavoro così svolto, dimostra come la creazione di un GIS comunale, possa includere dati di diversa estrazione, ma essere accomunati da uno stesso fine ultimo: quello della salvaguardia e tutela di tutto quello che c'è all'interno di un centro storico, anche quello che apparentemente sembra di poco valore “storico” o sociale. Inoltre la parte finale del lavoro, è dedicata alle tecnologie proposte per la valorizzazione del centro storico di Viggiano. Avendo un centro storico povero e apparentemente, poco interessante, si è cercato di ideare dei percorsi turistici al suo interno sfruttando una tecnologia ancora poco sviluppata in Italia: quella dei semacode. Il GIS quindi creato è servito alla realizzazione del Piano Comunale di Emergenza, al censimento e all'analisi del centro storico da un punto di vista storico. Infine è stato utilizzato per creare e progettare numerosi percorsi che facciano visitare le sue particolarità a turisti grazie all'utilizzo di una nuova tecnologia a basso costo.
XXII Ciclo
1981
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Carpani, Gaia. "Caratteristiche e vulnerabilità della rete di trasporto di Casalecchio di Reno nell'ambito dello sviluppo del Piano di Segnalamento per le emergenze previsto dal PGTU del Comune." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/767/.

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Abstract:
Per migliorare la lettura del territorio, al fine di facilitare gli interventi di pronto intervento, in seguito a sopralluoghi sul territorio, sono stati eseguiti interventi di riqualificazione della segnaletica d'indicazione e di miglioramento dell'accessibilità in alcune zone di Casalecchio di Reno, in collaborazione con 118 e 115.
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GRACIOTTI, PAOLA. "Piano di emergenza interno per il massiccio afflusso di feriti (PEIMAF): dal terremoto dell'Aquila del 2009 all'evoluzione della pianificazione ospedaliera nella Regione Marche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242089.

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Abstract:
Un incidente di grandi dimensioni o una calamità, di solito genera più pazienti delle risorse sanitarie disponibili in grado di gestire procedure di routine. Molti stati richiedono per legge che gli ospedali preparino un "Piano di Emergenze Interno per il Massiccio Afflusso Feriti" (PEIMAF). Questo piano dovrebbe aiutare l'ospedale ad affrontare l’inatteso aumento di volume di pazienti. Questa tesi indaga temi legati all’implementazione di un PEIMAF nel corso di un incidente di massa vero, come il terremoto dell'Aquila del 2009, e quindi analizzare i PEIMAF attuali degli ospedali della provincia di Ancona e della regione Marche. L'assunto di base è che, se questi piani di emergenza sono pronti a soddisfare solo i requisiti di legge, e non calibrati, testati e aggiornati alle mutevoli esigenze degli ospedali e del contesto circostante, sono inutili e destinati a fallire nel corso di un vera emergenza. Sono stati somministrati questionari ed interviste al personale dell'ospedale San Salvatore, ai responsabili delle Centrali Operative 118 dell’Abruzzo, ai coordinatori delle operazioni di evacuazione medica del DPC, e ai responsabili dei DEA degli ospedali dell’Abruzzo. Altri questionari e interviste sono state somministrate ad un campione del personale degli ospedali della Provincia di Ancona, e sono stati organizzati briefing con i coordinatori e direttori di questi ospedali confrontando le criticità con quelle dell’Aquila. Ad Ancona, sono state organizzate due simulazioni, una per posti di comando e una su scala reale di attivazione dei Piani. Un terzo caso studio ha comportato l'analisi e il confronto dei vari PEIMAF degli ospedali della Regione Marche. I risultati hanno mostrato che, nel caso l'Aquila il PEIMAF seppur presente, non era completamente realistico per la situazione di emergenza del terremoto del 2009, e mancava di verifica, aggiornamento e distribuzione tra il personale dell'ospedale. Il secondo caso, nella provincia di Ancona, ha evidenziato la mancanza di formazione del personale e i problemi principali sono stati in fase di allertamento, comunicazione, coordinamento, comunicato stampa. Tuttavia il personale degli ospedale della provincia di Ancona è apparso consapevole dell'importanza della pianificazione. Nel terzo caso studio, è emersa una mancanza di standardizzazione tra gli ospedale della Regione Marche. Sia la Protezione Civile Regione Marche e le amministrazioni degli ospedali hanno mostrato una forte determinazione a superare tale situazione di frammentazione e a sviluppare un approccio più standardizzato dei PEIMAF attraverso collaborazione e feedback tra tutti i componenti e i volontari di emergenza sanitaria dei disastri ( ARES-ITALIA).
A large incident or disaster usually generates more patients than available medical resources can manage through routine procedures. Many countries require by law that hospitals prepare an “Emergency Management Plan For Mass Casualty Incidents” (PEIMAF). This plan should help the hospital to face unexpected increase in patient volume. This dissertation investigates issues related to the implementation of a PEIMAF during a real mass casualty incident like the L'Aquila earthquake of 2009, and then analyze the current PEIMAFs of the hospitals in the province of Ancona, in the Marche Region, in central Italy, The basic assumption is that, if these emergency plans are prepared to just meet the requirements of the law, and not calibrated, tested and updated to the changing needs of hospitals and the surrounding context, they will be useless in a real emergency. Questionnaires and interviews have been administered to the staff of the San Salvatore hospital, the main health center of L’Aquila, and the other hospitals involved in the management of the mass casualty, as well as the coordinators of medical evacuation operations. Similarly, questionnaires and interviews have been administered to the staff and managers of a sample of hospitals in the Province of Ancona. A PEIMAF drill was also organized at the Ancona regional hospital. Finally, a third case study involved the analysis and comparison of the various PEIMAF of the hospitals within the Marche Region, Results showed that in the l’Aquila case study the PEIMAF although present, were completely unrealistic for the 2009 earthquake, and lacked testing, updating, and distribution among the hospital personnel. The Ancona Province case study highlighted lack of training of the hospital personnel responsible to activate and implement the PEIMAF; the major problems have been found for early warning, communication, coordination, press release. In the third case study, a lack of standardization emerged among the various hospital of the Marche Region. However, both the Marche Region Civil Protection and the hospital administration showed a strong determination to overcome such a fragmented situation and develop a more standardized PEIMAF approach through mutual collaboration and feedback among all components and voluntary disaster medical assistance teams (ARES - ITALIA).
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Di, Marco Serena. "Proposta di linee guida per il piano generale di cantierizzazione dei lavori di ricostruzione di un centro storico terremotato: il caso di L’Aquila." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il terremoto che ha colpito la città di L’Aquila il 6 aprile 2009 è il primo evento sismico, dopo quello di Messina nel 1908, che ha interessato un’area così ampia e urbanizzata come quella di un capoluogo di regione. Le problematiche emerse da questa esperienza, l’insieme delle soluzioni adottate e gli errori commessi, hanno fatto si che L’Aquila diventasse un vero e proprio “laboratorio di conoscenza”. In questo lavoro vengono analizzate le fasi salienti della gestione dell’emergenza con il fine di far emergere le maggiori criticità individuate. Si focalizza poi l’attenzione sulla questione della ricostruzione del centro storico di L’Aquila, spesso definito “il più grande cantiere d’Europa”. In questo ambito si riscontra la mancanza di uno strumento di pianificazione preliminare che abbia il fine di coordinare, attraverso indicazioni di tipo operativo, i cantieri contemporaneamente attivi sul territorio. Questo problema è stato affrontato per la prima volta dal comune aquilano di Villa Sant’Angelo che, con la redazione di un “piano di accantieramento generale”, ha tentato di risolvere le criticità della ricostruzione. Partendo da questo spunto, si elabora, per l’ “asse centrale” del centro storico de L’Aquila, un piano generale di cantierizzazione che ha l’obbiettivo di pianificare le attività dei cantieri, sulla base di scelte strategiche dettate dalle condizioni in cui versava L’Aquila nel post-sisma. Si ottiene quindi un programma degli interventi che favorisce una ricostruzione più funzionale e allo stesso tempo più sicura. Il fine ultimo di questo lavoro è definire una procedura unica applicabile nell’ambito della ricostruzione dei centri storici terremotati.
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5

Monti, Silvia. "Il rischio causato dai fumi generati da un incendio di rifiuti: un caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
La frequenza di incendi negli impianti di trattamento dei rifiuti e i numerosi interventi dei Vigili del Fuoco, hanno richiamato l’attenzione sulla sicurezza. L'incendio di rifiuti causa una notevole quantità di fumi che si disperdono in atmosfera. Il pennacchio può interessare ampie aree esterne agli impianti, evidenziando l’esigenza di modellare la dispersione dei fumi, al fine di pianificare opportunamente l’emergenza delle suddette aree. Di recente è stata introdotta una linea guida per la valutazione del rischio generato da incendi, al fine della predisposizione del piano di emergenza esterno per gli impianti di trattamento rifiuti. Tale norma consente di “standardizzare” le valutazioni delle aree di impatto, precedentemente determinate con modellazione matematica. L'elaborato di tesi è stato sviluppato presso lo Studio di Ingegneria “Zoppellari & Gollini Associati S.r.l.”. Scopo dell'elaborato è l’analisi di 2 software per la simulazione degli incendi e della dispersione dei fumi in atmosfera, e l’applicazione della linea guida. Il Capitolo 1 è l'introduzione. Il Capitolo 2 presenta il quadro normativo relativo al piano di emergenza esterno e alla valutazione del rischio negli impianti, e descrive il metodo ad indici suggerito dalla norma. Il Capitolo 3 descrive due software per la modellazione degli indici e della dispersione dei fumi: ALOFT-FT e EFFECTS. Il Capitolo 4 descrive l’azienda assunta come caso di studio, i 2 possibili scenari di incendio e le caratteristiche dell’impianto. Il Capitolo 5 è dedicato all’applicazione del metodo ad indici al caso di studio. Il Capitolo 6 è dedicato all’applicazione dei software per la dispersione dei fumi, all’analisi comparativa dei risultati ed al confronto tra i dati disponibili nella letteratura tecnica e i risultati dal software EFFECTS. Il Capitolo 7 è dedicato all’analisi comparativa dei risultati ottenuti mediante il programma EFFECTS e il metodo ad indici. Il Capitolo 8 contiene le conclusioni.
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Russo, Filippo. "Avanzamenti nella modellazione dello sviluppo e della dispersione dei fumi nel caso di incendi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Gli incendi emettono sostanze tossiche che si disperdono in atmosfera mediante un pennacchio di fumi e che possono rappresentare un rischio per la salute delle persone in zone anche lontane dall’incendio. Per ridurre il rischio di danni alla salute della popolazione, nell’intorno degli impianti a rischio di incidente rilevante e degli impianti di trattamento, smaltimento e stoccaggio di rifiuti le norme di legge prevedono che sia redatto un “piano di emergenza esterna”. Per redigere tale documento è necessaria un’analisi delle conseguenze che un incendio potrebbe causare, modellando lo sviluppo e la dispersione del pennacchio dei fumi e determinando le zone di pericolo per le persone. Le norme di legge, tuttavia, non contengono nessuna indicazione sulla procedura da seguire. Il presente lavoro di tesi, sviluppato durante un tirocinio svolto presso lo Studio “IDF - Ingegneria del Fuoco” di Funo di Argelato (BO), ha avuto lo scopo di contribuire alla messa a punto di una procedura per la modellazione dello sviluppo e della dispersione dei fumi nel caso di incendi all’aperto di combustibili solidi o liquidi. Dopo il Capitolo 1 di introduzione, nel Capitolo 2 è presente la descrizione dei modelli teorici ed empirici che stimano le proprietà del pennacchio dei fumi prodotti dagli incendi di liquido. Il Capitolo 3 è dedicato alla presentazione delle equazioni e dei software FDS (Fire Dynamics Simulator) ed ALOFT-FT necessari per lo studio dello sviluppo e della dispersione dei fumi degli incendi all’aperto; per il calcolo della potenza termica rilasciata sono riportati i modelli basati sulla burning rate e sull’andamento temporale della potenza termica. Il Capitolo 4 descrive l’analisi di un incendio di una pozza mediante i modelli teorici ed empirici. Il Capitolo 5 descrive l’analisi di un incendio di una pozza di esano. Il capitolo 6 descrive l’analisi di un incendio di una balla di PET. Il Capitolo 7 contiene le considerazioni conclusive in merito al lavoro effettuato.
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Books on the topic "Piano comunale di emergenza"

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Masini, Emanuela, Laura Mugnai, and Sergio Boncinelli, eds. Gestione della Continuità Operativa delle Strutture Ospedaliere in Condizione di Maxi-emergenza. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-744-9.

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Abstract:
Il presente volume si propone di eseguire uno studio che, attraverso un set di indicatori da applicare a tre parametri (appropriatezza, efficienza e qualità dei servizi sanitari), valuti le eventuali debolezze dei servizi assistenziali, territoriali e ospedalieri in caso di disastri con ripercussioni sul medio-lungo periodo. Il progetto vuole identificare la vulnerabilità degli ospedali fiorentini nel caso in cui l’area del Comune di Firenze e le aree limitrofe siano interessate da una maxi-emergenza con parziale o totale compromissione della continuità assistenziale delle strutture ospedaliere. Si propongono, inoltre, strategie e piani per mantenere la continuità operativa anche in caso di maxi-emergenza.
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2

Santoianni, Francesco. La protezione civile: Legislazione-storia-strutture, difesa civile in Italia e all'estero, volontariato-interventi, terremoto, piano di emergenza. Firenze: Niccioli, 1985.

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3

Napoli, prospettive di mobilità: Le proposte per il piano comunale dei trasporti del traffico e dei parcheggi. Napoli: Edizioni Graffiti, 1996.

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