Academic literature on the topic 'Pianificazione e progettazione urbana e territoriale'

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Journal articles on the topic "Pianificazione e progettazione urbana e territoriale"

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Erba, Valeria, and Mina di Marino. "Reti ecologiche: pianificazione e progetti territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Abstract:
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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Minerva, Laura. "Partecipazione popolare e progettazione urbana: il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2021): 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

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Abstract:
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
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Scudo, Gianni, and Matteo Clementi. "La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

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Abstract:
Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
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Savini, Federico. "Il valore aggiunto della pianificazione sovra-locale: interventi strategici e governo centrale in Olanda." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 118–27. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059016.

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Abstract:
La progressiva decentralizzazione dei sistemi di pianificazione territoriale e la forte riduzione di capacitŕ di spesa dello Stato centrale sollevano questioni importanti sul ruolo dell'attore sovra-locale nelle pratiche di trasformazione urbana. Questo articolo dimostra che un possibile valore aggiunto della pianificazione sovra-locale si realizza nell'utilizzo di strumenti di governance, che agiscono sull'organizzazione e attivazione di processi decisionali complessi. A fronte dei suoi recenti sviluppi istituzionali, l'Olanda č trattato come caso studio per comprendere la mutazione del ruolo del Ministero della Pianificazione, delle Politiche abitative e dell'ambiente nella promozione e realizzazione di interventi strategici sul territorio.
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Staricco, Luca, and Elisabetta Vitale Brovarone. "Tod e pianificazione metropolitana: per un'agenda di ricerca." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 17–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099003.

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Abstract:
Il Transit Oriented Development (tod) è un modello di pianificazione urbana e territoriale che prevede la concentrazione, attorno alle stazioni del trasporto pubblico, di aree con densità medio alta, mixité e accessibilità pedonale e ciclabile. Nato negli anni '90 negli Stati Uniti e poi diffusosi in tutto il mondo, è applicato prevalentemente a scala urbana, ma esprime le sue maggiori potenzialità alla scala metropolitana o regionale. In Italia, le Città metropolitane, cui compete la pianificazione dei trasporti e della mobilità, possono essere promotrici di questo approccio. L'articolo, a partire da un'analisi dei piani metropolitani, riporta i casi di Bologna, Milano e Torino, che hanno prestato attenzione a questo modello, e propone alcune questioni per un'agenda di ricerca.
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Schilleci, Filippo. "Le sfide della formazione urbanistica nell'era post-pandemia." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 71–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098012.

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Abstract:
La diffusione dell'infezione da Sars-CoV2 e la crisi di sistema, che ne è conseguita, hanno generato una serie di impatti che vanno ben oltre il campo dell'epidemiologia investendo anche l'ambito della formazione accademica dei futuri pianificatori sotto il profilo sia dei contenuti che delle metodologie didattiche. L'articolo restituisce una riflessione critica sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'insegnamento del planning a partire dalle esperienze didattiche condotte dall'autore presso il Corso di laurea magistrale in Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale dell'Università degli Studi di Palermo. Un'occasione per avviare un ragionamento più ampio non solo sulle competenze richieste ai pianificatori all'indomani della crisi pandemica ma più in generale su come i corsi di laurea in Pianificazione urbana e territoriale si stanno attrezzando nel fornire agli studenti le competenze necessarie per affrontare le sfide poste dal post-pandemia.
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Ziegler, Volker. "Pianificazione urbana nella Renania superiore, dagli anni Venti alla ricostruzione: Karlsruhe, Strasburgo, Friburgo." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 171–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129007.

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Abstract:
Il saggio indaga i processi di pianificazione in Renania dagli anni venti del Novecento alla ricostruzione post-bellica, con particolare riferimento alle cittŕ di Karlsruhe, Strasburgo e Friburgo. L'analisi ha come punto di partenza il 1918, quando l'Alsazia torna alla Francia e s'interrompono le relazioni economiche transrenane. In questa regione, fragile e ricca di contraddizioni, gli ambiziosi programmi di trasformazione urbana, ma anche politica, furono fortemente influenzati da interessi nazionali, regionalismi e una molteplicitŕ di poteri locali. Ma il difficile processo di trasformazione, in una regione di confine, dunque molto contesa, fu anche guidato dalla questione dell'identitŕ nazionale e l'ambiguo concetto di. In questi anni la pianificazione territoriale assume un'importanza primaria nella competizione tra le cittŕ della regione. Il destino politico e urbanistico di cittŕ come Strasburgo o Karlsruhe, che devono essere collegate ai centri economici piů lontani nel cuore dei rispettivi paesi, fu condizionato da una politica di espansione territoriale, dall'irrompere della tecnica, dal tema della forma della modernitŕ; temi che, intrecciandosi a fatica con le questioni simboliche legate alle nuove identitŕ di questi luoghi, fanno da sfondo ai progetti urbanistici di questo periodo.
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De Leo, Daniela, and Marco Chitti. "Contesti di cooperazione internazionale e circolazione delle idee nelle pratiche di pianificazione urbana tra profili professionali e possibili apprendimenti." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 53–69. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131003.

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Abstract:
Il saggio osserva la circolazione delle conoscenze nello specifico ambito delle pratiche di pianificazione urbana e territoriale. La questione posta e se sia possibile contribuire alla costruzione di una competenza urbanistica nei luoghi d'intervento capace di affrontare le questioni urbane specifiche del Sud del mondo, senza generare le cattive pratiche della cooperazione internazionale, troppo spesso sedotta da soluzioni chiavi in mano e fortemente condizionata dall'industria degli aiuti.
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Kipar, Andreas. "Abitare la regione urbana. Il progetto MILU. Paesaggi urbani e paesaggi di periferia tra Milano e Lugano: proposte per una sintesi sostenibile." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 23–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099003.

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Abstract:
Promuovere una nozione allargata dell'abitare significa assegnare valore alle peculiaritŕ dei luoghi, considerare l'esistente come risorsa da mettere a sistema e favorire nuove forme di percezione e comunicazione. Tale logica vale per lo piů per le aree periferiche. Seguendo questo approccio, i Raggi Verdi esprimono una strategia di pianificazione informale, legata a quella formale esistente, alla scala locale come a quella territoriale. Il progetto strategico MILU applica questi principi all'asta territoriale che collega Milano, Varese e Lugano.
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D'Amia, Giovanna. "L'urbanistica coloniale di Giovanni Pellegrini e la pianificazione dei villaggi libici." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057016.

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Abstract:
Nel quadro del nuovo ciclo di studi sull'architettura coloniale italiana, il saggio prende in esame la posizione di Giovanni Pellegrini in tema di pianificazione urbana e la progettazione di alcuni centri rurali realizzati in Libia negli anni Trenta. A partire dal Manifesto dell'architettura coloniale pubblicato nel 1936, Pellegrini rifiuta infatti il ‘folclorismo' di molte opere contemporanee, sostenendo una metodologia progettuale rigorosamente moderna che sappia trarre dalla tradizione locale soluzioni e motivi adeguati alle condizioni geografi che e climatologiche. I villaggi realizzati per la colonizzazione demografica intensiva del 1938-1939 confermano questa linea metodologica e - rispetto a quelli di altri professionisti - evidenziano un'impostazione piů funzionale e un piů attento inserimento ambientale, rifiutando il ricorso alla retorica monumentale della classicitŕ.
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Dissertations / Theses on the topic "Pianificazione e progettazione urbana e territoriale"

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TRINCAS, MATTEO. "Comunità e quartiere come laboratori applicativi di rigenerazione urbana e territoriale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266854.

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Abstract:
Several plans based on the concept of "community", clearly defined by Erwin Anton Gutkind in his essay The expanding environment (1953) as "an entity whose location and extension ensure maximum possibility of realization of the social program", were largely applied and urban and territorial sciences developed a plenty of examples of community based strategies throughout all the Twentieth Century. The first part of the work explores precisely what were the first models of cities or regions organized by the principles of cohesion of the community and what were the transpositions at the architectural and urban scale of this philosophy. Since the first attempts proposed by utopian planners of the Nineteenth Century up to Clarence Perry’s Neighborhood Unit conceived in 1929 for the Regional Plan of New York. This concept of the city and territory generated huge expectations being especially suitable for the functionalism instances proposed, for example, by the Athens Charter. Same principles animated the post-war reconstruction and expansion plans all over Europe with different issues. Italy implemented the “community” principles in the INA-Casa programme as well in the rural reform programmes, with some advanced experiments as those conducted under the patronage of Adriano Olivetti in different parts of the country and especially in Sardinia. Today all this theoretical and built heritage are posed as starting point of strategies potentially successful for solving the most of urban and territorial criticisms and are suitable to implement sustainability practices developing new instruments and appreciable policies for metropolitan regions, setting a new approach of shared responsibility on planning process, on resources availability and use, on social issues leading to the definition of a paradigm for supporting resilience policies in urban and regional planning.
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OTTAVIANO, Giovanni. "Dalla pianificazione ambientale alla progettazione territoriale coevolvente. Approcci e strumenti per il superamento della dicotomia conservazione/sviluppo delle aree protette." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/108023.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca affronta la ‘critica’ del ruolo di ‘traduzione’ in pratica normativa e regolativa della cultura ambientalista mainstream, finora prevalentemente svolto dalla pianificazione territoriale/ambientale; viene avanzata e discussa la tesi secondo cui sia preferibile che la pianificazione muova verso paradigmi ecologico-sociali ed ecologico-politici diversi, che siano circolarmente e reciprocamente risultato e causa di approcci innovativi alla pianificazione delle aree protette, con riferimento particolare ai parchi nazionali italiani ricompresi nel contesto territoriale delle aree interne e di alta quota. Sono investigati i limiti intrinseci dell’impostazione culturale e amministrativa in cui è radicata la gestione delle aree protette nazionali e i fattori di rischio per i territori tutelati che ne possono discendere. La ricerca fornisce elementi di contesto riguardo i processi socioeconomici che nel corso del tempo hanno concausato la marginalizzazione dei territori oggi sottoposti a tutela ambientale e le relative alterazioni degli assetti territoriali. Vengono evidenziate le diffuse tensioni dicotomiche tra conservazione della natura e istanze di sviluppo che in essi trovano spesso luogo, nonché l’altrettanto diffuso dualismo tra aree destinabili alla produzione di valore economico ed aree da sottoporre a tutela, in una sorta di pratica compensativa. E’ analizzata e discussa l’impostazione culturale che caratterizza la “Legge quadro sulle aree protette” n. 394/1991, e l’efficacia della sua implementazione anche attraverso l’evidenziazione dei limiti, strutturali e contingenti, all’attuazione organica della citata legge riscontrabili in due casi esemplificativi. Successivamente vengono affrontate le potenzialità delle aree oggi ritenute marginali di ricollocarsi in un ruolo territoriale non subordinato, come conseguenza di un mutamento di prospettiva. Sono perciò esposte le trame coevolutive che hanno storicamente interessato e plasmato questi territori, creando specificità ambientali e socioeconomiche espressive delle relazioni locali uomo-ambiente. Vengono poi illustrate alcune esperienze recenti di valorizzazione economica delle risorse territoriali delle aree interne e montane e ne sono analizzati limiti e potenzialità, anche con particolare riguardo alle possibilità che potrebbero derivare dall’applicazione di differenti paradigmi ecologico-politici ed ecologico-sociali alla prassi pianificatoria e al suo ruolo nella gestione degli equilibri ambientali. A tal fine viene avanzato uno scenario di reinterpretazione dell’approccio alla pianificazione dei parchi – che può riversarsi anche al di là delle perimetrazioni formali – nel quale la pianificazione si configuri come un processo dinamico, guidato dall’interazione di ecosistemi sociali ed ecosistemi ambientali e da cui risulti una multiforme progettazione territoriale coevolvente. La tesi sostenuta è perciò che in questa differente prospettiva si possano cogliere maggiori potenzialità di riterritorializzazione di lunga durata rispetto ai processi estrattivi di valore economico dalle risorse ambientali, e che ciò comporti una più efficace attuazione di quegli obiettivi – nazionali ed internazionali – di ricostruzione di relazioni sinergiche e coevolutive tra attività umane ed ambiente naturale.
The research addresses the role of territorial planning in translating the predominant environmental culture into normative and regulatory practice; is proposed and discussed the thesis that it is preferable that planning moves towards different ecological-social and ecological-political paradigms, which are circularly and reciprocally the result and cause of innovative approaches to the planning of protected areas. The territorial scope of study is the context of inner areas and high-altitude areas, with particular reference to Italian national parks. The research investigates the limits that are innate in the cultural and administrative setting in which they are rooted and the risk factors for the protected territories that may arise. The research provides contextual elements about the socio-economic processes that over time caused the marginalization of the territories that are now subject to environmental protection, and about the alterations of the territorial assets related to it. The widespread dichotomous tensions between nature conservation and development instances that often take place in these areas are highlighted, as well as the equally widespread dualism between areas intended to be protected and areas intended for the production of economic value, in a sort of compensatory practice. It is also discussed the cultural approach that characterizes the Italian national law on protected areas, no. 394/1991, and the effectiveness of its implementation, also through the selection of two exemplary cases of the limits, both structural and contingent, to the organic implementation of the aforementioned law. Subsequently, is addressed the potential of marginal areas to assume a non-subordinate territorial role, as a consequence of a change in perspective. Therefore, are illustrated the co-evolutionary plots that have historically affected and shaped these territories, creating environmental and socio-economic specificities that express local man-environment relations. The research then illustrates some recent experiences of economic enhancement of the territorial resources of inner and mountain areas and their limits and potential, also with particular regard to the possibilities that could derive from the application of different ecological-political and ecological-social paradigms to the planning practice and to its role in the management of environmental balances. Is therefore proposed a scenario of reinterpretation of the approach to park planning – first of all, but which can also be extended beyond formal boundaries – in which planning is configured as a dynamic process, guided by the interaction between designing social ecosystems and designed environmental ecosystems and resulting in a multiform coevolving territorial design. The thesis is that in this different perspective it is possible to grasp greater potential for long-term reterritorialization with respect to the extraction processes of economic value from environmental resources, and that this entails a more effective implementation of the objectives – both national and international – of rebuild synergistic and coevolutionary relationships between human activities and the natural environment.
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Bonicelli, Federico <1978&gt. "Il servizio di manutenzione urbana - problemi della gestione. Approccio logistico, organizzativo e territoriale di gestione dei servizi urbani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/891/1/Tesi_Bonicelli_Federico.pdf.

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Bonicelli, Federico <1978&gt. "Il servizio di manutenzione urbana - problemi della gestione. Approccio logistico, organizzativo e territoriale di gestione dei servizi urbani." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/891/.

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CANALE, Lorenzo. "IL RUOLO DELLE AREE AGRICOLE NELLA PROGETTAZIONE TERRITORIALE. Gli aspetti sociali come forma di rivitalizzazione del territorio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91192.

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Abstract:
La tesi indaga il tema della multifunzionalità applicata all’agricoltura come strumento per riattivare territori abbandonati, degradati, a rischio di uso improprio o di nuova edificazione. L’agricoltura ha sempre avuto un rapporto fondamentale con l’Uomo e con gli insediamenti. Il rapporto tra centri abitati e aree agricole è stato un rapporto di unione e di contrapposizione. Nel passaggio da agricoltura di sussistenza a quella di tipo intensivo e specializzato sono stati coinvolti gli spazi, le tecniche, gli strumenti, le opere legate all’attività agricola e, infine, il rapporto con il territorio. L’agricoltura, benché produca beni di prima necessità, nei decenni scorsi è stata considerata un elemento secondario per motivazioni economiche. Sono chiari i valori culturali, paesaggistici, ecologici, sociali, economici dell’agricoltura ma questa è diventata sempre meno redditizia e oggi si trova in grave difficoltà rispetto alla produzione, alla sostenibilità economica, al ruolo paesaggistico e a quello sociale. Le difficoltà dell’agricoltura causano anche l’incapacità delle aree di “difendersi” dalla logica della rendita fondiaria e dall’uso legato al guadagno immediato, come succede nel caso degli impianti di energia da fonti rinnovabili. Tutto questo deve richiamare l’attenzione di chi pianifica il territorio affinché trovi strumenti di valorizzazione delle potenzialità delle aree agricole. Chiaramente le cause non sono esclusivamente economiche ma legate anche ai modelli culturali e agli stili di vita. Affrontare i temi delle aree rurali, della loro produttività, del consumo di suolo e degli usi impropri, è necessario per procedere ad una pianificazione corretta e sostenibile sotto più punti di vista: non solo quello economico, ecologico, storico e sociale ma l’insieme di questi. La tesi approfondisce le diverse politiche europee adottate per frenare la crisi dell’agricoltura. Studi e documenti europei individuano nel principio di multifunzionalità in agricoltura uno strumento per rendere il territorio agricolo più forte. È utile indagare, quindi, sui rapporti tra agricoltura multifunzionale e progettazione territoriale. In particolare si è voluta puntare l’attenzione sugli aspetti sociali come forma di rivitalizzazione del territorio e, quindi, sull’agricoltura sociale come servizio e attività che crea coesione. Le domande che la ricerca si è posta sono due: le attività agricole multifunzionali e la loro declinazione particolare in quelle sociali, possono essere uno strumento di riattivazione economica, culturale e sociale di territori rurali, periurbani e urbani in stato di abbandono, degrado, a rischio di uso improprio o nuova edificazione? Attraverso quale strumento o quali strumenti la progettazione territoriale può utilizzare e valorizzare le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale? Per rispondere a queste due domande non si è potuto trascurare il fatto che dal punto di vista spaziale ed economico, l’agricoltura è misurabile in maniera relativamente semplice. Più complesso è misurare gli aspetti paesaggistici e sociali, quindi, serve fare riferimento ai sistemi di analisi qualitativi. Inoltre l’agricoltura sociale ha scopi riabilitativi, formativi e lavorativi ma ha anche finalità legate alla pianificazione territoriale (ambientali, economici, storico-culturali e sociali) e di questo si è grandemente tenuto conto. Altro aspetto oggetto di analisi sono i diversi approcci europei alle forme di agricoltura multifunzionale e sociale e, in ambito italiano, si indaga sugli strumenti nazionali e regionali che valorizzano le attività agricole multifunzionali. Così come si approfondisce il rapporto particolare tra forme di agricoltura sociale e aree confiscate alle criminalità organizzata. Infine, la rassegna di esempi di attività multifunzionali e l’approfondimento dei casi studio selezionati, mostrano come forme di agricoltura multifunzionale possono rivitalizzare il territorio rurale, periurbano e urbano per arrivare alla proposta di azioni relative all’integrazione di strumenti di governo del territorio, all’integrazione di politiche con strumenti tradizionali, alla logica spaziale utile affinché le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale possano essere considerate servizi al territorio e all’abitante.
The thesis explores the theme of multifunctionality applied to agriculture as a means to reactivate the abandoned territory, degraded, at the risk of misuse or new construction. Agriculture has always had a fundamental relationship with the man and with the settlements. The relationship between urban and agricultural areas has been a relationship of union and opposition. In the transition from subsistence farming to intensive and specialized agriculture, have been involved spaces, techniques, tools, architectures related to agricultural activity and, finally, the relationship with the land. Agriculture, although produce essential goods, in the past decades has been considered a secondary element for economic reasons. There are clear cultural, scenic, ecological, social and economic values of agriculture but this is becoming less profitable and today agriculture is in serious difficulties involving the production, the sustainability , the role of the landscape and the social issues. The difficulties of agriculture also cause the inability of the areas to "defend" itself from the logic of land rent and use linked to immediate profit, as occurs in case of energy plants from renewable sources. All these issues should make territory planner to be careful so that he can find tools to enhance the potential of the agricultural areas. Clearly, the causes are not only economic but also linked to cultural patterns and lifestyles. Addressing the issues of rural areas, their productivity, land use and misuse, it is necessary to carry out a proper planning and sustainable points of view: not only the economic, ecological, historical and social but all of these together. The thesis explores the different European policies adopted to curb the crisis of agriculture. Studies and European documents identify the principle of multifunctionality in agriculture the tool to make the strongest agricultural land. Is useful to investigate, therefore, on the relationship between multifunctional agriculture and regional planning. In particular, we wanted to focus attention on the social aspects as a form of revitalization of the territory and, therefore, on agriculture as a service and social activity that creates cohesion. The questions that the research has set are two: multifunctional agricultural activities and their declination in particular social ones, can be a tool for economic revitalization, cultural and social development of rural areas, periurban and urban areas in a state of abandonment, deterioration, at the risk of misuse or new construction? Through what instrument or instruments such as the regional planning can use and exploit the potential of multifunctional agriculture? To answer these two questions we can't overlook the fact that, from the point of view of spatial and economic, agriculture is measurable in a relatively simple way. It is more difficult to measure the social aspects of the landscape and, therefore, need to refer to the qualitative analysis systems. In addition, the social farming purposes have rehabilitative, educational and business purposes but also related to spatial planning (environmental, economic, historical, cultural and social) and this has greatly been taken into consideration. Another aspect analyzed is the different European approaches to the forms of multifunctional and social agriculture, in the Italian context, and it investigates national and regional instruments that enhance agricultural activities multifunctional. It also explores the relationship between particular forms of social agriculture and areas confiscated from organized crime. The review of examples of multifunctional activities and the deepening of the case studies selected, showing how forms of multifunctional agriculture can revitalize the rural areas, periurban and urban areas. Finally, we arrive at the proposal of actions related to the integration of tools of territorial government, the integration of policies with traditional instruments, the spatial logic necessary to enable the potential of multifunctional agriculture can be considered service to the area and inhabitant.
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PALADINI, ROBERTO. "ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA COME ATTORI DI GOVERNANCE URBANA Dottorato di ricerca in “architettura, città e design” curriculum “Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio”." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/301592.

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Abstract:
L’avvento delle nuove tecnologie e della digitalizzazione che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in un contesto globalizzato di crisi finanziaria internazionale suggellata dal crac della Lehman Brothers del 2008, è stato uno dei principali elementi che ha scardinato le molte certezze economiche e le rese di posizione di istituzioni e famiglie. In questo contesto sono aumentate le difficoltà della maggior parte delle imprese, in particolare le piccole - ovvero secondo le classificazioni internazionali quelle con meno di 50 addetti, che in base a dati Istat ed alle schede informative dell’Unione europea rappresentano il 99,4% delle imprese italiane, circa 3,75 milioni di aziende - ad adeguarsi alle trasformazioni dei mercati e della Pubblica Amministrazione. Tali dinamiche, che da un lato hanno messo in discussione modelli economici e sociali e dall’altro ne costituiscono l’evoluzione, hanno modificato anche il sistema d’influenze, posizioni e rapporti tra gli stakeholder operanti in un medesimo territorio, favorendo talvolta i processi collaborativi e di disintermediazione a sfavore della rappresentanza, filtrata dai corpi intermedi e dei partiti, modificando radicalmente il rapporto tra imprese, associazioni di categoria, associati, cittadini ed Enti pubblici. In questo scenario, il ruolo agito dalle associazioni datoriali di categoria italiane, già da decenni in forte trasformazione, sembra essersi riconfigurato almeno in parte, passando da un atteggiamento prettamente corporativo atto a perseguire l’interesse dei propri associati, erogando loro servizi e rappresentandoli (molto spesso in contrapposizione con molteplici degli altri interessi in campo); a un agire di natura consociativa, riaffermandone una funzione sociale, che pone maggiore forza ed attenzione rispetto ai rapporti con la pubblica amministrazione e gli stakeholder locali. La questione che la tesi intende indagare s’inserisce nel dibattito presente nella letteratura italiana sulle associazioni di categoria, intendendo analizzare le modalità di funzionamento delle stesse, provando a capire fino a che punto esse portano avanti meramente azioni ed interessi lobbistici e quando, se e in quali contesti invece possono evolvere quali attori con un ruolo significativo nel sistema di governance urbana. Rispetto al contesto economico territoriale del Veneto, che fa da scenario alla ricerca, in questa sede vengono analizzate le azioni progettuali poste in essere da alcune articolazioni territoriali della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Venezia, realizzate in risposta agli stimoli dati dalle linee di finanziamento camerali sulla rigenerazione urbana. Al fine di approfondire e comprendere se e come si è definito questo cambiamento di ruolo nelle politiche urbane da parte delle associazioni di categoria, l’approccio utilizzato per l’analisi è quello della collaborative governance. Entrambi i casi selezionati sono stati scelti in quanto agiscono su linee di finanziamento relative a politiche urbane non mainstream, ovvero finalizzate alla rigenerazione di aspetti sociali ed economici dei territori oggetto delle progettualità e non sugli aspetti fisici e spaziali di luoghi e strutture. L’avvento dell’emergenza sanitaria scaturita dal Covid 19, sembra aver accentuato tali dinamiche, riaffermando la funzione sociale e di punto di riferimento per il territorio di tali organizzazioni.
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KACANI, Artan. "Valutazione F.I.S.I.A e l'impatto territoriale. Misurare e confrontare l'efficienza e l'efficacia dell'Agenda Urbana sulle aree informali nella Regione di Tirana e Durazzo." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2019. http://hdl.handle.net/11392/2478781.

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Abstract:
La prima volta che L'Agenda Urbana sulla legalizzazione, l'urbanizzazione e l'integrazione delle aree e degli insediamenti informali è stata istituita è stato nell'anno 2006. Dal 2006 ad oggi, molte leggi e regolamenti hanno cambiato e influenzato quest'agenda urbana. Per capire le prime fasi, di costrutire in maniera informale, bisogna avere un quadro generale riguardo la condizione politica ed economica che passava il paese in quei anni. Il vuoto istituzionale per affrontare le aree rurali al di fuori della linea gialla, che definiva il limite dell'area urbana,creava una situazione poco chiara su chi è responsabile, vedi (Aliaj, Shutina e Dhamo, 2010). Nello stesso periodo (2009) è stata tolta la risorsa cognitiva che i Municipi avevano per ottenere e gestire i dati cartografici. L'agenzia regionale ha assunto tutte queste competenze, comprese le risorse economiche - in aperta violazione all'articolo 13 della Costituzione Albanese e sull'Autonomia Locale. La risorsa politica che un tempo era del Consiglio Municipale, per definire le aree informali e il quadro normativo, è andata a livelli amministrativi più elevati e centralizzati, come ad esempio A.L.U.I.Z.N.I (agenzia regionale) e K.K.T (Consigli degli Ministri). Nel 2014 sono state introdotte nuove tariffe riguardola destinazione d'uso del suolo. Piccoli negozi informali hanno chiuso le loro attività, e solo i grandi investimenti hanno avuto la possibilità di pagare una tariffa più elevata di quella abitativa, come alberghi, fabbriche e resort. Affrontando questa condizione dinamica e repressiva riguardo gli insediamenti informali e la loro vulnerabilitàabitativa, la ricerca mira a una "fase zero" di valutazione e analisi sui diritti, attori, leggi e regolamenti. Tre teorie sulla valutazione delle politiche sono state utilizzate in una, denominata Responsive Focused Evaluation. La novità di R.F.E è che valuta il contenuto della policy dalle risorse che gli attori hanno, con focus su una specifica risorsa, in questo caso quello economica. A differenza della classica valutazione su risultati e outputs, R.F.E suggerisce di vedere una seconda teoria - quella focalizzata sulle abilità degli attori di usare queste risorse, chiamata Empowerment Evaluation. Concentrandosi sulle risorse economiche, la fase di implementazione di R.F.E suggerisce di esaminare i casi probabilistici di fallimento, o in regola per ottenerela piena legalizzazione dell'insediamento informale. Nella tesi vengono identificati quattro fattori di blocco e più di dodici fattori sull'impatto territoriale, sulla frammentazione del suolo e sulla densificazione. I primi quattro fattori di bloccosono stati valutati in un'unica formula, denominata F.I.S.I.A, con l'obiettivo della legalizzazione includendo i costi di urbanizzazione, e cosi di garantire un agenda urbana efficiente ed efficace. Invece, l'impatto territoriale è uno strumento analitico per le aree informali per capire l'impatto della frammentarizzazione e densificazione del suolo. La domanda di ricerca è rivolta alla seconda parte, Emporwerment Evaluatio, che si concentra sulle risorse economiche. Di quanto ammontano gli obiettivi espressi dell'Agenda Urbana per la legalizzazione, urbanizzazione includendo i fattori di blocco? I risultati danno diversi livelli di efficienza ed efficacia. Più alto è il gradiente di efficienza più alto sarà il costo di urbanizzazione e quindi la necessità di chiamare risorse politiche in azione, o risorse esogene - e viceversa. Questo può variare dalle dimensioni dell'area informale e dalla morfologia urbana. Più alto sarà il gradiente di efficacia più alto saranno i fattori e i costi che ne impediscono, e quindi la necessità di chiamare risorse cognitive e attori indipendenti nell'agenda urbana per le risorse endogene. La separazione di questi due indicatori, efficienza ed efficacia è essenziale per ottenere un processo decisionale più sensibile e resposabile.
The first time that the U.A on Legalization, Urbanization, and Integration of the informal areas and Settlement was introduced is in 2006. From 2006 to nowadays many laws and regulations have shaped the U.A. On the early stages it is essential to understand the political and economic condition - the institutional vacuum to deal with the rural areas outside the yellow line was an unclear situation on who is responsible, see (Aliaj, Shutina, & Dhamo, 2010). At the same period (2009) the cognitive resource of the municipalities to get the cartographic data was taken off. The regional agency took over all these competencies and including the economic resources - in open violation to article 13 on the Albanian constitution and local autonomy. The political resource that once was of the municipalities, to define the informal areas and the regulatory frame, went to higher and centralized administrative levels, such as A.L.U.I.Z.N.I (regional agency). In 2014, new different fees were introduced regarding the settlements raised for economic function and use. Many small informal markets closed their activities, and only big investments had the possibility to pay a higher fee than housing purposes, such as hotels, factories, and resorts. Facing this dynamic and repressive condition to vulnerable housing tenure the research proposes a "phase zero" of assessment and analysis. Three theories of policy evaluation have been used in one, called Responsive Focused Evaluation. The novelty of R.F.E is that evaluates the policy content from resources focused, differently from the classic evaluation on outcomes and outputs. By focusing on the economic resources, the implementation step of R.F.E suggests to look at probabilistic cases of failure or regular process of legalization. Four hindering factors are identified, and more than twelve factors on territorial impact, land fragmentation, and densification. The first four hindering factors can be assessed in one single formula called F.I.S.I.A, with the legalization revenues and urbanization costs to give the policy efficiency and effectiveness. Instead, the territorial impact gives variations on an analytical tool for the informal areas. The research question is addressed to the second part, policy implementation, which focuses on economic resources. How much are the costs of the objectives set by the UA, legalization, urbanization and the hindering factors? The results give different levels of efficiency and effectiveness ratio. Higher the efficiency gradient is, higher will be the urbanization cost and so the need to call political resources in action, or exogenous resources - and vice versa. This can vary from the size of the informal area and the urban morphology. Higher the effectiveness gradient is, higher will be the hindering factors and cost, and so the need to call cognitive resources and independent actors in the U.A for the endogenous resources. The separation of these two indicators, efficiency, and effectiveness is essential to get a more responsive and sensitive policy decision process on revenue's reversibility and future investments.
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Trecroci, Aldo, Giuseppe Artese, and Demetrio Festa. "Integrazioni delle tecniche di posizionamento satellitare con strumentazioni inerziali. Studio di fattibilità e progettazione di un sistema integrato a basso costo." Thesis, 2010. http://hdl.handle.net/10955/720.

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Turchi, Agnese. "Geo-environmental risk analysis for a sustainable local territorial management." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1235238.

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Abstract:
The study focuses on the assessment of the potential damage to the elements at geoenvironmental risk in Ricasoli village (Municipality of Montevarchi in Arezzo Province, Tuscany Region, Italy), affected by landslides, and Stromboli island (Municipality of Lipari in Messina Province, Sicilian Region, Italy), affected by landslides, volcanic phenomena, tsunamis and earthquakes. The proposed methodological framework is the result of the intersection of two different approaches to the risk analysis: the geo-scientist approach and the approach developed by the Territorialist School of urban and regional planning and design. In order to implement strategies for prevention, reduction and mitigation of geo-environmental risks, the vulnerability and exposure were separately examined, even so maintaining a general overview. At the same time the hazard was necessarily considered a self-reproducing rule because it represents the keyelement for a sustainable and resilient Territorial Government wherever a natural event may occur, regardless of its variation in the probability of occurrence over time (e.g. floods or landslides are particularly dependent on climate changes). The preliminary analyses were mainly crucial to define the territorial heritage, which considerably influenced the exposure value and the potential damage to the elements at risk (i.e. buildings, infrastructures, land uses). Moreover, ex novo building-sheets and infrastructure-sheets were created in order to collect the proper data on the compositional characteristics of real estates, with the purpose to assess their physical vulnerability at intermediate scales (i.e. 1:2.000, 1:5.000, 1:10.000) as accurately as possible. Finally, semi-structured interviews and surveys to inhabitants and tourists were useful to make some preliminary consideration on risk perception and calibrate the future interventions. The main results of the study show the strong correlation between the high or moderate-high heritage value of the elements at risk and their high potential damage: the intrinsic value, which is related to the historical-cultural, social, identity and landscape values, considerably increased the initial market value (buildings), construction coast (infrastructures) and agricultural average value (land uses) of real estates, according different scenarios in both case studies.
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DI, PASQUA GILDA. "Criteri progettuali e sistemi gestionali dell’eco-quartiere. La valenza energetica nella progettazione urbana." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918526.

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Abstract:
This research focuses on the ecological neighborhood. It is analyzed not as an independent element but as a related part of the urban system. The main issue of this research is the interpretation of the planning elements, of the technological solutions and of the managing, economical and social processes which are at the basis of the urban transformation. Beyond the scale of individual building, the local dimension of the neighborhood is the most suitable for the analysis. It represents the ideal dimension to manage easily the energetic consumption and to foster functional integration strategies related to urban structure. The local dimension also allows to manage the settlement schemes, the collective transportation strategies and the economical and social thematic. The main aim of this research is the definition of the fundamental elements for the realization (or the transformation) of urban portions characterized by energy efficiency, environmental resource value and by the creation of new urban, social and economical networks. The attention focuses on governance system at the basis of the urban transformation processes, mainly referring to the economic, social and managing themes. The economic and managing solutions are the “key elements” to determine the success or the inefficacy of the planning strategies. The first part of the research refers to the theoretical definition of the sustainable urban planning through the study of the historical planning movements and of implemented policies (Smart Growth, New Urbanism, Green Urbanism, Transition Town, European and Italian strategies). From this theoretical analysis result some criteria for the best practices selection, analyzed in the following section. The second part of the research deals with the general description of main elements of the ecological neighborhood. It is structured in three main subjects: - Settlement organization; - Energy saving technology; - Managing and economic themes. The third part of the research deals with the different planning solution for urban transformation. Furthermore it deals with the more precise description of specific intervention instruments and the relations between the local and urban dimension. Conclusions deals with reflections on the main paths for urban transformation that leads to the creation of new dynamics and urban synergies from the environmental and energetic aspects and the social-economics ones. The study concentrates on the elements of the whole planning process and the main actors and developers involved to understand what kind of development derived from the urban transformation. The different planning practices are only about urban retrofitting operations or have became places of new urban synergies and economies at local level?
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Books on the topic "Pianificazione e progettazione urbana e territoriale"

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Gisotti, Maria Rita, ed. Progettare parchi agricoli nei territori intermedi. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-780-7.

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Abstract:
Negli ultimi anni numerose riflessioni hanno insistito sull’importanza dei parchi agricoli come strumenti in grado di contribuire alla ricreazione di rapporti di reciprocità tra urbano e rurale, giocati sulla valorizzazione della loro prossimità. I parchi possono inoltre costituire l’occasione per sperimentare nuove forme di progettualità alla scala territoriale, orientate verso la costruzione di scenari unitari e coerenti sul piano morfologico, funzionale, ambientale. Il volume offre una riflessione su questi temi restituendo gli esiti di un’esperienza di progettazione che ha coinvolto la scuola territorialista di Empoli (CdL in Pianificazione della Città e del Territorio) e quella dell’ingegneria territoriale di Clermont Ferrand (AgroParisTech ENGREF). Gli scenari che ne sono derivati operano una sintesi tra questi due approcci, integrando l’interpretazione patrimoniale con i processi di diagnostic territorial e con la costruzione di territorialità condivise.
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Università degli studi mediterranea di Reggio Calabria. Dipartimento di scienze ambientali e territoriali, ed. Progettazione integrata e pianificazione dello sviluppo sostenibile: Territoriale e strategico. Roma: Gangemi, 2004.

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Italy) Conferenza nazionale in informatica e pianificazione urbana e territoriale (6th 2010 Potenza. Informatica e pianificazione urbana e territoriale: Atti della Sesta Conferenza nazionale INPUT 2010. Melfi (Italia): Librìa, 2010.

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Territori di ricerca, ricerche di territorio: Atti dell'VIII Convegno nazionale rete interdottorato in pianificazione urbana e territoriale. Firenze: Alinea, 2009.

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1938-, Jatta Antonio, and Rossi Sara, eds. Il Territorio da costruire: Pianificazione urbana e territoriale in Africa. Bari: Dedalo, 1985.

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Conference papers on the topic "Pianificazione e progettazione urbana e territoriale"

1

Carallo, Sara. "Valorizzazione e tutela delle aree verdi periurbane per il recupero dell’identità culturale e della memoria storica del territorio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7940.

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Abstract:
Il progetto di ricerca ha riguardato la progettazione di una greenway nel territorio comunale di Anzio e Nettuno al fine di comprendere come le aree verdi periurbane acquisiscono un ruolo di primaria importanza nell’ambito di attività di pianificazione territoriale. Esse infatti, in qualità di aree multifunzionali, consentono di innescare processi di riequilibrio dei flussi turistici e valorizzazione delle aree urbane. L’obiettivo principale del progetto si è concentrato sulla definizione di un’interazione dinamica tra sistemi sociali ed economici e sistemi ambientali basata su una funzione territoriale compatibile con gli obiettivi di tutela e delle risorse intendendo il territorio come substrato del processo di sedimentazione di valori storici, culturali e sociali. This research project focused on the design of a greenway in the municipality of Anzio and Nettuno in order to understand how green peri-urban areas acquire a role of primary importance within the activities of a territorial planning. As a matter of fact these multifunctional areas allow to trigger processes aimed at balancing tourist flows and enhancing urban areas. The project aims at defining a dynamic interaction between socio-economic and environmental systems based on a territorial function compatible with the objectives of protection of resources, being territory a substrate of the process of settling of historical, cultural and social values.
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Canfora, Fabrizio. "Il centro direzionale di Napoli: verso una città-territorio?" In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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Blecic, Ivan, Arnaldo Cecchini, Tanja Congiu, Myriam Pazzola, and Giuseppe A. Trunfio. "Un sistema di supporto alla pianificazione e progettazione della walkability e dell’accessibilità pedonale." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7923.

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Abstract:
Il contributo propone un metodo e uno strumento per la valutazione della qualità della vita urbana basato sui concetti di walkability e di accessibilità pedonale di luoghi della città rilevanti con i quali estendere le capacità degli individui e partecipare concretamente alle urban opportunities. Il modello di valutazione utilizza i percorsi pedonali esistenti della rete viaria e valuta la loro qualità in base a diversi attributi importanti per la pedonalità. L’applicazione del sistema proposto al caso studio di valutazione del progetto di riorganizzazione della Segunda Circular (seconda circonvallazione) di Lisbona consente di mostrarne i possibili utilizzi e di trarre alcune riflessioni sulla base dei risultati ottenuti. We present a methodology and a tool for evaluating the quality of life in cities based on walkability and pedestrian accessibility of places which are relevant for people's capabilities. The evaluation model uses the actual pedestrian routes along the street network and considers their quality on several attributes important for their walkability. We furthermore demonstrate possible uses of the support system by reporting and discussing the results of a case-study assessment of a project for the Lisbon Segunda Circular (Second Rind Road).
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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