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1

Di Gioacchino, Roberto, and Stefano Santini. "Un modello per la pianificazione e il controllo dei progetti cofinanziati." PROJECT MANAGER (IL), no. 22 (May 2015): 24–28. http://dx.doi.org/10.3280/pm2015-022007.

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2

Capurro, Rosita. "Pianificazione e controllo della strategia ambientale: analisi teoriche e proposte operative." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (July 2019): 67–97. http://dx.doi.org/10.3280/maco2019-002004.

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3

Tino, Concetta, and Monica Fedeli. "Career planning, proactivity, self-employability, and labour market: undergraduates’ perceptions." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 262–78. http://dx.doi.org/10.36253/form-12602.

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Abstract:
The paper presents empirical research carried out at the university of Padova. It investigates the association between students’ perceptions of the current state of the labour market, and students’ self-perceived employability, career proactivity, career control and positional advantages. It also explores the students’ career planning and its association with some contextual and personal predictors. 2.834 students took part in the survey. Findings show that students with a more positive vision of the labour market reported higher scores in self-perceived employability, career control, and less proactive career attitudes. Some implications are reported. Pianificazione della carriera, proattività, Self-Employability e mercato del lavoro: percezioni di studenti universitari. L’articolo presenta una ricerca empirica svolta presso l’università di Padova. Indaga la relazione tra le percezioni degli studenti sullo stato attuale del mercato del lavoro e dell’employability percepita dagli studenti, la proattività, il controllo della carriera e i vantaggi delle posizioni. Esplora anche la pianificazione della carriera degli studenti e la sua relazione con alcuni predittori contestuali e personali. All’indagine hanno preso parte 2.834 studenti. I risultati mostrano che gli studenti con una visione più positiva del mercato del lavoro hanno riportato punteggi più alti in termini di employability percepita, controllo della carriera e attitudini alla carriera meno proattivi. Si riportano alcune implicazioni.
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4

Vannozzi, David. "Il PM come strumento di pianificazione e controllo: 20 mesi di cambiamento da gestire." PROJECT MANAGER (IL), no. 16 (December 2013): 19–21. http://dx.doi.org/10.3280/pm2013-016006.

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5

Cantele, Silvia, Martina Martini, and Bettina Campedelli. "Gli atenei italiani e gli strumenti di pianificazione e controllo: a che punto siamo?" MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (May 2012): 55–83. http://dx.doi.org/10.3280/maco2012-001004.

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Abstract:
Universities all over the world are experiencing a great push towards managerialism; this process is the result of the application of New Public Management principles and practices, but also the request of national law and regulation: modern universities are expected to manage institutional activities in the light of effectiveness, quality and efficiency. The debate on the appropriateness of management tools for universities is placed in this context and is described in the literature with reference to the typical components of management control systems: information and accounting system, organizational structure and control process. The article presents the results of an empirical research on management control systems in Italian universities; the analysis of collected data demonstrates a low dissemination and development of management control tools; in particular it shows that a high percentage of universities is presently implementing only two tools together, and these tools are predominantly generic, while the use of those considered more advanced (e.g. variance analysis and dashboards) is very low. These evidences suggest that the successful introduction of management control systems could not abstract from an adequate development of corporate culture.
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6

Barbara, Sibilio Parri. "Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Abstract:
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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7

Caruso, Nadia, Alessandro Delladio, and Elena Pede. "Vuoti a rendere. Dublino e la gestione pubblica dei vuoti urbani." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 117–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095013.

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Abstract:
A seguito della crisi economica del 2008, molti progetti di trasformazione urbana avviati negli anni precedenti hanno subito una forte decelerazione. La crisi ha avuto ripercussioni sui processi di pianificazione urbana, eclissando il potere decisionale delle istituzioni pubbliche già depauperato dall'affermarsi dell'approccio neoliberale e dal taglio di risorse finanziarie. L'articolo presenta l'esperienza di Dublino come interessante tentativo di regolamentazione e di controllo del fenomeno dei vuoti urbani da parte dell'attore pubblico. Seppure in un contesto fortemente neoliberale, gli strumenti introdotti dalla città per la gestione e il rilancio degli spazi abbandonati, unito ad altre politiche, hanno dato luogo a normative innovative per l'avvio di pratiche di uso temporaneo.
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8

Benvenuto, Marco, Angelo Rosa, and Carmine Viola. "Analisi prospettica per il design di un nuovo dominio di pianificazione, programmazione e controllo sociotecnico nel settore della salute." MECOSAN, no. 113 (June 2020): 259–69. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-113030.

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9

Linney, A. D., A. C. Tan, R. Richards, J. Gardener, and W. R. Lees. "Visualizzazione tridimensionale del corpo umano per diagnosi e per programmazione chirurgica." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 483–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500412.

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Abstract:
Viene descritto un sistema che produce rappresentazioni di superfici anatomiche basandosi su immagini ottenute mediante tomografia assiale computerizzata a raggi X, risonanza magnetica ed ecografia. Le rappresentazioni vengono create per mostrare il carattere tridimensionale (3D) dell'anatomia interna ed esterna. Le immagini possono essere sezionate e manipolate sullo schermo come se fossere l'oggetto tridimensionale che rappresentano. Con questo sistema è possibile pianificare interventi chirurgici per simulazione. È inoltre possibile esporre ed isolare strutture sottostanti di un oggetto anatomico, aumentando così il valore diagnostico dei dati di partenza. Tale sistema di rappresentazione fornisce anche dati per l'azionamento di una fresatrice a controllo numerico per la produzione di modelli anatomici, protesi e impianti. Le esigenze di pianificazione nella chirurgia maxillofacciale sono particolarmente marcate. Va considerata sia la funzione, sia l'estetica facciale1. I sistemi di pianificazione ricorrono ad una combinazione di fotografie, modelli e radiografie planari nel tentativo di tenere conto della natura tridimensionale dell'anatomia. Quindici anni fa i progressi nella tecnologia informatica e della rappresentazione, insieme alla disponibilità della tomografia assiale computerizzata a raggi X (TC), permisero di avviare la creazione di una unità di lavoro per clinici facente uso di grafici al computer per simulare, pianificare e prevedere il risultato della chirurgia maxillofacciale. Benchè inizialmente le applicazioni cliniche fossero alquanto limitate, esse sono notevolmente aumentate con il costante miglioramento dei computer e degli algoritmi. Oltre alle applicazioni originarie, esse comprendono ora: la cranioplastica, la diagnosi radiologica complessa, l'analisi di fratture, l'osservazione del feto e la produzione di impianti scheletrici adattati. Sono allo stato esplorativo le applicazioni in campo neurologico.
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Capone, Vincenza, and Giovanna Petrillo. "Smettere di fumare in adolescenza: il ruolo delle intenzioni, della pianificazione e delle percezioni di autoefficacia nell'HAPA Model." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 47–64. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003004.

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Abstract:
Numerosi lavori mostrano l'efficacia dell'HAPA Model nell'adozione di comportamenti salutari, pochi perň sono gli studi che ne hanno verificato l'applicabilitŕ ai comportamenti di dipendenza, quali il consumo di tabacco. Questi comportamenti sono infatti piů difficili da ricondurre a un controllo personale soprattutto in etŕ adolescenziale, a causa degli effetti derivati dall'astinenza fisica, oltre che da fattori psicologici e sociali. L'obiettivo del presente lavoro č di verificare l'applicabilitŕ del modello al comportamento tabagico, esaminando quali variabili della fase volitiva influenzano il consumo di sigarette in adolescenti fumatori che hanno intenzione di smettere. Lo studio ha coinvolto 128 adolescenti contattati presso scuole medie superiori. Al fine di verificare il modello nella fase di specifico interesse sono state condotte una serie di, i cui risultati mostrano che le variabili considerate influenzano negativamente il consumo di sigarette negli adolescenti. Si evidenziano, inoltre, risultati diversificati in base alla classe frequentata.
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Cupertino, Sebastiano, Gianluca Vitale, and Angelo Riccaboni. "L'impatto dei Big Data sulle attività di pianificazione & controllo aziendali: In caso di studio di una PMI agricola Italiana." MANAGEMENT CONTROL, no. 3 (November 2018): 59–86. http://dx.doi.org/10.3280/maco2018-003004.

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BOLZONI, A., A. MAPELLI, A. BAJ, F. V. SIDEQUERSKY, A. B. GIANNÌ, and C. SFORZA. "Valutazione tridimensionale dei movimenti mandibolari dopo ricostruzione con lembo libero di fibula." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 371–78. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-504.

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Abstract:
In questo studio sono stati analizzati sette pazienti a cui è stata ricostruita la mandibola utilizzando un lembo libero di fibula. Un paziente è stato operato medialmente e gli altri sul lato destro o sinistro. I pazienti sono stati riabilitati con protesi su impianti, ed hanno eseguito una serie di movimenti limite mandibolari (massima apertura e chiusura della bocca, laterotrusioni destra e sinistra, protrusione), che sono stati registrati nelle tre dimensioni dello spazio da un sistema non invasivo di analisi del movimento. I relativi parametri cinematici dell’articolazione temporomandibolare sono stati confrontati con quelli ottenuti in un gruppo di soggetti sani di controllo utilizzando gli z-score. La massima apertura della bocca è risultata ridotta in tutti i pazienti, con z-scores compresi tra -2.742 e -0.106, ed è stata effettuata con una minore rotazione mandibolare sul piano sagittale. In tutti i pazienti salvo uno si è rilevata una riduzione del movimento del punto interincisale durante la protrusione. Nei pazienti, i movimenti del punto interincisivo in laterotrusione e i movimenti condilari durante l’apertura della bocca sono risultati molto variabili e talvolta asimmetrici. Anche la rotazione mandibolare è risultata molto variabile, con z-scores compresi tra -1.265 e - 1.388. Insieme all’ampiezza dei movimenti, sono state indagate alcune caratteristiche biomeccaniche dell’articolazione, che possono fornire informazioni relativamente ai capi articolari senza sottomettere i pazienti a procedure pericolose. Le valutazioni possono essere eseguite longitudinalmente durante il follow-up. I dati forniti da questo studio indicano quali aree facciali e quali strutture devono essere attentamente valutate durante la pianificazione preoperatoria, nell’illustrazione dei problemi al paziente e durante la riabilitazione.
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Bernardi, B., and A. Zimmerman. "Valutazione RM delle malformazioni midollari dell'infanzia (0–2 anni)." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 1_suppl (April 1992): 57–64. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s111.

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Abstract:
Le malformazioni vertebro-midollari possono essere classificate in diversi gruppi, le forme phù comuni sono comprese in due grandi categorie: 1- disrafismi spinali (spina bifida aperta, disrafismo spinale occulto), 2- altre anomalie spinocaudali. La conoscenza sia dell'embriologia normale che degli aspetti anatomici delle lesioni congenite porta alla comprensione del momento e della fase di sviluppo in cui la normale sequenza era stata interrotta e permette la classificazione delle malformazioni midollari. La risonanza magnetica fornisce la migliore descrizione delle relazioni anatomiche nelle lesioni congenite e quindi rappresenta il modo migliore per pianificare ii trattamento. Alcune anomalie congenite, sebbene presenti alla nascita, non giungono all'attenzione clinica fino all'età adulta. Altre lesioni sono tipicamente evidenti alla nascita o nei primi anni di vita. Il diffuso uso della RM riduce la diagnosi tardiva delle malformazioni occulte e fornisce le informazioni richieste per la pianificazione chirurgica. La proposta di questo lavoro è di utilizzare l'esperienza acquisita dalla revisione della casistica del Children's Hospital di Philadelphia per evidenziare il ruolo della RM nella scoperta e nella valutazione delle malformazioni midollari nei primi due anni di vita. I problemi diagnostici per la giovane eta dei pazienti (0–2 anni), particolarmente importanti nello studio del neonato sono dovuti a considerazioni anatomiche sulla colonna in sviluppo ed alla necessità di ottenere immagini in tempi brevi per avere un controllo del movimento senza anestesia. Sono stati valutati retrospettivamente 64 esami RM di 52 pazienti con evidente o sospetto disrafismo spinale. Sedici presentavano alla nascita una massa dorsale coperta o non coperta da cute. Trentasei erano disrafismi spinali sospetti senza massa dorsale associata (disrafismi spinali occulti) di cui nove presentavano una RM negativa. La RM è attualmente una procedura diagnostica sicura, sensibile e di facile esecuzione e pertanto va utilizzata non appena se ne renda evidente la necessità.
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Magnaldi, S., and M. Ukmar. "La tomografia computerizzata nella diagnostica delle metastasi spinali." Rivista di Neuroradiologia 8, no. 2 (April 1995): 161–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800205.

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Abstract:
La TC si rivela di particolare utilità nello studio delle metastasi spinali che coinvolgono i tessuti molli paravertebrali, lo scheletro del rachide e lo spazio epidurale. L'esecuzione della TC prevede uno scout view o topogramma di localizzazione, sul quale si scelgono dei piani assiali focalizzati su un particolare livello. Le scansioni devono essere acquisite e documentate in modo da poter visualizzare sia le parti molli che le strutture scheletriche. Nelle maggior parte dei casi è sufficiente l'esame TC diretto; talora possono essere utili la TC dopo mezzo di contrasto per via endovenosa o la mielo-TC, come pure le ricostruzioni elettroniche su piani diversi da quello assiale. L'aspetto TC delle metastasi vertebrali, che sono le più frequenti, è multiforme e comprende l'osteolisi (che può essere lacunare, a tarlatura o infiltrativa), l'osteosclerosi (che può presentarsi sotto forma di orletto sclerotico, di nodulo sclerotico o di sclerosi diffusa), le deformazioni e i crolli vertebrali (che derivano dall'infiltrazione del tessuto osseo normale da parte del tessuto neoplastico, con conseguenti fratture patologiche) e lo sconfinamento extravertebrale nelle parti molli pre e paravertebrali e verso lo speco vertebrale. Le metastasi vertebrali presentano inoltre aspetti caratteristici per sede rachidea (più spesso multiple e a livello lombare) e localizzazione nell'ambito della singola vertebra (interessamento preferenziale del corpo vertebrale). Nella diagnostica delle metastasi vertebrali, la TC presenta sia vantaggi che limiti. I vantaggi, dovuti all'assenza di fenomeni di sovrapposizione, sono rappresentati dall'ottima dimostrazione di lesioni in «sedi difficili» per la radiologia convenzionale (peduncoli, processi trasversi o passaggio lombo-sacrale), dall'esatta valutazione della presenza e del numero delle lesioni, dalla migliore definizione della natura delle lesioni (valutazione densitometrica e potenziamento delle lesioni solide dopo mezzo di contrasto) e dal bilancio di estensione. I limiti della TC sono rappresentati dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, dalla qualità talora subottimale delle ricostruzioni elettroniche, dalla scarsa panoramicità e dall'insufficiente sensibilità (soprattutto per lesioni con estensione all'interno dello speco vertebrale) e specificità. La TC si pone in una posizione di passaggio tra le indagini cosiddette di primo livello, con scopi meramente diagnostici, e quelle di secondo livello, con finalità terapeutiche. La TC è utile, soprattutto per le lesioni ossee, nella valutazione morfologico-volumetrica della/e metastasi, nella definizione dell'estensione extravertebrale delle lesioni, nella guida alle biopsie e nell'eventuale controllo dopo radioterapia e riveste inoltre un ruolo importante nella pianificazione di ulteriori provvedimenti terapeutici (interventi chirurgici di decompressione e radioterapia).
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Silva, Anderson Walter Costa, Arthur Arantes Cunha, Giovana Carvalho Alves, Rodolfo Antônio Corona, Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias, Reza Nassiri, Silvana Vedovelli, et al. "Profilo epidemiologico e determinante sociale del COVID-19 a Macapá, Amapá, Amazon, Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, April 13, 2020, 05–27. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/del-covid-19-a-macapa.

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Abstract:
Alla fine di dicembre 2019, a Wuhan, in Cina, è emersa una nuova varietà di Coronavirus, dichiarata emergenza sanitaria pubblica globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il tropismo delle vie aeree può essere dovuto all’espressione dell’enzima angiotensina-convertitore 2 (ACE2). Nella regione dell’Amazzonia legale brasiliana, fino al 22 marzo 2020, lo Stato di Amazonas ha presentato 26 casi confermati; Acri 11 casi; Paragrafo 04; Rondonia 03; Roraima, Tocantins, Maranhão e Mato Grosso 02 casi; e Amapá solo 01 se confermato. Questo studio mira a quantificare e analizzare i primi casi sospetti e confermati di COVID-19 a Macapá, Amapá, Amazon, Brasile. Si tratta di uno studio osservazionale, retrospettivo e quantitativo, riferito al profilo dei primi 108 casi sospetti segnalati a Macapá, tra il 13 marzo 2020 e il 21 marzo 2020, e ai calcoli di incidenza del COVID-19 nelle 26 capitali brasiliane e Brasilia, Distretto Federale, tra il 26 febbraio 2020 e il 26 marzo 2020. Gli studi possono rivelare un modello specifico di diffusione del virus, che contribuirebbe alla pianificazione e all’attuazione di misure di controllo e sorveglianza epidemiologica più efficaci. Alla fine di dicembre 2019, a Wuhan, in Cina, è emersa una nuova varietà di Coronavirus, dichiarata emergenza sanitaria pubblica globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il tropismo delle vie aeree può essere dovuto all’espressione dell’enzima angiotensina-convertitore 2 (ACE2). Nella regione dell’Amazzonia legale brasiliana, fino al 22 marzo 2020, lo Stato di Amazonas ha presentato 26 casi confermati; Acri 11 casi; Paragrafo 04; Rondonia 03; Roraima, Tocantins, Maranhão e Mato Grosso 02 casi; e Amapá solo 01 se confermato. Questo studio mira a quantificare e analizzare i primi casi sospetti e confermati di COVID-19 a Macapá, Amapá, Amazon, Brasile. Si tratta di uno studio osservazionale, retrospettivo e quantitativo, riferito al profilo dei primi 108 casi sospetti segnalati a Macapá, tra il 13 marzo 2020 e il 21 marzo 2020, e ai calcoli di incidenza del COVID-19 nelle 26 capitali brasiliane e Brasilia, Distretto Federale, tra il 26 febbraio 2020 e il 26 marzo 2020. Gli studi possono rivelare un modello specifico di diffusione del virus, che contribuirebbe alla pianificazione e all’attuazione di misure di controllo e sorveglianza epidemiologica più efficaci.
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