Dissertations / Theses on the topic 'Pianificazione e controllo'
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Campion, Jessica <1991>. "Came S.p.A.: pianificazione e controllo in ottica multinazionale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6803.
Full textPIGINI, MARCELLO. "Tecniche di pianificazione collaborativa e controllo in un caso di concurrent engineering." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2007. http://hdl.handle.net/11566/242515.
Full textGuagliumi, Luca. "Metodi di pianificazione di traiettorie anti-slohing." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textVESPOLI, Silvestro (ORCID:0000-0003-2042-2668). "Un'architettura semi-eterarchica per sistemi di Pianificazione e Controllo della Produzione per l'Industria 4.0." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/207096.
Full textFigliolini, Noemi <1990>. "IL BUSINESS PLAN COME STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO: IL CASO DELLA B.B. S.R.L." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10862.
Full textTorto, Gabriele <1997>. "Pianificazione e controllo della performance delle aziende sanitarie locali: il caso Ulss 3 Serenissima." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21061.
Full textNalesso, Valentina <1988>. "Pianificazione e controllo degli investimenti in una società di servizi pubblici: il caso ETRA SPA." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3499.
Full textLombardi, Claudio. "La mappa della pianificazione e la bussola del controllo per orientare la Performance nella P.A." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1752.
Full textNegli ultimi anni la PA italiana ha vissuto un periodo di forte spinta al cambiamento, all’innovazione ed alla modernizzazione che si è tradotto in un sempre maggiore orientamento alla misurazione (performance), alla comunicazione (trasparenza) ed all’integrità (corruzione) dei risultati, in quanto è evidente, costante e condiviso il pensiero secondo cui la macchina amministrativa, nella sua dimensione complessiva, ha tradito le aspettative della collettività lacerando profondamente il rapporto di fiducia verso le stesse istituzion i e creando anche un forte conflitto intergenerazionale. Il dibattito sulla valutazione e sulla misurazione della performance all’interno delle PA rappresenta da anni uno degli ambiti più complessi fra quelli che caratterizzano l’applicazione dei modelli manageriali e gli interventi normativi per cercare di pervenire ad un miglioramento complessivo delle organizzazioni pubbliche non mancano. Le resistenze, le difficoltà e le complessità tuttavia che tale processo di ripensamento ha vissuto ed ancora vive, sono da ricercare in parte anche nell’ “ambiguità” che spesso il concetto aziendale di performance incontra con riferimento ai contesti pubblici. La performance, nella sua globalità, assume all’interno delle PA diversi significati, interpretazioni e applicazioni, generando un’ambiguità da analizzare e circoscrivere per una migliore comprensione delle logiche istituzionali, organizzative, culturali e relazionali che sono alla base di ogni processo di misurazione, valutazione e miglioramento. Una volta comprese le difficoltà e le opportunità insite nella gestione delle performance pubbliche è necessario approfondire il percorso normativo che ha caratterizzato il processo di ripensamento della PA italiana che, soprattutto negli ultimi quindici anni, ha posto molta enfasi sul management per obiettivi e sulla misurazione delle performance collocando al centro del processo di riforma i sistemi di pianificazione e controllo quali processi manageriali essenziali per favorire uno sforzo “disciplinato” ed orientato alla messa in atto di decisioni, azioni e comportamenti positivi. L’analisi sistemica dell’intero processo di riforma, dalla riforma del bilancio del 97 agli attuali interventi in materia di trasparenza e corruzione, grazie al “supporto” fornito dal movimento del NPM, evidenzia come il legislatore abbia voluto imporre le logiche della pianificazione e del controllo allo scopo di sollecitare una mappatura dei pensieri, dei processi e delle attività per orientare le decisioni, le azioni, i comportamenti ed i risultati. Il tutto attraverso l’integrazione delle diverse aree e dimensioni che nell’ambito dei processi organizzativi e gestionali contribuiscono alla creazione di valore. Proprio per rispondere ad una giustificata domanda di comprensione circa l’organicità, la linearità e la validità del percorso normativo intrapreso, si è assunti il Decreto n. 150/2009, noto come “Decreto Brunetta”, come fulcro ed al tempo stesso connettore dell’intero processo normativo degli ultimi anni per testare sia la coerenza dell’impianto con i principi dei sistemi di pianificazione e controllo, sia la coerenza con le finalità di miglioramento complessivo delle organizzazioni. Il problema dunque è quello di comprendere, assunte le complessità e le ambiguità della performance, se, ancora oggi, l’attuale modesto livello di soddisfazione dei bisogni collettivi derivi dell’incoerenza e dalla disorganicità del quadro ordinamentale o da un approccio comportamentale, professionale ed etico del management e delle persone coinvolte. Nel lavoro ci si sofferma sul processo di riforma della PA italiana passando in rassegna i principali contributi della letteratura, ed in particolar modo del new public management, al fine di comprendere le logiche che hanno ispirato il processo di cambiamento della PA. In tale contesto particolare attenzione, sarà dedicata al problema dell’ambiguità analizzando le dimensioni di risultato, in quanto valutare la performance significa valutare gli obiettivi proposti ed i risultati conseguiti oltre che i soggetti coinvolti in tale processi. La “comprensione” degli obiettivi da perseguire rappresenta il momento strategicamente più importante di un qualsiasi processo di rilevazione, misurazione e controllo. Successivamente, al fine di metabolizzare i principi dei processi manageriali tipici della realtà d’impresa, e valutare correttamente l’impianto ordinamentale italiano, ci si soffermerà sui sistemi manageriali di pianificazione e controllo anche per decifrarne il mutamento morfologico - funzionale dagli stessi subito dapprima con la diffusione del NPM e poi con le logiche della Public Governance. Solo dopo aver maturato la giusta convinzione di ciò che dovrebbe essere, ci addentreremo nell’impianto ordinamentale di riferimento per capire ciò che effettivamente è, anche attraverso l'analisi dei connotati essenziali del Decreto Legislativo 150/2009, con particolare riferimento al ciclo di gestione integrato della performance ed alla sua stretta interazione con le sfere del bilancio, dei processi, dell’etica e della trasparenza. L’obiettivo è quello di dimostrate, attraverso lo studio di un caso concreto, come l’implementazione di sistemi e processi manageriali di pianificazione, programmazione e controllo, abbinato ad una corretta interpretazione delle norme, può limitare l’impatto delle ambiguità e supportare l’organizzazione verso comportamenti e pensieri culturalmente orientati al perseguimento dei risultati istituzionali. [a cura dell'autore]
XII n.s.
Turcutto, Sonia. "Analisi dei sistemi di pianificazione e controllo di aziende Make to Order. Il caso Tecnoplast infissi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textGILLI, Enrica. "LA VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI CULTURALI. STRUMENTI ECONOMICO-AZIENDALI DI PIANIFICAZIONE, MISURAZIONE E CONTROLLO APPLICATI AL TERRITORIO." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389453.
Full textGiabardo, Elisa <1995>. "Prevenzione e risposta al COVID-19: evoluzione delle strategie e pianificazione del sistema di controllo per fasce." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19431.
Full textSeccareccia, Pietro <1996>. "La pianificazione ed il controllo dell’esposizione al rischio nelle imprese - la pratica aziendale e l'utilizzo degli strumenti finanziari di hedging." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18133.
Full textRagonese, Marco. "Pauropolis. Pianificare il controllo attraverso il progetto della sicurezza." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2678.
Full text“Il grado di sicurezza misura la democrazia di un paese”, con questa frase un esponente della destra salutava l’approvazione nel parlamento italiano del nuovo pacchetto di norme in tema, appunto, di sicurezza. L’affermazione indica sintomaticamente come la questione, seppur non nuova, abbia acquisito un ruolo centrale nel dibattito contemporaneo, facilitata da una perfusione mediatica che ha trasformato l’evento dei primi giorni del settembre 2001 nel simbolo controverso della crescente sensazione di incertezza globale. Le conseguenze sul vivere contemporaneo e sugli ambienti urbani sono ormai evidenti, così come l’inevitabile strumentalizzazione della paura da parte dei più diversi soggetti: politici, amministratori, sociologi, pubblicitari, opinion-leader (tutti gli studi sull’argomento mostrano come, nonostante l’insicurezza “percepita” abbia una relazione indiretta con le minacce reali, le sue conseguenze siano determinanti). Questo sta generando la formazione di un nuovo tessuto sociale, apparentemente assediato da una realtà urbana di cui non comprende i mutamenti (perché non è più capace e perché non interessa farlo) e barricato dietro la barriera tutta materiale dei prezzi della proprietà immobiliare, convinto di escludere quella quota di insicurezza che la presenza degli sconosciuti contiene in sé. L’insicurezza viene trasformata in materiale di base dalla pianificazione e in dispositivi dall’architettura; dispositivi che agiscono sulle minacce come deterrenti e/o strumenti di difesa e sulla percezione di ambienti più controllati e sicuri. Inevitabilmente la nozione di spazio pubblico ha subito un cambiamento radicale, diventando sempre più legata al controllo dei fruitori che alle sue caratteristiche fisiche. Le città sono disseminate di telecamere “amiche” collegate alle forze di polizia, pubblica o privata: si è passati da una società panottica a una post-panottica, in cui il controllore si è liberato dal legame fisico che lo vincolava al sorvegliato. Il vocabolo “sicurezza” identifica immediatamente determinate porzioni di città (escludendone automaticamente altre), ponendosi quale parametro qualitativo di analisi urbana e sociale e delineando una nuova cartografia basata su una unità di misura determinata dalla paura, che palesa l’esistenza di barriere, non fisiche ma mentali, all’interno di una città dove è smascherato l’equivoco tra tolleranza e indifferenza. L’ambizione della ricerca consiste nell’individuare quale sia il grado di trasformazione indotto nell’ambito disciplinare e il cambiamento incorso al processo di progettazione architettonica sotto la pressione della questione securitaria. A partire dalle mura di cinta costruite con massi ciclopici sino agli immateriali firewall a cui sono affidate le difese della nostra dimora nel cyberspazio, risulta chiaro come, seppur cambiati i materiali, le procedure difensive seguano inalterate logiche di fortificazione. In questo contesto sono state sviluppate alcune teorie e pratiche urbanistiche, tutte di matrice statunitense, che hanno favorito la pianificazione degli insediamenti nei territori suburbani sud e nordamericani, nordeuropei e africani. Agglomerati abitati da comunità il cui interesse principale (e comune) si sostanzia nel recintare la propria incolumità per trascorrere una vita nel pieno comfort, affidando le norme del vivere civile ai regolamenti redatti dagli sviluppatori edili e contribuendo alla dissoluzione dello spazio pubblico mediante la privatizzazione dello stesso. Gated communities, Walled Cities, Common Interest Development costituiscono i nuovi termini del vocabolario urbanistico suburbano. A partire dal basilare apporto di Jane Jacobs - che per prima comprese la necessità di un controllo nella città attraverso strumenti sociali (la territorialità, l’occhio sulla strada) - il primo capitolo illustra la nascita della teoria CPTED (Crime Prevention Through Environmental Design), fondamento della pianificazione securitaria, e le sue declinazioni contemporanee. E distorsioni. L’applicazione di tali teorie ha, infatti, favorito la nascita di enti certificatori che operano una valutazione, basata esclusivamente sulla congruenza del manufatto architettonico ai dettami securitari e sul raggiungimento del maggior grado di sicurezza. Le ricadute sulla pratica professionale e sul processo di progettazione di un tale procedimento fa sì che, dovendo rispondere ai requisiti codificati, la figura dell’architetto venga affiancato da esperti e consulenti, provenienti dal mondo della polizia. La certificazione ottenuta viene utilizzata dagli strateghi del marketing immobiliare quale strumento attraverso cui creare nuovi valori di mercato. L’ultima parte del capitolo è riservata alla realtà italiana che presenta delle variazioni metodologiche dettate dalle differenti condizioni territoriali e sociali rispetto al contesto in cui ha avuto origine il CPTED. La difformità più evidente consiste nel fatto che le teorie securitarie siano diventate materia di studi e ricerche accademiche piuttosto che motivazione dei programmi edilizi degli sviluppatori privati, così come accaduto negli Stati Uniti. Il dispiegarsi di nuove pratiche è supportato dalla comparsa di strumenti normativi che cercano di regolamentarne, o quantomeno indirizzarne, l’azione. Soprattutto nei Paesi dove la materia è relativamente recente. Il secondo capitolo illustra le linee guide e di indirizzo, redatte dagli organi tecnici della Comunità Europea, affinché i progettisti possano mettere in atto un corretto processo di progettazione capace di assicurare gli standard minimi di sicurezza. Anche il mercato corre a supporto del progettista fornendo di materiali sempre più ricchi e articolati “la sicurezza diventa una merce, prodotta e venduta sul mercato”. Da asfalti anti-skaters a intonaci a prova di graffito, da sistemi di videosorveglianza ad antifurti satellitari, gli architetti dispongono di un’ampia scelta per dotare gli edifici di sistemi attivi e passivi in questa battaglia continua che la complessità dei fenomeni urbani costringe a combattere. Soldati formati e specializzati, grazie alla crescita esponenziale di corsi di laurea e master finalizzati alla definizione di nuove figure professionali pronte a decodificare le richieste e applicare le norme messe loro a disposizione. Insegnare la sicurezza diventa, così, un passaggio fondamentale nella nuova “filiera” dell’architettura, i cui prodotti a differente scala costituiscono l’argomento dell’ultimo paragrafo. Nel terzo capitolo, l’analisi spazia dalla crescente attenzione del design industriale ai ripensamenti riguardanti le periferie urbane, dalle pratiche partecipate come strumento di riappropriazione territoriale alle demolizioni di interi quartieri come unica soluzione dei problemi inerenti la politica del territorio. La parte finale focalizzerà l’attenzione sulle strategie alternative che, utilizzando proprio “l’incidente”, l’indeterminato, come materiale architettonico attraverso cui proporre nuove soluzioni e modi d’uso, rovesciano concettualmente gli approcci “difensivi” più impiegati. Si tratta di ricerche architettoniche che mutuano dalla pratica artistica l’occupazione e la trasformazione dello spazio pubblico quale risorsa ancora necessaria per la vita metropolitana. Probabilmente alla fine della lettura, dopo avere visionato i diversi approcci nell’affrontare la crescente richiesta di sicurezza della società contemporanea (da quello “esclusivo” che utilizza la delimitazione fisica come strumento deterrente, a quello “inclusivo” in cui il pericolo diventa uno degli “ingredienti” del progetto) emergerà che il ruolo dell’architettura è ancora quello di porre domande e non di costruire certezze attraverso strumenti di controllo dettati dal mercato. Per un presente in costante accelerazione.
XX Ciclo
1974
Caprari, Davide. "Revisione del processo di pianificazione e controllo delle attività “on field” mediante uno strumento di Business Intelligence: Il caso CAE S.p.A." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textCarrano, Giovanna. "L’impatto dei sistemi di pianificazione e controllo sui percorsi di risanamento delle società partecipate pubbliche. Potenzialità e limiti alla luce della “riforma Madia”." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2681.
Full textIl presente lavoro di ricerca ha come oggetto il processo di cambiamento che ha caratterizzato le società partecipate pubbliche negli ultimi anni, focalizzando precisamente la propria attenzione su quanto previsto dal decreto legislativo 175/2016 Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica emanato in attuazione della riforma Madia, che ha richiamato l’attenzione degli studiosi di discipline economiche ed, in particolare, di economia aziendale. L’introduzione dei modelli di gestione manageriale, il cambiamento dei valori guida dell’agire amministrativo, il continuo mutamento dei rapporti di forza tra componente politica e componente gestionale riaffermati a tutto tondo dal d.lgs. 175/2016, richiedono agli Enti locali, ai fini di gestire il rapporto con le aziende partecipate, una nuova capacità di pianificazione e controllo strategico. Gli strumenti previsti a supporto di questo nuovo agire, sebbene innovativi e di indubbia utilità, riusciranno a supportare l’Ente in una corretta azione di pianificazione e controllo strategico? Con la presente ricerca si è inteso comprendere la possibilità di supportare tale processo mediante l’utilizzo degli strumenti di programmazione e controllo nel risanamento delle società partecipate pubbliche, prima di raggiungere l’area della liquidazione giudiziale. Appare, a questo punto necessario definire l’obiettivo della ricerca: individuare, cioè, gli strumenti che possano integrare quelli esistenti e supportare l’organo di governo e il management delle società partecipate come richiesto loro, dall’attuale Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, nell’individuazione degli obiettivi strategici, nella loro definizione ed articolazione e nella verifica del grado di raggiungimento degli stessi ai fini del risanamento delle medesime. Tali strumenti devono consentire di modellizzare una realtà complessa come quella delle società partecipate, tenendo conto delle influenze reciproche tra le variabili e restituire, al tempo stesso, indicazioni facilmente leggibili e interpretabili, che favoriscano la condivisione delle strategie all’interno delle società partecipate. Per indagare un tema così complesso, secondo un approccio economico aziendale, è stata adottata una metodologia deduttiva, che ha visto lo svolgimento di due fasi fondamentali. Nella prima fase deduttiva è stata posta in essere un’analisi della copiosa produzione normativa che ha riguardato il settore dei servizi pubblici locali, partendo dalle riforme poste in essere all’inizio del XX secolo. Grazie a questo studio è stato possibile comprendere i profondi cambiamenti che la materia ha subito nel corso degli anni, al mutare dei contesti di riferimento. Il ricorso al mercato e l’affermarsi di nuove aziende di gestione dei servizi, hanno 3 fatto sorgere nuove problematiche di governance per gli enti locali. Si è quindi provveduto a verificare, innanzitutto, se amministrazioni territoriali e soggetti gestori possedessero requisiti aziendali. Considerati come aziende, l’ente locale e i soggetti gestori nel loro insieme formano un gruppo, all’interno del quale il primo assume il ruolo di holding. In tal senso, è stata analizzata la dottrina economico aziendale in tema di governance delle amministrazioni territoriali sulle proprie consociate, definendo i poteri di indirizzo e coordinamento dell’ente locale e l’attuale normativa sul tema del controllo sugli organismi partecipati introdotta dalla riforma dovuta al decreto legge 174/2012. Sempre nella stessa fase deduttiva, ampio spazio è stato dato all’analisi della letteratura in tema di crisi di impresa, allo studio della normativa nel contesto italiano di riferimento e all’ inerente letteratura economico-aziendale. La seconda fase deduttiva ha visto l’analisi, tramite il pensiero degli studiosi di Economia Aziendale e alla luce della letteratura citata, delle caratteristiche, delle funzioni, dei contenuti, delle potenzialità e dei limiti degli strumenti di pianificazione e controllo a supporto della governance delle partecipate pubbliche, ai fini delle decisioni indirizzate alle strategie del risanamento. L’analisi condotta ai fini del raggiungimento dell’obiettivo di ricerca, individuare gli strumenti che possano integrare quelli esistenti e supportare l’organo di governo e il management delle società partecipate nell’individuazione degli obiettivi strategici, nella loro definizione ed articolazione e nella verifica del grado di raggiungimento degli stessi ai fini del risanamento delle medesime, si pone in prospettiva futura, su propositi di auspicio nella promozione di strumenti di gestione della crisi e di rendere la loro implementazione ancor più rispondente ai criteri di efficienza di tempestività ed equità. D'altronde il lavoro di ricerca condotto è riuscito a costruire un quadro chiaro e dettagliato sulla situazione futura, che si prospetta alle società partecipate pubbliche, definita dal nuovo Testo Unico entrato in vigore. Una nuova situazione che concerne, in modo particolare, le società in house che saranno sottoposte a procedure concorsuali e che non potranno fare più affidamento sull’obbligo dell’ente socio di ripianare le loro perdite, tanto più se fortemente indebitate, con la conseguenza che, in definitiva, dovranno provvedere loro stesse a fronteggiare la situazione nel miglior dei modi possibili in caso di crisi, pertanto sarà necessario cambiare, in modo radicale, il modus operandi di gestione che finora hanno adottato, mediante anche la predisposizione di specifici programmi di valutazione del rischio di crisi aziendale, in grado di prevenire la degenerazione in situazione patologiche gravi. 4 In questa prospettiva, il lavoro si propone di fornire un utile strumento per le società di partecipazione pubblica, con l’intento seppur minimo di apportare contestualmente uno sviluppo agli studi sulla materia, ma al contempo, sottolineare che nel momento in cui viene predisposto e presentato un piano di risanamento, si delinea ad ogni modo un progetto di impresa, che è ex se mutevole, cangiante, in quanto la realtà operativa non è e né mai sarà esattamente inquadrata all’interno di schemi preconfezionati, per quanto formulati con diligenza professionale, pur sempre sulla carta come business plan, piani di budget. La predisposizione, in contenuti minimi e in via generale, di un piano di risanamento, per le società partecipate pubbliche che versano in situazione di crisi, non ha altro scopo che esortare le stesse a cambiare il proprio modus operandi. I fenomeni patologici che si sono verificati, con frequenza crescente, in questi ultimi anni, non dovrebbero prodursi a fronte dell’osservanza delle norme del nuovo Testo Unico prese a riferimento nel lavoro di ricerca. Gli strumenti appena descritti possono fornire un rilevante contributo alla governance delle società partecipate pubbliche. Occorre osservare, tuttavia, che la realtà, ad oggi, appare arretrata e non ancora in grado di adottare efficacemente documenti complessi quali i piani d’impresa, appare quindi opportuno delineare un cammino che porti alla redazione di tali strumenti in modo graduale e senza fratture traumatiche con l’attuale operatività delle partecipate pubbliche. Prendendo, in considerazione, il fatto che il Testo Unico è entrato in vigore a Settembre 2016, la ricerca pone in evidenza una serie di fattori frenanti che possono essere riassunti come segue: - non perfetta compatibilità degli obiettivi e dei tempi di natura gestionale; - inadeguata preparazione sia del livello gestionale sui temi della pianificazione e controllo strategico; - normali resistenze al cambiamento; - inadeguatezza dei sistemi informativi Il seguente lavoro di tesi non analizza il fenomeno delle partecipate pubbliche mediante l’indagine dell’analisi empirica e di conseguenza non prevede nessuna fase induttiva. Non si fa ricorso a dati primari appositamente raccolti per gli specifici fini della ricerca che si sta conducendo, visto che il Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica è in vigore da Settembre 2016. Gli unici dati presenti nell’elaborato fanno riferimento a dati secondari utili per inquadrare il fenomeno delle partecipate pubbliche, in senso generale. In merito, si evidenzia 5 che diverse sono le banche dati a cui si può fare riferimento sul tema delle partecipate pubbliche in Italia, infatti, al momento in Italia, diversi dipartimenti e organi, per legge, sono tenuti a raccogliere le informazioni sul fenomeno in oggetto, come la Consob, la Corte dei Conti, il Dipartimento del Tesoro (MEF), ed altri. Nel lavoro di tesi è stata presa in considerazione, al fine del recupero di informazioni aggiornate sul fenomeno in oggetto, la banca dati Istat e precisamente il Comunicato del 23 dicembre 2016. Il presente lavoro, mettendo in luce alcune criticità proprie dei gruppi pubblici locali e proponendo alcune possibili soluzioni strumentali, lascia aperti spazi per ricerche future. In particolare, potrebbe essere utile implementare ricerche quantitative sui temi trattati con l’ausilio di questionari e interviste per meglio comprendere le peculiarità e le problematiche che caratterizzano le società partecipate pubbliche, nella percezione degli operatori, in modo tale da mettere in luce i gap informativi maggiormente sentiti. Potrebbe essere interessante indagare in maniera approfondita, sempre con l’ausilio degli operatori, le esperienze degli enti più avanzati in tema di sistemi di programmazione e controllo a supporto della governance. In particolare, sarebbe possibile verificare le condizioni che hanno consentito l’adozione di tali sistemi, per poi focalizzarsi sulle metodologie utilizzate per introdurre i diversi processi e strumenti. Infine sarebbe di sicura utilità il confronto con studiosi ed operatori di altri Paesi, in modo tale da dar vita ad una comparazione a livello internazionale sulle tematiche indagate, verificando le soluzioni adottate in altre realtà e valutandone l’applicabilità al contesto italiano. [a cura dell'autore]
XV n.s. (XXIX)
Bertuccioli, Gianmarco. "Pianificazione e ottimizzazione del processo produttivo per la costruzione e l'allestimento di superyacht: il caso Ferretti Group." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textCHALAKKAL, VARGHESE KISHORE. "Application of Model Predictive Control in Supply Chain Processes." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/273217.
Full textThis thesis analyses the Material Requirements Planning (MRP) from an uncommon perspective of matrices. The whole process is developed using a set of matrices evolving over time in a time variant system approach. Instead of iterating along Bill Of Material (BOM) levels we will simultaneously calculate the materials requirement for all products at any given instance of time. The main advantage of this approach is the speed: we can calculate MPS and MRP in seconds. In the development of this idea we will be following a model predictive control approach, moving along the framework of SIOP (Sales, Inventory and Operations Planning), starting with a detailed analysis of demand planning concepts and techniques. We will then develop in detail the core concepts of the matrix approach to material requirements calculation, starting with Master Production Schedule (MPS). We will extend this approach to the next step, the Material Requirements Planning (MRP) where we will see how the demands for the single items are further exploded down to the components of that item. In a multi-product industry with complex products and with components that could be part of more than one product, this calculation though conceptually simple become a heavily complex job. Change in product structure, change in bill of materials to say it in a more technical term, obsolescence and new product introductions further complicates this calculation. Instead of the iterative approach widely used in literature and all current software applications, we will use a matrix approach here also. Instead of calculating the requirements item per item and then summing it up, the proposed matrix structure will do the calculations for all the items for a specific time period all at once. With the Master Production Schedule and Material Requirements Planning calculated, we will also extend this matrix approach to calculate the inventory levels and capacity requirements. While calculating inventory levels we will also see an important and direct application of this method in calculating the stockouts. In calculation of capacity requirement we will focus specifically on how direct labour requirements are calculated using the matrices. A last and important application of system modelling is in financial planning, especially on a systems approach to stockout forecasting.
Monachese, Marco. "Creazione di un modello per l'analisi e la simulazione dell'impatto del ritardo produttivo nel Retail mondiale. Il caso Berluti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Find full textBellomo, Elisa. "Il disegno di riforma plurilivello nel sistema di contrasto al fenomeno corruttivo e alla maladministration tra pianificazione, controlli e appalti." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2019. http://hdl.handle.net/11579/115131.
Full textFicociello, Beatrice. "Sviluppo e Implementazione di un Modello di Pianificazione nel Settore del Dispensing: il Caso ADS2 Ltd." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.
Find full textNicolosi, Rosario. "Valutazione di affidabilità e adeguatezza per la pianificazione di sistemi e distribuzione multi-microrete. Dispacciamento ottimo delle risorse nell'esercizio di microreti autonome." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1101.
Full textGozzi, Francesca. "Il Project Management nelle aziende che producono su commessa in ambito Energy: Planning e Progress Monitoring, il caso Rosetti Marino Spa." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Find full textBorges, Leonardo Beraldo de Ornellas. "Corrup??o urban?stica: expans?o urbana, controle sobre o territ?rio e interfer?ncia sobre a cidadania." Pontif?cia Universidade Cat?lica de Campinas, 2018. http://tede.bibliotecadigital.puc-campinas.edu.br:8080/jspui/handle/tede/1094.
Full textMade available in DSpace on 2018-05-07T12:59:46Z (GMT). No. of bitstreams: 1 LEONARDO BERALDO DE ORNELLAS BORGES.pdf: 19548057 bytes, checksum: e8942746d634b7af9b01999e7c3cfb3b (MD5) Previous issue date: 2018-02-20
This paper seeks to assist in the understanding of urban planning processes in Brazilian cities. Therefore, it intends to investigate certain mechanisms which are inserted in planning systems designs and may increase the corrupts transactions in those environments. Through a literature review, seeks to outline elements which would contribute to this dynamic. By an attempt to contextualize forms of territorial control in Brazil, it seeks to understand how ties between state and private actors would operate in the cities. In addition, it discusses how the efficiency of instances of social participation in urban planning processes can be affected by land-use corruption. The work is structured through a case study, which analyzed the dynamics of a urban planning system in a city between 1985 and 2016. Through the survey of the urban legislation and the identification of the actors involved in the processes of urban expansion in the period, it was possible to establish how some elements found in the literature allowed grant of privileges in these processes.
Il presente lavoro cerca di aiutare nella comprensione dei processi di pianificazione e gestione nelle citt? brasiliane. In questo senso, cerca di investigare determinati meccanismi che, inseriti nei sistemi di pianificazione, possono potenzializare le transazioni corrotte in questi ambienti. Attraverso una revisione della letteratura sulla corruzione urbanistica, cerca di delineare quali elementi potrebbero contribuire a questa dinamica. Attraverso uno sforzo per contestualizzare le modalit? di controllo territoriale in Brasile, si cerca di capire come i legami tra attori statali e privati opererebbero nelle citt?. Inoltre, si discute di come l?efficienza delle istanze di partecipazione sociale nei processi di pianificazione e gestione territoriale possa essere influenzata dalla corruzione urbanistica. Per questo, il lavoro ? stato strutturato attraverso un caso di studio, che ha analizzato le dinamiche di un sistema di pianificazione e gestione in una citt? dall?interno dello stato di San Paolo nel periodo 1988-2016. Attraverso il rilevamento della legislazione urbana e l?identificazione degli attori coinvolti nei processi di espansione urbana nel periodo, ? stato possibile stabilire come alcuni elementi trovati in letteratura consentissero l?ottenimento di privilegi in questi processi.
O presente trabalho procura auxiliar na compreens?o de processos de planejamento e gest?o urban?sticos das cidades brasileiras. Neste sentido, procura investigar determinados mecanismos, que inseridos em desenhos de sistemas de planejamento, podem potencializar transa??es corruptas nestes ambientes. Busca, por meio de uma revis?o da literatura que trata da corrup??o urban?stica, delinear quais elementos contribuiriam para esta din?mica. Por meio de um esfor?o para contextualizar modos de controle do territ?rio no Brasil, procura entender de que forma la?os entre atores estatais e privados operariam nas cidades. Al?m disso, discute de que maneira a efici?ncia de inst?ncias de participa??o social nos processos de planejamento e gest?o pode ser afetada pela corrup??o urban?stica. Para isso, o trabalho foi estruturado por meio de um estudo de caso, que analisou a din?mica de um sistema de planejamento e gest?o em um munic?pio paulista durante o per?odo de 1985-2016. Atrav?s do levantamento da legisla??o urban?stica e da identifica??o dos atores participantes nos processos de expans?o urbana no per?odo, foi poss?vel estabelecer de que maneira alguns elementos encontrados na literatura, possibilitaram a obten??o de privil?gios nestes processos.
d‘Alessandro, Erminia, Gabrio Celani, and Sergio D'Elia. "Il progetto delle aree rurali come momento di controllo del paesaggio." Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/530.
Full textCANTELE, SILVIA. "Gli indicatori di performance nel processo di pianificazione e controllo della responsabilità sociale d'impresa." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11562/338823.
Full textThe thesis deal with the implementation of corporate social responsibility in planning and control processes. After a review of the main theories concerning the corporate social responsibility and the social strategy of the firm, the social reporting process is treated, with reference to main international and national standards of sustainability management and reporting (e.g. GRI, GBS). The empirical research presented in chapter three is aimed at showing the large variety of social and environmental indicators used in social reporting by a sample of big Italian firms: the sample is formed by all Italian listed companies with a social, environmental or sustainability report published in their website. The last chapter contains the conclusion on the empirical research, and a proposal of management process in terms of social responsibility implementation; in particular an hypothetical set of performance indicators is presented as a mean to measure, report and control the social responsibility of firms.
Malizia, Lidia. "I sistemi contabili emergenti nell'ambito dei modelli di pianificazione, programmazione e controllo negli atenei italiani." Thesis, 2006. http://hdl.handle.net/10955/227.
Full textPORRETTA, DANIELE. "Pianificazione di strategie di controllo della zanzara Ochlerotatus caspius in Nord Italia attraverso un approccio genetico-molecolare." Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/11573/504368.
Full textOLCUIRE, SERENA. "Sex Zoned! Geografie del sex work e corpi resistenti al governo dello spazio pubblico." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1279514.
Full textEsposito, Dario. "Event-Based Modelling and Simulation of Hospital Acquired Infection Propagation Dynamics by Contact Transmission in Hospital Wards." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11589/202938.
Full textThe research aims presented in this study form part of a development of decision support systems for Land Engineering, particularly within the field of space knowledge management in risk conditions. The aim of decision-making in this context is characterised by its being part of a complex system composed of different, equally complex sub-systems. Indeed, this complexity is a feature of all systems which include living elements and in any land planning scenario, a human or natural agent is ubiquitous. In order to develop the research study, a problematic sector was chosen; the spread of infection in hospital wards. In particular, it was decided to concentrate specifically on transmission by contact. This topic has proved to be of particular global importance, not only from an economic point of view but more importantly due to its direct risk to human health. The first part of the thesis deals with an investigation of the topic’s principal characteristics as well as the control and prevention measures which are available to experts in the field and which are used to contrast this phenomenon. As statistics demonstrate, current strategies are insufficient in preventing the occurrence of the phenomenon, much less eliminating it altogether, even if there are counter-measures which are relatively efficient in dealing with the problem once it has been officially declared, with all its ensuing ominous consequences. It is thus beneficial to present a research study which provides a more detailed description of the problem, proposing improved intervention strategies and supporting the decision-making required to prevent or control outbreaks of the phenomenon. Although the subject has long been widely researched, above all in the field of epidemiology, the development of new software based on multi-agent paradigms can, in our opinion, play an important contributing role. Thus, it was decided to use a modelling and Event-Based simulation approach, a development of the agent-based system. It proved capable of realistically representing complex human activity and use of space scenarios by integrating the classic bottom up approach with a high-level architecture to plan agent behaviour. The structured knowledge generated during the system problem analysis phase have been attributed to elements of the completed logical model. Moreover, the characteristics that the agents were able to display were fitted with the pre-selected topic and extended. During the development of the model, our aim was to stress the potential of the approach as a means to yielding interesting and detailed considerations. The framework was extended to include other features, for example agent perception of the situation or the influence of environmental conditions on his behaviour. The underlying aim was to increase the descriptive capacity of the framework (and thus the expressive level of the simulation) to achieve a higher degree of complexity, so rendering the model more geared toward the reality of the phenomenon. Compared with other examples in literature, our model was built to overcome a number of conceptual and instrumental limits, above all regarding the spatial spread of contamination. Even if current available data in literature is not detailed enough to allow for an accurate quantification of the weight of interrelations between the variables under study. A further innovative feature is that of interpreting the phenomenon with regard to its relationship with built spaces, both in a physical sense as well as that perceived by agents. It was chosen to analyse this aspect in collaboration with Prof. Yehuda E. Kalay’s research group at the Faculty of Architecture of Technion (Israel). The behaviour of system agents with regard to their conditions and contamination capacity was formulated by the use of a discrete equation. The model and equation were then implemented within a virtual simulation environment, Unity 3D, and the logical functions coded in c#. The simulation of a hypothetical case study and scenarios with initial varied settings helped to verify the efficacy of the modelling and formalisation thanks to the possibility of dynamic visualisation provided by the tool software. It is true that the model requires further calibration, which could also be through data collection to retrieve all the information necessary to feed the system. However, the modelled scenarios and an initial sensitivity analysis provide us with a certain degree of confidence about the validity of the output results. We can thus state that the developed system may be used as decision-making support for this particular modelled phenomenon, thus justifying our choice of agent methodology in the modelling of complex phenomena in the field of urban planning. As research continues, so improvements will be made in the definition of the discrete formula adopted, continuously extending it to reflect real life. A further aim is the application of the system to a real-life case study, providing us with a database in line with the proposed model.