Academic literature on the topic 'Persone di riferimento'

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Journal articles on the topic "Persone di riferimento"

1

Rozen, Barbara, and Maksym Adam Kopiec. "LE PERSONE DISABILI NELL’ECONOMIA DELLA SALVEZZA DI DIO." Forum Teologiczne 20 (December 13, 2019): 109–25. http://dx.doi.org/10.31648/ft.4808.

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Abstract:
“Le Persone disabili nell’economia della salvezza di Dio” è uno studio dedicato alla ricerca inerente il posto e il ruolo delle persone con varie disfunzioni nella e per la comunità ecclesiale. Il punto di riferimento risiede nei presupposti fondamentali dell’antropologia e della pedagogia cristiana. Nell’articolo è stato fatto il tentativo di approfondire teologicamente la risposta a tre domande: Chi è la persona disabile per la Chiesa? Che cosa la Chiesa può offrire a una tale persona? Che cosa la persona disabile può donare alla Chiesa? La ragione e il significato di questa riflessione fondata sulla Sacra Scrittura e sui risultati del pensiero critico e teologico derivano da una inclinazione sociale ancora attuale a trattare le persone malate come passive, quasi “inutili”. Proprio questo contesto stimola noi stessi e gli altri a ripensare, in prospettiva cristologica ed ecclesiologica, questo stato di cose. Anzi, la credibilità della Chiesa si fa più esplicita nella misura in cui essa si apre e tratta seriamente la questione della disabilità umana, dimostrando di vivere secondo lo spirito del Vangelo.
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Sagliocco, Elena, and Anna Celli. "Terapeuti, didatti, persone: diversi modi di incarnare la teoria in una prospettiva costruttivista." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 31 (December 2012): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031001.

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Abstract:
Che cosa significa "incarnare la teoria"? In che relazione stanno il nostro modo di essere "persone" e il nostro modo di essere "terapeuti" e "didatti"? Che senso ha per ognuno di noi scegliere una teoria di riferimento piuttosto che un'altra? Quali le implicazioni circa il nostro modo di metterci in relazione con i nostri pazienti e con i nostri allievi? Partendo da queste domande abbiamo cercato di definire la posizione che assumiamo quando ci mettiamo in relazione con un paziente, e con i nostri allievi, trascendendo le dicotomie "personale- professionale" e "emotivo-cognitivo". Abbiamo provato a definire lo "stile terapeutico personale" e in che relazione sta con i presupposti teorici cui facciamo riferimento. A questo fine ci siamo servite sia della nostra esperienza di psicoterapeute, sia di una particolare esperienza fatta come didatte nell'ambito di un corso di specializzazione in psicoterapia. Abbiamo infine riflettuto su cio che differenzia lo spazio della terapia dall'esperienza che possiamo fare in una relazione personale che puo anche promuovere un cambiamento.
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3

Piccinni, Mariassunta, and Francesca Succu. "L'amministrazione di sostegno come strumento di supporto nel passaggio all'età adulta." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 96–105. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004011.

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Abstract:
Le autrici, individuate le coordinate normative di riferimento e presentati alcuni casi emblematici di ricorso a misure di protezione delle persone prive in tutto o in parte di autonomia nel passaggio dalla minore alla maggiore età, propongono una riflessione sul funzionamento delle misure di protezione, ed in particolare dell'amministrazione di sostegno, come strumenti di partecipazione del minore con disabilità nelle scelte che lo riguardano anche nella delicata fase di transizione verso l'età adulta.
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4

Bompiani, Adriano. "L'amministratore di sostegno a favore di persone impossibilitate a provvedere alla cura dei propri interessi." Medicina e Morale 42, no. 6 (December 31, 1993): 1171–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1036.

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Abstract:
L'articolo illustra da un punto di vista eminentemente giuridico - con le sue ricadute etiche - un disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri nell'aprile 1993 riguardante l'istituzione della figura dell'amministratore di sostegno per le persone impossibilitate a provvedere alla cura dei propri interessi. Tale provvedimento legislativo appare di notevole importanza in speciale riferimento all'handiccapato psichico, del quale l'articolo illustra i fondamenti giuridici della protezione a lui dovuta. Il lavoro passa in rassegna, inoltre, le normative vigenti in altri Paesi sull'argomento.
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5

De Pace, Claudia, Fabrizio Stasolla, and Giulio Lancioni. "Nuove tecnologie a sostegno del percorso educativo nella disabilitŕ cognitiva grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 121–31. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003020.

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Abstract:
Nel presente contributo verranno prese in considerazione le seguenti tecnologie: microswitch, VOCA, clusters di microswitch, programmi computerizzati per la scelta. I microswitch sono il mezzo piů efficace per consentire a persone con disabilitŕ multiple di relazionarsi con l'ambiente e di controllare fonti di stimolazione interessante. I VOCA forniscono a persone con disabilitŕ gravi e multiple (che non sono in grado di comunicare verbalmente) la possibilitŕ di formulare richieste sia finalizzate a cose da ottenere che a persone con cui interagire. I clusters di microswitch sono una risorsa fondamentale per apprestare programmi diretti contemporaneamente al consolidamento di risposte adattive e alla riduzione di comportamenti- problema. I programmi computerizzati per la scelta sono soluzioni tecnologiche che possono avvalersi di stimoli uditivi o visivi che costituiscono possibili target di scelta per persone che non hanno possibilitŕ di raggiungere direttamente tali stimoli nella realtŕ. Per ciascuna di tali tecnologie verrŕ fatto riferimento ad attivitŕ di ricerca giŕ effettuate nell'ambito della nostra attivitŕ scientifica.
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6

Caldin, Roberta, and Luca Decembrotto. "Disabilità, responsabilità dei contesti e della ricerca." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 41–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004005.

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Abstract:
La storia delle persone con disabilità può essere letta come un susseguirsi di normalità negate e di lotte per il riconoscimento dei diritti e il cambiamento dei contesti. La responsabilità di tali cambiamenti non può essere immaginata come prerogativa esclusiva delle persone con disabilità, ma appartiene a tutti coloro che abitano quei contesti, in particolare quelli esterni alla famiglia, in cui prendono forma le concrete opportunità di vita e di crescita. L'articolo propone di approfondire tali responsabilità facendo riferimento a tre tappe ideali, esaminando gli intrecci tra la scuola e la disabilità, il ruolo e le responsabilità dei contesti nella crescita dei giovani adulti con disabilità e le responsabilità di una ricerca orientata al cambiamento sociale.
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7

Riva, Nicola. "Diritti e procreazione assistita: le ragioni della legge n. 40/2004." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (July 2010): 39–64. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001002.

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Abstract:
Procreazione medicalmente assistita - Legge n. 40/2004 - Diritti - Embrione - Biodiritti. L'articolo ricostruisce il dibattito parlamentare sulla legge italiana n. 40 del 2004 ("Norme in materia di procreazione medicalmente assistita") individuando gli argomenti normativi addotti a giustificazione delle norme in essa contenute. Emerge la centralitŕ del riferimento ai (presunti) diritti degli embrioni e delle persone che potrebbero nascere da PMA a scapito di quelli degli aspiranti genitori. Particolare attenzione č dedicata agli argomenti incentrati sullo status e i diritti degli embrioni e sulla necessitŕ di assicurare alle persone nate da PMA una "famiglia naturale". Nel paragrafo conclusivo sono svolte alcune considerazioni critiche circa gli argomenti emersi dalla ricostruzione del dibattito parlamentare.
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8

Kenda, Jana. "Grammatica inclusiva in italiano." Linguistica 62, no. 1-2 (December 23, 2022): 205–22. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.62.1-2.205-222.

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Abstract:
In caso di referenti animati, il genere grammaticale limitato alla dicotomia maschio/femmina non corrisponde con tutte le identità di genere. Ultimamente sono state create nel contesto dell’italiano (in contemporanea con numerosi altri idiomi) alcune strategie di neutralizzazione di genere mirate a offrire soluzioni linguistiche per chi non si identifichi con le categorie binarie di genere. Se le strategie in italiano standard sono state riprese dalle linee guida di varie istituzioni a livello europeo e nazionale, le strategie sub-standard, nate in grembo a comunità con schieramenti politici e sociali a favore delle tematiche legate alle comunità LGBTQIA+, sono mete di critiche da parte di personaggi pubblici, in primo luogo giornalisti/giornaliste, corpo docente universitario e personalità politiche, spesso con toni offensivi e derisori, se non del tutto irrispettosi. D’altro canto, il polo che promuove queste iniziative ribadisce che si tratta di esperimenti limitati a determinati contesti (soprattutto scritti, in riferimento a gruppi di persone indistinte per genere o quando si parla/si scrive di una persona non binaria o quando si fa riferimento a un individuo a prescindere dal genere). Questo studio propone una panoramica delle strategie e motivazioni che danno legittimità alla promozione del linguaggio rispettoso di genere.
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Voce, Valentina. "Licenza di uccidere. Per un’analisi critica delle tesi di Jeff McMahan / Licence to kill. For a critical analysis of Jeff McMahan’s theses." Medicina e Morale 68, no. 1 (April 10, 2019): 67–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.568.

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Abstract:
Questo articolo prende in esame la riformulazione del concetto di persona, proposta dal filosofo Jeff McMahan in The Ethics of Killing, come embodied mind. La proposta teorica di McMahan ha una chiara valenza pratica perché, in accordo con una prospettiva funzionalista, identifica la persona con l’acquisizione delle sue capacità cognitive, tracciando una linea discriminatoria tra esseri umani: alcuni non sarebbero persone e pertanto non potrebbero condividere gli stessi diritti che “noi” persone abbiamo. McMahan sviluppa, sulla base di questa impostazione, una gerarchia etica che rende legittima l’uccisione di tutti quegli esseri umani che, a suo avviso, non si possono considerare persone come ad esempio embrioni, feti e individui in stato vegetativo. Il saggio, che rende conto di alcune interessanti annotazioni critiche svolte dalla filosofa Eva Kittay alla proposta di McMahan, si propone di valutare la consistenza teorica di questa teoria e di porla in riferimento alla questione etica e sociale connessa con la tutela dei diritti delle persone con disabilità cognitiva grave. Sulla base delle considerazioni svolte, si è giunti alla conclusione che le teorie di McMahan, e le conseguenze che ne derivano per l’etica pratica, vadano respinte in quanto la separazione tra la nozione di persona e quella di essere umano non risulta adeguatamente giustificata, essendo fondata su una mistificazione dell’uomo privato della sua fondamentale dimensione corporea. ---------- This article takes into account the redefinition of the concept of personhood as embodied mind, proposed by philosopher Jeff McMahan in his book The Ethics of Killing. McMahan’s theoretical proposal has clear practical implications because, according with a functionalist perspective, he identifies personhood with the acquisition of sophisticated cognitive abilities, drawing a discriminatory line among human beings: some are non-persons and therefore they do not share the same rights we persons have. Based on this approach, McMahan develops an ethical hierarchy that makes legitimate the killing of all human beings who, according to his theories, can not be considered as persons, such as embryos, fetuses, and individuals in a vegetative state. The essay, which considers some interesting critical annotations made by philosopher Eva Kittay to McMahan’s proposal, intends to evaluate the theoretical consistency of his theory and to connect it to the ethical and social matter of recognizing and protecting the rights of people with severe cognitive disability. On the basis of our considerations, we concluded that McMahan’s theories, and their consequences for practical ethics, should be rejected because the disjunction between the notion of personhood and that of human being is not properly demonstrated, being based on a mystification of mankind deprived of its fundamental bodily dimension.
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Merzagora, Isabella, Palmina Caruso, and Guido Travaini. "Dilemmi etici dei professionisti sanitari e Covid-19." Medicina e Morale 70, no. 4 (December 21, 2021): 409–16. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.948.

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Abstract:
Gli Autori hanno svolto una ricerca su un campione di 1.009 persone in tema di scelte etiche in periodo pandemico (aprile 2020) somministrando un apposito questionario online (web interviews). Di questo campione, il 10% ha dichiarato in sede di compilazione di svolgere una professione dell’area sanitaria. Partendo dall’analisi di questi dati e alla luce della letteratura di riferimento e delle raccomandazioni del SIAARTI/SIMLA “Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da COVID-19”, gli Autori propongono alcune riflessioni in tema di dilemmi etici.
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Dissertations / Theses on the topic "Persone di riferimento"

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BERTOGLIO, CLARA. "GLI ANZIANI FRAGILI NELLA TRANSIZIONE VERSO LA NON AUTOSUFFICIENZA. ESPERIENZE DI VITA E INDICAZIONI PER I SERVIZI ALLA PERSONA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135273.

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Abstract:
Lo scopo della ricerca è stato comprendere le motivazioni che portano le persone anziane fragili a rivolgersi tardivamente ai servizi domiciliari socioassistenziali facendo luce sulla fase di transizione verso la non autosufficienza. Il paradigma multidimensionale di fragilità (Gobbens, 2010) e l’approccio del Relational Social Work (Folgheraiter, 2011, 1998) hanno fatto da sfondo al lavoro di ricerca che si è sviluppato in due fasi. Nella prima è stata realizzata un'indagine preliminare volta ad individuare tra le persone anziane fragili residenti a casa propria nel Comune di Brescia quelle non beneficiarie di servizi domiciliari mediante la somministrazione di un questionario; in seguito, sono state realizzate delle interviste semistrutturate nei confronti di persone anziane fragili (16), delle loro persone di riferimento (9) e delle diadi anziano fragile-persona di riferimento (7) per comprendere perché si rivolgono tardivamente ai servizi domiciliari. L’analisi dei dati ha evidenziato che, in linea con la letteratura internazionale, le persone anziane fragili esprimono svariati bisogni. I dati, tuttavia, mettono in luce anche le risorse e la resilienza dimostrata dai partecipanti alla ricerca che fa sì che essi non possano essere unicamente considerati fragili. Infine, i risultati riportano come la pianificazione del proprio futuro rappresenti per le persone anziane fragili un nodo critico.
The present research aims at understanding the reasons that lead frail elderly people to turn to home care services late, shedding light on the transition phase towards non self-sufficiency. The multidimensional paradigm of frailty (Gobbens, 2010) and the Relational Social Work Approach (Folgheraiter, 1998, 2011) underpin the present research work which has been developed in two phases. In the first phase a preliminary survey has been carried out to identify among frail elderly people residents at home in the province of Brescia those who not receiving home care services through the administration of a questionnaire. In the second phase, semi-structured interviews have been carried out with frail older persons (16), informal caregivers (9), dyads of frail older person-informal caregivers (7) to understand why frail elderly people turn to home care services late. The analysis of the data showed that, in line with the international literature, frail elderly people express various needs. The data, however, highlight too the resources and resilience by the research participants that demonstred they cannot be considered solely frail. Finally, the results give emphasis to how plan one's future represents a critical issue for frail older people.
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POLI, DAVIDE. "STORIA DI UN'AMBIGUITÀ. PRESUPPOSTI, LIMITI E SVILUPPO DELL'AZIONE DI REGRESSO, ANCHE CON RIFERIMENTO ALL'EVOLUZIONE NORMATIVA E GIURISPRUDENZIALE DEL DANNO ALLA PERSONA, NONCHÉ AI NUOVI FENOMENI DI ORGANIZZAZIONE DELL'ATTIVITÀ DI IMPRESA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/576003.

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Abstract:
The issue concerning the relationship between civil liability and social insurance against accidents at work and occupational diseases has been debated for over a century as an outstanding jurisprudence focus. A heated debated, indeed, due to an underlying equivocation never solved, born in that constituent period of social and labour law represented by the liberal policies at the end of 19th century, looking for remedies against the dramatic burden of injuries at work during industrial revolutions without theoretical tools to understand the real meaning of the rising welfare provisions. An underlying equivocation able to repeat itself affecting a large part of theoretical debate even under the new constitutional order, withstanding tenaciously over the ride of living law. Moving from the analysis of that period, the A. investigates in depth the current conditions and limits of the INAIL regressive action, also considering the actual theorical structure of the traditional idea of the regressive actions as an original and autonomous right of INAIL. This thesis, starting from the various positions of the past and present debate, overcomes the many inconsistencies of the traditional thesis, recognizing to the INAIL regressive action a specific constitutional value, and according to these assumptions, investigates both the actuality of the distinction between the special action of art. 11 T.U. and the subrogation action of art. 1916 c.c., and the actual relationship between civil liability and social insurance, in the context of new conceptions of personal injury.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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BESTETTI, Fiorella. "Le metodologie di stima dell’età in ambito forense: il contributo dell’AgEstimation Project." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251079.

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Abstract:
La stima dell’età è un elemento importante in ambito medico-legale, connesso sia a questioni legali che sociali. L’età è un fattore determinante per l’identificazione di un corpo: costituisce un elemento per la ricostruzione del profilo biologico, che verrà poi confrontato con i dati disponibili per le persone scomparse. Nella nostra società alcuni diritti e alcune tutele sono direttamente correlate con l’età anagrafica della persona; serve una specifica età per votare, per sposarsi, per lavorare, per ottenere la patente di guida, e soprattutto per essere considerati legalmente degli adulti. Nei soggetti in vita, l’età è determinante anche nei casi di imputabilità o responsabilità criminale, di pedopornografia e di adozione, ma è anche relazionata al fenomeno dell’immigrazione. Negli ultimi anni infatti, c’è stato un incremento proprio delle richieste di accertamento dell’età sulle persone in vita, dovuto all’aumento degli immigrati giunti nei nostri paesi privi di documenti. L’accertamento dell’età può essere richiesto dalle autorità proprio in riferimento alle domande di asilo. La legislazione europea assicura protezione ai “minori non accompagnati”, cioè a quei minori che arrivano sul suolo europeo soli, senza la figura di riferimento di un adulto. La corretta determinazione dell’età è quindi un elemento centrale per la protezione: solo se identificati, i minori possono essere protetti. In questo specifico ambito d’applicazione, l’accertamento dell’età può avere ripercussioni notevoli sulla vita di un migrante: se riconosciuto come minore il soggetto ha il diritto di restare, diversamente, la procedura prevede il respingimento alla frontiera ed il rimpatrio. In Italia, così come in Europa, la soglia d’età che separa i minorenni dagli adulti è quella dei diciotto anni; ma oltre a questa possono esistere altre soglie d’età, come ad esempio la Minimal Age of Criminal Responsability (MACR). Questa particolare soglia d’età riconosce ai soggetti minorenni, anche se ritenuti responsabili di un crimine, il diritto di essere giudicati da una corte per i minori. Una delle sfide della pratica forense dell’accertamento riguarda la necessità di assicurare nuovi e validi standard di riferimento, basati sullo studio di popolazioni attuali. Infatti gli studi che vengono utilizzati come riferimento sono basati sull’analisi di popolazioni europee o nord americane e i dati raccolti sono riferiti a studi di più di cinquant’anni fa. Per questo motivo attualmente le metodologie sviluppate in passato vengono applicate allo studio di popolazioni attuali, proprio al fine di ottenere dati aggiornati utili al confronto: una metodologia si applica ad una determinata popolazione per valutare quanto precisi ed accurati possano essere i risultati. Nell’ambito dell’AgEstimation Project, supportato dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Macerata, a partire dal 204, l’equipe coordinata dal Dott. Roberto Cameriere ha presentato nuove metodologie per la stima dell’età, sviluppando formule specifiche e testando queste formule in diverse popolazioni. Le metodologie sviluppate prevedono l’analisi e la misurazione delle ossa carpali e dell’area del carpo nelle radiografie della mano di soggetti infantili e la misurazione dello sviluppo del terzo molare per la valutazione dell’età dei soggetti giovanili. Questa seconda tecnica prevede il calcolo dell’indice del terzo molare: se tale indice risulta minore del valore 0.08, preso come valore di riferimento, il soggetto viene considerato un adulto. L’ultima tecnica analizzata in questa ricerca permette di stimare l’età nei soggetti adulti, sfruttando il fenomeno dell’apposizione della dentina secondaria. Si tratta di un fenomeno continuo, che determina la riduzione della cavità pulpare dei denti, dove questa dentina si deposita. In pratica i giovani adulti hanno una camera pulpare larga, mentre i soggetti senili presentano una cavità pulpare molto più stretta. La tecnica prevede la rilevazione di misure specifiche del dente utilizzando una radiografia panoramica, utilizzate anche per la tecnica che valuta lo sviluppo del terzo molare. In questo progetto di ricerca, queste tre metodologie sono state applicate a tre diversi campioni.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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Books on the topic "Persone di riferimento"

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Guerrini, Mauro. De bibliothecariis. Edited by Tiziana Stagi. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-559-3.

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Abstract:
Nell’attività del bibliotecario la dimensione tecnica, essenziale per lavorare con competenza, non può prescindere o separarsi dall’impegno, dall’attenzione ai diritti civili e al modo in cui questi vengono vissuti e praticati nell’ambito della comunità di appartenenza. Garantire l’accesso alle informazioni non può essere limitato alla ‘nostra’ biblioteca, ma dev’essere una responsabilità che riguarda il territorio dove viviamo e dove operiamo, guardando ai nostri colleghi che possono trovarsi in situazioni più difficili della nostra e soprattutto alle persone che si trovano in difficoltà nell’esercitare i propri diritti. L’auspicio è che la trasmissione della conoscenza registrata contribuisca sempre più alla libertà, ai diritti, al benessere di tutti. Quando si capirà che investire in biblioteche significa investire per la democrazia, lo sviluppo economico e la qualità della vita? Il quadro di riferimento per comprendere e interpretare le problematiche delle biblioteche è, come sempre, quello del confronto con le tradizioni bibliotecarie internazionali, a partire dal continente europeo, proprio perché la professione ha oggi un impianto teorico e una dimensione operativa di valore globale.
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Mari, Giovanni, Fabio Minazzi, Matteo Negro, and Carlo Vinti, eds. Epistemologia e soggettività. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-391-5.

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Abstract:
Il volume, risultato della collaborazione tra gruppi di ricerca delle Università di Perugia, dell’Insubria, di Catania e di Firenze, analizza il rapporto tra epistemologia e soggettività, da diverse prospettive e sensibilità ma secondo una rigorosa metodologia storico-critica. Ne emerge un panorama ricco e originale, entro il quale è possibile individuare precise e ormai consolidate tradizioni di ricerca. Così, mentre nella prima e seconda parte del volume sono presenti puntuali sondaggi volti a scandagliare il nesso evocato dal tema con riferimento alla sua struttura di soggetto conoscente e alla ridefinizione dei caratteri di un razionalismo di chiara ascendenza kantiana e di sicura valenza realistica, nella terza e quarta parte ci si è soffermati sui caratteri della soggettività epistemica con particolare riferimento alle sue dinamiche conoscitive e antropologiche, alle questioni delle forme del sapere presenti nel dibattito odierno relativamente al nesso con la vita e l'identità della persona nella società contemporanea, intesa come «società della conoscenza».
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Voswinckel, Anna. Die Strassen, die Fabriken, die Farben, der Himmel, die Menschen: In Referenz zu Die rote Wüste von Michelangelo Antonioni = The streets, the factories, the colors, the sky, the people : in reference to Red desert by Michelangelo Antonioni = Le strade, le fabbriche, i colori, il cielo, le persone : in riferimento a Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni. Salzburg: Fotohof Edition, 2017.

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Maugeri, Giuseppe. L’insegnamento dell’italiano a stranieri Alcune coordinate di riferimento per gli anni Venti. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-523-0.

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Abstract:
This book develops the theme of teaching Italian abroad, starting from the awareness of the motivations for foreign students to study the Italian language and the different methodological procedures in order to teach it.For this purpose, the book focuses on the problems concerning the training of teachers of Italian to foreigners and on the many aspects of teaching Italian in order to propose both a methodological reflection on the edulinguistic project and educational solutions aimed at improving the quality of the students’ learning.Part 1The first part focuses on edulinguistic teaching vision for the learning of the Italian language as a foreign language based upon the principles of the Humanistic Approach.1. Teaching Italian Language Abroad: Institutional Language Policy and StrategiesThis chapter focuses on the situation of Italian foreign language teaching in the world. It also describes the linguistic policy for the promotion of Italian languages abroad adopted by the Italian Ministry of Foreign Affairs and the results obtained as the number of students involved in the different geographic areas.2. Teaching Trainer Courses as a Key Factor to Improve the Quality of Teaching Italian AbroadIn this chapter teaching trainer courses for Italian language teachers are considered as a part of a strategy to increase the students’ motivations and the learning process.3. Students as a Customer vs Students as a PersonLinguistic education and the Humanistic Approach aim to develop the students’ potential and create an autonomous language personality. Therefore, in this chapter, we outline a teaching perspective that considers the student as a person at the centre of teaching and learning Italian process.Part 2In the second part teaching methodologies to improve the quality of teaching and learning Italian language to foreigners are described.4. Effective Cooperative Learning Strategies to Teach Italian as a Foreign LanguageExamples of cooperative learning are given to illustrate how the following teaching methodology is possible in teaching Italian language even if it demands strong research and clear guidance for educators.5. How to Teach Italian Grammar to ForeignersThis chapter examines the existing research about using a deductive form of teaching grammar versus using an inductive form of teaching it.6. Teaching Italian Through Literature, Movies and CartoonsIn this chapter, different media and sources to teach Italian are examined. Using both classic and digital tools, students can explore the Italian language and culture from different points of view, developing a strategy to revisit thinking and to collaborate with others during the reading of classic texts or reading a cartoon.7. Humanistic Testing and Assessment for Italian as a Foreign LanguageFrom a Humanistic point of view, in this chapter, testing and assessment are considered as potential and relevant instruments to measure the progress and performance of individual students of Italian language.8. How to Plan and Use an Environment to Teach Italian to ForeignersThis chapter focuses on learning space to teach Italian to foreigners. The main aim is to provide practical advice and support to the teachers of Italian language schools that are going to explore how to develop and adapt learning spaces to the teaching activities and the students’ needs.
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Automobile club (Lucca, Italy). Convegno nazionale. Il danno alla persona con particolare riferimento alla circolazione stradale: Atti del Convegno nazionale dell'Automobile club Lucca tenuto presso il Palazzo della Provincia di Lucca, 19 maggio 1984. Milano: A. Giuffrè, 1985.

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Arcuri, Alberto. Sicurezza integrata e welfare di comunità. Edited by Tommaso Giupponi. Fondazione Bologna University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.30682/sg314.

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Abstract:
Il volume affronta il rapporto tra la sicurezza integrata (intesa come l’insieme degli interventi assicurati dai diversi livelli territoriali di governo, al fine di concorrere, alla promozione e all’attuazione di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere delle comunità territoriali) e il welfare di comunità (inteso come l’insieme delle azioni che istituzioni e comunità territoriali realizzano per creare un senso condiviso di benessere e una maggiore inclusione sociale). L’obiettivo è quello di offrire un contributo alla riflessione che, negli ultimi tempi, si va sviluppando intorno all’evoluzione che ha aperto la nozione giuridica di sicurezza oltre il nucleo primigenio della tutela all’integrità fisica delle persone e dei loro beni, per agganciarla alla questione sociale e ai temi del welfare, con un approccio integrato non solo a livello istituzionale, ma anche sociale, grazie all’apporto di quella “capillare” rete di prossimità fatta di singoli cittadini, enti e associazioni del c.d. privato sociale. I diversi contributi ospitati, in questo senso, offrono uno sguardo, interdisciplinare e teorico-pratico, su alcune delle principali manifestazioni di tale complesso rapporto. Infatti, se la sicurezza integrata deve essere intesa come una richiesta di protezione complessiva, allora essa non può prescindere né dai meccanismi attraverso cui la Repubblica garantisce i diritti e redistribuisce risorse e oneri, né dalla partecipazione attiva dei cittadini e delle comunità, le cui energie possono (e devono) essere valorizzate non solo nella realizzazione di specifici interventi, ma anche nella loro ideazione e programmazione, in conformità con le recenti previsioni del Codice del Terzo settore. Tommaso F. Giupponi è Professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università di Bologna, dove insegna anche Diritto parlamentare e Diritto della sicurezza pubblica. I suoi principali filoni di ricerca sono la condizione giuridica dello straniero, la forma di governo e la sua evoluzione, le immunità costituzionali, il segreto di stato, il referendum abrogativo, il processo di integrazione europea, la sicurezza, la decisione di bilancio, le autonomie regionali e locali. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano gli studi monografici Le immunità della politica (2005) e Le dimensioni costituzionali della sicurezza (2010). Per i tipi di BUP ha curato, da ultimo, il volume L’Amministrazione di pubblica sicurezza e le sue responsabilità (2017). Alberto Arcuri è Assegnista di ricerca in diritto costituzionale alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e docente a contratto di Constitutional Law: foundations and global perspectives all’Università di Bologna. Le sue ricerche e pubblicazioni riguardano soprattutto le fonti del diritto, la forma di governo e la loro evoluzione, con particolare riferimento al Governo, alla sua organizzazione e al suo potere normativo.
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Tordini Cagli, Silvia. Principio di autodeterminazione e consenso dell'avente diritto. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg238.

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Abstract:
La tematica del consenso dell’avente diritto viene affrontata con particolare riferimento al fondamento, alla collocazione sistematica e ai limiti di efficacia di questo istituto, attraverso un percorso che coinvolge profili di diritto costituzionale, di filosofia morale e di criminologia, oltre, che, naturalmente, più prettamente penalistici. Il riconoscimento di una rilevanza alla volontà della vittima nell’ambito dell’ordinamento penale non è un dato di immediata evidenza, essendo il diritto penale ramo del diritto pubblico caratterizzato da un rapporto di subordinazione del singolo allo Stato; ciononostante il consenso ha sempre avuto un ruolo nella determinazione della responsabilità penale. Negli attuali ordinamenti democratici, soprattutto con l’entrata in vigore delle Costituzioni repubblicane, si riscontra una tendenza ad una sempre maggiore valorizzazione della libertà di autodeterminazione del soggetto in relazione alla gestione dei propri beni e/o diritti. Affrontare la questione del fondamento del consenso dell’avente diritto e della sua efficacia nell’ambito del diritto penale significa interrogarsi sul fondamento e sui limiti del diritto di autodeterminazione, essenza del consenso stesso. Poter individuare un fondamento costituzionale del diritto di autodeterminazione significa, oggi, garantire la massima estensione al consenso dell’avente diritto. È in questa ottica che si snoda il percorso di approfondimento seguito dall’autrice, al fine di ampliare l’alveo dei diritti disponibili, con un rifiuto netto del principio del c.d. paternalismo (forte) quale criterio di legittimazione dell’intervento penale e negazione, dunque, della legittimità di una tutela (penale) dell’individuo "da se stesso". Silvia Tordini Cagli è attualmente ricercatore di Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna. È altresì titolare dell’insegnamento di Diritto penale generale e del lavoro nell’ambito del corso di laurea per Consulente del lavoro. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Parma ed è stata titolare di assegno di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Bologna. Tra le sue pubblicazioni si segnala: "Peculato e malversazione", voce in Digesto delle discipline penalistiche , vol. IX, Torino, 1995, 334 ss.; Condotta della vittima ed analisi del reato , in "Rivista italiana di diritto e procedura penale", 2000, 3, 1148 ss.; "La rilevanza penale dell’eutanasia tra indisponibilità della vita e principio di autodeterminazione", in Nuove esigenze di tutela nell’ambito dei reati contro la persona , a cura di S. Canestrari e G. Fornasari, Bologna, 2001; "Delitto preterintenzionale e principio di colpevolezza", in Casi e materiali di diritto penale , Parte generale, vol. I, a cura di A. Cadoppi, S. Canestrari, Milano, 2002; "Accanimento terapeutico o eutanasia neonatale?", in Medicina, bioetica e diritto , a cura di P. Funghi e F. Giunta, Pisa, 2005, 265 ss.; "Consenso dell’avente diritto", voce in Il Diritto , Enc. Giur. del Sole 24 ore, 2007, vol. III.
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