Journal articles on the topic 'Percorsi lavorativi'

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Farina, Fatima, and Alessandra Vincenti. "Lavorare stanca. Esistenze/resistenze nei percorsi lavorativi." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2022): 37–47. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002004.

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Abstract:
Se il lockdown ha interrotto per milioni di persone l'andare al lavoro, non ha interrotto il lavoro, né trasformato l'immaginario del lavoro, sempre misurato su un imperativo di performatività vitale. Il fenomeno delle cosiddette "Grandi dimissioni" pare però accelerato dallo stop imposto dalla pan- demia. Si tratta di un fenomeno tutto da analizzare - anche per la difficoltà di reperire alcuni dati - e da comprendere con ricerche che vadano a indagare in profondità i cambiamenti nei percorsi di lavoro così come il rifiuto di condizioni lavorative di sfruttamento. L'ipotesi di un rigetto delle condizioni di lavoro e dunque di vita è certo una delle opzioni, ma è da considerare un possibile tentativo di sovvertire l'ordine valoriale imposto con pratiche che esprimo- no obiezione e diserzione dal sistema. Se il discorso pubblico è focalizzato sulla mancanza di offerta nei settori ad alta intensità di lavoro, l'interrogativo da porsi va al di là del mismatch tra domanda e offerta e riguarda le condizioni con- siderate oggi accettabili per lavorare.
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Piazza, Roberta, and Simona Rizzari. "Verso la costruzione dell'identità professionale: un percorso di self-assessment per gli educatori del CdS L-19." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (April 2021): 65–77. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11514.

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Abstract:
L'esperienza del tirocinio rappresenta per gli/le studenti/esse del CdS L-19 un'occasione fondamentale per rafforzare la loro identità professionale. In particolare, essa consente di apprendere a gestire con consapevolezza e intenzionalità le dinamiche del lavoro educativo; fornisce un'occasione strutturata per la verifica delle conoscenze acquisite durante il percorso di studi; è in grado di creare un collegamento diretto tra la didattica universitaria e contesti lavorativi. Tuttavia, non sempre tale esperienza, per quanto fondamentale, è in grado di accompagnare gli studenti nel loro percorso di costruzione identitaria.Il progetto POT "SUPER", a cui il CdS L-19 dell'Università di Catania ha preso parte, ha consentito di ripensare all'esperienza del tirocinio con una maggiore focalizzazione sui percorsi di autoapprendimento e autovalutazione degli/le studenti/esse. I referenti del progetto hanno organizzato un percorso di self-assessment per i/le tirocinanti, finalizzato a descrivere le esperienze realizzate e a individuare le competenze acquisite durante il percorso di tirocinio. Il presente contributo analizza la costruzione del percorso, che ha richiesto una sua rimodulazione in considerazione del COVID, e i primi risultati conseguiti.
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Carreri, Anna. "Fare marcia indietro. Barriere e risorse nella costruzione dei percorsi lavorativi desiderati dalle donne." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 148 (November 2017): 75–90. http://dx.doi.org/10.3280/sl2017-148005.

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Lecce, Amelia, Diana Carmela Di Gennaro, and Maurizio Sibilio. "Work and disability during the Covid-19 outbreak: from the current scenario to possible future perspectives." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 373–83. http://dx.doi.org/10.36253/form-10325.

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Abstract:
Ensuring work for people with disabilities today represents an important goal for democratic states and a continuous challenge for policy makers who should always aim to improve targeted placement services. Unfortunately, this goal, although regulated by specific laws, does not always find fertile ground in its applicability, sometimes increasing marginalization and discrimination. In this regard, the Covid-19 outbreak has brought out new forms of exclusion and new needs, increasing, in some cases, inequalities within workplaces. Therefore, starting from the scenario outlined by the pandemic, the paper aims to propose a reflection on the importance of work for people with disabilities, as a tool of self-empowerment that promotes inclusive processes, analyzing the legislative framework regarding access to work for vulnerable people and outlining possible future perspectives to promote inclusion within work places. Lavoro e disabilità ai tempi del Covid-19: dallo scenario attuale a possibili prospettive future. Garantire una occupazione lavorativa alle persone con disabilità rappresenta oggi una conquista per gli Stati democratici e una continua sfida per i policy makers che dovrebbero sempre puntare a migliorare i servizi di collocamento mirato. Purtroppo, tale conquista, sebbene normata da leggi ad hoc, non sempre trova terreno fertile nella sua applicabilità, alimentando, talvolta, i fenomeni di emarginazione e i meccanismi di discriminazione. A tal proposito, l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto emergere nuove forme di esclusione e nuovi bisogni incrementando, in alcuni casi, le disparità in ambiente lavorativo. Dunque, partendo dallo scenario delineato dalla situazione pandemica, il contributo intende proporre una riflessione circa l’importanza del lavoro per le persone con disabilità, in quanto strumento di self-empowerment che favorisce i processi inclusivi, analizzando il quadro normativo in materia di diritto e di accesso al lavoro per i soggetti più fragili e tratteggiando possibili prospettive future per promuovere percorsi lavorativi inclusivi.
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Deluigi, Rosita. "Le officine progettuali S-POT: laboratori per il design di servizi socioeducativi." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 20–31. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12113.

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Abstract:
Nella progettazione di percorsi di orientamento formativo e professionalizzante per gli studenti dei corsi di laurea in Scienze dell'educazione e della formazione (L-19) e di Scienze pedagogiche (LM-85) risulta irrinunciabile il dialogo con i servizi per costruire traiettorie di riflessività, esplicitando l'intenzionalità sottesa agli interventi attuati. Il contributo descrive una proposta realizzata nell'a.a. 2019/2020 nell'ambito del progetto SUPER – "Percorsi di Orientamento e Tutorato per promuovere il successo universitario e professionale" e configurata in modalità on line durante la fase 2 del Covid-19. L'esperienza "S-POT: officine progettuali" ha permesso agli studenti di confrontarsi con professionisti che operano in contesti educativi, condividendo riflessioni critiche con i propri docenti. In seguito, i partecipanti, con il supporto delle senior tutor, hanno lavorato in piccolo gruppo con l'obiettivo di proporre un'idea progettuale da sottoporre alle équipe incontrate. Questa iniziativa ha offerto la possibilità di entrare nell'eterogeneo mondo dei servizi che si interroga, cercando risposte innovative, a fronte dei cambiamenti costanti. In tal modo, sono emerse le diverse prefigurazioni professionali degli studenti e la concretezza plurale dei profili di educatori e di coordinatori pedagogici inseriti in équipe multidisciplinari. L'attraversamento di vari ambiti lavorativi ha dato voce alle molteplici sfide del sociale, facendo affiorare la vitalità dell'agire educativo e lanciando ponti di apprendimento condiviso.
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Lascioli, Angelo, and Ivan Traina. "Didattica speciale e sviluppo delle competenze lavorative e di vita indipendente." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2022): 144–60. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14535.

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Abstract:
Nell'articolo si evidenzia l'importanza di promuovere a partire dalla scuolaazioni didattiche mirate, competenze lavorative e di vita indipendente per gli studenti e le studentesse con disabilità.  Il tema assume particolare valore nell'ambito della scuola secondaria di II grado, dove è d'obbligo per gli insegnanti la progettazione di esperienze in alternanza scuola-lavoro (PCTO), a cui va dedicata una specifica sezione del PEI. Si tratta di una vera e propria sfida educativa, che consiste nel trovare connessioni concrete e dotate di senso tra azioni didattiche e Progetto di Vita. Il riferimento all'ICF, come previsto dal nuovo PEI (D. Lgs. 66/2017), rappresenta per gli insegnanti un'opportunità nella progettazione dei PCTO rivolti agli studenti e alle studentesse con disabilità. In particolare, per la scelta degli obiettivi educativi e per il monitoraggio dell'esperienza formativa. L'articolo riporta un'esperienza condotta dall'Università di Verona, che ha sviluppato una piattaforma online che supporta la progettazione del PEI su base ICF e offre una serie di strumenti per l'analisi delle competenze e del potenziale lavorativo degli studenti e delle studentesse con disabilità. Si fa inoltre riferimento al progetto dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Vicenza, che nell'a.s. 2021/2022 ha dato vita al "Tavolo di Lavoro Interistituzionale per l'Orientamento e lo sviluppo di Percorsi per lo Sviluppo delle Competenze Traversali e l'Orientamento (PCTO)", finalizzato allo sviluppo di un protocollo condiviso tra scuole e servizi a supporto dell'integrazione lavorativa e della promozione delle competenze lavorative degli studenti e delle studentesse con disabilità nella scuola.
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Colarusso, S. "A survey to photograph Italy’s young diabetology." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 288. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.9.

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Abstract:
Il Gruppo Nazionale Giovani AMD ha condotto nel Gennaio 2020 una survey rivolta a giovani diabetologi under 45, al fine di ottenere un’istantanea della next generation diabetologica. La survey, partita il 15 gennaio 2020 via mail (Google Moduli), ha incluso 23 quesiti, suddivisi per sezioni: raccolta dati anagrafici, genere/formazione, contesto lavorativo (tipologia di contratto, sede lavorativa, attività prevalente), criticità/esigenze, rapporti con le società medicoscientifiche, utilizzo dei canali social, grado di motivazione. Fra i 259 giovani diabetologi che hanno partecipato alla survey (età: 55% 30-40, 27% 40-45, 8% <30) notevole è stata la differenza di genere con prevalenza del sesso femminile (64% ). La predominante specializzazione indicata è l’endocrinologia (~71%); circa il 45% dei giovani diabetologi italiani lavora con un contratto di dipendenza, il 25% come libero professionista e circa il 17% in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale come specialista ambulatoriale territoriale. Nel 73% dei casi il tipo di attività svolta è prevalentemente/ esclusivamente ambulatoriale , il 54% la svolge in prevalente ambito diabetologico, il 42% anche endocrinologico. Tramite una scala di grading numerico (punteggio da 1 a 4) le maggiori criticità indicate sono: l’organizzazione lavorativa, la mancanza del team diabetologico, l’impossibilità di prescrivere farmaci richiedenti un piano terapeutico se non con un contratto di lavoro pubblico, gli spazi fisici delle strutture lavorative. Fra le principali esigenze rilevate al primo posto l’implementazione della formazione professionale (73%). Le aree di maggior interesse sono: terapie innovative, tecnologie, diabete e gravidanza, telemedicina, educazione terapeutica. L’80% dei giovani diabetologi ha espresso un alto livello di motivazione ad essere coinvolti in iniziative associative grazie alla nascita del Gruppo Nazionale Giovani AMD. La forte motivazione dei giovani diabetologi rappresenta un’ottima base e punto di partenza per favorire una collaborazione fra le classi dirigenziali attuali e future, approntando insieme dei percorsi di crescita e formazione professionali in linea con il sapere, saper fare e saper essere. PAROLE CHIAVE giovane diabetologo; setting lavorativo; bisogni formativi; motivazione.
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Maeran, Roberta, Angelo Boccato, Davide Bottecchia, and Alessandra Cicciarella. "Networking: una possibile strategia per gli interventi di outplacement." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–25. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12107.

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Abstract:
Il networking &egrave; una strategia che ha come obiettivo la gestione della propria rete di conoscenze per acquisire informazioni in modo informale, in particolare, su possibili proposte lavorative non pubblicizzate mediante inserzioni. Senza una solida rete di contatti le persone in cerca di lavoro incontreranno maggiori ostacoli nel loro percorso. Nello specifico contesto italiano la maggior parte delle opportunit&agrave; professionali sono nascoste e regolate da un processo di passaparola.Focus della presente ricerca &egrave; quello di descrivere come il networking venga percepito e utilizzato dai partecipanti a percorsi di outplacement per valutarne un suo possibile utilizzo come strategia per il reinserimento lavorativo. Il questionario prende in esame le tre dimensioni del networking (intensit&agrave;, qualit&agrave; e atteggiamento) oltre alle capacit&agrave; comunicative, all'autoefficacia, alla personalit&agrave;proattiva e alla resilienza.La ricerca, svolta in collaborazione con Intoo, societ&agrave; leader nei servizi di outplacement in Italia, ha coinvolto 146 disoccupati attivi con un'et&agrave; media di 46.94 anni.Differenze significative si sono riscontrate per due dimensioni del networking: per l'intensit&agrave; in rapporto al genere e per l'atteggiamento con l'ultimo ruololavorativo ricoperto dai partecipanti.Non sono emerse differenze significative per quanto riguarda et&agrave;, titolo di studio e periodo trascorso dall'inizio del percorso di outplacement e le dimensioni del networking. Tali dimensioni presentano tutte correlazioni positive e significative con i costrutti di personalit&agrave;. Vengono discussi implicazioni e limiti dello studio.
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Lodigiani, Rosangela. "I nuovi termini della socializzazione (alla cittadinanza) lavorativa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117005.

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Abstract:
La transizione al lavoro dei giovani si realizza attraverso percorsi lunghi, flessibili, individualizzati. Ciň influisce sulla socializzazione lavorativa nonché sulla cultura e sull'etica del lavoro dei giovani, rendendo piů difficile la costruzione di una carriera occupazionale stabile e di una solida identitŕ professionale. I processi di socializzazione lavorativa divengono ricorsivi, discontinui, frammentati; non riescono piů a trasmettere il senso di una appartenenza, ma - inquadrati nel paradigma europeo dell'attivazione e dell'occupabilitŕ - richiamano a una cittadinanza occupazionale nei fatti difficile da conquistare e mantenere e spesso incapace di rispondere ai bisogni di realizzazione di sé e riconoscimento sociale. Ne derivano nuove disuguaglianze tra i giovani e una ridefinizione del significato del lavoro nel corso di vita. Emerge dunque la necessitŕ di politiche tese a supportare le transizioni lavorative affinché conservino un profilo professionalizzante, consentano la capitalizzazione di competenze, siano sostenibili dentro la biografia individuale. Occorre perň ridare valore al lavoro dei giovani, integrando l'obiettivo dell'occupabilitŕ con quello della capability di scegliere un lavoro che abbia valore per sé.
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Martini, Mattia. "Lavoro temporaneo, prospettive di stabilizzazione e ruolo delle agenzie per il lavoro: il caso del lavoro in somministrazione in provincia di Milano." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 92 (October 2010): 39–61. http://dx.doi.org/10.3280/qua2010-092004.

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Abstract:
I contratti temporanei sono cresciuti negli ultimi anni e da piů parti ci si chiede quali siano le funzioni svolte da queste nuove forme d'impiego nel mercato del lavoro. L'articolo riporta i risultati di una ricerca condotta sul territorio della provincia di Milano e mirata ad analizzare le prospettive di stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione tra il 2006 e il 2007, stimando l'impatto di alcuni fattori personali e del capitale unamo e verificando il ruolo svolto dalle agenzie per il lavoro. Emerge che la somministrazione svolge una funzione di trampolino verso occupazioni piů stabili e che le prospettive di stabilizzazione ad un anno di distanza dipendono soprattutto dalle caratteristiche personali del lavoratore e dalle modalitŕ con cui si č svolta l'esperienza lavorativa nel lavoro temporaneo e il percorso successivo. I risultati verificano infine, l'esistenza di un "effetto agenzia", suggerendo che gli intermediari possono giocare un ruolo importante nel favorire, piuttosto che vincolare, le prospettive di stabilizzazione dei lavoratori temporanei nel mercato del lavoro.
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Bertolini, Sonia, and Manuel Vallero. ""Io non faccio la ballerina, io sono una ballerina". Tra successo e abbandono: i percorsi di carriera nei settori artistici." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 207–29. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123013.

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Abstract:
Il mercato del lavoro artistico presenta caratteristiche particolari: Prima di tutto si tratta di settori in cuiesistono né, néper l'accesso alle professioni. La professionalitŕ artistica, infatti, è difficile da valutare e non esistono enti in grado di certificare tale competenze. L'obiettivo principale di questo articolo è quello di ricostruire idei mercati del lavoro dei settori artistici, in particolare quelli di teatro, danza e cinema. Attraverso una ricerca empirica, abbiamo cercato di individuare quali siano le dinamiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro, e come avvenga la definizione delle regole che portano alla strutturazione di questi particolari mercati del lavoro. Sono stati cosě identificati alcuni percorsidi carriera dei lavoratori che vi operano e messi in evidenza le loro strategie per fronteggiare la discontinuitŕ degli impieghi, in settori caratterizzati dalla quasi esclusiva modalitŕ organizzativa per progetti. Datori di lavoro e lavoratori attivano specifiche strategie contro l'instabilitŕ lavorativa, Dal lato domanda I datori utilizzano network professionali per il reclutamento del personale. Dal lato offerta, emergono due strategie: l'utilizzo del "portfoliocareer" e dei network professionali informali. Questi ultimi assumono specifiche configurazioni nei diversi settori, che saranno evidenziate.
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Romano, Alessandra. "L'inclusione scolastica e lavorativa nella prospettiva della teoria trasformativa. Strumenti e pratiche per il disability management." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12916.

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Abstract:
Il contributo esplora le pratiche di disability management e le metodologie a supporto dell'inclusione lavorativa di persone in condizione di disabilità, a partire da una ricerca collaborativa triennale che ha visto la partecipazione di un team di ricercatori/rici universitari e un network interistituzionale composto da aziende, cooperative del settore educativo, centri per l'impiego, Ufficio Scolastico Regionale, scuole secondarie e associazioni di familiari di persone con sindromi dello spettro autistico. Nello specifico, si articolano il percorso metodologico e i risultati emergenti della ricerca, che ha intercettato pratiche formative e dispositivi organizzativi in grado di sostenere processi di inserimento (e reinserimento) lavorativo di persone adulte in condizione di disabilità, quali le metodologie del Disability Tool e della Consulenza Collaborativa Organizzativa. Nel paragrafo conclusivo si discutono le implicazioni dei risultati per l'inclusione scolastica e le azioni a sostegno dello sviluppo della professionalità docente
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Azzeruoli, Vanessa. "Rimanendo precari: migranti e crisi economica nel Nordest. I rumeni tra occupazione e disoccupazione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 126 (May 2012): 70–82. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-126005.

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Abstract:
Il paper ha l'obiettivo di analizzare l'impatto della crisi economica sui/lle lavoratori/ trici rumeni/e in Veneto, portando in evidenza: le figure piů colpite; le risposte individuali e familiari; i cambiamenti occorsi al mercato occupazionale e del lavoro veneto. La tesi che emerge mostra una forte stabilizzazione della componente migratoria di nazionalitŕ rumena in Veneto. La precarizzazione contrattuale e il peggioramento delle condizioni di lavoro sono evidenti, mentre l'impatto sulle vite delle persone č risultato eterogeneo; lo stato di povertŕ ha interessato solo una piccola componente di intervistati, mentre il peggioramento č diffuso. Il paper si sviluppa attraverso due chiavi di lettura: 1) il mutamento del mercato del lavoro in Veneto, in particolare le modalitŕ di reclutamento e le tipologie contrattuali; 2) gli effetti della crisi economica sulle carriere lavorative e sui percorsi di vita dei/lle migranti. Nelle conclusioni si effettueranno comparazioni con la componente marocchina.
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Murgia, Annalisa, and Barbara Poggio. "Rapporti occasionali di un certo genere." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 18 (September 2012): 126–34. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-018013.

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Abstract:
Negli ultimi anni si č assistito ad una crescente precarizzazione dell'esperienza lavorativa degli individui. Si tratta di un fenomeno che ha significative implicazioni di genere, sia per quanto riguarda i vissuti di lavoro, che le rappresentazioni sociali. Sebbene le dinamiche che innescano discriminazioni di genere siano state ampiamente esplorate nell'analisi dei percorsi professionali di uomini e donne, la diffusione del lavoro atipico ne ha accentuato alcune caratteristiche, talvolta in maniera persino paradossale. In questo contributo l'attenzione sarŕ rivolta in modo specifico al contesto italiano, in cui la diffusione dei contratti di lavoro a termine non sembra aver raggiunto gli obiettivi dichiarati, vale a dire l'aumento dei tassi di occupazione di giovani e donne. In particolare adotteremo una prospettiva analitica che guardi alle differenze di genere tra chi esperisce situazioni di incertezza lavorativa. Verranno infine discusse eventuali politiche a sostegno del lavoro atipico, nella prospettiva di un maggior equilibrio di genere nei percorsi professionali.
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Iannello, Paola, Angela Sorgente, Maura Crepaldi, and Margherita Lanz. "L'educazione finanziaria per potenziare le competenze di progettazione dei soggetti autori di reato." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (September 2020): 123–43. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002008.

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Abstract:
Il presente articolo descrive un percorso di educazione economico e finanziaria, "Nulla osta per una progettazione consapevole", ideato per la popolazione carceraria che attraverso l'utilizzo di una metodologia interattiva e di un gioco di società (Projetto), ha l'intento di pro-muovere la consapevolezza dei soggetti autori di reato nella progettazione del loro futuro lavorativo, favorendo l'autovalutazione e l'automonitoraggio delle condizioni di fattibilità di un proprio progetto personale. L'articolo presenta anche una descrizione sintetica della prima rea-lizzazione di tale percorso presso la sezione maschile della casa di reclusione di Bollate e le ri-flessioni emerse in conclusione.
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Pagliuca, Chiara, and Neusa Tsimba. "Manodopera (in)visibile: spazi e immaginari della marginalità nel lavoro agricolo e domestico." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 97–116. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002005.

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Abstract:
L'articolo nasce dall'interesse per storie e percorsi (in)visibili che prendono forma negli spazi della marginalità con l'obiettivo di analizzare i meccanismi di esclusione che coinvolgono la manodopera migrante. A partire dalla dimensione fisica e simbolica, l'elaborato indaga tramite il metodo dello studio di caso le manifesta-zioni di ghettizzazione nelle occupazioni a basso salario e situazioni di (in)visibilità che aumentano il rischio di sfruttamento nel lavoro agricolo e domestico. Nei due casi studio, si analizzano la costruzione fisica e simbolica dello spazio abitativo e lavorativo e le dinamiche di dominio/potere tra datore e dipendente.
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Orientale Caputo, Giustina. "Disoccupazione, precarietŕ lavorativa e emigrazione giovanile a Napoli: percorsi di vita che si riproducono da una generazione all'altra." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 182–204. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124010.

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Abstract:
Gli effetti della crisi economica sono stati particolarmente pesanti per i giovani del Mezzogiorno che presentano alti tassi di disoccupazione e di inattivitŕ. L'articolo illustra, attraverso i principali risultati di una ricerca condotta nella periferia nord di Napoli, la complessitŕ dei percorsi di vita dei giovani che non sembrano riuscire, neanche con la flessibilitŕ, ad allontanarsi dal destino dei padri.
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Gozzi, Maurizio, and Paola Macchi. "Salute mentale, inserimento lavorativo e cooperazione sociale: l'esperienza di Reggio Emilia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (August 2009): 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2009-002005.

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Abstract:
- social co-operatives in Reggio Emilia, focalizing on the quality of relationships, have developed work inclusion activities and methods for people suffering of mental distress. The different experiences of the various co-operatives have one common aim: meet each person's needs to support work inclusion and defend the person's dignity. Each co-operative offers however different services that combine diverse learning and working contexts with personal abilities and autonomy. These developments have led co-operatives and local authorities to co-design work inclusion programmes and tutoring tools, and to co-manage their development, evaluation and revision. Guidelines for work inclusion of people with mental distress were printed and provincial work inclusion agencies were created. These local experiences should be studied to keep them focused on the changing needs of the population.Key words: social cooperation, relational goods, psychosocial rehabilitation, advocacy, provincial agencies for work inclusion, personalised projects.Parole chiave: cooperazione sociale, beni relazionali, percorsi socio-terapeutici riabilitativi, advocacy, nuclei territoriali, riabilitazione, progettazione individuale.
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Brino, Vania. "Diritti dei lavoratori e catene globali del valore: un formante giurisprudenziale in via di definizione?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 451–70. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167001.

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Abstract:
Il saggio, muovendo dalla difficoltà di prevedere strumenti rimediali efficaci nelle ipotesi di violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori nelle catene globali del valore, sostiene la tesi della necessaria introduzione di meccanismi dotati di implicazioni extraterritoriali al fine di su-perare i vincoli imposti dalla territorialità della legge e dal dogma della personalità giuridica separata delle imprese. L'Autrice riprende alcune pronunce che, intervenute sia su profili di diritto sostanziale che processuale, concorrono a definire nuovi percorsi interpretativi promuo-vendo una più ampia giustiziabilità dei diritti.
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Guadagno, V. "L'assistenza infermieristica al paziente in emodialisi: applicazione di modelli organizzativi che esaltano le competenze e migliorano la qualità del servizio." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 47–51. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1116.

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Abstract:
L'articolo si propone di esporre la metodologia applicata in una U.O. ospedaliera di emodialisi, volta a superare un modello di assistenza tecnicistico ed attivare una assistenza infermieristica olistica, personalizzata, basata sulla presa in carico del paziente. Il processo di cambiamento ha utilizzato le basi teoriche del Nursing Primario e del Case Management, inducendo il singolo professionista ad un maggiore approfondimento clinico, con conseguente maggiore soddisfazione lavorativa; al gruppo ha permesso di definire dei percorsi di competenze cliniche avanzate e strutturate. Il tutto inserito in un progetto aziendale codificato, che ha consentito la sostenibilità economica della sperimentazione e la raccolta di dati di evidenza: questi finora hanno confermato l'efficacia ed efficienza gestionale delle scelte metodologiche operate. (nursing)
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Narciso, Fabio. "L'apprendistato, le politiche attive per l'inserimento dei giovani al lavoro." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 185–95. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099010.

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Abstract:
L'articolo ha come scopo quello di accendere una riflessione sugli strumenti dedicati all'inserimento lavorativo dei giovani. L'obiettivo č quello di fare una valutazione sulle misure di politica attiva, in uso nello specifico nella Provincia di Terni Servizio programmazione delle politiche del lavoro, quali il prodotto di filiera, mettendo questo strumento in relazione ed in filiera con le modalitŕ d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro per mezzo del contratto di apprendistato. L'articolo ripercorre brevemente le varie trasformazioni ed applicazioni dello strumento dell'apprendistato mettendo in luce come nel tempo questo strumento abbia perso la valenza di raccordo con il mondo dell'istruzione e della formazione ed abbia messo l'accento principalmente sui vantaggi economici del contratto. L'apprendistato nato come luogo d'incontro tra i diversi mondi dell'istruzione, della formazione e del lavoro stenta a far dialogare questi mondi ed a condividere un linguaggio ed ad essere efficace in una logica di contaminazione e nella sua essenza formativa. I dati dell'ultimo rapporto ISFOL sull'apprendistato dimostrano in maniera sorprendente come le cause di interruzione dei rapporti di apprendistato per dimissioni, circa il 62%, dipendano dalla scelta dei lavoratori giovani che affrontano il mondo del lavoro con poca consapevolezza e privi di un percorso di orientamento capace di determinare le scelte professionali adeguate con un costo sociale che č tra i piů alti in Europa L'articolo poi descrive l'esperienza del prodotto di filiera work experience: composto da formazione propedeutica all'ingresso, tirocinio semestrale retribuito ed obbligo all'inserimento che ha prodotto il 64% di successi d'inserimento del mondo del lavoro dei giovani e che č considerato uno strumento virtuoso di conoscenza per massimizzare l'incontro domanda offerta.
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Murgia, Annalisa, and Barbara Poggio. "I giovani tra lavoro e non lavoro. Storie di equilibri instabili in una prospettiva di genere: una ricerca in provincia di Trento." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 166–81. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124009.

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Abstract:
L'introduzione dei contratti di lavoro a termine non sembra aver raggiunto in Italia gli obiettivi dichiarati, in particolare per quanto riguarda l'aumento dei tassi di occupazione di giovani e donne. A partire da tale constatazione, in questo contributo viene proposta una prospettiva analitica che guardi alle differenze di genere tra i giovani che vivono situazioni di incertezza lavorativa. Dopo aver offerto una panoramica del fenomeno a livello nazionale, vengono presentati i risultati di una ricerca qualitativa in cui si è cercato di comprendere più in profonditŕ le dinamiche a cui le giovani donne sono esposte nel mercato del lavoro flessibile. Infine, a partire dagli esiti emersi, vengono discusse eventuali politiche a sostegno del lavoro atipico, nella prospettiva di un maggior equilibrio di genere nei percorsi professionali.
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Tesauro, Tiziana. "Invecchiamento attivo come capacitŕ e pratiche da sperimentare e imparare." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 125 (March 2012): 52–60. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-125003.

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Abstract:
L'obiettivo del saggio č contribuire a definire una categoria problematica come quella di invecchiamento attivo, senza eludere la molteplicitŕ degli aspetti in essa compresenti e proponendone una ri-concettualizzazione. Nell'articolo si espone pertanto la tesi che gli anziani attivi rappresentino un gruppo sociale in embrione, non ancora ben identificati e identificabili, non ancora classificati dalla statistica ufficiale e tanto meno destinatari di politiche. E ciň in ragione del fatto che si č arrivati a far coincidere l'invecchiamento attivo col prolungamento dell'attivitŕ lavorativa, ricomprendendo il concetto esclusivamente nell'approccio economicista. Come risultato, nelle esperienze soggettive di vita quotidiana l'anzianitŕ č dunque sempre piů spesso interpretata come autonoma, responsabile, attiva, creativa, sebbene i percorsi individuali raramente siano collettivamente pensati, praticati e tutelati dal sistema di welfare.
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Zaccardi, Glauco. "Lavoroŕ la carte e precarietŕ." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 189–203. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003015.

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Abstract:
Uno dei tratti della condizione giovanile č il passaggio dalla scuola al lavoro. Orbene, nell'ultimo decennio, la scelta del legislatore italiano - pur con il dichiarato fine di agevolare l'inserimento giovanile nel mondo del lavoro - č stata in realtŕ quella di costruire un sistema che consente agli imprenditori di pagare poco i lavoratori di etŕ inferiore a trenta anni, senza che a questi ultimi siano forniti, attraverso adeguati percorsi formativi, gli strumenti per costruirsi un futuro in linea con le aspettative di sviluppo della persona attraverso il lavoro. Il tutto in un quadro di assoluta insufficienza delle tutele previdenziali. Precarietŕ, dunque, senza formazione né sicurezza sociale.
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Caputo, Carmela. "Un piccolo sguardo oltre la scuola di specializzazione: l'esperienza di una giovane nefrologa." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 30, 2014): 202–3. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.891.

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Abstract:
Una giovane nefrologa racconta l'esperienza decennale del suo percorso lavorativo per dare alcuni spunti di riflessione e piccoli aiuti concreti alla nuova classe di giovani professionisti, che potrebbero ritrovarsi a esercitare in realtà diverse dal punto di vista organizzativo, culturale e pratico rispetto a quella della scuola di specializzazione di provenienza. La nefrologia è una branca specialistica della medicina interna che a sua volta racchiude in sé diverse ultraspecializzazioni, come la dialisi peritoneale, l'emodialisi extracorporea, il trapianto renale e così via. È, quindi, concreta la possibilità che i neospecialisti si trovino a lavorare in settori in cui, pur avendo le appropriate conoscenze teoriche, non hanno ancora la dovuta esperienza pratica.
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Pezzoni, Nausicaa. "La città come piattaforma di lavoro. Un'intervista a Francesco Melis." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 82–85. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100009.

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Abstract:
Il confronto con Francesco Melis, funzionario nidil cgil Milano, responsabile del settore Gig economy, intende approfondire la possibilità di costruire una sfera di diritti di natura giuslavoristica per i rider, a partire dalla fisicità e dal disegno degli spazi urbani. Grazie allo sguardo di chi si è occupato del percorso di sindacalizzazione dei rider sin dal 2017, l'intervista traccia sinteticamente le tappe cronologiche e normative del caso. In una seconda parte del dialogo si intrecciano riflessioni che correlano la prospettiva giuridico-lavorativa all'opportunità della costruzione di uno spazio di cittadinanza attraverso il coinvolgimento dei rider nel disegno della città, tratteggiando sinergie, responsabilità e traiettorie possibili per una governance condivisa di questo fenomeno.
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Toderi, Stefano, Guido Sarchielli, and Luca Giani. "Autonomia lavorativa e benessere nella professione infermieristica: l'influenza del contesto di lavoro e del percorso formativo." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2013): 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/pds2013-001005.

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Gosetti, Giorgio. "Giovani, alta formazione e lavoro: una ricerca in un'area del Nord-Est." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 124 (December 2011): 205–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124011.

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Abstract:
La relazione fra lavoro e alta formazione è da tempo un oggetto di studio da diverse prospettive. In questo caso, il saggio propone una serie di considerazioni centrate sugli aspetti culturali del lavoro, sulle riflessioni che gli studenti universitari operano rispetto alla rilevanza del lavoro, ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e alle loro prospettive di inserimento lavorativo. Il pretesto delle argomentazioni formulate è fornito dalle risultanze di un percorso di ricerca realizzato in un ateneo del Nord-Est, che ha visto il coinvolgimento di un campione di studenti appartenenti a facoltŕ di diverso indirizzo formativo. La presentazione di alcune risultanze della ricerca è preceduta da elementi del quadro teorico di riferimento e da alcuni dati tratti da altre indagini a livello nazionale.
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Maniscalco, Paolino. "La Cgil a Catania tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, nei ricordi di un dirigente." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 1 (July 2022): 105–30. http://dx.doi.org/10.3280/asso2021-001006.

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Abstract:
La memoria di un dirigente della CGIL catanese fa il punto sull'attività dei sindacati edili a Catania in due diverse fasi, alla fine del secolo scorso, rilevandone le differenze sia per l'acquisita consapevolezza del pericolo mafioso, sia per il rapporto con la maggiori imprese, quelle facenti capo ai cosiddetti "cavalieri". Mostra il difficile percorso compiuto per liberare l'attività sindacale dalla subalternità all'ideologia della "modernizzazione affaristica" e per riaffermare la compatibilità tra difesa dei lavoratori e difesa della legalità e dell'ambiente. Una linea che avrebbe permesso il dialogo con gli enti locali e il rilancio dell'attività edile davanti alla crisi provocata dal crollo dei "cavalieri".
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D'Ascanio, Alessandro. "Sport, classe, genere e nazione negli studi di Eric J. Hobsbawm." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 721–27. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261008.

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Abstract:
Il riferimento al fenomeno sportivo, nell'opera storiografica di Eric J. Hobsbawm, č frequente e significativo. Il saggio si propone di presentare un percorso di lettura in grado di ricostruire le connessioni evidenziate dallo storico britannico tra sport e dinamiche storiche quali l'affermazione della borghesia, l'emancipazione della donna, la formazione di una cultura operaia, il processo di costruzione delle identitŕ nazionali. Il tentativo di Hobsbawm di mettere a fuoco le componenti espressive, culturali e sociali degli orientamenti di classi, generi e gruppi nazionali verso lo sport si inserisce in maniera del tutto coerente e significativa nel filone dei suoi studi sull'evoluzione della cultura, della mentalitŕ, delle concrete esperienze di vita di uomini e lavoratori nel corso dell'etŕ contemporanea.
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Ferretti, Federico. "Intellettuali anarchici nell'Europa del secondo Ottocento: i fratelli Reclus (1862-1872)." SOCIETÀ E STORIA, no. 127 (July 2010): 63–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127003.

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Abstract:
L'articolo analizza il percorso di formazione di due intellettuali europei cosmopoliti e politicamente eterodossi, i fratelli Elie ed Élisée Reclus, nel contesto politico, sociale e culturale dell'Europa della seconda metÀ dell'Ottocento. Il decennio preso in esame si struttura nei tre fondamentali passaggi della cooperazione in Francia, dell'Internazionale dei Lavoratori e della Comune di Parigi. La principale problematica scientifica č valutare il peso di questo binomio parentale, intellettuale e politico, da una parte nell'elaborazione del futuro pensiero anarchico dei suoi componenti, dall'altra nella costituzione di quel milieu di studiosi e militanti che dal decennio successivo contribuirÀ alla costruzione delle opere geografiche e delle teorie sociali del piů celebre fra i due fratelli, Élisée.
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Orientale Caputo, Giustina. "Giovani altamente qualificati in tempo di crisi: precarietà, percorsi e identità dei lavoratori atipici della pubblica amministrazione a Napoli." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 140 (November 2015): 65–80. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-140005.

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Bonaiuti, Giovanni, and Ludovica Fanni. "Tirocinio e sviluppo professionale degli educatori nella prospettiva della Student Voice." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 137–59. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12120.

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Abstract:
Il seguente articolo intende dar spazio all'esperienza del tirocinio curricolare nella prospettiva della Student Voice, sottolineandone l'aspetto altamente formativo. Grazie alla somministrazione di questionari e interviste tra gli studenti del Corso di Laurea in L-19, tra i fattori emersi, spicca il valore che i futuri educatori conferiscono a tutti i momenti del tirocinio, dall'orientamento alla relazione conclusiva. Tra i vari periodi di cui si compone questa esperienza gli studenti avvertono l'esigenza di una maggiore presenza dei momenti precedenti al suo avvio. Nello specifico l'orientamento e la preparazione sono i momenti dei quali gli studenti sentono una necessit&agrave; pi&ugrave; forte, nata dal poco spazio a questi dedicato e dalla volont&agrave; di intraprendere il percorso del tirocinio con una maggiore consapevolezza di ci&ograve; che questo evento rappresenta per il futuro lavorativo e quindi avere le basi utili alla comprensione di ci&ograve; che sar&agrave; il loro agire professionale all'interno di un contesto specifico.
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Di Palma, Tiziana, Luigia Simona Sica, Laura Aleni Sestito, and Giancarlo Ragozini. "Le esperienze lavorative precoci nella promozione dell'identità vocazionale e del benessere nei tardo adolescenti: il caso dell'esperienza di alternanza scuola-lavoro." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (January 2021): 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-001003.

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Abstract:
Nonostante il mondo del lavoro abbia subito sostanziali trasformazioni il dominio identita-rio legato alla definizione di sé come lavoratore resta fondamentale (Guichard et al., 2012) e, in tal senso, rimane strettamente legato al benessere personale dell'individuo. Per rispondere in maniera congruente alle nuove sfide del mondo del lavoro, anche la scuola è chiamata a svol-gere un ruolo attivo essendo uno scenario di esperienze primario per gli adolescenti. Tramite un approccio centrato sui soggetti, il presente studio, utilizzando una cluster analysis di tipo non gerarchico (k medie), si propone di individuare gli stati dell'identità vocazionale prevalenti in un gruppo di studenti italiani di scuola superiore, inseriti nei percorsi di alternanza scuola/lavoro e di valutarne la relazione con il benessere eudaimonico. Un booklet di questionari self report volti ad indagare l'identità vocazione ed il benessere eudaimonico è stato sommini-strato a 412 studenti campani di scuola superiore (Età media=18.79 anni, SD=1.19). L'analisi dei cluster ha individuato sei stati dell'identità vocazionale, sovrapponibili a quelli individuati in precedenza in contesto italiano. Gli stati dell'identità vocazionale sono risultati significati-vamente differenziati tra loro in riferimento al livello di benessere eudaimonico percepito.
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De Minicis, Massimo. "Shelter from the Storm: crisi e welfare in Italia negli anni Duemila." Sinappsi 11, no. 1 (2021): 84–99. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2021-01-6.

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Abstract:
Obiettivo del paper è analizzare la natura, le caratteristiche e le dimensioni quantitative della serie di interventi pubblici che durante le crisi globali degli anni Duemila (2008-2009/2020) hanno determinato misure di sostegno reddituale per i lavoratori colpiti dagli effetti del crollo economico. Si delineerà, quindi, la natura, la struttura e la dinamica attuativa di tali misure, inserendole in un percorso storicamente riconoscibile di evoluzione del nostro modello di protezione sociale. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The aim of the paper is to analyze the nature, characteristics, and quantitative dimensions of public interventions that provided income support to workers who have suffered the effects of the economic collapse during the crises of the 2000s (2008-2009/2020). The paper will outline the nature, structure, and implementation dynamics of such measures. These policies will be placed in a historically recognizable development path of the Italian social protection model.
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Impicciatore, Roberto, and Dario Tuorto. "Mobilitŕ interna e istruzione universitaria: risorse familiari, individuali e opportunitŕ di ascesa sociale nell'occupazione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 121 (February 2011): 51–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121004.

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Abstract:
Uno degli aspetti più interessanti delle recenti migrazioni interne è l'elevato livello di capitale umano dei migranti. La mobilitŕ per motivi di studio puň rappresentare un canale decisivo di mobilitŕ sociale per persone che desiderano incrementare le loro competenze e acquisizioni, ma non dispongono di risorse familiari e reti sociali tali da poter competere nel mercato del lavoro meridionale. Il lavoro intende verificare tale ipotesi utilizzando i dati dell'Istat sull'inserimento professionale dei laureati. I risultati confermano il ruolo cruciale della provenienza familiare (classe sociale e livello di istruzione di entrambi i genitori) non solo per quanto riguarda la decisione di emigrare dal Sud verso il Centro-nord allo scopo di conseguire un titolo di studio di terzo livello, ma anche di ritornare nelle zone di origine dopo aver completato il percorso di studio, il che avviene più di frequente per i figli dei lavoratori autonomi.
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Vigorelli, Marta. "Il trauma individuale nel trauma collettivo. Stare con il dolore estremo di chi cura." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002005.

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Abstract:
Dopo una sintetica descrizione del contesto psicosociale di grave emergenza Covid-19 in Lombardia (Italia), il contributo si focalizza su alcuni interrogativi che aprono alla psicoterapia psicoanalitica uno spa-zio di riflessione e di lavoro sul tema di come occuparci di chi si pren-de cura (helping professions), e di come stare con il dolore del soccor-ritore e del terapeuta, immersi in un trauma collettivo. A partire dalla formazione clinica psicoanalitica istituzionale, in dialogo con i contri-buti della psicologia dell'emergenza, si presentano i percorsi psicotera-peutici con due operatori sanitari - una responsabile di una struttura per anziani e un giovane medico specializzando ? che hanno fatto emergere una particolare condensazione traumatica articolata su più li-velli: quello individuale soggettivo che ha colpito i pazienti, ma anche la vita personale della terapeuta, quello legato all'emergenza sanitaria con le drammatiche connessioni sociali e politiche, ma anche il trauma di loro come curanti, e quello dei loro pazienti e delle loro famiglie. Il lavoro clinico, tempestivo e flessibile si intreccia con le vicissitudini del contesto lavorativo di questi operatori coinvolti direttamente con la pandemia, favorendo la loro resilienza individuale e una capacità di intervenire in modo trasformativo su se stessi e sui contesti di cura.
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Marcaletti, Francesco. "Paradigmi e approcci nella gestione dell'invecchiamento delle forze di lavoro: un riesame critico." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 125 (March 2012): 33–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-125002.

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Abstract:
A partire da una rassegna della letteratura piů recente, il contributo ricostruisce determinanti, concetti e modelli attraverso i quali si č giunti alla definizione in Europa di strategie di gestione delle forze di lavoro in ragione dell'invecchiamento che le coinvolge. Il percorso messo a fuoco č quello relativo al prendere forma di un discorso in tema di lavoratori anziani e di lavoro degli anziani e al concomitante definirsi di paradigmi che fondano la pratica della gestione del lavoro dei piů anziani e delle etŕ al lavoro. Sul primo versante corrono le dimensioni che afferiscono alle politiche pubbliche nella loro articolazione per livelli e settori di competenza, sul secondo versante i modelli e le pratiche di gestione del fattore etŕ al lavoro raccolti sotto l'etichetta dell'age management. La cornice di questo processo č rappresentata dalla rilevanza che sul piano interpretativo hanno assunto le letture di carattere neo-istituzionalista e la prospettiva del corso di vita.
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Pozzi, Sonia. "Pensare a percorsi di lotta all'Early School Leaving e a percorsi di inclusione lavorativa e sociale come lavoro di comunità. L'analisi dei diversi punti di vista condivisi all'interno del Progetto Below 10* in territori di provincia (Cuneo e Verona)." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (April 2019): 63–83. http://dx.doi.org/10.3280/we2017-002004.

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Paggi, Marco. "La tutela degli immigrati irregolari vittime di grave sfruttamento in ambito lavorativo: un percorso ad ostacoli per l'effettivo recepimento della direttiva 52/2009." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (April 2013): 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/diri2012-004005.

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41

Gasca, Paolo. "Il mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione e della formazione." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 247–50. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112016.

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Abstract:
Ci troviamo oggi a combattere una guerra contro un nemico invisibile, che ha impattato pesantemente non soltanto sulla dimensione familiare e sociale di ciascuno, ma anche sulla sfera lavorativa. Il contratto psicologico che lega gli individui e le organizzazioni è stato stravolto e ridisegnato, lasciandosi alle spalle valori quali "sicurezza" e "appartenenza". Quello che si prospetta è un futuro del tutto nuovo, in cui i concetti di "habitat professionale" e di "work-life balance" assu-mono nuove accezioni e in cui appare necessario riscoprire il rapporto fra azienda e persone, per dare vita a un nuovo "umanesimo aziendale" che recuperi la centra-lità della persona e permetta all'individuo di esprimere se stesso e tutte le proprie potenzialità. Come? Attraverso modalità maieutiche capaci di sviluppare nuove capacità e qualità individuali e di accompagnare le persone in un ineludibile riposi-zionamento professionale e, soprattutto, personale. Occorre passare dall'obiettivo di gestire a quello del "prendersi cura" delle persone dando un nuovo senso, una nuova prospettiva al contratto psicologico. E qui entrano in gioco i professionisti della formazione, la cui sfida è, oggi più che mai, quella di dare vita a un nuovo pensiero gestionale, a nuove idee, e di sostenere le persone in un percorso di crescita che permetta loro di confermarsi come il vero differenziale di competitività.
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Papadopoulus, Dimitris, and Vassillis Tsianos. "L'autonomia delle migrazioni." MONDI MIGRANTI, no. 2 (October 2009): 83–96. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002006.

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Abstract:
Questo contributo sviluppa un approccio in termini di autonomia delle migrazioni all'interno della contemporanea mobilitŕ transnazionale. In particolare, l'ontologia politica di Deleuze e Guattari ed il concetto di divenire sono usati per articolare una pratica politica nella quale gli attori sociali mobili rifuggono dalle loro rappresentazioni normalizzate e ricostituiscono loro stessi lungo il cambiamento delle condizioni della loro esistenza sociale e materiale. Chiamando in causa la ricerca militante sulla migrazione contemporanea in Europa Meridionale, e considerando molti studi di caso sulla mobilitŕ dei clandestini e la ricerca esistente nel campo della sociologia di migrazione discutiamo qui come i diversi movimenti migratori autonomi sfidano le condizioni attuali della sovranitŕ europea. Per esempio viene discusso come le comunitŕ locali e le micro-economie emergono come un risultato dell'attraversamento di confine, come le differenti autoritŕ statali modifichino le loro pratiche di sorveglianza e di detenzione a seconda dei flussi migratori, ed infine a come gli emigranti si trasformano e cambiano costantemente pratiche ed alleanze per sostenere il loro percorso personale di mobilitŕ. I consistenti flussi di lavoratori migranti costituiscono una forza politica anonima ed indefinita, chi arriva in un nuovo contesto pur essendo uno sconosciuto rappresenta una forza sufficientemente potente per sfidare il bilancio delle governance contemporanee.
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Carrieri, Mimmo, Giovanni Pino, Caterina Valeria Sgrò, Fabio Paolucci, and Silvia Mancini. "Lo sciopero generale dopo la delibera n. 3/134 del 2003." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 174 (September 2022): 275–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-174005.

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Abstract:
L'articolo si propone di ricostruire il percorso attraverso il quale la Commissione di garanzia ha analizzato il fenomeno del cosiddetto sciopero "general", partendo dagli interrogativi ini-ziali che hanno condotto l'Autorità ad adottare la delibera n. 3/134, in un'ottica di contempe-ramento tra l'esigenza delle organizzazioni sindacali di proclamare una manifestazione di pro-testa che potesse coinvolgere tutti i settori pubblici e privati, come individuati dall'art. 1 della l. 146 del 1990 e s.m.i., con la necessità di salvaguardare le prestazioni indispensabili a tutela dei diritti dei cittadini utenti, di cui la legge stessa si fa analogamente garante. Tuttavia, il mutare del panorama sindacale e della natura stessa dello sciopero "generale", sempre meno utilizzato dalle Confederazioni, è divenuto strumento di pressione che, soprattutto nel corso degli ultimi anni, ha consentito a sigle sindacali di insediamento limitato di produrre un "effetto annuncio" il più delle volte inversamente proporzionale all'effettivo dato percentuale di adesione. L'intensificarsi di tale fenomeno ha indotto, dunque, la Commissione di garanzia ad un riesa-me delle regole esistenti all'esito del quale, pur nell'ambito nella disciplina di riferimento, è stato possibile individuare nuovi strumenti atti a consentire all'Autorità una "percezio-ne/misurazione" quanto più possibile corrispondente alla reale partecipazione dei lavoratori allo sciopero "generale".
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Mara Santi, Tiziano Toracca e. "La Procedura di Mobilità e la sua rappresentazione letteraria: Mobilità e Mobilità n. 2 in Works (2016) di Vitaliano Trevisan." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 53, no. 2 (March 24, 2019): 480–510. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831961.

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Abstract:
Il saggio analizza i capitoli Mobilità e Mobilità n. 2 di Works (2016) di Vitaliano Trevisan contestualizzandoli nel rinato interesse per il lavoro che dalla metà degli anni Novanta si registra negli autori, nel mercato editoriale, nel pubblico e nei critici letterari italiani. Posto che la letteratura italiana contemporanea ricomincia a interessarsi al lavoro in concomitanza con il passaggio storico dal fordismo al post-fordismo e in parallelo alle riforme giuridiche che hanno rappresentato le tappe politiche decisive di tale passaggio, il saggio analizza i due capitoli in primo luogo alla luce della legge sulla mobilità n. 223/1991 e dei successivi interventi legislativi su di essa occorsi. In secondo luogo il saggio analizza come la mobilità viene rappresentata da Trevisan e come l’autore non giochi la facile e ormai frusta carta della rappresentazione negativa né della disoccupazione né del lavoro, ma tracci un quadro acuto e originale, nel contesto della letteratura italiana degli anni Zero, del lavoro come attività strutturalmente sociale, in cui si esprimono l’identità e la responsabilità sociale del singolo. Più ancora emerge che i due capitoli sul “non-lavoro”, inseriti a metà del percorso narrativo che illustra i tanti lavori che il personaggio protagonista attraversa prima di diventare scrittore, rappresentano una vera e propria pausa lavorativa e narrativa per tematizzare la natura stessa del romanzo. Works, emerge infatti, è un quadro frammentato di partenze e ripartenze professionali ma è soprattutto una lettura finzionale del reale, ossia una consapevole rivendicazione alla letteratura di un ruolo non descrittivo ma interpretativo e conoscitivo.
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Cartello, Laura, Romina Guce, Manuela Canicattì, Daniele Pasquariello, and Rachele Gatti. "Ruolo dell’infermiere nella diffusione della cultura nella donazione d’organo: indagine su conoscenza ed opinione." Dissertation Nursing 2, no. 1 (January 30, 2023): 35–42. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19438.

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Abstract:
Introduzione: La donazione degli organi è una decisione difficile, quanto importante. Nel lungo e complesso procedimento che porta alla donazione e quindi al trapianto d’organo gli infermieri giocano un ruolo fondamentale, per questo è importante comprendere quanto questi siano preparati al loro ruolo. Materiale e metodi: indagine quantitativa consistente nella somministrazione di un questionario mediante online rivolta a tutti gli infermieri di qualsiasi Unità Operativa con unico limite l'esperienza lavorativa di almeno un anno. Inoltre, veniva richiesto agli infermieri di specificare se fossero coordinatori di trapianto o se avevano ricevuto una formazione specifica in merito. Per i calcoli statistici è stato utilizzato il programma Excel 2010 di Microsoft®. Risultati: l’83% dei coordinatori è al corrente che la loro unità operativa ha come obiettivo la donazione d’organo e tra gli infermieri solo il 69% ne è a conoscenza. Tra chi ha seguito almeno una donazione, l’83% ha riscontrato difficoltà durante il processo, il maggior timore espresso è quello della burocrazia, a seguire il rapporto con i famigliari e il mantenimento del paziente. La maggioranza degli infermieri è favorevole al trapianto (93,3%). Solo il 17% ritiene di essere sufficientemente formato, tra questi la totalità dei coordinatori dei trapianti. Discussione: da questo studio emerge che per gli infermieri è ancora difficile conoscere e applicare le diverse fasi del percorso di donazione. Forse gli infermieri non hanno completa percezione del ruolo fondamentale che hanno nell’identificazione, nel mantenimento e nel rispetto dei principi etici e delle volontà del donatore.
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Cecalupo, Marta, and Daniela Di Donato. "Life Skills as a resource to start inclusion processes at school: a study on TFA participants." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 141–50. http://dx.doi.org/10.36253/form-13625.

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Abstract:
Twenty-first century teachers are faced with challenges and rapid societal changes that inevitably require skills that facilitate the development of resilience and coping factors. These factors become fundamental above all for specialized teachers, who today are indispensable figures for integrating and supporting not only the individual student with difficulties, but the entire class group. In this regard, the contribution presents some results of a research carried out on 139 enrolled in the Active Formative Training (AFT) course on Information and Communication Technologies (ICT) for special teaching, to identify the skills and limitations perceived during their professional career. From the results of the interviews, it emerges that the participants in the training, mostly teachers, consider some aspects related to teaching practices and the working context as indispensable to develop processes of inclusion at school, which in turn are associated with perceived emotional, social, and cognitive competencies. Le Life Skills come risorsa per avviare processi di inclusione a scuola: uno studio sui partecipanti al TFA. Gli insegnanti del XXI secolo si trovano di fronte a sfide e a rapidi cambiamenti sociali, che richiedono inevitabilmente delle competenze che facilitino lo sviluppo di fattori di resilienza e di coping. Tali fattori diventano fondamentali soprattutto per gli insegnanti specializzati, che ad oggi sono delle figure indispensabili per integrare e sostenere non soltanto il singolo alunno con difficoltà, ma l’intero gruppo classe. A tale proposito il contributo presenta alcuni risultati di una ricerca svolta su 139 iscritti al corso Tirocinio Formativo Attivo (TFA) sulle Tecnologie Informatiche e di Comunicazione (TIC) per la didattica speciale, per identificare le competenze e i limiti percepiti durante il proprio percorso professionale. Dai risultati delle interviste emerge come i partecipanti alla formazione, per lo più insegnanti, considerino alcuni aspetti legati alle pratiche didattiche e al contesto lavorativo come indispensabili per sviluppare processi di inclusione a scuola, che a loro volta sono associati alle competenze emotive, sociali e cognitive percepite.
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Vittozzi, Serena Ensoli. "L'iconografia e il culto di Aristeo a Cirene." Libyan Studies 25 (January 1994): 61–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0263718900006245.

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Abstract:
Lo studio prende avvio dal rinvenimento di una statuetta fittile nel Santuario cireneo di Apollo sulla Myrtousa, che riproduce un giovane in posizione stante con una cornucopia nel braccio sinistro piegato e appoggiato ad un'erma e con un oggetto nella mano destra portata in basso lungo il fianco (Fig. 1).La terracotta è stata scoperta nel corso dei sondaggi stratigrafici eseguiti sulla fronte del Tempietto di Afrodite, situato sulla Terrazza Inferiore della Myrtousa immediatamente a Nord-Est dei Propilei Greci e ad Est del Donario degli Strateghi (Figg. 2, 11.1–2). Le ricerche, nate come parte del programma di lavoro sul propileo d'ingresso al sacro temenos, sull'area monumentale ad esso circostante e sul percorso della Via Sacra, hanno consentito di precisare la cronologia delle fasi costruttive del tempietto anche in relazione alle successive sistemazioni di questa parte della Terrazza Inferiore.La statuetta, ricomposta da più frammenti, si conserva per un'altezza massima di cm 20 e una larghezza di cm 11,5, mancando della parte inferiore della figura a partire da poco sopra l'articolazione delle ginocchia, di gran parte della mano sinistro con l'attributo, del collo e del corpo squadrato dell'erma (Figg. 1.1–1.4).La figura, nuda, con il mantello avvolto attorno al braccio sinistro, insiste sulla gamba destra, mentre la sinistro è leggermente divaricata e probabilmente in origine era un poco flessa. La testa, dal volto carnoso, da cui emergono i salienti del naso, della piccola bocca e del mento, è vista lievemente di tre quarti verso sinistro. La capigliatura è disposta intorno alla fronte con un addensamento di riccioli lavorati a massa. Sul torso sono ben dis-tinguibili i muscoli pettorali, l'addome con l'ombelico e la linea inguinale con il pube.
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Frison, Vera. "Knowledge; know-how; skills to be able to live with chronicity, care for it, and cure it. An AMD project to help clinicians overcome therapeutic inertia. Results of the web survey among AMD members." Journal of AMD 25, no. 1 (May 2022): 55. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.10.

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Abstract:
Scopo della survey è stato quello di esaminare il comportamento ed il vissuto del diabetologo nei confronti dell’inerzia terapeutica, anche alla luce degli ostacoli posti dai modelli assistenziali (ad es.: piani terapeutici, scarso tempo disponibile per dedicare attenzione ai pazienti) ponendo l’attenzione anche sugli aspetti emotivi e culturali che emergono nel corso dell’attività professionale. È stato inviato ai diabetologi dell’Associazione Medici Diabetologi un link per un questionario, a cui rispondere via web, composto da 19 domande. La prima parte del questionario era finalizzata a descrivere il campione dei diabetologi coinvolti (età, sesso, contesto lavorativo, ecc.). La seconda parte ha analizzato invece l’atteggiamento nei confronti di situazioni di “inerzia terapeutica”. All’indagine hanno partecipato 94 medici, 66% donne e 34 % uomini, di età compresa tra i 30 ed i 70 anni, distribuiti in maniera omogenea sul territorio nazionale, 37% al Sud, 36% al Nord e 27% al Centro Italia, con buona esperienza nel settore (l’81 % opera da più di 10 anni), che prestano la loro attività per il 51% presso una struttura ospedaliera, per il 37% presso una struttura ambulatoriale mentre il restante 10% svolge esclusivamente attività libero professionale. Le risposte alle domande hanno evidenziato che l’inerzia terapeutica è un elemento presente, causato da molteplici fattori, che si è acuito a causa della pandemia da COVID-19, ed è connaturato alla complessità della patologia da un lato, e dall’altro ad una articolazione dei trattamenti terapeutici complessa da gestire. Sempre di più, il clinico, oltre alle competenze legate alla gestione della patologia, necessita di un supporto che lo aiuti sia a perfezionare il momento decisionale che a migliorare l’approccio con il paziente per essere capace di coglierne i bisogni e proporre il percorso di cura più adatto, efficace e sicuro, realizzando una vera personalizzazione della terapia. Approcciare la terapia rimane forse la sfida più importante. A questo si aggiunge la problematica dell’accesso ancora limitato alle cure a causa della situazione che le strutture sanitarie stanno affrontando per contrastare la pandemia Covid- 19 e la necessità per il medico di ricollocare la propria persona e la propria professione all’interno di un sistema completamente rinnovato. PAROLE CHIAVE diabete mellito; nuovi ipoglicemizzanti; inerzia terapeutica.
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Frangi, Lorenzo. "Best practices and human resource management in the subsidiaries of multinational corporations: a comparison between Italy and Brazil." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 91–117. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002004.

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Abstract:
Lo studio analizza la relazione tra le caratteristiche di alcune fondamentali pratiche di gestione delle risorse umane e il contesto istituzionale italiano e brasiliano in cui si inseriscono le filiali di tre grandi multinazionali. La ricerca affronta in primo luogo il dibattito in merito alla convergenza versus divergenza delle pratiche di gestione delle risorse umane a livello globale e, parallelamente, la relazione tra le linee guide gestionali stabilite dalle "case madri" delle multinazionali e la loro effettiva applicazione a livello delle filiali. Viene sottolineato come la possibilitŕ di ampia convergenza verso un unico modello gestionale abbia trovato sempre meno riscontro, e come anche nelle filiali delle multinazionali l'applicazione delle linee guida fornite dalle case madri trovino dei rilevanti limiti nel contesto istituzionale locale, in primo luogo nazionale. In seguito, lo studio compara le evidenze empiriche rilevate nelle pratiche di reclutamento, formazione e politiche salariali tra le filiali italiane e brasiliane di tre grandi multinazionali. I principali risultati ottenuti mostrano che queste pratiche di gestione di gestione delle risorse umane, anche a fronte di indicazioni comuni diffuse dalle "case madri", si strutturano secondo logiche opposte: una marcata dualitŕ nelle filiali brasiliane, con una netta differenza tra i pochi profili strategici e i molti lavoratori poco qualificati, mentre, comparativamente, tale dicotomia č meno evidente una all'interno delle filiali italiane. La spiegazione di tali differenti logiche viene ricercata guardando all'esterno delle imprese, con un focus specifico sul sistema educativo e sulle relazioni industriali. Il sistema educativo brasiliano č infatti strutturato secondo percorsi molto distinti, fin dai primi anni scolastici, tra classi popolari ed elite, che introducono marcate differenze di risorse di capitale umano nel mercato del lavoro. A ciň si sommano dinamiche di relazioni industriali di origine corporativa, in cui il sindacato č inefficace attore sociale nell'incidere sul crescente dualismo che ha luogo all'interno delle filiali. In Italia, invece, un sistema educativo ampiamente pubblico diviene accessibile opportunitŕ di crescita sociale. L'ambito delle relazioni industriali, inoltre, č caratterizzato dalla prevalenza di ampie dinamiche contrattate, e il sindacato, sia a livello nazionale che nelle singole filiali, agisce come rilevante forza equitativa. Lo studio proposto č un importante contributo alla comprensione delle pratiche di gestione delle risorse umane nelle multinazionali, soprattutto attraverso un approfondimento del caso brasiliano, paese poco studiato in questo ambito e di grande interesse attuale per il suo divenire economico. .
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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