Academic literature on the topic 'Percezione spaziale'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Percezione spaziale.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Percezione spaziale"

1

Salone, Carlo, and Francesco Arfò. "Città e grandi eventi: il programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella percezione dei residenti." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2020): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003001.

Full text
Abstract:
L'adozione di politiche di sviluppo urbano focalizzate sulla cultura, sia dal lato dell'offerta (realizzazione di infrastrutture e sostegno alle industrie culturali e creative) sia da quello della domanda (campagne di promozione turistica, programmazione di eventi) e prassi corrente nel capitalismo cognitivo. Intorno al nesso tra cultura e sviluppo economico si e coagulato un vasto dibattito scientifico che fa da sfondo e giustificazione per l'adozione di politiche pubbliche conseguenti, in particolare, ma non solo, alla scala urbana. In realta, la produzione e il consumo di cultura sono pero spesso associati a fenomeni tra loro molto diversi e non di rado conflittuali. Secondo alcuni autori (Bridge, 2006; Kaasa e Vadi, 2010; Scott, 2000), lo sviluppo del settore culturale contribuisce soprattutto alla crescita economica e al vantaggio competitivo urbano, attraverso la generazione di nuova conoscenza per l'innovazione e la creativita ma, anche, effetti positivi su altre attivita economiche correlate. Altri ne enfatizzano le potenzialita inclusive, adatte alla costruzione dei diritti di cittadinanza e alla promozione di una societa piu giusta e coesa (Stern e Seifert, 2007), altri ancora assumono una posizione intermedia, attribuendo alla cultura sia un vantaggio competitivo che un beneficio per l'inclusione sociale, senza pero riuscire a chiarire appieno il rapporto tra queste due dimensioni dello sviluppo (Sacco e Segre, 2009). In questo articolo si inquadra e analizza il caso di Matera 2019 all'interno del progetto di Capitale Europea della Cultura ed alla luce delle teorie legate allo sviluppo urbano trainato dalla cultura. L'analisi del caso di Matera 2019 si pone l'obiettivo di misurare gli impatti attualmente osservabili nella citta sotto il profilo socio-spaziale e di indagare le modalita con cui i cittadini materani hanno interagito con l'evento, attraverso un'analisi della loro opinione circa il percorso svolto e le possibilita future della citta.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Lombardi, Mauro, and Nicolň Bellanca. "Le traiettorie reticolari dell'innovazione territoriale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122002.

Full text
Abstract:
I sistemi socio-economici locali (Ssl) sono stati interpretati dalle tradizioni di studi risalenti a Marshall, Porter e Krugman principalmente considerando la prossimitŕ spaziale degli attori. Era l'ancoraggio territoriale a far lievitare forme peculiari di economie esterne, di vantaggi competitivi e di dinamiche endogene. Negli ultimi decenni, tuttavia, questi sistemi hanno attraversato cambiamenti multi-dimensionali a molteplice scala. Le nuove connotazioni strutturali - tra cui la prossimitŕ cognitiva, la, la complementaritŕ di contratti formali e accordi informali nelle collaborazioni tra imprese, le reti translocali - richiedono un differente quadro teorico e comportano diverse implicazioni di policy. Il quadro teorico pone al centro la co-evoluzione di tecnologie, modelli organizzativi, culture e istituzioni. Entro la molteplicitŕ di traiettorie rese possibili da tale co-evoluzione, ciascun Ssl è sia correlato ad un sistema socio-tecnico che ne limita le dinamiche di mutamento, sia inserito in percorsi lungo i quali puň accedere in modi discontinui ad orizzonti tecno-economici lontani. Le implicazioni di policy debbono pertanto riferirsi alle traiettorie innovative che l'attuale transizione socio-tecnica globale rende possibili ad uno specifico gruppo di Ssl, che è nel nostro caso la Toscana. Sul piano strategico operativo - considerando i limiti politici e civili della societŕ in oggetto - tentiamo di cogliere alcuni cruciali "colli di bottiglia" che bloccano la percezione e il perseguimento degli interessi collettivi di lungo periodo. Questi blocchi riguardano la miopia cosě degli imprenditori come delle istituzioni pubbliche nei riguardi del potenziale tecnico-scientifico effettivamente accessibile e dei percorsi evolutivi che converrebbe imboccare; l'inadeguatezza delle forme istituzionali entro cui vengono prodotti e gestiti i beni comuni o; la carenza di appropriati modi per capitalizzare le imprese innovative. Per ognuno di tali lock-in avanziamo proposte costruttive percorribili.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Martini, Luisa, and Danilo Solfaroli Camillocci. "Di che genere?" RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 30 (June 2010): 5–16. http://dx.doi.org/10.3280/pr2009-030001.

Full text
Abstract:
Il termine "gener"' indica una vasta gamma di cose o persone con caratteristiche comuni, ma differenziali rispetto ad altri gruppi. Per quanto riguarda il genere maschile e quello femminile, la letteratura mette in luce varie differenze oltre a quelle anatomiche e fisiologiche: nella percezione, nelle abilitŕ spaziali, nelle capacitŕ verbali, nell'aggressivitŕ e nel ciclo vitale. In parte, gli ormoni sono responsabili di queste differenze, ma la loro azione non č sufficiente a spiegarne la vastitŕ e la variabilitŕ. Le varie forme di gioco sociale negli animali (play fighting, chase play, play mothering) ci aiutano a renderci conto della complessa interazione di fattori ormonali e sociali nello sviluppo e nel consolidamento di queste differenze. Si rende cosě necessario pensare alle differenze di genere in termini di un sistema concettuale sesso-genere-sessualitŕ che ci consenta di sfuggire alle rigide dicotomie maschile/femminile e omosessuale (proibito)/eterosessuale (permesso) per focalizzarci invece sull'interazione tra biologia e cultura, e non sul primato dell'una sull'altra. Č possibile cosě riflettere e ridimensionare la forza degli stereotipi di genere, che tendono a mortificare l'individualitŕ.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Eva, Fabrizio. "Le percezioni spaziali dell’abitare: la città sradicata." Geography Notebooks 4, no. 2 (December 22, 2021). http://dx.doi.org/10.7358/gn-2021-002-eva4.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Percezione spaziale"

1

Bazzarin, Valentina <1980&gt. "Il rapporto tra percezione e previsione in compiti di compatibilità spaziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1528/1/Valentina_Bazzarin_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
The aim of this work is to investigate whether the actual position of a stimulus is more relevant than intuitive knowledge about the direction of an object's movement and the participants’ intention (Michaels 1988; Hommel, 1993; Proctor, Van Zandt, Lu and Weeks, 1993; Ansorge, 2000). To investigate this we used a spatial compatibility task in 4 experiments replicating what had be done by Hommel (1993) and Micheals (1988), but changing a single aspect of the procedure: neither the movement nor the effects of the action were visible to the participant. The experimental task asked them to simply imagine an action in movement.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Bazzarin, Valentina <1980&gt. "Il rapporto tra percezione e previsione in compiti di compatibilità spaziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1528/.

Full text
Abstract:
The aim of this work is to investigate whether the actual position of a stimulus is more relevant than intuitive knowledge about the direction of an object's movement and the participants’ intention (Michaels 1988; Hommel, 1993; Proctor, Van Zandt, Lu and Weeks, 1993; Ansorge, 2000). To investigate this we used a spatial compatibility task in 4 experiments replicating what had be done by Hommel (1993) and Micheals (1988), but changing a single aspect of the procedure: neither the movement nor the effects of the action were visible to the participant. The experimental task asked them to simply imagine an action in movement.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

TOSI, GIORGIA. "How embodiment shapes our perception: evidence of body and space." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/277383.

Full text
Abstract:
Una grande varietà di input sensoriali dal mondo e dal corpo, sono continuamente integrati nel cervello al fine di creare rappresentazioni mentali sovramodali e coerenti del nostro stesso corpo. La plasticità è una caratteristica fondamentale di tali rappresentazioni, che consente costanti cambiamenti adattativi nelle funzioni mentali e nel comportamento. Anche le rappresentazioni corporee possono cambiare in base all'esperienza e, soprattutto, possono essere temporaneamente modificate mediante protocolli sperimentali. Nel presente lavoro, eravamo interessati a valutare la plasticità della percezione metrica del corpo e l'effetto di cambiamenti temporanei in essa sull'elaborazione delle informazioni corporee e spaziali. A tale scopo, sono stati utilizzati due illusioni corporee: la Mirror Box Illusion (MB) e la Full-Body Illusion (FBI). Il meccanismo principale che spiega l'efficacia di queste procedure sperimentali è il processo di incorporazione di una parte del corpo aliena. Nell'esperimento 1 abbiamo usato un paradigma visuo-tattile di FBI per valutarne la fattibilità e la replicabilità con corpi di dimensioni diverse. Abbiamo confermato che è possibile indurre e replicare nello stesso partecipante l'incorporazione verso manichini di dimensioni standard o più grandi. Nell'esperimento 2 e 3 abbiamo studiato la rappresentazione metrica della gamba e la sua malleabilità. Abbiamo quindi misurato l'effetto dell'FBI indotto da diverse dimensioni corporee, su un compito di valutazione della distanza percepita tra due tocchi applicati alla gamba del partecipante. Abbiamo scoperto che l'esperienza soggettiva di incorporazione è accompagnata da un cambiamento nella percezione della metrica del corpo che va di pari passo con la dimensione delle gambe incarnate. Poiché abbiamo confermato che, in soggetti sani, la rappresentazione metrica del corpo può essere modulata, abbiamo affrontato una domanda simile in pazienti con emiplegia. Nell'esperimento 4, usando un compito di bisezione del corpo abbiamo osservato che pazienti emiparetici mostrano una distorsione prossimale nella rappresentazione metrica dell'arto interessato. Abbiamo, inoltre, scoperto che la bisezione si sposta verso il punto medio reale dopo una sessione di trattamento con MB, rispetto a un trattamento di controllo senza specchio. Nell'esperimento 5 abbiamo trovato una modulazione simile della metrica corporea che, in un gruppo di pazienti affetti da aprassia ideomotoria trattati con una versione modificata della MB, era accompagnata da un miglioramento della programmazione dei piani motori. Negli esperimenti 6 e 7 ci siamo concentrati maggiormente sulla relazione tra metrica del corpo e rappresentazione dello spazio. In primo luogo, abbiamo testato l'ipotesi che una rappresentazione del corpo alterata influenzasse la percezione delle proprie attività motorie immaginate. I risultati hanno mostrato che i partecipanti immaginavano di camminare più velocemente dopo essere stati esposti a una FBI con gambe più lunghe. Inoltre, abbiamo scoperto che l'incorporazione illusoria di gambe più lunghe può influenzare la stima delle distanze allocentriche nello spazio extra-personale. L'incorporazione di gambe più lunghe, da un lato, ha, infatti, ridotto la distanza percepita in metri, dall'altro, ha prodotto un aumento del numero di passi che i partecipanti immaginavano di dover percorrere tra gli stessi punti di riferimento. In conclusione, abbiamo confermato che è possibile manipolare la rappresentazione metrica del corpo, mediante illusioni corporee e che ciò influenza la nostra capacità di stimare le distanze nel mondo esterno sia in termini di raggiungibilità che di stima allocentrica della distanza. Tale plasticità della rappresentazione corporea e dell'interazione spazio-corpo fornisce importanti indizi per la comprensione della rappresentazione corporea e della sua riabilitazione nei pazienti neurologici.
A large variety of sensory input from the world and the body, are continuously integrated in the brain in order to create supra-modal and coherent mental representations of our own body. Plasticity is a fundamental characteristic of the nervous systems, allowing constant adaptive changes in mental functions and behaviour. Thanks to this, even body representations can change according to experience and, crucially, they can be temporarily altered by means of experimental protocols. In the present work, we were interested in assessing the plasticity of the subjective metric of the body, and the effect of temporary changes in it on the processing of corporeal and spatial information. To this aim, two types of bodily illusion were used, i.e. the Mirror Box Illusion (MB) and the Full-Body Illusion (FBI), due to their known effects inducing strong modulations of body representation. The core mechanism accounting for the efficacy of these experimental procedures is likely to be the process of embodiment of an alien body part. In experiment 1 we used a visuotactile FBI-like paradigm to assess the feasibility and the replicability of the FBI for bodies of different sizes. Using this paradigm, we confirmed that it is possible to induce and replicate in the same participant, the embodiment towards mannequins of standard or bigger sizes. In experiment 2 and 3 we investigated body metric representation of the leg, and whether it can be plastically modulated by embodying mannequins of different sizes. To address this issue, we measured the effect of FBI induced by different body sizes, over a Body Distance Task (BDT), i.e. the assessment of the perceived distance between two touches applied to the participant’s leg. We found that the subjective experience of embodiment is also accompanied by a change in the perception of body metric that goes hand-in-hand with the current size of the embodied legs. Since we confirmed that, in healthy subjects, the metric representation of the body can be modulated, we addressed a similar question in patients with hemiplegia. In experiment 4, using a body bisection task we first observed that hemiparetic post-stroke patients show a proximal bias in the metric representation of their affected upper limb. Critically, we found that this bias shifts distally, towards the objective midpoint after a MB training session, compared to a control training without the mirror. In Experiment 5 we found a similar modulation of subjective body metric in a group of patients suffering from Ideomotor Apraxia, treated with a modified version of the MB setup, which was accompanied by an improvement in the programming of motor plans. In experiments 6 and 7 we focused more on the relationship between body metric and space representations. First, we tested the hypothesis that an altered body representation could modify the way in which individuals estimate their body affordances during a Motor Imagery Task. Our results showed that participants imagined walking faster after having been exposed to an illusion of longer legs. Furthermore, we found that the illusory embodiment of longer legs can affect the estimation of allocentric distances in extra-personal space. The embodiment of longer legs, on the one hand, reduced the perceived distance in meters, on the other hand, produced an enhancement of the number of steps that participants imagined they would have needed to walk between the same landmarks. In conclusion, we confirmed that it is possible to induce provisional modifications of the metric representation of the body, by means of body illusions. We showed that body representation is malleable to the point to shape our ability to estimate distances in the external world both in terms of reachability and allocentric distance estimation. Such plasticity of body representation and body-space interaction gives important clues for the understanding of body representation and its rehabilitation in neurological patients.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

FLORIS, ROBERTA. "SMGI in tourism planning: the role of customers’ preferences in spatial decision support." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266362.

Full text
Abstract:
The dissertation deals with the role of social media platform is playing as an information resource in tourism both for customers (i.e. the tourists), who gather trustworthy information supporting the choice of destinations and services from peers, and for businesses, which can use the same information for improving their marketing strategies. The use of social media data can also offer new opportunities for decision‐support in tourism planning. With improved understanding of the motivations of tourists and tailoring tourism service supply, decision making can be facilitated by emphasizing the strengths of tourist destinations for past and potential visitors. However, this kind of information about tourists’ perceptions and opinions is not always properly analysed by planners. Understanding the user satisfaction, which depends on factors related to both the location and the services that the local industry proposes, may offer valuable information in tourism planning at regional and local level. In the light of the above premises, the goal of this study is to propose an integrated approach to investigate the relationships between tourists’ satisfaction, destination resources and tourism industry for supporting design and decision‐making in regional tourism planning. The methodology implemented in the thesis includes data collection from Booking and TripAdvisor.com and their integration with authoritative territorial data. Spatial and statistical analysis techniques are applied in order to assess tourists’ perceptions on success factors, which may be used as planning support tools. Four cases study demonstrates the value of social media‐related data integrated by authoritative information in tourism planning. Finally, the dissertation proposes a critical discussion on the effectiveness of using the implemented integrated approach in order to address other planning issues. The discussion underlines the potential of the proposed approach in order to address other planning questions as well.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

SILVESTRI, VALENTINA. "AND I’LL SEE YOU IN THE HIGH AND LOW. The ontogenetic origins of sensitivity to facial cues to trustworthiness and emotion." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/379215.

Full text
Abstract:
Una componente fondamentale della competenza sociale degli esseri umani è l'abilità di estrarre rapidamente e in modo spontaneo i segnali sociali che provengono dal volto, quali per esempio i tratti emotivi e di affidabilità. Il fatto che le risposte a queste configurazioni facciali siano rapide e automatiche suggerisce come esse derivino dalla pressione evolutiva a rilevare segnali di pericolo per aumentare le possibilità di sopravvivenza. Tuttavia, le origini ontogenetiche di queste abilità sociali sono ancora oggetto di dibattito. La presente tesi di dottorato si pone l'obiettivo di indagare la natura dell’informazione visiva che media la discriminazione delle emozioni e/o la percezione dell'affidabilità dai volti utilizzando l'approccio del filtraggio spaziale, ossia la rimozione selettiva di bande di frequenze spaziali contenute nell'immagine. Nello specifico, l’elaborato comprende 5 studi volti a indagare (1) la natura dell'informazione visiva sui cui si basano i giudizi espliciti di affidabilità degli adulti (Studio 1) (2) se la percezione di affidabilità di adulti (Studio 2) e bambini (Studio 3) è generalizzata a volti di un'etnia differente dalla propria e la natura dell'informazione visiva coinvolta, (3) la natura dell'informazione visiva che determina la discriminazione neurale di affidabilità dai volti nei preverbali (Studio 4), e (4) la natura dell'informazione visiva su cui si basa la discriminazione visiva delle emozioni alla nascita (Studio 5a e 5b). I risultati dello Studio 1 mostrano che sebbene sia le informazioni visive globali, veicolate dalle frequenze spaziali basse, che le informazioni visive locali, veicolate dalle frequenze spaziali alte, sono sufficienti per discriminare tra livelli di affidabilità, l'informazione globale gioca un ruolo cruciale. Gli Studi 2 e 3 estendono le considerazioni sulla natura dell'informazione visiva coinvolta nella percezione di affidabilità a volti meno presenti nell'ambiente sociale dell'individuo, volti di un'altra etnia. Dunque, l'obiettivo è indagare se la percezione di affidabilità nei bambini (Studio 3) si basa sulle stesse informazioni visive su cui si basa negli adulti (Studio 2) e se la stessa differisca in base all'etnia del volto. I risultati mostrano che le informazioni visive coinvolte nella percezione di affidabilità dai volti della propria o altrui etnia cambiano in relazione al grado di familiarità del volto durante lo sviluppo. Nello Studio 4, attraverso un nuovo paradigma di registrazione della risposta neurale, la Fast Periodic Visual Stimulation, viene esplorata l'informazione visiva che i bambini di 6 mesi utilizzano per discriminare tra volti affidabili e inaffidabili. I bambini di 6 mesi discriminano tra volti affidabili e non affidabili sulla base di informazioni visive differenti. Le informazioni locali mediano la discriminazione di volti affidabili mentre la discriminazione di volti non affidabili si basa su informazione visiva locale. I risultati vengono discussi alla luce delle eventuali implicazioni per la comprensione dei meccanismi percettivi e neurali coinvolti nella discriminazione di volti a valenza positiva e negativa. Lo Studio 5 ha indagato il ruolo dell'informazione visiva nella percezione delle emozioni alla nascita. I neonati a 2 giorni di vita discriminano tra volti felici e impauriti sia quando rimangono solo le frequenze spaziali alte che quando rimangono solo le frequenze spaziali basse. Tuttavia, i neonati preferiscono i volti felici ai volti impauriti solo quando nell’immagine rimangono le frequenze spaziali alte. Dunque, l'informazione visiva presente nell'immagine modula la salienza dei segnali sociali dai volti fin dalle prime ore di vita. Nel complesso, i risultati suggeriscono che la percezione di affidabilità ed emotiva si basa su una sensibilità adattiva ed evoluzionistica che si raffina nel corso dello sviluppo come risultato dell'esperienza nell'ambiente sociale.
One fundamental component of humans' social competence is the ability to rapidly and spontaneously extrapolate facial cues of emotion and trustworthiness - i.e., whether others are likely to approach us friendly or hostilely. The fast and automatic nature of these responses to facial configurations has led to the claim that they derive from evolutionary pressure to detect signals of potential harm, and distinguish between friends or foes to enhance our chances of survival. However, the ontogenetic origins of these fundamental social skills are still debated. To explore this question, the studies reported in this doctoral dissertation investigated the nature of the visual information driving emotion discrimination and/or trustworthiness perception across the life span using the spatial filtering approach - i.e., the selective removal of portions of the spatial frequencies (SF) information contained in the image. Specifically, this doctoral dissertation includes 5 studies aimed at investigating (1) the nature of the visual information on which adults' explicit judgments of trustworthiness are based (Study 1), (2) whether trustworthiness perception in adults (Study 2) and children (Study 3) generalizes across face-race and/or the nature of the visual information on which trustworthiness judgments are based differs for more versus less familiar face categories, (3) the nature of the visual information that triggers neural discrimination of facial cues to trustworthiness in preverbal infants (Study 4), and (4) the nature of the visual information that mediates visual discrimination of emotional facial expressions at birth (Study 5a and 5b). Results of Study 1 showed that, although both global visual cues, conveyed by low-spatial frequency bands, and local visual cues, conveyed by high-spatial frequency bands, are sufficient to discriminate between levels of trustworthiness, the selective removal of global information negatively impacts trustworthiness perception. Study 2 and 3 extended evidence on the nature of visual information involved in trustworthiness perception to faces underrepresented in the individual's social environment, other-race faces, in adults and preschool and school children. Results showed that in the course of development the visual information involved in own- and other-race trustworthiness perception changes. Study 4 used a newly developed Electroencephalographic (EEG) visual discrimination paradigm, the Fast Periodic Visual Stimulation, to investigate which visual information 6-month-old infants use to discriminate between trustworthy and untrustworthy faces. The infants’ brain discriminated between high-trustworthy and low-trustworthy faces based on different types of visual information. Results are discussed for their implications for the understanding of the perceptual/neural mechanisms involved in early discrimination between positive and negative valence faces. Study 5 explored the role of visual information in emotion perception at birth. 2-days-old newborns discriminate between happy and fearful facial expressions with both high and low spatial frequency information but they prefer happy faces when only high spatial frequencies remain. The visual information present in the image modulates the salience of the facial cues to emotions from the first hours of life. Altogether, the evidence gathered from the current studies adds to the existing literature suggesting that emotion and trustworthiness perception are based on an adaptive and evolutionary sensitivity early in life that is refined over the course of development as a result of the quantity and quality of facial experience in the social environment.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

CAPITANI, Elena. "IL CONTRARIO DI UN PROCESSO VISUO-SPAZIALE RAPPRESENTATO. I REQUISITI DELLA CONTARIETÀ: DALLA PERCEZIONE AL RAGIONAMENTO RELAZIONALE." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11393/265480.

Full text
Abstract:
Esistono numerosi studi nell’ambito delle scienze cognitive che mostrano che i contrari costituiscono una relazione fondamentale nella percezione dello spazio e nella percezione motoria (ad es., Bianchi et al., 2017, 2014), nel linguaggio (ad es., Jones et al., 2012; Paradis, 2013) ed in diversi processi di ragionamento (ad es., Augustinova, 2008; Bianchi et al., 2019; Gale & Ball, 2012; Rothenberg, 2001, Dumas, 2016). Un test grafico del ragionamento relazionale (TORR) è stato sviluppato (Alexander et al., 2012) al fine di misurare la capacità di ragionare per contrari. Gli studi sulla percezione hanno mostrato che sia la produzione spontanea che il riconoscimento di una figura contraria richiedono il mantenimento della sua identità globale mentre inverte la sua direzione (ad esempio, Bianchi & Savardi, 2008). Abbiamo testato se questi criteri sono stati osservati nella produzione spontanea dei nostri partecipanti di un processo grafico opposto ad uno dato. Quaranta studenti universitari sono stati assegnati in modo casuale a due condizioni sperimentali. Nella prima, è stato chiesto loro di disegnare uno o più processi contrari (max. 3) per ciascuno dei cinque processi grafici dati e successivamente di descrivere sia quelli dati che quelli prodotti. Nell'altra condizione, i partecipanti sono stati invitati a descrivere prima il processo target e, solo poi, a disegnare i suoi contrari ed, infine, a descrivere i processi disegnati. In entrambe le condizioni, i materiali erano una selezione di cinque stimoli della sezione antitesi del TORR. I nostri risultati evidenziano relazioni tra le caratteristiche spaziali di un processo grafico contrario ad uno dato, prodotto spontaneamente da un soggetto adulto non esperto ed i criteri per la percezione della contrarietà in figure bidimensionali semplici, da un lato, ed i criteri delle risposte corrette della sezione antitesi del TORR, dall'altro.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

BARBATO, MARIAPAOLA. "Orientamento nello spazio tridimensionale: aspetti percettivi e attenzionali." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11573/917392.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Percezione spaziale"

1

Forconi, Fabio. Lizards love round stones: Dalla modellazione parametrica all'emozione della percezione spaziale attraverso la poetica dell'involucro architettonico = from parametric modeling to the emotion of spatial perception trough the poetics of the architectural shell. Firenze: Alinea, 2013.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Percezione spaziale"

1

Piccardi, Laura, Maria Rosa Pizzamiglio, Filippo Bianchini, Liana Palermo, Monica Risetti, Laura Zompanti, Cecilia Guariglia, and Simonetta D’Amico. "Prerequisiti Di Percezione Visuo-Spaziale." In Come impariamo a muoverci nell’ambiente?, 51–76. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1750-4_4.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Cristina Càndito and Alessandro Meloni. "Il contributo della rappresentazione alla percezione dell'architettura. Orientamento, connessioni spaziali e accessibilità." In 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.80.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Percezione spaziale"

1

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano, and Alessandro Micucci. "Le trasformazioni dello spazio urbano: la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome." In International Conference Virtual City and Territory. Barcelona: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

Full text
Abstract:
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography