Dissertations / Theses on the topic 'Pedagogia del lavoro'
Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles
Consult the top 20 dissertations / theses for your research on the topic 'Pedagogia del lavoro.'
Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.
You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.
Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.
ZINI, PAOLA. "CRESCITA UMANA E BENESSERE ORGANIZZATIVO NUOVE PROSPETTIVE DI PEDAGOGIA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1373.
Full textThe research’s aim is to give some educational proposals in order to improve the well being at work. In order to achieve this aim, it has been detected how the world of work is changing. However, to be able to look the work from a pedagogical point of view, I have made a reflection studying the education’s classical authors, in order to find some categories, that are useful to understand the work. For this research I have made 3 case studies in excellent companies in Brescia, engaged to improve the relations with their internal and external stakeholders.
ZINI, PAOLA. "CRESCITA UMANA E BENESSERE ORGANIZZATIVO NUOVE PROSPETTIVE DI PEDAGOGIA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1373.
Full textThe research’s aim is to give some educational proposals in order to improve the well being at work. In order to achieve this aim, it has been detected how the world of work is changing. However, to be able to look the work from a pedagogical point of view, I have made a reflection studying the education’s classical authors, in order to find some categories, that are useful to understand the work. For this research I have made 3 case studies in excellent companies in Brescia, engaged to improve the relations with their internal and external stakeholders.
Dagnino, Emanuele. "Dalla fisica all'algoritmo: verso nuovi paradigmi di regolazione del lavoro?" Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/101952.
Full textDAL, LAGO Michele. "Supply-side education: occupabilità, formazione e mercato del lavoro nel dibattito contemporaneo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28649.
Full textSarti, Diana <1993>. "L'apprendimento tra processi umani ed affettivi: educazione scolastica, mercato del lavoro ed interculturalità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19321.
Full textARZU, CINZIA. "La storia del lavoro nel sistema idroelettrico della Valle Camonica come proposta didattica del Musil di Cedegolo." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28637.
Full textPrete, Giacomo <1993>. "Artigiano: agire “ecologico” in continua sfida tra formazione e innovazione nel mercato del lavoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15661.
Full textDE, ROSE PEPPINO. "Giovani e Mercato del Lavoro nella Strategia Europa 2020. Competitività, Istruzione e Apprendimento Permanente." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/61882.
Full textLavagnoli, Gaya <1992>. "Dsuguaglianze di genere nel mondo del lavoro. Analisi del contesto europeo e asiatico con studio di due casi (Italia e Giappone)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16276.
Full textMOLTENI, PAOLA. "AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6171.
Full textMOLTENI, PAOLA. "AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6171.
Full textRONCHI, Maria Sandra. "A scuola e a bottega. Il paradigma dell'unità della cultura come modello per la ricomposizione dello studio e del lavoro." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/498.
Full textManiero, Sabrina. "Le reti che orientano: casi di studio delle reti di orientamento per i giovani della Regione del Veneto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422558.
Full textNell’attuale quadro storico-sociale, caratterizzato da elevata complessità, da un ritmo crescente di trasformazioni, da uno stato di incertezza circa le sue linee evolutive e quindi di disorientamento generale, la formazione scolastica può giocare un ruolo di grande rilievo per accompagnare i giovani a sviluppare capacità di adattabilità e di progettualità a medio e lungo termine. L’orientamento dei giovani costituisce in questo momento uno dei fattori strategici del processo di sviluppo del paese e rappresenta un dispositivo di sostegno al rinnovamento del sistema dell’istruzione a livello locale e nazionale. L’obiettivo dell’orientamento a scuola è quello di stimolare un processo di crescita e di responsabilizzazione, aiutando i giovani a trovare dentro di sé le risposte ad alcune domande di fondo (quali sono gli interessi, le motivazioni, il progetto di vita, le possibilità concrete di realizzarlo), rendendoli capaci di compiere scelte autonome, che tengano opportunamente conto del contesto sociale. Ciò richiede di rivedere modelli e metodi di intervento dell’orientamento realizzato nelle scuole, al fine di supportare i giovani nelle innumerevoli fasi di scelta e transizioni che caratterizzeranno tutta la loro vita. Essendo un processo multidimensionale (con componenti di tipo pedagogico, psicologico, sociologico, economico), richiede la collaborazione di una squadra di professionisti, che insieme ai docenti, garantiscano la presa in carico globale dello studente. Ciò richiede un raccordo tra sistemi (scuola, formazione professionale, servizi per l’orientamento, università, ecc.) che presuppone l’esistenza di una rete di relazioni tra organizzazioni che hanno mission specifiche rispetto all’ orientamento. Il tema dell’orientamento è trattato nella ricerca in stretta connessione con il costrutto di rete sociale, intesa come organizzazione-rete. Quest’ultima è costituita da un sistema di riconoscibili e multiple connessioni e strutture entro cui operano nodi ad alto livello di autoregolazione, capaci di cooperare tra loro in vista di fini comuni e di risultati condivisi. La ricerca parte dall’esperienza decennale delle reti territoriali di orientamento per i giovani della Regione del Veneto, composte da partner di varia tipologia (attori del sistema dell’istruzione, formazione, lavoro e del sociale) che collaborano nella realizzazione di una ampia gamma di azioni di orientamento rivolte agli studenti. Il problema dal quale il lavoro ha preso avvio è la presenza di eterogeneità nelle tipologie di reti, distribuite in un continuum bipolare da “reti di informazione e collaborazione” che presentano un basso grado di coordinamento, a “reti cooperative” che presentano un alto grado di coordinamento. Lo scopo è stato quello di approfondire lo studio delle reti cooperative, considerate buone pratiche di orientamento. La ricerca empirica si è focalizzata sull’indagine approfondita di sette “reti di tipo cooperativo”, adottando una metodologia quali-quantitativa. La raccolta dei dati si è svolta in due fasi: interviste semi-strutturate ai coordinatori delle sette reti e l’elaborazione dei questionari compilati dai referenti scolastici dei progetti di orientamento di rete. Le interviste ai coordinatori di rete hanno permesso di esplicitare la storia delle reti, le caratteristiche del sistema di governance e di coordinamento, di comunicazione ed il ruolo svolto dal coordinatore. Le analisi dei dati sui questionari compilati dai referenti scolastici di progetto, hanno permesso di evidenziare le tendenze dei diversi tipi di scuola, rispetto alle seguenti tematiche: riconoscimento e applicazione del progetto di orientamento nelle singole scuole; atteggiamento dei colleghi e del dirigente rispetto alle attività del progetto di orientamento; i bisogni e le modalità di formazione ed autoformazione degli stessi sui temi dell’orientamento; la loro rappresentazione sul tema. Dall’analisi dei dati raccolti emerge che le attività di orientamento realizzate nelle scuole in rete, possono essere lette attraverso un modello a tre livelli: 1) un primo livello di intervento svolto dagli insegnanti verso studenti con attività di orientamento informativo e formativo, in cui il ruolo della rete è quello di coordinare le attività a livello territoriale, costruire e diffondere materiali, monitorare lo svolgimento omogeneo delle attività in tutte le scuole; 2) un secondo livello di tipo specialistico, in cui si collocano risposte a bisogni più specifici, emersi e delineati nell’attività precedente, che possono essere offerte da insegnanti o operatori con preparazione specifica; 3) un terzo livello di intervento è quello esperto, in termini di consulenza individualizzata per supportare gli studenti che in fase di scelta si trovino in difficoltà. L’applicazione di una strategia integrata di orientamento richiede un cambiamento di mentalità degli operatori scolastici, che devono essere d’accordo sui seguenti punti: • l’orientamento è una responsabilità di squadra: l’orientamento non è responsabilità solo degli esperti, bensì di tutti gli attori del processo educativo, i quali devono essere consapevoli che sono anche loro operatori di orientamento; • l’orientamento è una parte integrata dell’insegnamento: se le attività vengono integrate nel lavoro di classe, gli studenti riconoscono l’utilità e l’applicabilità di ciò che imparano e lo percepiscono come più reale. • sono gli studenti che conducono il loro processo di orientamento e costruiscono il loro mondo soggettivo: gli operatori dell’orientamento devono riconoscere che per gli studenti una misurazione oggettiva (psico-diagnostica e psico-attitudinale) è utile ma può avere un ruolo solo se lo studente accetta i risultati ed è in grado di adeguare le informazioni alla propria realtà soggettiva. Questo è un passaggio che richiede un ulteriore accompagnamento esperto, al fine di integrare le nuove informazioni in una revisione della realtà soggettiva dello studente.
Mostardi, Feliciano. "L'apprendistato: profili formativi e giuridici." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/105263.
Full textLeite, Paixao Edmilson <1966>. "Transição de egressos evadidos e diplomados da educação profissional técnica para o mundo do trabalho: situação e perfis ocupacionais de 2006 a 2010." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/6502.
Full textABSTRACT This PhD Thesis is a theoretical, quantitative, and exploratory research that investigates the professional profiles of students from 37 secondary professional schools from Brazilian Vocational Education Network, throughout Minas Gerais State. This research was done in Brazil and in Italy - co-supervision thesis -, by means an international agreement signed between Universidade Federal de Minas Gerais, and the Ca' Foscari University of Venice. The investigation was also supported by the Brazilian Federal Research Agencies . The micro data collection was done using two different sets of questionnaires, applied from 2011 to 2013, to subjects in two main samples: 762 dropouts and 742 graduated students from secondary Professional Education. The micro data, extracted from primary sources, were related to the academic period from 2006 to 2010. About the research problem, it was a key element for this study the establishment of subjects' occupational profiles and the connections of those final profiles to the pathways in their transition from school to work. The Philosophy of Praxis' categories established by Scholars Antonio Gramsci, in Italy, and Karl Heinrich Marx, in Germany, were set as the main theoretical framework for this thesis in a historical, political and economical view. In this thesis, an important educational argument was presented considering different scholars that argue for different school organizations: the duality school versus the unitarian school; the separation or not between the academic and vocational tracks. Based on the theoretical argument established between school qualification versus competencies, it was also possible to present two different types of occupational stratification systems used today. Methodologically, two quantitative analytical dimensions were used: 1) the Theoretical and Conceptual Model of High School Performance (California University - UCSB scholars - USA); 2) a table with simple and composite variables. In that way, those two dimensions allowed us to draw three different student occupational profiles: sociodemografic and economical, educational, and occupational. By testing two complementary hypothesis, this research concluded that the vocational students that graduated had significantly better occupational profiles than those of the dropouts, both in 2006 and 2011. From the two samples of students, 76% came from the low economic Brazilian classes, had been studying in public schools and they continued working in the same area of their vocational formation. This research also identified a key point: the thesis results, using a comparative sample analysis, showed to be valid for the N population of the Brazilian Federal Vocational Education System, of 189.988 students. Finally, the research allowed us to identify three hierarchies of factors statistically associated to the students' decisions to choose, and to dropout, and to conclude their vocational courses. Footnote: CNPq: Brazilian National Counsel of Technological and Scientific Development. CAPES: Brazilian Coordination for the Improvement of Higher Education Personnel. INEP: Brazilian Institute for Studies and Educational Research.
RESUMO Esta tese de doutorado é uma pesquisa teórica, quantitativa e exploratória que investiga os perfis profissionais de alunos oriundos de 37 escolas secundárias da Rede Federal de Educação Profissional no Brasil, espalhadas por todo o Estado de Minas Gerais. A investigação foi desenvolvida no Brasil e na Itália - cotutela de tese -, a partir de um acordo internacional firmado entre a Universidade Federal de Minas Gerais e a Università Ca' Foscari Venezia. A investigação foi financiada por agências de pesquisa federais brasileiras. A coleta de microdados foi feita por meio de dois questionários distintos, aplicados, de 2011 a 2013, a sujeitos de duas amostras principais: 762 jovens que abandonaram a escola e 742 alunos formados em escolas secundárias Profissionais. Os microdados, extraídos de fontes primárias, eram referentes ao período acadêmico de 2006 a 2010. Sobre o problema de pesquisa, constituiu-se em um elemento chave deste estudo o traçado dos perfis ocupacionais finais destes dois grupos de indivíduos, assim como as conexões de seus perfis com os itinerários de sua transição escola-trabalho. As categorias da Filosofia da Práxis, desenvolvidas pelos estudiosos Antonio Gramsci, na Itália, e Karl Heinrich Marx, na Alemanha, foram definidas para esta tese como o principal referencial teórico em uma visão histórica, política e econômica. Estabeleceu-se um debate educacional entre distintos teóricos que defendem diferentes organizações escolares: a dualidade escolar X a escola unitária; separação ou não entre formação geral e formação profissional. Noutro debate teórico, qualificação X competências, foi possível também apresentar dois diferentes tipos de sistemas de estratificação ocupacional na atualidade. Na metodologia, foram usadas como dimensões de análise quantitativa: 1) o Modelo Teórico e Conceitual de Desempenho Escolar e Estudantil no Ensino Médio (autores da Universidade da Califórnia - UCSB - EUA); 2) uma tabela de variáveis simples e compostas. Assim, estas dimensões permitiram traçar três tipos de perfis profissionais dos alunos: sociodemográfico e econômico, educacional e profissional. Ao testar dois tipos complementares de hipótese, a pesquisa concluiu que os alunos formados no ensino profissional secundário tinham um perfil ocupacional significativamente melhor do que o daqueles que abandonaram a escola, tanto em 2006, quanto em 2011. Das duas amostras de estudantes, 76% vêm de classes econômicas baixas, estudaram em escolas públicas e estão trabalhando em áreas afins à formação profissional recebida na escola. Um ponto-chave é que os resultados da tese demonstraram-se válidos, por análises amostrais comparativas, também para a população N de 189.988 estudantes em todo o Brasil. Finalmente, a investigação permitiu o estabelecimento de três distintas hierarquias de fatores estatisticamente associados às decisões dos alunos de escolher, de abandonar e de concluir seus cursos técnicos. Footnote: CNPq: Brazilian National Counsel of Technological and Scientific Development. CAPES: Brazilian Coordination for the Improvement of Higher Education Personnel. INEP: Brazilian Institute for Studies and Educational Research.
Friso, Valeria. "La Formazione per le Persone che Lavorano: Effetti nelle organizzazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427406.
Full textIl presente lavoro di dottorato affronta tematiche relative la formazione continua, in particolare nella sua esplicazione per le persone che lavorano, in un’ottica di superamento della concezione delle "Risorse Umane", a favore del concetto di persona così com’è inteso nella corrente di pensiero del personalismo. La Parte Prima ha come obiettivo quello di prendere in esame, attraverso la letteratura scientifica, l’evoluzione storica di alcuni concetti chiave quali la persona, il significato e l’organizzazione del lavoro, la concezione del lavoratore, il capitale, la formazione. L’intento è stato quello di esaminare le componenti essenziali del mondo del lavoro e della formazione continua, al fine di individuarne le interconnessioni e quindi i luoghi e gli spazi nei quali si incontrano o si dovrebbero incontrare. A partire dalla ricostruzione del significato e dell’uso di questi termini ne vengono identificate linee guida che ci conducono fino alle ricerche odierne e ad interrogativi ancora aperti. La Seconda Parte considera tutti questi elementi e li fa dialogare con quanto sta avvenendo oggi in Italia, dando voce ai lavoratori stessi che hanno partecipato ad interventi di formazione e a testimoni privilegiati che ci hanno condotto nella lettura del reale. I dati empirici raccolti, quantitativi e qualitativi, e la loro analisi hanno permesso di dare risposte alle principali domande di ricerca, raggiungendo gli obiettivi posti fin dalla sua prima fase. In particolare abbiamo potuto esplorare in modo dettagliato se e come la formazione – intesa e pensata come un’opportunità di crescita piuttosto che come un costo; un investimento lungimirante piuttosto che un motivo di dispersione – quando viene pianificata e si rivolge a persone nella loro interezza, abbia una ricaduta percepita anche dai lavoratori stessi. Il quadro emerso indica le possibili difficoltà e le resistenze verso l’intervento formativo, ma anche e soprattutto gli effetti positivi della formazione sia per la persona sia per l’organizzazione stessa. La formazione risulta essere più coinvolgente e significativa quando i lavoratori vengono ascoltati nei loro bisogni formativi e nei loro desideri e la formazione stessa può in questo modo divenire lo strumento principe di sviluppo dell’organizzazione stessa. La formazione così è in grado di stimolare l’intenzionalità, la responsabilizzazione, l’appartenenza, la voglia di migliorare e può diventare una reale molla che determina la volontà di acquisire nuovi saperi da mettere a disposizione dell’organizzazione. Le persone che si sentono riconosciute dalla propria organizzazione nella loro singolarità e nelle loro potenzialità chiedono di prendere parte alla formazione fin dall’inizio in un processo che, consapevolmente, le trasformi attraverso momenti di apprendimento, crescita e cambiamento non sporadico, ma al contrario attraverso un cammino graduale e processuale. Le persone entrano in gioco quando l’organizzazione, i responsabili delle persone che lavorano e i formatori sono in grado di coinvolgerle e valorizzarle stimolandole con metodi, tecniche e strumenti sensibili all’importanza del saper lavorare in gruppo, quindi attente a tutte quelle competenze trasversali spesso decantate e non sempre ascoltate. Al contrario, se non si coinvolgono le persone e non si fa leva sulla loro esperienza non si ha la possibilità di agire sulla capacità di interiorizzare comportamenti e atteggiamenti, aspetti imprescindibili per la generazione di nuovi apprendimenti duraturi e per una più ampia disponibilità ad apprendere. In questo modo il clima organizzativo che viene a crearsi non garantirebbe un benessere e un benestare. Quindi è necessario un dialogo stretto tra responsabili delle persone che lavorano e formatori nell’ottica di considerare la formazione quale vero strumento capace di generare cambiamenti e supportare i cambiamenti stessi se progettata in un continuum e se viene contemporaneamente considerata l’evoluzione sempre più veloce del mondo del lavoro. I risultati emersi inoltre ci pongono nuovi interrogativi, nuove domande di ricerca che partono sicuramente da un paradosso: come mai, nonostante ci sia una buona consapevolezza sugli effetti positivi che la formazione ottiene non solo per la professionalità delle persone che vi partecipano, ma anche per i processi organizzativi nel loro insieme, raramente le imprese sono disposte ad investire nella stessa formazione nei momenti di crisi, cioè proprio nei momenti topici?
FREDDO, STEFANIA. "Dal lavoro al pensionamento: Vissuti ed esperienze." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/46120.
Full textTino, C. "Alternanza Scuola-Lavoro: Modelli Teorici e analisi di Pratiche per Promuovere Partnership Intelligenti. [Proposte operative per la formazione dei docenti come boundary spanners fra sistemi]." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3422891.
Full textLa ricerca, a carattere esplorativo, si pone principalmente all’interno delle cornici della Teoria dell'Attività (Engëstrom, 1987;1999; 2001) e dell’apprendimento situato (Chaiklin & Lave, 1993; Fabbri, 2007; Fenwick, 2003; Lave, 1988; Lave & Wenger, 1991), nell’intento di identificare le caratteristiche del processo di costruzione della partnership dei sistemi scuola-lavoro, oltre che delle pratiche realizzate durante i percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro (ASL). Con l’obiettivo di individuare anche spazi di miglioramento, è stato investigato il ruolo dei docenti-tutor come boundary spanners (Wreets & Sandmann, 2010) fra i sistemi scuola-lavoro. Con il coinvolgimento di sette scuole secondarie di secondo grado del nord-Italia, il percorso esplorativo è stato condotto tramite la metodologia del mixed method includendo insieme alla triangolazione, approcci quali-quantitativi (Creswell 2013; Teddlie e Tashakkori, 2009). Il piano della ricerca ha previsto due direzioni: i) l’esplorazione del fenomeno dell’ASL tramite un approccio qualitativo (focus group e interviste) e quantitativo (indagine CAWI per studenti delle classi IV-V); ii) l’individuazione di spazi di miglioramento attraverso la rilevazione degli orientamenti di boundary spanners dei docenti-tutor (indagine CAWI per docenti su un campione nazionale) e l’elaborazione, come raccomandazione, di una possibile proposta formativa, sulla base del profilo professionale delle figure dell’ASL emerso. I risultati ottenuti dimostrano che l’ASL è riconosciuta, da tutti gli attori coinvolti, un’esperienza di apprendimento; che la sua efficacia dipende da alcuni predittori che attribuiscono ad essa il carattere situato dell’apprendimento e della partnership efficace; che attualmente scuola e lavoro non dimostrano di abitare uno spazio comune, caratterizzato da boundary objects, rules e artifacts condivisi. Importanti sono anche i risultati ottenuti dall’indagine rivolta ai docenti, rilevando che gli orientamenti di boundary spanners possono essere formati nell’intento di sviluppare un nuovo profilo professionale delle figure di ASL, tramite appositi percorsi formativi, aiutandoli a divenire abili sostenitori e promotori di partnership interne ed esterne.
PALLASSINI, ALESSANDRO. "Il contesto lavorativo come spazio di formazione. Incontro tra domanda e offerta formativa nel colloquio aziendale." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1002731.
Full textBULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.
Full text