Journal articles on the topic 'Patrimonio culturale e paesaggistico'

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Bisaglia, Stefania. "Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1086.

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Abstract:
Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Bisaglia, Stefania. "Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1086.

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Abstract:
Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Mattone, Manuela. "Il patrimonio dell’elettricità: una risorsa culturale da valorizzare." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 426. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651200.

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Abstract:
I paesaggi e le architetture elettriche rappresentano una significativa testimonianza della storia che ha visto protagonisti numerosi paesi tra il XIX e il XX secolo. Si tratta di un patrimonio tuttora solo parzialmente indagato, rispetto al quale occorre farsi promotori di azioni volte a favorirne la conoscenza, la conservazione e non ultime la valorizzazione e fruizione da parte di un pubblico sempre più ampio e non necessariamente specializzato. I manufatti connessi alla produzione dell’energia idroelettrica e le tracce delle opere infrastrutturali resesi necessarie al momento della loro costruzione rappresentano una vera e propria risorsa culturale che, qualora integrata alle altre risorse presenti nei territori montani, potrebbe acquisire maggiore visibilità e leggibilità contribuendo a rendere questi ambiti appetibili e ricercati non solo per gli aspetti di carattere naturalistico e paesaggistico, ma anche storico-culturale, contribuendo alla loro riattivazione.
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Converti, Fabio, and Piera Della Morte. "Siti Unesco: Prospettive di valorizzazione dei patrimoni rurali." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (December 2011): 81–99. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004007.

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Abstract:
L'attuale contesto di competizione globale, tra cittÀ, aree metropolitane, regioni economiche, sta incidendo fortemente anche sullo sviluppo di aree rurali ad alto valore paesaggistico-culturale, fino a pochi anni fa quasi del tutto escluse dai processi di territorializzazione degli investimenti. Al fine di comprendere al meglio questi inediti processi, l'autore sostiene che sia necessario formulare nuove interpretazioni critiche sul tema del marketing territoriale e sui suoi rapporti con piani e strumenti di gestione e valorizzazione di siti UNESCO caratterizzati da un alto grado di ruralitÀ.
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Candela, Andrea. "Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi." SOCIETÀ E STORIA, no. 137 (September 2012): 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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Abstract:
La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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D’Alessandro, Chiara A. "Il patrimonio culturale immateriale." Società e diritti 7, no. 13 (July 25, 2022): 136–51. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/18455.

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Abstract:
RiassuntoLa tutela giuridica del patrimonio culturale immateriale è il risultato di un lungo e complesso percorso che è culminato nella Convenzione UNESCO del 2003 sulla tutela del patrimonio culturale immateriale, ed è tuttora in fieri in molti ordinamenti. A questo percorso non è estraneo il ruolo e il contributo culturale dell'antropologia culturale e in particolare di uno dei suoi più eminenti esponenti, Claude Lévi Strauss, che negli anni ha mantenuto un lungo e proficuo rapporto con l'UNESCO
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Anzellotti, Elisa. "Il tango patrimonio culturale immateriale." Mimesis Journal, no. 9, 2 (December 1, 2020): 145–52. http://dx.doi.org/10.4000/mimesis.2157.

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Baldacci, Valentino. "Tre diverse concezioni del patrimonio culturale." Cahiers d’études italiennes, no. 18 (March 30, 2014): 47–59. http://dx.doi.org/10.4000/cei.1518.

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Malo, Maurizio. "Sul valore costituzionale del patrimonio culturale." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 28 (April 2020): 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-028001.

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López Sánchez, Marina, Rossella Salerno, Mercedes Linares, Gómez del Pulgar, and Antonio Tejedor Cabrera. "Pianificazione del paesaggio e patrimonio digitalizzato: verso una convergenza necessaria." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 101–6. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099014.

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Abstract:
In Europa il paesaggio si è consolidato come un tema che richiede un nuovo approccio etico al governo del territorio. Con riferimento alla Convenzione Europea del Paesaggio, il paesaggio si è già confermato come l'attuale sfida della pianificazione territoriale. Derivante dalla revisione di diverse pratiche europee convergenti sul tema, questo testo evidenzia il ruolo centrale del patrimonio nell'affrontare sfide poste dalla visione paesaggista e sostiene la necessità di stabilire sinergie con ricerche che propongono una strategia della conoscenza del patrimonio basata sulla rappresentazione e visualizzazione digitale. Queste tecniche possono contribuire efficacemente all'inclusione della dimensione sociale nella pianificazione territoriale come oggi richiede l'approccio paesaggistico.
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Pepe, Dunia, and Debora Vitali. "Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità: storie, conoscenze, tecnologie e professioni." EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no. 36 (February 2022): 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Abstract:
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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Buono, Mario, and Rosa Maria Giusto. "La ri-scrittura del patrimonio culturale nell’Era digitale." Boletín de Arte, no. 41 (November 5, 2020): 279–83. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2020.v41i.8617.

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Abstract:
Il valore di una “mediazione” narrativa consapevole, integrata e potenziata dall’uso di strumenti digitali, diviene sempre più elemento centrale nelle politiche di valorizzazione e riconoscimento del patrimonio culturale dal momento che esso «non parla da solo» (2010: 45) ma ha bisogno di professionalità e strumenti informativi sempre più flessibili e aggiornati che lo disvelino e ne raccontino il significato più profondo. Il contributo affronta le nuove modalità di interazione e fruizione del patrimonio culturale tra discipline tecnologiche e scientifiche e discipline umanistiche.
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Vitali, Stefano. "Descrivere il patrimonio culturale: intrecci, condivisioni, convergenze." La Gazette des archives 249, no. 1 (2018): 11–22. http://dx.doi.org/10.3406/gazar.2018.5588.

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Bonacini, Elisa, and Giorgia Marangon. "Lo storytelling digitale partecipato come strumento didattico di divulgazione culturale." Cuadernos de Filología Italiana 28 (July 15, 2021): 405–25. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.70449.

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Abstract:
Lo storytelling digitale è da qualche anno una delle discipline più in voga nella comunicazione culturale, ma si è rivelato anche uno strumento particolarmente utile nella didattica del patrimonio culturale. In questo paper, dopo una introduzione sull’impatto che le nuove tecnologie e soprattutto i social media hanno causato sul settore culturale, e dopo un inquadramento sulla storytelling e sullo storytelling digitale, verrà presentato il caso del progetto XXXX, condotto sulla piattaforma per la produzione gratuita di audioguide multimediali izi.TRAVEL, come strumento didattico di divulgazione culturale attraverso un processo partecipativo.
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Brunetti, Dimitri. "La storia della Bassa Valle Scrivia sul web." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00030.

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Abstract:
Nel contesto dei portali culturali nazionali e regionali, il contributo propone il sito web condiviso fra tre comuni della Bassa Valle Scrivia che offre alla consultazione libera e gratuita un ricco patrimonio composto da fotografie, registrazioni sonore, audiovisivi, libri, inventari d'archivio, mappe, calendari e giornali locali per raccontare le vicende del territorio, delle famiglie e delle persone. Considerando gli elementi qualitativi e quantitativi che differenziano i grandi progetti dal variegato mosaico delle proposte sul web culturale offerte dalle realtà più piccole, l'illustrazione del sito piemontese vuole sollecitare il dibattito sulla convergenza delle esperienze per comporre un quadro unitario del patrimonio culturale nazionale.
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Villani, Marianicola. "Salvatore S, ITALIA S.p.A. L’assalto al patrimonio culturale." Journal of Public Finance and Public Choice 20, no. 2 (October 1, 2002): 194–95. http://dx.doi.org/10.1332/251569202x15665366114941.

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Carbone, Anna. "La multifunzionalitĂ dell'agricoltura europea: riflessioni sul contributo del settore primario alla costruzione dell'identitĂ culturale." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 133–44. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001010.

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Abstract:
La nota propone alcune riflessioni sul contributo che il settore primario può dare al mantenimento dell'identità culturale di un territorio ed al suo rafforzamento esplicando, così, una tra le diverse funzioni aggiuntive a quella primaria che vengono da più parti attribuite all'agricoltura nell'ampio dibattito sulla multifunzionalità del settore. Le idee riportate ruotano attorno al doppio nesso esistente tra le attività agricole - intese nel loro insieme e nella loro notevole multiformità - e l'identità culturale del territorio nel quale queste si svolgono. Le relazioni tra le due sfere sono profonde e si sviluppano, appunto, nei due sensi; vale a dire che se il modo di condurre/gestire le attività agricole è parte del patrimonio culturale specifico di un territorio, è anche vero che il patrimonio di conoscenze ed esperienze di un territorio influenza e determina, anche se ovviamente non in via esclusiva, il modo di fare agricoltura proprio di un'area. In particolare si mostra come siano espressamente alcune delle funzioni "accessorie" o "aggiuntive" a quella primaria, a ricoprire un ruolo particolarmente significativo in termini di contributo all'identità culturale di un territorio.
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CERQUETTI, MARA. "Creatività vs patrimonio culturale? The winner takes it all." Sinergie Italian Journal of Management, no. 105 (2018): 105–30. http://dx.doi.org/10.7433/s105.2018.06.

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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini, and Luca Bonardi. "Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Abstract:
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Veninata, Chiara. "Dal Catalogo generale dei beni culturali al knowledge graph del patrimonio culturale italiano: il progetto ArCo." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 43–56. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00013.

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Abstract:
Le attività dell’ICCD sono da sempre indirizzate ad una maggiore condivisione e valorizzazione sia dei modelli di strutturazione della conoscenza sul patrimonio culturale sia dei dati prodotti nelle campagne di catalogazione. Negli ultimi anni l’ICCD ha concentrato le proprie attività sull’analisi e sull’applicazione delle potenzialità offerte dal semantic web e dai suoi strumenti. Uno dei risultati è il progetto ArCo, il grafo della conoscenza del patrimonio culturale italiano, costituito da una rete di ontologie e da oltre 169 milioni di triple riferite a oltre a 800 mila schede catalografiche. ArCo si basa sui dati del Catalogo generale dei beni culturali dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione del MiBACT e sui dati dei suoi archivi fotografici. ArCo è distribuito congiuntamente con uno SPARQL endpoint, un software per convertire i record di catalogo in RDF e una ricca suite di materiale di documentazione (test, valutazione, istruzioni, esempi ecc.).
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Arabia, Aida Giulia. "Tipicità agroalimentari e patrimonio culturale: il caso della dieta mediterranea." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2016): 46–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2014-003003.

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Appiotti, Federica, Vanessa Assumma, Marta Bottero, Pierpaolo Campostrini, Giulia Datola, and Enrico Rinaldi. "Un modello di valutazione del rischio per il Patrimonio Culturale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 71 (December 2019): 121–48. http://dx.doi.org/10.3280/riv2018-071007.

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Barbara, Sibilio Parri. "Uno strumento di gestione del patrimonio culturale: il caso dei siti UNESCO." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Abstract:
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Guerrieri, Claudia. "Linked open data e rappresentazione del patrimonio culturale: un caso applicativo per diffondere la conoscenza dei beni culturali ecclesiastici nel web semantico." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 184–202. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00047.

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Abstract:
Nel dominio dei beni culturali molte organizzazioni stanno applicando le tecnologie del web semantico e hanno affrontato progetti – alcuni dei quali sperimentali – di pubblicazione dei dati descrittivi del patrimonio culturale in linked open data (LOD): la sfida è far affiorare la conoscenza rappresentata dai dati rendendola immediatamente interpretabile dalle macchine. Attraverso la delicata fase di definizione non ambigua dei concetti e delle relazioni che rappresentano una determinata porzione di realtà (modellazione dei dati) il web semantico si pone come strumento per far emergere significati e produrre nuove relazioni reciproche. Questo contributo ha l’obiettivo di porre le basi per una prospettiva strategica di produzione e pubblicazione di LOD del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB – Beni ecclesiastici in web, scelto come esempio altamente rappresentativo del dominio culturale in virtù non solo dei suoi numeri – circa 12 milioni di schede descrittive di beni culturali di proprietà ecclesiastica – ma soprattutto della modalità in cui è costruito e quotidianamente popolato. Il portale è ideato e coordinato dall’Ufficio nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio nazionale BCE – CEI), con l’ambizione di offrire una lettura d’insieme sui beni culturali di proprietà ecclesiastica conservati in Italia, dove gli authority data assumono il ruolo di punto di snodo per la tessitura di relazioni tra risorse culturali di natura diversa (risorse storico-artistiche, architettoniche, bibliografiche, archivistiche, fotografiche, istituti di conservazione). La proposta di integrazione nel web semantico del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB mira al raggiungimento di una piena interoperabilità semantica, attraverso l’analisi delle ontologie già presenti nel dominio culturale, per favorirne un loro riuso. BeWeB è dunque un case study presentato e introdotto da un inquadramento generale, utile a spiegare il contesto in cui sono inscritte le tecnologie che abilitano la realizzazione del web semantico e dei progetti di costruzione dei grafi della conoscenza (knowledge graph).
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Rivoira, Sara. "Archivi, patrimonio culturale e web semantico: come (non) perdersi nella rete." La Gazette des archives 249, no. 1 (2018): 23–37. http://dx.doi.org/10.3406/gazar.2018.5589.

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Beretta, Enrico, and Andrea Migliardi. "Il patrimonio artistico e culturale italiano: gestione, valorizzazione e attrattività turistica." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2014): 199–235. http://dx.doi.org/10.3280/ed2014-002002.

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SAVIANO, MARIA LUISA. "Il valore culturale del patrimonio naturale nella promozione dello sviluppo sostenibile." Sinergie Italian Journal of Management, no. 99 (2018): 163–90. http://dx.doi.org/10.7433/s99.2016.10.

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Cerquetti, Mara. "La valorizzazione del patrimonio culturale locale attraverso l'approccio esperienziale: Oltre l'edutainment." MERCATI E COMPETITIVITÀ, no. 4 (January 2013): 53–71. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-004005.

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D’Agnelli, Francesca Maria, Sergio Bellini, Adriano Belfiore, Claudia Guerrieri, and Silvia Tichetti. "Gestione, conservazione e valorizzazione delle immagini digitali del patrimonio culturale ecclesiastico." DigItalia 17, no. 2 (December 2022): 32–57. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00051.

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Venturi Ferriolo, Massimo. "Qualitŕ dei paesaggi, qualitŕ delle politiche. Aménager le futur." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057017.

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Abstract:
La Convenzione europea del paesaggio collega il processo di paesaggio al riconoscimento dell'ambito di vita percepito. Il paesaggio č una risorsa da governare per il benessere dei suoi abitanti, con potenzialitŕ propulsive per le culture locali nel variegato patrimonio culturale e naturale dell'Europa. La qualitŕ si dovrebbe affermare in ogni paesaggio indipendentemente dal giudizio estetico: essa č il fattore privilegiato e non la bellezza. Lo sviluppo dell'individuo e la sua affermazione socio-culturale si realizzano grazie ai tre concetti essenziali di benessere, soddisfazione, identitŕ: la vera bellezza di un paesaggio, che č il risultato dell'azione, quindi non astratta. A partire da qui si analizza il rapporto tra qualitŕ dei paesaggi e qualitŕ delle politiche, fondato sul riconoscimento, soprattutto quello dell'appartenenza: una straordinaria occasione democratica.
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Vitale, Carmen. "Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica: la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Abstract:
Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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Santagati, Cettina. "Metodologie digitali per il rilievo e la valorizzazione del patrimonio culturale ipogeo." Virtual Archaeology Review 5, no. 10 (May 2, 2014): 82. http://dx.doi.org/10.4995/var.2014.4222.

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Abstract:
The study addresses the problems of acquisition and enhancement in the field of underground sites with particular regard to the Catacomb of St. John in Syracuse. In addition to the proposed survey methodology, the research highlightes that only through a reliable and objective documentation you can understand and study in depth these places. 3D documentation of these places hidden from the eyes of the city and, therefore, very complex to interpret has provided a powerful tool for investigation as it has allowed to show the relationships between the plano-altimetric environments and to study from a geometrical point of view the spatiality of these places providing new and valuable information to scholars of the monument.
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Avanzi, Stefano. "Per un’antropologia dei monumenti: le sospensioni del giudizio e il patrimonio culturale." Rivista Italiana di Antropologia Applicata 8, no. 2 (May 2022): 31–47. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2022-2-2.

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Abstract:
The war in Ukraine again shows us the power, far from theoretical, that monuments can have. In the city of Kherson, the symbolic statue of Lenin had been sawn into three pieces and removed at the time of decommunisation, but was repositioned immediately after the invasion, in front of the regional government building. This example shows how statues can be symbols of power capable of conveying political messages. Recently, we have seen how the Black Lives Matter popular participation movement has questioned the majority representation of our own present, lashing out at symbols deemed inappropriate and representative of a society still tied to colonialist thinking. It is also important to reflect on the monumentalism of different cultures, which can trigger mechanisms of resistance and reflect on the structural inequalities created by our recent past. Keywords: monuments, violence, statues, colonialism, suspension.
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Condorelli, Francesca. "La documentazione del patrimonio culturale perduto mediante fotogrammetria e intelligenza artifi ciale." Mimesis.jasd 2, no. 1 (February 20, 2023): 72–83. http://dx.doi.org/10.56205/mim.2-1.5.

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Abstract:
This research aims to give an analysis and assessment through the extraction of metricinformation from historical images and to experiment with its potentialities in the heritage fi eldwith the aim of valorising historical iconographical documentation. In particular the paperdeals with photogrammetry applied to historical images. A classifi cation and a state of the artof historical archives material considering their possible use in metric documentation and thussuitable for photogrammetry is performed. A photogrammetric workfl ow is proposed to processhistorical images and the maximum metric quality level reachable by the photogrammetricprocessing is investigated. Two case studies in Paris were chosen: the UNESCO HeritageTour Saint Jacques and the pavilions of Les Halles of the architect Victor Baltard. The twostudies represent different situations of heritage because the tower was transformed over timebut still exists and the pavilions were destroyed in 1971. Thus, it is possible to compare thedifferent results obtained from the implementation of the workfl ow to the two case studies.
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Busolini, Daniele, Francesca Maria D’Agnelli, Laura Gavazzi, Luana Greco, and Valerio Pennasso. "BeWeB: un giovane progetto che compie vent’anni." DigItalia 16, no. 1 (June 2021): 89–100. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00028.

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Abstract:
Il portale BeWeB rappresenta il racconto delle comunità di eredità che esprimono il valore identitario del patrimonio culturale nelle sue diverse tipologie, materiale e immateriale, come riflesso ed espressione dei loro valori, delle conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. I beni ecclesiastici, oltre ad avere un’accezione culturale, storica, artistica, bibliografica, archivistica e patrimoniale, rappresentano anche uno dei luoghi in cui si compie la missione della chiesa. Le diocesi e le parrocchie, nel catalogare i propri beni attraverso un progetto locale di carattere nazionale, hanno investito risorse culturali, umane ed economiche motivate da una prospettiva principalmente legata alla conoscenza, certamente patrimoniale e di tutela, svolgendo l’attività con crescente consapevolezza. Ultimamente questa consapevolezza del dono da custodire e da trasmettere, da usare oggi, è cresciuta, e ormai in quei beni le comunità identificano i motivi della propria identità, un valore di vita e di annuncio.
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Puma, Paola, Stefano Rossi, and Giuseppe Nicastro. "Il progetto Cortona Heritage." Eikon / Imago 8 (October 15, 2019): 329–55. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.73447.

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Abstract:
Il paper presenta i primi risultati del progetto Cortona Heritage, che utilizza le tecniche del virtual heritage per implementare modalità concrete e innovative che rendono il ricco patrimonio culturale dell'antica città toscana accessibile a più persone e coinvolgono nuovi pubblici promuovendone la conoscenza tra le giovani generazioni. Cortona Heritage ha preso inizio nel 2016 su proposta dell'Università degli Studi di Firenze, con la collaborazione del Comune di Cortona e del Museo dell'Accademia Etrusca e della Città di Cortona-MAEC.
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Renna, Massimiliano, Angelo Signore, and Pietro Santamaria. "I prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), espressione del territorio e del patrimonio culturale italiano." Italus Hortus, no. 35 (2018): 1–13. http://dx.doi.org/10.26353/j.itahort/2018.1.113.

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Genovino, Cinzia. "Patrimonio culturale e Identità dei luoghi: un Binomio vincente per la Competitività territoriale." ESPERIENZE D'IMPRESA, no. 2 (January 2021): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002001.

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Abstract:
Obiettivo del presente articolo è quello di evidenziare come la competitività degli attori che operano in un territorio dipenda strettamente dal patrimonio culturale e dall'identità del luogo stesso, concetti sedimentati in letteratura, ma che necessitano di una ulteriore validazione empirica. La review della letteratura, infatti, focalizzandosi sui costrutti di place heritage, place image e place identity, ne evidenzia l'influenza sulla place reputation, che, a sua volta, riverbera i suoi effetti sulla place competitiveness e sulla capacità competitiva dei retailer operanti in una specifica area geografica. Successivamente, le ipotesi di ricerca sono state validate attraverso un'analisi sul campo che ha interessato un campione di 85 soggetti, intervistati in store. Lo studio, attraverso un modello di equazioni strutturali, intende sottolineare come la reputazione di un territorio - e le sue componenti - possa impattare sulle performance dei suoi attori, influenzandone la capacità competitiva.
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Buttitta, Ignazio. "I pupi siciliani: memoria, tradizione e innovazione di un patrimonio artistico e culturale." Móin-Móin: Revista de estudos sobre teatro de formas animadas 1, no. 15 (March 28, 2018): 177–95. http://dx.doi.org/10.5965/2595034701152016177.

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Martina, Valentina. "Il consumo culturale nell'Italia dei cento campanili: tecnologie, patrimonio e spettacolo dal vivo." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (March 2013): 31–43. http://dx.doi.org/10.3280/pri2012-001005.

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Salerno, Irene. "“Narrare” il patrimonio culturale. Approcci partecipativi per la valorizzazione di musei e territori." Rivista di Scienze del Turismo - Ambiente Cultura Diritto Economia, no. 1-2 (April 2014): 9–25. http://dx.doi.org/10.7358/rst-2013-01-02-sale.

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Abstract:
In contemporary multicultural societies, museums must assume a new role and have to renew the relationship with the public. They have to become more and more centres for cultural elaboration «of» territories and «inside» territories, engine for the development of a new culture of social inclusion and participation in the cultural life of societies, especially for the public that still have difficulties to access cultural heritage. Strategic realities for the maintenance and the reinterpretation of cultural identity, the museums, also rooted in specific local contexts, are actually trying to exploit innovative strategies to strengthen and re-enact the relationship with communities and territories of which they express values, history and culture. In this context, of particular importance are some innovative experiences of innovative itineraries to visit museum collections and cultural sites, adopting methodologies such as the «storytelling», with the active cooperation of local communities as «interpreter» of cultural heritage.
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Vinardi, Maria Grazia. "Note sul restauro delle residenze sabaude nelle celebrazioni del primo centenario dell'Unitŕ d'Italia (1961)." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 251–70. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132009.

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Abstract:
Fra le attivitŕ promosse per le celebrazioni del Centenario dell'Unitŕ d'Italia, Torino e il Piemonte poterono usufruire di finanziamenti per il restauro dei Castelli di proprietŕ demaniale. L'opera si dimostrň particolarmente rilevante in quanto si poterono iniziare grandi cantieri, che avviarono un lungo processo di conservazione di queste fabbriche, in alcuni casi concluso solo oggi. Il merito dei protagonisti di questi interventi, i Soprintendenti, fu quello di togliere dall'oblio un patrimonio culturale di rilevanza europea, in gran parte sconosciuto agli stessi piemontesi.
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Migliorelli, Giorgia, and Maria Adelaide Ranchino. "La Biblioteca Centrale “G. Marconi” del CNR nel Polo delle scienze SBN." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 87–98. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00006.

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Abstract:
La Biblioteca Centrale del CNR nel corso degli anni ha raccolto un cospicuo patrimonio documentario che è stimato oggi complessivamente intorno ai 600.000 volumi, di cui circa 150.000 di antiquariato scientifico con un eccezionale valore storico-culturale. Le opere possedute abbracciano diversi ambiti e in particolare si focalizzano sulla ricerca scientifica, il progresso tecnico, la storia del pensiero scientifico e le pubblicazioni edite dal CNR o finanziate con il suo contributo, con particolare riguardo alla documentazione dei primati scientifici e tecnici italiani. Per dare massima visibilità alla grande varietà tematica di cui sono costituite le sue collezioni, la Biblioteca Centrale ha intrapreso l’iter per entrare a far parte della rete SBN. Nel corso del 2016 ha aderito al Polo EVE dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, rinominato successivamente “Polo delle scienze”, con l’idea di realizzare una rete bibliotecaria del CNR e rendere fruibile il vasto patrimonio bibliografico e documentale dell’Ente ad oggi rintracciabile solo su cataloghi locali disponibili online e di aprirsi ad altri enti di ricerca creando un unico punto di accesso al vastissimo patrimonio documentale scientifico italiano.
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Lupo, Eleonora. "Design e Cultural driven innovation." i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (December 5, 2019): 120. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7085.

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Abstract:
Il saggio si propone di inquadrare il concetto di Cultural Driven Innovation nel discorso su design e patrimonio culturale contemporaneo, inteso come l’heritage continuum attivabile dal design tramite le tecnologie digitali e mobile. In questo approccio il Cultural Heritage non è considerato solo leva per uno sviluppo più sostenibile ma vera e propria fonte di innovazione, grazie al suo ri-uso creativo non soltanto in nuovi prodotti culturali fruibili da utenti finali, ma in strategie e strumenti, abilitati dal design, di co-creazione di valore per tutta la filiera.
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Settis, Salvatore. "Lo sguardo di Giano." International Journal of Cultural Property 27, no. 4 (November 2020): 489–93. http://dx.doi.org/10.1017/s0940739121000035.

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Abstract:
Il CoViD-19 contamina i corpi, ma anche le anime. Gli individui, ma anche le comunità. Ciò che le tiene in vita come il sangue e l’aria: la memoria culturale, la creatività, i paesaggi, il patrimonio artistico, le arti figurative, la danza, la musica, il teatro, l’opera, il pensiero filosofico e matematico, la ricerca scientifica, la letteratura, la storia. Sono le nostre coordinate, la terra su cui poggiamo i piedi: ma rischiamo di non pensarci abbastanza, tanto lo diamo per scontato. E in tempi come questi, scontato non è.
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Morandi, Francesco. "Patrimonio culturale e turismo trasformativo: nuovi modelli di sviluppo e opportunità per territori autentici." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 126 (January 2022): 118–32. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126007.

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Abstract:
In un momento in cui il turismo sta assumendo nuovi significati, i viaggiatori sono alla ricerca di forme alternative di vacanza che soltanto il patrimonio culturale di territori autentici è in grado di offrire. Le innovazioni dirompenti portate dall'avvento dell'era digitale convivono con l'esigenza di lentezza e con la necessità di approfondire la scoperta di nuovi significati del vivere lo spazio e il tempo della relazione interpersonale. Per soddisfare questo crescente segmento di domanda, il turismo si sta muovendo dall'economia dell'esperienza all'economia della trasformazione. Lo spirito di condivisione e il senso di accoglienza consentono al viaggiatore di restituire il beneficio ricevuto, in una prospettiva di continua rigenerazione. In questo senso, la forte identità delle aree interne e la naturale autenticità delle zone (solo in apparenza) marginali costituiscono una concreta opportunità per lo sviluppo sostenibile.
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CHEBINI, Sabrina. "Il patrimonio gastronomico a favore della conservazione e della promozione della cultura algerina : qual è il ruolo del cinema ?" ALTRALANG Journal 2, no. 01 (July 31, 2020): 143–54. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i01.53.

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Abstract:
ABSTRACT: Food can be considered a cultural element, as gastronomy has played a very important role in the preservation and proclamation of the culture of a particular country, such as Algeria. This role manifests itself in all its complexity in film production, and in the relation between gastronomy-culture-cinema that has become more recent, ever closer. To treat and deepen this them well, and to try to respond to the fundamental problem presented, we have followed a methodology based essentially on the description, analysis, and analysis of the expression contain as a potential for cultural exchange. The article is divided into three parts. The first part explains the perpetual role of gastronomy in the preservation of Algerian cultural heritage, according to the role played by cinema in the promotion of Algerian culture in its appearance to the west (second part): the third part studies an attempt to interconnect these three elements: gastronomy, culture , cinema from theoretical point of view, in particular from the analysis of the threshold of XXIst century. RIASSUNTO: Il cibo può essere considerato un elemento culturale, in quanto la gastronomia ha giocato un ruolo molto importante nella conservazione e nella promozione della cultura di un Paese particolare, come l’Algeria. Un ruolo, questo, che si manifesta in tutta la sua complessità nella produzione cinematografica, e nella relazione tra gastronomia-cultura-cinema diventata in tempi recenti sempre più stretta. Per trattare e approfondire bene questo tema, e per cercare di rispondere alla problematica fondamentale esposta, abbiamo seguito una metodologia basata essenzialmente sulla descrizione, l’analisi, e l’approfondimento di ciò che queste tre forme di espressione contengono quale potenziale di interscambio culturale. L’articolo è suddiviso in tre parti. La prima intende spiegare il ruolo perpetuo della gastronomia nella consevazione del patrimonio culturale tipico algerino, la seconda il ruolo svolto dal cinema nella promozione della cultura algerina nel suo affacciarsi all’Occidente; la terza indaga un tentativo di interconnessione tra loro gastronomia, cultura e cinema da un punto di vista teorico, nello specifico, vertendo sull’analisi del caso algerino alle soglie del XXI secolo.
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Natale, Maria Teresa, and Marzia Piccininno. "Europeana Education." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 108–13. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00008.

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Abstract:
La formazione scolastica è stata uno dei primi campi in cui Europeana ha sperimentato il riuso dei propri contenuti, avviando una collaborazione ormai di lungo corso con ministeri dell’istruzione, associazioni e reti professionali, insegnanti. Nel febbraio 2020 Europeana ha lanciato Europeana Education, un gruppo informale di professionisti ed esperti provenienti sia dal settore del patrimonio culturale sia da quello dell’istruzione, la cui principale attività è lo scambio esperienze e condividere idee per un uso innovativo delle risorse culturali digitali di Europeana. Nell’articolo presentiamo una rassegna di strumenti resi disponibili da Europeana a insegnanti e operatori della didattica.
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Pajer., Flavio. "LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE NELL’UNIONE EUROPEA." Revista Diálogo Educacional 5, no. 16 (July 17, 2005): 167. http://dx.doi.org/10.7213/rde.v5i16.7988.

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Abstract:
Il processo di unificazione economica e politica dell’Europa - in atto ormai da quasi 50 anni se si considera il Trattato di Roma (1957) come l’evento fondante – non può e non deve produrre, almeno a breve termine, un livellamento delle istituzioni nazionali per uniformarle a un comune standard transnazionale. Questo è vero soprattutto per i vari sistemi educativi nazionali. Essi sono troppo ancorati alla storia e alla cultura delle rispettive nazioni, troppo diversi per lingua, per struttura e organizzazione, al punto che una loro armonizzazione risulterebbe un insulto allo specifico e irriducibile patrimonio culturale e storico delle varie nazioni europee.
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Pugliano, Antonio. "Studi per la conservazione e la valorizzazione del Patrimonio culturale e del paesaggio di Tivoli." Boletin de Arte 37 (October 30, 2016): 157–74. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2016.v0i37.3276.

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