Dissertations / Theses on the topic 'Patrimonio culturale e paesaggistico'

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1

MENEGHIN, ERICA. "Valori storici e culturali nei processi di patrimonializzazione e nei progetti di conoscenza territoriale." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2022. http://hdl.handle.net/11583/2969097.

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DUCA, Francesca. "Geomatica e Multimedia per la documentazione del Patrimonio paesaggistico e culturale: nuove tecnologie integrate per il miglioramento dei processi di rilevamento, gestione e diffusione delle conoscenze tramite Web. Il ruolo delle immagini e della rappresentazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388774.

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Abstract:
Modern solutions today available in Geomatics and Information Technology offer great potential in the field of cultural heritage and landscape documenation in every step of recording, visualization, dissemination and communication. In this way the research aims to examine issues related to the integrated application of these technologies to improve knowledge on cultural heritage and landscape and the dissemination through web. The first part explores the themes of landscape and his representation, defining the theoretical principles of the study. Two cases are presented based on the experience gained during the PhD: The first one was carried out at the laboratories of CGT (Centro di Geotecnologie - University of Siena) within the project 'Portale dei Geopaesaggi della Regione Toscana', a scientific cooperation with Regione Toscana and Consorzio LaMMa. The project involves the integrated application of new technologies for the development of a Geographic Information System and a related web portal. In particular are discussed methodologies for landscape documentation such as digital photography to create virtual immersive panoramas and programming application to create a dedicated web site. The second one was carried out during a staying at GIFLE, Photogrammetry & Laser Scanning Research Group. It presents the use of a terrestrial laser scanning (TLS) as a valuable tool for 3D documentation of large outdoor cultural heritage sculptures such as the ones existing in the open-air museum, ‘Museo al Aire Libre’, inside the Campus de Vera of the Universidad Politecnica de Valencia. Both case followed the same methodological approach from the object's registration, with a special attention for data quality and reliability, through the representation and visualization to promote the latter stages of communication and public dissemination through the web optimizing the cultural flow and knowledge of the landscape.
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3

Cantale, Claudia. "Studiare il patrimonio culturale nella contemporaneità." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/3781.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca proposto si colloca nel campo delle Digital Humanities, ed ha come oggetto principale un complesso architettonico, il Monastero dei Benedettini di San Nicola l Arena di Catania. Di esso si propone la rappresentazione attraverso le tecnologie semantiche, al fine di potere indagare le relazioni tra uomini, luoghi e testi che ne hanno caratterizzato il contemporaneo cantiere di recupero guidato dall architetto Giancarlo De Carlo. Lo strumento qui fornito, l Ontologia del Monastero dei Benedettini, si pone come base di partenza per metodologie di sperimentazione di semantica dei luoghi , indispensabile per cogliere le dinamiche sociali storicizzate. Grazie alla semantica dei luoghi è possibile cogliere le tensioni del suo passato più recente, quello del suo recupero, a supporto dei processi di restauro e riuso. La ricerca qui presentata è introdotta da un ampia rassegna sulle metodologie informatiche in ambito umanistico e sulle interazioni uomo-macchina, oltre che un necessario approfondimento sulle tecnologie legate al web semantico. L occasione fornita dal lavoro di ricerca ha permesso di incrementare un recente filone di studi che non riguarda solo le vicende storiche del Complesso ma soprattutto quelle legate al suo riuso come sede universitaria e bene pubblico per la città di Catania.
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4

Zoni, Achille <1985&gt. "L'arte di strada come patrimonio culturale?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2596.

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5

Civiero, Ilaria <1987&gt. "La distruzione intenzionale del patrimonio culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4347.

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Abstract:
La tesi analizza la distruzione volontaria del patrimonio culturale, sia in caso di conflitto armato, che in tempo di pace. Nel primo capitolo dedicato alle fonti vengono presi in considerazione i principali strumenti a carattere internazionale volti a preservare e tutelare il patrimonio culturale, tangibile ed intangibile. Il secondo capitolo è interamente dedicato alla Dichiarazione UNESCO sulla Distruzione Intenzionale del Patrimonio Culturale, con messa a fuoco, in particolare, sui motivi e gli avvenimenti che hanno condotto l’UNESCO alla sua redazione, nonché i punti di forza e i limiti della stessa. Nel terzo capitolo sono stati infine approfonditi due casi: la distruzione del ponte di Mostar durante la guerra nella Bosnia-Erzegovina e la recente distruzione dei mausolei musulmani di Timbuctù, nel Mali,(successivamente iscritti nella Lista del Patrimonio dell’Umanità a rischio) perpetrata dal gruppo fondamentalista Ansar Dine.
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6

Fiore, Federica <1973&gt. "Ecomusei come strumento di valorizzazione del patrimonio culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1017/1/Tesi_Fiore_Federica.pdf.

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7

Fiore, Federica <1973&gt. "Ecomusei come strumento di valorizzazione del patrimonio culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1017/.

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8

Simonato, Sofia <1991&gt. "La fruizione delle risorse online del patrimonio culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9649.

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Abstract:
La diversificazione e moltiplicazione degli strumenti dell’Information e Communication Technology (ICT) ha portato, nel corso degli ultimi anni, alla loro utilizzazione anche nell’ambito della gestione e della fruizione delle risorse del patrimonio culturale. La realizzazione di strumenti multimediali atti a favorire l’accesso alle risorse ha creato nuove occasioni d’incontro tra il patrimonio e quanti sono o dovrebbero esserne i fruitori, qualunque siano il paese d'origine, il background culturale o i limiti imposti da una disabilità. O almeno questo è l’obbiettivo auspicato. Il presente lavoro si propone di indagare i nuovi ruoli assunti dalle istituzioni e dalle organizzazioni che conservano e rendono accessibili le risorse del patrimonio culturale anche in relazione alle sfide derivanti dai mutamenti sociali. Vengono analizzati alcuni degli strumenti online predisposti per la consultazione da remoto delle collezioni per giungere a proporre nuove soluzioni per la promozione di una mostra d'arte.
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9

Martins, Juliana Miranda. "Comunità patrimoniali e patrimonio culturale immateriale: esperienze a confronto." Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2016. http://hdl.handle.net/10045/59915.

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Abstract:
El objetivo del estudio es analizar y describir los procesos y dinámicas que impulsan las comunidades a solicitar la inclusión de su patrimonio cultural inmaterial en la lista representativa de la UNESCO. La comprensión del papel desempeñado por la comunidad, a partir del reconocimiento de su patrimonio cultural hasta la gestión del mismo, significa interpretar las motivaciones y expectativas, conflictos y sentimientos relacionados con los patrimonios y el contexto social e histórico en el que están inmersos. El estudio pretende además analizar la legislación internacional y nacional inherente al proceso de patrimonialización de las expresiones culturales para establecer una especie de modelo general aplicable a casos similares, analizando los recorridos del Misteri d'Elx (Alicante, España) y de la naciente candidatura para la salvaguarda del patrimonio cultural inmaterial de la Humanidad promovida por la asociación de los artesanos y constructores de góndolas en Venecia El Felze (Venecia, Italia). La elaboración del dossier per la salvaguardia de una expresión cultural en el ámbito internacional es un proceso complejo que involucra necesariamente cada comunidades. Esto implica la creación de una red de relaciones con las instituciones públicas, tanto locales como nacionales e internacionales, tales como el ayuntamiento, la Comunidad Autónoma y el Comité de la UNESCO, sino también a las universidades e instituciones de investigación que poseen sectores especializado y promueven las actividades de investigación.
Republica Federativa do BRASIL, Ministério da Educação, CAPES – Coordenação e Apoio de Pessoal em Nível Superior, Programa doutorado pleno no exterior 2012-2015.
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10

Ortenzi, Maria <1990&gt. "Patrimonio naturale culturale lungo il medio Tevere e Farfa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9489.

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Abstract:
L’ elaborato si occupa del turismo fluviale nel territorio circostante il fiume Tevere, con particolare riguardo alla zona della Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa. Il lavoro parte con un’introduzione incentrata sul binomio turismo-ambiente. Dopo aver considerato le fasi dell’istituzione delle riserve, si analizza quel settore dell’ Alto Lazio con particolare attenzione ai centri storici minori e al contesto ambientale. Obiettivo centrale della ricerca è l’analisi delle percezioni ricavate da un campione di circa 100 individui, in modo da comprendere le attitudini sociali rispetto alla promozione del turismo fluviale in un territorio in cui il fiume Tevere è, o potrebbe diventare, un’ opportunità rilevante per il turismo locale e soprattutto per un turismo moderno ed eco-sostenibile.
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11

Miranda, Martins Juliana. "Comunita' patrimoniali e patrimonio culturale immateriale: esperienze a confronto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3427252.

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Abstract:
The objective of this study is to analyze and describe the processes and dynamics driving the communities to apply for the inscription of their intangible cultural heritage into the representative list of UNESCO. Understanding the role performed by the community, from the recognition of its cultural heritage up to management of the same, means to interpret the motivations and expectations, conflicts and feelings relating not only to one’s heritage but also to the social and historical context the heritage lies in. The study intends also to analyse the international and national laws regarding the process of patrimonialisation of a cultural expression in order to define a sort of general model that may be applied to similar cases, while analysing the path followed both by the Misteri d’Elx (Alicante, Spain) and the rising candidacy for the safeguard of the Intangible Cultural Heritage of Humanity promoted by El Felze, the association of gondola’s artisans and builders based in Venice, Italy. The drawing up of a dossier for the safeguard of a cultural expression at an international level is a complex process that inevitably involves the single communities. It implies the setting-up of a net of relations with public authorities, both local, national and international, such as, the Municipality, the Region, the UNESCO Committee, as well as the Universities and the research centres provided with specialised sectors aiming at promoting the research activities.
L’obiettivo dello studio è di analizzare e descrivere i processi e le dinamiche che spingono le comunità a chiedere l’inserimento dei loro patrimoni culturali immateriali nelle liste rappresentative dell’UNESCO. Comprendere il ruolo svolto dalle comunità, a partire dal riconoscimento dei loro patrimoni culturali fino alla gestione degli stessi, significa interpretare le motivazioni e le aspettative, i conflitti e i sentimenti legati ai patrimoni e al contesto sociale e storico nel quale sono immersi. Si vuole inoltre analizzare le legislazione internazionale e nazionale inerente al processo di patrimonializzazione delle espressioni culturali per stabilire una specie di modello generale applicabile a casi simili, analizzando i percorsi realizzati dal Misteri d’Elx (Alicante, Spagna) e dalla nascente candidatura per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità promossa dall’associazione degli artigiani e costruttori di gondole di Venezia El Felze (Venezia, Italia). L’elaborazione del dossier per la salvaguardia di una determinata espressione culturale in ambito internazionale è un processo complesso che coinvolge necessariamente le singole comunità. Esso implica la creazione di una rete di rapporti con le istituzioni pubbliche sia locali e nazionali che internazionali, quali il Comune, la Regione e il Comitato dell’UNESCO, ma anche le università e gli enti di ricerca che dispongono di settori specializzati e promuovono le attività di ricerca.
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12

SCHIVO, SONIA. "La percezione del patrimonio culturale presso le comunità locali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3458539.

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Abstract:
La conservazione dei beni culturali , compresi quelli archeologici, dovrebbe dipendere non solo dalle politiche di tutela dei governi, ma anche dal grado di conoscenza e dal valore che la popolazione gli attribuisce. È evidente che nessuna società fa uno sforzo per conservare ciò che non apprezza «value has always been the reason underlying heritage conservation. It is self-evident that no society makes an effort to conserve what it does not value» (Avrami, Mason, de la Torre 2000, p. 3). I valori che una persona, un gruppo, una comunità attribuisce ad un bene del patrimonio culturale, possono essere di molti tipi e dipendono da numerose variabili . Come sostenuto dall’antropologa Lourdes Arizpe, per tutte le decisioni di conservazione e tutela, è necessario tenere presente che ogni parte interessata in questo processo ha dei propri obiettivi e valori: lo Stato perseguirà i propri , così come i professionisti della cultura, la popolazione locale e così via. Per comprendere quale sia la migliore strategia per preservare il patrimonio culturale, sarebbe necessario capire il pensiero di ognuno dei gruppi interessati rispetto al patrimonio culturale e le relazioni tra essi (Arizpe 2000, p. 37). È inoltre fondamentale sapere come si sono creati/originati questi criteri di valutazione per poter, nel caso in cui sia necessario, individuare strategie future che consentano di agire per incrementare la conoscenza e quindi il valore culturale attribuito ai beni del patrimonio. Questa tesi di dottorato si propone di individuare un sistema per registrare la percezione e i valori attribuiti al patrimonio culturale locale, applicando alcuni principi e strumenti provenienti dalle scienze sociali in alcune aree campione in cui l’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università di Padova svolge le proprie attività di ricerca (Comune di Brembate e Comune di Brentonico). Inoltre, anche per una terza area, la città di Padova, si propone un’indagine specifica sulla scuola intesa come variabile che influenza la costruzione della percezione pubblica dell’archeologia. Gli obiettivi che si intende raggiungere con questa ricerca sono: OBIETTIVO 1) testare metodi quantitativi e qualitativi per la registrazione del valore che il pubblico attribuisce al patrimonio culturale locale; OBIETTIVO 2) comprendere quali possono essere le variabili che influiscono sulla percezione del patrimonio culturale locale; OBIETTIVO 3) risalire a quali siano le fonti primarie degli intervistati per la conoscenza delle tematiche archeologiche; OBIETTIVO 4) capire quale sia l’interesse del pubblico nella partecipazione ad attività partecipative e di valorizzazione del patrimonio culturale locale; OBIETTIVO 5) verificare in che misura il percorso scolastico sia in grado di influenzare la costruzione della percezione pubblica e dell’interesse verso l’archeologia. Le ricadute di questa ricerca sono: a) consentire una migliore strutturazione di progetti di ricerca calati sui territori; b) favorire l’allocazione di investimenti in politiche culturali locali che siano maggiormente sostenibili e in linea con l’interesse delle comunità; c) fornire delle proposte per incrementare l’‘effetto scuola’ sul miglioramento della percezione verso l’archeologia e il patrimonio culturale.
The preservation of cultural (and archaeological) heritage should result not only from the policies issued by the Government and local councils, but also from the degree of knowledge and values that the local population bestows on it. As Avrami, Mason, de la Torre (2000, p. 3) point out «it is self-evident that no society makes an effort to conserve what it does not value». Different values can be attributed to cultural heritage, depending on many variables. Knowing how these values have originated (or were created) is fundamental to develop future strategies, as appropriate, to build knowledge and increase the cultural value attributed to heritage. This research aims to identify a method to register the perception and the values attributed to local cultural heritage, through the application of principles and tools developed in social sciences. The method is tested in ‘sample areas’ located in north Italy, Brembate (province of Bergamo) and Brentonico (province of Trento), where the ‘Medieval Archaeology group’ of the University of Padova has been working for the past few years. A third sample area, the city of Padova, was chosen to investigate how the school influences the construction of public perception of archaeology. The objectives of this research are: Objective 1. To test quantitative and qualitative methods to register the values that the public attributes to local cultural heritage. Objective 2. To understand what variables influence the perception of local cultural heritage. Objective 3. To investigate the sources of archaeological knowledge for the interviewees. Objective 4. To know if the public is interested in participating to cultural activities related to local cultural heritage, or otherwise. Objective 5. To verify to what extent the school influences the construction of the public perception and interest towards archaeology. The practical goals of this research are: a) to contribute to build future research projects more relevant to local communities. b) to give a steer towards a more sustainable allocation of cultural investment in local policies relevant to local communities. c) to suggest practical proposals to increase the ‘school effect’, and improve public perception of archaeology and cultural heritage. To reach the above mentioned objectives, this research uses a methodology which combines qualitative and quantitative analyses, with a sociological approach. This method includes: a) interviews to key stakeholders in the sample areas. This allowed a rough understanding of the social composition of local communities (cf. chapter 4) and a first identification of the cultural heritage to be used for the quantitative analysis. b) the design of specific questionnaires, filled by a sample of citizens in the selected areas (cf. chapters 5-7). The results of this analysis identified specific variables able to influence the construction of the perception of archaeology. Building on these results, the research included c) a quali-quantitative analysis of the educational offer in the schools of Brembate, Brentonico, and Padova (cf. chapter 8). The research includes also the results of the registration of the perception of cultural heritage after an educational activity carried out in a secondary school.
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GASPARINI, LUCIA. "IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE: NUOVE PROSPETTIVE CONCETTUALI, ARTISTICHE, MUSEOLOGICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1801.

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Abstract:
La ricerca affronta il tema del crescente spazio che la considerazione del patrimonio culturale immateriale ha acquisito nel panorama mondiale a partire dagli ultimi decenni, in particolare dal 2003, quando l’UNESCO ha stilato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Oltre a ripercorrere le tappe storiche che nel XX secolo hanno condotto a tale risultato, esso traccia un ancora poco esplorato parallelismo - formale e teorico - tra l’evoluzione del concetto di patrimonio immateriale e lo sviluppo delle forme dell’arte contemporanea a partire dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Tale tematica interessa anche il museo e una lettura della sua storia più recente mette in luce le conquiste e le difficoltà conseguenti l’accoglienza di manifestazioni immateriali all’interno delle collezioni. Tale aspetto viene avvicinato anche con gli strumenti dell’estetica fenomenologica, che contribuiscono a valutare possibili future azioni museologiche e museografiche nei confronti del patrimonio immateriale, nella direzione di un maggior rispetto della collezione e di un migliore coinvolgimento dei vari pubblici. Il contributo si sofferma altresì ad approfondire alcuni aspetti dell’architettura contemporanea, della didattica museale e dell’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito museale valutandone utilizzi positivi o al contrario poco adeguati per una seria e fruttuosa valorizzazione del patrimonio immateriale.
This PhD dissertation deals with intangible cultural heritage and museums. An increasing interest in intangible heritage has been arising in the world in these last years, especially since 2003, when UNESCO drew up the Convention for the Safeguarding of Intangible Cultural Heritage. A detailed historical review shows the steps which brought to this attainment; a formal and theoretical parallelism between intangible heritage and contemporary art is outlined too. A study on the very recent history of museums allows to underline the difficulties museum encounters in collecting intangible heritage. It’s possible to think about new museological solutions thanks to the contribution of aesthetics: the thought of phenomenology helps in finding ways to respect the collection and to involve the publics. The dissertation also deals with the contemporary architecture of museums, with museum education and with the use of new technologies in museums: some uses are bad, others are good and useful for the communication of intangible cultural heritage.
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GASPARINI, LUCIA. "IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE: NUOVE PROSPETTIVE CONCETTUALI, ARTISTICHE, MUSEOLOGICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1801.

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Abstract:
La ricerca affronta il tema del crescente spazio che la considerazione del patrimonio culturale immateriale ha acquisito nel panorama mondiale a partire dagli ultimi decenni, in particolare dal 2003, quando l’UNESCO ha stilato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Oltre a ripercorrere le tappe storiche che nel XX secolo hanno condotto a tale risultato, esso traccia un ancora poco esplorato parallelismo - formale e teorico - tra l’evoluzione del concetto di patrimonio immateriale e lo sviluppo delle forme dell’arte contemporanea a partire dal secondo dopoguerra fino ad oggi. Tale tematica interessa anche il museo e una lettura della sua storia più recente mette in luce le conquiste e le difficoltà conseguenti l’accoglienza di manifestazioni immateriali all’interno delle collezioni. Tale aspetto viene avvicinato anche con gli strumenti dell’estetica fenomenologica, che contribuiscono a valutare possibili future azioni museologiche e museografiche nei confronti del patrimonio immateriale, nella direzione di un maggior rispetto della collezione e di un migliore coinvolgimento dei vari pubblici. Il contributo si sofferma altresì ad approfondire alcuni aspetti dell’architettura contemporanea, della didattica museale e dell’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito museale valutandone utilizzi positivi o al contrario poco adeguati per una seria e fruttuosa valorizzazione del patrimonio immateriale.
This PhD dissertation deals with intangible cultural heritage and museums. An increasing interest in intangible heritage has been arising in the world in these last years, especially since 2003, when UNESCO drew up the Convention for the Safeguarding of Intangible Cultural Heritage. A detailed historical review shows the steps which brought to this attainment; a formal and theoretical parallelism between intangible heritage and contemporary art is outlined too. A study on the very recent history of museums allows to underline the difficulties museum encounters in collecting intangible heritage. It’s possible to think about new museological solutions thanks to the contribution of aesthetics: the thought of phenomenology helps in finding ways to respect the collection and to involve the publics. The dissertation also deals with the contemporary architecture of museums, with museum education and with the use of new technologies in museums: some uses are bad, others are good and useful for the communication of intangible cultural heritage.
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Gallerani, Lucia. "Applicazioni geomatiche nello studio e documentazione del patrimonio artistico-culturale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
In questa tesi di laurea si è applicata la Geomatica nell’ambito della storia dell’arte, coinvolgendo opere che hanno una qualche relazione con la Valmarecchia ed in particolare con il comune di San Leo (RN). L’obiettivo, nella prima parte della tesi, è legato all’ambito di ricerca che oggi prende il nome di Geomorfologia Culturale. In particolare, la sperimentazione è stata incentrata sulla interpretazione e ricostruzione dei paesaggi presenti in dipinti di Piero della Francesca e di Giorgio Vasari utilizzando metodi propri della Geomatica. Sono state usate tecniche di image processing, modellazione del terreno e visualizzazione di DTM, georeferenziazione di immagini satellitari e ricostruzione di modelli 3D con tecniche multi-view Structure from Motion a partire da immagini acquisite da drone. La seconda parte della tesi è stata dedicata all’analisi di dipinti con immagini digitali nel campo dell’infrarosso vicino, una tecnica non invasiva impiegata nella documentazione e nella diagnostica di dipinti su tela e tavola. Tale tecnica è stata applicata su alcune opere collocate nel Museo di Arte Sacra di San Leo per l’individuazione di elementi strutturali del supporto del dipinto o stesure pittoriche nascoste (pentimenti e restauri).
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BELOTTI, Francesca. "Il diritto al patrimonio culturale. Il caso di Sétif (Algeria)." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30375.

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Bocci, Monica. "Le dimensioni della sostenibilità del paesaggio: patrimonio culturale e risorse ambientali." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2008. http://hdl.handle.net/11566/242396.

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Pranovi, Enrico <1992&gt. "Strategie di web marketing per la valorizzazione del patrimonio culturale intangibile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9948.

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Abstract:
La tesi avrà l'obiettivo di evidenziare le potenzialità della comunicazione e del marketing on line per la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale intangibile. Per questo tipo di beni culturali, si definirà come gli strumenti digitali possano informare e coinvolgere il pubblico, in mercati territorialmente, linguisticamente e culturalmente diversi. In particolare, si svilupperà un piano di web marketing per la valorizzazione della figura e delle opere del compositore Gian Francesco Malipiero.
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CARAVELLO, Emanuela. "Soluzioni smart per la fruizione del patrimonio culturale in siti UNESCO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/565682.

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Perocco, Nicole <1995&gt. "Digitalizzazione del patrimonio culturale: un'analisi filosofica, giuridica ed economica. Le Gallerie degli Uffizi e la loro politica culturale digitale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19221.

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Abstract:
"L’elaborato mira a declinare il termine della digitalizzazione del patrimonio culturale in tre diverse connotazioni. L’analisi filosofica si basa prima sugli studi di Walter Benjamin, da un lato, e di Theodor Adorno e Max Horkheimer, dall’altro per poi passare a quelli più moderni della neuro-estetica riguardo la diversa percezione dell’opera d’arte. Per quanto riguarda l’ambito giuridico si pone il focus sul diritto d’autore genericamente inteso e le modifiche di questo a livello digitale sia a livello italiano che internazione; infine vi è un'analisi economica che ha come obiettivo analizzare la digitalizzazione come nuova leva di creazione di valore. Lo studio, in conclusione, si focalizza sul caso delle Gallerie degli Uffizi, uno dei musei più importanti a livello mondiale, che persegue una politica culturale digitale innovativa su più fronti, incrementata maggiormente a causa/grazie alla pandemia globale derivante dal Covid-19"
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Anzellotti, Elisa. "Memoria e materia della danza : problemi conservativi di un patrimonio culturale immateriale." Thesis, Paris 8, 2015. http://www.theses.fr/2015PA080130.

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Abstract:
Ce document vise à répondre à un discours sur la conservation du patrimoine culturel immatériel, qu’est la danse.A partir d'un postulat philosophique esthétique, nous étudierons les problèmes qui se posent avec un art dont l'essence réside dans l’éphémère.Une nouvelle perception du temps et de l’espace entrent en jeu et font que la danse est plus adaptée que les autres arts à l'évolution de ce siècle fluide et remplie de dichotomies.Pour bien comprendre l'importance de la préservation de ces biens, nous avons consacré un chapitre à la législation sur le patrimoine culturel immatériel, en référence notamment à la danse et aux droits d'auteur, point essentiel, lorsque nous allons aborder les problèmes liés aux archives, thème sur lequel se concentre une grande partie de notre travail.Après avoir enquêté sur les matériaux de la danse (avec une attention particulière sur le corps du danseur, le nouvelle technologies et sur le rapport avec les arts plastiques), nous traiterons la problématique de la préservation de la danse. Les principales questions concernent l'avenir, la préservation dans l'ère numérique, avec une référence particulière aux changements des musées et des archives.Nous prendrons pour exemples des cas européens et italiens pour étudier la situation de la protection de la danse et comprendre son évolution. Le critère qui a guidé ce choix fut précisément celui de souligner le danseur (nous nous somme appuyé sur la collaboration d’importants danseurs, comme les Dupuy, aussi avec de les entretien).De cette façon, nous avons jeté les bases théoriques d'un centre idéal pour l'étude et la préservation de la danse en Italie
This paper aims to discuss the difficulties involved in the preservation of the an intangible cultural heritage: the Dance.We shall begin from an aesthetic and philosophical premise as we investigate the problems that arise with an art form whose virtual essence lives in the ephemeral. However, this quality and the different perception of time and space that the dance create, that allows this art form to adapt to the fluidity of the 21st century - an era encumbered by dynamic dichotomies.In order to fully understand the importance of preserving this cultural heritage, an entire chapter has been devoted to “intangible cultural heritage legislation” which includes particular reference to dance works and copyright laws. An understanding of this aspect is essential - especially when confronting problems related to exploring and researching within dance archives - a prominent theme in this work. The thesis then moves onward to define the element of dance itself, with particular attention placed on the dancer’s instrument (the body) and the new technology. Only after thoroughly exploring this fundamental aspect, we will then discuss the sensitive issue of dance archive preservation.The preliminary exploration and definition in the thesis then brings us to the main question: How can we preserve and protect dance masterpieces in the digital era, especially with respect to current changes in National museums and archive conservation.Specific examples with regards to dance conservation and its evolution have been hued from selected European Institutions and in particular, those in Italy. One of the overriding concepts throughout this thesis has been to focus on the topic from the dancers point of view and therefore, collaborating with important dance figures such as the French master, Dupuy, has offered invaluable insight. It is the hope of this thesis to lay the ground work of a theoretical basis for an ideal center to study and preserve the evolution of dance in Italy
Il presente lavoro ha come obiettivo quello di affrontare un discorso conservativo di un bene culturale immateriale, qual è la danza.Partendo da una premessa estetico filosofica, si indagano le problematiche che si pongono in essere con un’arte la cui essenza risiede nell’effimero. Questa caratteristica, insieme alla diversa percezione di spazio e tempo che si ha con la danza, fanno sì che si adatti meglio di altre arti ai cambiamenti di questo secolo fluido e pieno di dicotomie.Per comprendere appieno l’importanza della salvaguardia di tale bene è stato dedicato un capitolo alla legislazione dei beni culturali intangibili, con particolare riferimento alla danza e al diritto d’autore, fondamentale anche quando si vanno ad affrontare le problematiche riguardanti gli archivi, punto su cui è incentrato molto del lavoro. Tema cardine è infatti la questione della conservazione della danza sia nelle sue componenti materiali, ma soprattutto nella sua immaterialità. Ruolo centrale è rivestito dal corpo del danzatore, elemento sfuggente come in tutte le arti performative. Particolare attenzione viene data alle nuove tecnologie (fotografia, cinema e video) senza tralasciare la documentazione e la conservazione che si ha con la scrittura e le immagini (con specifico riferimento al rapporto con le arti plastiche). Vengono presi in esame poi specifici esempi europei e italiani per indagare la situazione inerente la conservazione della danza. Un criterio che ha guidato la scelta è stato proprio quello di dare risalto al danzatore. In questo modo si sono volute gettare le basi teoriche per un ideale centro per lo studio e la conservazione della danza in Italia sul modello francese del CND
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Novelli, Giulia <1987&gt. "Il ruolo delle ICT nella fruizione del patrimonio culturale. Il caso Parsjad." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2075.

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Abstract:
La rivoluzionaria introduzione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha offerto al museo interessanti occasioni di dialogo e comunicazione con i suoi pubblici e con i suoi territori. Il lavoro parte dalla considerazione che il prodotto culturale non si esaurisca nell’acquisto di un prodotto o di un servizio ma che esso si completi solo nella costruzione di un’esperienza che è soprattutto fisica, emotiva e cognitiva. Le organizzazioni che operano nel settore culturale si sono confrontate con la necessità di sviluppare occasioni di relazione con il fruitore, proponendo nuovi supporti capaci di coinvolgerlo e di produrre un’esperienza soddisfacente. Lungo l’itinerario di visita oggi nei musei si incontrano chioschi multimediali, video che presentano visite virtuali del sito, audio guide multimediali, pannelli interattivi; supporti di questo tipo alcune volte si rivelano estremamente efficaci, altre volte si ha l’impressione di una tecnologia fine a sé stessa che meraviglia ma che non trasmette cultura. Gli strumenti digitali sono perfettamente in grado di produrre esperienze di visita nuove, aperte alla partecipazione attiva dei visitatori. La ricerca ha, pertanto, l’obiettivo di presentare i cambiamenti positivi che le ICT, se utilizzate in modo efficiente ed efficace, possono apportare all'interno del settore museale.
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Vio, Patrizia <1960&gt. "Conservare il patrimonio culturale di un territorio: le carte di Adolfo Callegari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10381.

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Abstract:
L’archivio di Adolfo Callegari rientra fra gli archivi privati che rivestono un notevole valore storico-culturale e di fonte in quanto conservano memoria di un’attività particolare, più aderente di altre, al contesto locale. L’archivio oggetto della tesi, depositato alla Biblioteca Civica di Este, è stato prodotto da una persona illustre del primo Novecento a Este e provincia, un intellettuale poliedrico nel quale la passione per la pittura si sposa con l’amore per l’archeologia e la storia dell’arte. Il suo itinerario di pittura inizia seriamente a Venezia tra il 1907-08 e prosegue a Monaco ma si ferma piuttosto presto. Per le sue competenze in campo archeologico e storico-artistico nel 1920 è nominato regio ispettore onorario ai Monumenti e Scavi per i distretti di Este, Monselice, Conselve e Montagnana e nel 1922 gli è affidata la direzione del Museo Nazionale Atestino che mantiene fino alla morte. Grande è il suo impegno nel ruolo di direttore sia per le indagini e le scoperte archeologiche nel territorio euganeo sia per la loro salvaguardia. Intuisce precocemente i problemi dei colli Euganei, soprattutto i gravi rischi al patrimonio storico-artistico e paesaggistico che sarebbero derivati dall’attività estrattiva e dall’incuria in cui versavano troppi monumenti. Il suo grido di allarme per la salvaguardia della Rocca di Monselice è pubblicato su “Dedalo”, la rivista fiorentina diretta da Ugo Ojetti, già nel 1923. Cerca in ogni modo di salvaguardare il paesaggio di Arquà al fine di evitare che eventuali progetti di costruzioni alberghiere e termali possano alterarne le caratteristiche. Riesce anche ad avviare il progetto di restauro della casa del Petrarca di cui gli è poi conferito l’incarico di custode. Si adopera inoltre per trovare una soluzione alle condizioni di arretratezza della popolazione dell’area euganea e tra gli interventi per la promozione del turismo ha grande rilevanza la sua Guida ai Colli Euganei. Le sue robuste competenze in campo storico-artistico danno vita, negli anni Trenta, all’Elenco degli edifici monumentali della Provincia di Padova e soprattutto allo splendido volume sulle Ville del Brenta e degli Euganei, scritti assieme a Bruno Brunelli Bonetti. Collabora anche alla redazione dell’Enciclopedia Italiana su invito di Giovanni Gentile. Come la maggior parte degli archivi personali, l’archivio di Adolfo Callegari mi ha costretta ad affrontare alcuni problemi metodologici e pratici: mancava infatti una struttura organizzativa e le tipologie documentarie presenti erano varie sia per natura sia per contenuto e supporto: corrispondenza, documenti personali, stampe e negativi fotografici, testi manoscritti, quaderni di appunti. Acquisito dall’amministrazione comunale nel 1949, ha subito nel corso del tempo vari spostamenti e condizionamenti; la maggior parte della documentazione era stata riposta in cartelle senza nessun criterio di riordino e solo una parte delle numerose foto presentava una certa suddivisione per tipologia. In via preliminare si è proceduto alla stesura di un elenco di consistenza per avere un’idea generale del contenuto del fondo ed essere in grado di ricostruire una sorta di struttura dell’archivio che permettesse di individuare i legami fra le carte. La successiva inventariazione analitica e il riordino ha portato all’organizzazione dell’archivio in dodici serie che comprendono documentazione personale e familiare, attività lavorativa, ricerche, studi e scoperte archeologiche, corrispondenza, pubblicazioni, foto e riproduzioni. Nella redazione dell’inventario si è tenuto conto degli elementi descrittori essenziali definiti dagli standard internazionali ISAD (G) e ISAAR (CFP). Quanto al grado di analiticità, la descrizione è stata fatta prevalentemente a livello di singoli documenti. L’inventario riesce a dare un’immagine abbastanza nitida della vita e dell'operato di Adolfo Callegari.
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Barel, Serena <1993&gt. "Il riutilizzo del patrimonio culturale dismesso. Analisi del progetto "Rivivere Palazzo Ancilotto"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12633.

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Abstract:
L'elaborato, che si apre con un'introduzione al fenomeno del patrimonio culturale dismesso e del suo riutilizzo, descrive ed analizza un progetto di riconversione di un'immobile storico in centro polifunzionale. "Rivivere Palazzo Ancilotto" è infatti un'iniziativa del Comune di Santa Lucia di Piave che ha portato all'acquisto di un edificio vincolato e alla messa a punto di una sua rivitalizzazione attraverso la futura istituzione di spazi dedicati alla cultura, al coworking e alla comunità cittadina. Il progetto , che si presenta innovativo e ambizioso per un piccolo Comune come quello in questione, verrà descritto e successivamente analizzato attraverso la disciplina del design thinking, con l’intenzione di cogliere quanto la sua realizzazione sia in linea con le reali esigenze del territorio e di chi lo abita.
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Fidelbo, Costanza <1993&gt. "“Unite for Heritage: la protezione del patrimonio culturale nelle aree di crisi”." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13155.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi analizza quale risposta la comunità internazionale abbia dato agli attacchi deliberati e violenti perpetrati a detrimento del patrimonio culturale nell’ambito di situazioni di crisi e di conflitto. La trattazione si articola in tre capitoli, ognuno dei quali è organizzato in sezioni, paragrafi e sotto-paragrafi. Il I capitolo esamina le fonti di diritto internazionale in materia (fonti universali, atti delle Organizzazioni internazionali, fonti regionali). Il II capitolo si focalizza sull’azione condotta dall’UNESCO (dal 2015 ad oggi), volta ad adeguare la risposta internazionale rispetto a fenomeni – distruzione, saccheggio, traffico illecito – lesivi dell’integrità culturale dei popoli e dei territori colpiti e, dunque, del patrimonio culturale mondiale. Il risultato principale è rappresentato dall’adozione da parte della Conferenza Generale della “Strategia per il rafforzamento dell’azione dell’UNESCO per la protezione della cultura e la promozione del pluralismo culturale in caso di conflitto armato”. In questa cornice, specifica attenzione è rivolta allo studio di uno degli strumenti più innovativi ivi previsto, ovvero l’istituzione di meccanismi di rapido intervento e mobilitazione di esperti nazionali (“Task Force”). Il III capitolo esamina interventi e logiche di conservazione, restauro e ricostruzione (anche mediante il ricorso a tecnologie all’avanguardia) del patrimonio culturale colpito o distrutto in aree di crisi (Mali, Iraq e Siria).
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Zambruno, Simone <1979&gt. "La Computer Grafica nello studio del patrimonio culturale. Teorie, metodi, case studies, prospettive." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8598/1/tesi_zambruno_.pdf.

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Abstract:
Per comprendere i vantaggi che i modelli 3D apportano alle Humanities, ma anche i rischi connessi al loro utilizzo, occorre analizzare i fondamenti comunicativi che sovrintendono alla trasmissione di informazioni e, successivamente, indagare come la teoria sia stata tradotta in pratica in alcuni dei più significativi case study internazionali. Un ampio dibattito ha condotto alla redazione di documenti sempre più dettagliati riguardo un corretto utilizzo di modelli 3D, per massimizzarne l’efficacia. Questo processo è culminato con la Carta di Londra, punto di riferimento per gli utilizzatori di Computer Grafica, della quale saranno analizzate le specificità in relazione alla loro applicazione nei case study considerati. Si indagherà poi l’ambito in cui i prodotti della Computer Grafica legati al patrimonio culturale sono di solito utilizzati, quello dei musei, a cui sono associati quei luoghi che hanno finalità simili: studio, conservazione, esposizione e comunicazione, luoghi che sempre più spesso vedono la presenza di installazioni multimediali. Una sezione specifica è dedicata ai musei virtuali che, in certi casi sono diventati un vero fenomeno sociale, seppur effimero. Verrà poi delineata la ricezione tecnologica da parte dei “musei”, e il grado di soddisfazione che ne deriva in base alle aspettative del pubblico. Saranno infine analizzati i programmi ministeriali che hanno tentato di recepire le tendenze e le indicazioni europee sull'importanza della tecnologia per la crescita della consapevolezza dei cittadini, così come le iniziative di alcuni musei del panorama. Da ultimo si è tentato di ampliare l’analisi ai possibili sviluppi futuri: quali sono i margini di miglioramento l’utilizzo della multimedialità? Quali sono i possibili progressi legati alla sua creazione e fruizione? Infine, quali sono i nuovi profili professionali a cui questi due aspetti si dovranno affidare?
To understand the advantages that the 3D models bring to Humanities, but also the risks connected to their use, we need to analyze the communication rules that supervise the transmission of information and, subsequently, investigate how the theory has been translated into practice, in some of the most significant international case studies. A wide debate has led to the preparation of increasingly detailed documents regarding the correct use of 3D models. This process has culminated with the London Charter, a milestone for Computer Graphics users, whose specificities will be analyzed in relation to their application in the considered case studies. We will then investigate the area in which the Computer Graphics products for Humanities are used, the museums, to which are associated those places that have similar purposes: study, conservation, exposure and communication, places that more and more often host multimedia installations. A specific section is dedicated to virtual museums that, in some cases, have become a real social phenomenon, even if ephemeral. The technological reception by the "museums" will then be outlined, and so the satisfaction that derives from people’s expectations. Finally, will be analyzed the ministerial programs that attempted to incorporate European trends and indications about the importance of technology for the growth of citizens' awareness. Finally, an attempt was made to extend the analysis to possible future developments: how is it possible to improve multimedia? What are the possible progress related to its creation and use? Finally, what are the new professional profiles to which these two aspects will have to be entrusted?
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Tasso, Marta <1986&gt. "Dolomiti Patrimonio dell'Umanità. Bene naturale o bene (anche) culturale? Primi spunti di riflessione." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5130.

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Abstract:
Nel presente lavoro vengono delineati la storia ed il percorso riguardanti la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale del bene seriale naturale Dolomiti alla luce della Convenzione UNESCO sul Patrimonio culturale e naturale mondiale del 1972. La tesi identifica ed evidenzia i complessi meccanismi necessari per conseguire il riconoscimento UNESCO sulla base delle indicazioni fornite dalle Linee Guida Operative alla Convenzione sul Patrimonio Mondiale. La ricerca si è sviluppata ulteriormente facendo emergere un interessante capitolo della storia dolomitica antecedente al percorso di candidatura ufficiale. Sulla base di questo significativo contributo si è ragionato sulla valenza culturale del bene Dolomiti e sui possibili sviluppi in termini di tutela dei valori culturali inclusi nel territorio dolomitico. Per raggiungere tale risultato fondamentale è stato lo studio della normativa vigente in materia di tutela ambientale, presentata nella prima parte dell' elaborato. Successivamente è stata affrontata la regolamentazione fornita dall' UNESCO utile per presentare una candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale, tenendo conto che dalla prima versione delle Linee Guida Operative ad oggi sono state redatte ben 25 versioni con relativi ampliamenti e modificazioni. L'indagine si è sviluppata nell'analisi del caso "Dolomiti" per poi provare a darne una lettura organica e complessiva fornendo degli spunti di riflessone per delle possibili evoluzioni.
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Slaghenauffi, Carlotta <1991&gt. "La tutela del patrimonio culturale in aree di crisi: il caso della Palestina." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8177.

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Abstract:
L’elaborato ha lo scopo di analizzare l’attuale situazione del patrimonio culturale della Palestina, terra a lungo contesa nel corso dei secoli e lacerata dal conflitto israelo-palestinese, per arrivare ad osservare come, nel corso del tempo, stia lentamente maturando la coscienza degli enormi rischi che i giacimenti archeologici culturali e ambientali di assoluto rilievo storico e scientifico corrono in concomitanza dei medesimi eventi bellici. Si intraprenderà questo percorso trattando nel Primo Capitolo quelle che sono le fonti giuridiche, ovvero dapprima tutti gli strumenti a carattere universale e non solo, che concorrono alla protezione del patrimonio culturale in caso di conflitto armato ma anche strumenti applicabili in situazione di pace, per poi proseguire analizzando la normativa palestinese e israeliana relativa alla tutela dei beni culturali e gli accordi di pace che spesso sono stati fondamentali per la spartizione degli stessi. Nel Secondo Capitolo si affronta una breve analisi dei i due principali strumenti a carattere internazionale applicabili in tale delicata situazione, ovvero la Convenzione dell’Aja del 1954 e la Convenzione di Parigi del 1970, interrogandosi sull’esistenza di norme consuetudinarie in materia di protezione e restituzione di beni culturali e sugli aspetti positivi e negativi che da essi emergono, proseguendo poi con un’attenta ricostruzione dell’evoluzione della legislazione sulla tutela del patrimonio culturale palestinese e sulle principali problematiche che investono i relativi siti culturali e cultuali. Si conclude con il Terzo Capitolo, il quale propone il case studies della città di Nablus.
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Goor, Marie-Claire <1995&gt. "La difficile protezione del patrimonio culturale iracheno. Tra innovazione giuridica e sensibilità artistica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19081.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare la protezione del patrimonio culturale iracheno secondo una duplice prospettiva. Da un lato si analizzeranno le fonti giuridiche volte alla tutela del patrimonio culturale iracheno nel drammatico scorcio dell'ultimo secolo. Dall'altro lato si prenderanno in considerazione quelle sensibilità artistiche che, particolarmente colpite dalla situazione di pericolo dei beni culturali iracheni, svilupperanno pratiche volte al recupero e alla preservazione della storia culturale dell'Iraq. Il primo capitolo prenderà in analisi il contenuto delle fonti, partendo dalle fonti internazionali vincolanti e non vincolanti, passando per le fonti giuridiche regionali fino alla legislazione nazionale irachena. Il secondo capitolo prenderà in analisi l'evoluzione della sensibilità giuridica internazionale e nazionale anche a fronte delle gravi perdite del patrimonio culturale: si ricorderanno fra tutti il caso del saccheggio dell'Iraq Museum e le distruzioni e i saccheggi operati dell'ISIS. Sarà inoltre evidenziata la cooperazione internazionale operata sul territorio dell'Iraq dal CRAST. Infine il terzo capitolo metterà in luce come parallelamente all'evoluzione giuridica si siano sviluppate pratiche artistiche attente ai medesimi principi diffusi dal diritto internazionale, in particolare nell'opera di artisti contemporanei iracheni, uno su tutti Michael Rakowitz, e della comunità internazionale.
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VARESANO, BRIGIDA. "I CRIMINI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE: NUOVE PROSPETTIVE DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/791194.

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Abstract:
Tra le strategie di contrasto ai multiformi fenomeni criminosi afferenti al patrimonio culturale, riveste un ruolo cruciale l’affermarsi, a livello internazionale, del principio della responsabilità penale individuale. A fronte dell’attuale scenario internazionale, in cui i beni culturali sono stati sovente oggetto della furia iconoclasta di gruppi estremisti, la presente ricerca si propone di acclarare quale rilevanza penale sia riconosciuta dal diritto internazionale, in una prospettiva de iure condito, alla distruzione intenzionale del patrimonio culturale quand’anche questa sia svincolata dai conflitti armati. Onde risolvere tale queastio iuris, la ricerca adotta quel preciso ragionamento giuridico, sviluppato dai tribunali internazionali penali, al fine di affermare la responsabilità penale individuale per la violazione di norme internazionali. In specie l’indagine si occupa di verificare la sussistenza dei tre requisiti che, in ossequio alla giurisprudenza internazionale penale, sono necessari affinché un individuo possa ritenersi penalmente responsabile a livello internazionale per la distruzione di beni culturali: ovverosia, (a) l’esistenza di una norma internazionale che imponga un determinato obbligo di tutela dei beni culturali; (b) la produzione di serious conseguenze in seguito alla violazione della suddetta norma; (c) la generalizzata comminatoria della sanzione penale negli ordinamenti nazionali. Ciò posto, la prima parte del lavoro – avente perlopiù carattere introduttivo – è volta a fornire un inquadramento sistematico del corpus normativo posto a tutela del patrimonio culturale all’interno del sistema di garanzia dei diritti umani. In questo contesto, viene in evidenza come l’interesse del legislatore internazionale in materia si sia declinato in diversi approcci connotati, sia da una progressiva estensione della nozione di bene giuridico protetto, che dall’evoluzione della ratio di tutela perseguita. Al fine di dimostrare quanto detto, si analizza: in primo luogo il diritto internazionale umanitario, le cui disposizioni hanno riconosciuto un’immunità al patrimonio culturale nella sua consistenza materiale, salvaguardandolo dai danni, seppur collaterali, derivanti dalle ostilità armate; e in secondo luogo, la normativa di più ampio respiro che, abbracciando la più estesa nozione di cultural heritage, ha inteso la tutela del bene culturale quale componente essenziale del rispetto dei diritti umani. Una volta chiarita la genesi del sistema normativo, ci si sofferma funditus sulla evoluzione dello stesso, prestando particolare attenzione all’emersione di nuove finalità di tutela. Tramite l’analisi del law enforcement attuato dalla Corte di Strasburgo e dalla Corte interamericana dei diritti umani, in materia di diritti culturali dell’uomo, si provvede ad inquadrare gli obblighi internazionali a protezione dei beni culturali sotto la lente dei diritti umani. Passaggio, questo, che appare centrale onde comprendere la reale portata del divieto di distruggere il patrimonio culturale in qualsivoglia contesto, e non solo in quello bellico. Esaurita la trattazione concernente le norme primarie, ed individuata dunque la sussistenza di specifici obblighi internazionali, l’indagine si concentra poi sulle conseguenze scaturenti, sul piano secondario, in caso di violazioni. Avendo riguardo alle reazioni poste in essere nella Comunità internazionale, essenzialmente realizzate tramite forme istituzionalizzate, quali quelle dell’UNESCO e delle Nazioni Unite, ci si occupa di appurare il grado di gravità riconosciuto alla rottura della legalità in materia. Sicché, guardando al dato fattuale, cioè all’azione solidale ed istituzionale attuata dagli omnes in risposta alla distruzione iconoclasta, si ricostruisce la natura erga omnes del divieto di distruggere il patrimonio culturale, e più in generale degli obblighi protettivi a questo relativi. Acclarato che la distruzione deliberata del patrimonio culturale integra una violazione grave del diritto internazionale, l’ultima parte dell’indagine – che rappresenta forse quella più innovativa – è volta ad accertarne la rilevanza penale nell’ambito dei sistemi giuridici nazionali. Infine, seguendo un ragionamento induttivo, che muove quindi dalle esperienze nazionali, e che si colloca comunque in una prospettiva de iure condito, potrà evincersi l’esistenza o meno di un principio generale, comune agli ordinamenti interni, volto a responsabilizzare penalmente l’individuo per la distruzione deliberata del patrimonio culturale in tempo di pace.
The principle of individual criminal responsibility plays a crucial role among all the different strategies to face the manifold criminal phenomena which currently undermine cultural heritage. Against the recent historical background, where the cultural heritage has been intentionally injured because of iconoclastic waves, the present research pursues a main objective, which can be summarized into the following query: is it possible to affirm the consolidation of the principle of the individual criminal responsibility vis-à-vis the intentional destruction of cultural property committed during peace time? In order to solve this question, the research follows the reasoning adopted by international criminal courts in order to affirm the principle of individual criminal responsibility for violations of international law. In particular the present work, which consists of two parts, aims to ascertain the fulfillment of the three criteria enunciated by the international criminal courts: (a) the existence of rules of international law laying down a specific obligation to protect cultural property; (b) the production of serious consequences in case of violation of such rules; (c) the generalized criminalization, into national legal systems, of a such offence. Consequently, the first part of the work – of an introductive character – is addressed to a systematic overview of the relevant legal framework, whose evolution highlights how the international tools have been characterized by either a progressive extension of cultural good notion, or an evolution of the pursued ratio legis. Therefore, the analysis takes moves from the ius in bello norms which have granted an immunity to cultural property, based on its civilian character and aiming to prevent those damages which are typically caused by armed conflicts. Finally, and especially, it considers those norms of a wider scope which – embracing the broader notion of cultural heritage – have interpreted the cultural property protection as a constituent part of the human rights protection system. Thus, addressing the attention on the most recent achievements of this evolutional process, the research turns to those legal instruments – such as Article 27 of the Universal Declaration of Human Rights (1948) and Article 15 of the International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights (1966) – whereby the international obligations related to cultural property could be interpreted as tools to defend a humankind interest, namely the peaceful enjoyment of the cultural rights: i.e. the right to take part to cultural life, as well as the right to have a cultural identity. However, the pivot of the present research is its second part, which is focused on the consequences deriving from the violations of the relevant international rules protecting cultural property and, consequently, from the cultural rights infringements. Indeed, the second part intends to establish whether the Rome Statute provisions has been overtaken by new rules of customary international law, according to which the intentional destruction of cultural heritage constitutes, besides a war crime, even a crime against humanity. To this scope, the analysis deals with the reactions that international actors have implemented for facing the iconoclasm plague. In order to ascertain the criminalization degree, the work firstly focuses on the pertinent case-law of the international criminal tribunals: indeed it is known that the International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia before, and the Extraordinary Chambers in the Courts of Cambodia then, have already condemned the intentional attacks directed against cultural sites as crimes against humanity sub specie of persecution. Ultimately, the object of the last part is represented by the national legal systems, whereby it is given to retrace the criminal relevance degree which is recognized to the destruction of cultural heritage.
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Genovino, Cinzia. "Patrimonio culturale e identità dei luoghi: un binomio vincente per la competitività territoriale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4377.

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Abstract:
2016 - 2017
The aim of the present thesis was to highlight how the competitiveness of the actors operating in a territory depends strictly on the heritage culture and the identity of the place it self, well-settled concepts in literature but still need empirical validation. Therefore, the first part of the present work illustrates some theoretical references to the concept of identity and landscape, both complex and polysyllabic notions, whose meanings can be fully understood only by adopting a point of view Multidisciplinary. On the Identity some points of convergence are shown on which they agree the main disciplines that are employed, from anthropology to psychology and sociology. This is a concept that recalls at the same time the idea of equality and that of difference, it is a construct in constant becoming and never given forever, it is a process that has a social nature, developing in the interaction with the other members of the group that you are part of. As far as the notion of landscape is concerned, the centrality within the geography has been brought to light, which has thoroughly explored both the objective and "material" dimensions – its being a set of physical elements – both subjective and "intangible", linked To the sphere of values and meanings attributed to it. Precisely this ambivalence makes it an object of study fascinating as complex, difficult to harness according to analytical criteria, especially with regard to the aspects related to Perception. ... [edited by Author]
XVI n.s. (XXX ciclo)
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De, Souza Adriana <1969&gt. "Il patrimonio culturale per la dinamizzazione dell'economia territoriale: Il riconoscimento dell'indicazione geografica "Vale do Paraiba Fluminense" ad un caffè con identità culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5971/1/Tesi_deSouza_2013_versao_06_05_FINALE_completo.pdf.

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Abstract:
Le Indicazioni Geografiche (IG) giocano un ruolo importante nella crescita economica e nello sviluppo territoriale rurale quando una determinata qualità di prodotto, reputazione o altra caratteristica del prodotto siano attribuibili essenzialmente alla sua origine geografica. In questa ricerca si è verificato la possibilità di valorizzare la regione del Brasile denominata Vale do Paraiba Fluminense, soprannominata “Vale do Café” e di mettere in luce le potenzialità del caffè come prodotto di qualità, sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale: un vero e proprio patrimonio culturale che può rivelarsi una valida risorsa economica per il territorio. Nella prima fase dell'indagine è stata realizzata la ricerca a tavolino e sul campo fondata sulle fonti bibliografiche; nella seconda fase è stata applicata la Metodologia Partecipativa della FAO per identificare il collegamento dell’area di origine e del prodotto locale ed il suo potenziale di sviluppo con le risorse locali attraverso questionari on line. Nell’analisi qualitativa sono stati intervistati rappresentanti delle differenti categorie di stakeholder per arricchire il quadro sul contesto storico della regione. Infine, nella parte quantitativa sono stati applicati dei questionari ai consumatori di caffè del territorio. A conclusione della ricerca il territorio potrebbe reintrodurre un caffè storico, simbolo della ricchezza e decadenza di quella regione come elemento di potenziale economico locale, sfruttando la parte immateriale delle aziende agricole storiche, rilocalizzando il prodotto nella memoria locale, riavvicinando la popolazione alla sua storia e principalmente sensibilizzandola del valore del nome geografico “Vale do Paraiba Fluminense” o “Vale do Café” relazionata alla storia della regione, e del prodotto caffè che si propone rilanciare a favore del territorio, rilocalizzando il nome geografico.
Geographical Indications (GIs) plays an important role in economic growth and development in the rural area. Particularly in the area where the geographical characteristics and cultures highly contributes to a given product quality. This research aims to explore the possibility to evaluate the value of the region known as Vale do Paraíba Fluminense - Brazil or "Vale do Café" and to highlight the potential of coffee as a high quality product with environmental friendly and social responsibility features. The coffee from this area is a cultural heritage that may provide a valuable economic resource for the area. The first phase of the research was carried out by using secondary data and in the second phase we applied Participatory Methodology according to the FAO using on-line questionnaires to identify the connection among the origin area, the local products and the possibility to use its natural resource for the development. For qualitative analysis, we interviewed the representatives of the different categories of stakeholders to gain the context of the historical context of the region. Finally, we conducted a quantitative survey with coffee consumers using the questionnaire. The finding indicates that the territory could reintroduce a historical café as a symbol of wealth and decadence of that region and as an element of local economic potentials, exploiting the immaterial part of agricultural history, reintroducing the product in the local memory, drawing the population to get close to their history, particularly to raise their awareness of the value of the geographical name "Vale do Paraiba Fluminense" or "Vale do Café" affiliated to the history of the region, and the coffee product that aims to revive favor of the territory, relocating the geographical name.
As Indicações Geográficas (IGs) desempenham um papel importante no crescimento e no desenvolvimento econômico rural, onde um determinado produto de qualidade, reputação ou outra característica do produto é essencialmente atribuída a sua origem geográfica. Esta pesquisa explorou a possibilidade de valorizar o Vale do Paraíba Fluminense no Brasil, conhecido como "Vale do Café", e de destacar o potencial do café como um produto de qualidade, ecologicamente sustentável e social: um verdadeiro e próprio patrimônio cultural, que pode revelar-se um valioso recurso econômico local. A primeira fase da pesquisa foi realizada uma pesquisa documental e de campo baseando-se em fontes bibliográficas, e a segunda fase foi aplicada a metodologia participativa da FAO para identificar a conexão entre a origem do produto e seu potencial para o desenvolvimento dos recursos locais, através de questionário online. Na análise qualitativa, foram entrevistados alguns representantes de diferentes categorias de atores para enriquecer o contexto histórico da região. Finalmente, na parte quantitativa foram aplicados questionarios aos consumidores de café da área. Ao final desta pesquisa se poderia deduzir que no territorio poderia ser reintroduzido o café histórico, símbolo de riqueza e decadência da região como um elemento de potencial econômico local, aproveitando a parte imaterial da história de suas fazendas, relocalizando o produto na memória local, reaproximando a população de sua história, e principalmente sensibilizando-a do valor do nome geográfico "Vale do Paraíba Fluminense" ou "Vale do café" relacionado a história da região, e do produto café que tem como objetivo relançar a favor do território, a relocalização do nome geográfico.
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De, Souza Adriana <1969&gt. "Il patrimonio culturale per la dinamizzazione dell'economia territoriale: Il riconoscimento dell'indicazione geografica "Vale do Paraiba Fluminense" ad un caffè con identità culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5971/.

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Abstract:
Le Indicazioni Geografiche (IG) giocano un ruolo importante nella crescita economica e nello sviluppo territoriale rurale quando una determinata qualità di prodotto, reputazione o altra caratteristica del prodotto siano attribuibili essenzialmente alla sua origine geografica. In questa ricerca si è verificato la possibilità di valorizzare la regione del Brasile denominata Vale do Paraiba Fluminense, soprannominata “Vale do Café” e di mettere in luce le potenzialità del caffè come prodotto di qualità, sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale: un vero e proprio patrimonio culturale che può rivelarsi una valida risorsa economica per il territorio. Nella prima fase dell'indagine è stata realizzata la ricerca a tavolino e sul campo fondata sulle fonti bibliografiche; nella seconda fase è stata applicata la Metodologia Partecipativa della FAO per identificare il collegamento dell’area di origine e del prodotto locale ed il suo potenziale di sviluppo con le risorse locali attraverso questionari on line. Nell’analisi qualitativa sono stati intervistati rappresentanti delle differenti categorie di stakeholder per arricchire il quadro sul contesto storico della regione. Infine, nella parte quantitativa sono stati applicati dei questionari ai consumatori di caffè del territorio. A conclusione della ricerca il territorio potrebbe reintrodurre un caffè storico, simbolo della ricchezza e decadenza di quella regione come elemento di potenziale economico locale, sfruttando la parte immateriale delle aziende agricole storiche, rilocalizzando il prodotto nella memoria locale, riavvicinando la popolazione alla sua storia e principalmente sensibilizzandola del valore del nome geografico “Vale do Paraiba Fluminense” o “Vale do Café” relazionata alla storia della regione, e del prodotto caffè che si propone rilanciare a favore del territorio, rilocalizzando il nome geografico.
Geographical Indications (GIs) plays an important role in economic growth and development in the rural area. Particularly in the area where the geographical characteristics and cultures highly contributes to a given product quality. This research aims to explore the possibility to evaluate the value of the region known as Vale do Paraíba Fluminense - Brazil or "Vale do Café" and to highlight the potential of coffee as a high quality product with environmental friendly and social responsibility features. The coffee from this area is a cultural heritage that may provide a valuable economic resource for the area. The first phase of the research was carried out by using secondary data and in the second phase we applied Participatory Methodology according to the FAO using on-line questionnaires to identify the connection among the origin area, the local products and the possibility to use its natural resource for the development. For qualitative analysis, we interviewed the representatives of the different categories of stakeholders to gain the context of the historical context of the region. Finally, we conducted a quantitative survey with coffee consumers using the questionnaire. The finding indicates that the territory could reintroduce a historical café as a symbol of wealth and decadence of that region and as an element of local economic potentials, exploiting the immaterial part of agricultural history, reintroducing the product in the local memory, drawing the population to get close to their history, particularly to raise their awareness of the value of the geographical name "Vale do Paraiba Fluminense" or "Vale do Café" affiliated to the history of the region, and the coffee product that aims to revive favor of the territory, relocating the geographical name.
As Indicações Geográficas (IGs) desempenham um papel importante no crescimento e no desenvolvimento econômico rural, onde um determinado produto de qualidade, reputação ou outra característica do produto é essencialmente atribuída a sua origem geográfica. Esta pesquisa explorou a possibilidade de valorizar o Vale do Paraíba Fluminense no Brasil, conhecido como "Vale do Café", e de destacar o potencial do café como um produto de qualidade, ecologicamente sustentável e social: um verdadeiro e próprio patrimônio cultural, que pode revelar-se um valioso recurso econômico local. A primeira fase da pesquisa foi realizada uma pesquisa documental e de campo baseando-se em fontes bibliográficas, e a segunda fase foi aplicada a metodologia participativa da FAO para identificar a conexão entre a origem do produto e seu potencial para o desenvolvimento dos recursos locais, através de questionário online. Na análise qualitativa, foram entrevistados alguns representantes de diferentes categorias de atores para enriquecer o contexto histórico da região. Finalmente, na parte quantitativa foram aplicados questionarios aos consumidores de café da área. Ao final desta pesquisa se poderia deduzir que no territorio poderia ser reintroduzido o café histórico, símbolo de riqueza e decadência da região como um elemento de potencial econômico local, aproveitando a parte imaterial da história de suas fazendas, relocalizando o produto na memória local, reaproximando a população de sua história, e principalmente sensibilizando-a do valor do nome geográfico "Vale do Paraíba Fluminense" ou "Vale do café" relacionado a história da região, e do produto café que tem como objetivo relançar a favor do território, a relocalização do nome geográfico.
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Nardini, Silvia <1988&gt. "Digital Cultural Heritage: gli strumenti della tecnologia digitale per la valorizzazione del patrimonio culturale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6671.

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Abstract:
La tesi tratta l'argomento del Digital Cultural Heritage nel contesto dell'interazione tra settore culturale e settore informatico. Propone una visione a tutto tondo di come è stato gestito il patrimonio culturale con l'aiuto della tecnologia digitale e i passi compiuti e da compiere nel prossimo futuro, per giungere alla Società dell'Informazione per tutti. Inizialmente viene proposta una visione generale della Cultura Digitale dall'avvento di Internet e di come è cambiata l'idea di cultura anche grazie all'uso di infrastrutture di rete per la ricerca e l'innovazione e i vari progetti che utilizzano questi strumenti digitali per lo sviluppo della cultura. Successivamente si parla di un altro importante strumento promosso dall'Unione Europea per il futuro della ricerca storico-artistica in ambito digitale, La Biblioteca Digitale Europea. Si riporta la sua concezione, le sue finalità e la storia di come è nata e si è sviluppata, grazie al sostegno delle iniziative eEurope, delle Raccomandazioni e Direttive europee che trattano l'argomento. Verranno affrontati poi gli strumenti che si collocano nel contesto della strategia dell'Unione Europea per creare la Società dell'Informazione e che sono al servizio della Biblioteca Digitale Europea. Dal progetto Minerva, al progetto Michael fino ad arrivare al portale Europeana. Infine si espone la situazione italiana del livello di digitalizzazione dei beni culturali e il portale CulturaItalia come strumento di conservazione e valorizzazione.
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Trevisan, Cinzia <1961&gt. "Le Scuole Grandi di Venezia alla luce della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7412.

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Abstract:
La prima parte della tesi analizza una serie di convenzioni internazionali relative al patrimonio culturale. Prosegue con l'approfondimento della Convenzione sul Patrimonio Culturale Intangibile, considerando la possibile candidatura alla Lista del patrimonio immateriale delle Scuole Grandi/Arciconfraternite di Venezia, alle quali viene dedicato un capitolo di approfondimento degli aspetti storici delle stesse dal medioevo ai giorni nostri. La parte finale dell'elaborato prende in considerazione le caratteristiche delle Scuole Grandi attuali, la loro fisionomia giuridica e i vari aspetti che queste presentano in relazione al patrimonio immateriale e come le Scuole possono contribuire alla salvaguardia della città di Venezia
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Benato, Emanuela <1988&gt. "Strategie di valorizzazione del patrimonio culturale: l'organizzazione di eventi come strumento di marketing territoriale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9008.

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Abstract:
Negli ultimi anni gli eventi, definiti come manifestazioni organizzate rivolte ad un pubblico esterno, hanno assunto un ruolo decisivo nelle politiche territoriali e nella promozione turistica. L’obiettivo di questo lavoro è analizzare nel dettaglio, attraverso lo studio di un caso reale, come nasce, si sviluppa e viene gestito un evento in tutte le sue fasi e come, grazie ad esso, si possa contribuire a valorizzare il territorio e il patrimonio culturale del Bel Paese. Ogni manifestazione, ovviamente, avviene all’interno di un preciso contesto ambientale; un contesto che necessita di essere osservato, studiato ed analizzato prima che venga progettata qualsiasi interessante iniziativa. Difatti, nel primo capitolo, viene approfondito il concetto di marketing territoriale; la globalizzazione, l’apertura dei mercati e la maggiore mobilità degli individui, hanno generato la formazione di un nuovo soggetto economico, a fianco di quelli tradizionali: il territorio. Il territorio diventa così il protagonista che opera in uno scenario concorrenziale nel quale è destinato non solo a relazionarsi, ma soprattutto a differenziarsi. Diversi possono essere gli strumenti che agevolano a far emergere le componenti di cui esso è formato: la pubblicità, le fiere specialistiche, gli eventi e altro ancora. L’attenzione si focalizza, appunto, sugli eventi, tema trattato nel secondo capitolo. Con il fine di far affiorare le risorse di una determinata area, le sue ricchezze, il suo valore e le opportunità di business, una manifestazione può essere la strategia chiave per enfatizzare un territorio, attraendo non solo nuovi capitali, ma anche catturando l’interesse dell’opinione pubblica e dei residenti, considerati quest’ultimi i primi a dover sostenere una zona a loro familiare. A partire dalla definizione di evento culturale, l’elaborato elenca gli step necessari con cui un’iniziativa può essere realizzata anche in un ambiente artistico, come avviene per il progetto qui presentato. Si prosegue con una breve panoramica inerente la comprensione del concetto di valorizzazione del patrimonio culturale in Italia: essa è strettamente connessa allo sviluppo civile, economico e territoriale. Conoscere, tutelare e conservare i Beni nazionali incrementa la loro fruibilità nello spazio e nel tempo. Chi ricopre questo arduo compito, oltre ad alcuni enti pubblici, si riscontra anche il Fondo Ambiente Italiano, esposto nel terzo capitolo. Questa Fondazione no profit, fondata nel 1975 su modello del National Trust inglese, si occupa di promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni italiane e tutela un patrimonio che è parte fondamentale delle radici e dell’identità del Paese. A conclusione della tesi, viene analizzato uno dei Beni aperti al pubblico e di proprietà del FAI: Villa dei Vescovi, a Luvigliano di Torreglia (PD). Qui viene proposta un’iniziativa indirizzata a studenti e neo laureati. La volontà è di ideare un Bootcamp per svariate motivazioni: per organizzare una manifestazione innovativa e non presente tra i competitors nel territorio circostante, per soddisfare un’esigenza espressa dal target in esame (un evento sia di formazione, sia di divertimento), per enfatizzare le risorse territoriali e le opportunità locali, per coinvolgere sia gli attuali stakeholder che conoscerne di nuovi, per collaborare con nuove realtà e per aumentare la visibilità dello scenario e del patrimonio artistico dove tutto questo avviene. Attraverso un evento, quindi, si desidera raggiungere due benefici: creare notorietà e consapevolezza di una specifica area producendo un importante ritorno d’immagine e di essere fattore di attrazione ogni volta che un’iniziativa viene riproposta al pubblico.
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Tasi, Francesca <1993&gt. "Il brand Unesco: valido strumento per valorizzare il patrimonio culturale? Riflessioni in ottica turistica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10633.

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Abstract:
L’organizzazione delle Nazioni Unite UNESCO, nella sua volontà di “aiutare nella conservazione, nel progresso e nella diffusione del sapere, vigilando alla conservazione e alla tutela del patrimonio universale rappresentato da libri, opere d’arte ed altri monumenti d’interesse storico o scientifico”, ha iniziato, a partire dalla Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità del 1972, a stilare una lista di siti di eccezionale valore universale tale da richiedere piani di gestione per assicurarne la tutela per la comunità mondiale e le future generazioni. L’inserimento nella World Heritage List comporta un riconoscimento internazionale che può favorire lo sviluppo territoriale, del tessuto socio-economico e soprattutto del settore del turismo, dal momento che la certificazione UNESCO può essere vista come un marchio di qualità. Tuttavia, ogni destinazione ha le sue dinamiche interne e di conseguenza l’impatto del brand UNESCO può variare: può passare da semplice conferma del prestigio di destinazioni consolidate come nei casi di Venezia, Firenze e Parigi ad un fattore rilevante per l’attrazione di turisti nei casi di Mantova, Ferrara, Córdoba e i Castelli della Loira; da brand scarsamente pubblicizzato e spesso sconosciuto alla popolazione stessa come le Dolomiti e l’Orto Botanico di Padova a riconoscimento oscurato dal turismo balneare come nel caso del complesso nuragico di Barumini. Partendo da un quadro teorico sull’UNESCO e le sue mansioni, l’elaborato si pone l’obiettivo di analizzare alcuni casi studio di gestione di siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità per capire se la certificazione UNESCO sia valida per la valorizzazione del patrimonio culturale e se possa essere considerata un brand, approfondendone l’utilizzo nella sua applicazione pratica ai beni inseriti nella WHL e le funzioni svolte all’interno delle dinamiche turistiche di tali destinazioni. La ricerca porterà quindi ad indagare la possibile esistenza di principi e condizioni particolari in base ai quali sia possibile stabilire in quali casi l’inserimento nella World Heritage List funzioni come strumento di valorizzazione del Patrimonio dell’Umanità.
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SERANDO, MANUELA. "Tecnologia e Patrimonio Culturale. Una riflessione metodologica e applicazioni pratiche legate ai Beni dell’Ateneo." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. https://hdl.handle.net/11567/1098134.

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Abstract:
The thesis presents a multidisciplinary analysis, both theoretical and practical, on the application of digital technologies to cultural heritage, in terms of study, preservation, valorization and dissemination, including, for this last aspect, a special focus on accessibility. Specific attention is given to the incredibly rich universitarian cultural heritage. The technical partnership with a digital industry permitted experimentation and implementation of a variety of different state of the art techniques, and even to develop specific purpose oriented solutions on a case by case basis. In the end a product is developed that integrates together digital techniques such as 3d reconstruction, 2d and 3d virtual restoration and digitization into a single platform that offers a possible unified model for the management, enhancement and communication of cultural heritage to the public.
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DI, FEDE Laura. "VISTI DAGLI ALTRI: IL PATRIMONIO CULTURALE SICILIANO FOTOGRAFATO DAGLI STRANIERI DURANTE IL XIX SECOLO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2021. http://hdl.handle.net/10447/522818.

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Rizzo, Raffaela Gabriella. "Applicazioni GPS/GIS per la valorizzazione del territorio del consorzio di bonifica valli grandi e medio Veronese. La realizzazione di una guida mobile su PDA phone." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2557.

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Abstract:
2006/2007
Il lavoro di tesi è stato svolto con lo scopo di utilizzare le tecniche e gli strumenti dell’ICT (Information Communication Technology) assieme a quelle di posizionamento GPS (Global Positioning System) per realizzare un progetto di valorizzazione turistica e culturale di un territorio della bonifica, nello specifico quello delle Valli Grandi Veronesi. Quest’ultimo, nell’ottica della sostenibilità – ampiamente sottolineata nei documenti della Commissione Europea anche nel 2007 - rappresenta una delle poche aree rimasta da conservare in tutte le sue caratteristiche, proprio in una Pianura Padana altamente congestionata. Gli obiettivi posti sono stati due: 1)creare per il Consorzio dei materiali organizzati per una conoscenza tematica sul rapporto uomo – acque (interne e di bonifica) con attenzione alla valorizzazione dei relativi beni culturali e paesaggistici 2) realizzare una guida mobile dedicata per turisti "consapevoli" ed enti territoriali. La tesi si articola in un'introduzione, quattro capitoli, una conclusione, un'appendice e un allegato. - Introduzione Nell'introduzione si evidenziano gli obiettivi della ricerca e l'iter che ha condotto a sviluppare il tema della valorizzazione con tecniche ICT del comprensorio del Consorzio in base al rapporto uomo – acqua. Vengono presi in considerazione i soggetti (istituzioni, enti e privati) coinvolti nel lavoro, indicata la metodologia seguita nella realizzazione dello stesso e gli step intermedi raggiunti nell'arrivare alla realizzazione della guida mobile. Capitolo 1 – "ICT: mobile devices e guide mobili" Prende in considerazione il mercato dell'ICT (high tech) nell’ambito dei portable devices spiegando il perché della scelta di un PDA phone quale strumento per la realizzazione della guida suddetta. Essendosi soffermati sul settore della navigazione per auto, si fornisce una panoramica sulla composizione di un PND (Portable Navigation Device) e quale sia la differenza dello stesso rispetto ai PDA (Personal Digital Assistant) e ai PDA phone. Infine, nell'ultimo paragrafo (1.4 Le guide mobili) viene dato un riepilogo sulle diverse tipologie di guide mobili – con una possibile classificazione – ad oggi realizzate o in progress da enti e istituzioni. Capitolo 2 – "Gli studi propedeutici, anni 2004 e 2005: GPS, Mobile Mapping System e Laser Scanner" Descrive le diverse strumentazioni e tecniche (con i relativi esperimenti) presi in considerazione nell'arco di due anni (2004-2005): il Mobile Mapping System G.I.G.I.one dell'Università degli Studi di Trieste e il laser scanner terrestre; entrambi provati nella provincia di Verona. Questo per indicare l'iter che ha portato a orientarsi verso i portable devices per la navigazione quali strumenti per la localizzazione, rappresentazione e comunicazione degli aspetti salienti caratterizzanti un dato territorio. Capitolo 3 – "Il Comprensorio di Bonifica Valli Grandi e Medio Veronese" Il capitolo è interamente dedicato alla vasta area oggetto di studio descrivendone, in una prima fase, i caratteri generali per addentrasi poi sui lineamenti idrografici e sull’opera di bonifica che lo ha caratterizzato negli ultimi secoli, soffermandosi in particolare su come e perché si siano formate le Valli Grandi Veronesi, specificando anche qual è il ruolo del Consorzio di Bonifica nella gestione del territorio. Capitolo 4 – "Tecnologie ICT e mobile devices per la valorizzazione del territorio del Consorzio di Bonifica. L'itinerario di guida mobile nelle Valli Grandi: dal glossario della bonifica a un percorso nella bonifica" Indica quale sia stata la metodologia seguita nell'effettiva realizzazione dell'itinerario su PDA phone esplicitando le contemporanee fasi di lavoro su piattaforma desktop per ottenere, in aggiunta alla guida mobile, anche un'implementazione con finalità didattico/formative del SIT del Consorzio, attraverso la proposta di contenuti informativi turistico – escursionistici. In questo capitolo, il più articolato, si descrive come è stato rilevato il tragitto dell’itinerario con sistema GPS; si sia creato il database ValliGrandi.mdb; sia stato sviluppato il progetto GIS itinerarionellabonifica.mxd e come il tutto sia stato incluso nel PDA phone con i Geo Appunti e la traccia ValliGrandi.trc. Conclusioni Nelle conclusioni vengono esposte riflessioni sugli step compiuti, con una tabella riassuntiva delle operazioni che hanno coinvolto il concetto di punto di interesse e gli strumenti per effettuarle. Si esplicitano anche ipotesi di utilizzo/divulgazione del lavoro svolto. Appendice – Glossario L’itinerario realizzato ha come tematica il particolare rapporto uomo – acqua che si viene a creare in un ambiente quale quello della bonifica idraulica, ma con le peculiarità della bonifica in esame: quella delle Valli Grandi. Questo ha richiesto, oltre all'acquisizione della conoscenza dei luoghi, un apprendimento dei termini specifici della bonifica. Ecco perché si propone in allegato il glossario che, in fase di lavori, ha preso la forma di un itinerario tematico. Allegato – "L'itinerario di guida mobile nelle Valli Grandi Veronesi: cartografie e descrizione" Il allegato si propone l'itinerario in tre versioni: 1) un'iniziale breve esposizione dell'intero percorso, 2) una descrizione delle singole tratte sia generale sia con due esempi di dettaglio e 3) sei schede di singoli punti interesse a esemplificazione delle informazioni contenute del database ValliGrandi.md, informazioni riportate nella guida mobile su PDA phone. Oltre a questo sono state inserite quattro cartografie a corredo della descrizione e la copia del poster "Paesaggio e ICT: per un’iterazione positiva?" che riassume tutto il lavoro svolto.
The thesis concerns the tourist and cultural enhancement of the Valli Grandi reclaimed area in the province of Verona using ICT tools and techincs combined with the GPS ones. The targets aimed at are: 1) the production of organised materials for a thematic knowledge about the relation man – water paying attention to the enhancement of its cultural and landscape heritage; 2) the creation of a mobile guides for tourists and territorial institutions. The thesis describes in four chapters, one addendum (the reclaimed land glossary) and an attached document the steps followed to achieved the targets. Chapter 1 – "ICT: mobile devices and mobile guides" This chapter describes briefly the ICT market of portable devices and explains why the PDA phone has been chosen as the tool for the mobile guide of the Valli Grandi Veornesi. Telling this a possible classification of the nowadays known mobile guides has been given. Chapter 2 – "Preliminary studies, years 2004-2005: GPS, Mobile Mapping System and Laser Scanner" Chapter two concerns the preliminary studies that led to the choice of a potable navigation device to represent the territory, survey the itinerary and localise the point of interests. Chapter 3 – "The Consorzio di Bonifica Valli Grandi e Medio Veronese area" The Consorzio area is here described giving the perception of how it has transformed in a reclaimed through the centuries. The role and tasks of the Consortium are also explained. Chapter 4 – "ICT technologies and mobile devices for the enhancement of the Consorzio di Bonifica territory. The mobile guide itinerary through the Valli Grandi: from a reclaimed land glossary to a tour in the reclaimed land" It describes the methodology followed in the creation of the PDA phone itinerary explaining the simultaneous steps on desktop PC (to elaborate a tourist implementation of the already existing GIS of the Consortium) and on the PDA phone. It illustrates how the three projects ValliGrandi.mdb, ValliGrandi.trc and intinerarionellabonifica.mxd has been created. Addendum: Glossary It is the dictionary of the reclaimed land terms used in the Valli Grandi territory, terms that has become a tourist itinerary. Attached document This document describes the itinerary both in general and in particular parts. Examples of six point of interest cards are also included.
XX Ciclo
1974
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Conte, Alessia. "Patrimonio culturale interattivo: costruzione e ottimizzazione di modelli digitali tridimensionali per il real time rendering." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La digitalizzazione del Patrimonio Culturale è diventata sempre più protagonista dell'attuale scenario di ricerche e indagini relative alla sua documentazione, conservazione e fruizione, evolvendosi continuamente sia all’interno del dibattito culturale europeo sia in numerose ricerche scientifiche. In questa linea di ricerca e studio alcuni problemi relativi alle procedure di restituzione di modelli tridimensionali affidabili e soddisfacenti, è una questione molto dibattuta. L'elaborato di tesi affronta e sperimenta le relative metodologie provenienti da diversi campi tecnologici, integrando alle applicazioni di telerilevamento le tecniche di modellazione proprie del mondo dell’intrattenimento; il caso di studio riguarda la digitalizzazione dell’area del “Recinto Sacro” del centro storico di Chiuro, oggetto di un'azione di ricerca del progetto “Le radici di una identità”. L’obiettivo è quello di produrre modelli multiuso, altamente compressi, in grado di mantenere tutti i dettagli morfologici acquisiti con sensori di diversa natura per garantire sia la loro visualizzazione interattiva (animazioni, rendering e game engine), sia la documentazione del patrimonio (modelli altamente affidabili per pratiche di restauro e manutenzione). Lo studio sviluppa e sperimenta una tecnica "ibrida" per l’ottimizzazione dei modelli, che lega strategie automatiche di Quad Dominant Remeshing a tecniche di Retopology manuale.
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Bonora, Anna <1992&gt. "Lo studio del microclima indoor per la conservazione preventiva del Patrimonio storico artistico e culturale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9799/1/Bonora_Tesi%20di%20Dottorato%202021_Ciclo%20XXXIII_UNIBO.pdf.

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Abstract:
La conservazione preventiva degli edifici storici e dei beni custoditi al loro interno rappresenta una sfida ad oggi condivisa a livello internazionale. Tale conservazione dipende da numerose variabili, tra le quali il microclima indoor gioca un ruolo decisivo. Il fine di questa tesi è verificare come lo studio del microclima indoor, supportato dalla simulazione virtuale e dalla conoscenza storica delle evoluzioni dell’edificio stesso (legate a modifiche impiantistiche; architettoniche; d’uso; ecc., nel corso degli anni), costituiscano una base conoscitiva fondamentale, da cui architetti e restauratori possono partire per definire strategie specifiche, volte alla conservazione preventiva del Patrimonio. Per fare questo, l’autore presenta le indagini svolte per tre casi-studio: la Sala 33 della Reggia di Venaria Reale, in provincia di Torino, Italia; la Biblioteca Generale Storica dell’Università di Salamanca, in Spagna; il Portico della Gloria, nartece della Cattedrale di Santiago de Compostela, in Spagna. La metodologia definita e adottata per l’analisi e l’interpretazione dei dati di ciascun caso-studio ha previsto la comprensione e la messa in relazione tra: scelte costruttive; vicende evolutive delle singole architetture; fattori che ne determinano il microclima, letti (o ipotizzati) nelle relative modifiche diacroniche; degrado delle architetture e dei beni che sono custoditi in esse. Infine, uno degli esiti più innovativi della ricerca è stata la definizione di due indici di rischio: sono stati infatti definiti due nuovi indici (Heritage Microclimate Risk -HMR- e Predicted Risk of Damage -PRD-) legati al microclima degli edifici che ospitano beni e manufatti che costituiscono il patrimonio storico artistico e culturale. Tali indici sono stati definiti tenendo conto di tutte le variabili da cui il microclima dipende e dei fattori che ne determinano l’evolversi nel tempo e nello spazio.
The conservation and safeguarding of historic buildings, and of everything that is housed within them, represents a challenge whose value is currently shared at a world level, and it depends on several variables, with the microclimate playing a decisive role among them. This thesis is aimed to illustrate how the study of the indoor microclimate, supported by the virtual simulation and by the knowledge of the historical evolutions of the building (managerial, usage and architectonical changes over the years), represents a preventive practice which allows to evaluate and predict the interactions between objects and environment. To do that the author presents three case-studies: room 33 in the Palace of Venaria Reale, in Turin, Italy; the Historical Library of the University of Salamanca, in Spain; the Portico of Glory, in the Cathedral of Santiago de Compostela, in Spain. Moreover, for at least two decades, scientific literature in the field of preventive conservation, has been reporting experiences on individual case-studies relative to the study of indoor microclimate and criteria for the conservation of Cultural Heritage, in this regard, standards have also been enacted. Nevertheless, in the author view, the research involves stand-alone case-studies that are not comparable among one another, in particular about the risk assessment of the place where the assets are located and/or the damage that these assets may undergo as a result of the microclimate of their environment. For this reason, this contribution intends to present two risk indices related to the indoor microclimate: Heritage Microclimate Risk index, which defines the level of risk to which an indoor room is exposed, compared to maximum and minimum values defined according to standards or based on the historical microclimate; and Predicted Risk of Damage (PRD) index, which evaluate the risk of damage to which a specific material/object is exposed.
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CHIESA, ANDREA. "VALUTAZIONE DELLE STRATEGIE PROGETTUALI PER IL RIUSO, IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1456603.

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Abstract:
Il tema trattato dalla ricerca si colloca nell'ambito del riuso, del recupero e della valorizzazione del patrimonio culturale dismesso. Un tema attuale che si pone come azione indispensabile ed inderogabile nello sviluppo futuro delle città italiane ed europee. Recuperare anziché demolire e ricostruire, oltre a rispondere ad aspetti di natura etico-culturale, permette di ridurre il consumo di territorio in linea con i principi espressi dalla comunità europea. Il dibattito recente parla infatti di sviluppo urbano sostenibile, intesa come esortazione per la società a trovare soluzioni per lo sfruttamento delle risorse naturali e consentire la rigenerazione e la conservazione dell'ambiente per le generazioni future. Nel caso specifico del patrimonio costruito storico e della sua valorizzazione sostenibile, l'attività di ricerca si focalizza sul tema delle strategie di impatto, cioè le strategie di riuso e l'impatto che esse hanno sul bene oggetto di riqualificazione. L’obiettivo risulta quindi l’analisi del costruito in ogni suo aspetto (definendone i vincoli imposti dalle sue caratteristiche e i gradi di libertà intrinseci) per comprendere come differenti strategie progettuali possano influenzare le caratteristiche prestazionali dell’esistente ed implementare le lacune in esso rilevate, con la finalità di indicare quale tra esse siano quelle potenzialmente più adeguate a rispondere alle istanze trasformative del bene. La finalità è definire una metodologia e analisi in grado di divenire non solo uno strumento tecnico di studio ma anche uno strumento di pre-valutazione utile ad esempio a stazioni appaltanti, enti o istituzioni, soggetti pubblici o privati per rispondere alla più recente normativa in materia di contratti pubblici dove si esplicita la necessità di ottenere a base di gara un “Documento di fattibilità delle alternative progettuali” (DOCFAP). Lo strumento così formulato verrà inoltre testato su due casi studio presenti nella città di Pavia e di proprietà dell'Ateneo al fine di provarne l'efficacia ed individuarne eventuali punti di debolezza.
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Bianco, Angela <1979&gt. "Esperto in processi di valorizzazione, conservazione e gestione del patrimonio artistico culturale del "distretto" veneziano." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1239.

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Abstract:
Il presente lavoro si suddivide sostanzialmente in tre nuclei. Il primo capitolo indaga il così detto "distretto" dell'arte contemporanea veneziana e lo confronta con le più aggiornate teorie di valorizzazione del patrimonio culturale. Il secondo capitolo, definisce il nodo nevralgico della tesi e tratta il tema delle professioni museali. Il terzo nucleo, suddiviso in altrettanti capitoli, descrive i progetti realizzati: Mediatori Culturali, A.Mu.C- Archivio multimediale del contemporaneo e Art Night Venezia. Attraverso il metodo della actionresearch sono state concretamente testate alcune nuove figure professionali intese come ponte e collante tra le differenti istituzioni, sempre in funzione di una più efficace fruizione del patrimonio storico-artistico. L'esito della ricerca ha definito strategie e procedure atte a potenziare le competenze culturali e professionali di una serie di figure già dotate di un alto livello formativo ma non ancora assorbibili nello scomparto del "distretto" culturale veneziano dell'arte contemporanea, ma in prospettiva configurabili per un mercato del lavoro più ampio.
This work focuses mainly on three parts. The first chapter investigates the so called venetian “district” of contemporary art, in comparison with the most updated theories for the valorisation of the cultural heritage. The second chapter, defines the key point of the thesis and deals with the topic of the museum professions. The third part, subdivided in as many chapters, describes the projects carried out: Cultural Mediators, A.Mu.C – Multimedia Archive of Contemporary art, and Art Night Venice. Through the actionresearch method, some new professionals, intended to bridge between the different institutions, have been positively tested, aiming to a better fruition of the historical and artistic heritage. The outcome of the research has defined strategies and procedures suitable to enhance the cultural and professional expertises of highly trained subjects, who are not yet absorbable in the compartment of the venetian cultural “district” of contemporary art, but in prospect, configurable for a broader labour market.
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Vangelista, Debora <1988&gt. "Il ruolo delle Pro Loco nella promozione turistica del patrimonio culturale immateriale.Un focus nel veneziano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4969.

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Abstract:
Patrimonio culturale immateriale secondo UNESCO e focus italiano. Pro Loco e UNPLI storia, regolamenti e progetti attuati a favore dell'intangible heritage. UNPLI Veneto e UNPLI Venezia con focus nelle Pro Loco della provincia e nelle loro iniziative a favore del patrimonio culturale immateriale. Focus sulla Pro Loco di Mirano (VE).
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Vecchierelli, Nausicaa <1990&gt. "La notizia della distruzione del patrimonio culturale yemenita nella dimensione mediatica del conflitto in Yemen." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7768.

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Abstract:
Il seguente elaborato di tesi si propone di analizzare il linguaggio mediatico utilizzato nel descrivere le notizie inerenti alla distruzione del patrimonio culturale yemenita. Il conflitto attuale in Yemen ha visto le forze dei ribelli Huthi, nella loro avanzata verso Sud con l’obiettivo della conquista del Paese, schierarsi con le forze dell’ex presidente ‘Abdallah Saleh, un tempo nemiche. A questa alleanza si oppone il presidente ‘Abd Rabbo Mansur Hadi, supportato dalla Resistenza popolare del Sud e, soprattutto, dall’Arabia Saudita, a guida di una Coalizione militare che, con l’annuncio dell’inizio dell’operazione “Decisive Storm” e la successiva “Restore Hope”, ha dato il via ad una campagna militare di bombardamenti contro i siti conquistati dalle forze ribelli. Tale contesto ha provocato, oltre a una crisi umanitaria senza precedenti, aggravatasi in maniera tale da divenire irreversibile nell’arco di pochi mesi, anche profonde devastazioni al ricco e multiforme patrimonio culturale yemenita. Le notizie prese in esame riportano la distruzione dei luoghi-simbolo della civiltà e della storia yemenita; l’analisi linguistica delle notizie vuole mostrare da un lato in che modo esse siano soggette al punto di vista di chi li riporta, esito di determinate influenze politiche, dall’altra come spesso a uno stesso messaggio, proprio a causa di queste influenze, venga assegnato un peso diverso.
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Scarmagnani, Arianna <1991&gt. "La governance del patrimonio culturale: strumenti e forme. Il sito UNESCO The City of Verona." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9541.

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Abstract:
In che modo l'Italia gestisce e amministra i beni facenti parte del proprio tesoro culturale materiale? E quelli dichiarati Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO? Il presente lavoro scaturisce dalla volontà di far riflettere su tali quesiti e cercare di rispondervi. Attraverso l'analisi specifica di un sito UNESCO, ovvero The City of Verona, e del suo Piano di Gestione, l’intento era di constatare come il nostro Paese amministri il proprio patrimonio culturale materiale, ed in particolare, tentare di ravvisare eventuali differenze tra la governance indirizzata ai beni italiani dichiarati di "eccezionale valore universale" e quella rivolta agli altri che non presentano tale riconoscimento; sottolineando, di entrambe, punti di forza e di debolezza, ed individuando potenziali “margini di miglioramento”. Utilizzando un approccio multidisciplinare, si è cercato di far chiarezza sul complesso panorama normativo riguardante l'argomento, e di indagare le modalità e gli strumenti legislativi ed operativi utilizzati e messi a disposizione dall'UNESCO e dallo Stato per assicurare la corretta gestione della sua più importante, cospicua e redditizia risorsa. Strutturata in tre capitoli, focalizzati rispettivamente sull'aspetto giuridico, la dimensione amministrativa e lo studio del sito di Verona, la ricerca ha fatto emergere l’impellente e perentoria necessità di un rinnovamento gestionale da compiere a più livelli, confermando parte delle supposizioni iniziali.
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Cannizzo, Claudia <1994&gt. "Buone pratiche di gestione del patrimonio culturale in Sicilia: tra sostenibilità economica e riscontri sociali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16054.

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Abstract:
Il lavoro di tesi nasce dalla voglia di dimostrare che anche nel meridione d’Italia la gestione dei beni culturali può essere efficace. Partendo dal presupposto che realmente c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare la situazione del sud, e nello specifico della Sicilia, ho cercato di selezionare quelli che vengono considerati dei casi di buone pratiche nella gestione del patrimonio culturale, e ne ho analizzato le specificità dell’offerta e della sostenibilità. Gli enti scelti sono il Museo Civico di Castello Ursino e il Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena di Catania, il Farm Cultural Park di Favara e i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Per ogni ente è stata analizzata l’offerta culturale, che oltre al ruolo di semplice spazio espositivo, propone spettacoli cinematografici, teatrali, musicali etc. Una volta compresa la missione culturale che caratterizza l’azione di queste realtà, si è cercato di comprenderne anche le capacità di sostenibilità economica. Sono state analizzate le diverse voci riguardanti le spese e viceversa quelle di introito per ogni azienda, in modo da poter creare dei budget di gestione il più possibile corretti e precisi. In questo senso si è cercato di inquadrare tutte queste attività all’interno di una programmazione culturale più ampia, basata su programmi e piani finanziari regionali. Successivamente sono stati somministrati dei questionari per la comprensione di come questi enti sono stati letti dall’esterno e di come abbiano agito sulle città di riferimento e più in generale sul territorio regionale e nazionale. In ultimo è stata fatta una riflessione sullo scenario culturale e turistico contemporaneo in Sicilia.
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Sileci, Federica <1993&gt. "La valorizzazione del patrimonio culturale italiano attraverso il principio di sussidiarietà. Il caso del FAI." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17235.

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Abstract:
Nonostante siano disponibili numerosi studi che intendono misurare la portata del settore culturale e creativo, in Italia rimane ancora poco esplorato il ruolo specifico del patrimonio culturale, in particolare diffuso, come attivatore di sviluppo territoriale e sociale, in una logica non soltanto turistica, ma anche identitaria e valoriale. Lo scopo di questo contributo è quello di fornire uno spunto di riflessione sull’indagine del patrimonio culturale diffuso in quanto elemento strategico per il miglioramento del benessere della comunità attraverso il coinvolgimento della comunità stessa, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale. L’analisi del miglioramento del benessere si svolge attraverso il ricorso ad indicatori in grado di quantificare l’impatto che il patrimonio culturale produce sulla comunità e sul contesto territoriale locale, non solo a livello monetario e di flussi di cassa, ma anche in termini sociali e culturali: si esaminano gli effetti della partecipazione attiva della comunità, in ottica sussidiaria, ai processi di valorizzazione del patrimonio culturale locale. L’originalità dell’elaborato consiste nel proporre come esempi virtuosi per le politiche di valorizzazione partecipate, le modalità di intervento del Fondo Ambiente Italiano (FAI), la sua struttura, la sua visione e missione. Il FAI può costituire un valido strumento per il miglioramento del benessere locale attraverso la partecipazione attiva degli individui, della comunità, in un’ottica di rete, collaborazione e scambio di risorse al fine di valorizzare non solo il patrimonio culturale del nostro Paese, ma anche il contesto territoriale e comunitario che con il patrimonio intreccia profondi legami di tipo identitario. Questo contributo si propone come riflessione teorica e, pertanto, non fornisce risultati pratici in merito alle metodologie proposte, ma potrebbe costituire un punto di partenza per analisi e ricerche più approfondite sul ruolo della comunità nel miglioramento del benessere sociale attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale diffuso.
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Nannini, Maite. "Le comunità culturali come driver per la progettazione di servizi di accoglienza museale e lo sviluppo di sistemi di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale bolognese mediante strategie di attivazione dei visitatori." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il progetto vede il suo sviluppo a partire dalla ricerca sul tema dell’interattività tra gli utenti e negli spazi fisici delle istituzioni museali quale fattore chiave dell’esperienza culturale, nel suo frontline e nei suoi servizi di fruizione e promozione. Il percorso progettuale, seguendo le metodologie proprie del service design, si compone innanzitutto di due parti macro-tematiche: la ricerca e il progetto. La prima introduce una premessa alle teorie e alle pratiche della progettazione e dell'implementazione di servizi nell’ambito dei beni culturali, poi delinea la metodologia utilizzata nell’affrontare il lavoro nella sua complessità, e presenta le rilevazioni e le ricerche effettuate per comprendere contesto, attori, utenti coinvolti e si conclude con l’analisi di una serie di casi studio. La seconda invece delinea il vero e proprio progetto: rielaborando gli elementi utili della fase di ricerca sono state definite le basi su cui sviluppare la domanda progettuale, dando origine a due livelli di sviluppo, quello dei servizi relativi all’accoglienza fisica per le istituzioni museali e quello dei servizi con cui ottimizzare ed implementare con nuove funzioni uno strumento già attivo. Questi due asset si concretizzano nell'elaborazione di una strategia decisionale come processo per la definizione dei servizi che meglio si adeguano ad ogni realtà museale e una applicazione digitale quale estensione, sia per funzione ed interazione con l'utente che dal lato gestionale, dello strumento già attivo. L’intero percorso ha come focus l’importanza dell’utente, in questo caso il visitatore e il potenziale visitatore, nell’approccio progettuale di servizi, sistemi e attività di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale e dei suoi luoghi.
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