Academic literature on the topic 'Patologie respiratorie'

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Journal articles on the topic "Patologie respiratorie"

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Colombo, Daniele. "L'apparato respiratorio nella grave disabilitŕ." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 67–71. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003011.

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Abstract:
La ventilazione, che rappresenta una delle funzioni essenziali per la sopravvivenza, risulta non di rado compromessa nei casi di disabilitŕ grave. Lo specialista deputato alla diagnosi e alla terapia delle patologie respiratorie riscontra il piů delle volte, in questi casi, un'alterata efficienza del mantice respiratorio, dei meccanismi di protezione e modificazione dell'aria inspirata e del circuito di feedback. Le gravi encefalopatie, le patologie neuromuscolari e quelle post-traumatiche della colonna vertebrale sono tra le cause piů frequenti dei deficit della ventilazione, sui quali č possibile intervenire solo con supporti ventilatori non invasivi o tracheotomia, fisiokinesiterapia per mobilizzare le secrezioni delle basse vie, terapia antibiotica nel caso di patologie broncopolmonari.
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Tonon, Chiara. "L'importanza della biodiversità ambientale urbana su salute e benessere, dal microbiota al cervello sociale." PNEI REVIEW, no. 1 (April 2022): 78–93. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-001007.

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Abstract:
Il microbiota ambientale si sovrappone e stimola quello umano, contribuendo alla sua diversità. L'abbondanza e la varietà di microrganismi negli ambienti urbani è in continua diminuzione e negli ultimi anni l'ipotesi che la perdita di biodiversità porti ad una disregolazione immunitaria ed a conseguenti patologie croniche è sempre più evidente, visto che ambiente, microbiota umano e sistema immunitario sono sistemi che interagiscono costantemente. Mentre in Occidente gli studiosi si concentrano soprattutto su allergie e patologie respiratorie, i giapponesi indagano anche l'impatto sistemico del verde urbano e del paesaggio arboreo, dimostrandone l'indiscutibile effetto positivo sull'essere umano. Non è ancora chiaro però quale sia la funzione che, la variabilità della specie all'interno delle aree verdi, svolge sulla salute. L'ipotesi più interessante è legata al ruolo che i segnali microbici possono avere sul neurosviluppo fisiologico e sull'influenzare, a livello cerebrale, la programmazione dei comportamenti sociali. È di primaria importanza sensibilizzare ad una salute globale, partendo da un'educazione sistemica, che curi la plant blindness, evidenziando il valore della diversità biologica intesa come biblioteca della vita, capitale umano fondamentale per permettere l'adattamento ai cambiamenti e l'allenamento del sistema immunitario nella difesa da malattie esistenti e del progresso.
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De Luca, Walter, Flavio Gheri, Enrico Lucenti, and Yari Barnabino. "Effetti della pandemia COVID-19 negli infermieri del sistema di emergenza pre-ospedaliera." RESCUE PRESS 01, no. 01 (June 2021): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2021.01.02.it.

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Abstract:
La pandemia da COVID-19 ha fatto emergere il ruolo cruciale degli infermieri e il loro impegno nel fronteggiare tale situazione. L’Italia ha mostrato un incremento sostanziale di richieste di soccorso per patologie respiratorie e il personale infermieristico impiegato sui mezzi di soccorso è stato travolto dalla situazione con conseguenti ripercussioni psicofisiche quali depressione e Post Traumatic Stress Disease (PTSD). Lo studio mira a valutare l’impatto dell’emergenza pandemica sugli infermieri del Sistema di Emergenza Territoriale (SET). Metodo Analisi di depressione e PTSD mediante “Screening Questionnaire for Disaster Mental Health”. Il questionario è stato distribuito tra gli infermieri italiani afferenti al SET con campionamento non probabilistico tra il 1° dicembre 2020 e il 31 gennaio 2021. Risultati Hanno partecipato allo studio 441 infermieri italiani con età media 43,28 anni (DS ± 9,38), l’esperienza lavorativa media nel SET è 11,68 anni (DS ± 7,98). Il 6,12% dei partecipanti lavora presso una Centrale Operativa (CO), il 72,34% è impegnato nel soccorso territoriale e il 21,54% opera in entrambi i setting. Il 17,01% del campione è ad alto rischio per PTSD e il 15,65% per depressione. Discussione Il campione è costituito da infermieri generalmente esperti nel soccorso territoriale. Il rischio di PTSD e depressione rientra nei range individuati in letteratura. L’analisi per setting operativo ha evidenziato un maggior rischio di sviluppare PTSD per gli infermieri che svolgono attività di CO, con valori quasi doppi rispetto a chi opera solo sui mezzi di soccorso. Il personale con poca esperienza nel SET risulta soggetto a maggiori esiti per le 2 sintomatologie. Conclusione Il personale inesperto e quello impegnato nelle CO è risultato maggiormente vittima di PTSD e depressione. È essenziale attuare piani per permettere al personale del SET di superare tali situazioni di criticità e prevenirle. PAROLE CHIAVE Emergency Nurse, pandemia, COVID-19, emergenza territoriale, PTSD, depressione
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Iaru, Oana, Mihaela Oros, and D. Orăşeanu. "OBEZITATEA ŞI PATOLOGIA RESPIRATORIE ASOCIATĂ SOMNULUI LA COPIL." Romanian Journal of Pediatrics 64, no. 1 (March 31, 2015): 48–51. http://dx.doi.org/10.37897/rjp.2015.1.10.

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Abstract:
Obezitatea reprezintă o problemă de sănătate publică, cu o creştere impresionantă a prevalenţei în ultimele de_cenii, populaţia pediatrică înscriindu-se în aceste caracteristici. Printre complicaţiile multiorganice asociate obezităţii se numără şi patologia respiratorie legată de somn. Asocierea apnee obstructivă de somn – obezitate este suspectată anamnestic la un copil care sforăie, prezintă fragmentarea somnului şi pauze respiratorii, patologia respiratorie fi ind obiectivată prin polisomnografi e. Apneea obstructivă de somn prezintă numeroase complicaţii (multe dintre ele augmentate prin asocierea obezităţii) – cardiace, metabolice, neurocognitive, ce afectează ca_litatea vieţii. Tratamentul constă în scădere în greutate, adenoamigdalectomie şi folosirea ventilaţiei de tip CPAP.
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González-Pozo, G., V. Arnalich, J. M. Pino, and F. García-Río. "Patología respiratoria." Medicine - Programa de Formación Médica Continuada Acreditado 12, no. 66 (November 2018): 3849–61. http://dx.doi.org/10.1016/j.med.2018.10.019.

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Diaconu, Radu, Carmen Niculescu, Ovidiu Ciobanu, Dalia Dop, Loredana Şelaru, and Ligia Stănescu. "EVALUAREA COPILULUI ALERGIC – UTILITATEA INVESTIGAŢIILOR PANEL." Romanian Journal of Pediatrics 65, no. 4 (December 31, 2016): 424–27. http://dx.doi.org/10.37897/rjp.2016.4.18.

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Abstract:
Diagnosticul alergiilor pediatrice este în continuare o provocare complexă ţinând cot de incidenţa tot mai mare a acestei patologii. Obiectivele cercetării noastre au fost evaluarea utilităţii investigaţiilor panel în practica pediatrică. Am folosit copiii internaţi în Clinica de Pediatrie a Spitalului Municipal „Filantropia“ din Craiova. Evaluarea a fost făcută prin comparaţie cu un lot martor fără istoric de boli atopice. Sensibilizarea la alergeni respiratori (mai ales praf de casă) a fost cel mai frecvent întâlnită şi s-a coroborat în special cu patologia astmatică. Alergenii alimentari au fost mai rar identificaţi şi fără o corelaţie semnificativă cu modificările clinice.
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Bello Dronda, S. "Clamidias y patología respiratoria." Archivos de Bronconeumología 33, no. 10 (November 1997): 527–40. http://dx.doi.org/10.1016/s0300-2896(15)30535-4.

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Ulmeanu, Alexandru-Ioan, Carmen Zăpucioiu, and Coriolan-Emil Ulmeanu. "VIRUSURI RESPIRATORII NOI ÎN INFECŢIILE DE TRACT RESPIRATOR INFERIOR LA COPIL: PROFILURI CLINICE ŞI EPIDEMIOLOGICE." Romanian Journal of Pediatrics 64, no. 1 (March 31, 2015): 56–60. http://dx.doi.org/10.37897/rjp.2015.1.12.

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Abstract:
Infecţíile virale de tract respirator reprezintă una din cauzele principale de morbiditate şi mortalitate în patologia pediatrică. Autorii aduc informaţii de ultima oră privind structura, mecanismele patogenetice, caracteristicile clinice, epidemiologice şi răspunsul la tratament al unor virusuri descoperite recent care afectează tractul respirator la copil: bocavirusul, metapneumovirusul, coronavirusurile şi rinovirusul C.
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Torres Rodríguez, J. M. "Hongos y patologia respiratoria en nuestro medio." Archivos de Bronconeumología 25, no. 1 (January 1989): 18–24. http://dx.doi.org/10.1016/s0300-2896(15)31779-8.

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Mărginean, Claudiu, Lucian Pușcașiu, Varlam Claudiu Molnar, and Cosmin Rugină. "INFECȚIA MATERNĂ CU PARVOVIRUS B19 CAUZEAZĂ HIDROPS FETAL CU MOARTE INTRAUTERINĂ – PREZENTARE DE CAZ." Romanian Journal of Infectious Diseases 19, no. 3 (September 30, 2016): 119–22. http://dx.doi.org/10.37897/rjid.2016.3.11.

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Abstract:
Parvovirusul B19 aparține familiei Parvoviridae, genul Erythrovirus și prezintă citotoxicitate asupra liniei eritroblastice umane ducând la anemie severă. Prezentăm cazul unei paciente în vârsta de 35 de ani, aflată la a 3-a sarcină, cu un avort spontan de prim trimestru în antecedente și o naștere fiziologică, care s-a prezentat la controlul de specialitate la 20 de săptămâni gestaționale, asociind semnele unei viroze respiratorii și fără alte patologii până la această vârstă gestațională. Analizele de laborator și ecografia fetală nu au evidențiat nimic patologic, astfel că pacienta a fost trimisă la domiciliu cu recomandarea de a reveni peste 2 săptămâni pentru reevaluare, moment în care ecografia fetală a evidențiat hidrops fetal și anemie severă, iar la 24 de ore asistolie fetală. Serologia maternă a pus în evidență infecția recentă cu Parvovirus B19. Particularitatea acestui caz constă în apariția unei infecții fetale relativ rare în trimestrul doi, în cazul unei sarcini fiziologice, monitorizate, cu prognostic nefavorabil și evoluție fulminantă spre moarte intrauterină.
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Dissertations / Theses on the topic "Patologie respiratorie"

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Carraro, Silvia. "IL CONDENSATO DELL'ARIA ESPIRATA NELLO STUDIO DI PATOLOGIE RESPIRATORIE PEDIATRICHE." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426875.

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Abstract:
Background and aims. In the field of pediatric pulmonology, in the past 10 years there has been a growing interest toward the study of the airway inflammation by means of non-invasive techniques. In fact, although bronchoscopy with bronchoalveolar lavage and bronchial biopsies still represents the gold standard technique for the study of the lung, its invasiveness prevents a diffuse use, particularly when working with children. Non-invasive techniques have therefore been developed, the most studied of which is the measurement of the exhaled nitric oxide (FENO), a marker of eosinophilic inflammation. A second promising non-invasive technique is represented by the analysis of exhaled breath condesate (EBC). This is a biofluid collected by cooling the exhaled air, the composition of which is believed to reflect that of airway lining fluid. The main advantage of this technique is that it allows the study of a wide range of biomarkers, enabling the study of different pathogenetic pathways in different respiratory diseases. Recently, beside the measure of single biomarkers of disease, a new approach for the analysis of EBC has been proposed: the metabolomic approach. The metabolomic analysis is based on spectroscopic techniques (usually NMR-spectroscopy and mass spectrometry) combined with a multivariate statistical analysis, and it leads to the identification of metabolite profiles that characterize groups of subjects, enabling the discrimination between healthy and ill subjects or between subjects with different disease phenotypes. Aim of the present research project, which has been developed through 3 different studies, was the application of the EBC technique in the study of pediatric respiratory diseases. Methods and Results. 1) In the first study (Exhaled leukotriene B4 in children with community acquired pneumonia) the EBC was applied for the first time in the evaluation of children with community acquired pneumonia. Leukotriene B4 (LTB4), a strong chemotactic agent for activated neutrophils, has been measured in the EBC of 18 children with CAP. LTB4 concentration was higher in the EBC of these children than in the EBC of 17 healthy controls and normalized after one week of antibiotic therapy. The study demonstrated that by means of the EBC technique it is possible to non-invasively monitor a marker of the lung`s biological response to infections in children. The study has been published in Pediatric Pulmonology (Carraro S, et al. Exhaled leukotriene B4 in children with community acquired pneumonia. Pediatr Pulmonol. 2008;43:982-6). 2) In the second study (EIA and GC-MS analysis of 8-isoprostane in EBC of children with problematic asthma) we evaluated 8-isoprostanein the EBC of children with well-controlled and problematic asthma, finding increased levels of this biomarker of oxidative stress in the problematic asthma group. This finding paves the way to the development of new therapies - targeted at the control of oxidative stress - which could improve the management of problematic asthma. This study had also a methodological objective: the comparison between the measurements of 8-isoprostane in EBC performed by enzymatic immunoassay and those performed by gas chromatography-mass spectrometry (GC-MS), a reference analytical technique. We found an acceptable reproducibility between the two methods, but the latter had higher accuracy. The study has been published in the European Repiratory Journal (Carraro S, et al. EIA and GC-MS analysis of 8-isoprostane in EBC of children with problematic asthma. Eur Respir J. 2009 Nov 6. [Epub ahead of print] doi:10.1183/09031936.00074909) 3) In the third study (Metabolomic analysis of breath condensate in the characterization of asthma phenotypes in children) the metabolomic analysis of EBC was applied to characterize from a metabolic standpoint different asthma phenotypes. Because of its non-selective nature, the metabolomic analysis considers a great number of metabolites and can identify clusters of bimolecules involved in the characterization of specific groups of patients. We found that the metabolomic analysis enables a clear discrimination between children with mild asthma (either regularly treated with inhaled steroids or steroid naive) and children with severe asthma. In the characterization of children with mild asthma a metabolite emerged as important, belonging to the family of prostanoids. In severe asthma, although no single variables were identified, there was an overall metabolic fingerprint that clearly characterizes this group. These results suggest that a different biochemical-inflammatory profile underlies these two asthma phenotypes. Further study could confirm the role of the EBC metabolic profile in the early characterization of asthma phenotype in children. Conclusions In conclusion the research project demonstrated EBC can be applied with success in different respiratory diseases of childhood, both acute, as CAP, and chronic, as asthma. The study on 8-isoprostane also provides important methodological information inasmuch as it demonstrates an acceptable reproducibility between the immunoenzymatic method (which is the most commonly used) and the reference analytical method GC-MS, though the latter is more accurate. Eventually the metabolomic study represents a step forward the characterization of different asthma sub-phenotypes from a biochemical-inflammatory standpoint and it paves the way to further studies applying this innovative approach.
Background e obiettivi. Negli ultimi 10 anni, nel campo della pneumologia pediatrica, c'è stato un crescente interesse verso lo sviluppo di metodiche non invasive per lo studio dell infiammazione delle vie aeree. Infatti, sebbene la metodica gold standard sia rappresentata dalla broncoscopia con il broncolavaggio e le biopsie bronchiali, l'invasività di tale procedura ne limita l'uso a selezionate indicazioni cliniche non permettendo l'applicazione ad un'ampia popolazione, in particolare nell'ambito pediatrico. Sono state pertanto sviluppate metodiche non invasive tra le quali la più studiata è la misura dell'ossido nitrico nell'aria esalata (FENO), marker di infiammazione eosinofilica delle vie aeree. Altra promettente metodica non invasiva è rappresentata dall'analisi del condensato dell'aria espirata (EBC). Il condensato è un biofluido ottenuto mediante il raffreddamento dell'aria espirata. La composizione di tale biofluido rispecchia le caratteristiche del liquido di superficie delle vie aeree. Caratteristica fondamentale del condensato è che permette il dosaggio di diversi biomarkers, consentendo di indagare sui vari processi patogenetici coinvolti nelle malattie respiratorie. Recentemente, accanto alla possibilità di dosare singoli mediatori, è stata proposta la possibilità di analizzare il condensato mediante un approccio innovativo: l'analisi metabolomica. Questa biotecnologia si basa sull'applicazione di tecniche spettroscopiche (generalmente la spettroscopia basata sulla RNM e la spettrometria di massa) combinate con un'analisi statistica multivariata e permette di identificare profili metabolici caratteristici di un gruppo di soggetti, consentendo quindi la discriminazione sia tra sani e malati che tra soggetti con diversi fenotipi di malattia. Obbiettivo del presente progetto di ricerca, sviluppato attraverso 3 studi distinti, è stato l'applicazione della metodica non invasiva del condensato dell'EBC nello studio di patologie respiratorie di interesse pediatrico. Metodi e Risultati 1) Nel primo studio (Exhaled leukotriene B4 in children with community acquired pneumonia) l'EBC è stato utilizzato per la prima volta nella valutazione di bambini con polmonite acquisita in comunità (CAP). Il leucotriene B4 (LTB4), un potente agente chemiotattico dei neutrofili attivati, è stato dosato nell'EBC di 18 bambini con CAP. La concentrazione dell'LTB4 era aumentata in questi bambini rispetto a 17 controlli sani ed andava incontro a normalizzazione dopo una settimana di terapia antibiotica. Lo studio ha dimostrato che mediante la metodica dell'EBC è possibile monitorare in modo non invasivo l'andamento di un marcatore della risposta biologica del polmone alle infezioni respiratorie nei bambini. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pediatric Pulmonology (Carraro S, et al. Exhaled leukotriene B4 in children with community acquired pneumonia. Pediatr Pulmonol. 2008;43:982-6). 2) Nel secondo studio (EIA and GC-MS analysis of 8-isoprostane in EBC of children with problematic asthma) abbiamo valutato l'8-isoprostano nell'EBC di bambini con asma ben controllato e con asma problematico, dimostrando concentrazioni più elevate di questo marker di stress ossidativo nei bambini con asma problematico. Tale dato apre la strada allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, mirate al controllo dello stress ossidativo, che potrebbero migliorare la gestione dell'asma problematico. Questo studio comprendeva anche una parte metodologica che consisteva nel confronto del dosaggio dell'8-isoprostano effettuato con metodica immunoenzimatica, che costituisce la tecnica più frequentemente utilizzata negli studi, e con gas comatografia accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS), che rappresenta una metodica analitica di riferimento. Le due metodiche di analisi hanno dimostrato una riproducibilità accettabile, sebbene la CG-MS sia caratterizzata da maggiore accuratezza. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista European Repiratory Journal (Carraro S, et al. EIA and GC-MS analysis of 8-isoprostane in EBC of children with problematic asthma. Eur Respir J. 2009 Nov 6. [Epub ahead of print] doi:10.1183/09031936.00074909) 3) Il terzo studio (Metabolomic analysis of breath condensate in the characterization of asthma phenotypes in children) si è basato sull'applicazione dell'analisi metabolomica all'EBC per caratterizzare dal punto di vista metabolico diversi fenotipi di asma. L'analisi metabolomica, grazie alla sua natura non selettiva, permette il dosaggio contemporaneo di un numero molto elevato di metaboliti consentendo di individuare cluster di biomolecole coinvolte nella caratterizzazione di specifici gruppi di pazienti. Abbiamo dimostrato che l'analisi metabolomica è in grado di discriminare nettamente i bambini con asma lieve (trattati o meno con steroidi inalatori) da quelli con asma severo, suggerendo che un diverso profilo biochimico-infiammatorio sottende questi 2 fenotipi di asma. Nella caratterizzazione dei bambini con asma lieve, in particolare, è emersa come importante una variabile che identifica un metabolita appartenente alla famiglia dei prostanoidi. Per i bambini con asma severo, pur non essendo stata identificata una singola variabile caratterizzante, è emerso un profilo metabolico che nel suo insieme li distingue nettamente dagli altri gruppi. Studi ulteriori potrebbero confermare il ruolo di tali profili metabolici dell'EBC nella caratterizzazione precoce del fenotipo asmatico nei bambini. Conclusioni Il presente progetto di ricerca dimostra nel suo complesso che la metodica del condensato dell'aria espirata può essere applicata con successo in diverse malattie respiratorie pediatriche sia acute, quali la polmonite, che croniche, quali l'asma. Lo studio dell'8-isoprostano fornisce inoltre interessanti elementi metodologici, dimostrando una accettabile riproducibilità  tra la metodica immunoenzimatica e la GC-MS, sebbene quest'ultima abbia una maggiore accuratezza. Infine lo studio metabolomico rappresenta un significativo passo avanti nella caratterizzazione dei fenotipi di asma da un punto di vista biochimico-infiammatorio e apre la strada a nuovi studi che sfruttino questo approccio innovativo.
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Nogué, Xarau Santiago. "Intoxicación medicamentosa aguda grave: patología respiratoria asociada." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 1987. http://hdl.handle.net/10803/31946.

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Abstract:
Se analiza la patología respiratoria que ha presentado una serie de intoxicaciones medicamentosas agudas graves que han requerido el ingreso en una UCI, comparándola con la que se ha presentado en otra serie paralela de intoxicaciones no medicamentosas y estableciendo unos factores pronósticos de su presentación. De los 300 pacientes con intoxicación medicamentosa, el 75% presentaron una patología respiratoria, en forma de alteraciones del gradiente alveolo-arterial o de la RX de tórax; las imágenes patológicas más frecuentes fueron la neumonía por aspiración y la atelectasia. Entre los 65 pacientes con intoxicación no medicamentosa hubo una mayor prevalencia de patología respiratoria. Algunos de los factores que se asociaron a la presencia de esta patología fueron la edad superior a 40 años, el coma profundo y la depresión respiratoria central.
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Gómez, Garrido Alba. "Lesión medular y repercusión en el sistema respiratorio." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2014. http://hdl.handle.net/10803/285646.

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Abstract:
INTRODUCCIÓN La disfunción del sistema respiratorio y las complicaciones respiratorias en la lesión medular repercuten en la morbimortalidad. El grado de afectación respiratoria causado por la disfunción de la musculatura respiratoria está relacionado con el grado y la localización de la lesión neurológica así como con el tiempo de evolución de la lesión. OBJETIVO Traducir y validar al español el cuestionario de consenso internacional: “INTERNATIONAL SPINAL CORD INJURY PULMONARY FUNCTION BASIC DATA SET”. Conocer la influencia de la lesión medular crónica en el sistema respiratorio en términos de funcionalismo respiratorio. Analizar si existen otras variables de función respiratoria y de fuerza de la musculatura respiratoria que nos puedan aportar más información en el manejo. MATERIAL Y MÉTODO Traducción y validación al español del cuestionario de consenso internacional de la función pulmonar para la LM. Estudio de fiabilidad del cuestionario. Estudio descriptivo transversal para determinar el estado del sistema respiratorio y su repercusión en los pacientes con lesión medular crónica traumática. RESULTADOS Según el cuestionario de consenso el 91.9% no presentaban ninguna patología respiratoria antes de la lesión medular. El 54.8% tenían historia tabáquica. El 27.4% presentarón complicaciones respiratorias siendo la neumonía la más frecuente. Los resultados de pruebas de función respiratoria fueron FVC 67%, FEV1 72% y PEF 70%. En cuanto a la fiabilidad y concordancia fue 98%. El 96.8% presentan disfunción de la musculatura espiratoria, los que presentaron disfunción grave (71%) son los que tiene lesiones más altas. En cuanto a la disfunción de la musculatura inspiratoria está presente en un 50%, siendo moderada en el 32.3% y grave en el 17.7%. Existe correlación entre el valor de la PIM y el grado de afectación neurológica. Existe pobre relación entre el PCT y la disfunción musculatura respiratoria. Si se realiza una regresión múltiple entre el pico de tos y la fuerza de la musculatura respiratoria, se observa que la correlación de la PIM es mayor que la de la PEM para todos los niveles neurológicos. CONCLUSIÓN El cuestionario de consenso internacional sobre la función pulmonar es una herramienta útil para el estudio de la afectación respiratoria en la lesión medular. El uso estandarizado de dicho cuestionario facilita la comparación en este campo entre diversos centros y países. En aquellos pacientes con riesgo de presentar complicaciones respiratorias o empeoramiento función pulmonar se recomienda un estudio más exhaustivo del funcionalismo respiratorio incluyendo el estudio de las presiones máximas respiratorias y el pico de tos.
INTRODUCTION The dysfunction of the respiratory system and the breathing complications in the spinal cord injured persons have an effect on the morbidity and the mortality of the disease. The degree of respiratory involvement caused by the dysfunction of the respiratory muscles is related to the degree and the location of the neurological injury, as well as, its evolutionary time. OBJECTIVES Translating to Spanish and validating the questionnaire of international consensus: “INTERNATIONAL SPINAL CORD INJURY PULMONARY FUNCTION BASIC DATA SET”. Determining the influence of the chronicle spinal cord injury in the respiratory system in terms of respiratory functionalism. Analyzing the existence of other variables that could affect the respiratory function and the strength of the respiratory muscles in order to get more information for the management. MATERIALS AND METHODS Translation to Spanish and validation of the questionnaire of international consensus intended for the study of the pulmonary function in spinal cord injury disease. Testing the reliability of that questionnaire. Realization of a descriptive transversal study to determine the degree of affectation of the respiratory system and its repercussion in chronicle traumatic spinal cord injury patients with different neurological levels according to ASIA classification. RESULTS According to the consensus questionnaire the 91.9% did not have any respiratory pathology before the spinal cord injury and the 54.8% of the patients used to smoke. The 27.4% presented breathing complications one year after the injury, being pneumonia the most frequent one. The results of the respiratory function tests were FVC 67%, FEV1 72% and PEF 70%. The concordance and reliability were 98%. The 96.8% of the patients presented dysfunction in the respiratory muscles, being the ones with highest injuries those that had severe affectation (71%). Dysfunction of the inspiratory muscles was found in the 50% of the patients, being moderated in a 32.3% and severe in the 17.7%. Correlation between the PIM value and the degree of neuronal affectation has been found. However, a poor correlation has been seen between the PCT and the dysfunction of the respiratory muscles. Making a multiple regression study between the cough peak and the strength of the respiratory muscles, it is possible to appreciate that the correlation of the PIM is greater than the one of the PEM for all the neurological levels. CONCLUSIONS The questionnaire of international consensus about the pulmonary function is a useful tool for the study of the respiratory affectation in the spinal cord injury. The standardized use of that questionnaire makes it easier to compare between different hospitals and countries. A most exhaustive study of the respiratory functionalism, including the study of the maximum respiratory pressures and the cough peak, is recommended in those patients with risk of presenting breathing complications or deterioration of the pulmonary function.
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Zanforlin, Alessandro <1979&gt. "Applicazioni cliniche e sperimentali dell’ecografia toracica in pneumologia: la diagnostica precoce delle patologie pleuropolmonari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4505/1/zanforlin_alessandro_tesi.pdf.

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Abstract:
Lung ultrasound use is increasing in respiratory medicine thanks to its development in the latest years. Actually it allows to study diseases of the chest wall (traumas, infections, neoplasms), diaphragm (paralysis, ipokinesis), pleura (effusions, pneumothorax, thickenings, neoplasms) and lung parenchyma (consolidations, interstitial syndromes, peripheral lesions). One of the most useful application of chest ultrasound is the evaluation of effusions. However, no standardized approach for ultrasound-guided thoracenthesis is available. Our study showed that our usual ultrasonographic landmark (“V-point”) could be a standard site to perform thoracenthesis: in 45 thoracenthesis no pneumothorax occurred, drainage was always successful at first attempt. Values of maximum thickness at V-point and drained fluid volume showed a significative correlation. Proteins concentration of ultrasound patterns of effusions (anechoic, ipoechoic, moving echoic spots, dense moving spots, hyperechoic) were compared to those of the macroscopic features of fluids showing connection between light-yellow fluid and echoic moving spots pattern and between ipoechoic/dense moving spots and cloudy-yellow/serum-haematic fluids. These observations suggest that ultrasound could predict chemical-physical features of effusions. Lung ultrasound provides useful information about many disease of the lung, but actually there is not useful in obstructive bronchial diseases. Analysing diaphragmatic kinetics using M-mode through transhepatic scan we described a similarity between diaphragm excursion during an expiratory forced maneuver and the volume/time curve of spirometry. This allowed us to identify the M-mode Index of Obstruction (MIO), an ultrasound-analogue of FEV1/VC. We observed MIO values of normal subjects (9) and obstructed patients (9) comparing the two groups. FEV1/VC and MIO showed a significant correlation suggesting that MIO may be affected by airways obstruction; MIO values were significatively different between normal and obstructed so that it could identify an obstructive syndrome. The data show that it is possible to suspect the presence of obstructive syndrome of the airways using ultrasonography of the diaphragm.
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Zanforlin, Alessandro <1979&gt. "Applicazioni cliniche e sperimentali dell’ecografia toracica in pneumologia: la diagnostica precoce delle patologie pleuropolmonari." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4505/.

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Abstract:
Lung ultrasound use is increasing in respiratory medicine thanks to its development in the latest years. Actually it allows to study diseases of the chest wall (traumas, infections, neoplasms), diaphragm (paralysis, ipokinesis), pleura (effusions, pneumothorax, thickenings, neoplasms) and lung parenchyma (consolidations, interstitial syndromes, peripheral lesions). One of the most useful application of chest ultrasound is the evaluation of effusions. However, no standardized approach for ultrasound-guided thoracenthesis is available. Our study showed that our usual ultrasonographic landmark (“V-point”) could be a standard site to perform thoracenthesis: in 45 thoracenthesis no pneumothorax occurred, drainage was always successful at first attempt. Values of maximum thickness at V-point and drained fluid volume showed a significative correlation. Proteins concentration of ultrasound patterns of effusions (anechoic, ipoechoic, moving echoic spots, dense moving spots, hyperechoic) were compared to those of the macroscopic features of fluids showing connection between light-yellow fluid and echoic moving spots pattern and between ipoechoic/dense moving spots and cloudy-yellow/serum-haematic fluids. These observations suggest that ultrasound could predict chemical-physical features of effusions. Lung ultrasound provides useful information about many disease of the lung, but actually there is not useful in obstructive bronchial diseases. Analysing diaphragmatic kinetics using M-mode through transhepatic scan we described a similarity between diaphragm excursion during an expiratory forced maneuver and the volume/time curve of spirometry. This allowed us to identify the M-mode Index of Obstruction (MIO), an ultrasound-analogue of FEV1/VC. We observed MIO values of normal subjects (9) and obstructed patients (9) comparing the two groups. FEV1/VC and MIO showed a significant correlation suggesting that MIO may be affected by airways obstruction; MIO values were significatively different between normal and obstructed so that it could identify an obstructive syndrome. The data show that it is possible to suspect the presence of obstructive syndrome of the airways using ultrasonography of the diaphragm.
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Utrillo, Montagut Laia. "Utilidad de la proteína C reactiva en el manejo de infecciones respiratorias." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2016. http://hdl.handle.net/10803/385439.

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Abstract:
Fonament. El diagnòstic clínic de pneumònia és difícil i, sovint, les radiografies toràciques són indeterminades, donant lloc a diagnòstics incorrectes i a una sobreutilització d’antibiòtics. Objectius. Analitzar si la determinació dels nivells de proteïna C reactiva (PCR) en sèrum, pot ser útil en el maneig de malalts amb símptomes respiratoris aguts. Mètodes. Durant 2 hiverns, van ser reclutats tots els pacients consecutius atesos a l’àrea d’urgències del nostre hospital per tos aguda. A més de la radiografia de tòrax i estudis bàsics de laboratori, es va realitzar la determinació de la PCR en el sèrum dels pacients. Resultats. Es van reclutar un total de 1002 pacients. Aquells amb pneumònia tenien uns nivells de PCR més elevats (mediana 187 mg/L) que aquells amb agudització de la seva MPOC (63 mg/L), bronquitis aguda (54 mg/L) o insuficiència cardíaca (17 mg/L). Només 47 (8,6%) de 557 pacients amb pneumònia tenien uns nivells de PCR < 50 mg/L. La PCR va demostrar tenir una bona eficàcia per identificar nous infiltrats (àrea sota la corba ROC = 0,84, 95% IC [0,82-0,87]). Uns valors de PCR superiors a 150 mg/L i inferiors a 100 mg/L, van mostrar una likelihood ratio positiva (LR+) i negativa (LR-) de 5.08 i 0.24 respectivament, per identificar pneumònia. Les combinacions de PCR i leucòcits (>15.000/mm3) en una “regla en y” van incrementar la probabilitat de pneumònia (LR+ 12,9). Conclusions. Afegir la determinació de la PCR al procés diagnòstic de pacients hospitalitzats per símptomes respiratoris aguts és útil i pot ajudar al clínic en la presa de decisions.
Fundamento. El diagnóstico clínico de neumonía es difícil y, a menudo, las radiografías de tórax son indeterminadas, dando lugar a diagnósticos incorrectos y a una sobreutilización de antibióticos. Objetivos. Analizar si la determinación de la proteína C reactiva (PCR) en suero, puede ser útil en el manejo de enfermos con síntomas respiratorios agudos. Métodos. Durante 2 inviernos, todos los pacientes consecutivos atendidos en el área de urgencias de nuestro hospital por tos aguda, fueron reclutados. Además de la radiografía de tórax y estudios básicos de laboratorio, se realizó la determinación de la PCR en el suero de los pacientes. Resultados. Un total de 1002 pacientes fueron reclutados. Aquellos con neumonía tenían unos niveles de PCR más elevados (mediana 187 mg/L) que aquellos con agudización de su EPOC (63 mg/L), bronquitis aguda (54 mg/L), o insuficiencia cardiaca (17 mg/L). Sólo 47 (8,6%) de 557 pacientes con neumonía tenían un nivel de PCR < 50 mg/L. La PCR demostró tener una buena eficacia para identificar nuevos infiltrados (área bajo la curva ROC = 0.84, 95% CI 0,82-0,87). Unos valores de PCR superiores 150 mg/L e inferiores a 100 mg/L, mostraron una likelihood ratio positiva (LR+) y negativa (LR -) de 5,08 y 0,24 respectivamente, para identificar neumonía. Las combinaciones de PCR y leucocitos (>15 x 10x9/L) en una regla en “y” incrementaron la probabilidad de neumonía (LR+ 12,9). Conclusiones. Añadir la determinación de la PCR en el proceso diagnóstico de pacientes hospitalizados por síntomas respiratorios agudos es útil y puede ayudar al clínico en la toma de decisiones.
Background. Clinical diagnosis of pneumonia is difficult and often chest radiographs are indeterminate, leading to incorrect diagnosis and antibiotic overuse. Objective. Determine whether serum C-reactive protein (CRP) could assist in managing patients with acute respiratory symptoms. Methods. During two winters, all consecutive patients with acute cough admitted to the emergency ward of our hospital were enrolled. In addition to chest radiographs, basic laboratory tests and cultures, a CRP determination in serum was performed. Results. A total of 1002 patients were recruited. Subjects with final diagnosis of pneumonia had higher CRP (median 187 mg/L) than those with exacerbations of COPD (63 mg/L), acute bronchitis (54 mg/L), or heart failure (17 mg/L). Only 47 (9.4%) out of 526 patients with pneumonia had CRP levels < 50 mg/L. CRP showed a good accuracy for the presence of new infiltrates (area under the ROC curve = 0.84, 95% CI 0,82-0,87). Cut-off CRP values above 150 mg/L and below 100 mg/L showed a positive (LR+) and negative likelihood ratio (LR -) of 5,08 and 0,24 respectively for identifying pneumonia. Combinations of CRP and leukocyte count (>15 x 10x9/L) in an “and” rule increased the probability of pneumonia (LR+ 12,9). Conclusions. The addition of CRP to the diagnostic work-up in patients hospitalized with acute respiratory symptoms is useful and can help clinicians in management decisions.
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Afonso, Lopes Roque Agostinho Helena Maria. "Estudio Morfoclínico Craneofacial en Niños con Patología Respiratoria Crónica y Respiración Oral." Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/298166.

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Abstract:
Las enfermedades respiratorias crónicas presentan una alta prevalencia entre la población infantil. La OMS referenció la mala oclusión dentaria como la preocupación más urgente después de la caries y la enfermedad periodontal. Este estudio se propone evaluar las alteraciones craneofaciales, de la vía aérea y alteraciones de mala oclusión, comparando niños con patología respiratoria crónica y respiración oral, con niños sin patología respiratoria y con respiración nasal. Se efectuó un registro fotográfico de las arcadas dentarias, reproducción de las mismas en modelos de estudio, análisis de la codificación de la matriz funcional por medio de vídeo y registro craneofacial a través de la telerradiografía. También se efectuó un registro con preguntas clave, que pudiera después ser validado en el rastreo de niños con el síndrome del respirador oral. Se evaluaran 200 niños,de la Consulta de Estomatología Pediátrica del Hospital de Santa María de Lisboa, entre cinco y catorce años, homogénea en edades y género, con mala oclusión: 100 con patología respiratoria crónica y respiración bucal (G1) y 100 sin patología respiratoria crónica y con respiración nasal (G2). Se efectuó la cefalometría de las telerradiografías utilizando programa informático Nemoceph. Las mediciones en modelos de yeso se realizaron utilizando paquímetro digital fixPoint RS232C. La análisis estadístico se realizó con la aplicación informática Statistical Package for Social Sciences (SPSS), utilizando un nivel de significancia del 5%. Para la medición de variables cualitativas se usó el test del chi-cuadrado o de Fisher y para las variables cuantitativas la prueba de t-Student. El cuestionario fue validado por análisis de clusters, usando el método Average Linkage within and between groups y el coeficiente de concordancia de Jaccard. Para evaluar la influencia del tamaño de las amígdalas, independientemente de la respiración, se formaron dos grupos con n=35 cada uno, con y sin hipertrofia de amígdalas, existiendo elementos con y sin respiración oral. Para evaluar la influencia del colapso de las narinas, se formaron también dos grupos, de 40 elementos cada uno, con y sin colapso de narinas. Los niños con patología respiratoria y respiración oral presentan alteraciones significativas entre la base del cráneo y el plano mandibular (FMA, SN.GoGn), a la altura del tercio medio anterior de la cara (N-ANS), en el largo del ramo de la mandíbula (Po-Go), en el largo de la maxila (Co-A) y en el ancho de la vía aérea. En las arcadas dentarias existen alteraciones significativas en la mordida cruzada anterior y posterior, overbite, overjet, distancias intermolares e intercaninos inferiores. En relación al cuestionario, se verificó un resultado entre el 88,8% y el 94% para el coeficiente de concordancia de Jaccard, y una tasa de acierto entre el 94,4% y el 97% (dentro de los grupos y entre grupos). Se concluye que los niños con patología son esqueléticamente más verticales y presentan: maxila más pequeña; menor altura del tercio medio de la cara; ramo mandibular más corto; vía aérea más estrecha; más mordida cruzada anterior y posterior, menor overbite y overjet; mayor distancia intermolares e intercaninos inferiores. La etiología de la mordida cruzada posterior e aumento de las distancias intermolares e intercaninos inferiores puede deberse a la respiración oral por llevar a una posición más baja de la lengua. La etiología de la mordida cruzada anterior puede estar asociada tanto a la respiración oral como a la hipertrofia de las amígdalas. La hipertrofia de las amígdalas condiciona el tamaño de la vía aérea, pero el colapso de las narinas no tiene influencia. Las alteraciones por el tamaño de las narinas se traducen en un largo menor de las medidas N-ANS, Co-A, Co-Gn. El cuestionario puede ser otro instrumento disponible para el diagnóstico del síndrome del respirador oral.
This study proposes to evaluate the craniofacial abnormalities, pharyngeal airway changes and malocclusion, comparing children with chronic respiratory disease and oral breathing with children without respiratory disease and nasal breathing. A sample of 200 children, between five and fourteen, matched in age and gender, with malocclusion, were divided in two groups: 100 with chronic respiratory disease and oral breathing (G1) and 100 without chronic respiratory disease and nasal breathing (G2). Cephalometric teleradiography registration and dental casts measurements were made. Angular and linear measures and the answers of a medical questionnaire history were subjected to statistical analysis using SPSS, version 19. Significance level of 5 % was used. Chi-square or Fisher test and t-Student's test was used respectably for qualitative and quantitative measurements. The questionnaire was validated by clusters analysis (Average Linkage Within and between groups). G1 group showed significant changes between the cranial base and the mandible plane (FMA and SN.GoGn), N-ANS distance, in length of mandible ramus (Go-Po), maxillary length (Co-A) and the width of the pharynx. Dental arches showed significant changes in anterior and posterior cross bite, less overbite, less overjet, larger intermolar and intercanine mandibular distance. Next, to assess the influence of the tonsils size, we formed two groups with n = 35 each, with and without enlarged tonsils, with elements with and without oral breathing. To evaluate the collapse of the nostrils, we formed two groups with 40 elements each, with and without collapsing nostrils. Conclusions: children with respiratory pathology and oral breathing are skeletally more vertical and have smaller maxillary length, shorter mandible ramus, more narrow airway, more anterior and posterior cross bite, a larger lower intercanine and intermolar distance. Large tonsils are associated with shorter length of the maxilla and backward inclination of the upper and lower incisors. Hypertrophy of the tonsils determines the size of the airway but the collapse of the nostrils has no influence. The etiology of anterior crossbite may be associated with either oral breathing or tonsils’ hypertrophy. The questionnaire was validated and it can be one more tool in the diagnosis of mouth breathing.
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Camargo, Hurtado Rosina Julieta, and Hurtado Rosina Julieta Camargo. "Patología del aparato respiratorio bajo en cerdos de crianza comercial, casuistica del laboratorio de Histología, Embriología y Patología Veterinaria – FMV.UNMSM período 2000 al 2006." Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2010. http://cybertesis.unmsm.edu.pe/handle/cybertesis/389.

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Abstract:
Los problemas de salud en porcinos afectan la productividad de una granja y son las patologías pulmonares una de las más importantes causas de pérdidas económicas; de ahí la importancia de conocer los problemas de salud que afectan a las explotaciones porcinas con el fin de poder ayudar al médico veterinario de campo al diagnóstico presuntivo. El objetivo del presente estudio fue determinar la frecuencia de lesiones del aparato respiratorio bajo en porcinos recepcionados en el laboratorio de Histología, Embriología y Patología Veterinaria (HEPV)– Sección Patología FMV de la UNMSM, diagnosticados durante el periodo 2000 a 2006. Se analizaron los protocolos de necropsia del Laboratorio de HEPV teniendo en cuenta los siguientes datos: diagnóstico lesional del pulmón, raza, edad, sexo y lugar de procedencia, así como los informes del Laboratorio de Microbiología y Parasitología Sección Bacteriología de los animales que se remitieron muestras para confirmar el agente causal. De un total de 6093 casos llegados al laboratorio, 417 pertenecieron a la especie porcina, de las que 201 casos (48.2%) correspondieron a patologías en el pulmón. Según los tipos de trastornos patológicos, los de tipo inflamatorio fueron los más frecuentes con 143 casos (71.1%) y dentro de ellos las bronconeumonías se presentaron con mayor frecuencia 69 casos (34.3%), seguidas por la neumonía lobar que fueron 57 casos (28.3%). En cuanto a las razas (criollo, hibrido y puras) se encontró que la raza criolla tuvo mayor frecuencia de lesiones con 53/141 casos (46.5%). Los animales en la etapa de recría y engorde tuvieron mayor frecuencia de lesiones 131/201 casos (65.2%). En relación al sexo la frecuencia de lesiones fue de 82/161 casos (50.9%) para las hembras y 79/161 casos (49.1%) para los machos; según la procedencia, en el sur de Lima se encontró mayor frecuencia de lesiones 101/100 casos (50.2%) en comparación con otras zonas de Lima; y de 96 casos remitidos para el diagnóstico bacteriológico, sólo se aislaron 7 bacterias diferentes en el pulmón, siendo las principales Haemophilus spp, Corynebacterium spp., Escherichia spp y Pasteurella spp. En conclusión, los problemas de tipo respiratorio en la producción porcina representan el 48.2% diagnosticados a través del diagnóstico lesional macroscópico. Sin embargo la alta frecuencia de bronconeumonía y neumonía lobar sugiere la presencia de algunos microorganismos del complejo respiratorio. -- Palabras clave: porcinos, frecuencia de lesiones pulmonares, neumonía.
-- The swine health problems affect the farm productivity and pulmonary diseases are one of the most important causes of economic losses, hence the importance of knowing the health problems affect the pig farms in order to help the field veterinarian to the presumptive diagnosis. The aim of this study was to determine the respiratory lesions´ frequency in pigs arrived at the laboratory of Histology, Embryology and Pathology - Veterinary Pathology section of the UNMSM-FMV, diagnosed as during the period 2000 to 2006. We analyzed necropsy protocols of the Laboratory HEPV taking into account the following data: lung lesion diagnosis, race, age, sex and origin place, as well as reports of the Laboratory of Microbiology and Parasitology, Bacteriology Section of the animals were sent samples to confirm the causative agent. From a total of 6093 cases arrived at the laboratory, 417 belonged to the porcine species, of which 201 cases (48.2%) of these pathologies in the lung. According to pathological disorder types, the inflammatory type were most frequent with 143 cases (71.1%) and inside of them the bronchopneumonia occurred more frequently in 69 cases (34.3%), followed by lobar pneumonia were 57 cases (28.3%). In term of the races (Creole, hybrid and pure) was found that landrace had greater injury frequency 53/141 cases (46.5%). The animals in fattening stage had higher lesions frequency of 131/201 cases (65.2%). In relation to sex the injury frequency was 82/161 cases (50.9%) for females and 79/161 cases (49.1%) for males; according to place from, the south of Lima was found higher injury frequency 101/100 cases (50.2%) compared with other areas from Lima; and from 96 cases sent by bacteriological diagnosis found that only 7 different bacterias were isolated from lung, which the main were Haemophilus spp, Corynebacterium spp., Escherichia spp and Pasteurella spp. In conclusion respiratory problems in swine production represent 48.2% diagnosed through the macroscopic lesion diagnosis. However, the high frequency of bronchopneumonia and lobar pneumonia suggests the presence of some respiratory complex microorganisms. -- Key words: pigs, frequency of pulmonary lesions, pneumonia.
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Camargo, Hurtado Rosina Julieta. "Patología del aparato respiratorio bajo en cerdos de crianza comercial, casuistica del laboratorio de Histología, Embriología y Patología Veterinaria – FMV.UNMSM período 2000 al 2006." Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2010. https://hdl.handle.net/20.500.12672/389.

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Abstract:
Los problemas de salud en porcinos afectan la productividad de una granja y son las patologías pulmonares una de las más importantes causas de pérdidas económicas; de ahí la importancia de conocer los problemas de salud que afectan a las explotaciones porcinas con el fin de poder ayudar al médico veterinario de campo al diagnóstico presuntivo. El objetivo del presente estudio fue determinar la frecuencia de lesiones del aparato respiratorio bajo en porcinos recepcionados en el laboratorio de Histología, Embriología y Patología Veterinaria (HEPV)– Sección Patología FMV de la UNMSM, diagnosticados durante el periodo 2000 a 2006. Se analizaron los protocolos de necropsia del Laboratorio de HEPV teniendo en cuenta los siguientes datos: diagnóstico lesional del pulmón, raza, edad, sexo y lugar de procedencia, así como los informes del Laboratorio de Microbiología y Parasitología Sección Bacteriología de los animales que se remitieron muestras para confirmar el agente causal. De un total de 6093 casos llegados al laboratorio, 417 pertenecieron a la especie porcina, de las que 201 casos (48.2%) correspondieron a patologías en el pulmón. Según los tipos de trastornos patológicos, los de tipo inflamatorio fueron los más frecuentes con 143 casos (71.1%) y dentro de ellos las bronconeumonías se presentaron con mayor frecuencia 69 casos (34.3%), seguidas por la neumonía lobar que fueron 57 casos (28.3%). En cuanto a las razas (criollo, hibrido y puras) se encontró que la raza criolla tuvo mayor frecuencia de lesiones con 53/141 casos (46.5%). Los animales en la etapa de recría y engorde tuvieron mayor frecuencia de lesiones 131/201 casos (65.2%). En relación al sexo la frecuencia de lesiones fue de 82/161 casos (50.9%) para las hembras y 79/161 casos (49.1%) para los machos; según la procedencia, en el sur de Lima se encontró mayor frecuencia de lesiones 101/100 casos (50.2%) en comparación con otras zonas de Lima; y de 96 casos remitidos para el diagnóstico bacteriológico, sólo se aislaron 7 bacterias diferentes en el pulmón, siendo las principales Haemophilus spp, Corynebacterium spp., Escherichia spp y Pasteurella spp. En conclusión, los problemas de tipo respiratorio en la producción porcina representan el 48.2% diagnosticados a través del diagnóstico lesional macroscópico. Sin embargo la alta frecuencia de bronconeumonía y neumonía lobar sugiere la presencia de algunos microorganismos del complejo respiratorio. -- Palabras clave: porcinos, frecuencia de lesiones pulmonares, neumonía.
-- The swine health problems affect the farm productivity and pulmonary diseases are one of the most important causes of economic losses, hence the importance of knowing the health problems affect the pig farms in order to help the field veterinarian to the presumptive diagnosis. The aim of this study was to determine the respiratory lesions´ frequency in pigs arrived at the laboratory of Histology, Embryology and Pathology - Veterinary Pathology section of the UNMSM-FMV, diagnosed as during the period 2000 to 2006. We analyzed necropsy protocols of the Laboratory HEPV taking into account the following data: lung lesion diagnosis, race, age, sex and origin place, as well as reports of the Laboratory of Microbiology and Parasitology, Bacteriology Section of the animals were sent samples to confirm the causative agent. From a total of 6093 cases arrived at the laboratory, 417 belonged to the porcine species, of which 201 cases (48.2%) of these pathologies in the lung. According to pathological disorder types, the inflammatory type were most frequent with 143 cases (71.1%) and inside of them the bronchopneumonia occurred more frequently in 69 cases (34.3%), followed by lobar pneumonia were 57 cases (28.3%). In term of the races (Creole, hybrid and pure) was found that landrace had greater injury frequency 53/141 cases (46.5%). The animals in fattening stage had higher lesions frequency of 131/201 cases (65.2%). In relation to sex the injury frequency was 82/161 cases (50.9%) for females and 79/161 cases (49.1%) for males; according to place from, the south of Lima was found higher injury frequency 101/100 cases (50.2%) compared with other areas from Lima; and from 96 cases sent by bacteriological diagnosis found that only 7 different bacterias were isolated from lung, which the main were Haemophilus spp, Corynebacterium spp., Escherichia spp and Pasteurella spp. In conclusion respiratory problems in swine production represent 48.2% diagnosed through the macroscopic lesion diagnosis. However, the high frequency of bronchopneumonia and lobar pneumonia suggests the presence of some respiratory complex microorganisms. -- Key words: pigs, frequency of pulmonary lesions, pneumonia.
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Fortuna, Gutiérrez Ana Mª. "Utilidad de la medición de óxido nítrico en aire espirado en la patología respiratoria." Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2014. http://hdl.handle.net/10803/285017.

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Abstract:
El conocimiento sobre la patogenia de las enfermedades respiratorias ha experimentado un cambio notable en los últimos años, lo que en parte ha sido posible gracias a la utilización de biomarcadores que permiten un mayor acercamiento a la fisiopatogenia de la enfermedad. La determinación de óxido nítrico (NO), biomarcador inflamatorio, ha despertado un interés creciente en la comunidad científica, con utilidad y aplicaciones en el diagnóstico, el control y la monitorización de la respuesta terapéutica en diferentes procesos respiratorios. El objetivo general de la investigación de esta tesis fue evaluar la técnica de la determinación de NO en aire espirado en sus diferentes métodos, su utilidad como medida no invasiva de inflamación en el manejo diagnóstico del asma, y como medida indirecta de inflamación de la vía aérea y de disfunción endotelial en el Síndrome de apnea-hipoapnea obstructiva del sueño (SAHS). En el primer estudio se describe el método y procedimiento de la determinación de la fracción espirada de óxido nítrico (FENO) mediante el equipo portátil, NIOX-MINO® así como la obtención de valores de referencia de FENO mediante este equipo en un grupo de 28 individuos sanos en comparación con los valores obtenidos por el equipo de quimioluminiscencia habitualmente utilizado. La obtención de valores superiores de FENO con el equipo portátil requirió el desarrollo de un factor de corrección lineal para equiparar ambos equipos dada la buena correlación entre ambos. El equipo portátil NIOX-MINO® permite la determinación de FENO mediante una técnica sencilla y con ventajas respecto al equipo clásico de quimioluminiscencia: no requiere calibración, sólo precisa de una determinación, tiene portabilidad y la posibilidad de autorrealización por parte del paciente. En el segundo estudio se desarrolla y describe el modelo bicompartimental de NO para la determinación de la concentración alveolar de óxido nítrico (CANO) mediante la técnica de espiración a múltiples flujos. Además se establecieron valores de referencia de CANO en un grupo de 33 individuos sanos, (3,04 ± 1,30 ppb; rango de valores entre 1,45 y 6,31 ppb) sin presentar variabilidad respecto a los datos demográficos y espirométricos. Estos resultados permiten poner en práctica el modelo bicompartimental del NO para la cuantificación de valores de CANO, biomarcador del estado inflamatorio de la vía aérea distal y del estado endotelial pulmonar. El tercer estudio, realizado en un grupo de pacientes con síntomas sugestivos de asma, y en el que se comparó la determinación de FENO respecto a los métodos convencionales de diagnóstico (espirometría, prueba broncodilatadora y prueba de provocación bronquial con metacolina) y al esputo inducido, demostró que la determinación de FENO presenta excelente correlación con la prueba de provocación bronquial con metacolina en el diagnóstico de asma y además aporta una mayor capacidad diagnóstica que la espirometría, la prueba broncodilatadora y el esputo inducido. Además, la combinación de pruebas que miden el estado inflamatorio de la vía aérea superior, FENO y esputo inducido, superan la capacidad diagnóstica de ambas técnicas valoradas de forma individual. El cuarto estudio determinó valores de FENO y de CANO en un grupo de pacientes con SAHS en comparación con un grupo de individuos sanos demostrando la presencia de valores superiores de FENO en el grupo de SAHS como reflejo del estado inflamatorio local que presentan estos pacientes, y valores inferiores de CANO como reflejo de la de la menor biodisponibilidad de NO asociada a la disfunción endotelial. Además os valores de FENO y de CANO en pacientes con SAHS se relacionaron con la gravedad de la entidad lo que probablemente refleja un mayor componente de inflamación local y de disfunción endotelial en los sujetos más graves. El tratamiento con CPAP durante 3 meses restableció los valores de FENO y de CANO hasta la normalidad. Estos resultados hacen de la determinación no invasiva de FENO y CANO posibles marcadores de gravedad del SAHS e indicadores precoces de disfunción endotelial, pudiendo ser parámetros útiles en la toma de decisiones terapéuticas de pacientes con SAHS, conjuntamente con el IAH y la clínica.
Knowledge about the pathogenesis of respiratory diseases has undergone considerable change in recent years, which in part has been made possible by the use of biomarkers that allow a better approach to the pathogenesis of the disease. The measurement of nitric oxide (NO), inflammatory biomarker, has attracted increasing attention in the scientific community, with utilities and applications in the diagnosis, control and monitoring of therapeutic response in different respiratory processes. The overall objective of this research was to evaluate the technique of exhaled NO measurement by different methods, their usefulness as a noninvasive measure of inflammation in asthma diagnosis and management, and it use as an indirect measure of airway inflammation and endothelial dysfunction in obstructive sleep apnea (OSA) patients. The first study describes the method and the procedure of exhaled nitric oxide (FENO) measurement by NIOX-MINO® device and FENO reference values in a group of 28 healthy subjects. These values were compared to the values obtained by the chemiluminescence device, commonly used. We obtained higher FENO values with NIOX-MINO® device an it required the development of a linear correction factor to match both devices. The NIOX-MINO® device allows FENO measurement by a simple technique and it has advantages over chemiluminescence device: it just requires one maneuver, it has portability and the possibility of self-realization by the patient. The second study develops and describes the two-compartment model to alveolar NO concentration (CANO) measurement by the use of the multiple expiratory flows technique. Furthermore CANO reference values were established in a group of 33 healthy subjects (3.04 ± 1.30 ppb, range of values between 1.45 and 6.31 ppb) without showing variability with respect to demographic and spirometric data. These results allow to perform the two- compartment model for quantifying CANO values, wich is an inflammatory biomarker of distal airway and lung endothelial state. The third study was conducted in a group of patients with suggestive asthma symptoms. We compared in these patients FENO measurement over conventional diagnostic methods (spirometry, bronchodilator test and bronchial provocation test with methacholine) and over induced sputum. The results showed that the FENO measurement has excellent correlation with methacholine bronchial provocation test in asthma diagnosis and it also provides greater diagnostic accuracy than the spirometry, bronchodilator testing and induced sputum. Furthermore, the combination of airway inflammatory tests, induced sputum and FENO, increase the diagnostic accuracy of both techniques evaluated individually. The fourth study compared FENO and CANO values in a group of OSA patients compared with a group of healthy subjets. The results showed the presence of higher FENO values in OSA group reflecting the local inflammatory status in these patients, and lower CANO values reflecting the decreased bioavailability of NO associated with endothelial dysfunction in OSA patients. Morever FENO and CANO were related to the severity of OSA which probably reflects a major component of local inflammation and endothelial dysfunction in the most severe patients. CPAP Treatment for 3 months restored the FENO and CANO values to normal. These results about a non-invasive measurement, FENO and CANO values, would be potential markers of OSA severity and early indicators of endothelial dysfunction. They could be useful parameters for making treatment decisions for OSA patients, with AHI and clinical.
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Books on the topic "Patologie respiratorie"

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Topurii͡a, Zaza Mikhaĭlovich. Respiratornyĭ trakt, aėrogematicheskiĭ barʹer v ontogeneze i pri patologii. Tbilisi: "Met͡sniereba", 1990.

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2

Rush, Bonnie. Equine respiratory diseases. Oxford, UK: Blackwell Science, 2004.

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3

I, Mini͡a︡ev V., and Kalininskiĭ gosudarstvennyĭ universitet, eds. Puti optimizat͡s︡ii funkt͡s︡ii dykhanii͡a︡ pri nagruzkakh, v patologii i v ėkstremalʹnykh sostoi͡a︡nii͡a︡kh: Sbornik nauchnykh trudov. Kalinin: Kalininskiĭ gos. universitet, 1989.

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4

Onofrei, Viviana, and Ovidiu Mitu. Patologie respiratorie, renală și hematologică - Pentru asistenţă medicală generală. Editura Grigore T. Popa, 2022. http://dx.doi.org/10.22551/978-606-544-679-3.

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5

Baena, Eva Manas. Patologia Respiratoria. Ergon Ediciones, 2005.

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6

Lovesio, Carlos. Patologia Critica Respiratoria. Masson, 2005.

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7

Patologia del aparato respiratorio en el niño - 2. ed. Alcala, 2006.

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8

(Editor), Manuel Gimenez, and Emilio Servera (Editor), eds. Prevencion Y Rehabilitacion En Patologia Respiratoria Cronica/ Prevention and Rehabilitation in Cronicle Pathology Respitary. 2nd ed. Editorial Medica Panamericana, 2004.

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Moreno Gallegos, Daniela Carolina, Santiago Marcelo Cobos Valencia, Diego Fernando Silva Aguayo, Mayra Alexandra Zabala Aguilar, Mónica Gabriela Cobos Valencia, Carlos Edmundo Moncayo Velasco, Verónica Alexandra Romero Galarza, Jessica Ines Tibanlombo Poaquiza, Martha Elizabeth Aguilar Villagran, and Leticia Vanessa Mencías Moreira. Pediatría: Patología del niño y el adolescente. Mawil Publicaciones de Ecuador, 2020, 2020. http://dx.doi.org/10.26820/978-9942-826-31-2.

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Abstract:
Una de las primeras experiencias como ser humano en un centro médico es la visita al pediatra para poder conocer el desarrollo de nuestro organismo, así como también en el fortalecimiento de nuestro sistema inmunológico por medio de la aplicación de todas las vacunas pertinentes. El poder establecer un desarrollo sano se requiere un esfuerzo de las personas que están a nuestro alrededor. A pesar de los parámetros externos, como la condición del medio ambiente, así como también de la condición geográfica del lugar de residencia son catalizadores de muchas de las enfermedades que padecemos en la infancia. Estas principales enfermedades son las que afectas las vías respiratorias. Cada órgano que forma parte de este sistema tiene una función primordial para el desarrollo de nuestro organismo, y más si en la etapa infantil estos están en pleno crecimiento y desarrollo haciendo las más vulnerables a estas condiciones externas
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Yepes, Milena Elizabeth Gómez, and Lázaro V. Cremades. Incidencia de patología respiratoria por exposición al polvo de madera: Evaluación, Frecuencia y medidas de protección. Editorial Académica Española, 2014.

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Book chapters on the topic "Patologie respiratorie"

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Moretti, Corrado, and Paola Papoff. "Ventilazione meccanica e patologie respiratorie del neonato." In Rianimazione in età pediatrica, 733–49. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2059-7_76.

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Boner, A. L., and L. Pecorari. "Terapia delle patologie respiratoric." In La pratica dell’atopia, 125–27. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0775-8_21.

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Larsen, Reinhard, and Thomas Ziegenfuß. "Insufficienza respiratoria acuta nella patologia polmonare cronica da ostruzione (BPCO)." In La respirazione artificiale, 417–34. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2382-6_22.

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"Cuidado cardiorrespiratorio en el paciente con cardiopatía congénita." In Conceptos del cuidado respiratorio pediátrico., 175–218. Universidad Santiago de cali, 2020. http://dx.doi.org/10.35985/9789585147874.9.

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Abstract:
Este capítulo evidencia el abordaje cardiorrespiratorio en el paciente con cardiopatía congénita desde el funcionamiento fisiopatológico de la enfermedad. Así mismo, se presentan herramientas clínicas básicas para la evaluación del paciente con patología cardiaca. Su elaboración se fundamenta en referentes teóricos a nivel mundial y permite generar recomendaciones clínicas en el manejo del paciente con esta afección desde un enfoque integral y biopsicosocial. No obstante, establece la necesidad de aumentar el campo de investigación en relación al estudio de las cardiopatías congénitas desde el cuidado respiratorio.
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Fernández Julián, E., and E. Perelló Scherdel. "Trastornos respiratorios obstructivos del sueño. Ronquido simple y SAHS." In Tratado de otorrinolaringología y patología cervicofacial, 503–14. Elsevier, 2009. http://dx.doi.org/10.1016/b978-84-458-1963-0.50038-9.

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"Displasia broncopulmonar en recién nacidos." In Conceptos del cuidado respiratorio pediátrico., 153–74. Universidad Santiago de cali, 2020. http://dx.doi.org/10.35985/9789585147874.8.

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Abstract:
En las últimas décadas los avances tecnológicos y la mejora en las estrategias ventilatorias han mejorado la sobrevida de prematuros extremos. Sin embargo, La displasia broncopulmonar (DBP) en recién nacidos prematuros sigue siendo una de las patologías más severas con mayor impacto y estancia en las unidades de cuidado intensivo. Dicha patología se caracteriza principalmente por una dependencia prolongada al oxígeno que genera cambios estructurales en la formación de alveolos y arterias del tejido pulmonar. Se presenta entre el 25 y el 40% de los recién nacidos prematuros menores de 32 semanas; por múltiples factores entre los cuales están involucrados la prematuridad, el desarrollo de distrés respiratorio, bajo peso al nacer, factor genético y el uso de ventilación mecánica. El pilar en su tratamiento está enfocado en mejorar su nutrición, manejo del oxígeno y prevención de las infecciones; incluyendo un equipo multidisciplinar médico que incluye el compromiso firme de su cuidador principal o familiar para que su pronóstico sea más favorable en el desarrollo del infante.
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Conference papers on the topic "Patologie respiratorie"

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SOARES, LAURA DIVINA SOUZA, JAIR PEREIRA DE MELO JUNIOR, ANA BEATRIZ LOPES MENDONCA, BARBARA BARCELOS ARRIGHI, GIOVANA VIEIRA NUNES, GEOVANA CARDOSO DE AMORIM, NATALIA ATAIDE MOREIRA, and SAMARA HUANG BASTOS. "DISTÚRBIOS RESPIRATÓRIOS EM PACIENTES PEDIÁTRICOS DE 0 ATÉ 5 ANOS EM UNIDADES DE SAÚDE DE RIO VERDE-GO." In Brazilian Congress. brazco, 2020. http://dx.doi.org/10.51162/brc.health2020-00025.

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Abstract:
As doencas do sistema respiratorio na infancia podem ser tanto de etiologia infecciosa como nao infecciosa. Elas podem causar um comprometimento mais grave, que e quando acometem o trato respiratorio inferior. As patologias que acometem o sistema respiratorio ate cinco anos de idade sao as principais causas de mortalidade nessa faixa etaria, inclusive sendo importante preditor do indice de mortalidade infantil nacional. Na America Latina, as infeccoes respiratorias foram responsaveis por mais de 80.000 mortes de criancas por ano, 40% ocorreram no Brasil. Objetivou-se com este estudo caracterizar nao apenas os principais tipos de acometimento respiratorio em criancas menores de cinco anos, mas, tambem, apontar as principais formas de prevencao atraves da identificacao dos fatores predisponentes e precipitantes. Os dados foram obtidos atraves da busca ativa em prontuarios no periodo de dezembro de 2018 a dezembro de 2019 atraves de formulario especifico. O genero de maior acometimento foi o masculino, representando 48,0% dos casos, enquanto o feminino 46,3%. A patologia respiratoria mais prevalente que foi diagnosticada, nesta regiao, corresponde a Infeccao de Vias Aereas Superiores (IVAS) 35,4%. Por sua vez, a estacao do ano com maior correlacao a estes disturbios foi o outono (34%). Dessa forma, este trabalho cientifico cumpre o seu papel em classificar o perfil dos pacientes pediatricos de 0 a 5 anos de idade em Rio Verde-GO, acometidos por disturbios respiratorios, e concomitantemente a isso, obteve-se a caracterizacao do perfil clinico detalhado sobre qual o subtipo especifico da patologia, visto que antes desta pesquisa ainda nao se tinham dados comprovados sobre a frequencia de distribuicao nesta populacao. Ademais, com o intuito da disponibilizacao destes dados, por meio do presente trabalho, havera norteamento aos profissionais de saude e cuidadores acerca do perfil epidemiologico das doencas respiratorias. Conjuntamente a isso, tem-se como expectativa que sejam estabelecidas condutas, por meio da equipe de saude, como: descrever no prontuario itens fundamentais, que deveriam ser questionados de rotina, como: condicoes de nascimento quanto ao peso e idade gestacional, presenca de comorbidades previas, aleitamento materno, estado vacinal. ,
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"PS-024 - POTOMANÍA POR CERVEZA EN PACIENTE ALCOHÓLICO CON VARIOS INGRESOS EN UCI POR ESTADO CONVULSIVO SECUNDARIO A HIPONATREMIA." In 24 CONGRESO DE LA SOCIEDAD ESPAÑOLA DE PATOLOGÍA DUAL. SEPD, 2022. http://dx.doi.org/10.17579/abstractbooksepd2022.ps024.

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Abstract:
1. DESCRIPCIÓN PRECISA DE LOS OBJETIVOS El objetivo de esta comunicación es presentar el caso clínico de un paciente ingresado en múltiples ocasiones por hiponatremia grave derivada de una potomanía por cerveza, así como resaltar la potencial gravedad de este cuadro y explicar el adecuado manejo de la hiponatremia haciendo una revisión de la literatura disponible. 2. MATERIAL Y MÉTODOS El caso clínico consiste en un varón de 38 años en seguimiento por psiquiatría por esquizofrenia, trastorno por abuso de alcohol y potomanía que, debido a la elevada ingesta de hasta 8 litros de cerveza a diario, presenta un cuadro de convulsiones y disminución del nivel de conciencia secundarios a hiponatremia de 100mEq/L que requiere ingreso hospitalario urgente. Los datos se extraen de la historia clínica electrónica del paciente y se complementan con la revisión de la literatura científica disponible sobre el tema mediante una búsqueda bibliográfica en pubmed. 3. RESULTADOS Y CONCLUSIONES El paciente ingresa directamente en UCI en situación de coma. Durante su ingreso en UCI presenta deterioro del nivel de conciencia, insuficiencia respiratoria aguda y crisis epilépticas en contexto de hiponatremia grave secundaria a hipervolemia. Tras ingresar se inicia restricción hídrica, oxigenoterapia con GN y administración de diuréticos normalizándose los valores de sodio en sangre de 100mEq/L a 130mEq/L en un período de 3 días. Los autores destacan la importancia de la detección precoz de la potomanía en un paciente alcohólico debido al riesgo potencial de desarrollar una hiponatremia grave, y ofrecen una serie de recomendaciones para el manejo de la misma que ayudan a prevenir el desarrollo de un síndrome de desmielinización osmótica.
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Arteaga Silva, Elizabeth. "Espectro cannábico: cannabis de baja potencia, de alta potencia y sintético. Diferenciación de efectos clínicos y revisión literaria estudio realizado en usuarios de 14 a 43 años de la ciudad de Bogotá en el año 2019." In 22° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2020. SEPD, 2020. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2020o033.

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Abstract:
Objetivo: establecer la presencia de consumo de cannabis de alta potencia (CAP), definir sus efectos clínicos para compararlos con los efectos de cannabis de baja potencia (CBP) y complementar el espectro cannábico con revisión literaria de los efectos del cannabis sintético. Metodología: estudio observacional analítico de corte transversal que se realizó en dos grupos de 29 usuarios cada uno, en la ciudad de Bogotá, con aplicación de entrevista semiestructurada e instrumentos de evaluación de consumo de sustancias y su impacto. Resultados: Se estudió un grupo con reporte de CAP y un grupo con reporte de CBP. Hallazgos: Las características sociodemográficas no demostraron tener una diferencia estadística significativa, las alteraciones del afecto predominan en el CBP mientras que los síntomas psicóticos predominan en el wax y los vaporizadores. Los efectos cardiovasculares demostraron diferencia significativa en algunas variables como frecuencia cardiaca y respiratoria además de cefalea, taquicardia y vértigo. Discusión: la concentración de THC define si el cannabis es de alta o de baja potencia, con un punto de corte por literatura de 15%. Los hallazgos clínicos en la población estudiada confirman que a mayor concentración de THC los efectos son de inicio más rápido, más severos y con tendencia a los síntomas psicóticos. Estos hallazgos son además compatibles con el análisis de dos muestras de CAP, cera (wax) y aceite para vaporizar, en los que se encontraron concentraciones de THC de 61% y 50% respectivamente. Conclusiones: la concentración de THC es directamente proporcional a la severidad de los efectos reportados por los usuarios. La presencia de síntomas psicóticos con alteraciones de la conducta es más frecuente con el CAP. Estas nuevas modalidades de cannabis pasan por un procesamiento químico por lo que se consideran drogas de diseño que causan cuadros toxicológicos severos en los usuarios. Palabras clave: Cannabis, Potencia, Efectos, Toxicología.
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"(CASO CLÍNICO) UN MAL VIAJE CON AYAHUASCA: A PROPÓSITO DE UN CASO." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p127v.

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Abstract:
Descripción del caso: Mujer de 30 años traída a Urgencias tras encontrarla andando por la carretera. Hace 48h se encontraba en un retiro espiritual, consumiendo una cantidad indeterminada de ayahuasca. Ha permanecido en vigilia desde el consumo, con sensación de que si acaba cerrando los ojos puede morir. Se encuentra inquieta, con desinhibición conductual y en contexto de elevada angustia, se agarra con su mano el cuello. Se administra olanzapina 5mg vo. AP: Síndrome depresivo y síntomas psicóticos en contexto de uso de sustancias (MDMA, Ketamina). Exploración y PPCC: CyO en las tres esferas. Distraible. Pupilas midriáticas y ataxia de la marcha. Hipertímica, mirada fija. Inquieta. Asociaciones laxas. Ideas delirantes de perjuicio que consisten en la sensación de haber sido capturada por alienígenas, con repercusión afectivo-conductual. Pseudoalucinaciones auditivas que consisten en la sensación de escuchar su propia voz cantando. Juicio comprometido. TAC, TO y analítica: normales. Juicio clínico: Episodio psicótico por consumo de sustancias alucinógenas. Diagnóstico diferencial: Esquizofrenia; Trastorno delirante; Trastorno psicótico breve; Trastorno esquizoafectivo; Trastorno esquizofreniforme; ; Trastorno bipolar, episodio maníaco o depresivo con síntomas psicótico; Causa orgánica Comentario final: El consumo de ayahuasca puede producir efectos disociativos, cambios en la percepción y alucinaciones. También es posible que aparezca agitación, taquicardia, hipertensión, midriasis y vómitos. En hasta un 7% de los casos hay signos de gravedad, como convulsiones, parada respiratoria o cardíaca. Pacientes con AP o AF de psicosis, o uso concomitante de otras drogas deben evitar la ingesta de alucinógenos por el riesgo de presentar un episodio psicótico. En sujetos sin las características anteriores, la incidencia de tales episodios es rara. Bibliografía: 1. Nogué Xarau, Santiago. Toxicología clínica. Barcelona: Elsevier, 2019. p. 391 2. Guimaraes dos Santos R, Bouso JC, Hallak J. Ayahuasca, dimethyltryptamine, and psychosis: a systematic review of human studies.Therapeutic Advances in Psychopharmacology 2017, Vol. 7(4):141–157
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"TRATAMIENTO SUSTITUTIVO EN LA DEPENDENCIA DE OPIACEOS: METADONA Y BUPRENORFINA." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p079s.

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Abstract:
INTRODUCCIÓN Los opioides tienen efectos analgésicas y sedantes y en medicina se usan para el tratamiento del dolor, su consumo de forma ''lúdica'' produce euforia y sensación de placer. La dependencia de los opioides es un problema de gran relevancia a nivel mundial, se estima que unos 32 millones de personas utilizan los opioides de forma ilícita, incluyendo los recetados. De estos, 9,2 millones consumen heroína, siendo esta la responsable de que 300000 personas sean tratadas por dependencia, unas 25000 hayan muerto y 100000 hayan contraído el VIH. Lo cual incrementa la atención sanitaria, la mortalidad juvenil y la delincuencia OBJETIVOS Actualizar los conocimientos de la dependencia a opioides Identificar líneas de tratamiento farmacológico más utilizadas en España para los mismos METODOLOGÍA Se realizó una revisión bibliográfica en PUBMED, MEDLINE, SCIELO y COCHARANE. Los desc utilizados fueron; Tratamiento sustitución dependencia opiáceos , dependencia a la heroína. Booleano: AND RESULTADOS Y CONCLUSIONES La dependencia de opiáceos es una enfermedad multicausal y crónica. . El perfil del paciente a tratamiento en la sustitución de opiáceos es varón 43,2 años de media, educación primaria, parado y que acude a tratamiento por iniciativa propia. Las principales líneas farmacológicas en España son el tratamiento con metadona, actualmente es el más utilizado. Y la buprenorfina presenta una efectividad similar, siendo más segura pues causa menos depresión respiratoria y menos alteración a nivel de SNC. Cabe destacar que el uso de ambas es vía oral, sin embargo, recientemente se ha aceptado el uso de buprenorfina subcutánea. Lo cual produce un aumento de la calidad de vida del paciente. Resulta interesante seguir investigando, ya que dar una buena atención reduce el gasto sanitario ya que disminuye la comorbilidad tanto psiquiátrica como física, facilita el cambio del estilo de vida y reduce la actividad criminal.
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"PROYECTO HABITA, PARA EL ESTUDIO DEL HÁBITO TABÁQUICO EN PACIENTES DE SALUD MENTAL." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p085v.

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Abstract:
Justificación y Objetivos: Según la encuesta EDADES 2019/2020 promovida por el Ministerio de Sanidad, el porcentaje de fumadores que no se plantean dejar de fumar es 37-40% y aumenta. Dejar de fumar resulta infructuoso frecuentemente, por lo que el Foro Español de Pacientes promueve el proyecto HABITA, con la Asociación Aragonesa pro Salud Mental, la Federación Nacional de Asociaciones de Enfermedades Respiratorias y la Asociación de Pacientes Coronarios, para estudiar en estos colectivos el consumo, el grado de adicción, su histórico de deshabituación y motivaciones. Material y métodos: Entre marzo y mayo de 2021 se respondió a un cuestionario anónimo de 23 cuestiones avalado científicamente por la Sociedad Española de Calidad Asistencial y aprobado por el Comité de Ética de la Investigación de la Universidad Camilo José Cela. Resultados y conclusiones: Participaron 295 pacientes evaluables, de los que 219 lo eran de salud mental. Estos últimos tenían una edad media de 49,29 años (DE 9,80) frente 61,71 años del conjunto (DE 11,84). Fumaban a diario 68,49% frente al 21,62%, una media de 18,84 cigarrillos al día (DE 10,25) por 25,60 años (DE 12,62). IPA de 24,12, menos que los pacientes con patología pulmonar y por encima de cardiovascular. El valor medio de Fagerström fue 5. La principal motivación para dejar de fumar era la conciencia del daño a su salud, pero no quieren dejar de fumar el 61% (l 39% del global no) y no pueden el 80%. El 80% ha intentado dejar de fumar (90% del conjunto). El 60% lo intenta sin ayuda, valorando la eficacia de los soportes disponibles, baja. La principal causa de recaer es el estrés y ansiedad. Sin duda, debe desanimarse a la población a fumar, pero para quien es ya fumador, parece razonable pretender la reducción el daño, explorando alternativas y dispositivos sustitutivos.
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"METHADONE WITHDRAWAL PSYCHOSIS: A CLINICAL CASE." In 23° Congreso de la Sociedad Española de Patología Dual (SEPD) 2021. SEPD, 2021. http://dx.doi.org/10.17579/sepd2021p132v.

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Abstract:
The purpose of this article is, through a clinical case, to review the literature on psychosis secondary to methadone withdrawal. Observation of the patient and consultation of the clinical file. Non-systematic literature review on methadone use, methadone discontinuation and dual pathology. A 47-year-old male, history of opioid and cannabinoid use disorder, currently in abstinence and under opioid substitution therapy with methadone. After abrupt discontinuation of methadone, he began presenting delusional ideas of jealousy and persecution with multiple delusional interpretations. A diagnosis of persistent delusional disorder was made, and he was medicated with long-term injectable aripiprazole. Methadone is a synthetic opioid agonist used to treat addictions to opioids, such as heroin. Methadone maintenance treatment (MMT) contributes to cessation or reduction of heroin use, reduced risk of HIV and hepatitis virus infections, decreased mortality, improved family and social relationships and employment status. Side effects include dizziness, drowsiness, vomiting, sweating, respiratory depression and prolongation of the QT interval. Other important consequences are precipitation of withdrawal symptoms with consequent relapse to heroin use and withdrawal from MMT. Methadone withdrawal leads to the classic symptoms of opiate withdrawal - abnormalities in vital signs, dilated pupils, agitation, irritability, insomnia, sneezing, nausea and vomiting. In a minority of cases, it can lead to the sudden onset of affective disorders and psychotic disorders. Although scarce, psychotic symptoms after opioid withdrawal have already been described in the literature. Opioids function not only as neurotransmitters, but also as neuromodulators that may be involved in the regulation of the dopaminergic system. An altered neuromodulation of the central opioid-dopamine systems due to long-term MTM may be related to psychotic pathogenesis. Considering the high prevalence of psychiatric comorbidity in patients with substance use disorder, it's important to pay attention and monitor any change in opioid medication, with close observation for possible psychotic symptoms.
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Quevedo, Mariana Oliveira, Jussara do Nascimento Coutinho, Ricardo Paes Fonseca, and Alcione de Oliveira dos Santos. "RESISTÊNCIA BACTERIANA CAUSADA POR USO DE ANTIBIÓTICOS NA PANDEMIA DE COVID-19." In I Congresso Brasileiro de Doenças Infectocontagiosas On-line. Revista Multidisciplinar em Saúde, 2021. http://dx.doi.org/10.51161/rems/2197.

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Abstract:
Introdução: O surto da doença causada pelo novo coronavírus (Covid-19) se iniciou em dezembro de 2019 em Wuhan na China, a partir de um novo agente patológico da linhagem Severe acute respiratory syndrome coronavírus 2 (SARS-CoV-2), a ausência de conhecimento ao seu respeito alcançou proporções incontroláveis, resultando em uma pandemia. Com a grande disseminação do SARS-CoV-2, agente do surto de Covid-19, os diversos países afetados utilizaram de forma empírica medicações, a fim de controlar os agravos da doença, incluindo o uso indiscriminado de antibióticos, que logo houve a reprodução coletiva dessa prática como uma tentativa profilática. Objetivos: Avaliar a ocorrência de multirresistência bacteriana devido ao uso indiscriminado de antibióticos durante a pandemia de Covid-19. Material e métodos: Consiste em uma revisão bibliográfica fundamentada por trabalhos científicos a partir de buscas em plataformas online, como Google Acadêmico, Scielo e Pubmed com publicações do ano de 2019 a 2021. Resultados: Há métodos profiláticos, porém não medicamentosos para essa enfermidade, contudo foi descrito um vasto uso de diferentes medicações prescritas e de automedicação em sua terapêutica, entre elas os antibióticos, mesmo com uma baixa incidência de coinfecção bacteriana com a infecção viral provocada pelo SARS-CoV-2, essa associação medicamentosa desnecessária provoca impactos negativos de resistência bacteriana, visto que esses agentes apresentam uma rápida reprodução e um alto índice de mutações, como resposta adaptativa ao meio, assim gerando novas linhagens, como também o comprometimento ao organismo por sua ingestão, afetando não só bactérias maléficas, mas também a própria microbiota do indivíduo. Conclusão: Sob esse cenário de desconhecimento, ao lidar com essa nova patologia carece de informações sobre fármacos que podem combater a carga viral de Covid-19, diante disso é observado o uso indiscriminado de antibióticos no protocolo medicamentoso e na automedicação na tentativa de tratar essa doença, sendo, então, necessários novos estudos a respeito de terapias eficientes, visto que o uso descomedido dessas drogas pode culminar em um grave problema de multirresistência bacteriana.
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Silva, Islandia Maria Rodrigues, and Grécia Maria Rodrigues Silva. "A COVID-19 E SUAS IMPLICAÇÕES E SEQUELAS: UMA REVISÃO DE INTEGRATIVA." In I Congresso Brasileiro de Estudos Patológicos On-line. Revista multidisciplinar em Saúde, 2022. http://dx.doi.org/10.51161/conbesp/7.

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Abstract:
Introdução: O atual contexto da saúde está atrelado à pandemia do novo coronavírus, denominado SARS-COV-2, e causador da doença COVID-19. Possui ação multissistêmica, acometendo principalmente o sistema respiratório. A doença varia da forma assintomática à casos muito severos, podendo levar à morte. Objetivo: Realizar levantamento bibliográfico referente às principais implicações e sequelas da COVID-19 em pacientes acometidos pelo coronavírus SARS-COV-2. Material e métodos: O estudo consistiu em uma revisão de literatura integrativa, combinando rigorosamente estudos com diversas metodologias, integrando os resultados. A pesquisa foi realizada com estudos científicos originais, artigos de revisão, e artigos eletrônicos, de 2019 a 2020, e incluiu pesquisas expostas nas bases de dados Science Direct, National Library of Medicine National Institutes of Health dos EUA (PUBMED), Literatura LatinoAmericana e do Caribe em Ciências da Saúde (LILACS) e da Biblioteca Virtual em Saúde-BVS. No direcionamento da pesquisa, foram utilizados seis descritores: “Acute Kidney Injury” “Covid-19”, “Cardiovascular Diseases”, “Infectious Diseases”, “Pathology Neurologic” e “Respiratory System”, pesquisados isoladamente ou associados, e seus respectivos em português, localizando-se no total 15 estudos relacionados com a temática em foco. Resultados: As sequelas englobaram os campos biopsicológico dos indivíduos, com alterações nos sistemas respiratório, cardiovascular, renal, musculoesquelético e neurológico. Dentre as de maior repercussão estavam a fibrose pulmonar, com consequente redução da capacidade pulmonar, a sobrecarga miocárdica, o acidente vascular cerebral, a encefalopatia, a depressão e transtornos de ansiedade. As repercussões da doença possuíam causas multifatoriais, dentre elas estavam os antecedentes mórbidos pessoais, o grau de resposta inflamatória na COVID-19 com liberadores bioquímicos, repercutindo em complicações que necessitaram de intervenção intensiva e multiprofissional. A síndrome pós-UTI muito frequentemente foi vista nesta patologia devido ao grande intervalo de internação e aos procedimentos realizados nesses pacientes. Pacientes com quadro moderado da infecção também apresentaram latência para a recuperação plena e desenvolveram sequelas. Conclusão: De maneira geral, os pacientes com COVID-19 são passíveis de ter comprometimento em diversos órgãos e sistemas, o que determinará a gravidade da doença. Nesse contexto, abre-se uma discussão sobre a reabilitação dos recuperados, onde as possíveis sequelas geradas mobilizarão amplamente estratégias de saúde pública, com abordagem multiprofissional.
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Tavares Pereira Monteiro, Maria, Laura Paes Moraes, Daniel Tavares Peres, and Márcia Valéria Azeredo Gomes de Carvalho. "Incidência de Injúria Renal Aguda em pacientes com COVID-19 internados em Unidades de Terapia Intensiva na cidade de Campos dos Goytacazes, RJ." In Semana Científica da Faculdade de Medicina de Campos. Faculdade de Medicina de Campos, 2022. http://dx.doi.org/10.29184/anaisscfmc.v12022p12.

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Abstract:
Introdução: O ano de 2020 foi marcado por uma pandemia global resultado da transmissão do novo coronavírus causador da síndrome respiratória aguda grave 2 (SARS-CoV-2) e causador da doença COVID-19. O acometimento respiratório apresenta maior evidência, entretanto, essa patologia pode causar comprometimento em diversos sistemas do corpo humano. Objetivos: O presente estudo determinou a incidência do surgimento de Injúria Renal Aguda (IRA) secundária ao COVID-19 em pacientes internados em Unidades de Terapia Intensiva (UTI) de hospitais públicos da cidade de Campos dos Goytacazes-RJ. Métodos: Os dados contidos neste estudo foram obtidos a partir da análise de prontuários de pacientes acometidos pela Covid-19 admitidos na UTI de dois hospitais da rede pública do município, no período de 10 de julho de 2020 a 10 de julho de 2021, comparando os seguintes parâmetros: idade, sexo, dias de internação, desfecho, se houve necessidade de diálise, valores de creatinina no momento da admissão no setor da UTI e da saída do mesmo e comorbidades. Os seguintes critérios de exclusão foram empregados: idade inferior a 18 anos, história prévia de doença renal crônica (DRC) ou indivíduos que necessitassem de terapia dialítica precedente à internação na UTI. Resultados: Dentre os 146 pacientes, 58,2% eram do sexo masculino e 41,8% do sexo feminino. As idades variaram de 23 até 92 anos. Em relação ao tempo de internação, variou de 1 dia até 60 dias. 35,6% dos pacientes precisaram ser submetidos a terapia dialítica enquanto 64,4% deles não necessitaram. Sobre as comorbidades, compreendem em ordem crescente, respectivamente: hipertensão arterial; diabetes mellitus, obesidade, doença obstrutiva pulmonar crônica, tabagismo, insuficiência cardíaca congestiva, e fibrilação atrial. Outras comorbidades também foram registradas, entre elas: Neoplasia, esteatose hepática, dislipidemia, HIV, lúpus eritematoso sistêmico, acidente vascular encefálico prévio, cardiopatias e artrite reumatoide. Como desfecho, 100% evoluíram para óbito. Seguindo o parâmetro KDIGO, conclui-se que dos 146 pacientes, 43 apresentaram IRA durante sua internação, dentre eles, 16 necessitaram de diálise. É importante ressaltar que todos aqueles pacientes que deram entrada na UTI com a creatinina maior do que 1,5 mg/dL foram excluídos, totalizando 68 pacientes. Não foram constatadas alterações nos valores da creatinina de 34 pacientes. Não foi possível concluir a coleta de 2 pacientes por informações insuficientes, estes também foram excluídos da pesquisa. Discussão: Seguindo os critérios KDIGO, a IRA é descrita como aumento na creatinina sérica em 0,3 ou mais ou em 1,5x o valor basal em 48 horas e/ou débito urinário <0,5 mL/kg/hora (por 6 horas ou mais). Em pacientes internados com COVID-19, ela está associada a uma piora do quadro e aumento nos números de óbito. Conclusão: Os resultados coletados mostraram a alta incidência de IRA em pacientes internados pela COVID-19. Na literatura, a IRA vem associada como fator agravante à COVID-19, sendo esta uma doença de elevada incidência de morbimortalidade.
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