Journal articles on the topic 'PATOLOGIA SPERIMENTALE E CLINICA'

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1

Cipolli, Carlo, and Pio Enrico Ricci Bitti. "La nascita e lo sviluppo della Psicologia nell'Università di Bologna dal 1950." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 61–84. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12597.

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Abstract:
Renzo Canestrari (1924-2017) è stato uno dei più prestigiosi psicologi italiani del XX secolo. È stato professore ordinario di Psicologia (poi Psicologia generale) nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1960 al 1999. Laureato in Pedagogia nel 1946 e in Medicina e Chirurgia nel 1951, ha effettuato un'attività di ricerca in vari ambiti della psicologia sperimentale ed evolutiva, ovvero la percezione visiva (utilizzando paradigmi della psicologia della Gestalt e del funzionalismo) e il funzionamento dei processi cognitivi ed emozionali nei bambini e negli adolescenti. Ha esercitato anche un ruolo importante nella promozione di studi collaborativi (condotti con metodiche diagnostiche, psicometriche e strumentali) tra psicologi e clinici medici sulle relazioni tra stress e sintomi di varie patologie psicosomatiche, favorendo in tal modo la crescita della Psicologia Clinica nelle Facoltà italiane di Medicina e Chirurgia. Fin dagli ultimi anni '60 ha fornito a molti giovani ricercatori collaboratori l'opportunità di fare ricerca nel suo Istituto di Psicologia, nel quale vi era un numero rilevante di laboratori per la ricerca sperimentale e di ambulatori per attività diagnostiche e psicoterapiche su bambini e adolescenti. Il risultato più importante della sua lunga attività didattica è stato l'inserimento della Psicologia generale e della Psicologia clinica nel core curriculum della laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e nelle lauree delle professioni sanitarie.
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2

Andreula, C., D. Milella, A. Nella, A. Recchia-Luciani, and A. Carella. "Studio RM dell'encefalomielite acuta disseminata." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 3 (June 1996): 273–81. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900302.

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Abstract:
L'encefalomielite acuta disseminata è una patologia infiammatoria demielinizzante a carattere diffuso o multifocale, che colpisce la sostanza bianca dell'encefalo e/o del midollo spinale. Insorge a distanza di tempo variabile (2 settimane-5 mesi) da eventi infettivi ad eziologia virale, oppure da pratiche vacciniche. Il decorso, acuto e monofasico, ha una durata di 1–3 settimane. Tale malattia, che ha un'incidenza sicuramente superiore rispetto a quanto riportato nelle statistiche, colpisce prevalentemente l'infanzia e l'adolescenza. Dal punto di vista istopatologico, la malattia è caratterizzata dalla presenza di infiltrati infiammatori perivascolari, soprattutto perivenulari, di cellule mononucleate, associati a zone di demielinizzazione che seguono il decorso delle venule. La gliosi astrocitaria è il risultato riparativo. La somiglianza clinica fra encefalite acuta disseminata e sclerosi multipla, e quindi l'encefalite allergica sperimentale, ha fatto prospettare nella sua patogenesi l'intervento di meccanismi autoimmunitari. Dal punto di vista neuroradiologico, le lesioni ascrivibili ad encefalite acuta disseminata non presentano un'espressività unitaria, anche se è possibile individuare alcuni caratteri relativamente costanti. Tale stato di cose, innanzitutto mette in dubbio la possibilità di una diagnosi solamente neuroradiologica di encefalite acuta disseminata, che invece per essere posta necessita di un accurato controllo clinico-neuroradiologico, ed in seconda istanza alimenta la domanda «ci troviamo di fronte ad un'entità nosografica ben distinta oppure ad uno spettro di malattie?».
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3

Bussi Roncalini, Elisabetta, Barbara Moffa, Simona Caravello, Consuelo Busetti, Barbara Salvatore, and Marco Riglietta. "Inserimento di paziente con Disturbo da Gioco d'Azzardo in Servizio sperimentale residenziale, in misura alternativa alla pena: percorsi clinici tra revisione della normativa e istruzioni operative." MISSION, no. 59 (February 2023): 22–24. http://dx.doi.org/10.3280/mis59-2022oa14898.

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Abstract:
L'inserimento in struttura residenziale per Disturbo da Gioco d'Azzardo, attuato grazie ai fondi sperimentali previsti da Regione Lombardia Deliberazione N. XI / 585 del 1/10/2018 (1), ha permesso a paziente con patologia non rientrante normativamente nell'art 94 del DPR 309/90 (2), di intraprendere un percorso residenziale in misura alternativa alla pena. La valutazione multidimensionale attuata dall'equipe SERD carcere UOC Dipendenze  ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, attraverso strumenti clinici innovativi psicodiagnostici integrati con gli strumenti già disponibili, ha permesso la stesura di uno specifico Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale e, previa convalida da parte dell' Agenzia di Tutela della Salute della provincia di Bergamo, ha reso possibile l'invio alla struttura residenziale specialistica per Disturbo da Gioco d'Azzardo di paziente in misura alternativa alla pena . Il lavoro è espressione della capacità di sinergia ed integrazione tra  il servizio privato, che ha visto nascere le strutture residenziali per giocatori patologici, insieme al servizio pubblico di valutazione e trattamento dell'ASST lombarda oltre al  fondamentale intervento dell'Agenzia di Tutela della Salute territoriale competente e dell'Autorità Giudiziaria attraverso cui si è potuto dare  un'adeguata risposta  in un ambito diverso delle dipendenze attualmente normativamente riconosciuto solo a persona tossicodipendente e alcoldipendente.
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4

Aprile, I., A. Lavaroni, G. Tommasini, E. Biasizzo, and G. Fabris. "Angiografia a risonanza magnetica dei vasi epiaortici con bobina dedicata." Rivista di Neuroradiologia 9, no. 2_suppl (November 1996): 101–8. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s213.

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Abstract:
Scopo del nostro lavoro è stato quello di ottimizzare le sequenze di angiografia a risonanza magnetica più adatte a una bobina dedicata per lo studio dei vasi epiaortici di recente introduzione nella pratica clinica. Tale bobina consente di visualizzare l'intero asse carotideo e vertebrale con un'unica acquisizione coronale o sagittale. La tecnica angiografica da noi utilizzata è stata la 3D time of flight (TOF) e abbiamo ottimizzato i parametri tecnici su 15 volontari sani. La sequenza da noi sperimentata consente di acquisire le immagini dei vasi epiaortici (dall'origine al tratto intra-cranico) in un tempo di circa 13′. Lo studio di pazienti portatori di patologia è ancora alle fasi iniziali, ma i primi risultati sembrano promettenti. Tale bobina consente di visualizzare l'origine e il tratto intra-cranico dei vasi epiaortici e potrebbe quindi favorire una maggiore diffusione dell'esame angio-RM delle arterie carotidi e vertebrali.
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5

Maioni, Melissa. "Il livello di speranza nei pazienti oncologici in cura chemioterapica. Un’indagine sperimentale / The level of hope in the cancer patients receiving chemotherapy. An experimental investigation." Medicina e Morale 67, no. 5 (December 11, 2018): 525–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.555.

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Abstract:
La speranza è una caratteristica multidimensionale che coinvolge diverse dimensioni umane, il cui costrutto è stato più volte studiato in molteplici ambiti disciplinari. Il presente studio si propone di: valutare l’impatto della patologia in relazione al livello di speranza; comparare il livello di speranza con altre variabili cliniche e socio-demografiche, attraverso lo studio di 83 pazienti oncologici del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma in cura chemioterapica, e di 83 soggetti sani, con caratteristiche socio-demografiche comparabili al campione clinico, a cui sono state sottoposte due scale: l’HHI (Herth Hope Scale) e la SF-12 (Questionario sullo stato di salute). L’analisi statistica utilizzata è finalizzata a valutare l’interdipendenza lineare tra le due variabili considerate (la speranza e lo stato di salute) sulla popolazione in generale e nelle sottopopolazioni considerate, tramite il calcolo dell’indice R2. I risultati mostrano che: a) il campione sperimentale composto per l’84,3% da pazienti affetti da cancro al IV stadio, ha mediamente un medio livello di speranza (media ± es = 35.47 ± 0.78); b) non emerge una correlazione significativa tra lo stato di salute e il livello di speranza; c) non emergono differenze significative riguardo il livello di speranza, mentre emergono delle differenze significative relativamente alla PCS (stato di salute fisica). I dati raccolti indicherebbero come la speranza sia una dimensione indipendente dalla diagnosi, dalla stadiazione della patologia, dal sesso, dal tipo di ospedalizzazione, dallo stato civile e non si modifichi nelle varie fasce d’età. Sembrerebbe un costrutto che si mantiene stabile nel tempo e che viene scarsamente influenzato da altre variabili. ---------- Hope is a multidimensional characteristic that involves different human dimensions, the construction of which has been studied several times in multiple disciplinary fields. The present study aims to: assess the impact of the pathology in relation to the level of hope; compare the level of hope with other clinical and socio-demographic variables, through the study of 83 cancer patients receiving chemotherapy at the Policlinico Campus Bio-Medico in Rome, and 83 healthy subjects, with socio-demographic characteristics comparable to the clinical sample, who were given two scales: the HHI (Herth Hope Index) and the SF-12 (SF-12 Health Survey). The statistical analysis used is aimed at assessing the linear interdependence between the two variables under consideration (hope and health) for the general population and the subpopulations under consideration, by calculating the R2 index. The results show that: a) the experimental sample, 84.3% of which was composed of stage IV cancer patients, had an average hope level (mean ± es = 35.47 ± 0.78); b) there was no significant correlation between health and hope; c) there were no significant differences in hope levels, while there were significant differences in physical health (PCS). The data collected would indicate that hope is a dimension independent of diagnosis, disease stage, sex, type of hospitalization, marital status and does not change in the various age groups. It would seem to be a construct that remains stable over time and is poorly influenced by other variables.
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Pierotti, Marco A. "XIV Riunione Nazionale Dl Oncologia Sperimentale E Clinica." Tumori Journal 83, no. 2 (March 1997): IV—V. http://dx.doi.org/10.1177/030089169708300232.

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De Maria, Chia-Domus. "XV Riunione Nazionale Dl Oncologia Sperimentale E Clinica." Tumori Journal 83, no. 2 (March 1997): XIV. http://dx.doi.org/10.1177/030089169708300240.

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8

Dal Pozzo, G., M. Cellerini, M. Mascalchi, P. Innocenti, N. Villari, and M. C. Boschi. "Utilità clinica della risonanza magnetica nella patologia orbitaria." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 121–33. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s322.

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Abstract:
Viene esaminata l'utilità clinica della risonanza magnetica nella patologia orbitaria con particolare riguardo ai vantaggi, alle limitazioni, alle indicazioni e controindicazioni della metodica. Come è noto, la RM consente uno studio multiplanare e non invasivo delle orbite (non fa uso di radiazioni ionizzanti); inoltre, recenti progressi tecnologici hanno introdotto bobine di superficie sempre più efficienti e sequenze d'impulsi più sofisticate a tutto vantaggio della durata dei tempi di scansione, della risoluzione spaziale e di contrasto. Nella patologia del globo oculare, la RM è impiegata soprattutto nella diagnostica differenziale tra melanomi melanocitici della coroide e lesioni simulanti specialmente nei casi dubbi qualora non vi sia una concordanza tra reperti clinici, oftalmoscopici, ecografici oppure non sia conservata la trasparenza dei mezzi diottrici. La presenza di una sostanza paramagnetica come la melanina, conferisce infatti al melanoma un caratteristico comportamento di segnale: elevata intensità nella sequenza T1-dipendente e bassa intensità in quella T2-dipendente. Per quanto riguarda la patologia extrabulbare intraconica, la RM ha assunto un ruolo di primaria importanza nella diagnostica delle lesioni del nervo ottico e delle guaine meningee che lo avvolgono (plac-che di demielinizzazione, glioma, meningioma periottico). Nella patologia del cono muscolare (oftalmopatia di Graves) la RM ha dimostrato un'affidabilità equivalente a quella della TC; tuttavia, poiché la RM non fa uso di radiazioni ionizzanti, è metodica più idonea soprattutto nel caso di controlli seriati nel tempo in considerazione del fatto che il cristallino è un organo critico. Nell'ambito della patologia intra-extraconica, la RM può consentire, sulla base dell'analisi del segnale, una diagnosi differenziale tra pseudotumor infiammatorio (bassa intensità di segnale nella sequenza Spin-Echo T2-dipendente) e linfoma o metastasi orbitarie (elevato segnale nella sequenza Spin-Echo T2-dipendente) anche se è possibile che alcuni tipi di linfoma, il mieloma e certe metastasi (neuroblastoma) presentino un comportamento di segnale uguale a quello dello pseudotumor infiammatorio. Inoltre, grazie alla intrinseca sensibiltà ai fenomeni di flusso, la RM permette di dimostrare, in caso di patologia vascolare, le anomalie di decorso e di calibro dei principali vasi sanguigni orbitari (varici orbitarie, fistole carotido- cavernose ecc.) nonchè l'eventuale presenza di trombosi endoluminali. Infine, nonostante le limitazioni della RM nella valutazione delle alterazioni della compatta ossea, la metodica ha dimostrato una buona affidabilità anche nello studio delle più frequenti patologie che interessano primitivamente o secondariamente le pareti orbitarie (mucocele, tumori dei seni paraorbitari, metastasi, meningioma della grande ala sfenoidale). In questi casi la RM dimostra direttamente non solo la formazione espansiva ed i suoi rapporti con le strutture endoorbitarie, ma anche le alterazioni ossee associate. In conclusione si può affermare che, nonostante il ruolo preciso della RM nello studio della patologia orbitaria non sia ancora pienamente stabilito, questa metodica è oggi in grado di fornire, in certe situazioni patologiche, delle informazioni che non sono altrimenti disponibili.
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9

Pelliccioli, G. P., P. F. Ottaviano, C. Gambelunghe, G. Mariucci, G. Bruschelli, G. Bartoli, and M. V. Ambrosini. "Ischemia cerebrale sperimentale nei gerbillo." Rivista di Neuroradiologia 6, no. 3 (August 1993): 325–30. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600313.

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Abstract:
Il gerbillo (Meriones unguiculatus), avendo il circolo di Willis incompleto per la mancanza delle arterie comunicanti, è considerato il modello animale di elezione per lo studio dell'ischemia cerebrale. L'assenza di connessioni tra circolo carotideo e vertebro-basilare garantisce infatti l'induzione di un'ischemia cerebrale mediante occlusione delle arterie carotidi comuni (ACC). È stata osservata tuttavia una certa variabilità nel sistema vascolare cerebrale del gerbillo, che spiegherebbe la differente risposta individuale alla legatura delle ACC. In letteratura sono stati descritti i deficit funzionali e le modificazioni comportamentali secondari ad un'ischemia cerebrale, correlabili post mortem a definiti quadri istopatologici. Raramente sono stati applicati metodi certi di valutazione in vivo degli esiti di un'ischemia cerebrale sperimentale e/o dell'efficacia di eventuali interventi terapeutici. Un contributo alle indagini in vivo sull'ischemia cerebrale sperimentale potrebbe derivare dallo studio con risonanza magnetica. La nostra indagine ha avuto lo scopo di valutare alla RM, l'evoluzione e la gravità del danno prodotto nel gerbillo: a) dall'occlusione di entrambe le ACC per 5 mine (b) dalla legatura permanente di una ACC. Lo studio parenchimale ed angiografico è stato condotto utilizzando apparecchiature da 1,5 Tesla. Gli animali sono stati esaminati a tempi diversi dall'ischemia. L'iperintensità del segnale rilevata in alcuni casi con le sequenze spin echo a TR lungo a carico dell'ippocampo non era semprecorrelabile al tipo di ischemia indotta. In un 20% dei casi si è apprezzato un aumento di volume del sistema ventricolare, confermato dall'esame anatomo-patologico. Lo studio istologico ha dimostrato che l'aumento di intensità del segnale non era obbligatoriamente associato a severi danni del parenchima. I risultati di questo studio, seppure preliminare, sosterrebbero la validità della tecnica RM nello studio delle ischemie cerebrali sperimentali, poiché essa consente di individuare un edema nel tessuto ischemico anche in assenza di grave sofferenza e/o necrosi cellulare. Le differenti risposte del gerbillo all'ischemia cerebrale potrebbero essere dovute ad una variabilita sia anatomica che biologica.
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Stegagno, Luciano. "Psicologia e fisiologia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 101–15. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12600.

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Abstract:
Nel percorso formativo del prof. Canestrari particolare rilevanza ha avuto la componente fisiologica che gli ha consentito più di ogni altra l'acquisizione del metodo sperimentale. Nel presente contributo si ricostruisce il profilo storico del rapporto tra Psicologia e Fisiologia fino agli sviluppi più recenti. Particolare risalto viene dato alla componente psicologico-clinica che è stata determinante nella sua attività accademica e istituzionale pubblica.
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Onnis, Luigi, Marco Bernardini, Antonella Leonelli, Dario Cafagna, Roberta Cherubini, Domenico Ardito, Alessandra la Marca, Cristina D'Onofrio, and Marta Fajanesi. "Un approccio sistemico ai disturbi di panico. Protocollo di una ricerca sperimentale." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 55–71. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003004.

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Abstract:
Il presente lavoro discute la dimensione psicopatologica dei disturbi di panico (DP) e ne approfondisce gli aspetti legati alla ricerca clinica. Propone, poi i DP in una prospettiva sistemica come fenomeni complessi, analizzandone le componenti socio-culturali, individuali e familiari. In ultimo viene proposto un progetto di ricerca dedicato ai DP che valuta l'opportunitŕ di un approccio integrato, tale intervento viene confrontato con l'usuale intervento psicofarmacologico.
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Antonelli, Carlo. "Analisi spettrale entropica dell'EEG in ipnosi: osservazioni preliminari su due casi." IPNOSI, no. 1 (August 2011): 21–29. http://dx.doi.org/10.3280/ipn-2011-001002.

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Abstract:
L'Entropia dell'elettroencefalogramma č stata solo recentemente commercializzata come sistema per valutare la componente ipnotica dell'anestesia. In questo studio pilota, due soggetti noti all'autore in precedenti sedute di ipnosi clinica, come soggetti altamente ipnotizzabili, sono stati sottoposti ad un test ipnotico sperimentale con monitoraggio EEG dell'entropia, per valutare il comportamento di questo parametro neurofisiologico in ipnosi, rispetto alla condizione di veglia rilassata e osservare una eventuale congruenza con i lavori del Prof. De Benedittis utilizzanti l'indice bispettrale.
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Digilio, M. Cristina. "Sindromi genetiche sottese alla disabilitŕ cognitiva grave." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 3 (April 2012): 73–78. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003012.

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Abstract:
L'eziologia della disabilitŕ cognitiva grave č molto complessa, tanto che la causa di questa condizione clinica rimane ancora oggi non identificabile nel 40% circa dei casi. L'inquadramento diagnostico č perň un'esigenza concreta delle famiglie, per tentare di avere piů informazioni possibili sulla prognosi della patologia, sulle possibilitŕ e metodi terapeutici piů appropriati, sui rischi di ricorrenza familiare. I metodi utilizzati per l'inquadramento diagnostico sono di tipo clinico, strumentale e laboratoristico citogenetico-molecolare. Dal punto di vista clinico l'approccio prevede la ricostruzione dell'anamnesi familiare, la raccolta di dati sul decorso della gravidanza, sul periodo neonatale e sulla storia clinica dalla nascita al momento dell'osservazione. Si stima che il 4-35% (in media 15%) dei casi di disabilitŕ cognitiva sia riconducibile ad eziologia cromosomica. Le tecniche di citogenetica molecolare sono progressivamente migliorate negli ultimi anni, con la possibilitŕ di aumentare la sensibilitŕ di diagnosi per le sindromi da microanomalia cromosomica (con la tecnica CH-Array). La sindrome dell'X fragile costituisce una delle piů frequenti cause di disabilitŕ cognitiva nei soggetti di sesso maschile, specialmente nei casi a ricorrenza familiare della patologia. Il numero delle sindromi monogeniche associate a disabilitŕ cognitiva č altissimo, e si tratta sempre di patologie singolarmente rare. In questo ambito č importante saper identificare caratteristiche cliniche che possano orientare verso una patologia specifica, allo scopo di poter ipotizzare una diagnosi clinica ed eventualmente mirare i test genetici nei casi di sindromi ad eziologia attualmente nota. Sono utili, in questo ambito, il riscontro di dismorfie particolari orientative per una sindrome specifica, la caratterizzazione anatomica delle malformazioni associate o l'eventuale presenza di epilessia, la definizione di un fenotipo comportamentale e cognitivo specifico. Č importante anche la rivalutazione clinica nel tempo, per cogliere segni di significato diagnostico che possono comparire in etŕ diverse della vita di un bambino.
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Prospero, José Donato de, Pedro Pericles Ribeiro Baptista, Maria Fernanda Carriel Amary, and Priscila Pizzo Crêm dos Santos. "Paratireóides: estrutura, funções e patologia." Acta Ortopédica Brasileira 17, no. 2 (2009): 53–57. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-78522009000200011.

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Abstract:
Os autores tecem considerações sobre a estrutura e funções normais das glândulas paratireóides como introdução à patologia e as repercussões clinico - patológicas tanto do excesso como da redução do paratormônio. Maior ênfase é dedicada ao hiperparatireoidismo primário quanto às causas, a fisiopatologia das alterações, os aspectos anatomopatológicos macro e microscópicos das lesões e sua patogenia, na "Osteite fibrocistica" ou "doença de von Recklinghausen dos ossos" com a correlação aos aspectos radiográficos. Apresentam caso de paciente, cuja história clinica demonstra as dificuldades encontradas para o diagnóstico da doença. Referem-se ainda às alterações e patogenia das formas de hiperparatireoidismo secundário e terciário e ao hipoparatireoidismo.
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Marina, R., L. Moschini, L. Caverni, F. Biroli, and O. Santonocito. "Espressività clinico-radiologica delle flebotrombosi cerebrali superficiali." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 6 (December 1994): 945–49. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700615.

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Abstract:
Si descrive un caso di occlusione delle vene cerebrali superficiali del gruppo ventro laterale, con particolare coinvolgimento della vena di Labbé. L'analisi della letteratura clinica e radiologica esistente su questa rara patologia consente di riferire su alcuni elementi di particolare originalità.
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Argentieri, Simona. "L'Ideale dell'Io: patologia e risorsa." PSICOANALISI, no. 2 (January 2021): 57–78. http://dx.doi.org/10.3280/psi2020-002004.

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Abstract:
Nella letteratura psicoanalitica e nell'uso corrente, il concetto di Super-Io ha conquistato uno spazio teorico e clinico molto più ampio di quello riservato invece al concetto di Ideale dell'Io. Si tratta, come è noto, di istanze che si configurano nel quadro dell'elaborazione della seconda topica dell'apparato psichico, che delinea l'organizzarsi e il consolidarsi della struttura. Il lavoro non si addentra tuttavia nelle disquisizioni metapsicologiche, alle quali tanti grandi maestri hanno già dato il loro importante contributo. Si concentra invece sulle riflessioni clinica nei confronti di pazienti, pur tra loro diversissimi sul piano psicopatologico, che patiscono intense sofferenze a causa di un ingombrante ed irrealistico ideale di se stessi al quale sentono di non riuscire ad aderire. Un conflitto, difficilissimo da maneggiare nel rapporto di transfert-controtransfert, nel quale l'Io è al tempo stesso la vittima e l'agente. Talora, il processo della cura inciampa in questi aspetti apparentemente marginali dell'ideale di se stessi, che si configurano come una delle più tenaci resistenze al processo psicoanalitico.
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Kächele, Horst. "Lo studio del caso singolo dalla ricerca clinica alla ricerca sperimentale: un eterno dilemma?" PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 2 (May 2017): 187–210. http://dx.doi.org/10.3280/pu2017-002002.

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Cagiada, Silvana, and Rita Pizzi. "Autoipnosi: strumento per il mantenimento dell'omeostasi per la prevenzione della malattia attraverso l'attivazione delle risorse interiori." IPNOSI, no. 2 (December 2020): 25–36. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2020-002002.

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Abstract:
Partendo dagli studi sulla coscienza, sia dal punto di vista dei correlati neurali, sia dal punto di vista della consapevolezza e dell'autoconsapevolezza del sé, la sperimentazione si prefigge di verificare la possibilità di poter intervenire, attraver-so l'uso dell'ipnosi, e in particolare dell'autoipnosi, sul processo evolutivo di regola-zione e adattamento omeostatico, considerato come espressione di patologie in ambito clinico, ma anche come leva di evoluzione in ambito educativo e sociale. In considerazione di vari studi clinici sull'ipnosi che riportano esiti positivi dopo il trattamento ipnotico, l'ipotesi si basa sulla possibilità di agire, a scopo preventivo, sulle disfunzioni a livello somatico, psicologico e relazionale, che possono indurre un blocco energetico dell'emotività, educando il soggetto a recuperare e gestire le proprie energie e il proprio equilibrio. Ai soggetti esaminati e tenuti in considerazio-ne ai fini della ricerca è stato somministrato il test MHQ, scala di autovalutazione per pazienti psiconevrotici, il cui punteggio riscontrato, pur riportando valori anco-ra nella norma, evidenzia la tendenza ad accostarsi a valori patologici, a rischio per il soggetto. L'ipotesi verificata è la seguente: l'utilizzo dell'ipnosi (Eteroipnosi ? Rinforzo dell'io ? Condizionamento positivo) per un periodo di un mese, con sedute settimanali e il successivo utilizzo dell'autoipnosi, ogni giorno, per due mesi a scopo preventivo, può permettere di destrutturare le devianze e ripristinare le risor-se bloccate nella struttura corporea, riportando il soggetto a prenderne coscienza, orientando l'apprendimento verso il recupero e il mantenimento dell'omeostasi. Alla fine della sperimentazione, la verifica degli esiti raggiunti è stata avvalorata dalla ri-somministrazione del test MHQ e dalla valutazione statistica degli outco-me che si è dimostrata significativa. Il risultato positivo dello studio suggerisce che i terapeuti possano applicare il metodo sperimentale su base sistematica, rendendo possibile un rapido e definitivo riconoscimento dell'autoipnosi ? oltre che dell'ipnosi ? come disciplina scientifica.
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Ladavas, Elisabetta, Roberto Nicoletti, and Carlo Umiltà. "L'inizio e lo sviluppo della neuropsicologia sperimentale e della neuropsicologia clinica all'Università di." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 85–100. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12599.

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Abstract:
Il contributo narra di come la psicologia moderna, che in larga misura consiste nell'indagare i processi cognitivi e le loro basi neurali, abbia avuto inizio nell'Università di Bologna nella seconda metà degli anni '60 del secolo scorso, grazie all'impulso del prof. Renzo Canestrari. In quegli anni gli interessi scientifici del prof. Canestrari erano orientati verso la psicologia clinica e, in un approccio sperimentale, verso un'indagine della percezione visiva di tradizione gestaltista. Tuttavia egli dimostrò sufficiente apertura mentale da favorire lo sviluppo della ricerca in campi molto diversi e molto lontani da un'impostazione gestaltista. In particolare, il capitolo racconta come il prof. Canestrari abbia favorito ricerche, allora all'avanguardia a livello internazionale, sui processi cognitivi e sulla specializzazione funzionale degli emisferi cerebrali per mezzo della registrazione dei tempi di reazione. Inoltre egli dette impulso a ricerche sui deficit cognitivi in pazienti cerebrolesi. Queste ricerche, oltre a produrre risultati che ebbero risonanza internazionale, portarono a importanti sviluppi clinici e riabilitativi, come la fondazione del Centro di Neuroscienze Cognitive di Cesena.  
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Lozorio, Agnaldo Rogério, Mateus Borges, José Lucas Batista Junior, Charbel Chacob Junior, Igor Cardoso Machado, and Rodrigo Rezende. "Correlação clinica entre a mielopatia cervical e o índice de Torg." Acta Ortopédica Brasileira 20, no. 3 (2012): 180–83. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-78522012000300009.

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OBJETIVO: A mielopatia cervical é uma disfunção da medula espinhal relacionada a degeneração típica do envelhecimento, cuja patologia se relaciona com a isquemia e compressão da medula. Muitos são os problemas clínicos apresentados por portadores de mielopatia, nos casos mais graves este acometimento pode levar a para ou tetraplegia quando não tratado. Devido a patologia primária desta doença ser causada por compressão gerando isquemia medular, julgamos poder existir uma correlação entre o grau de compressão e clínica dos pacientes portadores de mielopatia cervical, porém não encontramos nenhum estudo na literatura que realizou esta correlação, por existir esta dúvida na literatura é que objetivamos em nosso estudo analisar a correlação entre o grau do comprometimento clínico dos pacientes com mielopatia cervical e o índice de Torg. MÉTODOS: Estudo prospectivo, de caráter descritivo, avaliados 46 pacientes, realizado mensuração radiográfica do índice de Torg e análise clínica através da escala de JOA e Nurick. RESULTADOS: Dos 46 pacientes, 100% apresentaram Torg <0,8. A diminuição dos valores de Torg foi diretamente proporcional a piora clinica na escala de Nurick e JOA. CONCLUSÕES: O comprometimento clinico na mielopatia cervical está diretamente relacionado com o grau de estenose do canal vertebral. Nível de Evidência I, Estudos Prognósticos - Investigação do efeito de característica de um paciente sobre o desfecho da doença.
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Magistroni, Riccardo. "La ricerca oggi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (July 10, 2013): 282–87. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1056.

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La ricerca di base ha identificato i due principali difetti legati alla patologia policistica: a) le cellule cistiche proliferano eccessivamente e b) queste cellule secernono del fluido che ingrossa le cisti. Le principali strategie in studio nell'ADPKD consistono nell'utilizzo di farmaci in grado di interferire con i meccanismi cellulari legati a questi difetti. Una delle strategie esplorate è stata l'inibizione del sistema mTOR. Purtroppo, due trial clinici hanno fallito nel mostrare un'attività protettiva di questa classe di farmaci. La somatostatina è un'altra molecola sotto intensa validazione clinica. Al momento, i dati suggeriscono una sua possibile azione di contrasto sulla malattia ADPKD, ma i dati sono ancora preliminari per conclusioni clinicamente significative. Il Tolvaptan è un antagonista recettoriale della vasopressina che è stato ampiamente studiato: un trial clinico di numerosità adeguata ha suggerito un possibile effetto positivo di questa molecola nella riduzione della crescita dei volumi renali e nel raggiungimento di target clinici significativi. Il prossimo futuro vede in campo nuovi trial clinici esplorativi di molecole già valutate nel recente passato e di nuove strategie terapeutiche. Per la numerosità dei pazienti arruolati attira l'attenzione della comunità scientifica lo studio HALT, che esplorerà il ruolo dei farmaci antagonisti del sistema renina-angiotensina nel rallentamento della progressione dell'ADPKD. Inf ne, una categoria di farmaci precedentemente inesplorati riguarda gli inibitori del recettore dell'Epidermal Growth Factor. La ricerca clinica nell'ADPKD è straordinariamente attiva in questo periodo e questa considerazione permette un cauto ottimismo sulle possibili prospettive terapeutiche in questa patologia rimasta a lungo orfana. Qualche ombra sulla prospettiva dei risultati futuri nella ricerca clinica in questo campo proviene dalla constatazione in un numero considerevole di trial di disegni metodologicamente non adeguati.
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Mascalchi, M., C. Moroni, M. Bartolucci, C. Gavazzi, and C. Bortolotti. "Diagnostica neuroradiologica nella patologia della loggia cavernosa." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 375–86. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300308.

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Abstract:
Il seno cavernoso può essere interessato da patologia neoplastica (primitiva e secundaria), infiammatoria e vascolare. Tutte queste entità, ad esclusione delle fistole carotido-cavernose dirette, si manifestano con una clinica analoga, rendendo la diagnosi dipendente fondamentalmente dalle tecniche di imaging. Attualmente le metodiche più utili nello studio del seno cavernoso sono la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica che, con le tecniche di angio-TC ed angio-RM, permettono anche uno studio simil-angiografico della regione di interesse. L'arteriografia selettiva rimane tuttora la tecnica gold standard nello studio delle patologie vascolari (aneurismi della carotide interna e fistole carotido-cavernose). La flebografia sovraorbitaria trova attualmente utilizzo esclusivo nella diagnosi della sindrome di Tolosa Hunt con RM negativa e talvolta nella terapia endovascolare di fistole artero-venose. I tumori primitivi più frequenti sono i meningiomi, mentre i neurinomi del seno cavernoso sono estremamente rari. I meningiomi insorgono dal rivestimento durale del seno e si manifestano, sia alla TC che alla RM, come lesioni ben delimitate con un'impregnazione precoce, intensa ed omogenea. I neurinomi del seno cavernoso possono derivare dal III, dal IV, dal V o dal VI nervo cranico e possono insorgere primitivamente nel seno cavernoso o, più frequentemente, negli spazi cisternali interessando il seno sviluppandosi lungo il nervo. La diagnosi differenziale deve essere posta soprattutto tra il meningioma ed il macroadenoma ipofisario a sviluppo laterosellare (il più frequente tumore secondario). Il principale criterio riguarda l'interessamento della carotide interna che viene frequentemente stenotizzata dai meningiomi, mentre può essere circondata e dislocata dai macroadenomi, senza però apprezzare significative riduzioni del suo lume. Il seno cavernoso può essere interessato per contiguità anche da due neoplasie della base cranica: il carcinoma del rinofaringe ed il cordoma. Le metastasi del seno cavernoso si possono instaurare per via ematogena, liquorale o perineurale. Determinano generalmente aumento di volume del seno, non hanno un segnale RM caratteristico e devono essere messe in diagnosi differenziale con le patologie infiammatorie. Queste comprendono la sindrome di Tolosa Hunt e le affezioni granulomatose croniche (sarcoidosi, granulomatosi di Wegener). La prima è caratterizzata da dolore retroorbitario, paralisi dell'oculomotore ed iperestesia trigeminale sostenute da un'infiammazione del seno ad eziologia sconosciuta. Le immagini di RM possono essere del tutto negative ed in tali casi può essere utile per raggiungere la diagnosi la flebografia. Un valido criterio diagnostico per le patologie infiammatorie è rappresentato dalla drammatica remissione della sintomatologia e del quadro radiologico in seguito a terapia steroidea. Gli aneurismi della carotide interna sono classificati in base alle dimensioni: se di diametro superiore ai 2,5 cm vengono definiti giganti. Questi hanno parete trombizzata, scarsa tendenza alla rottura e si manifestano clinicamente con sintomi da compressione dei nervi che decorrono nella parete od all'interno del seno cavernoso. Nella diagnosi di queste formazioni la semeiotica TC e RM, tra loro complementari, rivestono un ruolo importante. Il criterio fondamentale è però dato dalla dimostrazione della natura vascolare della lesione, ottenibile con le tecniche di angio-TC e angio-RM e l'arteriografia selettiva. Le fistole carotido-cavernose dirette sono anomale comunicazioni ad alto flusso tra la carotide interna ed il seno cavernoso Sono caratterizzate da una presentazione clinica improvvisa ed imponente e sono facilmente valutabili con TC, angio-TC, RM, angio-RM ed arteriografia digitale. Le fistole carotido-cavernose indirette corrispondono a fistole arterovenose durali ed hanno di solito una clinica sfumata ed un decorso subdolo. La loro diagnosi con TC, angio-TC, RM ed angio-RM è più difficile essendo spesso i reperti suggestivi di tali condizioni rappresentati solo da una dilatazione della vena orbitaria di drenaggio. L'arteriografia oltre a confermare la diagnosi rappresenta anche l'indagine indispensabile per la programmazione terapeutica endovascolare o chirurgica.
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Ardizzone, Ignazio. "Ragazzi e ragazze in fuga verso il non umano." PSICOBIETTIVO, no. 2 (June 2022): 37–47. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002004.

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Sulla base di un'esperienza clinica decennale come psicoterapeuta a orientamento psicodinamico e psichiatra dell'eta evolutiva l'autore descrive le caratteristiche del ritiro sociale prolungato in ragazzi dai 10 ai 17 anni. Sulla base di due concetti chiave la noosfobia e l'oblio del riconoscimento egli traccia il percorso evolutivo di questa grave patologia e le difficolta nel diagnosticarla. Vengono discussi, inoltre, gli enormi problemi di trattamento che questa disturbo pone e alcune modalita di intervento.
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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini, and Arturo Campana. "Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia: a description of the results obtained in a public mental health service." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no. 2 (June 2002): 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che si sono presentati successivamente. In totale sono stati trattati 11 soggetti rispondenti ai criteri diagnostici del DSM–IV e sono stati valutati gli esiti sia al tennine della terapia sia a 6 mesi dal suo tennine. Principali misure di valutazione – Sono stati utilizzati strumenti obiettivi di valutazione: SF/36 per la valutazione della percezione da parte del soggetto del proprio stato di salute generale e mentale, la CGI per la valutazione clinica del terapeuta e PGI per la valutazione di quella del paziente, Liebowitz scale per la valutazione obiettiva dei correlati sintomatologici. Risultati – Nonostante il numero relativamente ridotto di soggetti che componevano il campione e la cronicita del disturbo presentato, sono stati ottenuti miglioramenti statisticamente significativi. Conclusioni – I risultati ottenuti confermano sostanzialmente quelli indicati dagli studi di efficacia e soprattutto l'applicability del metodo proposto anche nel contesto del Servizio Pubblico. Tenuto conto della elevata diffusione epidemiologica del disturbo, dell'elevato carico di malattia che determina nella popolazione generale e del costo relativamente modesto che il trattamento proposto comporta sarebbe auspicabile che esso venisse utilizzato routinariamente nella pratica clinica dei servizi pubblici.
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Panero, Marcello. "Teoria dell'attaccamento e psicoanalisi. Considerazioni su patologia e terapia." SETTING, no. 29 (March 2011): 5–60. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029001.

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Abstract:
L'articolo prende in esame l'ampia letteratura sulle implicazioni della Teoria dell'Attaccamento e dei suoi sviluppi recenti, per la diagnosi e la psicoterapia dei pazienti adulti. Vengono discusse convergenze e differenze con la teoria e la clinica psicoanalitica. Ci si sofferma sull'utilizzabilitŕ delle classificazioni e misurazioni derivanti dalla Strange Situation, dall'Adult Attachment Interview e dalla Scala della Funzione Riflessiva, e particolarmente sulle implicazioni del concetto di ‘coerenza del linguaggio' e sul significato del concetto di ‘sicurezza' nell'attaccamento e nella psicoterapia psicoanalitica. Vengono confrontati i diversi approcci di autori di area cognitivista e psicoanalitica, soprattutto circa il ruolo di "figura di attaccamento" svolto dal terapeuta. Viene infine presa in considerazione la "terapia basata sulla mentalizzazione" (Bateman e Fonagy) e la dialettica tra "sviluppo di funzioni psicologiche di base", esplorazione dei conflitti ed interpretazione.
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Tortorolo, G. "Medicina funzionale-psicosomatica in neonatologia." Medicina e Morale 40, no. 4 (October 31, 1991): 613–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1127.

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Abstract:
Il neonato, in particolare quello pretermine e soprattutto per condizioni di patologia neonatale, può andare incontro oltre che a sequele da cause organiche, anche a sequele da cause funzionali. L'autore, richiamandosi nella introduzione all'esperienza della Divisione neonatologica dell'Università Cattolica di Roma, presso la quale è istituito un Corso permanente di formazione in psicoprofilassi e psicosomatica neonatologica, presenta e discute, brevemente ma in modo chiaro, la etiopatogenesi e la clinica delle turbe psicosomatiche nel neonato, nonché la loro profilassi e terapia.
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Briganti, F., A. Manto, F. Spadetta, F. Caranci, S. Cirillo, R. Elefante, and F. Smaltino. "Aspetti RM delle spondilodisciti." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 2 (May 1992): 177–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500205.

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Abstract:
Le infezioni della colonna vertebrale rappresentano circa il 2% di tutti i casi di osteomielite. In tale patologia una diagnosi precoce è fondamentale per evitare la comparsa di deficit neurologici permanenti, ma essa è resa difficile dal lungo periodo di latenza (2–8 settimane) che intercorre tra l'esordio della sintomatologia clinica e la comparsa delle prime alterazioni del quadro radiologico nonché dalla sintomatologia clinica scarsa ed aspecifica. Scopo di questo studio e valutare l'accuratezza della risonanza magnetica nel dimostrare le alterazioni del disco e dei corpi vertebrali, ed il coinvolgimento del canale vertebrale e dei tessuti molli paravertebrali. Abbiamo a tal fine riesaminato 65 pazienti affetti da spondilodiscite studiati con RM. La RM ha permesso la differenziazione dei processi infiammatori in fase acuta da quelli cronicizzati, consentendo in alcuni casi di ipotizzare l'agente eziologico; essa inoltre ha sempre permesso la definizione dell'interessamento endocanalare e paravertebral.
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Marzilli, Mario. "I grandi cardiologi. Omaggio ad Attilio Maseri." Cardiologia Ambulatoriale 30, no. 3 (December 9, 2022): 181–83. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-6.

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Quando Attilio Maseri arrivò a Pisa, dopo un periodo di intensa attività scientifica in alcune delle più prestigiose Università americane, io ero al 5° anno di Medicina, allievo interno dell’Istituto di Patologia Medica, diretto dal Prof. Luigi Donato. Passarono pochi giorni e il Direttore mi chiamò per dirmi che ero stato assegnato al gruppo del Prof. Maseri, denominato Gruppo Coronarico e che il Gruppo si sarebbe dedicato allo studio della Fisiologia Clinica del circolo coronarico. Ne fui felice, anche se non potevo ancora immaginare quale privilegio mi fosse toccato. E l’avventura cominciò subito, appena venne aperta l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, con Attilio come Direttore. Attilio ci insegnò che non c’è mai nulla di scontato e che quello che “non tornava” era molto più stimolante di quello che tornava. E lavorando in UTIC con occhi “wide open”, di cose che “non tornavano” ne capitavano tutti giorni.
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Camedda, Manuela, Monica Piccapietra, and Roberto Berrini. "La terapia familiare con gli adolescenti con comportamenti autolesionisti. Presa in carico e protocollo sperimentale all'interno della NPI." TERAPIA FAMILIARE, no. 128 (May 2022): 55–73. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-128004.

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Abstract:
La letteratura scientifica internazionale dimostra come sia estremamente difficile ingaggiare in psicoterapia adolescenti con gravi comportamenti autolesionisti; per tale motivo l'équipe multidisciplinare della UONPIA ASST Santi Paolo e Carlo di Milano ha implementato all'interno del proprio ambulatorio un servizio specifico di psicoterapia familiare, con l'obiettivo primario di creare un protocollo di intervento integrato al lavoro di presa in carico e valutazione dei pazienti afferenti all'équipe con comportamenti autolesionisti. Lo scopo è quello di offrire al minore e alla sua famiglia un percorso di sostegno e cura dell'intero sistema familiare. L'applicazione di tale intervento con più di 50 famiglie ha favorito la creazione di un protocollo di psicoterapia familiare nel trattamento delle psicopatologie adolescenziali, promuovendo l'elaborazione di una nuova ipotesi clinica sul funzionamento familiare in presenza di un adolescente problematico.
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Floccari, Fulvio, Rodolfo Rivera, Moreno Malaguti, Alberto Santoboni, Vincenzo Barbera, and Luca Di Lullo. "La malattia di Fabry: una sindrome cardio-renale da malattia sistemica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 1 (November 3, 2013): 59–63. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1005.

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Abstract:
La malattia di Fabry è una disfunzione lisosomiale ereditaria, nella quale l'accumulo cronico di globotriaosilceramide (Gb3) induce danno d'organo renale, cardiaco e neurologico. Trasmessa attraverso il cromosoma X, ha un'incidenza stimata che va da un caso ogni 55000 maschi nati vivi sino a uno ogni 3100. La terapia enzimatica sostitutiva si propone come trattamento di elezione di tale patologia, capace di modificarne la storia clinica in maniera sostanziale. Questa review si propone come uno stimolo a guardare con occhi da “cardionefrologi” a questa sindrome cardio-renale sistemica. (Cardionephrology)
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Ugga, L., M. Ravanelli, A. A. Pallottino, D. Farina, and C. Leone. "Diagnostic work-up in obstructive and inflammatory salivary gland disorders." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 2 (April 2017): 83–93. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1597.

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Abstract:
La patologia infiammatoria ed ostruttiva delle ghiandole salivari riconosce molteplici eziologie con coinvolgimento del parenchima ghiandolare e/o del sistema escretore. Il quadro clinico è essenziale per indirizzare l’integrazione diagnostica con adeguate metodiche di imaging. Sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, possono riconoscersi quattro scenari clinici: (1) tumefazione acuta generalizzata delle ghiandole salivari maggiori; (2) tumefazione acuta di un’unica ghiandola salivare maggiore; (3) tumefazione cronica generalizzata delle ghiandole salivari maggiori associata o meno a xerostomia; (4) tumefazione cronica o persistente di una singola ghiandola salivare maggiore. L’algoritmo diagnostico per la scelta della metodica di imaging più appropriata dipende quindi dallo scenario clinico. L’imaging è essenziale per confermare la diagnosi clinica, per definire l’estensione della patologia ed identificare eventuali complicanze. Le metodiche di imaging disponibili includono l’ecografia, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, anche con scialografia RM.
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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Vincenzo Barbera, Antonio Granata, Antonio De Pascalis, Rossella Faiola, Moreno Malaguti, Alberto Santoboni, Rodolfo Rivera, and Claudio Ronco. "Una tipica manifestazione di Sindrome Cardio-Renale di Tipo 5: lo shock settico." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (September 16, 2013): 248–55. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1047.

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Abstract:
La Sindrome Cardio-Renale (SCR) di Tipo 5 si configura come una sindrome clinica di recente classificazione e viene diagnosticata in un'ampia serie di patologie sistemiche, allorché si assiste a un contemporaneo interessamento secondario di rene e apparato cardiovascolare. I meccanismi fisiopatologici dipendono, sostanzialmente, dalla tempistica con la quale si manifesta una SCR di Tipo 5; ben diverso è il quadro di una forma acuta (sepsi, connettiviti, malattia di Wegener), che si manifesta rapidamente rispetto all'insorgenza della patologia primitiva, in contrasto con quello di una forma cronica (cirrosi epatica e sindrome epato-renale), che esordisce e si sviluppa subdolamente. La diagnosi si basa sul dosaggio dei livelli plasmatici di bio-marcatori di danno cardiaco e renale e sulle tecniche di diagnostica per immagini (ecocardiografia, ecografia addominale). La terapia deve mirare al trattamento della patologia di base e a quello delle complicanze cardio-renali. (Cardionephrology)
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Simonetti, L., M. Menditto, and R. Elefante. "Confronto tra TC ed RM: La RM nella patologia vascolare." Rivista di Neuroradiologia 4, no. 3_suppl (December 1991): 21–25. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s305.

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Abstract:
La patologia vascolare encefalica, ischemica ed emorragica, rappresenta uno dei capitoli più importanti della pratica clinica neuroradiologica. Nella patologia ischemica acuta la TC rappresenta tutt'ora il principale strumento diagnostico. La RM è superiore alla TC nello studio delle lesioni localizzate nella porzione inferiore della fossa cranica posteriore, a causa dei limiti imposti alla TC dalla presenza degli artefatti secondari alle strutture ossee della base cranica. Inoltre la RM è più sensibile agli infarcimenti emorragici di focolai ischemici. Infine la RM risulta indispensabile per uno studio completo delle lesioni della sostanza bianca neU'encefalopatria aterosclerotica sottocorticale. Nelle emorragie in fase acuta la TC rappresenta l'esame di prima scelta. La RM, dopo le prime 48 ore, acquista una sensibilità ed una accuratezza diagnostica analoghe se non superiori alla TC, dimostrando le varie fasi di degradazione dell'emoglobina ed evidenziando, in taluni casi, la malformazione vascolare responsabile del sanguinamento.
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Figueiredo Gatti, Rafael, Caroline Medeiros Prohmann, Alice Ananias David, Thaís Oliveira Utiyama, Eurides Maria De Oliveira Pozetti, and João Roberto Antônio. "Dermatoscopia no Granuloma Facial: Relato de 2 Casos." Journal of the Portuguese Society of Dermatology and Venereology 75, no. 3 (January 22, 2018): 277–81. http://dx.doi.org/10.29021/spdv.75.3.817.

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Abstract:
O granuloma facial é uma patologia cutânea rara, idiopática e benigna, com predomínio em homens caucasianos entre a terceira e quinta décadas de vida. Caracteriza-se histologicamente por um infiltrado inflamatório misto, em que fenômenos de vasculite e fibrose se associam, com predomínio na face, de curso crônico e lentamente progressivo. O diagnóstico baseia-se na história clinica, exame físico e histopatológico, com recente destaque para a dermatoscopia, que revela aspectos que podem possibilitar uma diferenciação inicial com outros diagnósticos (sarcoidose, lúpus eritematoso cutâneo, dentre outros). Existem várias opções terapêuticas propostas, porém com resultados pouco satisfatórios. Neste trabalho, relatamos dois casos de pacientes com lesões eritematosas faciais em que a dermatoscopia teve grande valor como ferramenta diagnóstica. O uso dessa modalidade deve crescer nos próximos anos em relação à essa patologia, já que, além de fornecer características importantes da doença, consiste em uma maneira simples e fácil de identificar o granuloma facial.
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Diaconu, Radu, Carmen Niculescu, Ovidiu Ciobanu, Dalia Dop, Loredana Şelaru, and Ligia Stănescu. "EVALUAREA COPILULUI ALERGIC – UTILITATEA INVESTIGAŢIILOR PANEL." Romanian Journal of Pediatrics 65, no. 4 (December 31, 2016): 424–27. http://dx.doi.org/10.37897/rjp.2016.4.18.

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Abstract:
Diagnosticul alergiilor pediatrice este în continuare o provocare complexă ţinând cot de incidenţa tot mai mare a acestei patologii. Obiectivele cercetării noastre au fost evaluarea utilităţii investigaţiilor panel în practica pediatrică. Am folosit copiii internaţi în Clinica de Pediatrie a Spitalului Municipal „Filantropia“ din Craiova. Evaluarea a fost făcută prin comparaţie cu un lot martor fără istoric de boli atopice. Sensibilizarea la alergeni respiratori (mai ales praf de casă) a fost cel mai frecvent întâlnită şi s-a coroborat în special cu patologia astmatică. Alergenii alimentari au fost mai rar identificaţi şi fără o corelaţie semnificativă cu modificările clinice.
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Camporesi, Silvia, and Stefano Giaimo. "Medicina molecolare. Questioni filosofiche." PARADIGMI, no. 1 (April 2011): 29–48. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001003.

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Abstract:
A tutt'oggi non esiste una tradizione disciplinare che vada sotto il nome di "filosofia della medicina molecolare". Il presente lavoro tratteggia le basi per un ampio e sistematico progetto sui fondamenti di questa disciplina, individuando le possibili aree di analisi e le eventuali strategie di approccio: informazione genetica e patologia, organismi modello dell'uomo, transizione da medicina molecolare a medicina clinica e loro teorie dell'evidenza e della spiegazione. Dove possibile, gli autori suggeriscono anche eventuali strategie di soluzione, tracciando cosě la strada lungo la quale delineare la formazione della filosofia della medicina molecolare come vera e propria disciplina teorica.
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Cangiano, Giovanni, Grazia Buccino, Sara La Palombara, Marianna Bencivenga, Roberta Annecchini, Giovanna Capolongo, Mariano Conticelli, Marco Terribile, and Antonio Sarappa. "La calcolosi renale in un laboratorio di patologia clinica: modello organizzativo e nuove tecniche analitiche." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 31, no. 1 (March 19, 2019): 22–29. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2019.500.

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Abstract:
We here describe our 15-year experience and report both on methodological problems (proposing a new datasheet and biochemical techniques) and on organizational ones (we discuss our patient approach and useful reporting for the physician).
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Cangiano, Giovanni, Grazia Buccino, Sara La Palombara, Marianna Bencivenga, Roberta Annecchini, Giovanna Capolongo, Mariano Conticelli, Marco Terribile, and Antonio Sarappa. "La calcolosi renale in un laboratorio di patologia clinica: modello organizzativo e nuove tecniche analitiche." Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 31, no. 1 (March 2019): 22–29. http://dx.doi.org/10.1177/0394936219836635.

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Semerari, Antonio. "Los efectos patógenos de la psicoterapia." Revista de Psicoterapia 3, no. 12 (November 1, 1992): 89–99. http://dx.doi.org/10.33898/rdp.v3i12.954.

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Abstract:
Pademos considerar la psicoterapia como un proceso capaz de cambiar las estructuras de significado de una persona tanto para mejorar como para empeorar. Este articulo se propone superar una dimension anecdotica de las errores en la terapia y afrontar los efectos patogenos a partir de observaciones clinicas intentando dar respuesta a tres tipos de cuestiones relativas a: a ) Determinar la fenomenologia clinica de la patologia indicada por la psicaterapia . b) Analizar primero de que mecanismos directos de relacion entre terapia y paciente pueden originarse. c ) Detectar los indicios precoces de cambia patogeno que pueden servir al terapeuta para modificar sus intervenciones.
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Pimentel, Alice. "HÉRNIA SUPRA-ILÍACA APÓS FIXAÇÃO DE FRATURA PÉLVICA: UM RELATO DE CASO." Relatos de Casos Cirúrgicos do Colégio Brasileiro de Cirurgiões 8, no. 3 (September 15, 2022): 1–4. http://dx.doi.org/10.30928/2527-2039e-20223266.

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Introdução: As hérnias supra-ilíacas são raras e geralmente ocorrem após trauma lateral da pelve (direto ou iatrogénico). Uma história clinica adequada, exame físico e a tomografia computadorizada são essenciais para o diagnóstico. Relato do caso: Hérnia supra-ilíaca após abordagem ortopédica para fixação interna de fratura do anel pélvico. O doente foi submetido a correção de hérmia com prótese pré-peritoneal. Discussão: A correção de hérnias de parede lateral é um desafio, com poucos casos descritos na literatura. Conclusão: O planeamento pré-operatório e a fixação da rede são elementos-chave no tratamento desta patologia. Palavras-chave: Fixação de Fratura. Hérnia. Ossos Pélvicos.
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Martina, V., M. A. Rizzo, C. Uggetti, L. Gravellone, A. Giordano, M. Egidi, and M. Gallieni. "CKD-MBD: un caso di devastanti complicanze vertebrali." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 3 (January 24, 2018): 4–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1220.

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Abstract:
La complessa patologia ossea dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica è oggi definita Chronic Kidney Disease-Mineral and Bone Disorders (CKD-MBD) e comprende quadri patologici differenti tra i quali l'osso adinamico (Adynamic Bone Disease-ABD). Le conseguenze dell'ABD non sono meno invalidanti di quelle che insorgono in corso di iperparatiroidismo secondario. Talvolta le manife-stazioni cliniche di ABD, come le complicanze vertebrali a lungo temine qui descritte, possono avere ripercussioni extrascheletriche tali da richiedere necessariamente un approccio terapeutico neuro-chirurgico invasivo, ma l'esito negativo dell'inter-vento effettuato sulla nostra paziente, per l'insor-genza di un'instabilità secondaria, sottolinea la difficoltà di successo quando si opera selettivamente in una situazione clinica di globale deterioramento del tessuto osseo. A questo proposito potrebbe essere valorizzato l'utilizzo di tecniche chirurgiche meno rigide dell'artrodesi strumentata per compensare la minore elasticità e resistenza dell'osso. Da ciò si desume l'importanza di un attento follow-up clinico del paziente e della necessità di una fattiva collaborazione con altri specialisti (neurologo, neurochirurgo, radiologo) per la prevenzione delle complicanze a lungo termine della patologia ossea del paziente dializzato.
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Izzo, R., M. Muto, G. Fucci, G. Taglialatela, P. Longhi, and D. Di Celmo. "La Risonanza Magnetica nella patologia intramidollare: Nostra casistica e revisione della letteratura." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 4 (August 1994): 605–15. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700407.

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Abstract:
Gli Autori riportano la loro esperienza nello studio della patologia intrinseca del midollo spinale riesaminando retrospettivamente 23 pazienti osservati nel periodo 1990–93. Tutti i pazienti sono stati studiati con RM utilizzando un magnete superconduttore 0,5 T. Sono stati riscontati: 4 casi di astrocitoma, 4 di ependimoma, 2 di emangioblastoma, 2 di angioma cavernoso, 1 di metastasi, 2 di mielite trasversa, 4 di sclerosi multipla e 4 di siringomielia. Tutti i casi neoplastici sono stati verificati mediante esame istologico di campioni chirurgici o bioptici. Nei casi di sclerosi multipla e di mielite trasversa la diagnosi è stata formulata sulla base della clinica e del follow-up. Tutti i pazienti le cui patologie non sono state verificate con esame istopatologico o non definitivamente inquadrate mediante un adeguato follow-up clinico-radiologico, sono stati esclusi da tale studio. La RM ha confermato il suo ruolo di metodica di prima e, spesso, unica scelta per il rilevamento e la caratterizzazione delle lesioni midollari, anche se con i limiti di una relativa aspecificità. Si è cercato di trarre alcuni orientamenti per la diagnosi differenziale delle patologie osservate.
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Bolognini, Stefano. "Paura, ansia, angoscia, panico nelle concettualizzazioni psicoanalitiche." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 15–33. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002002.

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Abstract:
L'autore traccia una classificazione concettuale psicoanalitica delle varie condizioni psichiche di allarme, indicando una sequenza progres-siva basata sui differenti livelli qualitativi e di intensità dell'esperienze funzionali che ne derivano. La descrizione si articola in un continuum che va dalla normale e necessaria paura al panico, passando dai livelli intermedi costituiti dall'ansia fisiologica, all'ansia patologica e dall'angoscia. L'autore mette in rilievo come le concettualizzazioni su queste condizioni psichiche e la loro classificazione in psicoanalisi non siano definitive ed espone il suo pensiero definendolo realistico e deri-vante dall'esperienza clinica. Sono descritte diverse concettualizzazioni psicoanalitiche, a partire dal pensiero di Freud. Nella conclusione del lavoro egli mette in evidenza il percorso del vissuto del paziente duran-te il trattamento terapeutico: dall'iniziale sentimento sperimentato di crollo dell'Io, caratterizzato dalla mancanza di fiducia in se stesso fin verso la fine del percorso analitico in cui il paziente può pensare di "cominciare" a fidarsi di sé.
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Bonadies, Aldo, Rita Mancini, Marilia Maci, Chiara Gibertoni, and Anna Maria Petrini. "Laboratorio Unico Metropolitano: innovazione e alta tecnologia per un nuovo paradigma di medicina di laboratorio." MECOSAN, no. 115 (January 2021): 79–94. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115005.

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Abstract:
Il Laboratorio Unico Metropolitano (LUM) e un intervento di programmazione sanitaria nato sulla spinta delle indicazioni della Regione Emilia- Romagna e volto a ridefinire le capacita produttive attraverso la riduzione delle duplicazioni. Il LUM e un esempio di integrazione in rete tra le strutture e soprattutto tra i professionisti che si occupano di salute. E il primo caso in Italia di cessione del ramo d'azienda tra Aziende Pubbliche: Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Orsola-Malpighi (AOU), AUSL Imola, Istituto Ortopedico Rizzoli (IOR) hanno "ceduto" le risorse umane e tecnologiche, nonche i contratti di qualsiasi natura relativi alle attivita di diagnostica di laboratorio di patologia clinica, all'AUSL Bologna, individuata quale Azienda Capofila del progetto, presso la quale e localizzata la struttura del Laboratorio Unico.
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Carcagnì, Addolorata. "Obesità, infiammazione e rischio cardiovascolare: la genesi dell’ateroma." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 30–40. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-5.

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Abstract:
Le malattie cardiovascolari associate all’aterosclerosi sono la prima causa di mortalità e morbilità. Diversi studi evidenziano che il tessuto adiposo viscerale ha un ruolo importante nello sviluppo di uno stato infiammatorio sistemico che contribuisce al rischio cardiovascolare e allo sviluppo della patologia ischemica. I mediatori circolanti dell’infiammazione partecipano ai meccanismi del danno vascolare. Nei pazienti obesi tali sostanze sono secrete direttamente dagli adipociti e dai macrofagi del tessuto viscerale e dagli epatociti e contribuiscono all’insorgere dell’insulino-resistenza. Questa rassegna mostra come lo stato infiammatorio si associa ad insulino-resistenza e come questo agisca nella formazione della placca ateromasica. Inoltre, descrive come l’insulino-resistenza potenzia altri fattori di rischio cardiovascolare associati all’obesità; e suggerisce importanti raccomandazioni nella pratica clinica per i pazienti cardiovascolari con obesità viscerale
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de Leiva-Pérez, A. "The discovery of the antidiabetic hormone and the myth of Banting and Best." Journal of AMD 25, no. 2 (July 2022): 88. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.3.

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Abstract:
Nel 2021, le celebrazioni per il 100° anniversario della scoperta dell’insulina sono state numerose, sottolineando, in particolare, il ruolo di Banting e Best. A seguito di una revisione sull’organoterapia del diabete mellito sperimentale ed umano abbiamo concluso che le ricerche effettuate in Europa tra il 1889 e il 1921 sono state decisive per la scoperta dell’ormone antidiabetico. Conformemente alle premesse della “regola di priorità”, tre ricercatori europei furono i pionieri nella scoperta: E. Gley (Parigi, 1905), G. Zülzer (Berlino, acomatol, 1908) e N. Paulescu (Bucarest, pancreina, 1920). Le circostanze socioeconomiche e politiche della Prima Guerra Mondiale e del periodo interbellico hanno influenzato in modo critico il ritardo della ricerca europea nel processo di purificazione degli estratti pancreatici. I ricercatori dell’Università di Toronto non hanno scoperto l’ormone antidiabetico. Il loro risultato principale è stato la purificazione dell’estratto pancreatico, che ha reso possibile l’introduzione dell’insulina nella pratica clinica nel 1922. Grazie alle ricerche di storici della medicina (soprattutto M. Bliss) è stato possibile smontare il mito di Banting e Best, ancora accettato da molte istituzioni e associazioni di diabete. PAROLE CHIAVE ormone antidiabetico; scoperta dell’insulina; centenario dell’insulina; acomatol; pancreina.
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Cipolli, Carlo, Vincenzo Natale, Pio Enrico Ricci Bitti, and Nicolino Rossi. "Le radici del Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari": documenti per una memoria collettiva." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (October 2021): 9–13. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12568.

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Abstract:
Renzo Canestrari (1924-2017) &egrave; stato uno dei pi&ugrave; illustri psicologi italiani ed ha dato un contributo decisivo alla rinascita della psicologia in Italia nel secondo dopoguerra. Laureato in Pedagogia e in Medicina e Chirurgia, &egrave; stato professore ordinario di Psicologia nella Facolt&agrave; di Medicina e Chirurgia dell'Universit&agrave; di Bologna dal 1960 al 1999. Ha fondato l'Istituto (poi Dipartimento) di Psicologia negli anni '60, all'interno del quale ha promosso lo sviluppo di molteplici aree di ricerca di psicologia sperimentale, clinica e applicata. Queste linee sono state successivamente sviluppate dagli allievi, molti dei quali hanno raggiunto posizioni importanti in numerose universit&agrave; italiane. In occasione dell'intitolazione del Dipartimento di Psicologia a suo nome, numerosi allievi hanno progettato di ricordare gli esordi e i successivi sviluppi dei suoi contributi in molteplici aree di ricerca. Questo numero di Ricerche di Psicologia intende essere sia un segno di gratitudine sia uno stimolo per la raccolta di ulteriori documentazioni e per approfondimenti storiografici sulla diffusione e affermazione della psicologia in ambito universitario e in altri ambiti della societ&agrave; italiana nella seconda met&agrave; del XX secolo.
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Federspil, G., and C. Macor. "L'etica del procedimento clinico." Medicina e Morale 43, no. 6 (December 31, 1994): 1107–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1000.

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Abstract:
L'articolo affronta il problema del rapporto tra sapere scientifico e pratica clinica. La medicina è una disciplina che persegue sia la conoscenza di numerosi fenomeni biologici che la possibilità di modificarli. Essa possiede, quindi, sia aspetti teorici che operativi. E questi, in realtà, sono solo apparentemente diversi, poiché il "fare" della tecnica non è un "fare" qualsiasi, ma un "fare efficace", che nasce dalla conoscenza di una serie di procedure operative progettate al fine di raggiungere determinati obiettivi. Dopo avere sottolineato che il "sapere razionale", nato durante la civiltà ellenica, trova un suo culmine nel XVII secolo con la nascita della scienza sperimentale, gli Autori iiiustrano la nascita della medicina moderna, quale scienza applicata, che è in grado - superando l'empirismo - di fornire le ragioni per le quali si agisce in un certo modo. Dopo avere argomentato sulla necessità dell'etica nella scienza, viene affrontata la medicina come scienza applicata, il cui fine è la salute dell'uomo. Pertanto il medico deve attenersi correttamente alle regole consolidate del procedimento clinico, metodologicamente e nei contenuti; inoltre è chiamato ad esercitare la scienza medica in modo da raggiungere gli scopi che costituiscono tale disciplina, adeguandosi alle conoscenze scientifiche più aggiornate e consolidate.
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Furfori, P. A., F. Pala, and M. Messina. "Bioetica clinica. Il problema dei pazienti affetti da broncopatia cronica ostruttiva." Medicina e Morale 43, no. 2 (April 30, 1994): 319–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1022.

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Abstract:
Dato che nell'opinione comune si pensa alla rianimazione ed alla terapia intensiva come le branche della pratica medica più facilmente tacciabili di disumanizzazione, gli Autori ritengono possibile parlare di umanizzazione di tali discipline mediche portando due casi clinici di pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica. In tali situazioni i problemi etico-deontologici sollevati sarebbero: il principio di autonomia del paziente, quest'ultimo spesso quasi impossibilitato, per le sue condizioni, a dare un consenso sereno e consapevole; il principio di verità, da calibrare sulle caratteristiche psicologiche della persona; la libertà-responsabilità dei familiari; il principio di beneficialità-non maleficialità, da valutare attentamente in questo caso. Vengono elaborate delle possibili linee-guida, fatte salve le peculiarità di ciascun paziente: la promozione dello sviluppo fisico, psichico e sociale della persona; il rispetto prioritario della vita fisica; il rispetto per la dignità della persona; il diritto al consenso informato - quando possibile - del paziente, coinvolgendo anche i familiari nell'informazione; non instaurare un trattamento se ritenuto inutile e previo accordo col paziente, se possibile. In definitiva gli Autori ritengono che, alla luce delle considerazioni sopra esposte, le vie percorribili nell'umanizzazione dell'assistenza al paziente con broncopatia cronica ostruttiva (BPCO) sono due: nel caso dell 'individuazione dei pazienti con BPCO in fase iniziale è possibile mettere in atto, di comune accordo con l'ammalato ed informati familiari e medico di famiglia, la strategia da seguire in caso di acuzie della patologia. Nell'altro caso, quando cioè il paziente arriva all'attenzione del rianimatore senza conoscenza o in fase acuta, occorre tentare di umanizzare al massimo la degenza nella rianimazione.
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Hochmuller, Marjeane, Vinícius Rosa De Castro, Ápio Cláudio Martins Antunes, Marco Antonio Stefani, and Tiago Hochmuller Rodrigues. "Diagnóstico e Tratamento da Síndrome do Túnel do Carpo." JBNC - JORNAL BRASILEIRO DE NEUROCIRURGIA 22, no. 1 (April 3, 2018): 82–85. http://dx.doi.org/10.22290/jbnc.v22i1.1513.

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Abstract:
A síndrome do túnel do carpo (STC) é a neuropatia periféricamais comum resultante da compressão do nervo mediano no punho, acometendo principalmente o sexo feminino entre a terceira e sexta década de vida. A sua manifestação clinica se manifesta por dor , parestesias e formigamento nas extremidades superiores, sendo uma causa cada vez mais reconhecida de incapacidade para o trabalho. O exame físico do paciente com STC possui sinais clássicos, como o sinal de Tinel, de Phalen e de Durkan (compressão do nervo mediano). O diagnóstico da STC é baseado no exame clínico e exame de eletroneuromiografia (padrão ouro) ou exames de imagem (com limitações) As formas de tratamento variam entre tratamento conservador e cirúrgico. No trabalho, os autores relatam breve revisão da patologia e suas formas de diagnóstico e tratamento.
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