Academic literature on the topic 'Patologia psichiatrica'

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Journal articles on the topic "Patologia psichiatrica"

1

Carozza, Paola. "La diagnosi e la valutazione del funzionamento nel trattamento riabilitativo." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2011): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002005.

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Abstract:
Come in molti Paesi occidentali, anche in Italia la maggior parte degli sforzi nel campo della ricerca e della pratica psichiatrica č stata finora orientata alla formulazione sempre piů dettagliata delle diagnosi psichiatriche, alla ricerca di farmaci sempre piů efficaci e con sempre minori effetti collaterali, o all'analisi di raffinati interventi psicoterapici. Minore attenzione č stata rivolta agli strumenti e ai metodi per valutare livelli di disabilitŕ psichiatrica e gli effetti devastanti che la malattia mentale produce sugli individui che ne sono colpiti. In questa direzione, l'affermarsi della riabilitazione psichiatrica, enfatizzando il trattamento delle conseguenze della patologia piuttosto che la patologia in sé, ha contribuito non poco alla comprensione dell'impatto del disturbo psichiatrico sulla vita di tante persone, condizionata non solo da menomazioni, ma anche da limitazioni funzionali, disabilitŕ e handicap. All'interno di tale paradigma, si colloca la prassi della valutazione del funzionamento del paziente e della formulazione di una diagnosi di competenza sociale.
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2

Bressani, Roberto, Isidoro Cioffi, Carlo Fraticelli, Franco Grillo, Salvatore Pisani, Anna Maria Verri, Fabio Banfi, and Simone Vender. "The suicidal behaviour in the North province of Varese: an epidemiological analysis." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no. 3 (September 2001): 180–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005303.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo – Conoscere dati quantitativi e caratteristiche del comportamento suicidario nell'area nord della Provincia di Varese, comprendente il capoluogo ed i comuni limitrofi (Valceresio, valli del luinese e nord-Verbano), al fine di individuare interventi preventivi. Disegno – Studio epidemiologico-descrittivo. Sono state utilizzate le schede di morte ISTAT del Registro di Mortalità dell'ex Azienda USSL di Varese negli anni 1995-97. Sono stati inclusi i soggetti che al momento del suicidio risultavano residenti. Successivamente i casi delle schede ISTAT sono stati ricercati negli archivi dei servizi psichiatrici, per valutare eventuali contatti. Per costoro sono state rilevate informazioni, quali tentativi suicidari, patologia psichiatrica, data del primo contatto. Setting – Distretti di Arcisate, Cittiglio, Luino e Varese, corrispondenti al bacino di utenza delle Unità Operative di Psichiatria 1 e 2 dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Macchi di Varese. Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i tassi di suicidio deH'area e tramite standardizzazione diretta sono stati confrontati i tassi dei singoli distretti. Risultati – I suicidi sono stati 78 (24 femmine e 54 maschi), con un tasso dell'8.2 per 100.000. In analogia all'andamento nazionale si osserva una diminuzione generale del fenomeno negli ultimi anni, ma non per i più giovani. Ci sono alcune aree geografiche (distretti di Luino e di Arcisate) da monitorare nel tempo, perche una casistica più ampia potrebbe rivelare un rischio più elevato. La fascia d'età giovane e anziana è più colpita nei maschi, e per i due sessi sono particolarmente a rischio i 55-64enni. I mezzi utilizzati differiscono per fasce d'età. Un'alta percentuale di soggetti sono non coniugati o con scarsa istruzione. Meno di un terzo dei casi era entrato in contatto con i servizi psichiatrici. Conclusioni – I dati consentono un confronto con la casistica nazionale e una riflessione sulle caratteristiche del suicidio nell'area di riferimento, al fine di elaborare strategie preventive orientate da un approccio multidimensionale, la cui efficacia potrà essere validata nel tempo attraverso l'attivazione di un osservatorio provinciale.
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Pinciara, Barbara. "Risvolti etici in psichiatria." CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI, no. 1 (January 2011): 33–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001004.

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Abstract:
Da sempre la Medicina sente il bisogno di darsi delle regole e dei codici di comportamento a protezione del paziente. Ciň richiede ad ogni operatore di mettersi in gioco con autenticitŕ, apertura e costanza nel tempo: compito non facile, come testimonia il fatto che spesso la comunicazione con il paziente affetto da malattia psichica č carente o assente. Le maggiori difficoltŕ in questo senso si manifestano nelle "zone grigie" del rapporto medico-paziente: ad esempio nelle situazioni di criminalitŕ connesse alla patologia psichiatrica, nelle quali la tutela del paziente č spesso in contrasto con la necessitŕ di attuare misure protettive a livello sociale. Il medico che lavora con pazienti psichiatrici si trova spesso a dover prendere decisioni che condizionano la sua libertŕ: pensiamo ad esempio ai casi a rischio di suicidio, alla prescrizione di farmaci in grado di influenzare la qualitŕ di vita in senso medico e sociale (come gli antipsicotici), all'allontanamento da famiglie maltrattanti. Anche eventi quali l'innamoramento e la sessualitŕ tra medico e paziente pongono in primo piano la questione del rapporto personale che si instaura all'interno di questa diade tanto complessa. Per far fronte a queste difficoltŕ č necessario promuovere la comunicazione e l'alleanza terapeutica, fondate sul rispetto e sulla fiducia tra i terapeuti e con il paziente. Questo richiede all'operatore sanitario non solo di agire in modo etico, ma di "essere etico" come persona.
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Esposito, Gorizia, Giovanni Pistone, and Liborio M. Cammarata. "Disturbo dello spettro autistico (sindrome di Asperger) e trattamento individualizzato del tabagismo: descrizione di un caso." MISSION, no. 52 (October 2019): 50–53. http://dx.doi.org/10.3280/mis52-2018oa8356.

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Abstract:
Il legame tra patologie psichiatriche e tabagismo è molto stretto ed è evidente da decenni. La nostra esperienza mostra come - anche in casi di tabagismo correlato a patologie psichiatriche  particolarmente connotate dagli effetti neurochimici della nicotina e dalla compulsione gestuale che il consumo reiterato di tabacco soddisfa - un adeguato e specifico setting psico-farmacologico, il corretto addestramento e coinvolgimento di un care-giver e il follow-up a lungo termine possono permettere il conseguimento della disassuefazione e il consolidamento di tale condizione. Con ricadute positive anche su altri aspetti comportamentali e soggettivi della patologia di fondo. 
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Villani, Maria Rosaria, Marco Pascucci, Giovanni Barone, Matteo Giordano, and Angelo De Giorgi. "Confronto clinico e psicodiagnostico tra pazienti affetti da disturbo da uso di oppiacei, affetti da disturbo bipolare e pazienti affetti da entrambe le patologie, in trattamento." MISSION, no. 55 (July 2021): 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/mis55-2020oa10735.

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Abstract:
Introduzione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la Comorbilità o Doppia Diagnosi come la coesistenza nel medesimo individuo di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive ed un altro disturbo psichiatrico (OMS, 1995). Per quanto piuttosto criticata tale definizione consente di individuare una popolazione di pazienti le cui caratteristiche psicopatologiche appaiono peculiari e molto spesso di difficile ed non univoca interpretazione diagnostica; da tali difficoltà discendono frequentemente diatribe ideologico culturali e reali difficoltà di intervento terapeutico che mantengono queste persone in una condizione di equilibrio precario con elevati costi in termini sanitari e di mancata produttività lavorativa. In letteratura sono presenti numerosi lavori che cercano di coniugare ipotesi etiopatogenetiche di area psichiatrica con vie neurotrasmettitoriali più tipicamente associate al mondo delle dipendenze patologiche, delineando una specifica cultura psicopatologica che cerchi di dare risposte a quesiti diagnostici di difficile soluzione. Tra i vari modelli che cercano di chiarire le associazioni etiopatogenetiche comuni a dipendenze ed altri disturbi mentali quello che forse appare più completo è l'ipotesi della "disregolazione omeostatica edonica" (la disedonia), correlato fenomenologico delle dipendenze e della malattia mentale che allo stesso momento spiegherebbe la maggiore frequenza di dipendenza nei soggetti con spettro bipolare (inteso anche come tratto temperamentale) come anche del discontrollo degli impulsi o dell'incapacità a prevedere le conseguenze dei propri agiti. In questo solco si inserisce il nostro studio con l'intento di fornire un contributo alla creazione di un linguaggio neurocomportamentale specifico per il mondo delle dipendenze.   Scopo e Metodi End point primario del nostro studio è quello di identificare attraverso la frequenza nel SCL-90R, di specifiche dimensioni sintomatologiche attribuibili a specifiche popolazioni di pazienti. In seconda istanza abbiamo indagato l'eventuale esistenza di caratteristiche psicopatologiche comuni tra pazienti con patologia di spettro bipolare e dipendenza; in ultimo abbiamo valutato l'impatto della doppia diagnosi sul funzionamento globale dell'individuo. Abbiamo arruolato tre coorti di pazienti: soggetti eroinomani senza altra psicopatologia, eroinomani con disturbo bipolare, soggetti affetti da disturbo bipolare senza dipendenza, tutti provenienti dai Ser.D e DSM della provincia di (…...) La diagnosi è stata formulata attraverso il criterio dell'osservazione clinica, supportata da strumenti psicodiagnostici (MMPI-1, SCID 2) ed esami laboratoristici (esami tossicologici urinari). Le dimensioni sintomatologiche prevalenti sono state indagate con la SCL 90R.   Risultati Non sono emersi dati significativi relativi ad una specifica dimensione psicopatologica per i soggetti affetti da Disturbo da uso di sostanze. Tra le sottoscale del SCL-90, l'ANX è la dimensione comune rilevata tra eroinomani bipolari (doppia diagnosi) e bipolari. Nel confronto tra i tre gruppi (eroinomani senza comorbilità, eroinomani bipolari, bipolari) valutati globalmente, il gruppo meno disfunzionale è risultato quello degli eroinomani. La ridotta estensione dei campioni esaminati non ci permette di pervenire a risultati definitivi richiedendo ulteriori studi in tal senso.
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Scinto, Antonella, Maria Grazia Marinangeli, Artemis Kalyvoka, Enrico Daneluzzo, and Alessandro Rossi. "The use of the Italian version of the Parental Bonding Instrument (PBI) in a clinical sample and in a student group: an exploratory and confirmatory factor analysis study." Epidemiology and Psychiatric Sciences 8, no. 4 (December 1999): 276–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008198.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Il presente studio ha lo scopo di verificare la validità di costrutto della versione italiana del questionario Parental Bonding Instrument (PBI) che misura lo stile genitoriale come ricordato dal figlio. Materiali e metodi - Il questionario è stato somministrato ad un gruppo di 102 studenti dell'Università degli Studi de L'Aquila (62 maschi e 40 femmine) ed a 128 pazienti (76 maschi e 52 femmine) consecutivamente ricoverati in un reparto di psichiatria per un episodio indice. Nel gruppo dei pazienti ed in quello degli studenti sono state confrontate le medie dei valori delle due dimensioni («cura» e «protezione») per ciascun genitore in ogni gruppo, con un t-test per campioni indipendenti. Dopo la verifica della consistenza interna degli item del questionario calcolando il valore dell'alfa di Cronbach, è stata effettuata un'analisi fattoriale esplorativa per studenti e pazienti separatamente per individuare i fattori latenti del questionario e un'analisi fattoriale confermatoria nel gruppo di studenti per valutare l'adeguatezza dei dati reali rispetto ai modelli proposti in letteratura. Risultati - La versione italiana del PBI, ha dimostrato di differenziare i 2 gruppi e di possedere una buona consistenza interna degli item. L'analisi fattoriale esplorativa condotta nel gruppo degli studenti identificava due fattori che spiegavano il 44.6% ed il 44.3% della varianza per le scale del PBI della madre e del padre rispettivamente, mentre nel gruppo dei pazienti identificava due fattori che spiegavano il 49.3% ed il 46.6% della varianza per le scale del PBI rispettivamente della madre e del padre. Conclusioni - I pazienti affetti da patologie psichiatriche evidenziano una bassa «cura»/alta «protezione» rispetto agli studenti, confermando l'associazione tra un pattern affettivo di affectionless control e la presenza di un disturbo psichiatrico.
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Zappa, Luigi Enrico, and Elena Pini. "Psichiatri senza Psichiatria Intervista epistolare con il Prof. Eugenio Borgna a trent'anni dalla legge Basaglia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2010): 145–51. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002010.

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Abstract:
In quest'epoca in cui sono le neuroscienze a tenere il passo alla psichiatria, ciň che ci ha spinto a formulare le domande di questa intervista č il pensiero che il cervello, organo della mente, non sia il solo ed unico terreno da esplorare alla ricerca della legittimitŕ e della ragion d'essere di ogni manifestazione umana. Per quanto distorta possa essere ogni esperienza umana in ogni sua forma, nella patologia o nella cosiddetta normalitŕ, non puň ridursi, a nostro avviso, a semplice espressione cerebrale. Come Gross e Huber [1], quasi vent'anni fa, abbiamo incominciato col chiederci: "La psichiatria ha ancora bisogno della psicopatologia?" e abbiamo rivolto lo stesso ed altri importanti interrogativi al Professor Eugenio Borgna che, con le sue riflessioni, ha delineato evoluzioni ed involuzioni della psichiatria post-Basagliana illustrandone prospettive ed aspettative.
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Pierazzuoli, Francesca, Elisa Gatti, Laura Gorla, Giacomo Tognasso, and Alessandra Santona. "Il benessere psicologico dei caregiver di pazienti con gravi disturbi psichiatrici: uno studio osservazionale." TERAPIA FAMILIARE, no. 126 (November 2021): 81–101. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-126006.

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Abstract:
La presente ricerca esplora alcune caratteristiche psicologiche presenti nei fratelli con funzione di caregiver di pazienti con gravi patologie psichiche. Gli autori si focalizzano su aspetti quali la percezione della relazione con le figure genitoriali, le esperienze traumatiche, i tratti di personalità e alcune caratteristiche psicosociali. Il campione è costituito da 60 partecipanti: 30 fratelli di persone con gravi patologie psichiatriche (Gruppo A), reperiti all'interno di associazioni di fami liari e servizi psichiatrici territoriali, e 30 partecipanti del gruppo di controllo (Gruppo B) reclutati bilanciandoli al gruppo A in termini di caratteristiche; i partecipanti di entrambi i gruppi risultano residenti al Nord Italia. Sono stati impiegati i seguenti questionari self-report: il Parental Bonding Instrument- PBI, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory 2-MMPI-2, l'Inventario delle Esperienze Traumatiche- TEC e un Questionario anamnestico. I risultati mettono in luce come i fratelli caregiver di persone con grave disagio psichico presentino diverse caratteristiche peculiari rispetto al gruppo di controllo; ci si riferisce, in particolare, alle caratteristiche della struttura familiare, alle difficoltà relazionali con le figure genitoriali e alle esperienze traumatiche vissute a livello familiare.
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Caretti, Vincenzo, Stefano Ciulla, and Adriano Schimmenti. "La diagnosi differenziale nella valutazione della psicopatia e del comportamento violento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (May 2012): 139–57. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-001009.

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Abstract:
La psicopatia č un disturbo di personalitŕ definito dalla presenza di tratti e comportamenti che hanno un impatto negativo sugli individui e sulla societŕ, tra cui egocentrismo patologico, fascino superficiale, senso di sé grandioso, bisogno di stimoli, uso patologico di menzogne e manipolazione, mancanza di rimorso e di senso di colpa, insensibilitŕ, mancanza di empatia, impulsivitŕ, irresponsabilitŕ, tendenza alla criminalitŕ. Sebbene il concetto di psicopatia sia da secoli discusso nella letteratura psichiatrica, la mancanza di una specifica categorizzazione nosografica nei manuali diagnostici, nonché l'erronea sovrapposizione con altri disturbi clinici (ad es., il disturbo antisociale di personalitŕ, o il disturbo narcisistico di personalitŕ nelle sue varianti maggiormente primitive e maligne), hanno contribuito a creare una certa confusione riguardo all'utilizzo appropriato di tale termine. In questo contributo, le caratteristiche della personalitŕ psicopatica vengono confrontate con quelle di altri disturbi di personalitŕ, allo scopo di chiarire quegli aspetti psicopatologici e comportamentali peculiari della psicopatia che consentono di effettuare una diagnosi differenziale rispetto ad altri disturbi psichiatrici. La distinzione tra psicopatia e altri disturbi risulta infatti necessaria, considerato che i soggetti psicopatici sollevano problematiche particolarmente complesse sul piano sociale, dell'assessment clinico e dell'eventuale trattamento, molto diverse da quelle poste da altre categorie diagnostiche con le quali la psicopatia potrebbe essere erroneamente confusa.
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Rigon, Giancarlo, and Stefano Costa. "Normalitŕ e patologia in adolescenza." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2010): 35–50. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002004.

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Abstract:
Il concetto di normalitŕ č cambiato nel tempo in rapporto ai mutamenti sociali e culturali. Nel campo della psichiatria del bambino e dell'adolescente la definizione di normalitŕ e di patologia deve tener conto della evolutivitŕ che caratterizza questo periodo della vita. Il limite che separa la normalitŕ dalla patologia č fortemente messo in discussione dal cambiamento delle regole di comportamento sociale in atto in questi anni. Di fronte a questi segnali di cambiamento della "normalitŕ", ci si chiede quali saranno le conseguenti modi_ che relative allo sviluppo psicologico e sociale dei bambini e degli adolescenti. Per dare risposta a questa domanda sono stai presi in esame i risultati di due studi che gli Autori hanno dedicato all'analisi del rapporto fra uso di sostanze e autolesionismo e psicopatologia in adolescenza. Pur nella diversitŕ della casistica considerata, il fattore fragilitŕ rappresenta l'elemento in comune che risulta significativo nel passaggio da una condizione di normalitŕ alla patologia franca. A partire da questo dato, vengono svolte alcune rifl essioni che investono la definizione del concetto di fragilitŕ, il valore dell'approccio diagnostico strutturale, la perdita della centralitŕ dell'Io e del conflitto nel guidare lo sviluppo del bambino e dell'adolescente a favore delle esigenze di sostegno narcisistico, le conseguenze che un tale viraggio ha sulla pratica terapeutica orientandone il passaggio dalla interpretazione al setting.
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Dissertations / Theses on the topic "Patologia psichiatrica"

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ROSINA, BARBARA. "Genitorialità e patologia psichiatrica: sfide professiinali tra sostegno e tutela." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50466.

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Abstract:
Le problematiche fronteggiate da famiglie con bambini piccoli nelle quali un genitore presenta problemi di malattia mentale sono complesse (Alakus et al. 2007) e richiedono interventi integrati basati sulla partnership tra professionisti e servizi con mandati istituzionali differenti (Devaney, 2008; Sheehan, R. 2005; Wilson and Horner, 2005; Mowbray et al 2000, Fargion 2007). Famiglie nelle quali uno o entrambi i genitori hanno una malattia mentale necessitano di sostegno ed interventi particolari. L’attenzione alla complessità di situazioni caratterizzate dalla presenza di una patologia psichiatrica certificate è connessa tanto all’incidenza del fenomeno quanto alla necessità di individuare e sviluppare, a differenti livelli, adeguati strumenti. In situazioni nelle quali uno o entrambi i genitori hanno una diagnosi di malattia mentale l’intervento pone delle sfide particolari, ma in ogni caso stabilire una relazione collaborativa e di supporto con le famiglie, e nello stesso tempo proteggere i bambini da possibili danni, rappresenta una questione fondamentale nella quale il rischio più consistente è che la relazione tra genitori ed operatori dei servizi si strutturi in termini di una contrapposizione nella quale l’altro è percepito come avversario. La ricerca ha dimostrato in modo forte la rilevanza di una partnership tra i diversi soggetti per un riuscito intervento di promozione del benessere dei bambini (Ryburn, 1997; Littel, 2001; Heatherington and Baistow, 2001; Holland and Scourfield, 2004; Dawson and Berry, 2002; Cooper, 2004; Fargion 2007; Devaney, 2008). L’autrice, PhD all’Università di Milano Bicocca, presenta riferimenti normativi, teorie e metodologie di intervento nell’ambito della tutela dei minori e delle loro famiglie con particolare attenzione a situazioni di genitori con patologia psichiatrica. Inoltre fornisce i risultati della ricerca sulle rappresentazioni di assistenti sociali e psichiatri rispetto al significato ed all’utilità: 1. di interventi e strumenti professionali di sostegno e controllo delle competenze genitoriali dei pazienti psichiatrici; 2. della collaborazione interprofessionale. La ricerca, effettuata con obiettivi esplorativi e con tecniche qualitative, è stata svolta nella Regione Piemonte.
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Marzillo, Antonio. "Il ruolo della terapia farmacologica nelle patologie dello spettro bipolare schizofrenico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423887.

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Abstract:
ABSTRACT BACKGROUND: although the evidence suggests neuronal changes early in psychosis, is still highly debated the specific role of antipsychotic treatment. Some studies have shown that a high cumulative dose of antipsychotic medication is not associated with changes in brain volume and possibly the use of atypical drugs may be associated with changes in volumetric less pronounced. Quite the contrary, recent studies have shown that the use of antipsychotics prescribed according to normal clinical practice in patients with first-episode schizophrenia is associated with a reduction of the brain volume measured by magnetic resonance imaging (MRI). Also other scientific evidence showed a protective effect differently depending whether it's typical and atypical antipsychotics on changes in volumetric power in schizophrenia. Scientific studies also suggest a possible protective role of lithium on brain volumes: in fact, in patients suffering from bipolar spectrum schizophrenic, the use of lithium is associated with increased spread of the gray matter and patients not taking lithium have brain volumes reduced compared to patients treated with lithium. Equally bipolar patients on lithium treatment showed a slight but significant increase in tests for the assessment of verbal memory during a follow-up of 4 years, indicating a possible protective role of lithium on hippocampal function. AIM OF THE STUDY: to evaluate the role of drug therapies in the modulation of cognitive and neuroanatomical abnormalities in patients with bipolar spectrum disorders and schizophrenia. METHODS: sample of 64 patients with bipolar spectrum disorders and schizophrenia, related to Unit of Psychiatry of Conegliano and recruited by the project of Ricerca Sanitaria Finalizzata Regione Veneto n. 293/08, are extracted CNS drug therapies prescribed in the two years preceding the date on which they were subjected to the study of neuroimaging. The databases are queried: Eid and Cineca. RESULTS: of the total sample consists of 64 patients (28 women and 36 men) underwent at running at the neuroimaging study, we evaluated the drug therapies: classes of drugs most prescribed are antidepressants (15.9%), antipsychotics (49 , 4%) and stabilizers of 'mood (9.9%). 60% of the subjects is adherent to drug treatment (39 patients), is treated with atypical antipsychotic drugs (19 patients). The duration of drug treatment was approximately 23 months and median number of drug combinations is about 7. In particular, the main drug interactions include: clozapine and risperidone with probable outbreaks of adverse events from risperidone (extrapyramidal effects, drowsiness, sedation, tachycardia, hypotension) for reduced clearance of risperidone; clozapine and valproate with strengthening of the toxic effect of the cardiovascular and central neuroleptic; olanzapine and paroxetine with an increase in the bioavailability of antidepressant and increase of its toxicity (cardiotoxicity and neurotoxicity). CONCLUSION: pharmacotherapy is a valuable tool to effectively manage spectrum disorders bipolar schizophrenic. Cohort of 64 patients studied was evaluated drug therapy and found that most of these patients in drug treatment according to clinical practice with stabilizers of mood, mainly atypical antipsychotics and antidepressants. In addition, most of these people are adherents to drug therapy although it is chronic and complex compliance. It was finally found that more pharmacotherapy can lead to adverse events potentially neurotoxic.
RIASSUNTO INTRODUZIONE: sebbene l’evidenza scientifica suggerisca cambiamenti neuronali precoci nella psicosi, è ancora molto dibattuto il ruolo specifico del trattamento antipsicotico. Alcuni studi hanno mostrato che un’alta dose cumulativa di farmaco antipsicotico non è associata a cambiamenti volumetrici cerebrali e probabilmente che l’uso di farmaci atipici possa essere associato a cambiamenti volumetrici meno pronunciati. Al contrario invece, recenti studi hanno dimostrato che l’uso di antipsicotici prescritti secondo normale pratica clinica in pazienti al primo episodio di schizofrenia, è associato a una riduzione del volume cerebrale misurata mediante risonanza magnetica per imaging (MRI). Inoltre altre evidenze scientifiche hanno mostrato un effetto protettivo differente a seconda che si tratti di antipsicotici tipici e atipici sui cambiamenti volumetrici centrali nella schizofrenia. Studi scientifici suggeriscono anche un possibile ruolo protettivo del litio sui volumi cerebrali: infatti, in pazienti affetti da patologie dello spettro schizofrenico- bipolare, l’ uso del litio è associata ad un aumento diffuso della sostanza grigia e pazienti che non assumono litio hanno volumi celebrali ridotti rispetto ai pazienti in terapia con litio. Ugualmente i pazienti bipolari in terapia con litio hanno dimostrato un incremento lieve ma significativo nei test per la valutazione della memoria verbale durante un follow up di 4 anni, indicando un possibile ruolo protettivo del litio sulla funzione ippocampale. SCOPO DELLO STUDIO: valutare il ruolo delle terapie farmacologiche nella modulazione delle alterazioni neuroanatomiche e cognitive in soggetti affetti da disturbi dello spettro bipolare e schizofrenico. MATERIALI E METODI: del campione di 64 pazienti con disturbi dello spettro bipolare e schizofrenico, afferenti all’ Operativa di Psichiatria di Conegliano e reclutati dal progetto di Ricerca Sanitaria Finalizzata della Regione Veneto n. 293/08, sono estratte le terapie farmacologiche del SNC prescritte nei due anni precedenti alla data in cui sono stati sottoposti allo studio di neuroimaging. Le banche dati interrogate sono: Eid e Cineca. RISULTATI: del campione totale costituito da 64 pazienti (27 donne e 37 uomini) sottoposti all' esecuzione allo studio di neuroimaging, sono state valutate le terapie farmacologiche: le classi di farmaci maggiormente prescritte sono gli antidepressivi (15,9%), gli antipsicotici (49,4%) e gli stabilizzanti dell’ umore (9,9%). Il 60% dei soggetti arruolati è aderente al trattamento farmacologico (39 pazienti) ed è in terapia con farmaci antipsicotici atipici (19 pazienti). In particolare, le principali interazioni farmacologiche riguardano: clozapina e risperidone con probabili insorgenze di eventi avversi da risperidone (effetti extrapiramidali, sonnolenza, sedazione, tachicardia, ipotensione) per riduzione della clearance di risperidone; clozapina e valproato con potenziamento dell'effetto tossico centrale e cardiovascolare del neurolettico; olanzapina e paroxetina con un aumento della biodisponibilità dell' antidepressivo e aumento della sua tossicità (neurotossicità e cardiotossicità). CONCLUSIONI: la farmacoterapia è un valido strumento per gestire efficacemente i disturbi dello spettro bipolare- schizofrenico. Della coorte 64 pazienti studiati è stata valutata la terapia farmacologica riscontrando che la maggior parte dei suddetti pazienti è in trattamento farmacologico secondo normale pratica clinica con stabilizzanti dell’ umore, antipsicotici prevalentemente atipici e antidepressivi. Inoltre la maggior parte di questi soggetti sono aderenti alla terapia farmacologica nonostante si tratti di patologie croniche e a compliance complessa. È stato infine riscontrato che la polifamacoterapia può condurre a eventi avversi potenzialmente neurotossici.
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3

VICECONTI, ANTONELLO. "Disfunzioni della Percezione Corporea nelle Patologie Muscoloscheletriche e Reumatiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1007072.

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Abstract:
This thesis presents a group of studies published, submitted or in preparation, and other research study projects approved by Ethics Committees. Its general aim is to explore how patients with MDRDs may show dysfunctions in body perception. It is composed of two main parts. PART I presents a general overview of body perception mechanisms and perceptual dysfunctions in MDRDs. More particularly, Chapter I offers a systematic review of the literature dedicated to the questions and knowledge gaps highlighted in the introduction. PART II approaches the relationship between BPDs and neuropathic pain through an overview of the neurophysiological mechanisms described in the literature dedicated to the role of neuropathic pain in “phantom perceptions”. A special focus has been placed on dysfunctions of the so-called small-fibers. Finally, Chapters II-V will address the hypotheses guiding the subsequent studies and research projects, which explore phenomena of bodily illusions in two categories of MDRDs: fibromyalgic patients and subjects with chronic low back pain affected by failed back surgery. A series of studies has been conducted during the three-year period of PhD training (2017-2019), while other research projects were proposed for future development. Research lines promoted has been planned and conducted from different perspectives, adopting a variety of methodologies in order to cover the complexity of body perception phenomena in chronic painful MDRDs.
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Vincenti, Denise. "La spontaneità malata. Fisiologia, patologia e alienazione mentale nello spiritualismo di Félix Ravaisson." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1152356.

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Abstract:
La presente ricerca si pone come obiettivo lo studio delle influenze della fisiologia e della medicina sette-ottocentesche sullo spiritualismo di Félix Ravaisson. L’esigenza di approntare una simile analisi nasce da un rilievo anzitutto storiografico, ovvero dalla constatazione della quasi totale assenza di studi consacrati al rapporto tra filosofia ravaissoniana e dottrine medico-scientifiche. Se infatti, relativamente a un autore come Maine de Biran, si è recentemente assistito al fiorire di numerosi studi sui punti di tangenza della sua psicologia con la coeva scienza fisiologica, altrettanto non può esser detto per il suo successore. L’unico testo interamente dedicato a queste tematiche è lo scritto di Jean Cazeneuve del 1958, volto a ricostruire i richiami ravaissoniani alla medicina vitalista e animista nello scritto De l’Habitude (1838) – radi, e limitati a qualche articolo di rivista, sono invece i successivi studi sull’argomento. Ciò che allora pare mancare dal panorama scientifico internazionale è la realizzazione di un lavoro organico e filologicamente aggiornato sulla philosophie médicale di Ravaisson, destinato non solo ad articolare con maggiore sistematicità i suoi rimandi alla tradizione medica, ma anche ad indagare la possibile presenza di questo dialogo nelle opere della maturità. Per fare questo, è stato anzitutto necessario mostrare la valenza strutturale che fisiologia e anatomopatologia ricoprono nel corpus ravaissoniano. Il primo capitolo nasce allo scopo d’analizzare la metodologia spiritualista, per come essa è presentata nel Rapport sur la philosophie en France au XIXe siècle (1868), ed evidenziare l’importanza di tali discipline per la corroborazione della proposta metafisica finale. Il secondo capitolo si propone, invece, d’introdurre una delle tematiche portanti dell’intera ricerca, l’abitudine, intesa non solo come meccanismo d’apprendimento, ma anche come legge ontologica di regolazione del normale e del patologico del corpo. La storia del concetto, dall’animismo di Stahl sino alla fisiologia d’inizi ‘800, mostra chiaramente come tale nozione sia entrata nel vocabolario filosofico francese dotata di una valenza marcatamente fisiologica e medica. E la stessa riflessione di Ravaisson rappresenta un ripensamento, in termini metafisici, di questa peculiare tradizione. La terza parte del lavoro mostra dapprima l’azione dell’abitudine nelle dinamiche vegetative (circolazione, respirazione, ecc.) e animali (locomozione, percezione, ecc.) del corpo, per approdare infine allo studio della malattia. L’analisi della patologia, in quanto cattiva abitudine o spontaneità malata del corpo, sarà così sviluppata attorno alla questione della sua coerenza rispetto alla razionalità sostanziale della natura. Il quarto capitolo segna il passaggio a un’opera della maturità (Rapport), sulla quale non sono ad oggi presenti approfondimenti relativi ai temi fisiologici e medici. L’analisi ravaissoniana della neurologia di Pierre-Marie Flourens e Alfred Vulpian si presenta, in questo scritto, sia come un tentativo di fuoriuscita dalla convinzione eclettica (e biraniana) della supremazia psicologica sulla fisiologia, sia come presentazione del sistema nervoso quale condizione del dinamismo e unitarismo delle funzioni psichiche. Tale studio conduce l’autore ad interrogarsi sullo statuto dell’io negli stati di alterazione nervosa, ma è soltanto con l’approfondimento dell’alienazione mentale che questa ricerca trova definitiva formulazione. Il quinto, e conclusivo, capitolo indaga perciò l’incontro ravaissoniano con le teorie dei medici alienisti della Société médico-psychologique di Parigi: l’individuazione, nella follia, di una nuova forma di spontaneità malata porterà Ravaisson a confrontarsi con i meccanismi dei disturbi mentali (con riferimento a fenomeni quali il sonnambulismo, la follia monomaniaca, l’allucinazione, il rapporto genio/follia, ecc.) e ad armonizzare le diverse esperienze cliniche con la sua prospettiva spiritualista.
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Books on the topic "Patologia psichiatrica"

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D'Agostini, Corrado, ed. Disturbi del comportamento alimentare: dagli stili di vita alla patologia. Florence: Firenze University Press, 2002. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-035-0.

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Abstract:
Il Convegno di cui il volume costituisce gli Atti, ha rappresentato un significativo punto di incontro tra esperienze di ricerca psicologiche e sociali (volte a delineare comportamenti e tendenze), ed aspetti dell'esperienza sul campo clinica e psichiatrica. Le tematiche affrontate nel corso del Convegno sono stati i principali disturbi atipici del comportamento alimentare tra i quali l'Anoressia Nervosa Atipica, la Bulimia Nervosa Atipica e le Condotte Iperfagiche associate con altre alterazioni psicologiche.
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Book chapters on the topic "Patologia psichiatrica"

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Ronzitti, S., A. Ornaghi, M. Chiesa, V. Ranzenigo, E. Giampieri, and M. Clerici. "Suicidio e patologia psichiatrica." In Il suicidio oggi, 59–82. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2715-2_7.

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