Journal articles on the topic 'Partecipazioni pubbliche'

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1

Stentella, Danilo. "Azienda pubblica e finanziamento pubblico dei partiti politici." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (June 2022): 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002002.

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Abstract:
La reintroduzione in Italia di un meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti politici, la cui entità venisse collegata direttamente e in via almeno prevalente a una percentuale significativa degli utili generati dalle partecipazioni statali, potrebbe determinare da parte dei leader politici una maggiore propensione alla scelta di management capace e l'adozione di un efficace sistema di verifica delle procedure di gestione di questo patrimonio pubblico. Si potrebbe ridimensionare drasticamente per questa via la piaga apparentemente endemica e cronica del clientelismo dei colletti bianchi di alto livello e realizzare contestualmente una gestione della proprietà pubblica più efficiente, di tipo finalmente privatistico, se proprio vogliamo assegnare a questa categoria una valenza cogente. Le riforme di politica economica introdotte negli ultimi decenni dai governi dei paesi più industrializzati sono state fortemente condizionate dalla dottrina del New Public Management, un approccio radicale, capace di compromettere l'integrità strutturale ed etica del settore pubblico subordinando la giustizia sociale all'efficienza economica, una trasformazione caratterizzata dal taglio della spesa pubblica che ha travolto anche un fondamentale istituto del sistema democratico, i partiti politici. Purtroppo i trascorsi delle imprese pubbliche hanno fortemente agevolato quelle riforme, in quanto per un certo periodo storico queste hanno mostrato una tendenza cronica alla bassa produttività, rispetto alle imprese private, anche a causa delle politiche clientelari e dell'uso intensivo del fattore lavoro. Poiché elementi di servizio pubblico ed elementi di business convivono soprattutto nel settore delle public utilities, potenzialmente capace di generare reddito, le imprese pubbliche possono rappresentare un'utile e prudente forma di diversificazione dei ricavi per la finanza pubblica, in grado di ridurre sensibilmente i rischi di liquidità, ancor di più in un contesto storico di crisi finanziarie ed economiche internazionali ricorrenti. Il finanziamento pubblico dei partiti politici è stato introdotto nel 1974 con la L. 195/1974 per contrastare le collusioni con i grandi poteri economici, già sorte negli anni precedenti. È stato completamente abolito con D.L. 149/2013, convertito in L. 13/2014, lasciando spazio ad una crescente attività di lobbying e finanziamento indiretto ai partiti. La domanda a cui questo elaborato cerca di rispondere è: può l'azienda pubblica essere gestita in modo efficiente dallo Stato, produrre entrate e servizi per la comunità, senza dare luogo a risultati di gestione cronicamente negativi e contribuire a finanziare il diritto costituzionalmente garantito di organizzarsi in partiti politici, finanziando il loro meccanismo?
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Creaco, Salvo. "Some Notes on Coproduction*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 33–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344479.

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Abstract:
Abstract L’analisi delle funzioni pubbliche dal punto di vista dell’appropriata allocazione giurisdizionale è stata svolta sinora soprattutto dal punto di vista economico e politico.Questo scritto considera la partecipazione politica da un particolare punto di vista economico, poichè include nella categoria della partecipazione le diverse strategic usate dall’individuo nell’esecuzione di programmi pubblici. La principale ipotesi è che I’individuo influi sui contenuti di molti beni e servizi pubblici attraverso la sua diretta partecipazione.L’applicazione del modello di comportamento della Public Choice dimostra che la co-produzione raggiunge risultati positivi con riferimento alle attività pubbliche locali.
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Pastore, Valeria. "Si fa presto a dire partecipazione. Una riflessione su attori, finalitŕ, tecniche e strumenti." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2011): 73–112. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004005.

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Abstract:
Negli ultimi anni assistiamo ad una crescente domanda di partecipazione nei processi decisionali pubblici, coerentemente con gli ideali democratici ma anche con la mancanza di legittimazione delle istituzioni e della classe politica. In questo articolo, dopo un'introduzione sulla vaghezza del concetto di partecipazione, si propongono alcune riflessioni sulle relazioni tra istituzioni, cittadini e partecipazione, tenendo in considerazione anche alcune delle sottostanti teorie del processo decisionale ed esplorando l'idea che la partecipazione sia un tipo di opportuna attivitŕ di "lusso" nella giusta situazione. Si suggerisce di considerare lo scopo, gli attori, il contesto dove la partecipazione sarŕ implementata e solamente dopo queste analisi scegliere le techiche e gli strumenti di indagine piů adeguati. A questo fine, sono recensiti piů di duecento mecanismi di coinvolgimento pubblico, la cui metŕ sono comparati con riferimento a due aspetti: lo scopo principale della partecipazione ed il tipo di coinvolgimento deglie dei cittadini. Lo scopo generale č di sottolineare il bisogno della Pubblica Amministrazione e soprattutto dei metodologi di conoscere e di saper scegliere nell'ampia varietŕ di procedure di coinvolgimento pubblico, in modo che i processi partecipativi possano essere piů efficienti ed efficaci ed aggiungere valore alle decisioni.
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4

Salvini, Andrea. "Dentro le reti. Forme e processi della Network Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004004.

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Abstract:
La complessitŕ dei fenomeni sociali e dei meccanismi di governo delleha prodotto l'allargamento della partecipazione alla sfera pubblica fino a comprendere un vasto orizzonte di soggetti interessati ad intervenire, a vario titolo, nella produzione di servizi e di beni comuni (istituzioni pubbliche, terzo settore, imprese). Le forme e i modi di questa partecipazione hanno previsto la costituzione di nuove entitŕ organizzative normalmente descritte mediante il concetto di rete; di conseguenza, stante la centralitŕ della dimensione reticolare che assumono i processi di governo all'interno della sfera pubblica "allargata", i concetti die ditendono a coincidere. In questo saggio si discutono le forme e i processi che caratterizzano il "governo mediante le reti", attingendo ad una duplice fonte teorica, lae l'interazionismo simbolico.
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Mocetti, Sauro, and Giacomo Roma. "Da 8.000 a 1.000? Razionalizzazione e governance delle società pubbliche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 7–44. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003001.

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Abstract:
La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Società a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pubbliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia puntare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Barabaschi, Barbara. "La pubblica amministrazione come promotore di cittadinanza: la dimensione territoriale." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 166–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117012.

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Abstract:
Il saggio suggerisce alcune riflessioni sul ruolo che la pubblica amministrazione italiana puň svolgere nella promozione di processi e strumenti di partecipazione democratica, assunti quale fondamento del pieno esprimersi del diritto di cittadinanza. Un diritto sancito costituzionalmente e ricco di implicazioni in termini di inclusione, coesione sociale, legittimitŕ e fiducia nelle istituzioni. Proprio per questo, puň risultare interessante, per i sociologi, analizzare la categoria la cittadinanza (definita attiva) dalla prospettiva dell'attore pubblico. Si indica inoltre la dimensione territoriale quale fattore rilevante ai fini di un'efficace azione pubblica volta a garantire l'effettivo concretizzarsi del diritto di cittadinanza. Sarebbe cioč importante che gli interventi a favore della partecipazione venissero promossi dal livello istituzionale piů prossimo ai cittadini e ai loro bisogni.
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Pozzoli, Stefano. "La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003002.

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Abstract:
L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Socie-tà a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pub-bliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia pun-tare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Paladini, Roberto. "La partecipazione dei cittadini nei processi di fusione di comuni in veneto: un'occasione mancata?" ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2021): 105–28. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-003008.

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Abstract:
La review della letteratura di scienze politiche, management pubblico e di sociologia economica sugli articoli e i volumi degli ultimi trent'anni riguardo al riordino territoriale, e nella fattispecie le fusioni tra Comuni, si focalizza prevalentemente sugli aspetti organizzativi e funzionalisti derivanti dall'optimal size, dando poca evidenza alla questione partecipativa, prevista dall'attuale norma di riferimento, che, come evidenziato da alcuni autori, appare più uno strumento di legittimazione sociale delle politiche pubbliche di riassetto amministrativo che di reale coinvolgimento dei cittadini. Alla luce dell'obiettivo della ricerca, atto ad analizzare la portata di processi partecipativi nell'ambito dell'iter di fusione di Comuni, l'articolo si concentra sui processi di fusione e i relativi studi di fattibilità realizzati in Veneto dal 2013 al 2018, provando a verificare se vi sono stati reali rapporti di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza che, comunque, è tenuta a esprimersi attraverso il referendum consultivo.
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Tomei, Gabriele. "Valutazione, cittadinanza, partecipazione. Le ragioni di un numero monografico." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 5–10. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001001.

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Abstract:
Il dibattito sulla valutazione da alcuni anni si č a piů riprese misurato con questioni relative sia alle connessioni tra valutazione e processo decisionale, sia all'utilitŕ e al ruolo pubblico della valutazione stessa. Oggi questa riflessione viene sostenuta (e per certi versi forse anche imposta!) con particolare incisivitŕ dai collegamenti che si sono venuti a creare tra la pratica valutativa e i nuovi processi di mobilitazione sociale, che individuano nel tema della cittadinanza il fulcro tematico delle loro (pur differenziate) rivendicazioni e nella partecipazione il luogo sociale e al tempo stesso il metodo per la ricomposizione delle condizioni di legittimazione della sfera pubblica. Questo numero monografico raccoglie intorno a questo tema sia contributi di carattere teorico- epistemologico che metodologico, cosě come studi di caso e riflessioni operative, contribuendo in tal modo ad un importante avanzamento del dibattito complessivo sul tema.
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Allegretti, Giovanni. "Riflessioni sul principio di trasparenza:." Conhecer: debate entre o público e o privado 10, no. 25 (August 3, 2020): 76–111. http://dx.doi.org/10.32335/2238-0426.2020.10.25.3823.

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Abstract:
L’articolo parte dalla decisione del governo Brasiliano di silenziare parte della produzione di dati sui danni causati dalla pandemia COVID-19, per proporre una riflessione sulla trasformazione del principio di trasparenza e della sua relazione con le politiche pubbliche. Nel ripercorrerne la complessa natura di mito e di spazio produttore di miti, attraverso la disamina di alcuni testi costituzionali e di pratiche partecipative formalizzate, il testo s’interroga su come strutturare piú solidamente le relazioni tra due ambiti importanti dell’azione pubblica: la promozione della trasparenza e quella della partecipazione civica all’azione di governo. I due campi appaiono avere molte convergenze strutturali, persino nello svuotamento graduale di significati proposto dalla retorica politica, e il loro crescente dialogo in molti paesi evidenzia la mutua capacitá di apprendimento e fertilizzazione, se pensati da subito nella loro interazione reciproca. L’analisi di come ha teso a strutturarsi negli ultimi anni il rapporto tra trasparenza e innovazioni democratiche mostra che queste ultime sono necessarie ma non sufficienti a garantire un’elevato livello di trasparenza, che richiede di affrontare problemi strutturali che riguardano l’organizzazione politico-amministrativa, le risorse, la mentalitá diffusa e la comunicazione pubblica in un determinato contesto. Per lo meno, non sono sufficienti, quando il contesto non si pone obiettivi sfidanti di ripensamento radicale della partecipazione, attraverso movimenti “a rete” che possano – incrociando sperimentazioni diverse – riflettere in forma collettiva su nuovi modi di mettere in dialogo azioni partecipative promosse “dall’alto” e “dal basso”.
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Floridia, Antonio. "Partecipazione e politiche pubbliche: riflessioni a partire dall'esperienza Toscana." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (August 2013): 68–86. http://dx.doi.org/10.3280/pri2012-002006.

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Kaniecki, Rafal. "L’influsso del luogo e del rito della santa messa sull’adempimento del precetto festivo." Prawo Kanoniczne 63, no. 4 (November 6, 2020): 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2020.63.4.01.

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Abstract:
Il Concilio di Adge (506) decise che si poteva adempiere il precetto festivo soltanto nella propria chiesa parrocchiale. Questa norma si è diffusa nella Chiesa latina e sopravviveva fino al Concilio di Trento (1545-1563), quantunque già in precedenza essa fosse stata indebolita dal diritto consuetudinario che permetteva di soddisfare l’obbligo, in determinate situazioni, anche in altre chiese parrocchiali, e anche, grazie ai privilegi papali, nelle chiese degli ordini mendicanti. Dal Concilio di Trento in poi i fedeli possono essere soltanto invogliati all’adempimento del precetto nella propria chiesa parrocchiale. Inoltre i loro concesso farlo negli oratori semi-privati, semi-pubblici, in alcuni oratori privati, e fuori dei luoghi sacri, partecipando alla Messa celebrata sugli altari portatili. Nella normativa vigente attuale basta partecipare alla Messa celebrata in qualunque luogo, però la celebrazione eucaristica fuori del luogo sacro richiede, per la liceità, il previo consenso dell’Ordinario. Il precetto festivo viene adempiuto attraverso la partecipazione alla Messa celebrata nel rito cattolico. Dal XIX secolo i cattolici latini e orientali possono adempierlo partecipando alla Messa nel rito diverso dal loro proprio. Mentre il “Direttorio ecumenico” (1967) aveva ammesso anche la possibilità di adempierlo occasionalmente attraverso la partecipazione alla Messa celebrata dai non cattolici, il “Direttorio ecumenico” (1993) attuale ha abrogato espressamente questo privilegio. La partecipazione alla Messa cattolica celebrata da un sacerdote scomunicato, interdetto, sospeso, se la sua pena è pubblica, adempie il precetto festivo, però un fedele può essere punito con giusta pena per la partecipazione in essa.
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Morandi, Corinna, Gloria Pessina, and Lina Scavuzzo. "Strumenti innovativi per la riqualificazione dei quartieri residenziali in Italia: tre casi esemplari." Ciudades, no. 13 (November 29, 2017): 103. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.13.2010.103-122.

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Abstract:
Dagli anni ‘90 la realizzazione dei quartieri residenziali pubblici, avvenuta tra gli anni '50 e '70, ha ceduto il passo in buona parte delle città italiane ad interventi di riqualificazione, non solo fisica ma anche sociale, dei grandi complessi realizzati nei decenni precedenti, spesso percorsi da processi di degrado che ne hanno stigmatizzato negativamente l’immagine. I tre casi presentati nell’articolo descrivono diverse ed esemplari modalità di intervento pubblico o in partnership pubblico-privato, per la riqualificazione integrata di quartieri periferici: mentre due di essi (PRU via Artom e CdQ Sant'Eusebio) utilizzano in modo nuovo alcuni strumenti attuativi innovativi nelle modalità di finanziamento pubblico e nell’iter procedurale introdotti negli anni '90 –i cosiddetti “programmi complessi”-, il terzo caso (Villaggio Barona) propone, attraverso un intervento di dimensioni quantitativamente limitate e di iniziativa sostanzialmente privata, la riqualificazione di un ampio settore urbano in crisi di cui il “quartiere” diviene il nuovo centro spaziale e sociale. Dei casi si ricostruisce, oltre la contestualizzazione negli ambiti urbani di riferimento, l’insieme delle azioni di accompagnamento o di partecipazione che hanno teso a superare le situazioni di conflittualità che spesso compromettono l’efficacia di questi programmi.
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Palumbo, Mauro. "La partecipazione che cambia la valutazione (e forse anche i valutatori?)." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2011): 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004003.

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Abstract:
Il riferimento alla partecipazione mostra una crescente importanza tanto nella ricerca sociale quanto nei processi valutativi. Nella ricerca sociale la distanza tra "osservatore" ed "osservato" č sempre piů esile, e la partecipazione al processo di ricerca cresce cosě come l'uso dei metodi qualitativi. D'altra parte, i politici hanno bisogno di una ampia partecipazione per fronteggiare la riduzione di legittimazione delle istituzioni pubbliche cosě come il crescente ruolo svolto dalle politiche che per essere efficaci hanno bisogno di un consenso attivo da parte della popolazione coinvolta. L'articolo sottolinea i rischi implicati da una mera sovrapposizione tra processi valutativi e di ricerca e sottolinea le ragioni e le modalitŕ attraverso le quali mantenere coordinate, e tuttavia differenziate, le due attivitŕ.
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Doria, Marco. "La fabbrica tra economia, società e politica. Il controverso bilancio dell'Ilva di Taranto." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 253–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic295-oa3.

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Abstract:
Il centro siderurgico di Taranto ha avuto e ha una grande importanza nella storia industriale italiana. A esso sono stati dedicati studi approfonditi. In queste pagine, ripercorrendo quanto emerge da tali studi così come dalla più recente storiografia sull'impresa pubblica in Italia e sull'Iri, si proporranno alcune considerazioni sul ruolo della siderurgia nell'economia italiana, sulla parabola delle partecipazioni statali e il loro rapporto con la politica, sulle politiche perseguite nel secondo dopoguerra per ridurre i divari tra Nord e Sud. Si guarderà anche ai contenuti e ai toni del dibattito pubblico su tali questioni. Le scelte di volta in volta compiute e le diverse posizioni assunte saranno storicamente contestualizzate. Molti degli interrogativi che questa storia solleva hanno ancora oggi bisogno di risposte adeguate ai tempi.
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Decataldo, Alessandra, Anna Grimaldi, Daniela Luisi, and Mara Tognetti Bordogna. "Social work education e valutazione delle politiche pubbliche." Sinappsi 12, no. 2 (2022): 94–105. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-02-7.

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Abstract:
Il contributo si propone di analizzare gli usi della ricerca e della valutazione per qualificare il fare professionale degli/delle assistenti sociali e migliorare gli strumenti del welfare locale. Buone programmazioni territoriali necessitano di migliorare le scelte di policy e definire i contenuti del lavoro sociale come policy practice. La social work education, come ambito formativo e di ricerca, può veicolare temi rilevanti quali la partecipazione, l’advocacy, la co-produzione (co-progettare e co-programmare) e la ricerca valutativa applicata alle politiche di welfare locale.
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Cortiana, Fiorello. "Conoscenza e partecipazione al tempo di Internet." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (September 2011): 29–37. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003004.

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Abstract:
Internet sta cambiando - in parte ha giŕ cambiato - i confini della conoscenza, il sistema delle relazioni, la politica. Lungi dall'essere un semplice supporto informativo che succede al telegrafo, al telefono, alla radio, al televisore, al calcolatore elettronico, esso realizza una estensione delle relazioni sociali con una potenzialitŕ di elaborazione mai conosciuta prima nella storia dell'umanitŕ, uno spazio pubblico illimitato, un bene pubblico decisivo all'interno dei processi che la comunitŕ umana sta vivendo in questo passaggio di millennio. Anche se non mancano i tentativi di controllarlo...
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Buoncompagni, Giacomo. "La comunicazione pubblica dell'immigrazione "prima e dopo" la pandemia. Uno studio di caso locale." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002002.

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Abstract:
Sfide complesse, come quella della crisi migratoria, impongono di ripensare la comunicazione pubblica soprattutto in ambito locale, al fine di garantire nuove strategie di inclusione e partecipazione sociale che siano rispondenti ai diversificati fabbisogni informativi di cui si compone il territorio. Ciò diviene particolarmente vero, e necessario, all'interno di uno scenario di crisi o emergenza all'interno del quale misure e servizi devono essere comunicati in maniera chiara e tempestiva anche a quella parte di popolazione ancora molto spesso "invisibile", poco integra-ta, la cui informazione/relazione divengono strumenti primari per mantenere un contatto a distanza con istituzioni e comunità locale. Lo studio intende riflettere sul rapporto tra istituzioni locali, media e comunità straniere, ponendo attenzione alle strategie comunicative promosse dagli enti pubblici per favorire l'accoglienza e il maggiore coinvolgimento del soggetto immigrato nel territorio marchigiano prima e "dopo" la pandemia di Covid-19.
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Sofia, Francesca. "Le età delle rivoluzioni nell'Europa del sud." SOCIETÀ E STORIA, no. 175 (April 2022): 133–38. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-175007.

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Abstract:
A partire dal volume Re-imagining democracy in the Mediterranean 1780-1860 - che ha la pretesa di liberare quest'area geopolitica dallo stigma della subalternità - il saggio intende dimostrare la piena partecipazione dell'Europa mediterranea ai dibattiti pubblici coevi e la sua partecipazione originale al sorgere della democrazia.
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Di Viggiano, Pasquale Luigi. "DEMOCRAZIA DIGITALE COME DIFFERENZA:." Revista da Faculdade Mineira de Direito 24, no. 48 (March 18, 2022): 64–78. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2021v24n48p64-78.

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Abstract:
La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di partecipazione digitale producano livelli di esclusioni intollerabili che intaccano la democrazia. Osservare e descrivere, con gli strumenti concettuali del Centro di Studi sul Rischio, come il sistema del diritto, della politica e della società evolvono attraverso il rapporto con l’ecosistema digitale trainato dall’arcipelago delle intelligenze artificiali rappresenta l’obiettivo e la sfida sempre incerta negli esiti, sempre nuova nelle acquisizioni ma sempre stimolante e proficua sotto il profilo della ricerca sociale, politica e giuridica.
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Vergani, Alberto. ""E tu che c'entri?": il cittadino tra valutazione, valutatori e Pubbliche Amministrazioni." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001003.

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Abstract:
L'articolo esamina la relazione tra valutazione, Pubbliche Amministrazioni e cittadini esplorando in termini introduttivi sia le principali caratteristiche di questo rapporto sia ciň che sta dietro ad ogni singolo lato di questo triangolo. Andare piů a fondo di questi concetti implica non ridurre la valutazione alla sua dimensione tecnico-metodologica, ma di assumere pienamente il ruolo svolto nel rapporto con le Pubbliche Amministrazioni come organizzazioni, e coi cittadini nei loro diversi ed eterogenei profili e configurazioni. Il concetto di evaluation governance rappresenta, in questo contesto, uno strumento utile per cercare di individuare i modi in cui i cittadini possono partecipare alla valutazione, ma anche per mettere in evidenza la necessitŕ di gestire al meglio la loro partecipazione.
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Mannarini, Terri. "Il genere della sfera pubblica. Asimmetria o dialogo?" PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (February 2011): 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002006.

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Abstract:
Lo studio mira ad acquisire elementi di conoscenza empirici utili a comprendere se i contesti della deliberazione pubblica rappresentano uno spazio di voce non penalizzante per le donne, oppure se, al contrario, riproducono meccanismi di esclusione e discriminazione, come sostenuto da alcune studiose femministe (Young, 1996; Benhabib, 1996). Attraverso l'analisi di dodici interviste a partecipanti (metà uomini e metà donne) a tre esperienze di deliberazione, l'autrice giunge alla conclusione che i modelli di partecipazione sono qualitativamente diversi per uomini e donne, e che i setting deliberativi, pur configurandosi come contesti tendenzialmente favorevoli alla partecipazione femminile, non possono aprioristicamente essere considerati immuni ai processi di discriminazione. In prospettiva di un approfondimento, l'autrice sottolinea come questo aspetto possa essere meglio indagato attraverso l'analisi dell'interazione tra i soggetti deliberanti.
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Paletto, A., A. Graziani, F. Brescancin, and I. De Meo. "Public participation in the implementation of the Natura 2000 network in Italy: the stakeholders’ experiences." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 14, no. 1 (February 28, 2017): 13–27. http://dx.doi.org/10.3832/efor2131-014.

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Mattiangeli, Daniele. "Rezension zu: A. Caprara, „Impresa pubblica e società a partecipazione pubblica“, Napoli 2017." Zeitschrift für das Privatrecht der Europäischen Union 16, no. 5 (October 1, 2019): 243–44. http://dx.doi.org/10.9785/gpr-2019-160511.

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Zincone, Giovanna. "DUE VIE ALLA CITTADINANZA: IL MODELLO SOCIETARIO E IL MODELLO STATALISTA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no. 2 (August 1989): 223–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012922.

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Abstract:
IntroduzioneQuando vogliamo classificare i sistemi politici democratici e li osserviamo in un ottica comparata, tendiamo spesso a sottovalutare quei tratti che più specificamente determinano condizioni di vita diverse per i loro cittadini. Guardiamo, ad esempio, più spesso alla configurazione degli organi decisionali, ai modelli di competizione e di alleanza tra le élites; mentre ci capita meno spesso di utilizzare come criterio di classificazione la possibilità, che può avere un individuo qualunque, di influenzare le decisioni pubbliche. Anche le ricerche sulla partecipazione, che dovrebbero studiare la politica dal punto di vista dei governati, osservano di solito i comportamenti di fatto e le variabili socioeconomiche di tali comportamenti, mentre trascurano i caratteri del sistema. E anche quando se ne occupano, individuano le condizioni giuridiche che permettono o incentivano gli atti di partecipazione (quali ad esempio l'estensione del suffragio, da una parte, o il voto obbligatorio dall'altra), ma non si preoccupano di quei profili delle istituzioni che rendono tali atti di partecipazione efficaci (ad esempio, il ruolo più o meno cruciale degli organismi elettivi rispetto ad altre arene decisionali).
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Sobbrio, Paola. "Diritto all'informazione, partecipazione democratica del consumatore e Ogm." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 79–126. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003005.

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Abstract:
Il consumatore di alimenti prodotti con l'utilizzo di Ogm o che li contengono, ha diritto ad essere informato sia della loro immissione in commercio quanto dell'emissione deliberata nell'ambiente di questi organismi. Il diritto all'informazione non si limita ai soli strumenti dell'etichettatura e della tracciabilità ma si estende alla possibilità , prevista da diverse normative, per il cittadino/consumatore di rivolgersi alle Autorità competenti per richiedere tutte quelle informazioni da cui egli può trarre conoscenze sullo stato tanto dell'emissione nell'ambiente quanto dell'immissione in commercio degli Ogm. Le Autorità , inoltre, devono effettuare consultazioni pubbliche in merito alle decisioni da prendere in entrambe queste fasi. Tali consultazioni, per come vengono effettuate, non conferiscono effettività a tale diritto minando così il rapporto di fiducia tra Istituzioni e cittadini e facendo venire meno la possibilità che il diritto all'informazione si traduca in uno strumento di partecipazione democratica che crei le condizioni per una "co-produzione di conoscenza". Questo comporta una violazione del diritto all'informazione fonte di risarcimento del danno ex art. 2043 c.c.
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Maggio, Marvi. "La partecipazione pubblica come soggetto di una nuova territorializzazione." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 121 (March 2020): 86–102. http://dx.doi.org/10.3280/sur2020-121006.

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Beltramo, Ilaria. ""Fridays for Future" e partecipazione adolescenziale alla vita pubblica." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 1 (November 2021): 143.—162. http://dx.doi.org/10.3280/sd2021-001006.

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Brignoli, Chiara. "Costruire spazio pubblico con la cultura." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 70–72. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093011.

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Abstract:
L'attivazione di pratiche di partecipazione a Romano di Lombardia è descritta nella sua capacità di ripensare le forme e i modi degli spazi e delle attività culturali all'interno della città. Gli eventi e le iniziative, nati da percorsi di cittadinanza attiva che hanno saputo coinvolgere e valorizzare in prima persona i giovani, hanno funzionato da innesco per la costruzione di spazio pubblico attraverso la riqualificazione di luoghi prima abbandonati o la riqualificazione di spazi esistenti.
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Ciucci, Filippo. "Valutazione e Pubblica Amministrazione: il contributo della partecipazione alla decisione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 11–37. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001002.

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Abstract:
La valutazione puň contribuire ai processi decisionali. In particolare una strategia partecipata permette di venire fuori punti di vista, i bisogni, le aspettative e le questioni degli stakeholders. Ma il processo di partecipazione ha bisogno di essere seguito e metodologicamente verificato passo dopo passo: non č una strategia priva di rischi. I ricercatori devono essere attenti a coinvolgere gli stakeholders e ad utilizzare strumenti adatti. La partecipazione deve essere l'occasione per molti attori sociali e non un lusso per pochi. Nella prima parte di questo articolo sono riportate le misure e le caratteristiche dell'introduzione della valutazione nella Pubblica Amministrazione italiana. Nella seconda parte sono descritti i motivi e le dimensioni della valutazione partecipata, insistendo sulla sua utilitŕ per le politiche e per il processo decisionale.
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Bulsei, Gian-Luigi. "Ambiente, salute, comunità locali. Partecipazione sociale e politiche pubbliche in una regione italiana." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 102 (June 2014): 95–104. http://dx.doi.org/10.3280/sr2013-102007.

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Bottaro, Giuseppe. "IL MOVIMENTO PROGRESSISTA IN AMERICA TRA RIFORME SOCIALI E MUTAMENTI COSTITUZIONALI." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 47–61. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.560.

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Abstract:
All’inizio del ventesimo secolo, il movimento progressista ebbe il merito di riuscire ad ampliare la base sociale della democrazia americana, consolidando i meccanismi istituzionali di partecipazione e accrescendo il ruolo dell’opinione pubblica nel sostegno alle riforme economiche e sociali.
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Mattiazzi, Giulio, Vito Garramone, Lucia Lancerin, and Francesco Musco. "Partecipazione pubblica in Veneto: verso una tecnologia dei processi decisionali." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (April 2017): 81–98. http://dx.doi.org/10.3280/es2017-001007.

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Boni, Federico, and Oscar Ricci. "Audience participassion. Professionisti e pubblici teatrali tra partecipazione e passione." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 56 (December 2018): 65–81. http://dx.doi.org/10.3280/sc2018-056005.

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Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Castiglioni, Benedetta, Massimo de Marchi, and Monica Ruffato. "Paesaggi democratici: dalla partecipazione alla cittadinanza." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001006.

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Abstract:
L'articolo esplora le potenzialitŕ offerte dal paesaggio (inteso nella sua dimensione sociale di mediatore sensibile tra societŕ e territorio) come occasione di partecipazione e di costruzione di una cittadinanza sostenibile e responsabile. Dopo una attenta analisi della dimensione sociale del paesaggio, alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) la seconda parte dell'articolo affronta il quadro delle politiche per la partecipazione, e l'evolversi degli strumenti di misurazione dell'che obbligano ad un miglioramento della qualitŕ decisionale e dell'inclusione sociale sulle questioni relative ai rapporti tra comunitŕ e luoghi. Nella terza parte dell'articolo sono esaminati due tipologie di esempi relativi all'istituzionalizzazione di pratiche partecipative relative al paesaggio: gli Osservatori del Paesaggio e le reti di attori. L'ultima parte dell'articolo evidenzia come il "fare partecipazione" sul paesaggio rappresenti una grande occasione pubblica per ricostruire e approfondire la dimensione della cittadinanza sostenibile a partire dal delineare nuove regole di appartenenza e responsabilitŕ nei confronti di comunitŕ e luoghi.
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Benvenuti, Marco. "La spada e lo scudo. Prime note sulle nuove forme di intervento diretto dello Stato nell'economia con finalità di politica industriale." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2021): 13–45. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-001002.

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Abstract:
L'articolo affronta, in una prospettiva di diritto costituzionale, il tema delle nuove forme di intervento diretto dello Stato nell'economia con finalità di politica industriale. In una prima parte, si ritorna agli albori del processo di privatizzazione delle partecipazioni societarie dello Stato. Una seconda parte è dedicata all'analisi di un fondamentale strumento di intervento proiettivo dello Stato nell'attività economica pubblica, qual è la Cas-sa depositi e prestiti S.p.A. Una terza parte, infine, tratta uno strumento cruciale di intervento protettivo dello Stato nei confronti dell'attività economica pubblica e privata, dato dai poteri speciali, che tendono anche ad assumere, oggi, una spiccata finalità di politica industriale.
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Guazzarotti, Andrea. "La politica monetaria: il modello ibrido dell'UEM." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 1 (March 2021): 47–71. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-001003.

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Abstract:
L'articolo affronta, in una prospettiva di diritto costituzionale, il tema delle nuove forme di intervento diretto dello Stato nell'economia con finalità di politica industriale. In una prima parte, si ritorna agli albori del processo di privatizzazione delle partecipazioni societarie dello Stato. Una seconda parte è dedicata all'analisi di un fondamentale strumento di intervento proiettivo dello Stato nell'attività economica pubblica, qual è la Cas-sa depositi e prestiti S.p.A. Una terza parte, infine, tratta uno strumento cruciale di intervento protettivo dello Stato nei confronti dell'attività economica pubblica e privata, dato dai poteri speciali, che tendono anche ad assumere, oggi, una spiccata finalità di politica industriale
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Zanchini, Giorgio. "Fare la radio nell'epoca dei social network. come i new media stanno cambiando un vecchio medium." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 41 (May 2012): 143–60. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041011.

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Abstract:
L'autore č un giornalista e per lungo tempo č stato conduttore di programmi radiofonici, per cui questo articolo č una panoramica empirica su come i cosiddetti nuovi mezzi di comunicazione stanno influenzando un mezzo vecchio come la radio. In particolare analizza come sms, e-mail, Facebook e Twitter modificano la forma e i contenuti dei programmi via etere. I risultati in termini di pro e contro sono controversi, ma č innegabile che aprano l'arena del dibattito pubblico rafforzando la partecipazione del pubblico, come avevano sperato alcuni grandi studiosi del XX secolo: Benjamin, Brecht, Kracauer.
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Matteo Bianchini. "Esperienze di partecipazione attiva delle studentesse e degli studenti al processo di decision-making: l’emozione della democrazia a Scuola-Città Pestalozzi." IUL Research 3, no. 5 (June 20, 2022): 287–97. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.331.

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Abstract:
Scuola-Città Pestalozzi, fin dalla sua origine, ha organizzato la scuola in una comunità educante in cui la partecipazione attiva degli studenti al processo di decision-making è sempre stata al centro del piano dell’offerta formativa. La scuola all’inizio era organizzata come una vera e propria città in cui a rotazione ogni funzione, dal sindaco al pubblico ministero, dall’assessore al giardiniere, era coperta da studenti e studentesse. Oggi quell’organizzazione è cambiata, si è trasformata, sono rimasti però i paradigmi pedagogici di quell’esperienza. Il contributo che proponiamo è quello di raccontare le esperienze di oggi rispetto alla partecipazione attiva delle studentesse e degli studenti al processo di decision- making.
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Rezende Melo, Eduardo. "Virtualizzazione e funzione sociale della giustizia: l'impatto del Covid-19 sul modo di organizzare la Giustizia dell'Infanzia e della Gioventù in Brasile e i dilemmi dal punto di vista socio-storico e valutativo." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 177–88. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004018.

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Abstract:
L'articolo riassume l'impatto del Covid-19 nel Sistema Giudiziario Brasiliano con l'obiettivo di discutere la proposta di completa virtualizzazione della Giustizia. Con riferimento a questa proposta, l'articolo affronta alcune sfide specifiche per la virtualizzazione: le caratteristiche del pubblico della Giustizia minorile e giovanile e le diverse esperienze sulla de-territorializzazione; il contatto faccia a faccia e la sua importanza per la partecipazione dei minori, il legame tra territorializzazione e coordinamento. L'articolo sostiene l'idea che la virtualizzazione può servire valori diversi (economici e manageriali o democratici e inclusivi) e il dibattito su queste alternative dovrebbe coinvolgere un pubblico più ampio delle sole organizzazioni legali.
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Mattei, Franco. "OLSON E LA “ LEGGE FERREA ” DELLA PARTECIPAZIONE." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, no. 1 (April 1986): 81–115. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200015720.

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Abstract:
IntroduzioneNella vastissima letteratura esistente sulla partecipazione politica, un tema ricorrente degli ultimi trent'anni (cioè, almeno dalla seconda edizione diCapitalism, Socialism and Democracydi J. Schumpeter nel 1954) è costituito dal dibattito tra teorici « élitisti » e « partecipazionisti » attorno ai livelli possibili e desiderabili di coinvolgimento politico di massa ai fini di un corretto funzionamento dei regimi democratici. Tra le diverse questioni oggetto di confronto e — a volte — di polemica — c'è stata e c'è tutt'ora quella riguardante gli obiettivi del cittadino nei quali rintracciare i motivi ed il senso della partecipazione politica. Le note che seguono sono dedicate ad un'analisi di questo tema basata sul paradigma interpretativo di Olson. Nel suo famoso libro Olson elabora e propone una teoriageneraledi comportamento razionale per l'affermazione di “ obiettivi comuni ” ed il conseguimento di beni pubblici in cui vengono individuate le ragioni sia della partecipazione che dell'astensione politica. Infatti, le definizioni oggi piò in uso di ‘partecipazione’ rimandano alle attività volontarie di privati cittadini rivolte ad influenzare, piò o meno direttamente, le decisioni politiche, ma soprattutto, in ultima analisi, le decisioni ‘governative’ ed i loro ‘esiti’. Ambedue coincidono con gli « obiettivi comuni » di Olson, la cui realizzazione richiede politiche governative e realizzazioni legislative.
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Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Inglehart, Ronald. "LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 3 (December 1988): 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

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Abstract:
IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
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Scatolini, Ezio, Alessandro Gattai, and Giovanni Marocci. "Un approccio quali-quantitativo per la rilevazione dello stress lavoro correlato e lo sviluppo organizzativo nelle organizzazioni." RISORSA UOMO, no. 1 (May 2011): 69–82. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001006.

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Abstract:
La recente normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori impone alle aziende di rilevare le dimensioni stress lavoro correlate (SLC). A tal fine č stato elaborato un proto collo di intervento per la rilevazione dello SLC che permette una analisi dei rischi psicosociali presenti, e soprattutto una partecipazione allargata sul tema sicurezza. Viene qui presentato un intervento in un'azienda municipalizzata del servizio pubblico, che si č rivelato anche come un'opportunitŕ di Sviluppo Organizzativo (SO).
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Ibba, Carlo, and Francesco Morandi. "La fondazione di partecipazione per la gestione di prodotti e servizi turistici." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 2 (August 2011): 171–84. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002016.

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Abstract:
Il rapporto di collaborazione pubblico-privato incontra nuove possibilitŕ di realizzazione attraverso forme innovative di accordo. La sperimentazione avviata in alcune realtŕ locali con la creazione di fondazioni di partecipazione sembra dare i primi risultati positivi. Le fondazioni sono state in grado di coniugare efficacemente la gestione dei beni culturali, l'organizzazione dei servizi turistici e la realizzazione degli eventi. Hanno offerto un valido apporto all'integrazione dei centri minori, alla salvaguardia dei valori identitari e allo sviluppo dell'offerta turistica, favorendo in concreto il progresso sociale, economico e occupazionale.
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Maltoni, Maria. "Democrazia e partecipazione al femminile: il bilancio di genere." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 53–63. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001005.

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Abstract:
Misurare un'azione di governo locale o nazionale, in rapporto agli effetti che si producono sulla vita delle donne, č un elemento di valutazione che si attua "pesando" la quantitŕ di risorse dedicate nei bilanci pubblici attraverso il metodo del. Il bilancio di genere č ormai una prassi adottata in vari paesi. In Italia le prime esperienze disono partite dalle amministrazioni locali: nel 2001 č stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi in altri Comuni e Province, ma spesso sono rimaste esperienze sporadiche. Il Comune di Forlě, dopo una sperimentazione nella precedente legislatura, nel 2010 ha inserito l'attivitŕ sul bilancio di genere tra quelle "standard" dell'ente, sulla scorta di una forte presenza femminile nell'amministrazione ed una giunta composta in modo paritario tra uomini e donne, elemento che l'ha fatta classificare dal Forum della P.A., quale "cittŕ piů rosa d'Italia". Il contributo mostra come il bilancio di genere rappresenti uno strumento importante di democrazia partecipata al femminile.
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Pavanelli, Rosa. "La partecipazione dei lavoratori europei e le aziende pubbliche: l'eredità del modello sociale e un futuro incerto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (April 2016): 94–100. http://dx.doi.org/10.3280/es2016-001007.

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Scafuto, Francesco, Giovanni Erra, and Fortuna Procentese. "Costruire percorsi di partecipazione civica. L'esperienza in un Comune di Napoli." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002006.

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Abstract:
Il presente lavoro nasce dalla domanda di un Movimento di cittadini, che intende porsi come mediatore nel dialogo tra istituzione e cittadinanza. É stata sviluppata una cooperative inquiry, al fine sia di comprendere i punti di vista della comunità locale rispetto ad argomenti di interesse collettivo, sia nel contempo di stimolare la riflessione sulle possibili soluzioni da adottare per affrontare alcuni problemi politici, primo passo per una partecipazione attiva. I risultati sono stati discussi in un incontro pubblico con il sindaco della città. Risultati operativi sono stati la formazione di gruppi consultivi, che periodicamente presentano le loro richieste a rappresentanti della giunta comunale, e la creazione di un giornale locale, dove questo processo č reso visibile.
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Presenti, Ombretta, and Federica Colucci. "La sfida dei cambiamenti climatici." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (September 2011): 13–34. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-002003.

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Abstract:
La problematica dei cambiamenti climatici č una delle principali tematiche che suscitano un ampio dibattito tra il pubblico. Negli ultimi anni, i cittadini hanno ricevuto una grande quantitŕ di informazioni da parte dei media sulle cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Gli autori analizzano gli effetti dei cambiamenti climatici alla luce delle recenti Conferenze globali, per poi esaminare le principali modalitŕ di informazione utilizzate dai mass media ed infine illustrano alcuni tentativi per favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini.
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