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1

Lingua, Valeria. "Limiti e opportunitŕ della democrazia partecipativa nei piccoli comuni." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 297–316. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097017.

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Abstract:
Il percorso partecipativo attivato per la realizzazione del piano strutturale in un piccolo comune della periferia toscana permette di sviluppare alcune riflessioni sulle opportunitŕ e i limiti dell'attivazione di processi partecipativi in realtŕ di piccole dimensioni. L'autrice evidenzia dilemmi e conflitti emergenti in contesti marginali rispetto al sistema socioeconomico, infrastrutturale e turistico dominante, dotati di un buon substrato di capitale sociale, ma di scarse risorse tecniche, finanziarie e culturali.
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2

Mengozzi, Alessandro. "Prove di democrazia partecipativa: la legge sulla partecipazione dell'Emilia-Romagna." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 33–38. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001003.

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Abstract:
L'articolo, dopo una breve premessa sulle fasi ascendenti e discendenti del ciclo politico, affronta gli aspetti critici del modello liberale di democrazia e propone lacome valido correttivo. Alla ricerca di un modello in grado di attuare le promesse della democrazia partecipativa č l'approccio accolto dalla legge n. 3/2010 della Regione Emilia-Romagna, in cui si propone un "modello misto", in cui i livelli territoriali di governo sono i soggetti "legittimatori dei processi decisionali partecipativi su determinate questioni", mentre gli attori organizzati sul territorio partecipano al fine di risolvere i nodi critici dei problemi sottoposti dalle amministrazioni. In questo processo nel corso della trattazione si chiarisce il ruolo di soggetti terzi che rivestono il ruolo di tecnici di garanzia e del "comitato di pilotaggio", indicando anche le possibili soluzioni a situazioni di stallo e di conflitto tra i diversi attori coinvolti.
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Algostino, Alessandra. "La democrazia partecipativa e i suoi lati oscuri." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 3, no. 2 (April 14, 2021): 44–65. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v3n2.2020.p44-65.

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Abstract:
Nell’intervento si riflette sul concetto di democrazia partecipativa, nella prospettiva del suo inserimento nello spazio di due principi e, insieme, obiettivi da rendere effettivi, attraverso i quali si articola l’essenza della democrazia: la sovranità popolare e la partecipazione. Si muove da una definizione della locuzione “democrazia partecipativa”, mettendo in luce i tratti che la contraddistinguono dalla declinazione “rappresentativa” e “diretta” della democrazia, così come dalla democrazia dal basso. L’intento è proporre una riflessione sull’apporto che la democrazia partecipativa può offrire in direzione di una democrazia quanto più possibile effettiva, senza misconoscere i rischi che essa presenta e nella consapevolezza della strutturale dinamicità, tensione e incompiutezza della democrazia.
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Floridia, Antonio, and Rinaldo Vignati. "Deliberativa, diretta o partecipativa?" Quaderni di Sociologia, no. 65 (August 1, 2014): 51–74. http://dx.doi.org/10.4000/qds.369.

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Pastore, Gerardo. "Elementi per una Governance del lifelong learning: il modello dei Circoli di studio." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004008.

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Abstract:
Da oltre un decennio studiosi, politici ed esperti discutono di democrazia partecipativa e si impegnano nella teorizzazione di modelli diin grado di aumentare le possibilitŕ decisionali dei cittadini. Da qui la diffusione delle cosiddette "best practices" politiche, amministrative, sociali volte a superare quel deficit democratico che sembra caratterizzare le societŕ contemporanee e a contrastare i dilaganti atteggiamenti antipolitici, oltre che antisociali. Nell'articolo si individua una comunione di intenti fra pratiche partecipative, cittadinanza attiva e il piů ampio processo di costruzione della societŕ della conoscenza. A partire dalla considerazione del ruolo strategico delsi propone un approfondimento monografico sui circoli di studio, in quanto pratica formativa chiamata a giocare funzioni chiave nella costruzione della cittadinanza attiva e nella realizzazione di spazi per la promozione della partecipazione e della cultura democratica.
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Raciti, Viviana V. F. "Regia ri-mediata e partecipativa." Mimesis Journal, no. 10, 1 (June 1, 2021): 109–26. http://dx.doi.org/10.4000/mimesis.2219.

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7

Paladini, Roberto. "La partecipazione dei cittadini nei processi di fusione di comuni in veneto: un'occasione mancata?" ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2021): 105–28. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-003008.

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Abstract:
La review della letteratura di scienze politiche, management pubblico e di sociologia economica sugli articoli e i volumi degli ultimi trent'anni riguardo al riordino territoriale, e nella fattispecie le fusioni tra Comuni, si focalizza prevalentemente sugli aspetti organizzativi e funzionalisti derivanti dall'optimal size, dando poca evidenza alla questione partecipativa, prevista dall'attuale norma di riferimento, che, come evidenziato da alcuni autori, appare più uno strumento di legittimazione sociale delle politiche pubbliche di riassetto amministrativo che di reale coinvolgimento dei cittadini. Alla luce dell'obiettivo della ricerca, atto ad analizzare la portata di processi partecipativi nell'ambito dell'iter di fusione di Comuni, l'articolo si concentra sui processi di fusione e i relativi studi di fattibilità realizzati in Veneto dal 2013 al 2018, provando a verificare se vi sono stati reali rapporti di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza che, comunque, è tenuta a esprimersi attraverso il referendum consultivo.
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Allegretti, Umberto. "Democrazia partecipativa e processi di democratizzazione." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (June 2009): 175–217. http://dx.doi.org/10.3280/ded2008-002009.

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Marchetti, Maria Cristina. "La partecipazione della societŕ civile ai processi decisionali europei: verso una democrazia partecipativa in Europa?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2012): 93–110. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002004.

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Abstract:
I gruppi di pressione hanno sempre ricoperto un ruolo cruciale nel processo decisionale europeo. Tale ruolo da una parte č stato analizzato con le categorie proprie del lobbying tradizionale, dall'altra ci si č resi conto che il livello di coinvolgimento dei gruppi di pressione č tale da assumere le caratteristiche di una partecipazione della societŕ civile ai processi decisionali europei, capace di chiamare in causa il modello della democrazia partecipativa, al quale per altro si fa sovente riferimento nei documenti della Commissione e del Comitato economico e sociale. Č a partire da tali considerazioni che sorgono spontanei alcuni interrogativi: dove passa il confine tra il lobbying in senso stretto e la partecipazione della societŕ civile ai processi decisionali europei? L'Unione europea sta aprendo la strada a nuove forme di democrazia partecipativa?
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Sampugnaro, Rossana. "Democrazia partecipativa e organizzazioni politiche. I cantieri di Rita Borsellino." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 2 (July 2011): 99–122. http://dx.doi.org/10.3280/paco2011-002005.

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Sorice, Michele, and Noemi Trino. "La partecipazione politica fra crisi dei partiti e democrazia partecipativa." SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, no. 2 (November 2014): 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/sp2014-002004.

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Gambino, Silvio. "Democrazia rappresentativa e populismo: riflessioni sull'esperienza italiana nell'ottica comparatistica. Una "democrazia assediata" che muove verso la ‘democrazia illiberale'?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 5–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002001.

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Abstract:
"Rappresentanza politica" e "sovranità popolare" si offrono al costi-tuzionalista come le due principali tematiche teoriche che aiutano a qualificare le manifestazioni istituzionali/costituzionali ormai bisecola-ri della democrazia liberaldemocratica moderna, che ritrova le pro-prie origini storiche negli eventi rivoluzionari francesi di discontinuità con lo Stato assoluto e il proprio sviluppo nelle forme della democra-zia sociale e partecipativa del costituzionalismo del secondo dopo-guerra. La riflessione proposta al lettore muove dal modello costitu-zionale italiano - che si propone come fortemente innovativo in ragio-ne della valorizzazione della sovranità popolare e delle forme politiche del suo esercizio (incentrate sul ruolo centrale svolto dal concorso partecipativo dei partiti politici alla determinazione della politica na-zionale) - per coglierne, nel seguito, l'evoluzione osservabile nell'ambito della vita democratica interna agli stessi e con riguardo al condizionamento concreto delle istituzioni pubbliche da essi svolto. È in tale prospettiva che il contributo si ripropone due interrogativi, chiedendosi, dapprima, se sia possibile - nel quadro della trasforma-zione e della crisi dei partiti - una ‘democrazia senza partiti', e per in-terrogarsi successivamente - in una prospettiva di analisi di tipo com-paratistico aperta ai Paesi di democrazia pluralista al di qua e al di là dell'Oceano - se gli interventi sugli istituti della democrazia costitu-zionale (anche di tipo manipolativo) non dischiudano scenari preoc-cupanti di una ‘democrazia assediata' che si conforma viepiù nel tem-po alle esperienze di ‘democrazia illiberale' (nella esperienza italiana, allo stato, solo statu nascenti).
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Fuchs, Christian. "La politica economica dei social media." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 62–86. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043005.

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Abstract:
L'obiettivo del saggio č contribuire alla teoria critica delle relazioni sociali nei tempi turbolenti del capitalismo contemporaneo in generale e delle relazioni sociali che danno forma ai media contemporanei come Internet e, in particolare, alla co- municazione e al consumo. L'analisi critica gli approcci dominanti nella sociologia del prosumerismo e nella sociologia del media partecipativi, e testa empiricamente i limiti dell'ipotesi di un Internet partecipativo, ribadendo che č importante discuterne le alternative politico-economiche.
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Gasparini, Alberto. "Swot analysis come tecnica per i decision makers della verifica di democrazia partecipativa." FUTURIBILI, no. 1 (May 2009): 7–59. http://dx.doi.org/10.3280/fu2008-001002.

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Abstract:
- Prediction involves a given point in future time (t1), and the process by means of which the future time t1 may come about, starting from the present time (t0), lies at the heart of prediction. The author analyses what happens in that process - description of the phenomenon, identification of its causes, reconstruction of the mechanisms, strategies in which to frame the actions required for the desired change in the time t0, assessment of the consequences and evaluation of good practices. The method to achieve the process is a blend of descriptions, causal analyses and evaluations, but above all indications to decision makers to identify the best practices - the scenario's internal and external variables and the strategies in which to frame actions. The author uses SWOT analysis to build four scenarios, each corresponding to a democratic model. When subjected to SWOT analysis, the four democratic models yield three models of democracy, each implying a type of strategy for the action of decision makers. These types are defined as: pedagogic function, synthesis of stakeholders' values and coordinated projects of discussion, decision and management. Tasks and limits of prediction in the intelligence cycle, by Umberto Gori This text examines the question of prediction with particular reference to international relations. Observations about the turbulent and complex nature of the present-day international system are followed by an analysis of the problems facing the prediction of a chaotic system. The discussion then turns to intelligence analysis and the tasks and limits of prediction in the intelligence cycle, and is completed with a review of the methods useful for understanding political systems and the prediction of decisions. The conclusions make brief reference to a number of new discoveries and interpretations in advanced physics to throw doubt on our ability to grasp the profound essence of reality. Futuribili, 1/2008
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Caso, Daniela. "Photovoice: una metodologia partecipativa per promuovere il cambiamento nella comunità. Un'esperienza con adolescenti." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 81–92. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002008.

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Abstract:
Photovoice č una metodologia di ricerca-azione partecipata che utilizza le fotografie scattate dai partecipanti per incoraggiare la discussione critica di gruppo riguardo le difficoltà e le risorse della comunità con l'obiettivo di promuovere il cambiamento individuale e comunitario. Nel presente contributo, il metodo Phtovoice ha consentito agli adolescenti di una piccola comunità montana coinvolti nella ricerca, di sviluppare una coscienza critica circa il legame tra la propria vita e le soluzioni offerte dalla comunità in relazione alle loro richieste relative alla gestione del tempo libero. Tale visione critica ha permesso ai giovani partecipanti di suggerire nuove soluzioni ai referenti politici, rendendosi in questo modo attivi promotori del cambiamento sociale.
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Cirillo, Antonella. "L'amministrazione relazionale. Modelli comunicativi di Public Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004005.

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Abstract:
Il percorso di modernizzazione della Pubblica amministrazione italiana č analizzato alla luce della piů ampia transizione politico-istituzionale in corso nelle democrazie contemporanee dallo schema autoritativo diallo schema reticolare di. I mutamenti legislativi, organizzativi e culturali con cui a partire dagli anni '90 il sistema pubblico del nostro paese tenta di adeguarsi agli standard qualitativi e competitivi richiesti dalle imperanti logiche del mercato globale ruotano attorno ai principi fondativi della. In particolare, nell'articolo si intende porre in evidenza come l'attivazione e il presidio da parte delle amministrazioni pubbliche di flussi comunicativi interni ed esterni coordinati e continuativi costituisca, in termini e di strumento e di processo, il presupposto funzionale e strategico ineludibile per la realizzazione di pratiche di democrazia deliberativa e partecipativa.
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Brusco, Angelo. "La pastorale della salute nella chiesa italiana." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 469–77. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1174.

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Abstract:
La recente pubblicazione di un documento sulla pastorale della salute da parte della CEI offre l'occasione di vedere a che punto si trovi questo settore della presenza e dell'azione della chiesa italiana. Nelle "linee di pastorale sanitaria" confluiscono, uniti in armoniosa sintesi, gli elementi innovativi maturati nel periodo post-conciliare. Si auspica una pastorale sanitaria più organica, pluridimensionale e più partecipativa. Di tutti i soggetti della pastorale vengono delineati i compiti, tenendo conto delle indicazioni ecclesiologiche più recenti e dei frutti dell'esperienza pastorale degli ultimi decenni. Alla luce di questo documento, la prossimità del malato, compito di sempre, acquisisce nuove forme che mirano a migliorare l'assistenza agli infermi non solo attraverso un'azione diretta, ma anche attraverso una giusta influenza sulle istanze socio-politiche del paese.
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Fourniau, Jean-Michel, and Ingrid Tafere. "La cittadinanza all'opera nei meccanismi della democrazia partecipativa: un cittadino piů "amatore" che ordinario." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 3 (March 2011): 40–64. http://dx.doi.org/10.3280/paco2010-003003.

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Mazali, Tatiana. "La "cultura partecipativa" di Henry Jenkins: una riflessione empirica sui siti di social network." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 49–66. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040005.

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Abstract:
I siti di social network sono spazi relazionali all'interno dei quali noi "agiamo" e "produciamo" (testi/discorsi, fotografie/ricordi, video/azioni, audio/preferenze). Il we act della dimensione performativa della vita quotidiana trova nei social networks del web uno spazio di sperimentazione e creativitŕ "produttivo-partecipativa". Il contributo dell'autrice parte dal framework della participatory culture di Henry Jenkins e inizia una riflessione originata dall'autrice all'interno del progetto PRIN "COOPERARE-Content Organization, Propagation, Evaluation and Reuse through Active Repositories", focalizzandosi sull'analisi, di tipo visuale, degli user generated contents in Flickr con specifico riferimento al dominio dei Beni Culturali italiani. L'approccio interdisciplinare, esito della collaborazione con ricercatori di area informatica, ha permesso di sperimentare nuove metodologie sia nel campionamento dei dati nel web 2.0, sia nell'analisi semiautomatica di grandi campioni di informazioni. La motivazione e la spinta che guida tale ricerca risiede nel tentativo di rintracciare dei "comportamenti" (ricorrenti o eccezionali) nella produzione di contenuti fotografici degli utenti di Flickr, attraverso un'analisi visiva di un ampio campione di contenuti fotografici. I frame teorici ai quali l'autrice si rifŕ per lo sviluppo delle ipotesi interpretative sono: le "tattiche" di Michel De Certeau, l'"habitus" di Pierre Bourdieu, le "équipe drammaturgiche" di Erving Goffman.
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Di Giorgio, Sara, and Claudio Prandoni. "Il progetto inDICEs: misurare l’impatto della cultura digitale." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 59–73. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00014.

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Abstract:
inDICEs è un progetto di ricerca e innovazione finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020, e coordinato dall'ICCU. La ricerca condotta da inDICEs permetterà di sviluppare una metodologia scientifica per misurare e valutare l’impatto economico della digitalizzazione del patrimonio culturale, analizzando le modalità di accesso ai beni e ai servizi culturali in Europa. A partire da questo, il progetto elaborerà delle raccomandazioni rivolte ai responsabili del settore dei beni culturali e delle industrie culturali e creative, per fornire loro strumenti utili ad affrontare le sfide poste dall'avvento del mercato unico digitale al fine di far prosperare e diffondere la cultura europea. Infine, il progetto svilupperà una piattaforma partecipativa e un sistema di autovalutazione, utile agli istituti culturali per migliorare il proprio posizionamento strategico nel mercato unico digitale, favorendone perciò la trasformazione digitale.
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Doerr, Nicole. "Culture di democrazia partecipativa ed europeizzazione dal basso nei social forum italiani, britannici e tedeschi." PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no. 1 (April 2010): 21–50. http://dx.doi.org/10.3280/paco2010-001002.

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Cunningham, Liz. "Promuovere la partecipazione: esperienza in una comunità Squatter in Phnom Penh, Cambogia." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 69–79. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002007.

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Abstract:
L'articolo delinea un caso inerente la costruzione e la promozione della partecipazione in una comunità di squatter a Phnom Penh, in Cambogia. Sono stati, qui, identificati gli elementi costitutivi del processo partecipativo e i metodi adottati a tal fine. Sono stati esaminati in particolare, la ricerca azione partecipata, un'economia rivolta al risparmio e un regime di crediti, come possibili esempi di processi che altri potrebbero adoperare per scopi simili. L'analisi č stata condotta con l'organizzazione locale, fin dal suo avvio, riproponendo riflessioni nel processo di sviluppo.
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Cherubini, Daniela. "La pratica della cittadinanza "dal basso" nelle associazioni di donne migranti." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2022): 63–81. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001004.

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Abstract:
L'articolo analizza le forme di esercizio e rivendicazione della cittadinanza dal basso, portate avanti da diverse associazioni di donne migranti attive nel sud della Spagna (Andalusia), indagate attraverso una ricerca etnografica. L'analisi mostra come le attiviste coinvolte nella ricerca agiscono nella sfera pubblica sulla base di un'identità complessa, nella quale l'appartenenza di genere e la condizione migrante si intrecciano con l'appartenenza etno-culturale e di classe. Da tale posizione, avanzano una fondamentale richiesta di inclusione, ma anche un'opera di ridefinizione della cittadinanza in senso inclusivo. Mettono in discussione il confine tra cittadini/e e non cittadini/e, e risignificano la cittadinanza come una questione di accesso a diritti e risorse, di riconoscimento e di parità partecipativa. Il caso studio vuole contribuire, in ottica intersezionale, alla comprensione delle forme di cittadinanza dal basso elaborate da settori diversificati della popolazione migrante, e delle trasformazioni della cittadinanza ad esse collegate.
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Lombi, Linda, Michele Marzulli, Sara Nanetti, Sara Alfieri, and Cinzia Brunelli. "Patient Voices: l'esperienza partecipativa dei cittadini-utenti e pazienti attraverso l'implementazione dei PRMs in ambito oncologico." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (February 2022): 80–96. http://dx.doi.org/10.3280/ses2022-001006.

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Journals, FrancoAngeli. "Il diritto ad aspirare nelle geografie dei bambini. Una ricerca-azione partecipativa nel quartiere CEP di Palermo." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12957.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di indagare criticamente il ruolo che le aspirazioni urbane, vale a dire la capacità collettiva di immaginare spazi alternativi per le proprie città, hanno nella costruzione delle geografie quotidiane delle bambine e dei bambini. In linea con i presupposti della Political Geography of Children, bambine e bambini vengono qui consideraticome attori socio-spaziali capaci di rinegoziare pratiche e rappresentazioni imposte dagli adulti. Muovendo da queste considerazioni teoriche e dai principi metodologici della ricerca-azione partecipativa, analizzeremo il percorso laboratoriale organizzato con le ragazze e i ragazzi dell'Associazione San Giovanni Apostolo del CEP di Palermo, uno dei quartieri più marginalizzati della città. In particolare, prenderemo in considerazione le attività di photo-walk e di mappatura collettiva condotte nel quartiere e i tentativi di trasformare il campo abbandonato di via Calandrucci da zona di ‘disimmaginazione' a luogo di desideri e rivendicazioni per i suoi abitanti più piccoli.
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Zambianchi, Manuela, and Bitti Pio Enrico Ricci. "Benessere sociale e prospettiva temporale in etŕ anziana." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (June 2012): 221–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002004.

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Abstract:
La letteratura gerontologica contemporanea evidenzia nel mantenimento di una vita sociale attiva e partecipativa uno dei pilastri fondamentali dell'invecchiamento positivo (Rowe e Khan, 1997; Stevernik, Lindenberg, Slaets, 2005). Lo studio ha esaminato la relazione tra il benessere sociale, definito da Keyes (1998) come un costrutto formato da cinque dimensioni (integrazione sociale, accettazione sociale, attualizzazione sociale, contributo sociale, coerenza sociale) e la prospettiva temporale, definita da Zimbardo e Boyd come composta da cinque dimensioni (passato positivo, passato negativo, presente edonistico, presente fatalistico, futuro). Hanno partecipato allo studio 138 anziani (etŕ media 74,73 anni). I risultati evidenziano una relazione complessa tra la prospettiva temporale ed il benessere sociale. Il passato negativo ed il presente fatalistico influenzano negativamente quasi tutte le dimensioni del benessere sociale, mentre il futuro presenta una relazione positiva con le dimensioni dell'integrazione sociale e dell'attualizzazione sociale. Il presente edonistico esercita un'influenza positiva sul benessere sociale generale. Il genere, il livello di istruzione e la composizione del nucleo familiare influenzano anch'essi la prospettiva temporale ed il livello di benessere sociale percepito dagli anziani.
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Masini, Paolo. "Libertà non è uno spazio libero. La Charrette: un modello di progettazione partecipata per i tempi (difficili) che corrono." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 87–103. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.364.

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Abstract:
Il presente scritto illustra sinteticamente un modello di progettazione partecipata discretamente nota in ambito urbanistico, la Charrette, dando evidenza di una possibile riduzione applicativa alla progettazione degli ambienti di apprendimento. Poiché tuttavia le dinamiche partecipative sono autentiche solo se pongono al centro l’idea di comunità educante, abbiamo riservato una breve introduzione per considerare se le diverse progettualità innovative degli spazi “oltre l’aula” riflettono davvero questa articolazione, oppure sono simili a grandi carovane migratorie di strumenti e strutture verso terre nuove, che lasciano però intatte in patria le cornici ideologiche e gli schemi mentali tradizionali del dispositivo-scuola (Foucault). Tutto sembrerebbe a portata di mano, invece la libertà non è uno spazio libero.
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Freddano, Michela, Anna Siri, and Mauro Palumbo. "Indicatori per una valutazione partecipata: l'esperienza del Corso di Metodologia della Ricerca Sociale II (A.A. 2009/2010)." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 21–42. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046003.

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Abstract:
Il contributo intende proporre un modello di valutazione degli apprendimenti quale vero e proprio processo partecipato, in grado di sviluppare metodi valutativi e auto-valutativi appropriati, in quanto frutto dello stesso contesto interattivo che produce l'evento formativo. Gli autori sviluppano una riflessione critica su una sperimentazione condotta nell'ambito dell'insegnamento di Metodologia e tecniche della ricerca sociale II, riguardante la realizzazione di una valutazione partecipata e condivisa dagli studenti del "rendimento all'esame", articolata in modo da poter costruire indicatori adeguati. In una prospettiva valutativa, sono affrontati alcuni dei principali problemi relativi al processo di costruzione e validazione di indicatori condivisi. Inoltre, all'intento teorico e pratico di costruire indicatori adeguati attraverso un processo partecipativo, si affianca anche il proposito di realizzare un percorso di apprendimento, mediante l'impegno attivo degli studenti nella valutazione e nella costruzione della conoscenza, attraverso metodi di.
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano, and Roberta Bonelli. "La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Abstract:
Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Bolgiani, Isabella. "Chiesa cattolica e diffusione della “prassi pattizia” a livello locale in Italia. Una rinnovata stagione di relazioni." Studia z Prawa Wyznaniowego 20 (December 29, 2017): 267–305. http://dx.doi.org/10.31743/spw.267.

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Abstract:
Il crescente sviluppo in Italia, nell’ultimo ventennio, della prassi pattizia a livello decentrato apre la via ad una “ulteriore nuova stagione” di relazioni tra Stato e Chiesa cattolica. Si tratta di una condizione che risulta riconducibile ad una pluralità di fattori. Da un lato, occorre ricordare il percorso di evoluzione delle autonomie locali successivo alla riforma del Titolo V, Parte II della Costituzione e, dall’altro, le trasformazioni che hanno toccato il diritto della Chiesa con riferimento, in particolare, al ruolo delle Conferenze episcopali regionali. E’ così possibile riscontrare nel tempo una sempre più significativa presenza di accordi a livello regionale ed “infra-regionale”. Al riguardo, si deve tuttavia precisare come, mentre la prima tipologia di fonti appaia inquadrabile prevalentemente in tre “macro-aree”, sia pure suscettibili di espansione qualora tale necessità venga avvertita, il secondo gruppo di accordi mostri contenuti estremamente diversificati quanto ai temi affrontati. Ciò nasce dall’esigenza di offrire risposte ai bisogni specifici di una determinata comunità, mediante relazioni tra i soggetti istituzionali e confessionali ad essa più vicini presenti sul territorio. In questo senso, può affermarsi come nell’ambito sociale, complice l’attuale percorso rivolto alla realizzazione di una cittadinanza “partecipativa”, il principio di sussidiarietà orizzontale trovi il suo “punto di contatto” con quello di collaborazione, sancito dall’art. 1 dell’Accordo di revisione concordataria. Si è dunque di fronte ad un articolato sistema di fonti, aventi diversa natura giuridica, ma in grado di misurarsi – in forza della loro duttilità – con la costante evoluzione dell’ordinamento civile e canonico, nel pieno rispetto del principio di laicità dello Stato.
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Giacomelli, Andrea, Luciano Massetti, Francesco Sabatini, and Elena Maggi. "Participatory Dark Sky Quality Monitoring from Italy: Interactions Between Awareness Raising and Research." International Journal of Sustainable Lighting 18 (December 31, 2016): 40–48. http://dx.doi.org/10.26607/ijsl.v18i0.20.

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Abstract:
Research on light pollution and its effects developed in Italy through a peculiar path. After originating seminal work in the late Nineties, above all the first world atlas of night sky brightness, the academic system apparently did not leverage this asset to a wider set of studies. In parallel, some activities which are prerequisites to research and analysis, such as measurement campaigns or development of calibration tests, were initiated in a “grassroots mode” by other sectors of society, such as non-governmental associations. One of the relevant example of this process is the BuioMetria Partecipativa project which was started in 2008 in Italy with the aim of encouraging non-professionals to collect data on light pollution as a strategy for environmental awareness raising. The BMP project conjugates this component with a scientific approach, allowing the collection of valuable quantitative environmental data, using a low-cost device, called Sky Quality Meter (SQM), provided to citizens. The measurements are loaded to a database on the project web site, and are published in a variety of formats. In 2011 the system was extended to collect data from fixed SQM stations for continuous monitoring, with the development of automated data harvesting procedures and leading to complement the citizen science measures with more high-quality time series of light pollution data. At the national level, the project obtained considerable recognition, in terms of citizen participation and media coverage. Most interestingly from a research perspective, the project acted as a trigger to initiate light pollution studies by Italian experts, namely in the areas of biometeorology and marine ecology. The article will review the process which led the authors to escalate their operations from awareness raising to research, and will provide an overview of the models and of the first tests conducted in the context of our research studies.
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Cantiani, MG. "Participatory approach in forest planning." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 3, no. 2 (June 13, 2006): 281–99. http://dx.doi.org/10.3832/efor0361-0030281.

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Rega, Rossella. "Culture partecipative e nuovo engagement." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 46 (March 2014): 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/sc2013-046009.

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Bosio, Albino Claudio, Guendalina Graffigna, and Serena Barello. "Uno scenario transdisciplinare per la salute: nuovo paradigma per la psicologia e gli psicologi?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (June 2021): 17–33. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002003.

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Abstract:
Si afferma in campo scientifico un nuovo approccio transdisciplinare alla salute (TDS) basato sul coinvolgimento partecipativo di più discipline e di più attori (di area scientifica e laica) nella costruzione di risposte alle domande sociali di salute. Descritto il fenomeno della TDS nelle sue caratteristiche principali (storiche, teoriche, me-todologiche) sono messe a fuoco le questioni aperte e le prospettive che tale approccio presenta. Infine, sono argomentate le ragioni per un coinvolgimento partecipativo della psicologia e degli psicologi nell'approccio TDS.
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Ceccarelli, Salvatore. "BiodiversitĂ , miglioramento genetico partecipativo e diritto al cibo. (Chi decide cosa mangerai stasera per cena?)." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2011): 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003004.

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Abstract:
Questo lavoro affronta il problema del controllo del seme e di conseguenza della sicurezza alimentare nel mondo. Man mano che il miglioramento genetico è passato dalle mani degli agricoltori che lo hanno praticato per migliaia di anni a quelle di privati, si è anche passati da una grande agro-biodiversità , dovuta al fatto che gli agricoltori miglioravano ciascuno per il proprio ambiente e per i propri usi, ad una pericolosa uniformità . Attualmente appena 3 colture (mais, riso e grano) forniscono il 60% delle calorie nel nostro cibo; se a ciò si aggiunge che quasi il 50% del mercato mondiale dei semi è nelle mani di quattro multinazionali, si capisce quanto la agro-biodiversità sia limitata. L'uniformità tra ed entro le colture le rende vulnerabili a malattie, insetti e ai cambiamenti climatici che già si stanno verificando e che già stanno avendo un effetto dannoso sulla produzione di cibo e sulla sua qualità . Il miglioramento genetico partecipativo ha il vantaggio rispetto al miglioramento genetico convenzionale di una maggiore efficacia negli ambienti marginali, di una maggiore rapidità nel produrre varietà e soprattutto di aumentare la agro-biodiversità sia nello spazio che nel tempo. Programmi di miglioramento genetico partecipativo che siano inclusivi hanno già dimostrato la loro efficacia nel caso degli agricoltori più marginalizzati. Un aspetto importante del miglioramento genetico partecipativo è che il controllo della produzione del seme torna nelle mani degli agricoltori i quali, con le capacità acquisite nel praticare il miglioramento genetico partecipativo, sono in grado di manipolare popolazioni evolutive, cioè grandi miscugli di genotipi che continuano ad evolversi nelle loro mani producendo continuamente genotipi via via meglio adattati. Il lavoro dimostra che operando una sintesi tra le conoscenze dei ricercatori e quelle degli agricoltori come accade nei programmi di miglioramento genetico partecipativo è possibile produrre un gran numero di varietà diverse ciascuna adattata ad uno dei tanti ambienti agrari che ci circondano, capaci di rendere gli agricoltori meno dipendenti da input esterni e meno vulnerabili nei confronti di malattie, insetti e cambiamenti climatici, e di conseguenza in grado di contribuire alla sicurezza alimentare di tutti noi.
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Simonetta Secondini. "Disability and sport as a tool to redefine social identity. The Content Analysis of some statements by disabled people." Technium Social Sciences Journal 10 (August 3, 2020): 553–65. http://dx.doi.org/10.47577/tssj.v10i1.1358.

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Abstract:
The aim of the present work is to underline that the partecipation in sport activies may be linked to identity formation and to the process of redefinition of identity, following events that led to phisical disabilities. Sport can be a tool capable of helping people with supervening disability to rebuild their identity. In addition, it may contibute to the modification of the common place which considers the disabled persons as an unfit person. In seeking to prove these assumptions, this study, by applying the Content Analysis, has qualitatively investigated, trough analyse of some open ended interviews, conducted from journalist to disabled people who practice sports, the most meanigful aspects of partecipation in adptive sports and if this partecipation can help the process of redefining of the identity or its negotiation and can help to bring out the resilient capacity of the subject.
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Allegretti, Giovanni. "Pratiche partecipative in Europa: quali nuove sfide?" PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (August 2013): 28–53. http://dx.doi.org/10.3280/pri2012-002004.

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Fanesi, Pier Paolo. "Costruire un bilancio partecipativo: l'esperienza di Grottammare." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (August 2013): 87–100. http://dx.doi.org/10.3280/pri2012-002007.

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Vittori, Francesco. "Le esperienze italiane di Sistemi partecipativi di garanzia." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 116 (June 2018): 110–29. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-116008.

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Sancetta, Giuseppe, and Francesco Mirone. "Gli strumenti finanziari partecipativi quale meccanismo di Creditor Engagement." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (November 2020): 9–39. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10113.

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Abstract:
Obiettivo del lavoro è quello di esaminare il complesso rapporto che si instaura tra creditori e debitori, nella fase delicata del concordato preventivo. Recenti esperienze documentano che l'utilizzo degli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), all'interno dei concordati preventivi, sembrerebbe esercitare effetti negoziali positivi. Gli SFP, in alcuni casi, appaiono in grado di facilitare i rapporti di engagement tra creditore e debitore, spingendo i creditori a sostenere l'omologa del concordato.L'uso degli SFP faciliterebbe, quindi, la difficile negoziazione dei rapporti tra creditori e debitori, favorendo il raggiungimento di un equilibrio tra tutti i player interessati, col duplice scopo di tutelare i creditori, ma, soprattutto, di assicurare continuità e stabilità all'impresa.In quest'ottica, si cercherà di rileggere gli SFP quale meccanismo di creditor engagement, con evidenti riflessi: da un lato, gli SFP potrebbero consentire una più facile negoziazione dei rapporti tra le parti, semplificando ed agevolando l'omologazione del concordato; dall'altro, il creditor engagement migliora la partecipazione dei creditori alla vita ed al governo societario dell'impresa e può assicurare agli stessi l'ottenimento di ulteriori benefici anche nel periodo successivo all'esecuzione del concordato.Il lavoro è suffragato da un'analisi di alcuni casi riguardanti aziende italiane che hanno utilizzato gli strumenti finanziari partecipativi nell'ambito di procedure concorsuali.
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Lorenzoni, Fabio. "La giustizia amministrativa tra paradigmi partecipativi e paradigmi garantistici." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 3 (May 2012): 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/ded2011-003011.

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Ferri, Vittorio. "Il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo: tre strumenti per il finanziamento della città pubblica." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1003.

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Abstract:
La costruzione della città pubblica richiede il finanziamento di politiche, progetti urbani e opere pubbliche. L'obiettivo principale di questo contributo è di richiamare l'attenzione su tre strumenti poco utilizzati dai comuni italiani per finanziare gli investimenti: il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo. Questi strumenti sono importanti per aumentare e migliorare il finanziamento della città pubblica.
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Tomei, Gabriele. "Come valutare la qualitŕ delle politiche per la cittadinanza? Due domande(teorico-metodologiche) ed un tentativo (empirico) di risposta." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2011): 45–71. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004004.

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Abstract:
La ricerca valutativa considera la partecipazione deglicome un requisito sempre piů importante, specialmente in considerazione delle pratiche di promozione dell'inclusione sociale e della cittadinanza che mettolo nal valutazione di fronte a nuove sfide sia sul piano teorico che metodologico. Discutendo del disegno della ricerca valutativa e commentando alcuni studi di caso, l'articolo riflette se e come l'approccio partecipativo modifichi la tradizionale logica valutativa.
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Ciucci, Filippo. "Valutazione e Pubblica Amministrazione: il contributo della partecipazione alla decisione." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (May 2010): 11–37. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001002.

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Abstract:
La valutazione puň contribuire ai processi decisionali. In particolare una strategia partecipata permette di venire fuori punti di vista, i bisogni, le aspettative e le questioni degli stakeholders. Ma il processo di partecipazione ha bisogno di essere seguito e metodologicamente verificato passo dopo passo: non č una strategia priva di rischi. I ricercatori devono essere attenti a coinvolgere gli stakeholders e ad utilizzare strumenti adatti. La partecipazione deve essere l'occasione per molti attori sociali e non un lusso per pochi. Nella prima parte di questo articolo sono riportate le misure e le caratteristiche dell'introduzione della valutazione nella Pubblica Amministrazione italiana. Nella seconda parte sono descritti i motivi e le dimensioni della valutazione partecipata, insistendo sulla sua utilitŕ per le politiche e per il processo decisionale.
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Laino, Giovanni. "Giovanni Laino. Innovazione delle politiche per l'abitare: una strategia enzimatica per il programma di recupero dei bassi a Napoli." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 206–23. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096009.

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Abstract:
Nell'ambito del dibattito relativo a una rilettura critica dei processi partecipativi, il presente contributo vuole approfondire gli aspetti connessi ai saperi coinvolti in tali processi, anche al fine di rileggere criticamente alcuni approcci al tema e offrire prospettive innovative utili al planning, partendo dal punto di vista delle pratiche di vita quotidiana, delle culture urbane e delle dinamiche di interazione, e rimettendo in discussione alcuni concetti come quello di "progetto".
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Cellamare, Carlo. "Pratiche, "saperi cittadini" e culture urbane in relazione ai processi partecipativi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096008.

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Abstract:
Nell'ambito del dibattito relativo a una rilettura critica dei processi partecipativi, il presente contributo vuole approfondire gli aspetti connessi ai saperi coinvolti in tali processi, anche al fine di rileggere criticamente alcuni approcci al tema e offrire prospettive innovative utili al planning, partendo dal punto di vista delle pratiche di vita quotidiana, delle culture urbane e delle dinamiche di interazione, e rimettendo in discussione alcuni concetti come quello di "progetto".
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Mazzoli, Gino. "Nuove vulnerabilitÀ come opportunitÀ per il ripensamento dei percorsi partecipativi." SALUTE E SOCIETÀ, no. 2 (November 2011): 50–68. http://dx.doi.org/10.3280/ses2011-002005.

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Bindi, Rosy. "Una democrazia dei partiti articolata e partecipata." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 2 (December 2010): 103–6. http://dx.doi.org/10.3280/ded2009-002013.

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Battistelli, Fabrizio. "Sicurezza urbana “partecipata”: privatizzata, statalizzata o pubblica?" Quaderni di Sociologia, no. 63 (December 1, 2013): 105–26. http://dx.doi.org/10.4000/qds.425.

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Fabbri, Michele. "Consensus and partecipation: the role of natural parks." Journal of Science Communication 03, no. 03 (September 21, 2004): C01. http://dx.doi.org/10.22323/2.03030301.

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Abstract:
Natural parks are a place where science communicates with the public, involving dimensions ranging from the knowledge of living species to the relationship between man and nature, the environmental policy decisions and the anthropic impact assessments. Natural parks are therefore an important arena for scientific communication where the "shared participation" tools play a fundamental role. To this end, we report a few international experiences that illustrate the role of the interest holders and the importance of coordination of the parties involved in the management of parks.
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