Academic literature on the topic 'Parità di trattamento'

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Journal articles on the topic "Parità di trattamento"

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Morresi, Ferdinando. "Integrazione. Evoluzione del diritto? Integration. Development of Law? Integração. Evolução do Direito?" Revista Confluências Culturais 7, no. 2 (October 11, 2018): 9. http://dx.doi.org/10.21726/rccult.v7i2.610.

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Abstract:
In questo articolo cerco di descrivere alcuni elementi emergenti nelle politiche migratorie, rispetto alla cittadinanza, assumendo che il fenomeno sia rilevante per discutere il cambiamento di significato dello Stato di diritto coinvolto nel processo. Secondo alcune premesse hegeliane e schmittiane, l’analisi delinea che alcuni simboli adottati per governare le politiche di immigrazione e cittadinanza tendono a non fare alcuna differenza tra i due poli. Questo tipo di indifferenza simbolica viene valutato come un tradimento del principio di parità di trattamento e, allo stesso tempo, si stima che alcuni nuovi miti siano necessari per rinfrescare l’ordine legale e conferire ad esso un significato più profondo in termini di giustizia reale.
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Casadonte, Annamaria, and Alberto Guariso. "L'azione civile contro la discriminazione: rassegna giurisprudenziale dei primi dieci anni." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (July 2010): 59–85. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002004.

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Abstract:
Sommario:1. L'evoluzione normativa2. Il diritto alla parità di trattamento nella cornice dei diritti fondamentali3. Il "combinato disposto" degli artt. 43 TU n. 286/1998 e 2-3 d.lgs. 215/20034. La casistica giurisprudenziale: a) la c.d. emergenza nomadi; b) cittadinanza e lavoro pubblico5. I profili processuali: a) natura del procedimento; b) giurisdizione; c) legittimazione ad agire; d) interesse ad agire; e) poteri del giudice e provvedimento conclusivo: inibitoria e risarcimento; f) impugnazione
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G. Lazar, Susan. "Il ruolo della terapia psicodinamica e gli ostacoli alla sua diffusione." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2021): 605–22. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004004.

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Abstract:
Dalle ricerche emerge che la terapia psicodinamica è efficace in modo specifico per pazienti con disturbi di personalità, disturbi cronici d'ansia e depressivi e anche disturbi cronici complessi. Inoltre, la frequenza settimanale e la durata della terapia hanno effetti positivi indipendenti tra loro. Uno degli ostacoli alla diffusione della terapia psicodinamica è il fatto che vengono preferiti i trattamenti brevi, in particolar modo la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), considerata spesso il gold standard (cioè la terapia migliore che ci sia) nonostante i problemi che sono stati rilevati nelle metodologie delle ricerche sperimentali, nella validità dei risultati in suo favore, nella generalizzabilità dei risultati e nei metodi diagnostici utilizzati. Un altro ostacolo all'erogazione della terapia psicodinamica risiede nei protocolli delle compagnie assicurative vigenti in molti Paesi, che guardano al contenimento dei costi anziché fornire ai pazienti un trattamento ottimale; negli Stati Uniti, ad esempio, tradiscono il mandato del Mental Health Parity Act, la legge che obbliga che i limiti massimi di copertura assicurativa per i disturbi mentali non seguano criteri diversi da quelli per i trattamenti ottimali dei problemi medici o chirurgici.
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Bonaldi, G. "La Neuroradiologia interventistica nella patologia del basicranio." Rivista di Neuroradiologia 13, no. 3 (June 2000): 495–507. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300317.

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Abstract:
Il basicranio è sede di una grande varietà di eventi patologici; la sua complessità anatomica condiziona una difficile accessibilità terapeutica, in particolare chirurgica. La neuroradiologia interventistica diviene quindi strumento di grandi utilità e versatilità, potendo da un lato intervenire a supporto del chirurgo, con tecniche di embolizzazione preoperatoria, dall'altro potendo realizzare trattamenti definitivi di lesioni non altrimenti aggredibili. Le lesioni neoplastiche di interesse neurointervenzionistico che più frequentemente coinvolgono tale distretto sono: - i meningiomi, tendenzialmente meno ipervascolari rispetto a quelli della volta, possono beneficiare di un'embolizzazione preoperatoria, in tal caso solitamente realizzata con particelle solide di piccole dimensioni. L'obiettivo è quello di ottenere una devascolarizzazione il più radicale e il più distale possibile; per tale motivo vengono utilizzate particelle anche di diametro medio inferiore ai cento micron, le particelle più usate sono di P.V.A. (gelatina di alcol di polivinile), la tecnica è quella della microcateterizzazione iperselettiva dei rami durali afferenti. Spesso l'asportazione radicale di neoplasie della base cranica (tipicamente i meningiomi della regione cavernosa) non può prescindere da una dissecazione del tumore dalle pareti dall'arteria carotide interna, con conseguente rischio intraoperatorio di lesione od occlusione della stessa. In questi casi diventa importante l'esecuzione preoperatoria di un test d'occlusione per valutare i circoli di compenso. - I chemodectomi sono tumori ipervascolari, pressoché ubiquitari ma la cui sede più frequente è rappresentata dalla regione timpano-giugulare. Una loro asportazione chirurgica totale, che può condurre alla completa guarigione, non può assolutamente prescindere da una devascolarizzazione preoperatoria mediante embolizzazione. Quest'ultima può essere realizzata sia con particelle solide, sia con colle acriliche. - L'angiofibroma giovanile naso-faringeo è una lesione neoplastica benigna, modicamente vascolarizzata, originante a livello del forame sfeno palatino, spesso con coinvolgimento verso l'alto delle regioni etmoidali e del basicranio anteriore, con apporti al circolo patologico neoformato originanti dai sifoni carotidei o dalle arterie oftalmiche, di difficile embolizzazione per via endovascolare con tecnica di microcateterismo; la neoplasia può quindi essere embolizzata mediante puntura diretta (attraverso orifici naturali o per via percutanea) e successiva iniezione di colla acrilica. Alcune malformazioni vascolari che coinvolgono il basicranio sono di particolari interesse terapeutico mediante gli approcci endovascolari della neuroradiologia interventistica. Gli aneurismi del sifone carotideo intracavernoso, che solitamente si rendono evidenti clinicamente quando raggiungono le dimensioni dell'aneurisma gigante, possono essere trattati mediante embolizzazione selettiva con spirali di Guglielmi e risparmio dell'arteria portante; più frequentemente per il loro trattamento è necessario il sacrificio dell'asse carotideo interno, mediante occlusione con palloncini staccabili previo test d'occlusione. Le fistole carotido cavernose dirette sono più spesso di natura post-traumatica, meno frequentemente da rottura di aneurisma intracavernoso, da collagenopatia, da displasia fibro-muscolare. Il trattamento endovascolare è particolarmente elegante, e uno dei primi trattamenti eseguiti a livello intracranico per via endovascolare. La tecnica consiste nel ripristinare la normale pervietà dell'arteria carotide interna, occludendo il tramite patologico, mediante gonfiaggio di un palloncino staccabile nel versante venoso. Solo nelle lesioni traumatiche più gravi, con lacerazioni irregolari o multiple della parete arteriosa, può essere necessario il sacrificio della stessa. È possibile in casi selezionati anche un trattamento per via venosa, mediante stipamento del seno cavernoso con spirali staccabili di Guglielmi. Le fistole durali più frequenti sono a livello della loggia cavernosa e delle regioni dei seni trasverso e sigmoideo. Esse possono essere trattate mediante embolizzazione degli apporti arteriosi durali, con particelle solide oppure con con colle acriliche; è possibile anche un approccio per via venosa a livello di un seno durale di scarico, solitamente occluso per pregresso evento trombotico, e successivo stipamento con spirali metalliche. Nei casi ritenuti chirurgici, con clippaggio dell'origine delle vene di scarico intracraniche, l'embolizzazione preoperatoria può ridurre il rischio dell'intervento diminuendo la pressione nelle strutture venose.
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Giammusso, Bruno. "Eiaculazione precoce: quali trattamenti?" RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 84–87. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002017.

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Abstract:
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Trani, Antonio, Antonio Cardinale, and Pierluigi Antonino Cappiello. "La terapia dell’insufficienza venosa cronica." Cardiologia Ambulatoriale 29, no. 1 (May 30, 2021): 63–72. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-8.

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Abstract:
La malattia venosa cronica è una patologia ad altissima prevalenza nella popolazione generale, caratterizzata da andamento cronico e progressivo. Secondo la classificazione internazionale CEAP, viene differenziata in stadi di complessità e gravità crescenti, da C0 a C6. Si è soliti definire gli stadi iniziali C0-C2 nel loro complesso come malattia venosa cronica propriamente detta, mentre gli stadi avanzati C3-C6 definiscono più propriamente l’insufficienza venosa cronica. Senza un trattamento adeguato, la malattia venosa tende a peggiorare e progredire inevitabilmente verso gli stadi più avanzati, caratterizzati dalle ulcere venose. La causa iniziale e l’aggravamento progressivo sono sostenuti da stimoli infiammatori a carico della parete venosa e dei tessuti perivenosi, che provocano un danno strutturale di parete e delle valvole venose, conducendo all’ipertensione venosa e compromettendo la fisiologica funzione del ritorno venoso. In relazione allo stadio e alla severità, la malattia venosa cronica richiede tipologie di trattamento differenziate, sulla base dei sintomi e segni prevalenti, comprendenti l’utilizzo di farmaci venoattivi in associazione con tecniche interventistiche mininvasive e chirurgiche.
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Corvaja, Fabio. "L'accesso dello straniero extracomunitario all'edilizia residenziale pubblica." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (September 2009): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-003005.

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Abstract:
1. Le premesse costituzionali: il diritto all'abitazione come diritto fondamentale e le garanzie dell'eguaglianza per gli stranieri (tra eguaglianza in senso stretto, ragionevolezza dei trattamenti differenziati, divieto di discriminazione)2. Il principio di paritŕ di accesso all'edilizia residenziale pubblica nella legislazione ordinaria dello Stato3. I requisiti di accesso all'ERP nella legislazione regionale, tra discriminazioni dirette e discriminazione indirette4. I dubbi sulla costituzionalitŕ delle discipline regionali che limitano (direttamente o indirettamente) l'accesso agli alloggi ERP da parte degli stranieri extracomunitari5. Una considerazione finale (con un po' di ottimismo volontaristico)
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Battistella, P. A., D. L. Fiore, M. Pellone, and K. Pardatscher. "Il trattamento endovascolare dell'aneurisma della vena di Galeno." Rivista di Neuroradiologia 7, no. 4 (August 1994): 671–81. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700416.

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Abstract:
L'aneurisma della vena di Galeno (AVG) è una rara condizione malformativa artero-venosa cerebrale: essa è caratterizzata dalla presenza di shunts artero-venosi unici o multipli a livello della parete della vena mediana del prosencefalo. L'espressione clinica dell'AVG è età dipendente: in età neontale si manifesta con scompenso cardiaco, nell'infanzia con macrocefalia, idrocefalo sopratentoriale ostruttivo da compressione dell'acquedotto ed eventuali manifestazioni convulsive secondarie ad emorragie. Può rimanere, peraltro, anche a lungo silente, determinando solo in età giovanile-adulta cefalea, sintomi neurologici focali o manifestazioni convulsive causate da sanguinamenti. La mortalità per tale patologia non trattata è elevata, specie nelle forme ad esordio neontatale. Viene presentato un paziente di 8 anni con riscontro di AVG di tipo murale alla RM eseguita per cefalea ricorrente e macrocefalia, uniche manifestazioni cliniche della malformazione vasculare. Nel corso di 3 sedute di terapia endovascolare per via arteriosa vengono esclusi i 5 peduncoli afferent all'AVG (4 a partenza dall'arteria cerebrale posteriore destra ed 1 a partenza dalla arteria cerebrale posteriore sinistra), ottenendo sia la guarigione angiografica della lesione vascolare, sia la completa remissione della sintomatologia cefalalgica, senza alcuna complicanza. Vengono quindi discussi: a) i differenti quadri anatomo-patologici dell'AVG secondo le più recenti classificazioni; b) le diverse tecniche diagnostiche utilizzabili a seconda dell'età; c) i diversi approcci del trattamento chirurgico ed endovascolare (arterioso e venoso), confrontando rischi e risultati; d) i rischi della derivazione liquorale rispetto all'approccio diretto sull'AVG. L'embolizzazione rappresenta attualmente la metodica terapeutica più valida nella cura di questa patologia, grazie soprattutto ai progressi tecnici per quanto riguarda sia i materiali impiegati per il cateterismo superselettivo dei vasi cerebrali, sia i diversi agenti embolizzanti (NBCA, «Coils»). Tale trattamento è in grado di dare risultati eccellenti quali l'esclusione morfologica completa dell'AVG e percentuali di miglioramento in oltre il 50% dei casi, con trascurabile morbilità e drastica riduzione della mortalità rispetto ai soggetti operati o non trattati.
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Cazzato, Luciano, Claudia Citarella, Margherita Casanova, Angela Tullo, Maria Luigia Iaculli, and Vincenza D’Onghia. "La granulocitoaferesi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S23—S26. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1085.

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Abstract:
Rettocolite Ulcerosa e Morbo di Crohn, note come Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, sono largamente diffuse nei paesi occidentali. L'eziologia è multifattoriale e comprende una predisposizione genetica e squilibri immunologici del tratto digerente che attivano il processo flogistico della parete intestinale. La terapia delle Malattie Infiammatorie Intestinali comprende amino salicilati, cortisonici, immunosoppressori, ciclosporina e agenti biologici, farmaci gravati da una grave tossicità a lungo termine e da fenomeni di resistenza. Dal momento che granulociti e monociti attivati, insieme a citochine proinflammatorie e alla deregolazione dell'attività dei linfociti T regolatori (T®), hanno un ruolo cruciale nell'infiammazione cronica intestinale, l'aferesi selettiva dei monociti e dei granulociti, una tecnica che rimuove i leucociti attivati dal sangue in regime di circolazione extracorporea, potrebbe rappresentare un presidio terapeutico sicuro ed efficace. Vari studi multicentrici sull'efficacia terapeutica della granulocitoaferesi hanno dimostrato che questa rappresenta un'opzione sicura per i pazienti resistenti alla terapia farmacologica oppure un trattamento ben tollerato in associazione con protocolli terapeutici tradizionali, capace di indurre periodi di remissione clinica prolungati e una significativa riduzione dell'assunzione di cortisonici. Ulteriori studi sono necessari per definire meglio la frequenza del trattamento, i volumi ematici da processare, la migliore terapia farmacologica da associare alla granulocitoaferesi e la sua efficacia in altre patologie autoimmuni.
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Biondi, Dal Monte Francesca. "Cittadinanza europea, libera circolazione e paritŕ di trattamento. Il diritto all'assistenza sociale dei cittadini dell'Unione." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 4 (April 2013): 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/diri2012-004003.

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Dissertations / Theses on the topic "Parità di trattamento"

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PENSATO, MARCO. "La parità di trattamento tra soci nelle società per azioni non quotate." Doctoral thesis, Università Bocconi, 2021. http://hdl.handle.net/11565/4035687.

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Abstract:
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L’elaborato esamina il principio di parità di trattamento tra soci nella disciplina delle società per azioni che non fanno ricorso al mercato di capitale di rischio, con l’obiettivo di dare risposta al delicato interrogativo circa la sussistenza di un principio generale di parità di trattamento all’interno dell’ordinamento societario. La trattazione fornisce una panoramica relativa alla regola paritaria considerando il suo significato e ambito di applicazione ed esaminando le principali teorie dottrinali, l’applicazione o il richiamo del principio nella giurisprudenza e nelle massime notarili, nonché l’operatività del principio nelle discipline affini. L’elaborato procede a fornire una ricostruzione della parità di trattamento alla luce del ruolo che il principio assume in altri ambiti del diritto, dell’impianto normativo vigente, e dei caratteri preminenti che sembrano caratterizzare la disciplina delle società per azioni “chiuse” a seguito della Riforma societaria del 2003. Gli elementi emersi nel corso della trattazione portano a concludere che la parità di trattamento non possa rappresentare un principio generale dell’ordinamento societario e che il limite all’autonomia privata degli organi sociali e al principio di maggioranza sembra possa individuarsi preferibilmente in un generale divieto al compimento di discriminazioni abusive nei confronti dei soci. L'elaborato offre altresì un breve approfondimento sulla figura dell’abuso del diritto, quale strumento alternativo alla regola di parità di trattamento per tutelare le posizioni individuali dei soci da possibili soprusi, ed esamina alcune ipotesi applicative al fine di verificare le conclusioni proposte. Il risultato sembra testimoniare che la svalutazione del ruolo del principio di parità di trattamento nella disciplina delle società per azioni non quotate non pare abbia riflessi concreti particolarmente rilevanti, perlomeno con riferimento ad eventuali abusi posti in essere dall’organo assembleare. Alla luce della ricostruzione offerta nell’elaborato, la parità di trattamento tra azionisti troverà così applicazione solo ove oggetto di previsione normativa esplicita e potrà in ogni caso costituire un campanello d’allarme circa la possibile presenza di abusi sanzionabili.
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BORETTI, Gregorio. "Frammentazione dello status giuridico di lavoratore e parità di trattamento negli accordi di associazione UE-paesi terzi." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2478845.

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Abstract:
L’elaborato ha ad oggetto la disciplina del lavoro extracomunitario all’interno dell’Unione Europea. Esso mira ad analizzare la tutela giuridica dei lavoratori stranieri nell’ordinamento europeo e nazionale. Dopo una attenta ricostruzione storica delle politiche comunitarie in materia di migrazione economica, volta a metterne in evidenza il carattere frammentario ed eccessivamente settoriale, si passa ad una ricognizione delle differenti tipologie di lavoratore di Paese terzo come delineate dalle direttive europee, concentrandosi in particolare sulle norme in materia di parità di trattamento nell’ accesso al lavoro, nelle condizioni di lavoro e nella sicurezza sociale. Le medesime clausole di parità vengono poi esaminate con riguardo ad una fonte poco esplorata dalla dottrina, eppure particolarmente ricca di importanti ricadute per la materia oggetto dell’indagine: gli accordi di associazione UE-Paesi Terzi. Tali accordi, infatti, si caratterizzano per una disomogeneità nel livello di tutele tale da esacerbare ulteriormente quel senso di perenne frammentarietà che pervade il settore. Se da un lato, infatti, essi garantiscono una protezione piuttosto ampia ai lavoratori (altamente qualificati) provenienti dai Paesi economicamente più progrediti, ben diversa è la situazione della manodopera a basso costo delle nazioni meno industrializzate. Un approccio utilitaristico purtroppo largamente riscontrabile nel diritto del lavoro europeo. La parte finale è dedicata alla normativa italiana in materia di lavoro degli stranieri extracomunitari e della sua compatibilità o meno con il diritto dell’Unione Europea sopra esaminato, soprattutto con riferimento al Testo Unico Immigrazione, alle norme in materia di accesso al Pubblico Impiego e alla sicurezza sociale.
The thesis deals with the discipline of non-EU work within the European Union. It aims to analyze the legal protection of foreign workers in the EU and national law. After a careful historical reconstruction of the EU policies on economic migration, aimed at highlighting their fragmentary and excessively sectorial nature, we move on to an analysis of the different types of Third Countries national workers as outlined by the European Directives, focusing in particular on the rules on equal treatment in access to work, working conditions and social security. The same equality clauses are then examined with regard to a source little explored by the doctrine, yet particularly rich in important implications for the subject under investigation: the EU-Third Countries Association Agreements. These agreements, in fact, are characterized by a lack of homogeneity in the level of protection such as to further exacerbate that sense of perennial fragmentation that pervades the sector. While, on the one hand, they guarantee rather extensive protection to (highly qualified) workers from economically more advanced countries, the situation of low-cost labor in less industrialized nations is quite different. A utilitarian approach unfortunately largely found in European labor law. The final part is dedicated to the Italian legislation on the work of non-EU foreigners and its compatibility or otherwise with the European Union law examined above, especially with reference to the Testo Unico Immigrazione, the rules on access to public employment and social Security.
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Dalla, Rosa Ilaria <1975&gt. "La direttiva 2006/54/CE: la parità di trattamento uomo-donna nell'accesso al lavoro tra strumenti di soft-law e ruolo della Corte di giustizia." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/930.

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CASSANO, GIULIA. "IL MULTICULTURALISMO NEL RAPPORTO DI LAVORO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/925248.

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Abstract:
The research conducted in this doctoral thesis aims to investigate the protection offered by labour law to multicultural workers. The problem is analysed from the angle of the prohibitions of discrimination. It first reconstructs the regulatory framework, at an international, European and Italian level, with particular reference to the analysis of the risk factors directly connected with the phenomenon of multiculturalism (ethnic origin, language, race, religion). It then goes on to study the structure of the prohibitions of discrimination, dwelling on the possible configurability of a right to equal treatment. Having affirmed the existence of such a right, its characteristics are analysed, also in the light of the traditional debates of interpreters and scholars of anti-discrimination law. Subsequently, the study focuses on the search for the limits – internal and external – of the right to equal treatment. With reference to the external limits, in particular, the discussion is articulated by reasoning on the basis of two different declinations of the right to equal treatment, for which the point of balance is sought with respect to other rights worthy of protection: the constitutionally protected rights of third parties and the right to freedom of enterprise under Article 41 of the Italian Constitution. With this in mind, a number of hypotheses are analysed that have been the focus of attention of anti-discrimination law scholars as well as national and supranational courts. In this context, the nature of the obligation of “reasonable accommodation”, provided for by law for discrimination on the grounds of disability, is also reconstructed, and its possible extension to all other hypotheses of discrimination is investigated by way of interpretation.
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IACOVANO, CLARA. "SVILUPPO DI UN MODELLO IBRIDO AVANZATO URANS/LES E TRATTAMENTO DI PARETE DEDICATO PER FLUSSI TURBOLENTI COMPLESSI E CONFINATI." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1277161.

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Abstract:
La metodologia standard utilizzata per modellare flussi turbolenti multidimensionali in simulazioni di motori a combustione interna (ICE) si basa sull’approccio “Unsteady Reynolds Averaged Navier Stokes” (URANS). Esso garantisce sufficiente accuratezza con un costo computazionale limitato modellando l’intero spettro turbolento. Tuttavia, per diverse applicazioni tale approccio non fornisce il grado di dettaglio richiesto in fase di progettazione. La rapida diffusione di efficienti risorse di calcolo ha consentito l’uso di approcci “Large Eddies Simulations” (LES), soprattutto per analisi di flussi, combustione, spray e variabilità ciclica (CCV). L’approccio LES offre una descrizione spaziale e temporale dettagliata della turbolenza risolvendo le scale grandi (problema-dipendenti, anisotrope e ricche di energia) e modellando le più piccole (isotrope e universali). Tuttavia, il suo uso, per simulazioni ad alto numero di Reynolds (HR), è ancora limitato a causa dell’alto costo computazionale. In flussi lontani da pareti il numero di nodi di griglia stimato per simulazioni LES è legato al numero di Reynolds secondo la legge N=Re0.4. Per flussi intorno le pareti, la scala integrale della turbolenza è molto piccola, confrontabile con lo spessore dello strato limite e i forti gradienti in direzione normale alla parete vincolano l’altezza di cella in tale direzione. Inoltre, la risoluzione delle strutture più piccole richiede il raffinamento della griglia anche in direzione tangenziale ottenendo così la legge N=Re1.8. Tale approccio è noto come “Wall-Resolved LES” (WRLES) e esige uno sforzo computazionale eccessivo anche per applicazioni con numeri di Reynolds moderati, quali sono le simulazioni motoristiche. Una possibile alternativa all’approccio WRLES è fornita dai trattamenti ibridi URANS/LES, sempre più diffusi per simulazioni HR ed includono un gran numero di sottoclassi come Detached Eddy Simulation (DES) e sue varianti, Scale Resolving Simulation (SAS) e la più recente Stress-Blended Eddy Simulation (SBES). Soffermandosi sul modello DES, esso prevede la risoluzione delle scale grandi, lontane da parete, mentre quelle piccole, nello strato limite, sono modellata in ambiente RANS, che vanta decenni di studi nella descrizione dello strato limite. Tale approccio richiede griglie raffinate in direzione normale la parete, dove y+≈1 è limitato dall’uso del trattamento RANS Low Reynolds, ma meno raffinata parallelamente ad essa. Il trattamento DES, originariamente definito sul modello RANS ad una equazione di Spalart-Allmaras (S-A), può essere applicato a qualsiasi modello “eddy viscosity” in cui il criterio di switch agisce o sulla viscosità turbolenta o sull’energia cinetica turbolenta. In generale, in tutte le formulazioni DES il modello di background RANS emula il modello LES di Smagorinsky (o altri come Yoshizawa). In tale contesto, il presente lavoro di tesi mira a sviluppare una metodologia robusta e stabile per l’uso del trattamento turbolento Zonal-DES in simulazioni CFD-3D di motori a combustione interna. La metodologia proposta agisce su entrambi i termini di produzione e dissipazione dell’energia cinetica turbolenta e il criterio di switch è attivo su tutti nodi di calcolo, senza alcuna interfaccia tra i due approcci. Inoltre, è stato usato uno trattamento di parete dedicato, al fine di preservare l’approccio HR, basato sull’uso di wall functions. La metodologia è stata testata prima su un caso test di riferimento ampiamente riportato in letteratura e in seguito adottata in simulazioni multi-ciclo di due motori da ricerca ad accesso ottico. I risultati delle simulazioni motoristiche dimostrano l’affidabilità e l’efficienza della metodologia proposta, adatta ad l’analisi “Scale-Resolving” e volta a indagare fenomeni dominati dalla turbolenza nei motori ad iniezione diretta.
The standard methodology to model turbulent flows in multidimensional internal combustion engine (ICE) simulations is still the Unsteady Reynolds Averaged Navier Stokes (URANS) approach. It allows both sufficient accuracy and limited computational cost modelling the whole turbulence spectrum. However, for several applications, RANS models cannot provide the degree of accuracy required during the design process (i.e. aero-acoustics simulations and massive separation phenomena). The rapid spread of cost-effective HPC resources has increased the use of Large Eddies Simulations (LES) turbulence treatment, especially for the analysis of cold flow, combustion, spray and cycle to cycle variability (CCV). LES approach offers accurate spatial and temporal descriptions of turbulence, resolving only the large scales (problem-dependent, anisotropic, and full of energy) and modelling the small ones (universal and isotropic). However, the application of LES models for High Reynolds (HR) number simulations, is still limited because of the high computational costs. For free shear flows, the number of grid points required for a LES simulation scales according to O(Re0.4). In wall-bounded flows, the turbulence length scale near the walls becomes very small compared to the boundary layer thickness and the high gradients impose a very small computational grid size in the wall-normal direction. Moreover, to resolve the small isotropic scales in the boundary layer, a high-resolution grid in the tangential direction is required as well, leading to more rigid scaling, i.e. O(Re1.8). This kind of LES approach is called Wall-Resolved LES (WRLES) and it is prohibitively expensive even for moderate HR number applications, such as ICEs simulations. A possible alternative to WRLES is represented by hybrid URANS/LES models, which are more and more diffused for HR number applications and include a great number of subclasses, such as Detached Eddy Simulation (DES) and its variants, Scale Resolving Simulation (SAS) and the more recent Stress-Blended Eddy Simulation (SBES) models. Focusing on DES, it is based on the principle that large eddies are resolved away from walls while the small ones, in the boundary layer, are modelled with RANS closures which have decades of validation in boundary layer description. It requires a fine grid at walls only in the wall-normal direction, where y+≈1 is required for the RANS Low Reynolds turbulence model, and a coarse grid in the tangential direction. It was originally proposed for the RANS Spalart-Allmaras (S-A) one equation model, but it can be applied to any others eddies viscosity models in which the switching criterion acts on either turbulent viscosity or turbulent kinetic energy. In general, all DES formulations performance to reduce the background RANS approach to a Smagorinsky-type SGS one-equation model (or similar such as the Yoshizawa one). In this framework, the present work aims at finding a stable and robust methodology to apply the Zonal-DES hybrid turbulence treatment in CFD-3D ICEs simulations. The proposed methodology acts on both the production and dissipation terms of the turbulent kinetic energy transport equation and the switching criteria applies to all grid nodes, both near-walls and bulk flows, without any kind of interface between the two approaches. A dedicated near-wall treatment is added to preserve the well-established HR approach in the first near-wall cell, based on the use of wall function. The methodology has been tested, at first, on a reference test case widely reported in literature and subsequently for multi-cycle simulations of two reference single-cylinder optical research engines. The engine simulations results demonstrate consistency and efficiency of the proposed methodology, which is a suitable candidate for affordable scale-resolving analyses aiming at evaluating turbulence-governed phenomena in direct-injection engine.
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6

LICARI, Leo. "IMPIEGO DI SCAFFOLD SINTETICO PER IL TRATTAMENTO E LA PREVENZIONE DEL LAPAROCELE – MODELLO SPERIMENTALE NELLA CHIRURGIA RIGENERATIVA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/575051.

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Books on the topic "Parità di trattamento"

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Vidiri, Guido. La parità di trattamento: Il lavoro femminile. Padova: CEDAM, 1997.

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2

Migliaccio, Emanuela. Parità di trattamento e concorso dei creditori. Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 2012.

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3

Santucci, Rosario. Parità di trattamento, contratto di lavoro e razionalità organizzative. Torino: G. Giappichelli, 1997.

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4

Tremolada, Marco. Autonomia privata e parità di trattamento fra lavoratori. Padova: CEDAM, 2000.

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5

Govi, Elisabetta, ed. BIRTH. Archeologia dell’infanzia nell’Italia preromana. Bologna University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.30682/disciarche31.

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Abstract:
L’archeologia dell’infanzia è un campo di ricerca molto attuale nel quadro internazionale degli studi dedicati all’antichità e negli anni più recenti ha visto una crescita considerevole anche grazie all’approccio interdisciplinare che arricchisce le indagini archeologiche di prospettive complementari, prime fra tutte quella dell’antropologia fisica e culturale. Il mondo infantile resta tuttavia molto difficile da analizzare per la scarsa visibilità che i bambini hanno in termini archeologici, a causa della fragilità dei resti ossei e della limitata evidenza sul piano sociale e culturale. Occorre allora adottare specifiche metodologie di indagine, capaci di fare emergere le tracce di una componente delle comunità antiche tanto significativa, quanto poco rappresentata a livello funerario. La attenta lettura contestuale dei dati riferibili ai bambini è il necessario presupposto per approdare a corrette ipotesi ricostruttive sulla percezione che ogni popolo aveva dell’infanzia. L’opera affronta il tema per la prima volta in modo sistematico e organico, mappando il fenomeno delle sepolture infantili nell’Italia del primo millennio a.C. Trenta saggi, scritti da circa sessanta studiosi, rendono questo volume la più aggiornata e completa raccolta di dati e di studi sull’archeologia dell’infanzia della penisola nell’età preromana. L’attenzione è rivolta non solo all’ambito sepolcrale, certamente il più ricco di informazioni, ma anche a quelli abitativo e santuariale molto meno noti, per ottenere un quadro conoscitivo il più possibile esteso e articolato. Dopo alcuni saggi che introducono alla riflessione teorica sviluppatasi attorno al tema, la prima parte dell’opera è dedicata ad un caso studio del mondo etrusco, oggetto di un recente progetto multidisciplinare; la seconda parte comprende numerosi contributi sull’Etruria, un territorio per il quale mancava finora una visione d’insieme su tutti i principali centri; la terza parte raccoglie saggi sulle popolazioni dell’Italia antica, offrendo uno straordinario sguardo sul mosaico di culture; infine un saggio finale, che delinea le coordinate culturali e antropologiche del fenomeno, valorizza la ricchezza e la complessità dell’opera. BIRTH costituisce il più completo strumento di conoscenza e di analisi del comportamento dei popoli dell’Italia antica nel trattamento funerario del bambino. Numerose appendici forniscono una dettagliata registrazione delle tombe infantili, base per ogni ricostruzione storica. L’opera è il primo passo di un percorso di studi destinato a proseguire, perché ancora molte sono le prospettive di indagine che l’archeologia dell’Italia preromana consente di sviluppare nell’ambito del più vivace dibattito scientifico internazionale sull’infanzia.
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