Dissertations / Theses on the topic 'Paralisi Cerebrali Infantili'

To see the other types of publications on this topic, follow the link: Paralisi Cerebrali Infantili.

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the top 34 dissertations / theses for your research on the topic 'Paralisi Cerebrali Infantili.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Browse dissertations / theses on a wide variety of disciplines and organise your bibliography correctly.

1

Battaglia, Laura Rosaria. "Studio osservazionale longitudinale delle caratteristiche cognitive e motorie nelle paralisi cerebrali infantili: differenze di genere." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1048.

Full text
Abstract:
Introduzione Un gran numero di ricerche ha mostrato differenze genere-correlate in condizioni di normalità e in varie condizioni cliniche mettendo in evidenza la influenza del genere su eziologia, diagnosi, trattamento e prevenzione. L'influenza del genere sulla risposta del sistema nervoso centrale all¿azione di noxae patogene è stata messa in luce da numerose scoperte relative agli aspetti biologici, genetico-evoluzionistici, biochimici, isto-morfologici, anatomo-strutturali che rappresentano importanti punti di partenza per la ricerca di potenziali interventi di neuroprotezione in base al genere. In questa tesi presentiamo i risultati di uno studio longitudinale effettuato su bambini seguiti periodicamente presso l¿Ambulatorio di Paralisi Cerebrali Infantili dell¿Università di Catania allo scopo di mettere in evidenza il ruolo del genere nell¿outcome cognitivo e motorio di soggetti in età evolutiva con forme spastiche di Paralisi Cerebrale Infantile (PCI). Materiali e metodi Per questo studio condotto, in un periodo di 2 anni (2010-2011) è stato preso in considerazione un campione costituito da n. 38 bambini (n. 17 femmine e n. 21 maschi) tutti sottoposti ad una prima valutazione (età compresa tra i 24 mesi e gli 8 anni) e ad una seconda valutazione (età compresa tra i 4 e i 10 anni) per la definizione di un quoziente di sviluppo (QS), mediante CAT-CLAMS, e del funzionamento intellettivo generale, mediante Scale d¿Intelligenza Wechsler; ad entrambi i tempi è stata effettuata una valutazione delle funzioni grosso-motorie mediante GMFM, classificate come livelli GMFCS. Risultati Lo studio, in accordo con precedenti lavori, ha dimostrato la presenza di differenze genere-correlate nell¿ambito dello sviluppo psicomotorio di bambini con PCI durante i primi 4 anni di vita; nel nostro campione, le femmine emiplegiche hanno mostrato, rispetto ai maschi, un maggiore QS alla scala CAT-CLAMS e, successivamente, un maggiore QIT ai test psicometrici standardizzati riflettendo, tale risultato, la stabilità nel tempo di un favorevole sviluppo cognitivo nel genere femminile; indipendentemente dal genere, i bambini emiplegici, hanno mantenuto nel tempo le loro abilità grosso-motorie entro il I livello GMFCS, in assenza di significative modificazioni nei punteggi riportati alle dimensioni GMFM. Lo studio ha messo in rilievo il migliore sviluppo grosso-motorio delle femmine diplegiche attribuibile alle migliori performances mostrate alla dimensione D (stazione eretta) della GMFM ed alla riclassificazione delle performances grosso-motorie di due femmine diplegiche dal III livello al II livello GMFCS. I bambini tetraplegici appartenevano più frequentemente al IV e al V livello, similmente distribuiti tra i due generi ad entrambe le valutazioni. I maschi, in tutti i gruppi considerati, hanno mostrato stabilità nel tempo delle funzioni grosso-motorie relativamente alla GMFM ed alla classificazione GMFCS. Conclusioni La nostra ricerca mette in evidenza come il genere possa influenzare differentemente lo sviluppo cognitivo e motorio di bambini affetti da PCI. Il genere femminile mostra una migliore riorganizzazione post-lesionale in presenza di lesioni sia unilaterali che bilaterali rispetto al genere maschile; ciò è rilevabile sia sul versante cognitivo che motorio. L¿identificazione di differenti caratteristiche dell¿outcome psico-motorio nei due generi potrebbe essere di particolare interesse per l¿impostazione di specifici strumenti di valutazione funzionale e per la programmazione di interventi riabilitativi mirati in base al genere.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Molinaro, Anna. "INFLUENZA DELL’OSSERVAZIONE DEL MOVIMENTO SULL’APPRENDIMENTO MOTORIO NELLA RIABILITAZIONE DI SOGGETTI IN ETÀ EVOLUTIVA AFFETTI DA PARALISI CEREBRALE INFANTILE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/10853.

Full text
Abstract:
2013/2014
INTRODUZIONE: Sulla base delle evidenze del coinvolgimento del sistema dei Neuroni Mirror (MN) nei processi di apprendimento motorio, è stato ipotizzato un ruolo della terapia di osservazione delle azioni (Action Observation Treatment, AOT) nella riabilitazione di pazienti con Paralisi Cerebrale (PC). L’ipotesi è che l’AOT, già applicata con successo nei soggetti adulti per il recupero delle funzioni motorie dopo stroke o chirurgia ortopedica e nei soggetti affetti da morbo di Parkinson, in età evolutiva vada ad agire su un sistema di neuroni specchio ancora “intatto”, promuovendo l’apprendimento di abilità attraverso una modalità di scomposizione di attività complesse osservate in atti semplici, e nella loro ricomposizione in sequenze nuove. SCOPO DELLO STUDIO: Obiettivo principale dello studio è quello di dimostrare l’efficacia dell’Action Observation Treatment nel migliorare la performance motoria dell’arto superiore in una coorte di bambini affetti da Paralisi Cerebrale Infantile. MATERIALI E METODI: Studio randomizzato controllato, in cieco, multicentrico. I criteri di reclutamento e le procedure metodologiche sono state approvate dal Comitato Etico degli Spedali Civili di Brescia. I pazienti arruolati vengono assegnati in modo casuale al gruppo sperimentale o al gruppo di controllo per mezzo di un software dedicato. I criteri di inclusione sono: diagnosi di Paralisi Cerebrale Infantile; età compresa tra i 5 ed i 12 anni; QI verbale ≥ 70; integrità sistema visivo/uditivo; Modified Ashworth scale(MAS) ≤2; Manual Ability Classification System (MACS) <4. Ai bambini del gruppo sperimentale viene chiesto di osservare video-clip che mostrano azioni quotidiane appropriate all'età, e poi di imitarli. I bambini appartenenti al gruppo controllo sono invitati ad osservare video-clip senza contenuti motori e in seguito ad eseguire le stesse azioni presentate al gruppo sperimentale, dopo descrizione verbale standardizzta.. La valutazione dell'efficacia del trattamento viene eseguita utilizzando la scala Assisting Hand Assessment, la scala Melbourne e il questionario ABILHAND-Kids. I bambini sono valutati due volte prima dell'inizio del trattamento (a distanza di due settimane), alla fine del trattamento e dopo 8 settimane dal termine della terapia.. Allo scopo di confermare in modo indipendente la presenza di una influenza della visione delle azioni sul sistema dei MN, i soggetti partecipanti allo studio hanno effettuato pre- e post- trattamento un indagine di Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) che prevede l’impiego di uno specifico paradigma di stimolazione corticale, appositamente disegnato per attivare il circuito dei neuroni mirror. Per la messa a punto di questo studio e per una preliminare valutazione delle aree di attivazione interessate dalla manipolazione, il protocollo fMRI è stato applicato a un gruppo di bambini sani, dimostrando l’esistenza di un circuito fronto-parietale, attivato durante compiti di manipolazione, anche nei soggetti in età pediatrica. L’utilizzo del DTI ha consentito di dimostrare, in maniera probabilistica, la presenza di fasci di connessione tra le aree somatosensoriali primarie e secondarie, il lobo parietale superiore ed inferiore, e la corteccia premotoria ventrale e dorsale. RISULTATI: I risultati presentati si riferiscono a un campione di 12 soggetti (F=7), con età media di 8 anni e 6 mesi; dopo randomizzazione, 6 pazienti sono stati assegnati al gruppo sperimentale e 6 al gruppo di controllo. Al momento attuale, tutti i 12 pazienti descritti hanno effettuato le valutazioni conclusive previste al termine del ciclo di terapia (T2), e 9 pazienti sono stati sottoposti alle valutazioni di follow-up a 8 settimane dalla fine del trattamento (T3). Pur non essendo possibile considerare i risultati conclusivi in considerazione della numerosità attuale del campione (50% dell’atteso), i dati ottenuti hanno consentito di mettere in luce una differenza tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo. Confrontando i punteggi ottenuti dai soggetti al termine del trattamento (T2) con quelli ottenuti alle scale di valutazione ad inizio trattamento (T1) è possibile evidenziare nel gruppo sperimentale un miglioramento dei punteggi in entrambe le scale di valutazione dell’arto superiore, che risulta invece nettamente meno significativo nel gruppo di controllo. Questa differenza quantitativa evidenziabile tra il periodo pre- e post- trattamento confermerebbe l’efficacia dell’applicazione dell’ Action Observation Treatment. I diversi risultati ottenuti nel gruppo sperimentale e nei controlli non possono essere spiegati dall’attività motoria svolta durante la sessione di riabilitazione, poiché in entrambi i gruppi è stata programmata la stessa quantità di movimento, ma la spiegazione più plausibile di questi risultati è che l’osservazione dell’azione abbia portato ad un attivazione specifica a livello centrale delle strutture neurali normalmente attive durante l’esecuzione dell’azione. Inoltre, nella verifica del risultato a lungo termine dell’intervento terapeutico, il miglioramento del gruppo sperimentale si è mantenuto costante ed è incrementato nelle valutazioni di follow-up (T3), mentre il gruppo di controllo è rimasto invariato, suggerendo la possibilità di un meccanismo di miglioramento della riorganizzazione funzionale cerebrale nei pazienti sottoposti ad AOT. Considerando i risultati del solo gruppo sperimentale, in questi bambini è evidente come gli effetti ottenuti grazie all’applicazione dell’AOT siano più significativi in termini di promozione dell’utilizzo spontaneo dell’arto trattato, misurato dalla scala AHA, piuttosto che di miglioramento dei parametri cinematici rilevati dalla scala MUUL, ad indicare che, nei bambini, l'osservazione suscita una propensione a preservare la competenza nell’eseguire il compito, selezionando i movimenti che garantiscono il risultato, a prescindere dalla somiglianza cinematica con il modello osservato.Il protocollo di studio RM nei bambini con PCI ha permesso di dimostrare un coinvolgimento del medesimo circuito fronto-parietale evidenziato nei volontari sani, e un aumento della rappresentazione corticale delle aree coinvolte nella manipolazione a livello dell’emisfero lesionato. In particolare, il confronto delle acquisizioni fra gruppo di controllo e gruppo sperimentale ha mostrato per quest’ultimo un incremento statisticamente significativo di attivazioni nelle aree parietali, frontali precentrale e opercolare, corrispondenti alla localizzazione del sistema dei neuroni mirror. Limite del presente studio è sicuramente il piccolo numero di bambini attualmente arruolati, tuttavia l'omogeneità del campione, ottenuta con criteri di inclusione selettivi, garantisce una elevata affidabilità dei risultati ottenuti. Infine, i risultati forniscono informazioni indirette anche sulla ontogenesi del sistema dei neuroni specchio. Non è ancora stato chiarito se la presenza dei neuroni mirror sia innata o se si sviluppi in parallelo con l'esperienza motoria; i risultati attuali mostrano chiaramente che, almeno per l'età della scuola primaria, il network dei neuroni mirror può diventare il bersaglio di AOT e, quindi, indirettamente, suggeriscono la maturità del sistema a questa età. CONCLUSIONI: I risultati ottenuti nel presente studio, anche se non definitivi, forniscono la prova dell’efficacia dell’AOT nel migliorare l’utilizzo spontaneo dell’arto superiore in bambini con PCI.
XXVII Ciclo
1982
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Rosa, Rizzotto Melissa. "Il trattamento delle paralisi cerebrali infantili: sperimentazioni cliniche e ricadute assistenziali di nuovi approcci terapeutici e riabilitativi The treatment of infant cerebral palsy: clinical experimental trials of new therapeutic approaches and outcomes on health care." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427084.

Full text
Abstract:
Background In the last decades, several treatment approaches have been used to improve upper limb function in hemiplegic CP. Only recently has Constraint Induced Movement Therapy (CIMT) emerged as a treatment approach for children with hemiplegic CP with the aim of reversing the behavioral suppression of movement in the affected upper limb. To date, evidence on this treatment has been very poor and limited, since all currently available trials reveal methodological limitations and a need for additional research to support the application of this treatment technique. Aim The thesis aims at exploring the safety and efficacy of a new treatment approach, Constraint Induced Movement Therapy has been studied and compared to a bimanual intensive rehabilitation approach and to traditional rehabilitation program. Methods This thesis presents the planning and development of a national mustisite clinical trial started in 2006 and carried out in collaboration with 21 Italian rehabilitations centers belonging to the Italian Group for Cerebral Palsy (GIPCI). The effectiveness and safety of CIMT combined with an intensive rehabilitation program was compared to 2 comparison groups: one treated with an intensive rehabilitation program and the other with standard treatment. Patients with hemiplegic cerebral palsy, aged between 2 and 8 years, who have never undergone constraint therapy have been recruited. Primary outcome measures include 2 major domains: UE motor ability (QUEST) and hand function assessment evaluating both grip function and spontaneous use of the affected side (Besta Scale). Secondary outcome measures concern overall function, behavior, compliance and satisfaction with treatment program of both child and family. Patients’ follow-up assessment was performed at 3, 6 and 12 months after the end of treatment. Collected data have been analyzed through univariate and multivariate statistical analysis. The experimental phase was preceded by a standardized analysis or primary outcome measures (QUEST and Besta Scale) in order to evaluate the agreement among the assessors of all participating centers. All evaluators scored the same 84 video-recorded tests each (42 QUEST and 42 Besta Scales administered to 42 children, 2 per each participating center). The analysis evaluated the inter-rater agreement and the reliability of primary outcome measures. During the clinical trial all the professionals involved in the project have been interviewed to explore their opinion on conducting clinical research in the field of rehabilitation and in their daily practice. Results 105 children have been recruited (39 undergoing CIMT, 33 undergoing bimanual intensive rehabilitation program and 33 undergoing traditional rehabilitation program). The main results demonstrate a significant effect of both intensive programs on the upper limb function. CIMT results particularly effective in ameliorating the grasp function, while bimanual intensive rehabilitation program results particularly efficacious in activity of daily living tasks. The traditional treatment does not show a significant modification of upper limb function. The patterns of brain plasticity and the process cortical reorganization following injury seem to play a crucial role in upper limb function modifications after intense treatment. Secondary outcome measures show the importance of the intensity of treatment and follow-up to reduce family stress and behavioral disturbances in children. The agreement analysis demonstrated an overall good inter-rater agreement and the reliability of both scales in assessing hand and upper limb function. 68 professionals have been involved in the survey regarding research in rehabilitation. The main results show the importance of conducting research in rehabilitation not only to obtain evidence for new therapeutic approaches, but also to standardize the practices and to share and improve the ability to use new and standardized assessment tools. Conclusions The researches conducted and the results obtained seem particularly important for the current rehabilitation practice and for the organization of rehabilitation programs in the dedicated health care service. Further research is needed on these issues, since, if these results will be confirmed they could dramatically change the approach to children with hemiplegic cerebral palsy and modify sensitively their disease’s natural history.
Background In the last decades, several treatment approaches have been used to improve upper limb function in hemiplegic CP. Only recently has Constraint Induced Movement Therapy (CIMT) emerged as a treatment approach for children with hemiplegic CP with the aim of reversing the behavioral suppression of movement in the affected upper limb. To date, evidence on this treatment has been very poor and limited, since all currently available trials reveal methodological limitations and a need for additional research to support the application of this treatment technique. Aim The thesis aims at exploring the safety and efficacy of a new treatment approach, Constraint Induced Movement Therapy has been studied and compared to a bimanual intensive rehabilitation approach and to traditional rehabilitation program. Methods This thesis presents the planning and development of a national mustisite clinical trial started in 2006 and carried out in collaboration with 21 Italian rehabilitations centers belonging to the Italian Group for Cerebral Palsy (GIPCI). The effectiveness and safety of CIMT combined with an intensive rehabilitation program was compared to 2 comparison groups: one treated with an intensive rehabilitation program and the other with standard treatment. Patients with hemiplegic cerebral palsy, aged between 2 and 8 years, who have never undergone constraint therapy have been recruited. Primary outcome measures include 2 major domains: UE motor ability (QUEST) and hand function assessment evaluating both grip function and spontaneous use of the affected side (Besta Scale). Secondary outcome measures concern overall function, behavior, compliance and satisfaction with treatment program of both child and family. Patients’ follow-up assessment was performed at 3, 6 and 12 months after the end of treatment. Collected data have been analyzed through univariate and multivariate statistical analysis. The experimental phase was preceded by a standardized analysis or primary outcome measures (QUEST and Besta Scale) in order to evaluate the agreement among the assessors of all participating centers. All evaluators scored the same 84 video-recorded tests each (42 QUEST and 42 Besta Scales administered to 42 children, 2 per each participating center). The analysis evaluated the inter-rater agreement and the reliability of primary outcome measures. During the clinical trial all the professionals involved in the project have been interviewed to explore their opinion on conducting clinical research in the field of rehabilitation and in their daily practice. Results 105 children have been recruited (39 undergoing CIMT, 33 undergoing bimanual intensive rehabilitation program and 33 undergoing traditional rehabilitation program). The main results demonstrate a significant effect of both intensive programs on the upper limb function. CIMT results particularly effective in ameliorating the grasp function, while bimanual intensive rehabilitation program results particularly efficacious in activity of daily living tasks. The traditional treatment does not show a significant modification of upper limb function. The patterns of brain plasticity and the process cortical reorganization following injury seem to play a crucial role in upper limb function modifications after intense treatment. Secondary outcome measures show the importance of the intensity of treatment and follow-up to reduce family stress and behavioral disturbances in children. The agreement analysis demonstrated an overall good inter-rater agreement and the reliability of both scales in assessing hand and upper limb function. 68 professionals have been involved in the survey regarding research in rehabilitation. The main results show the importance of conducting research in rehabilitation not only to obtain evidence for new therapeutic approaches, but also to standardize the practices and to share and improve the ability to use new and standardized assessment tools. Conclusions The researches conducted and the results obtained seem particularly important for the current rehabilitation practice and for the organization of rehabilitation programs in the dedicated health care service. Further research is needed on these issues, since, if these results will be confirmed they could dramatically change the approach to children with hemiplegic cerebral palsy and modify sensitively their disease’s natural history.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Yano, Ângela Maria Mieko. ""As práticas de educação em famílias de crianças com paralisia cerebral diplégica espástica e com desenvolvimento típico pertencentes a camadas populares da cidade de Salvador"." Universidade de São Paulo, 2003. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/59/59137/tde-30102003-094219/.

Full text
Abstract:
Observa-se hoje o crescimento de programas de intervenção voltados à saúde e desenvolvimento infantil, com ênfase na participação familiar, daí a necessidade de aprofundar os conhecimentos sobre as famílias e seu contexto sócio-econômico-cultural. Baseada na Abordagem bioecológica de Bronfenbrenner, a pesquisa teve por objetivo a compreensão do cotidiano e das idéias dos pais sobre as práticas de cuidado e educação, em famílias de crianças com Paralisia Cerebral Diplégica Espástica (PC) e com Desenvolvimento Típico (DT), pertencentes a camadas populares. Participaram do trabalho 10 famílias, 5 delas com crianças que apresentavam diagnóstico de PC, sem retardo mental evidente, com idades entre 2 e 7 anos, atendidas em instituição de reabilitação de Salvador-BA, e 5 com características similares, cuja criança não apresentava esta patologia. As estratégias de coleta de dados incluíram: entrevistas estruturadas, direcionadas às mães e aos pais, realizadas em separado, gravadas e transcritas, observação naturalística do ambiente registrada em Diário de Campo, e observação da interação adulto-criança, nas situações de alimentação, banho e brincadeira, com registro contínuo. Os dados das observações do ambiente físico apontaram aspectos similares nas casas das crianças dos dois grupos, caracterizadas pela presença freqüente de obstáculos e barreiras arquitetônicas, condições estas pouco favoráveis ao trânsito de indivíduos com deficiência física. A análise do processo interativo mostra outras semelhanças entre os grupos: 1. Além das relações sintônicas, nos dois casos a maioria das crianças tende a ser responsável pela tarefa de alimentação e os adultos pelo banho, sugerindo que não apenas a deficiência física, mas outros fatores como o status da tarefa e a valorização da mesma possam estar interferindo na distribuição de responsabilidade. 2. Outro ponto de semelhança está na utilização da ordem, estratégia diretiva geralmente reportada na literatura como característica da interação de pais e crianças com deficiência, mas que no caso da presente pesquisa foi o recurso mais utilizado pelos adultos dos dois grupos, para levarem as crianças ao cumprimento da tarefa, principalmente na situação de banho; pergunta-se se este estilo parental não seria mais determinado pelo contexto sócio-cultural do que por características da criança. 3. A “brincadeira” foi amplamente reconhecida pelas mães como importante atividade na infância, mas elas não revelam muito envolvimento na mesma, exceto para sinalizar perigos ou inadequações. Por outro lado, as mães de crianças com PC se diferenciam das demais pela insatisfação com o desempenho dos filhos, principalmente no que tange aos hábitos de higiene e elas o consideram aquém do esperado devido à deficiência física, que também parece interferir na possibilidade de circulação da criança fora do ambiente doméstico (mais freqüente nas com DT). Nota-se, em geral, muita dificuldade dos participantes em conceituar PC, compreender suas causas e repercussões, mas todos vislumbram suas conseqüências negativas e associam a deficiência a idéias de fragilidade, tristeza e dependência, atribuindo-lhe um significado que transcende sua natureza puramente biológica, e apresentando outras representações, que provavelmente exercem influências na forma pela qual essas pessoas lidam com a criança com PC. Os pais relatam alguma participação nos cuidados e educação da criança, mas ainda concebem como sua principal função o prover a família. Ao avaliarem o sistema ideal de educação de filhos, as mães de ambos os grupos tendem a valorizar a afetividade extrema em detrimento da autoridade. Elas também destacam as explicações, os cuidados e a punição. Os pais, por sua vez, valorizam a afetividade, mas tendem a enfatizar em seu sistema ideal mais autoridade e exigência para aquelas com DT. A obediência é o principal atributo na concepção da “criança ideal”. A maioria das mães se auto-avalia como flexível na relação com os filhos e assinala como principal fonte de orientação para as práticas de educação sua própria experiência. Mães e pais revelam esforços de elaboração de suas vivências no processo de educar filhos, buscando não repetir situações que geraram sofrimento na sua infância. Esses resultados permitem discutir as inter-relações da PC e do contexto sócio cultural nas práticas de cuidado e educação da criança.
The growing in health and interventional programs for children, emphasizes the importance of family involvement, and, generates interest in amplifying deep knowledge regarding the families and their socio-economic-cultural context. Based on Bronfenbrenner´s bioecological model, this research aims to investigate day-to-day living reality, parents’ ideas of child rearing practices and education, in working class families with children with or without Cerebral Palsy. Ten families participated in this study, 5 having children with Cerebral Palsy, ages ranging from 2 to 7 years, with no evidence of mental delay, being followed by a rehabilitation center in Salvador city, and 5 families with similar characteristics but with nondisabled children. The data collection included structured interviews for mothers and fathers in different moments, recorded and fully transcribed, naturalistic observation of the environment, wrote in a field diary and observation of the adult-child interaction, through continuous register. The observation indicated similar characteristics in home environments for both groups with presence of many obstacles and architectonic barriers that makes difficult the dislocations for the child with a Cerebral Palsy. The analysis of the interaction process also indicates other similarities between the groups: 1. Beyond the sintonic relationship in both groups the majority of the children tend to be responsible for the feeding task and the adults for the bathing, suggesting that not only the physical disability, but also other factors, like the status and value of the task, could interfere in the responsibility distribution. 2. The use of order, directive strategy usually reported in literature as typical of the interaction between parents and children with disabilities, was the most used by the parents in this study to make the children perform the given task mainly during bath time; the question is if this parental style could be determined by the socio-cultural context, more than by the child’s characteristic. 3. The play activity was recognized as important for children, although mothers didn’t display much interest in it, except to prevent danger and inadequacies. On the other hand, the mothers of children with Cerebral Palsy are different from the others because they are unsatisfied with their children’s performance mainly in hygiene habits that they judge beneath their expectations in virtue of the physical disability. The same reason seems to justify a decrease in the exterior access for children with Cerebral Palsy. The fathers refereed involvement in child rearing practices but still seem to assume income raising as theirs fundamental function in the family’s dynamics. Thinking about an ideal educational system mothers from both groups tend to value extreme affection in detriment of authority. They also emphasize explanations, care and punishment. The fathers likewise value affection but tend to emphasize the use of authority and demands for the nondisabled children. The obedience is the most valued attribute of the “ideal child”. The majority of the mothers evaluate themselves as being flexible in their relationship with their children. In addition the parents made efforts to elaborate their own experience in the education process trying to avoid repetition of bad educational strategies that made them suffer in the past. The results enabled the discussion of the relation between Cerebral Palsy, socio-cultural context and child rearing practices.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Gonçalves, Aline Kelly Scalco. "Estratégias pedagógicas inclusivas para crianças com paralisia cerebral na educação infantil." Universidade Federal de São Carlos, 2006. https://repositorio.ufscar.br/handle/ufscar/2950.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-06-02T19:45:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 DissAKSG.pdf: 1507517 bytes, checksum: 85f76e08d58b01c89cbae5b1bcbe001d (MD5) Previous issue date: 2006-02-17
Financiadora de Estudos e Projetos
The school inclusion of students with special educational needs, understood not only as the legal guarantee of the right of attending school but also the permanence and success in the process of education of those students in an ordinary classroom of a regular school, is still an aim which is very distant from the reality of our schools. The educational systems, schools and teachers still face a lot of difficulties in providing the necessary resources in order to guarantee a successful process of school inclusion. One of the difficulties has been the lack of knowledge of the teachers about what they could do to increase participation, ensure access to the curriculum (syllabus) and favor the integration and acceptance of the students with special educational needs in the group. The present study had as its objective to describe and analyze how the process of inclusion of children with Brain Paralysis in Child Education, focusing specifically the pedagogical strategies which are being used to fulfill the needs of those children as to ensure the access and permanence as well as their participation in the activities proposed in classroom. Three teachers of the municipal Elementary School system of Sao Carlos and three children who have Brain Paralysis participated on this study. The study, of qualitative nature, based on ethnographic referential, has involved an outline in three phases. In the first phase, named as preliminary, the ethical procedures which rule the research with human beings have been conducted. In the second phase, the observation and registration of the pedagogical strategies have started, which was carried out in XXX sessions of natural observation of the classroom, registered in a specific protocol and in notes on a field journal. In the third and last phase, it has been carried out the investigation on the perception of the teachers about their own strategies and about the viability of the strategies mentioned in the literature, through individual interview sessions with the three teachers. The data on the observations and interview were interpreted and discussed in the form of reports of the three cases involving each one of the duo teacher-student. Overall, the results have shown that the responses which schools have been giving to the educational needs of children with brain paralysis still seem to be minimal. The most viable possibility seems to be the implementation of diversified teaching strategies, which, however, still depend much more on the good will and competence of the teacher of the regular class. We have also noticed that there is not agreement between what the teachers say they do and what has been observed in their practice as for the pedagogical strategies used with children with brain paralysis; and they do not seem to know how the teaching can be differentiated in order to fulfill their student s needs. There is in general an idea that equality is a principle to be followed. The discussion points to ways to reach improvement on the teaching conditions as to favor the education of this population in inclusive environments.
A inclusão escolar de alunos com necessidades educacionais especiais, entendida não apenas como a garantia legal do direito ao acesso, mas também da permanência e do sucesso no processo de escolarização na classe comum da escola regular, ainda é uma meta muito distante da realidade de nossas escolas. Os sistemas educacionais, as escolas e os professores ainda encontram muitas dificuldades em prover os recursos necessários para garantir um processo bem sucedido de inclusão escolar. Um das dificuldades encontradas tem sido o desconhecimento dos professores sobre o que eles poderiam fazer para aumentar a participação, garantir acesso ao currículo e favorecer a integração e aceitação pelo grupo dos alunos com necessidades educacionais especiais. O presente estudo teve como objetivo descrever e analisar como está sendo implementado o processo de inclusão na educação infantil de crianças com paralisia cerebral; enfocou especificamente as estratégias pedagógicas que estão sendo utilizadas para atender as necessidades dessas crianças com vistas a garantir o acesso, a permanência, bem como a participação nas atividades propostas em sala de aula. Participaram do estudo três professoras da rede municipal de educação infantil de São Carlos que possuíam crianças com paralisia cerebral. O estudo, de natureza qualitativa, baseado no referencial etnográfico, envolveu um delineamento com três etapas. Na primeira, denominada de preliminar, foram conduzidos os procedimentos éticos que regem as pesquisas com seres humanos. Na segunda, foram iniciadas a observação e registro das estratégias pedagógicas, durante 22 sessões de observação natural na sala de aula, registradas em um protocolo específico e em anotações em diário de campo. Na terceira e última etapa, procedeu-se à investigação sobre a percepção das professoras sobre suas próprias estratégias e sobre a viabilidade das estratégias apontadas na literatura, através de sessões individuais de entrevistas com as três professoras. Os dados de observação e da entrevista foram interpretados e discutidos na forma de relatos de três casos envolvendo cada uma das díades professor-aluno. De modo geral, os resultados demonstraram que as respostas que as escolas vêm dando às necessidades educacionais especiais de crianças com paralisia cerebral ainda parecem mínimas. A possibilidade mais viável parece ser a implementação de estratégias de ensino diversificado, que entretanto ainda está muito mais na dependência da boa vontade e competência do professor de classe comum. Constatamos ainda que há um descompasso entre o que os professores dizem fazer e o que se observa de sua prática em relação às estratégias pedagógicas utilizadas para as crianças com paralisia cerebral. Parece que eles desconhecem como o ensino pode ser diferenciado para atender seus alunos; existe no geral, uma idéia de que a igualdade de condições é o princípio a ser seguido. A discussão aponta caminhos para a melhoria nas condições de ensino de modo a favorecer a escolarização desta população em ambientes inclusivos.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Araujo, Ana Eugenia Ribeiro de Araujo e. "A EQUOTERAPIA NA REABILITAÇÃO DE CRIANÇAS PORTADORAS DE PARALISIA CEREBRAL." Universidade Federal do Maranhão, 2007. http://tedebc.ufma.br:8080/jspui/handle/tede/1105.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-08-19T18:15:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 ANA EUGENIA RIBEIRO DE ARAUJO E ARAUJO.pdf: 1138893 bytes, checksum: 86e944da346d6667f00a4a6ed7a7fdec (MD5) Previous issue date: 2007-08-20
Cerebral Paralysis (CP) comprehends a series of non progressive syndromes of motor and posture disturbances, resulting from irreversible damage to the developing central nervous system. The hippotherapy is a therapeutical and educational method that uses a horse in an interdisciplinary approach attempting to enhance the posture stability in children affected by Cerebral Paralysis (CP). This work aim is to evaluate the benefits PC diagnosed children can attain after one year participation in an hippotherapy program. 27 spastic diplegia PC diagnosed children were studied (15 boys and 17 girls) ranging from 2 to 12 years of age. As to evaluate the following body parts: head and neck, shoulders and scapulae, trunk, vertebral column and pelvis, before and after hippotherapy treatment, a scale, standardized by the interdisciplinary medical team of the hippotherapy center, was used. The program was conducted once a week, in sessions of 45 minutes each. There were verified posture benefits statistically significant (p<0.05) in all body parts, especially in those presenting the worst asymmetry conditions before the treatment, such as the trunk and pelvis. One can conclude stating that the hippotherapy treatment positively influenced the posture adjustment as well as the children s static and dynamic equilibrium, thus improving their motor abilities and contributing to the walking prediction.
A Paralisia Cerebral (PC) compreende uma série de síndromes não progressivas de distúrbios motores e de postura, resultantes de um dano irreversível no sistema nervoso central em desenvolvimento. A Equoterapia é um método terapêutico e educacional que utiliza o cavalo dentro de uma abordagem interdisciplinar, visando melhorar a estabilidade postural em crianças com Paralisia Cerebral (PC). Objetivou-se avaliar os benefícios posturais em crianças com paralisia cerebral (PC) após a participação num programa de equoterapia durante um ano. Estudou-se vinte e sete crianças (quinze meninos, doze meninas) diagnosticadas com Paralisia Cerebral espástica diplegica, com idade entre 2 a 12 anos. Utilizou-se uma escala padronizada pela equipe interdisciplinar do centro de equoterapia para avaliar a postura dos seguintes segmentos corporais: cabeça e pescoço, ombros e escápula, tronco, coluna vertebral e pélvis, antes e depois da equoterapia. O programa aconteceu uma vez por semana, numa sessão de 45 minutos. Verificou-se benefícios posturais estatisticamente significantes (p<0,05) em todos os segmentos corporais, especialmente naqueles que apresentaram as piores condições de assimetria antes do tratamento, como o tronco e pélvis. Concluiu-se que a equoterapia influenciou positivamente no ajuste postural assim como no equilíbrio estático e dinâmico da criança, aprimorando desta forma, suas habilidades motoras e contribuindo para o prognóstico de marcha.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Carmo, Giovana Bezerra do. "Características clínicas de crianças com paralisia cerebral em um serviço de referência." reponame:Repositório Institucional da UFC, 2006. http://www.repositorio.ufc.br/handle/riufc/6965.

Full text
Abstract:
CARMO, Giovana Bezerra. Características clínicas de crianças com paralisia cerebral em um serviço de referência. 2006. 78 f. Dissertação (Mestrado em Saúde Pública) - Universidade Federal do Ceará. Faculdade de Medicina, Fortaleza, 2006.
Submitted by denise santos (denise.santos@ufc.br) on 2013-12-17T14:03:57Z No. of bitstreams: 1 2006_dis_gbcarmo.pdf: 370996 bytes, checksum: 189981ca539478c417b052baae1dee36 (MD5)
Approved for entry into archive by denise santos(denise.santos@ufc.br) on 2013-12-17T14:04:22Z (GMT) No. of bitstreams: 1 2006_dis_gbcarmo.pdf: 370996 bytes, checksum: 189981ca539478c417b052baae1dee36 (MD5)
Made available in DSpace on 2013-12-17T14:04:22Z (GMT). No. of bitstreams: 1 2006_dis_gbcarmo.pdf: 370996 bytes, checksum: 189981ca539478c417b052baae1dee36 (MD5) Previous issue date: 2006
This research aimed to study the clinical conditions of children with cerebral palsy in a reference service in pediatric care in Fortaleza as well as identify the main risk factors for cerebral palsy, to determine its impact and the degree of impairment in normal development the study population, establish the average time elapsed between the perception of changes in the family development, diagnosis and medical referral and admission of the child in the service. This is a cross sectional study, conducted at the Center for Integrated Medical Care (NAMI), University of Fortaleza (UNIFOR) in the period from February to June 2005, evaluating 85 children with definite diagnosis of cerebral palsy (CP) in aged zero to twelve years, with changes in sensory-motor tone, posture and movement, visual and hearing deficits. The collected data were stored on base Electronic EPI-INFO version 6.01 and the following results: the sample comprised 50.6% of male children, with a mean age of 4 years and 3 months, 85.9% were coming from Fortaleza mean age at CP diagnosis of 11 months. There was a large percentage of children who suffered neonatal complications (77.4%) and respiratory distress leading to making 65.3% received care in the NICU. Most of the children had spastic CP (69.1%), severe (51.8%), quadriplegia (71.4%), only 27% communicated verbally and 53% were attending school regularly. It can be concluded that most children had severe sensory-motor and the first signs of such involvement were perceived by their families, although the majority have received pediatric care routine in the first year of life, few have been evaluated and received some guidance on the psychomotor development during the consultations, a fact that makes us aware of the need to make awareness among the primary care team about the importance of regular assessment of developments in the first year of life, so that we can to identify and refer children with potential delays and serious illnesses such as PC-time increasingly skilled, increasing the likelihood of a better quality of life.
Esta pesquisa teve como objetivo estudar as condições clínicas de crianças com paralisia cerebral em um serviço de referência em atendimento pediátrico no município de Fortaleza, bem como identificar os principais fatores de risco para a paralisia cerebral, determinar suas repercussões e o grau de comprometimento no desenvolvimento normal da população estudada, estabelecer o tempo médio decorrido entre a percepção das alterações do desenvolvimento pela família, o diagnóstico e encaminhamento médico e admissão da criança no serviço. Trata-se de um estudo transversal descritivo, realizado no Núcleo de Atenção Médico Integrada (NAMI) da Universidade de Fortaleza (UNIFOR), no período de fevereiro a junho de 2005, onde foram avaliadas 85 crianças com diagnóstico definitivo de Paralisia Cerebral (PC), na faixa etária de zero a doze anos, com alterações sensório-motoras em tônus, postura e movimento, déficits visuais e auditivos. Os dados coletados foram arquivados em base eletrônica EPI-INFO versão 6.01 e mostraram os seguintes resultados: a amostra foi constituída por 50,6% de crianças do sexo masculino, sendo a média de idade de 4 anos e 3 meses, 85,9% foram procedentes de Fortaleza com média de idade ao diagnóstico de PC de 11 meses. Houve um grande percentual de crianças que sofreram complicações neonatais (77,4%), tendo o desconforto respiratório destacado-se fazendo com que 65,3% recebessem cuidados em UTI neonatal. A maioria das crianças apresentou PC do tipo espástica (69,1%), de grau severo (51,8%), tetraplégicas (71,4%), apenas 27% comunicavam-se verbalmente e 53% freqüentavam a escola regularmente. Pode-se concluir que a maioria das crianças apresenta grave comprometimento sensório-motor e que os primeiros sinais de tal comprometimento foram percebidos por seus familiares, apesar da grande maioria ter recebido atendimento pediátrico de rotina no 1º ano de vida, poucas foram avaliadas e receberam algum tipo de orientação sobre o desenvolvimento neuropsicomotor durante as consultas, fato esse que nos alerta sobre a necessidade de realização de conscientização junto a profissionais da atenção básica para importância da avaliação periódica do desenvolvimento no 1º ano de vida, para que se possa assim identificar e encaminhar crianças com possíveis atrasos e patologias graves como a PC em tempo cada vez mais hábil, aumentando a probabilidade de uma melhor qualidade de vida.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Hiratuka, Erika. "Demandas de mães de crianças com paralisia cerebral em diferentes fases do desenvolvimento infantil." Universidade Federal de São Carlos, 2009. https://repositorio.ufscar.br/handle/ufscar/3028.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-06-02T19:46:07Z (GMT). No. of bitstreams: 1 2341.pdf: 2590831 bytes, checksum: b5f5f5f6e27e928df1d8fc6612f087a4 (MD5) Previous issue date: 2009-02-27
Studies have demonstrated that providing instruction for and intervening in the family of children with special needs during their treatment process may represent an effective way of ensuring adequate parental support. Moreover, since each phase of the development of a child with special needs may create novel demands, the professionals have shown to be required to review their actions throughout the treatment. The current study aimed to identify the major demands from mothers of children with severe cerebral palsy as regards the instructions provided by the professionals involved in their child s treatment as well as other sources of support for child care and development. Three important milestones in child development were taken into account: (a) preschool period; (b) early school period; and (c) early adolescence. Firstly, the Gross Motor Function Classification System (GMFCS) for Cerebral Palsy was translated and cross-cultural adapted to be used by Brazilian professionals. Accordingly, it was translated to Portuguese and its content was analyzed. Back-translation was conducted to ensure equivalence. The participants were nine mothers of children with cerebral palsy, who were divided into three groups according to their child s ages. Semistructured interview was used to collect data on child care, treatment, accessibility, types and levels of support, questions, difficulties, expectations, and parent-professional relationship. The Collective Subject Discourse was the method used to analyze the interviews. The results were presented according to the demands for each of the phases, being later discussed by comparing groups. The results of this study demonstrate that difficulties, questions and concerns about child care varied according to the child s developmental phase. In the initial phases, the major demands were related to questions about the child s survival, the lack of knowledge about proper child care, difficulties with the child s general health and the insecurity about the characteristics of the disorder. After meeting these demands, the mothers started to create expectations and raise queries about the child s development and prognosis, suggesting that they started to worry about the acquisition of walking, language and independence. Concern over child s weight, length and sexuality and the emergence of deformities are raised as important demands in the period close to adolescence. This study intends to contribute towards both an improvement of knowledge in the area and a better understanding of these family needs by providing reflection tools and suggesting intervention practices with this population.
A literatura aponta a importância das orientações e intervenções familiares durante o processo de tratamento de crianças com necessidades especiais, visto que essas são formas eficazes de fornecer esclarecimentos necessários e suporte adequado aos pais dessas crianças. Observa-se que a cada fase do desenvolvimento do indivíduo com necessidades especiais devem surgir novas demandas de orientações, levando os profissionais a reverem suas ações ao longo de todo o tratamento. O presente trabalho tem por objetivo identificar as principais demandas de mães de crianças com diagnóstico de paralisia cerebral grave em relação às orientações recebidas pelos profissionais envolvidos no tratamento, em relação à participação da criança e sua família na comunidade e com relação às outras fontes de apoio recebidas para o cuidado e desenvolvimento da criança em três diferentes marcos do desenvolvimento infantil: (a) período pré-escolar, (b) período escolar, (c) pré-adolescência. Para a realização da proposta, dois estudos foram desenvolvidos. O Estudo 1 teve por objetivo realizar a adaptação transcultural do Sistema de Classificação da Função Motora Grossa para a Paralisia Cerebral, o GMFCS. Neste estudo foi realizada a tradução, a análise semântica, a análise de conteúdo e a retro tradução do instrumento. A adaptação transcultural do instrumento é exposta na íntegra neste trabalho. O Estudo 2 contemplou o objetivo principal desta pesquisa que envolveu a identificação das demandas das mães de crianças com paralisia cerebral. Participaram do Estudo 2 nove mães de crianças com paralisia cerebral que formaram três grupos de acordo com faixas etárias em que seus filhos se encontravam. As mães foram entrevistadas por meio de um roteiro de entrevista semi-estruturada que abordou questões relativas ao cuidado com a criança, ao tratamento, à acessibilidade, aos tipos e níveis de ajuda, dúvidas e dificuldades, relação com profissionais, suas expectativas, dentre outros. A análise das entrevistas foi realizada por meio da técnica do Discurso do Sujeito Coletivo. Os resultados foram apresentados enfocando as principais demandas identificadas em cada uma das fases e discutidos de forma comparativa entre os grupos. Pelo presente estudo foi possível observar que, conforme a fase do desenvolvimento infantil, as mães apresentam diferentes dificuldades, dúvidas e preocupações com os cuidados da criança. Observa-se que, nas fases iniciais, as principais demandas estão relacionadas às dúvidas quanto à sobrevivência da criança, ao desconhecimento das melhores formas de cuidado, às dificuldades com a saúde geral da criança, às inseguranças com as características de sua deficiência. Superadas essas demandas, as mães passam a apresentar dúvidas e expectativas em relação à evolução e 9 prognóstico da criança, o que significa que passam a preocupar-se com a aquisição de marcha, linguagem e independência. As dificuldades com o peso e tamanho da criança, com a sexualidade e com o aparecimento de deformidades aparecem nas fases mais próximas à adolescência como demandas importantes. Espera-se que este estudo possa contribuir para o aumento do conhecimento na área e para maior compreensão das necessidades dessas famílias proporcionando elementos para reflexões e proposições de práticas de intervenção com esta população.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Zardi, Anna. "Gli effetti della riabilitazione equestre nel trattamento dei bambini con paralisi cerebrale infantile: revisione sistematica della letteratura." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Find full text
Abstract:
Introduzione: Le conoscenze scientifiche attualmente esistenti non sono in quantità sufficiente per definire protocolli oggettivi e validi per la Riabilitazione Equestre nella paralisi cerebrale infantile (P.C.I.); inoltre, non sempre negli studi esistenti risulta chiaro il contributo della stessa. Obiettivi: Indagare gli effetti della Riabilitazione Equestre nei bambini con P.C.I., ricercando evidenze scientifiche riguardanti la sua efficacia nel miglioramento degli aspetti motori in tale patologia. Metodi: La ricerca è avvenuta nelle principali banche dati biomediche e ha incluso studi randomizzati controllati pubblicati tra il 2009 e il 2018. Sono stati selezionati studi in cui la Riabilitazione Equestre fosse utilizzata all’interno del progetto riabilitativo di soggetti con P.C.I. e che considerassero come outcome gli elementi motori. Risultati: La scelta dei criteri di inclusione ed esclusione ha portato alla selezione di 4 studi, di cui è stata effettuata una valutazione critica tramite la scala PEDro. I risultati di tali studi sono stati analizzati e confrontati. Le evidenze trovate sono tutte concordi nell’affermare l’efficacia di tale pratica di riabilitazione nelle paralisi cerebrali infantili, infatti in tutti gli studi clinici è stato dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nel gruppo di intervento, a prescindere dall’outcome misurato, mentre il gruppo di controllo non presentava miglioramenti, o c’erano miglioramenti ma lievi rispetto a quelli del gruppo di intervento, o sono stati rilevati peggioramenti. Inoltre, in nessun caso sono stati rilevati effetti avversi. Conclusioni: È consigliabile proseguire nella ricerca in questo ambito per fornire informazioni scientifiche valide e ottenere indicazioni precise sulla tipologia di P.C.I. a cui proporre questo trattamento, sul protocollo da utilizzare in base agli obiettivi riabilitativi individuati, quali outcome siano più significativi e quali scale di valutazione risultino più adeguate.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Taroni, Anna. "Strumenti di Misura per la Valutazione del Cammino nel Bambino con Paralisi Cerebrale Infantile: una Scoping Review." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24566/.

Full text
Abstract:
Backgorund: la Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) è la prima causa di disabilità fisica nei bambini. Tra gli aspetti motori che risultano compromessi, rientra il cammino, che rappresenta una tappa motoria fondamentale, una conquista di autonomia e indipendenza. Una corretta valutazione della deambulazione in questi soggetti, con strumenti di misura validi, affidabili e sensibili, appare quindi necessaria per poter poi impostare un trattamento efficace e mirato. Obiettivi: mappare la letteratura corrente nell’ambito degli strumenti di misura esistenti per valutare la dimensione del cammino nel bambino con PCI e fornire uno schema ai fisioterapisti impegnati in area pediatrica, per aiutarli a scegliere lo strumento più adeguato al bambino e alla situazione con cui devono confrontarsi. Metodi: la ricerca, terminata ad agosto 2021, è stata effettuata nelle seguenti banche dati elettroniche: PUBMED, Pedro, Cochrane Library e CINAHL; sono stati inoltre considerati il Manuale della Gross Motor Function Measure e le Linee Guida per la gestione del paziente con PCI. La selezione degli studi è avvenuta secondo precisi criteri di inclusione ed esclusione; sono stati considerati studi sia primari che secondari e non sono stati dati limiti geografici, di setting e di lingua per la ricerca delle fonti di evidenza. Risultati: sono stati selezionati in totale ventitrè studi di interesse, che vanno ad indagare l’uso, la validazione o la creazione di scale di misura, indici e test utili per la valutazione del cammino nei pazienti pediatrici con PCI. Conclusioni: dalla ricerca effettuata si sono ottenute informazioni su diciannove strumenti di misura, di cui dieci risultano validati, per valutare, nel bambino con PCI, i diversi aspetti legati al cammino. La popolazione con Paralisi Cerebrale Infantile è varia ed eterogenea, si rendono quindi necessari ulteriori studi per indagare la valutazione di questa dimensione in rapporto ai singoli sottogruppi e non alla patologia in generale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
11

Silva, Priscila Lopes da. "A crian?a com paralisia cerebral na educa??o infantil: um olhar sobre a pr?tica docente." Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2014. http://repositorio.ufrn.br/handle/123456789/19952.

Full text
Abstract:
Submitted by Automa??o e Estat?stica (sst@bczm.ufrn.br) on 2016-03-02T23:09:21Z No. of bitstreams: 1 PriscilaLopesDaSilva_DISSERT.pdf: 2225207 bytes, checksum: 4ef35381b1a89085b3c286a1f96694b9 (MD5)
Approved for entry into archive by Arlan Eloi Leite Silva (eloihistoriador@yahoo.com.br) on 2016-03-04T23:03:23Z (GMT) No. of bitstreams: 1 PriscilaLopesDaSilva_DISSERT.pdf: 2225207 bytes, checksum: 4ef35381b1a89085b3c286a1f96694b9 (MD5)
Made available in DSpace on 2016-03-04T23:03:23Z (GMT). No. of bitstreams: 1 PriscilaLopesDaSilva_DISSERT.pdf: 2225207 bytes, checksum: 4ef35381b1a89085b3c286a1f96694b9 (MD5) Previous issue date: 2014-07-29
A inclus?o de crian?as com defici?ncia na educa??o infantil, al?m de ser um tema ainda pouco abordado no meio cient?fico, ? um desafio atual no tocante ? pr?tica docente. Com base nesse aspecto, nosso objetivo na pesquisa empreendida, que resultou na elabora??o do presente trabalho, foi o de analisar como se processa a pr?tica docente com vistas ? inclus?o escolar de uma crian?a com paralisia cerebral em um Centro Municipal de Educa??o Infantil (CMEI), na cidade de Natal /RN. De forma mais espec?fica, procuramos: refletir sobre a pr?tica da professora respons?vel pela turma, no tocante ao desenvolvimento da crian?a com paralisia cerebral; analisar as intera??es existentes entre educador e crian?a que apresenta paralisia cerebral; observar a atua??o docente na perspectiva do favorecimento da intera??o entre a crian?a com paralisia cerebral e as demais crian?as. Para isso, realizamos uma pesquisa explorat?ria, de cunho qualitativo, e para tanto optamos pelo m?todo do Estudo de Caso. Utilizamos como procedimentos metodol?gicos a an?lise documental, a pesquisa bibliogr?fica, a entrevista do tipo semiestruturada, a observa??o e a filmagem de cenas relativas ? pr?tica docente. Os sujeitos da pesquisa foram a professora e a crian?a com paralisia cerebral. Os dados constru?dos durante a investiga??o apontaram para o fato de que a pr?tica da professora n?o estava direcionada ?s necessidades espec?ficas da aluna com paralisia cerebral, mas que era desenvolvida de forma semelhante para todas as crian?as, em classe. A presen?a de limita??es significativas para a inclus?o da crian?a com paralisia cerebral na educa??o infantil pode ser considerada como resultante da falta de uma prepara??o adequada da professora, tanto em n?vel da forma??o inicial, como da forma??o continuada, bem como da car?ncia de orienta??es ? docente, em processo, sobre a educa??o da crian?a com paralisia cerebral, o que a impossibilitava de contribuir de maneira efetiva para o seu maior desenvolvimento cognitivo e social.
La inclusi?n de los ni?os con discapacidad en la educaci?n infantil, adem?s de ser un tema poco planteado en la comunidad cient?fica, es un reto actual en lo que se refiere a la pr?ctica docente. Bas?ndose en este aspecto, nuestro objetivo en esta investigaci?n realizada, que result? en la elaboraci?n de este trabajo, fue analizar c?mo se procesa la pr?ctica docente con vistas a la inclusi?n escolar de un ni?o con par?lisis cerebral, en un Centro Municipal de Educaci?n Infantil (CMEI), en la ciudad de Natal / RN. M?s espec?ficamente, buscamos: reflexionar sobre la pr?ctica de la profesora responsable por la clase, en lo que se refiere al desarrollo del ni?o con par?lisis cerebral; analizar las interacciones entre educador y ni?o con par?lisis cerebral; observar la pr?ctica docente en la perspectiva de favorecer la interacci?n entre el ni?o con par?lisis cerebral y otros ni?os. Para ello, realizamos una pesquisa exploratoria, cualitativa, y as? que optamos por el m?todo del Estudio de Caso. Utilizamos como procedimientos metodol?gicos el an?lisis documental, la investigaci?n bibliogr?fica, la entrevista semiestructurada, la observaci?n y la filmaci?n de escenas relacionadas a la pr?ctica docente. Los sujetos de la investigaci?n fueron la profesora y el ni?o con par?lisis cerebral. Los datos construidos durante la investigaci?n se?alaron el hecho de que la pr?ctica de la profesora no estaba encaminada a las necesidades espec?ficas de la alumna con par?lisis cerebral, todav?a, se desarrollaba de una manera similar para todos los ni?os en la clase. La presencia de limitaciones significativas para la inclusi?n de la ni?a con par?lisis cerebral en la educaci?n infantil puede ser considerado como el resultado de la ausencia de una adecuada preparaci?n docente, tanto en el nivel de la formaci?n inicial, cuanto de una formaci?n continua y tambi?n la escasez de directrices para el maestro, en proceso; directrices estas acerca de la educaci?n de los ni?os con par?lisis cerebral, lo que hac?a imposible a la profesora contribuir de manera efectiva a su mayor desarrollo cognitivo y social.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
12

Lorenzini, Marlene Valdicea. "Brincando no ambiente natural : uma contribuição para o desenvolvimento sensorio-motor da criança portadora de paralisia cerebral." [s.n.], 1999. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/274834.

Full text
Abstract:
Orientador: Julio Romero Ferreira
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação Fisica
Made available in DSpace on 2018-07-24T20:19:41Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Lorenzini_MarleneValdicea_D.pdf: 7832094 bytes, checksum: ef7142331e171c30c03c8c5fd7d86017 (MD5) Previous issue date: 1999
Resumo: o presente trabalho teve como objetivo construir uma dinâmica do brincar para a criança portadora de paralisia cerebral com sua mãe no ambiente natural. Brincadeiras, naturalmente, desenvolvem o sensório-motor. Como a brincadeira é parte integrante da formação do ser humano, vemos que é muito fácil de ser assimilada e, com criatividade, tornar-se fonte de estimulação àquela criança. O principal agente no processo é a mãe, considerando-se sera primeira a estabelecer um vínculo com o filho e o seu contato cotidiano com ele.Duas mães e seus filhos portadores de paralisia cerebral participaram do estudo, sendo um com a idade de três anos e seis meses e o outro com três anos e um mês no início do trabalho. Para atingir o objetivo proposto, os procedimentos consistiram basicamente no desenvolvimento de brincadeiras em situação natural com cada uma das duplas mãe e filho a partir da coleta de dados que constou de três entrevistas aplicadas às mães, no início do trabalho, após o décimo segundo e o vigésimo quarto encontros, onde levantamos as brincadeiras com seus filhos no cotidiano e, também, do registro no diário de campo realizado por nós, após o encerramento de cada encontro, detalhando os fatos ocorridos. A análise dos dados das entrevistas nos forneceu informações sobre o dia-a-dia dos sujeitos em relação às brincadeiras. Com a análise dos dados dos registros no diário de campo, pensávamos a brincadeira para os encontros subseqüentes. A mãe era orientada: 1) logo após cada entrevista, para que sentisse que estava recebendo retomo imediato em relação a dúvidas ou dificuldades, 2) nos encontros, quando brincávamos a brincadeira em seu ambiente natural e 3) no fmal de cada encontro, por meio de anotações no caderno de orientações, realizadas com sua participação. Ao longo dos seis meses do trabalho a pesquisadora mudou seu papel de orientadora - participante - observadora, para participante - observadora e finalizou como simples observadora,demonstrando a aquisição de independência pelos sujeitos em relação à pesquisadora. Narramos alguns encontros como episódios representativos e discutimos as brincadeiras realizadas. Os resultados demonstraram que o brincar, a valorização do ambiente natural, a interação mãe e filho e uma outra forma de atuação profissional podem contribuir efetivamente para o desenvolvimento sensório-motor dessa criança. Por outro lado,este recuso foi de fáci assililação para as mães,que não tinham formação especializada
Abstract: The objective of this paper was to build a playing dynamics for a child with cerebral palsy, together with his mother in a natural environment. Games, naturally, develop the motor-sensory. Since playing is part ofthe human being growth, we perceive it is very easy to be assimilated and becomes a strong stimulation source, through creativity, for that child. In this process the main agent is the child's mother, taking into account the fact of being the first person to stablish a relationship with her son and his daily contact with him. Two mothers and their cerebral palsied children, both participated in this study. The children were three years and a half and three years and one month old, respectively, at the beginning of the research. To achieve the intended objective, the procedures consisted basically in developing plays in natural situations, between mother and son, starting with data collection along three personal interviews with the mothers. Namely, at the very beginning, twelfth and twenty fourth meeting, which allowed to survey their daily playing, and also daily field records carried out by us, after adjourning each meeting, detailing observed facts. The interviews data analysis fumished us with day to day information about the subjects as regards the plays. By analyzing the data recorded on the logbook, we thinked the plays for the subsequent meetings. Each mother was oriented: 1) immediately after the interview, 50 that she felt she was receiving prompt feed back as regards doubts or diffieulties, 2) during the meetings, when we played the games in its natural environment and 3) at the end of each meeting, through notes on the respective log book, together with their participation. Along the six months study, the researcher changed her role of mentor - participant - observer to participant - observer, ending as simple observer, thus showing the degree of independence of the individuais in relation with the researcher. We describe some meetings as representative events and discuss the plays performed.The results showed that playing, the value of the natural environment, the mother-child interaction and another form of professional behavior, can effectively contribute towards the motor-sensory of such child. On the other hand, the mothers, who had no specialized background, easily assimilated this resource
Doutorado
Atividade Fisica, Adaptação e Saude
Doutor em Educação Física
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
13

Wanderley, Rafaela Barbosa. "Pacientes portadores de paralisia cerebral e transtornos associados ao ciclo de vida familiar." Universidade Católica de Pernambuco, 2007. http://www.unicap.br/tede//tde_busca/arquivo.php?codArquivo=322.

Full text
Abstract:
O objetivo da pesquisa é compreender, na perspectiva de cuidadores primários e terapeutas de crianças portadoras de paralisia cerebral as repercussões dessa condição na família. Paralisia Cerebral é considerado um distúrbio senso-psico-motor, que interfere na postura e no desenvolvimento da criança, portanto na exploração do ambiente. A lesão incide sobre um cérebro ainda imaturo, com conseqüências não progressivas, mas que alteram significantemente o desenvolvimento normal da criança. Com a instalação do transtorno, há uma ruptura do equilíbrio das esferas biológica, psíquica e social do indivíduo, afetando diretamente o seu núcleo familiar. A natureza da pesquisa é qualitativa, sendo composta de entrevistas com as cuidadoras primárias das crianças com paralisia cerebral (uma mãe biológica e uma avó materna), das psicólogas que atenderam essas cuidadoras, e das fisioterapeutas que realizaram o tratamento reabilitador dessas crianças, que apresentam a faixa etária entre 3 a 6 anos de idade. A coleta de dados foi realizada na cidade de Recife, entre os meses de outubro e dezembro de 2006, sendo as entrevistas feitas em instituições de reabilitação e residência dos entrevistados. O adoecimento da criança gera crises e momentos de mudanças bruscas na dinâmica familiar, surgindo naturalmente o cuidador primário. Como resultados desse trabalho podemos ressaltar que o apoio profissional pode ser importante para que um novo funcionamento se ajuste ao núcleo familiar, devido às modificações nas interrelações parentais conseqüentes à paralisia cerebral em crianças
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
14

Zuttin, Fabiana da Silva. "Recursos de baixa tecnologia assistiva e educação infantil: efeitos do recurso nas atividades lúdicas para crianças com paralisia cerebral." Universidade Federal de São Carlos, 2010. https://repositorio.ufscar.br/handle/ufscar/3069.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-06-02T19:46:13Z (GMT). No. of bitstreams: 1 3379.pdf: 8720867 bytes, checksum: f917396e1a37d4bca14a21038e027e95 (MD5) Previous issue date: 2010-02-17
Financiadora de Estudos e Projetos
Playing is considered a natural and basic process for the development of some abilities in infancy. However, children with physical deficiency, such as children with cerebral palsy, for presenting a disorder on the muscular tonus and on the posture, may have difficulties in carrying through this playful experience in many contexts, especially in school environment. In the current time, for many of these children, it is possible to create a facilitator environment of this process of playing through the use of resources of assistive technology. In this perspective, the present study had the objective to elaborate and implement individualized programs of intervention based on playful activities, coming from the knowledge of the Occupational Therapy and to evaluate its effect. The related individualized programs had been supported in resources of low assistive technology for the participation of children with cerebral palsy in the school context of the kindergarten. Three children with the diagnosis of Cerebral Palsy, of the spastic type, enrolled in a private regular education of the kindergarten, in a medium size city of Sao Paulo state and its respective professors, participated in this study. The instruments used for the collection of data were: a script of interview for the professors on the participation of its pupils in the playful activities in Kindergarten (REPPAAL-EI) and the Canadian Occupational Performance Measure (COPM) used as indirect measurement. Both were applied for the professors and the Protocol of the Playful Model, as direct measurement in order to observe the child with cerebral palsy in the playful activities of the kindergarten. The results demonstrated that the intervention program promoted improvement in the performance of the children in relation of the participation on the playful activities in the school context, corroborating with the objective of the current research. Moreover, it promoted benefits that made it easier the process of inclusion of these children in school environments.
O brincar é considerado um processo natural e fundamental para o desenvolvimento de várias habilidades na infância. No entanto, crianças com deficiência física, dentre elas, as crianças com paralisia cerebral, por apresentarem uma desordem do tônus muscular e na postura, podem ter dificuldades em realizar essa vivência lúdica nos diversos contextos, inclusive em âmbito escolar. Na atualidade, para muitas dessas crianças, é possível criar um ambiente facilitador desse processo de brincar por meio do uso de recursos de tecnologia assistiva. Nessa perspectiva, o presente estudo teve por objetivo elaborar, implementar programas individualizados de intervenção baseado em atividades lúdicas, à luz dos pressupostos advindos do campo da Terapia Ocupacional e avaliar seus efeitos. Os referidos programas individualizados foram apoiados em recursos de baixa tecnologia assistiva para a participação de crianças com paralisia cerebral no contexto escolar da educação infantil. Participaram deste estudo, três crianças com o diagnóstico de Paralisia Cerebral, do tipo espástica, matriculadas no ensino regular público e privado da Educação Infantil, de uma cidade de médio porte do estado de São Paulo e seus respectivos professores. Os instrumentos utilizados para a coleta de dados foram: um roteiro de entrevista para os professores sobre a participação dos seus alunos nas atividades lúdicas na Educação Infantil (REPPAAL-EI) e a Medida Canadense de Desempenho Ocupacional (COPM) utilizados como medida indireta. Ambos foram aplicados ao professor e o Protocolo do Modelo Lúdico, como medida direta para observar a criança com paralisia cerebral nas atividades lúdicas da Educação Infantil. Os resultados demonstraram que a realização do programa de intervenção propiciou uma melhora no desempenho das crianças em relação a participação nas atividades lúdicas desenvolvidas no contexto da Educação Infantil, corroborando com o objetivo da presente pesquisa. Além disso, promoveu benefícios que facilitou o processo de inclusão dessas crianças no ambiente escolar.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
15

Sousa, Lyana Carvalho e. "Estudo comparativo do cotidiano de crianças com paralisia cerebral e de crianças com desenvolvimento típico." Universidade Federal de São Carlos, 2012. https://repositorio.ufscar.br/handle/ufscar/6861.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2016-06-02T20:44:11Z (GMT). No. of bitstreams: 1 4302.pdf: 1269851 bytes, checksum: 6543121b3bdd31eed05c19687728b842 (MD5) Previous issue date: 2012-02-28
Daily life has been a subject of interest for specialists of several areas of knowledge, with different purposes. The increasing valorization of this theme reflected in different kinds of theoretical studies and theories because of its relevance. Considering the complexity in the (re)construction process of daily life, the occupational therapist should have a more precise monitoring about the organization of the activities and the assessment process. It is necessary to take care of the individual s place and satisfaction on this organization. People with development disorders have their daily life altered. This happens to children suffering from cerebral palsy. The objective of this study is to describe and compare the daily life aspects of 19 children with cerebral palsy and 19 children who have typical development, related by the children s routine, leisure, personal care, school and , educational and therapeutic activities. To achieve this goal, a general description of every child was made according to data obtained at interviews and the use of an Activities Clock used by the organizers (the goal was to investigate how the child s daily life is organized). According to the results obtained it is possible to verify that the children with cerebral palsy have more dependency in day life activities, lesser diversity of companion, lesser diversity of places to go and lesser leisure, when compared to children with typical development. The obtained results presented and discussed in this study could contribute in increasing the knowledge about the daily life of children with or without deficiencies, their main similarities and differences, as well as in pointing to new researches that are needed within this area.
O cotidiano tem sido tema de interesse de diversos especialistas em diferentes áreas do conhecimento, com objetivos variados. A valorização crescente deste tema refletiu na produção de teorias e pesquisas que discutem a sua importância. Considerando a complexidade na (re)construção do cotidiano, o terapeuta ocupacional deverá estar atento não apenas à avaliação de como estão sendo organizadas as atividades, mas também ao papel e à satisfação do sujeito diante dessa organização. Em pessoas com distúrbios do desenvolvimento, a vida cotidiana e as construções do indivíduo acabam sendo alteradas. É o caso das crianças com paralisia cerebral. Este estudo teve por objetivo descrever e comparar aspectos do cotidiano de 19 crianças com paralisia cerebral e 19 crianças com desenvolvimento típico, relacionados a sua rotina diária, às atividades de cuidados pessoais, de lazer, escolares/educativas e terapêuticas. Para tal, foi feita a descrição geral das crianças por meio dos dados obtidos através da aplicação de entrevistas semiestruturadas e do instrumento Relógio de Atividades, realizados com os responsáveis. Os resultados mostraram que as crianças com paralisia cerebral apresentam maior dependência na realização de suas atividades de vida diária, menor diversidade de companhias, de ambientes frequentados e menor tempo dedicado a atividades de lazer, quando comparadas com as crianças com desenvolvimento típico. Os achados apresentados e discutidos puderam contribuir com a ampliação do conhecimento sobre o cotidiano de crianças com e sem deficiências, suas semelhanças e principais diferenças, além de apontar para novas pesquisas que se fazem necessárias dentro da área.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
16

Vandini, Chiara. "L'efficacia dell'action observation training nel migliorare la funzionalita e l'uso spontaneo dell'arto superiore nei bambini con paralisi cerebrale infantile: una revisione di RCT." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21917/.

Full text
Abstract:
Introduzione: sulla base delle evidenze del coinvolgimento dei neuroni specchio nell'apprendimento motorio, è stato ipotizzato un ruolo dell'Action Observation Training (AOT) nella riabilitazione delle paralisi cerebrali infantili (PCI). L’AOT, già applicata con successo negli adulti per il recupero motorio nel Parkinson, post ictus o chirurgia ortopedica, in età evolutiva può favorire l’apprendimento motorio e migliorare la funzionalità degli arti superiori tramite l’osservazione e la successiva esecuzione di azioni. Obiettivo:indagare le più recenti e valide evidenze sull’efficacia dell’AOT nel migliorare la funzionalità e l’uso spontaneo dell’arto superiore nei bambini con PCI. Metodi:La ricerca è stata svolta sulle principali banche dati ed ha incluso studi pubblicati negli ultimi 10 anni. Sono stati inclusi studi clinici randomizzati controllati in cui l’AOT, guidato da fisioterapisti, venisse proposto a bambini con PCI e che ponessero come outcome l’effetto dell’AOT sulla funzionalità, uso spontaneo e motricità dell’arto superiore. Risultati:sono stati selezionati 5 studi, valutati con la scala PEDro. 4 studi su 5 hanno mostrato effetti positivi e miglioramenti della funzionalità, della motricità e dell’uso spontaneo dell’arto superiore in seguito al trattamento con l’AOT. Tale approccio riabilitativo sembra attivare maggiormente i neuroni specchio, ovvero aree della corteccia coinvolte nell’apprendimento per imitazione.Conclusioni:l’AOT sembra utile affiancata alla fisioterapia convenzionale, nel migliorare la funzionalità dell’arto superiore in attività di vita quotidiana, con risvolti sulla qualità di vita. L'AOT potrebbe essere eseguito a casa dai genitori. È auspicabile proseguire la ricerca con trial clinici con campioni di ampiezza maggiore, multicentrici. Futuri studi potrebbero approfondire i fattori d’influenza sulla risposta al trattamento e analizzare l’efficacia dell’AOT sulla precisione dei movimenti e su altri compiti motori nei bambini con PCI.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
17

Carvalho, Metilde Ferreira. "Deficiências neuropsicomotoras em crianças acompanhadas no ambulatório de seguimento de recém-nascidos egressos da UTI de Hospital Terciário, em Fortaleza, Ceará, no período de novembro de 2007 a abril de 2008." reponame:Repositório Institucional da FIOCRUZ, 2008. https://www.arca.fiocruz.br/handle/icict/5357.

Full text
Abstract:
Made available in DSpace on 2012-09-06T01:12:31Z (GMT). No. of bitstreams: 2 license.txt: 1748 bytes, checksum: 8a4605be74aa9ea9d79846c1fba20a33 (MD5) 1090.pdf: 282305 bytes, checksum: c8b9e5364ba37f3c9b572190b952bbd8 (MD5) Previous issue date: 2008
Os objetivos desse trabalho são descrever aspectos relativos ao períodogestacional e neonatal de 72 crianças acompanhadas no serviço de neuropediatria do Ambulatório de seguimento de recém-nascidos egressos de UTI Neonatal, levantando hipóteses referentes à associação entre esses aspectos e deficiências neuropsicomotoras atuais dessas crianças e analisar a qualidade do registro dos dados dos prontuárioshospitalares. As informações foram coletadas a partir de entrevistas com as mães e da consulta aos prontuários da mãe (parto) e do RN (ambulatório e UTI neonatal). A pesquisa de dados em prontuários foi dificultada por falhas nos processos de arquivamento e preenchimento dos mesmos. Todas as gestantes realizaram pré-natal,tendo 97,2 por cento iniciado no primeiro trimestre. Dentre os eventos durante o período gestacional, destacam-se a hipertensão gestacional e infecção urinária. Prematuridade esteve presente em 63,9 por cento dos casos e Baixo Peso ao Nascer em 58,3 por cento. Mais da metade das gestantes tentou internação em outro hospital / maternidade antes de seremhospitalizadas para o parto. Como principais intercorrências ao nascer destacaram-se a sepse neonatal e asfixia ao nascer. Como diagnóstico atual, existe uma predominânciade casos de paralisia cerebral (52,1 por cento) e outros comprometimentos do desenvolvimento neuropsicomotor (36 por cento). Na maioria dos casos de paralisia cerebral registraram-seantecedentes de sepse neonatal ou asfixia. Em nenhum dos casos em que ocorreu sepse ou asfixia evidenciou-se desenvolvimento normal atual. Apresentaram intercorrências mais graves, bebês com mães com idade superior a 35 anos, que residiam fora deFortaleza, que percorreram mais de uma maternidade em busca de atendimento ao parto.
A partir dos resultados encontrados, é possível observar a presença de fatores evitáveis através da realização de pré-natal de qualidade, adequado encaminhamento da parturiente e atendimento especializado à dupla mãe/RN por ocasião do nascimento e período neonatal. Sugere-se a reorganização do sistema de arquivamento de prontuários, melhoria na qualidade do preenchimento dos mesmos, sistematização de fluxo emonitoramento da freqüência das crianças ao setor e garantia de atendimento desse grupo de crianças por neuropediatra.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
18

Малєганова, А. А. "Алгоритм застосування кінезіотейпування для дітей із геміпарезом." Thesis, Сумський державний університет, 2018. http://essuir.sumdu.edu.ua/handle/123456789/66775.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
19

Nivoloni, Karin de Albuquerque Barros. "Avaliação comportamental, eletroacústica e eletrofisiológica da audição em encefalopatia crônica infantil não evolutiva." Universidade de São Paulo, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5160/tde-27092005-151846/.

Full text
Abstract:
Para avaliar a audição em crianças com paralisia cerebral foi realizada a avaliação comportamental, eletroacústica e eletrofisiológica em 61 sujeitos na faixa etária de três a seis anos e 11 meses, subdivididas em grupo experimental e controle. Foram observadas diferenças estatisticamente significantes na comparação entre os resultados obtidos nos dois grupos, bem como na comparação dos procedimentos no grupo experimental. Existe uma diversidade nos resultados dos procedimentos audiológicos em crianças com paralisia cerebral, o que torna importante a aplicação da bateria completa na determinação do perfil audiológico destas crianças.
In order to evaluate the hearing of children who have cerebral palsy disease the behavioral, eletroacoustical, electrophysiological evaluations were done in 61 people between three and six years and 11 months old, subdivided in experimental and control group. There were statistically significant differences when comparing the results obtained in both groups, as well as when comparing the procedures in the experimental group. There is diversity in the results of hearing procedures in children with Cerebral Palsy, which stresses the importance of a full battery of exams for determining the hearing profile of these children.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
20

Pires, Sandra Cristina Fonseca. "A relação linguagem-cognição no trabalho com Comunicação Suplementar e/ou Alternativa com a criança com paralisia cerebral." Universidade de São Paulo, 2005. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5160/tde-14102014-085137/.

Full text
Abstract:
Comunicação Suplementar e/ou Alternativa (CSA) é uma área clínica reconhecida pela ASHA (1991) que visa suprir temporária ou permanentemente dificuldades severas de comunicação oral, seja qual for o fator etiológico e a idade do indivíduo em questão. É uma área ainda recente no Brasil, havendo poucos estudos científicos, sobretudo que a relacionem com o trabalho cognitivo e de linguagem e com quadros de alteração sensório-motora em crianças. A hipótese inicial é que haja pré-requisitos cognitivos e de linguagem para a abordagem direta da CSA. A presente pesquisa teve como objetivo relacionar o nível de desenvolvimento cognitivo e de linguagem com o desempenho do trabalho de CSA com crianças com Paralisia Cerebral. Utilizou-se como amostra nove crianças com paralisia cerebral, com idades entre 4;0 e 9;11. Cada criança foi avaliada a partir de um protocolo estabelecido para determinar sua etapa de desenvolvimento cognitivo e de linguagem. Paralela a esta avaliação registrou-se o desempenho da criança no uso da CSA e a descrição detalhada do seu material - tipo de sistema utilizado, número de símbolos no total e por categoria semântica, forma de disposição e tipo de acesso. No caso das crianças que apresentaram uso eficiente da CSA, aplicou-se um questionário sobre sua comunicação aos pais/responsáveis. Os dados foram relacionados e analisados comparando essencialmente a etapa cognitiva com o desempenho no uso de CSA. Quanto ao questionário e análise comparativa do material de CSA, não foi possível estudo mais aprofundado visto que apenas uma criança apresentava uso eficiente da CSA no momento da avaliação. A partir da comparação realizada entre os desempenhos nas provas e no uso da CSA, verificou-se que apenas as crianças caracterizadas no período pré-operatório demonstraram usar a CSA de forma eficiente, o que sugere que de fato há pré-requisitos para o uso de sistemas gráficos de CSA
The Augmentative and/or Alternative Communication (AAC) is a clinical area recognized by ASHA (1991) that attempts to compensate, temporarily or permanently, severe expressive communication disorders, being whatever the etiologic factor and the age of the subject studied. It is still a recent area in Brazil, with few scientific studies, above all that associates the AAC with the cognitive and language intervention and with developmental neuromotor disorder. The initial hypothesis is that cognitive and language pre-requisites exist for a direct intervention with AAC. The present research had the aim of verifying the relationship between the cognitive and language development level and the learning of the AAC, in children with cerebral palsy. The subjects of the research were nine children with cerebral palsy, with age ranging from 4;0 to 9;11 years old. Each child was assessed by a set protocol in order to determine the cognitive and language development level. Moreover, it was registered the performance of the child with the AAC use and the detailed description of her material - type of system and selection, arrangement of symbols, and total number of symbols and by semantic category. In the case the children present efficient use of AAC, a questionnaire about their communication was applied to their parents/responsibles. The data were related and analyzed comparing, essentially (principally), the cognitive level and the performance in the use of the AAC. In relation to the questionnaire and the comparative analysis of the AAC material, it was not possible to make a deeper study due to only one child presented efficient AAC use in the assessment occasion. According to the comparison done between the performance in the tests and the use of AAC, it was verified that only the children in the preoperational level demonstrated an effective use of the AAC. The results suggest that it really exists a pre-requisite for the AAC representational systems use
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
21

PENAGINI, FRANCESCA MARIA CHIARA. "NUTRITIONAL ISSUES IN CHILDREN WITH NEURODISABILITIES." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/936767.

Full text
Abstract:
Introduzione I bambini con neurodisabilità presentano un aumentato rischio di malnutrizione e di ridotta mineralizzazione ossea. Si stima che la prevalenza di malnutrizione in bambini con paralisi cerebrale infantile (PCI) sia pari al 40-90% dei casi. L’inadeguato apporto nutrizionale è uno dei principali fattori che contribuiscono all’eziologia della malnutrizione. Le problematiche gastroenterologiche (disfagia orofaringea, il reflusso gastroesofageo e la stipsi) e le terapie anti-epilettiche contribuiscono in modo significativo all’inadeguato apporto nutrizionale. Obiettivi Obiettivo primario: valutare le abitudini alimentari e lo stato nutrizionale in bambini con neurodisabilità di età compresa tra 5 e 17 anni Obiettivo secondario: in un sottogruppo di pazienti valutare lo stato del metabolismo e della mineralizzazione ossea. Materiali e Metodi Ogni paziente è stato poi sottoposto ad un recall alimentare dei 7 giorni, eseguito da parte del personale dietistico. I dati ottenuti sono stati inseriti ed elaborati da un software dedicato, MètaDieta (Me.Te.Da, San Benedetto del Toronto-AP), Per interpretare i valori ottenuti, li abbiamo confrontati con i fabbisogni nutrizionali giornalieri raccomandati dai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana). Non esistono ad oggi dei riferimenti di apporti alimentari specifici per la popolazione di bambini con neurodisabilità. E’ stata inoltre eseguita una valutazione auxologica (peso, altezza, BMI e pliche corporee) di ogni paziente. In un sottogruppo di pazienti arruolati, sono stati analizzati i seguenti analiti del metabolismo osseo: Fosfatasi alcalina-isoenzima osseo (BAP Metra, Quidel Corporationa), quale indice di formazione ossea; Telopeptide C-terminale-CTX (Serum CrossLaps, Immunodiagnostic System Ltd), quale marker di riassorbimento osseo; Paratormone (DIAsource PTH-EASIA), per identificareun’eventuale iperparatiroidismo secondario; 25OH-vitamina D (25-Hydroxy Vitamin D EIA, Immunodiagnostic System Ltd) quale marker delle riserve corporee di vitamina D. I pazienti sottoposti a prelievo ematico, a distanza di non più di quattro settimane, sono stati sottoposti ad esame mineralometrico mediante tecnica DXA per la valutazione della massa ossea a livello delle vertebre lombari L1-L4. Analisi statistica Il confronto di variabili continue tra i due gruppi è stato condotto mediante t-test a due code; mentre l’eventuale associazione tra due variabili è stata verificata mediante analisi di correlazione di Pearson e, laddove possibile, tramite regressione lineare. Per tutte le analisi statistiche abbiamo fissato il livello di significatività a α=0,05. Per l’elaborazione statistica, è stato utilizzato il software IBM SPSS Statistica (versione 23). Risultati La difficoltà nell’alimentazione è stata riscontrata nel 42.3% dei casi (11/26), di cui il 90,9% (10/11) era rappresentato da bambini con PCI e 0,09% (1/11) da bambini con epilessia senza PCI (p=0,005). Un apporto insufficiente di calcio è stato riscontrato nel 69,2% (8/26) dei pazienti, di questi il 50% (9/18) era rappresentato da bambini con PCI. Un apporto calorico insufficiente è stato riscontrato nel 26,9 % (7/26) dei casi, di questi 42,8% (3/7) era rappresentato da bambini con PCI, 57,14% (4/7) da bambini con epilessia senza PCI. Un BMI inferiore al 10° c.le è stato riscontrato nel 15,4% (4/26) dei casi, tra questi il 75% (3/4) era rappresentato da bambini con PCI, il restante 25% (1/4) da bambini con epilessia senza PCI. Una plica tricipitale inferiore al 10° c.le è stata riscontrata nel 38,5% (10/26) dei casi, tra questi l’80% (8/10) era rappresentato da bambini con PCI mentre il restante 20% (2/10) da bambini con epilessia senza PCI. Risultati- metabolismo osseo Nella popolazione in studio, è stata riscontrata una prevalenza di ipovitaminosi D (25OHvitD < 20ng/ml) pari al 69%. Confrontando le concentrazioni dei markers di neoformazione e di riassorbimento osseo tra i bambini con PCI e i bambini con epilessia senza PCI, sebbene la differenza in valore assoluto di BALP e CTX risultasse statisticamente significativa, i valori normalizzati per età e sesso (z-score) non hanno mostrato differenze statisticamente significative tra i bambini con PCI e i bambini con epilessia senza PCI. Tra tutti i diversi parametri misurati, solo il BMD z-score è risultato significativamente inferiore nei bambini con PCI rispetto ai bambini con epilessia senza PCI (p=0,0014). Nel gruppo dei bambini PCI, i valori di BMD s-core sono risultati più bassi nei bambini tetraplegici rispetto a quelli emi-o diplegici. E’ stato inoltre eseguito uno studio di correlazione trai valori di BMD z-score e i seguenti parametri: peso, BMI SDS e TST, apporto alimentare di calcio e di energia. I dati del nostro studio confermano i dati della letteratura riguardo all’elevata prevalenza di difficoltà nell’alimentazione e malnutrizione in bambini con neurodisabilità. Lo studio della mineralizzazione ossea ha inoltre confermato i dati della letteratura per quanto riguarda l’influenza negativa di alcuni fattori sulla salute scheletrica, in particolare la neurodisabilità e la malnutrizione. L’interpretazione dei markers di rimaneggiamento osseo è complessa; i markers sono utili se viene valutata la loro variazione nel tempo, in quanto sono marcatori che riflettono lo stato del rimaneggiamento osseo in tempo reale, modificandosi molto più rapidamente rispetto ai valori di BMD in risposta alla somministrazione di terapie anti-riassorbitive.
Introduction Children with neurodisabilities present an increased risk of developing malnutrition and reduce bone mineral density (BMD). Prevalence of malnutrition in children with cerebral palsy (CP) is around 40-90%. Inadequate nutritional intake is one of the major risk factors involved in etiology of malnutrition. Gastroenterological issues (oropharyngeal dysphagia, gastroesofageal reflux, constipation) and anti-epileptic drugs significantly impact on nutritional intake. Primary objective Evaluate dietary habits and nutritional status in children with neurodisabilities aged 5-17 years. Secondary objective In a subgroup of patients evaluate bone metabolism and mineralization status. Materials and Methods All subjects underwent a complete nutritional evaluation including a 7-day dietary history performed by and experienced dietitian. The details on dietary intake were analyzed by a dedicated software MètaDieta (Me.Te.Da, San Benedetto del Toronto-AP). Reference values for the Italian population (LARN) were used for interpretation of the data. To date there are no reference values for dietary intake in children with neurodisabilities. Auxological parameters (weight, height, body mass index, BMI) were measured for each patient. In a subgroup of patients bone metabolism was analyzed by means of serum analytes: bone alkaline phosphatase (BALP Metra, Quidel Corporation) as a marker of bone formation, C- terminal telopeptide (CTX, Serum CrossLaps, Immunodiagnostic System Ltd), as marker of bone reabsorption, 25OHvitamin D (25-Hydroxy Vitamin D EIA, Immunodiagnostic System Ltd) and parathormone (PTH, DIAsource PTH-EASIA) were measured. The subgroup of patients who underwent blood test for bone metabolism, within 4 weeks underwent L1-L4 bone mineral density (BMD) study by means of Dual-energy X-Ray absorptiometry (DEXA) study. Statistical Analyses Continuous variables were compared between two groups (children with CP and children with epilepsy without CP) with t-test. Comparison between two variables were searched with two tail t-test, associations between two variables was searched with Pearson correlation test and where possible with linear regression. Significance of statistical analyses was established at α=0,05. For statistical analyses software IBM SPSS version 23 was used. Results Feeding difficulty was encountered in 42.3% (11/26), of these 90.9% (10/11) were children with CP, 0.09% (1/11) were children with epilepsy without CP (p=0,005). Insufficient calcium intake of was found in 69.2% (8/26) of patients , of these 50% (9/18) was represented by children with CP. Insufficient caloric intake was found in 26.9% (7/26) of cases, of these 42.8% (3/7) were children con CP, 57.14% (4/7) were children with epilepsy without CP. BMI < 10% was observed in 15.4% (4/26) of cases, of these 75% (3/4) was represented by children with CP, the remaining 25% (1/4) by children with epilepsy without CP. Triceps skinfold thickness (TST) < 10°percentile was found in 38.5% (10/26) of cases, of these 80% (8/10) was represented by children with CP, the remaining 20% (2/10) by children with epilepsy without CP. Bone metabolism A prevalence of hypovitaminosis D (25OHvitD < 20ng/ml) was found in 69% of cases. Comparison of data on bone metabolism between children with CP and children with epilepsy without CP we performed: difference of BALP and CTX between two groups was significantly different. Nevertheless, the values, when normalized for age and gender did not result significantly different between children with CP and children with epilepsy without CP. BMD z-score was found to be significantly lower in children with CP compared to children with epilepsy without CP (p=0,0014). In the group of patients with CP, values of BMD z-score were lower in quadriplegic compared to emi-diplegic patients. Correlation studies were also performed between BMD z- score and the following parameters: weight, BMI SDS, TST, calcium and energy intake. Results from our study confirm literature data on the high prevalence of feeding difficulties and malnutrition in children with neurodisabilities. The study on bone mineralization confirmed the negative impact of neurodisability and malnutrition on BMD. Interpretation of markers of bone turnover is complex (BALP and CTX). These markers are useful if evaluated over-time as they reflect real time bone turnover and modify more rapidly compared to BMD and in response to anti-resorptive treatment.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
22

TEIXEIRA, Madacilina de Melo. "Padrões neuropatológicos nas substâncias branca e cinzenta revelados por tomografia computadorizada ou ressonância magnética e déficits neurológicos correspondentes em crianças e com encefalopatia crônica não progressiva da infância." Universidade Federal do Pará, 2013. http://repositorio.ufpa.br/jspui/handle/2011/4132.

Full text
Abstract:
Submitted by Edisangela Bastos (edisangela@ufpa.br) on 2013-08-02T16:06:03Z No. of bitstreams: 2 Dissertacao_PadroesNeuropatologicosSubstancias.pdf: 978123 bytes, checksum: 3b8f245769c6187bccbca85336bfd941 (MD5) license_rdf: 23898 bytes, checksum: e363e809996cf46ada20da1accfcd9c7 (MD5)
Approved for entry into archive by Ana Rosa Silva(arosa@ufpa.br) on 2013-08-14T15:12:39Z (GMT) No. of bitstreams: 2 Dissertacao_PadroesNeuropatologicosSubstancias.pdf: 978123 bytes, checksum: 3b8f245769c6187bccbca85336bfd941 (MD5) license_rdf: 23898 bytes, checksum: e363e809996cf46ada20da1accfcd9c7 (MD5)
Made available in DSpace on 2013-08-14T15:12:39Z (GMT). No. of bitstreams: 2 Dissertacao_PadroesNeuropatologicosSubstancias.pdf: 978123 bytes, checksum: 3b8f245769c6187bccbca85336bfd941 (MD5) license_rdf: 23898 bytes, checksum: e363e809996cf46ada20da1accfcd9c7 (MD5) Previous issue date: 2012
A Encefalopatia Crônica Não Progressiva da Infância (ECNP) é a sequela neurológica com maior comprometimento motor para a criança, e continua sendo na atualidade a hipóxicoisquemia perinatal a maior causa de lesão cerebral. É conhecida como Paralisia Cerebral, sendo definida por uma sequela de agressão encefálica, caracterizada, principalmente, por um transtorno persistente, mas não invariável do tônus, da postura e do movimento, que aparece na primeira infância. A caracterização da ECNP se faz considerando as condições anatômicas, etiológicas, semiológicas e não evolutiva. Neste estudo adotou-se a classificação baseada em aspectos anatômicos e clínicos, que enfatizam o sintoma motor, enquanto elemento principal do quadro clínico. A neuroimagem tem fundamental importância para o diagnóstico e prognóstico de lesões cerebrais, exercendo a importante função de descartar ou confirmar a presença de lesões em recém-nascidos e nas crianças com alterações no desenvolvimento. A Tomografia Cerebral (TAC) e a Ressonância Magnética do Crânio (RM) vêm desempenhando enorme papel para o estudo dos vários tecidos que constituem o sistema nervoso. Assim este estudo teve o objetivo geral de avaliar os padrões neuropatológicos nas substâncias branca e cinzenta, obtidos por TAC ou RM de Crânio, de pacientes com história clínica de ECNP hipóxico-isquêmica perinatal, correlacionando os dados obtidos por neuroimagem com os padrões motores obtidos por exame clínico-neurológico. Foram obedecidas as normas vigentes para estudo em seres humanos impostas pela Resolução CNS 196/96, submetida ao Comitê de Ética e Pesquisa da Plataforma Brasil sob o Nº 112168. A população foi constituída por pacientes com idade de zero a sete anos, de ambos os sexos, atendidos no Ambulatório de Paralisia Cerebral do Projeto Caminhar do Hospital Universitário Bettina Ferro de Souza (HUBFS), com diagnóstico de ECNP. A amostra do estudo foi composta por 15 crianças com diagnóstico de ECNP por Hipóxia neonatal. Para o diagnóstico radiológico em neuroimagem foram utilizados os dados dos laudos da TAC e da RM de Crânio. A avaliação clínico-neurológica utilizou para a avaliação do movimento o modelo da escala Gross Motor Function Classification System (GMFCS E&R), elaborada por Palisano, que gradua a criança em cinco níveis no qual o Nível I corresponde à normalidade e o Nível V a maior gravidade de limitação. Das 15 crianças avaliadas quanto ao movimento e a relação do Nível de Motricidade pela GMFCS E&R 05 crianças apresentavam nível V, 04 crianças nível IV, 05 crianças nível III e 01 criança nível II. Quanto ao imageamento cerebral 46% realizaram TAC e 54% RM do Crânio. A RM de Crânio apresentou-se neste estudo como a imagem de eleição, pois das 8 crianças que realizaram o exame, 6 apresentavam alterações. Ficou evidente que o exame por imagem de eleição para a criança que apresenta Encefalopatia Crônica não Progressiva é a RM de Crânio, podendo se adotar como protocolo para a conclusão diagnóstica, evitando expor a criança a uma carga elevada de RX como ocorre na TAC, e ainda, evitando gastos desnecessários para a saúde pública.
The Chronic non-progressive encephalopathy of the childhood (CNEC) the sequel is more neurological motor impairment for the child, and remains today a perinatal hypoxic-ischemia a major cause of brain injury. It is popularly known as Cerebral Palsy, being defined by a sequel of aggression brain, mainly characterized by a persistent disorder, but not invariable tone, posture and movement, which appears in early childhood. The characterization of this syndrome is done considering the anatomical, etiological, semiological and not evolutionary. In this study we adopted the classification based on anatomical and clinical aspects, emphasizing the symptom engine as the main component of the clinical picture. Neuroimaging has fundamental importance for the diagnosis and prognosis of brain lesions, performing the important function to discard or confirm the presence of lesions in newborns and children with developmental disabilities. Cerebral tomography (CT) and Magnetic Resonance Imaging (MRI), has played a huge role in the study of various tissues that make up the nervous system. Thus this study aimed to assess the neuropathological patterns in white and gray matter, obtained by CT or MRI Skull, in patients with a history of perinatal hypoxicischemic CNEC, correlating the data obtained by neuroimaging with motor patterns obtained by clinical-neurological examination. Current regulations were obeyed to study in humans imposed by Resolution 196/96, submitted to the Ethics Committee and Research of Brazil Platform under Nº 112168. The study population consisted of patients aged zero to seven years, of both sexes, in the Cerebral Palsy ambulatory of Projeto Caminhar of Hospital Universitário Bettina Ferro de Souza (HUBFS), diagnosed with CNEC. The study sample consisted of 15 children diagnosed with CNEC by neonatal hypoxia. For the radiological diagnosis were used in neuroimaging data from reports of CT and MRI of skull. The clinical and neurological evaluation used to assess the movement's model range Gross Motor Function Classification System (GMFCS E & R), developed by Palisano, which grades the child on five levels in which the Level I represents normality and Level V the largest severity of limitation. Of the 15 children assessed for movement and the relationship of the level by motricity GMFCS E & R, 05 children had level V, 04 children level IV, 05 children level III and 01 child level II. As for brain imaging performed 46% TAC and 54% RM Skull. MRI of skull presented in this study as the image of choice because of the 8 children who were examined, 6 had abnormal. It was evident that the imaging study of choice for the child who has Chronic non-progressive encephalopathy of the childhood is the RM of Skull and may be adopted as the protocol for the diagnostic conclusion, avoiding exposing the child to a high load of RX as in TAC, and also avoiding unnecessary spending on public health.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
23

Genovesi, Fernanda Françoso. "Comparação entre os General Movements Assessment e Escala Motora Infantil de Alberta em recém-nascidos e lactentes de risco para alterações do desenvolvimento motor." Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5170/tde-22092017-154531/.

Full text
Abstract:
Introdução: O aperfeiçoamento da assistência pré-natal e neonatal contribuiu para maior sobrevida dos recém-nascidos com riscos para alterações do desenvolvimento. A detecção precoce e eficaz destes riscos é fundamental para a intervenção oportuna e minimização dos danos funcionais. A avaliação com melhor valor preditivo para anormalidades é pelos General Movements (GMs), porém a mais utilizada no Brasil é a Escala Motora Infantil de Alberta (EMIA). Objetivo: Verificar a validade dos GMs e da EMIA com um e três meses de idade para predizer o desfecho do desenvolvimento motor pela EMIA aos seis e 12 meses. Método: Estudo observacional longitudinal com 45 recém-nascidos e lactentes do Hospital Universitário da Universidade de São Paulo, avaliados do nascimento até os cinco meses de idade (corrigida, se prematuros) pelos GMs, e de um a 12 meses pela EMIA. Foi realizada análise descritiva e testes de kappa e curva roc para a comparação entre as avaliações. Resultados: Os participantes (masculino = 51,1%) apresentaram idade gestacional média de 34 semanas; 57,7% apresentaram alteração em pelo menos uma avaliação pelos GMs, com predomínio do repertório pobre (RP) e fidgety movements (FM) ausentes, enquanto 46,6% apresentaram alguma alteração na EMIA. A maioria (85,7%) apresentou avaliações normais aos 12 meses de idade pela EMIA; e os com avaliações anormais também tiveram GMs alterados em toda sua trajetória. Houve pobre confiabilidade entre os GMs e a EMIA no primeiro (kappa: 0,165) e no terceiro mês, ligeira confiabilidade (kappa: 0,259). Comparando os writhing movements (WM) com a EMIA com um mês, para prever desfecho aos seis meses de idade, foi encontrado uma sensibilidade dos WM de 78,6% e uma especificidade de 100%. Valores melhores de sensibilidade e especificidade também foram encontrados nos WM para desfecho com 12 meses de idade (sensibilidade de 75% e especificidade em 100%). Os lactentes que apresentavam alguma alteração nas avaliações eram encaminhados para fisioterapia. Conclusão: Foi possível observar um grande número de participantes com GMs alterados, porém com diminuição/normalização nas avaliações pela EMIA, podendo ser devido a intervenção fisioterapêutica nos casos mais graves. A avaliação com melhores valores para predição do desenvolvimento são os GMs na fase dos WMs. Não existe correlação entre a avaliação dos GMs com 1 mês e EMIA 1 com mês, nem entre estes dois métodos aos 3 meses
Introduction: Improvement of prenatal and neonatal care has contributed to a greater survival of newborns with risks for developmental disorders. Early and effective detection of these risks is essential for timely intervention and minimization of functional impairment. The most predictive value for abnormalities is the General Movements (GMs), but the most used in Brazil is the Alberta Infant Motor Scale (AIMS). Objective: To verify the validity of GMs and EMIA at one and three months of age to predict the outcome of motor development by EMIA at six and 12 months. Method: A longitudinal observational study with 45 newborns and infants of the University Hospital of the University of São Paulo, evaluated from birth to five months of age (corrected, if premature) by GMs, and from one to 12 months by EMIA. Descriptive analysis and kappa and roc curve tests were performed to compare the evaluations. Results: Participants (male = 51.1%) had a mean gestational age of 34 weeks; 57.7% presented alterations in at least one evaluation by GMs, with a predominance of poor repertoire (RP) and fidgety movements (FM) absent, while 46.6% had some alteration in EMIA. The majority (85.7%) presented normal evaluations at 12 months of age by EMIA; And those with abnormal ratings also had altered GMs throughout their trajectory. There was poor reliability between GMs and EMIA in the first (kappa: 0.165) and in the third month, slight reliability (kappa: 0.259). Comparing writhing movements (WM) with EMIA at one month, to predict outcome at six months of age, a WM sensitivity of 78.6% and a specificity of 100% was found. Better sensitivity and specificity values were also found in WM for 12-month-old outcome (75% sensitivity and 100% specificity). Infants who presented some alterations in the assessments were referred to physical therapy. Conclusion: It was possible to observe a large number of participants with altered GMs, but with a decrease / normalization in the evaluations by EMIA, and may be due to physiotherapeutic intervention in the most severe cases. The best predictive values for development prediction are GMs in the WM phase. There is no correlation between the evaluation of GMs at 1 month and EMIA 1 with month, nor between these two methods at 3 months
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
24

Aizawa, Carolina Yuri Panvequio. "Elaboração e análise da confiabilidade de uma escala para avaliação dos movimentos generalizados em lactentes com riscos para o desenvolvimento neuromotor." Universidade de São Paulo, 2016. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/5/5170/tde-20042016-103302/.

Full text
Abstract:
Introdução: O aperfeiçoamento da assistência pré-natal e dos cuidados intensivos neonatais contribuiu para a redução da mortalidade dos recémnascidos (RN) com riscos para alterações do desenvolvimento neuromotor. Apesar destes avanços, a difícil previsão e prevenção de danos neurológicos está associada ao aumento de crianças com problemas graves como a Paralisia Cerebral (PC). Das avaliações disponíveis atualmente, a que possui melhor valor preditivo de danos neurológicos em bebês até os cinco meses de idade é a \"Avaliação Qualitativa dos Movimentos Generalizados (MGs)\" de Prechtl. No entanto, apresenta pouca aderência na prática clínica devido à sua subjetividade e necessidade de treinamento prévio para aplicação. Objetivos: Desenvolver e analisar a confiabilidade de uma escala de avaliação baseada nos MGs caracterizados a partir da avaliação qualitativa de Prechtl em recémnascidos e lactentes com riscos para alterações no desenvolvimento neuromotor. Método: Estudo observacional transversal com a participação de 30 RNs e lactentes com idade compreendida entre 31 semanas pós-menstrual e 17 semanas pós-termo avaliados no Hospital Universitário da USP. Os MGs normais e anormais foram avaliados segundo a análise qualitativa dos MGs de Prechtl seguindo as três fases: pré-termo (n=7), writhing movements (n=13) e fidgety movements (n=10). A escala foi construída baseando-se nestas fases e foram elaboradas duas versões, sendo analisadas as confiabilidades inter e intra-examinador por meio do ICC e do índice de Kappa. A consistência interna da versão final foi analisada através do alfa de Cronbach. Resultados: Foram analisadas duas versões da escala com três diferentes sistemas de pontuação: respostas do tipo \"SIM ou NÃO\"; do tipo \"SEMPRE, ALGUMAS VEZES e NUNCA\"; e \"SEMPRE, QUASE SEMPRE, ALGUMAS VEZES, QUASE NUNCA E NUNCA\". Os resultados mais significativos foram obtidos com as respostas binárias (SIM ou NÃO), sendo que nas fases pré-termo e writhing movements a pontuação máxima é de 32 pontos e na fase dos fidgety movements é de 12 pontos. A análise da confiabilidade da versão final da escala evidenciou concordância excelente tanto para a confiabilidade intra-avaliador (ICCs: 0.914 a 0.999; Kappa: 0.6 a 1 e 0.606 a 1, considerando a escala binária), como para confiabilidade inter-avaliadores (ICCs: 0.871 a 0.966 para avaliação 1; Kappa: 0.682 a 0.775 para avaliação 1, considerando novamente a escala binária). Apenas o índice Kappa neste caso apresentou concordância boa. Os valores de alfa de Cronbach se mostraram de bons a excelentes (0.866 a 0.980). Verificou-se também que os bebês com MGs anormais apresentaram pontuação abaixo de valores entre 20 e 25 na fase pré-termo e dos writhing movements, e abaixo de valores entre 8 e 12 na fase dos fidgety movements. Conclusão: Foi possível desenvolver uma escala capaz de quantificar os MGs, com pontuação capaz de diferenciar MGs normais de anormais, com excelente confiabilidade inter e intra-avaliador e alta consistência interna. A escala apresenta grande relevância clínica e, aliada ao treinamento no método qualitativo, torna-se um instrumento promissor para a detecção precoce de riscos para atraso do desenvolvimento neuromotor e seleção dos RNs e lactentes para acompanhamento e intervenção precoce
Introduction: The technological improvement of neonatal care and intensive care contributed to reduction of preterm newborn (PTNB) mortality. Despite these improvements, is still difficult to predict and prevent neural damage and neurobehavioral impairments, which are associated to higher proportion of children with severe neurological problems, such as Cerebral Palsy (CP). Between all the available methods of babies\' assessment and examination, the Prechtl´s Method of Qualitative Assessment of General Movements (GMs) shows the higher predictive value to neurological damage. Nevertheless, this assessment is not widely used because of its subjectivity and the necessity of training of the examiners. Objective: To develop a quantitative scale based on GMs in the newborn and infant, and to verify its reliability. Method: Crosssectional observational study involving 30 newborns and infants aged between 31 weeks postmenstrual age and 17 weeks post term age assessed at university hospital of University of São Paulo. The normal and abnormal GMs were evaluated based on the Prechtl´s Method of Qualitative Assessment of GMs following the three phases: preterm GMs (n=7), writhing movements (n=13) and fidgety movements (n=10). The scale was developed based on these phases and Kappa and ICC statistics were applied in the reliability analysis (inter- and intra-observer agreement). Cronbach alpha was applied in the internal consistency analysis. Results: Two versions of the scale were analyzed with three different scoring systems: \"YES or NO\"; \"ALWAYS, SOMETIMES and NEVER; \"ALWAYS, OFTEN, SOMETIMES, ALMOST NEVER and NEVER\". The most significant results were obtained with \"YES or NO\" answers. The total score obtained in preterm and writhing movements phases was 32 points and in the fidgety movements phase was 12 points. Considering the assessment with the final version of the scale, high to very high inter- (ICCs 0.871-0.966; Kappa 0.682-0.775 for the first evaluation, considering \"YES or NO\" answers) and intra-observer reliability (ICCs: 0.914-0.999; Kappa: 0.6-1, considering \"YES or NO\" answers) was found. High to very high Cronbach alpha values was also found (0.866-0.980). The infants showed abnormal GMs score below values between 20 and 25 in preterm phase and writhing movements, and below values between 8 and 12 at fidgety movements age. Conclusion: It was possible to develop a scale able to quantify GMs, with scores that can differentiate normal from abnormal GMs, with excellent inter- and intra-observer reliability and internal consistency. The scale has great clinical relevance and, combined with training in qualitative method, it is a promising tool for early detection of risks for delayed neuromotor development and screening of newborns and infants for monitoring and early intervention
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
25

Lorenzini, Caterina. "Indagine conoscitiva su uno strumento fisioterapico di raccolta dati creato per il processo di transizione all’età adulta dei giovani con P.C.I." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

Find full text
Abstract:
Tipologia dello studio. Indagine conoscitiva ed esplorativa. Background. Il momento della transizione dai Servizi dell’età evolutiva ai Servizi dell’età adulta è spesso fonte di disagio per i giovani con Paralisi Cerebrale e le loro famiglie: il differente approccio su cui questi servizi sono improntati, unitamente alla carente comunicazione tra i due team professionali, rende difficile l’instaurarsi di un’efficace continuità assistenziale. A lungo termine, tutto ciò va a incidere negativamente sulla salute e sulla qualità della vita di questi ragazzi e famiglie. Obiettivo. L’obiettivo di questo lavoro è stato creare un documento di raccolta dati, principalmente focalizzato su funzionalità e necessità degli utenti, in grado di rappresentare un valido mezzo di comunicazione tra professionisti e di favorire una proficua presa in carico. Metodi. Il progetto è iniziato con una revisione delle evidenze circa le criticità e le best practices del processo di transizione, nel corso della quale però non è stato possibile reperire un documento simile a quello che ci si è proposti di sviluppare. È stato quindi costruito uno strumento basato sull’ICF e sul modello delle “F-words” promosso da CanChild. Conclusa la stesura, è stata effettuata un’indagine conoscitiva entro un campione di fisioterapisti dell’AUSL di Bologna (appartenenti ad entrambe le équipe), richiedendo un feedback sulla bontà della scheda tramite un questionario di gradimento. Risultati. La scheda ha ricevuto giudizi positivi per ciò che concerne l’appropriatezza, l’interpretabilità, la fattibilità e la validità di contenuto. È stato però sottolineato che la compilazione del documento richiede tempo e attenzione. Conclusioni. Dati i feedback ottenuti, si ritiene di aver raggiunto un risultato soddisfacente e ci si augura che questo progetto possa proseguire con uno studio di miglioramento delle prassi cliniche che porti, auspicabilmente, all’integrazione dello strumento nella pratica professionale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
26

Cesa, Carla Ciceri. "FONOAUDIOLOGIA E A GESTÃO DA LINGUAGEM NA ÁREA DA COMUNICAÇÃO SUPLEMENTAR E ALTERNATIVA: da formação à prática." Universidade Federal de Santa Maria, 2016. http://repositorio.ufsm.br/handle/1/3456.

Full text
Abstract:
This thesis has the general objective to investigate the role of the Speech, Language and Hearing Science Therapist in Augmentative and Alternative Communication with children with cerebral palsy and the conversational standard l in Speech, Language and Hearing Science in dyad sessions. It also aims at developing a conversational evaluation Speech, Language and Hearing protocol to guide evaluation and Speech, Language and Hearing intervention in Augmentative and Alternative Communication directed to this population. For these objectives, three studies were developed with different methods. All the Speech, Language and Hearing Science professionals of study one had the initiative to compensate for the lack of training in their undergraduate Augmentative and Alternative Communication course in different ways. Regarding the inclusion of different conversational partners all Speech, Language and Hearing Science professionals are in favor of this practice. However, they report the family, school and other therapists as resistant to that. Study two shows communicative means used by children and partners, namely oral means, oral assisted, gestural, vocal and pictographic ones. The speech acts of the speaker were predominantly the directive type ones and the children´s speech acts came in the form of adjacent pairs. The conversational analysis Speech, Language and Hearing Science protocol developed from the previous study of the final version of this present study is made up of fifty-four items and it is divided into three parts: (a) communicative means, acts of speech, theme maintenance and dialogue turns common to the dyads; (b) acts of child speech, the Augmentative and Alternative Communication resource use, thematic maintenance and dialogue turn and (c) speech acts of the speaker. There is a need to insert theoretical subjects, clinical observation and practical classes with the intervention in language with Augmentative and Alternative Communication theme in the pedagogical political projects of Speech, Language and Hearing Science courses. Speech, Language and Hearing therapists insert different interlocutors in intervention with Augmentative and Alternative Communication and guide themselves in implicit or explicit linguistic principles according to their written speech, in theoretical reference specific to Augmentative and Alternative Communication area, in global neuromotor elements and, finally, on functionality principles and general well being. Regarding the communicative means used by children and partners, the verbal means, assisted verbal, gestural, vocal, assisted non-verbal one with loose figures were produced. However, they are asymmetrical in use hampering a multimodal communication system. The speech acts of children are more effective and functional in the form of adjacent pairs (protest, inquiries and requests) because they are more dependent linguistically on conversational partners. The conversational clinical assessment protocol for children with cerebral palsy and their partners developed in study three can be used to evaluate the means, the communicative acts and adjacentpairs observed in conversational context, leading the initial language evaluation process to the introduction, maintenance and generalization of Augmentative and Alternative Communication use with different interlocutors and environments. This way, there might be a more delineated evaluative criterion of linguistic competence by considering the language in use with different interlocutors, encouraging the creation of programs that enhance the communication skills and, consequently, the quality of life of children with cerebral palsy and thus, their families.
Esta tese teve o objetivo geral de investigar a formação e a atuação do fonoaudiólogo em Comunicação Suplementar e Alternativa com crianças com encefalopatia crônica não evolutiva e o padrão conversacional em sessões fonoaudiológicas das díades, bem como desenvolver um protocolo fonoaudiológico de avaliação conversacional direcionado a essa população. Para isso, foram desenvolvidos três estudos com distintas metodologias. Todas as fonoaudiólogas do estudo um apresentaram a iniciativa de suprir a ausência da formação na graduação da disciplina de linguagem com Comunicação Suplementar e Alternativa de diferentes formas. Em relação à inclusão de diferentes parceiros conversacionais todos os fonoaudiólogos são favoráveis a esta prática, entretanto relatam conforme a experiência resistência da família, da escola e de outros terapeutas. O estudo dois evidencia os meios comunicativos utilizados pelas crianças e interlocutores, a saber: meios verbal, verbal assistido, gestual, vocal e não verbal assistido com figuras avulsas. Os atos de fala do interlocutor foram predominantemente os do tipo diretivos e a das crianças deu-se em forma de pares adjacentes. O protocolo fonoaudiológico de análise conversacional desenvolvido, a partir, do estudo anterior a versão final deste é composta por 54 itens e é dividida em três partes: (a) meios comunicativos, atos de falas, manutenção temática e turno de diálogo comuns às díades; (b) atos de fala da criança, uso do recurso da Comunicação Suplementar Alternativa, manutenção temática e turno de diálogo e (c) atos de fala do interlocutor. Há necessidade de inserir nos projetos políticos pedagógicos dos cursos de Fonoaudiologia a previsão de disciplinas teóricas, de observação clínica e disciplinas práticas com a temática intervenção em linguagem com Comunicação Suplementar e Alternativa. Os fonoaudiólogos inserem diferentes interlocutores na intervenção com Comunicação Suplementar Alternativa e guiam-se em princípios linguísticos implícitos ou explícitos, conforme seu discurso escrito, em referenciais teóricos específicos à área do conhecimento Comunicação Suplementar e Alternativa, em elementos neuromotores globais e, por fim, em princípios de funcionalidade e bem-estar geral. Em relação aos meios comunicativos utilizados pelas crianças e interlocutores foram produzidos os meios oral, oral assistido, gestual, vocal e pictórico, entretanto são assimétricos no uso, dificultando um sistema comunicativo multimodal. Os atos de fala das crianças são mais efetivos e funcionais na forma de pares adjacentes (protesto, indagação e solicitações), pois são mais dependentes linguisticamente dos parceiros conversacional. O protocolo de avaliação fonoaudiológica da conversação para crianças com encefalopatia crônica não evolutiva e seus interlocutores desenvolvido no estudo três poderá ser utilizado para avaliar os meios, os atos comunicativos e os pares adjacentes observados em contexto conversacional, conduzindo o processo de avaliação fonoaudiológica inicial da linguagem para a introdução, manutenção e generalização do uso da comunicação Suplementar e alternativa com diferentes interlocutores e ambientes. Desta forma poderá ter um critério avaliativo mais delineado da competência linguística, por considerar a linguagem em uso com diferentes interlocutores, favorecendo a criação de programas que ampliem as habilidades comunicativas e, por consequência, da qualidade de vida das crianças com encefalopatia crônica não evolutiva e suas famílias.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
27

Cavalcanti, Gabriela de Almeida. "Stress e qualidade de vida dos cuidadores de crianças portadoras de Síndrome de Down." Universidade Católica de Pernambuco, 2013. http://www.unicap.br/tede//tde_busca/arquivo.php?codArquivo=872.

Full text
Abstract:
Esta dissertação trata de uma pesquisa que teve como objetivo investigar o nível de stress e a qualidade de vida dos cuidadores de crianças com a Síndrome de Down (SD) e a dinâmica destas famílias. É composta por três artigos: o primeiro pretendeu realizar uma revisão da literatura nas seguintes bases de dados: Pubmed, MedLine, PsycInfo, e Lilacs, a partir de palavras-chave, como: Síndrome de Down e impacto familiar. Foram selecionados 48 artigos, publicados nos últimos 10 anos. Foi constatado que nos estudos que tratam do portador da SD e sua família, a maioria se referia ao impacto e ao luto diante da notícia de que seu filho era Down. Isto despertou o interesse em investigar a dinâmica de famílias de crianças Down. Este foi o ponto de partida para a realização do segundo estudo, empírico e qualitativo, que teve como objetivo analisar, através de uma Entrevista Semiestruturada, a dinâmica de famílias que possuem crianças com a SD. Os resultados foram submetidos à Análise de Conteúdo e constatou-se que o diagnóstico tardio e o despreparo emocional do médico para dar a notícia dificultam a aceitação da criança Down por parte das famílias, despertando, nos cuidadores, sentimentos de choque, tristeza, revolta e negação. Além disso, observou-se que cada momento da vida vem permeado de preocupações específicas que podem gerar stress, o que deu origem ao terceiro e último estudo desta dissertação que pretendeu analisar o stress e a qualidade de vida dos cuidadores dessas crianças, utilizando dois instrumentos: Inventário de Sintomas de Stress para Adultos de Lipp (2000) e Inventário de Qualidade de Vida (Lipp & Rocha, 1996). Os resultados deste estudo mostram que os cuidadores que trabalham são menos estressados e que aqueles que são mais estressados têm sua qualidade de vida reduzida, principalmente do ponto de vista da saúde.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
28

Volpati, Rosana Cardoso. "O desenho da figura humana como ferramenta de avaliação Psicológica: um estudo com crianças com Paralisia Cerebral." Master's thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10316/34488.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
29

Abreu, Susana Sofia Guerreiro. "Relatório de estágio profissionalizante em intervenção precoce no Centro de Desenvolvimento Infantil Estimulopraxis." Master's thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10400.5/7544.

Full text
Abstract:
Mestrado em Reabilitação Psicomotora
O presente relatório pretender ilustrar a prática profissional desenvolvida durante o estágio profissionalizante inserido no Ramo de Aprofundamento de Competências Profissionais do Mestrado em Reabilitação Psicomotora, que foi realizado no âmbito da Intervenção Precoce. Este representa o percurso de uma estagiária no Centro de Desenvolvimento Infantil Estimulopraxis, onde a realização prática do estágio decorreu, e pretende retratar o processo de intervenção psicomotora junto de crianças com várias problemáticas, mais pormenorizadamente três estudos de caso – duas das crianças com o diagnóstico de Paralisia Cerebral e a outra com o diagnóstico de Síndrome de Williams. Para além do processo de intervenção realizado com as crianças, promovendo o seu desenvolvimento em vários domínios, foi também possível avaliar as famílias das mesmas. Houve, assim, um contato direto com as famílias das crianças acompanhadas, bem como com outros técnicos envolvidos no processo de intervenção. O referido relatório possui ainda todo um racional teórico que o suporta, com a revisão literária sobre as problemáticas acompanhadas e domínios relevantes para o âmbito do estágio em causa. No final do mesmo é realizada uma conclusão geral sobre o processo de estágio e os seus efeitos profissionais e pessoais.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
30

Sá, Sofia Isabel Passos. "Relatório de estágio profissionalizante em intervenção precoce no Centro de Desenvolvimento Infantil "Estímulopraxis"." Master's thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10400.5/6028.

Full text
Abstract:
Mestrado em Reabilitação Psicomotora
O presente relatório de estágio traduz a prática profissional desenvolvida ao longo do estágio profissionalizante, inserido no Ramo de Aprofundamento de Competências Profissionais do Mestrado em Reabilitação Psicomotora, realizado no âmbito da Intervenção Precoce, no Centro de Desenvolvimento Infantil – Estímulopraxis. Ao longo da atividade de estágio foram desenvolvidos programas de intervenção em cinco casos atribuídos, para além do acompanhamento/observação de outros casos. Foram então concretizadas avaliações (às crianças e suas famílias) e desenvolvidos planos de intervenção e respetivos balanços de intervenção, para casos com diversas problemáticas. Assim, pretende-se retratar mais especificamente este processo de intervenção em três dos cinco casos em intervenção – duas crianças com Paralisia Cerebral e uma com Esclerose Tuberosa. A Intervenção Psicomotora teve como finalidade principal promover o desenvolvimento global da criança, nos domínios psicomotor, cognitivo e comportamental, elevando a importância das vivências corporais em idades precoces. Como a prática profissional concretizada se desenrolou no âmbito da Intervenção Precoce, apostou-se sempre numa intervenção centrada na família. Então, após 6 meses de intervenção, é possível concluir que o balanço de foi positivo, para todos os casos em estudo, tanto no que respeita à avaliação formal como às aquisições registadas nos planos de objetivos traçados inicialmente.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
31

Lopes, Tânia Catarina dos Santos Ferreira Trindade. "Relatório de Estágio Profissionalizante em intervenção precoce na Cercizimbra (STIP) e no Abrigo Infantil de Santa Maria de Belém." Master's thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10400.5/5487.

Full text
Abstract:
Mestrado em Reabilitação Psicomotora
O presente relatório pretende descrever todo o trabalho desenvolvido durante o estágio inserido no Ramo de Aprofundamento de Competências Profissionais do 2º Ciclo em Reabilitação Psicomotora, realizado no âmbito da Intervenção Precoce. A realização prática do estágio decorreu em dois locais distintos, mais precisamente na Cercizimbra (STIP) e no Abrigo Infantil de Santa Maria de Belém. Foram acompanhadas duas crianças no estágio realizado na Cercizimbra, tendo uma delas o diagnóstico de Paralisia Cerebral. Foram ainda acompanhadas crianças e famílias em sessões de grupo semanais num projeto realizado na Quinta do Conde. No Abrigo Infantil de Santa Maria de Belém, foram acompanhadas duas crianças, tendo uma delas Atraso Global do Desenvolvimento. De todas as crianças serão abordadas aprofundadamente três casos, dois da Cercizimbra e um do Abrigo. Para além do processo de intervenção realizado com as crianças, e visto que a Intervenção Precoce centra-se em todo o contexto familiar, foi realizada uma intervenção junto da família através de uma visita domiciliária e reuniões, bem como reuniões com outros pais e outros técnicos de ambos os locais de estágio. Por fim, foram realizados alguns trabalhos que complementam a nossa formação, proporcionando um crescimento profissional e pessoal.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
32

Duarte, Rute Rita Tomás. "Intervenção precoce na Estímulopraxis, Centro de Desenvolvimento Infantil." Master's thesis, 2016. http://hdl.handle.net/10400.5/11937.

Full text
Abstract:
O presente relatório descreve as atividades desenvolvidas durante o estágio realizado na Estímulopraxis – Centro de Desenvolvimento Infantil no âmbito do mestrado em Reabilitação Psicomotora, da Faculdade de Motricidade Humana. Este estágio envolveu sessões de observação participada e de intervenção psicomotora com crianças dos zero aos 13 anos, na área da intervenção precoce e do desenvolvimento infantil. O relatório descreve dois estudos de caso, enquanto exemplos do trabalho desenvolvido, e apresenta o enquadramento teórico, legal e institucional atualizado, bem como uma reflexão crítica sobre esta experiência. Um dos estudos de caso é referente à problemática Paralisia Cerebral e o outro à Esclerose Tuberosa. Para cada estudo de caso, é descrito o processo de avaliação, os objetivos de intervenção, a intervenção e os resultados. Após a intervenção, constataram-se melhorias e, por isso, a terapia psicomotora tem um contributo na área da intervenção precoce e do desenvolvimento infantil.
The present report describes the activities developed during the training camp in Estímulopraxis – Centro de Desenvolvimento Infantil in the context of the Psychomotor Therapy’s Master, of the Faculdade de Motricidade Humana. The work experience included active observation and psychomotor intervention with children aged zero to 13, in the area of early intervention and child development. The report describes two case-studies, as examples of the work done, and presents the actual theoretical, legal and institutional framework, as well as a critical reflection about this experience. One of the case studies is related to the problem Cerebral Palsy and the other to Tuberous Sclerosis. For each study-case, is described the evaluation process, the intervention goals, the intervention and the results. After the intervention, it was found improvements and, therefore, psychomotor therapy has a contribution in the area of early intervention and child development.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
33

Суфиярова, А. Р., and A. R. Sufiyarova. "Методика коррекции функционального состояния опорно-двигательного аппарата детей со спастической формой детского церебрального паралича : магистерская диссертация." Master's thesis, 2015. http://hdl.handle.net/10995/36205.

Full text
Abstract:
Дети, страдающие церебральным параличом, имеют пораженный мозг, который изначально не может обеспечить его самореализацию в среде жизнедеятельности. Тем самым ограничивая их в движении, что сказывается в его движении и во взаимодействии с окружающей средой. Проблема состоит в необходимости оптимизировать процесс развития двигательного стереотипа школьников с ДЦП в системе физического воспитания, акцентируя внимание на формирование физических качеств и функциональных возможностей учащихся с церебральным параличом. Цель исследования – коррекция функционального состояния опорно-двигательного аппарата у детей школьного возраста со спастической формой ДЦП. В соответствии с целью и в процессе работы была выдвинута гипотеза: предполагается, что в ходе систематической, целенаправленной работы посредством использования системы разработанной программы с применением аппарата HUBER и комплекса упражнений по увеличению амплитуды движения, окажет положительное влияние на двигательное и функциональное развитие детей школьного возраста со спастической формой ДЦП.
Infants with cerebral spastic infantile paralysis (CSIP) have cerebral disorders which can’t supply self-actualization in the society. Thus, limiting the ability to move, can impact on the interaction with the environment. The main issue is to optimize the development of movement abilities of schoolchildren with CSIP during studying process, focusing on formation of physical features and functional capacities of children with CSIP. The aim of the study is the correction of functional state of musculo-skeletal apparatus of children with CSIP. It is suspected that during systematic work with the use of investigated program of HUBER Motion Lab application and exercise for amplitude movement increasing will benefit in movement and functional development in scholars with CSIP.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
34

Vorlová, Lucie. "Možnosti využití terapií u dětí s kombinovanými vadami v předškolním věku." Master's thesis, 2013. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-322708.

Full text
Abstract:
The diploma thesis considers possibilities of using therapies for preschool children with multiple disabilities in special nursery schools and in common nurseries with special classes. Provides an overview of therapies which mostly occur in schools. Based on the theoretical knowledge about single therapies identifies, how are integrated into the educational process in kindergartens. The analysis of the questionnaire survey highlights the shortcomings, that were the basis for a proposal to streamline therapies in these facilities.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography