Academic literature on the topic 'Paesi-poveri'

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Journal articles on the topic "Paesi-poveri"

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D'Alessio, Giovanni. "Tavola rotonda. Dobbiamo preoccuparci dei ricchi?" QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 2 (July 2012): 125–54. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-002005.

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Abstract:
Sommario Dobbiamo preoccuparci dei ricchi? La crescita dei cosiddetti super-ricchi registrata nella gran parte dei paesi Ocse a partire dagli ultimi decenni č ormai un dato assodato. La riflessione sulla valutazione del fenomeno appare, invece, assai piů in ritardo e, come per tutte le questioni normative, piů conflittuale. Prendendo spunto dal libro di Franzini Ricchi e poveri. L'Italia e le disuguaglianze (in)accettabili (Egea, Universitŕ Bocconi, Milano, 2010), i contributi che seguono discutono alcune delle principali valutazioni che potrebbero essere sviluppate sotto i profili dell'efficienza e della giustizia sociale. I principi considerati includono l'internalizzazione dei costi sociali della ricchezza, l'uguaglianza di opportunitŕ nell'accesso alla ricchezza, la giustizia nelle procedure che regolano il gioco di mercato.
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Daalder, Hans. "SAMUEL E. FINER, L'INDIVIDUALISTA ERUDITO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no. 3 (December 2003): 409–26. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027404.

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Abstract:
IntroduzioneUn ritratto di Samuel E. Finer — Sammy per gli amici - deve inevitabilmente cominciare da due caratteri fuori dal comune: il suo è un caso di rara mobilità intellettuale, e di uno straordinario rapporto tra fratelli. Samuel Finer nasce nel 1915, figlio minore di una coppia di ebrei immigrati in Gran Bretagna dalla Romania nel 1900, e stabilitisi in uno dei più poveri quartieri londinesi. Il fratello, maggiore di 18 anni, sarebbe divenuto in breve un brillante junior lecturer alla London School of Economics, per poi spostarsi alla University of Chicago. Si narra che il giovane Sammy abbia presto detto: «voglio essere come mio fratello» (1980a). A circa 15 anni deve aver visto il fratello Herman affittare un cavallo e un calesse per portare al suo editore londinese un grosso manoscritto. Si trattava della prima stesura di The Theory and Practice of Modem Government. Secondo la tradizione l'editore insistette perché fosse ridotto della metà, ed esso apparve così nel 1932 in un'edizione in due volumi di più di 1.500 pagine fittamente stampate, più le appendici. Il libro fu una pietra miliare nella letteratura di comparative government, sostituendo i tradizionali confronti paese a paese con lunghe analisi istituzionali di Parlamento, Esecutivo e Civil Service, che comparavano dati inglesi, americani, francesi e tedeschi. Già nel 1934 usciva un'edizione ridotta di un solo volume, il che contribuì molto a diffondere il richiamo del libro (ma nella mia copia della nuova edizione del 1949 ci sono le 954 pagine a due colonne mancanti!). Con il successivo Constitutional Government and Democracy. Theory and Practice in Europe and America di Carl Friedrich (1937, e diverse altre edizioni con titoli leggermente differenti), l'opera di Herman Finer divenne per molto tempo il testo fondamentale di comparative government, rimpiazzando i seminali volumi di J. Bryce, A.L. Llowell et al. Esso divenne esemplare per la sua esaustività, per la forte componente storica delle analisi, e per l'erudizione generale. E tradiva anche il perenne problema di testi del genere, ovvero che la comparazione presuppone la conoscenza dei sistemi politici da comparare. Non stupisce quindi che Herman Finer abbia sentito la necessità di pubblicare un successivo libro dal titolo Governments of Greater European Powers (1956), che tornava sugli stessi quattro paesi con la vecchia formula dal confronto a due. Questo lavoro, che ebbe meno successo del primo pur se di pari erudizione, consta anch'esso di quasi 951 pagine a due colonne, con altre 94 pagine di appendici, commenti, indici, ecc.
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Di Pietro, Maria Luisa. "La questione demografica e il pensiero di Giovanni Paolo II." Medicina e Morale 56, no. 5 (October 30, 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.307.

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Abstract:
L’articolo offre una sintesi dell’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla cosiddetta “questione demografica”, che si presenta con scenari differenti nelle diverse parti del mondo. Nei Paesi ricchi si registra, infatti, un preoccupante calo delle nascite, mentre nei Paesi poveri si assiste all’aumento della popolazione, il che appare non compatibile con le frequenti condizioni di sottosviluppo. Da qui il riferimento alle note teorie maltusiane e alla loro riformulazione da parte del neomalthusianesimo, dell’organicismo e dell’ecologismo, che propongono come soluzione il controllo delle nascite. Non esistendo, però, una reale e insanabile sproporzione tra crescita della popolazione e disponibilità delle risorse, le politiche antinataliste appaiono più che una scelta razionale, un escamotage per risolvere problemi ben diversi come ad esempio le politiche economiche di molti Paesi ricchi. La vera causa del sottosviluppo va, infatti, ricercata nella mancanza di equità nell’accesso alle risorse. Ed anche qualora si provasse che la crescita della popolazione è la causa del sottosviluppo, il rispetto della dignità e del valore incondizionato e inalienabile che si deve a ogni persona rende moralmente inaccettabile il ricorso a qualsiasi mezzo per il contenimento delle nascite (come la contraccezione, la sterilizzazione o l’aborto) o la loro imposizione da parte delle politiche governative. ---------- The article aims to offer a synthesis of John Paul II’s teaching about the so-called “demographic matter”, present in different way in the various parts of the world. Rich and advanced Countries see a fall in the births; instead, poor Countries see an increase in the population, which is not easily tolerable in a context of underdevelopment. The idea of the Malthusian theory and its reformulation now that point by the neo-Malthusianism, the Organicism and the Environmentalism, that intent “to resolve” the demographic matter by birth control. Because of there is not an effective gap between population growth and resources availability, anti-birth policies, therefore, seem to be an escamotage to resolve different problems that, otherwise, would debate economic policies in many rich Countries instead of a choice imposed by rationality. In fact, the true reason of underdevelopment must be found in the lack of equity in resources access. But, even if underdevelopment be proved by population growth, respect for human dignity makes morally unjustifiable any means for births control (as contraception, sterilization or abortion) or their imposition by government policies.
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Dissertations / Theses on the topic "Paesi-poveri"

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Battistello, Giulia <1991&gt. "Destinazione Africa: come la Cina si è spianata la strada nei paesi più poveri del pianeta." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7946.

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Abstract:
La tesi si propone come ricerca macroscopica su un fenomeno economico-politico il cui fulcro si sta manifestando ed espandendo in modo sempre più prominente dall'inizio del nuovo millennio. Si tratta di una realtà che viene solitamente indicata come "la nuova corsa all'oro africano della nuova era"; stavolta però il protagonista non è l'occidente, bensì la Cina. I rapporti fra la la Cina e l'Africa hanno radici antiche, ma i più significativi e al tempo stesso quelli che possono considerarsi agli albori di questo fenomeno odierno risalgono all'epoca maoista, ed è proprio da qui che inizia la ricerca: da un'introduzione storica e un'analisi economica generali si passa alla presentazione di una traduzione di un testo in lingua cinese inerente all'argomento.
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Guidi, Giulia. "Ingegneria biomedica e salute globale: esperienze di formazione e applicazioni orientate all'utilizzo in ambienti poveri di risorse." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12612/.

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Abstract:
La tesi approfondisce alcuni temi di interesse globale legati all'ingegneria biomedica e all'applicazione di questa disciplina nel mondo, in particolare in ambienti poveri di risorse. Il lavoro è suddiviso in tre capitoli. Il primo capitolo introduce il concetto di "sviluppo umano", mostrando in che modo si differenzia il globo sulla base di tale principio. Saranno inoltre presentate le diverse problematiche legate allo sviluppo e alla riparazione delle tecnologie sanitarie nelle aree del mondo considerate "in via di sviluppo". Saranno oggetto del secondo capitolo alcune esperienze formative in cui vengono forniti gli strumenti adeguati agli studenti di ingegneria biomedica per lavorare a favore della Salute Globale. Nel terzo capitolo verrà esaminato, a titolo di esempio, il concentratore di ossigeno, riportando le problematiche annesse al suo utilizzo in ambienti scarsi di risorse.
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Books on the topic "Paesi-poveri"

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Italy) Convegno sui problemi internazionali (31st 1998 Recoaro Terme. Il debito dei paesi poveri--discriminazione legale? Vicenza: Rezzara, 1999.

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Salutati, Leonardo. Finanza e debito dei paesi poveri: Una economia istituzionalmente usuraria. Bologna: EDB, 2003.

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Guarnieri, Patrizia. Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-872-3.

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Abstract:
Il progetto richiama l’attenzione sull’emigrazione intellettuale dal fascismo. L’Italia è di solito considerata terra di migranti poveri e senza istruzione. Ma durante il ventennio, specie dopo le leggi antiebraiche, professionisti, studenti e studiosi anche stranieri espatriarono soli o con le famiglie nelle Americhe, in Inghilterra, in Palestina, in Svizzera. È un fenomeno limitato ma importante di brain drain, per l’Italia non ancora indagato. Chi erano e cosa fecero quanti forzatamente partirono in cerca di libertà, lavoro, e poi salvezza? I loro nomi, le loro storie vennero cancellate. Qui si cerca di ricostruirle grazie ad archivi esteri, a lettere e memorie disperse. Quali difficoltà incontrarono nei paesi di accoglienza? Quanti tornarono? Le storie parlano di perdite irreparabili a danno del paese, di responsabilità e ingiustizie, ma anche di risorse e talenti della cultura italiana, di impegno e determinazione. Il progetto promosso dall’Università di Firenze è finanziato dalla Regione Toscana e patrocinato da New York Public Library, Council for At-Risk Academics, e J. Calandra Italian American Institute.
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