Academic literature on the topic 'Paesaggio vegetazionale'

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Journal articles on the topic "Paesaggio vegetazionale"

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Guarducci, Anna, Marco Piccardi, and Leonardo Rombai. "Acque di costa tra mare e terra: il paesaggio della pianura costiera di Pisa e Livorno secondo la cartografia del XVIII secolo." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 35–58. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125003.

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Abstract:
Lo scritto si basa sulle cartografie a grande scala disegnate nel XVIII secolo, soprattutto dal 1740, anno della ricognizione generale di Pompeo Neri e Tommaso Perelli. I committenti furono la grande proprietŕ fondiaria (Salviati, Mensa Arcivescovile di Pisa, Scrittoio delle Regie Possessioni) e gli uffici dell'amministrazione lorenese competenti in materia di lavori pubblici, di controllo politico-amministrativo del territorio e di gestione agricolo-forestale delle tante fattorie e tenute pubbliche. L'integrazione e la comparazione dei documenti consente di ricostruire l'assetto territoriale d'insieme della pianura a nord e a sud dell'Arno (tra Massaciuccoli e Livorno), con le trasformazioni avvenute dopo il 1740. Emergono i diversi ambienti e paesaggi che si susseguono dal mare all'interno, sotto il profilo geomorfologico-idrologico (spiagge e tomboli, lame e zone umide, bassa e alta pianura) e vegetazionale (foresta sempreverde, pineta, foresta planiziaria, pascoli naturali e prati artificiali, coltivazioni). Sono anche messe in luce le dinamiche che riguardano l'azione umana su: i corsi d'acqua, i canali artificiali e i recinti di colmata, le strade e le poche sedi umane stabili e temporanee, correlate alla fruizione agro-forestale del territorio, al di lŕ dei centri urbani di Pisa e Livorno e del sistema delle fortificazioni costiere.
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von Stackelberg, Katharine T. "Dai giardini dell’Etruria agli horti romani. La nascita del giardino nell’Italia anticaGiardino e sacro nell’Italia preromana. Vegetazione, paesaggio tra cultura e religione." Etruscan Studies 23, no. 1-2 (November 4, 2020): 220–25. http://dx.doi.org/10.1515/etst-2018-0021.

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Biondi, Edoardo, Marina Allegrezza, Simona Casavecchia, Simone Pesaresi, and Ilda Vagge. "Lineamenti vegetazionali e paesaggi vegetali dell’Appennino centrale e settentrionale." Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography 27 (2006). http://dx.doi.org/10.21426/b6110014.

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Corti, Claudia, Fausto Barbagli, Lara Bassu, Anna Rita Di Cerbo, Pietro Lo Cascio, Neftalì Sillero, Valeria Nulchis, et al. "Monitoraggio della biodiversità in relazione all’applicazione degli standard di condizionalità: 4.2c, 4.6, 4.3 (olivo)." Italian Journal of Agronomy 10, no. 1s (February 19, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.749.

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Abstract:
<p>Nel presente lavoro vengono riportati i risultati relativi ai monitoraggi della diversità faunistica per i seguenti standard: 4.2c, 4.3 (olivo), 4.6. I risultati ottenuti sono nel complesso interessanti sia dal punto di vista metodologico sia per quanto concerne gli aspetti conservazionistici e gestionali. Emerge l’importanza di utilizzare più indicatori o gruppi tassonomici che comprendano <em>taxa</em> ecologicamente e funzionalmente diversi per valutare la “biodiversità”. Relativamente allo sfalcio è stato osservato che una “blanda gestione” dei ritirati dalla produzione può favorire un certo incremento di biodiversità sia per quanto riguarda gli Artropodi, sia per quanto riguarda i Rettili. Risultati concordi sono stati osservati anche negli oliveti dove la gestione della vegetazione al suolo (sfalcio) sembrerebbe incrementare la diversità. Tuttavia è opportuno ricordare che l’effetto monitorato, almeno nei ritirati dalla produzione, non è quello immediatamente successivo all’azione meccanica che invece provoca danni diretti e immediati alla fauna (ferimento e uccisione). Emerge con evidenza dai dati raccolti anche l’importanza della presenza, all’interno degli agro-ecosistemi, di aree a minor disturbo antropico, naturali e semi-naturali: fasce ecotonali e ripariali, ma anche bordure dei campi. Viceversa l’uniformità del paesaggio e la presenza di grandi estensioni coltivate a monocoltura rappresentano elementi sfavorevoli alla biodiversità animale. Nel monitoraggio attraverso l’utilizzo della tecnica di fototrappolaggio è emersa l’importante funzione svolta dai muretti a secco, “presenze” tipiche e diffuse nel paesaggio agricolo tradizionale del nostro territorio italiano. Per molti <em>taxa</em> animali detti manufatti assolvono a funzioni ecologiche diverse, quali: rifugio, aree di foraggiamento, passaggio o sosta nonché punti ottimali per la termoregolazione.</p>
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Dissertations / Theses on the topic "Paesaggio vegetazionale"

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Francescato, Cristiano. "Paesaggi vegetali, biodiversità cenotica e funzionalità fluviale. Il caso del fiume Tagliamento." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8598.

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2

OUZOUNOV, DIMITAR HRISTOV. "Paesaggio funzionale della Sila Grande. Analisi fitosociologica e geosinfitosociologica." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242714.

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Abstract:
Scopo della tesi è stato quello di fare fronte a problematiche di carattere applicativo relative alla gestione del territorio e alla conservazione della biodiversità utilizzando i metodi di analisi del paesaggio vegetale attraverso gli approcci della sinfitosociologia. Come area di studio è stata scelta la Sila Grande (Calabria), per la quale è stata avviata una esaustiva ricerca bibliografica e reperiti i dati cartografici. I dati spaziali e i diversi tematismi sono stati organizzati in un SIT e si è proceduto con una prima segmentazione (individuazione della tessere ambientale) basata sulle caratteristiche geomorfologiche, geologiche, uso del suolo, bioclima etc. E’ stata effettuata un’analisi delle comunità vegetali montane, basata su 1047 rilievi fitosociologici (di cui 554 originali) allo scopo di investigare i fattori paleogeografici, ecologici e antropici che influenzano la flora e la vegetazione. I dati provenienti dalla letteratura e da indagini di campo (1998-2013) sono stati analizzati criticamente per chiarire la posizione sin tassonomica dei principali tipi di vegetazione. Sono proposti 26 nuovi syntaxa (associazioni e sub associazioni) e viene presentato uno schema sin tassonomico aggiornato. Querco-Fagetea e Molinio-Arrhenetheretea sono le classi più rappresentate nell’area a causa dei fattori bioclimatici. Le comunità igrofile ((Isoeto-Nanojuncetea, Nardetea strictae, Scheuchzerio-Caricetea fuscae, Montio-Cardaminetea and Littorelletea uniflorae) hanno una significativa importanza biogeografia grazie ad un ricco gruppo di specie boreali. Questa “impronta nordica” della flora, vegetazione e paesaggio è particolarmente interessante e le sue peculiarità sono analizzate dal punto di vista ecologico e biogeografico. Gli elementi mediterranei prevalgono nei prati aridi e negli arbusteti. Vengono affrontati alcuni problemi sulle dinamiche della vegetazione come il ruolo delle pinete e le loro relazioni con le faggete, cercando di dare spunti per le strategie di conservazione e gestione.
Aim of thesis is to face practical problems related to the land management and biodiversity conservation, using methods of landscape analysis through approaches of synphytosociology. Studied area is Sila Grande (Calabria, S Italy), for which an exhaustive bibliographic analysis was carried out and cartographic materials collected. Spatial data and different themes were organized in a GIS, proceeding with a first segmentation (environmental patches identification) based on geomorphologic, geological land use, bioclimatic, etc. In addition an analysis of mountainous plant communities has been carried out, based on 1047 phytosociological relevés (554 original) in order to investigate paleo-geographic, ecological and anthropic factors that influence flora and vegetation diversity. Data from literature and field studies (1998-2013) have been critically analyzed in order to clarify syntaxonomic position of the main vegetation types. Twenty-six new syntaxa (associations and subassociations) are proposed and an updated sintaxonomic scheme is presented. Querco-Fagetea and Molinio-Arrhenetheretea are the most represented classes in the area due to the bioclimatic factors. Wet communities (Isoeto-Nanojuncetea, Nardetea strictae, Scheuchzerio- Caricetea fuscae, Montio-Cardaminetea and Littorelletea uniflorae) have a significant biogeographical importance thanks to a rich group of boreal species. This “Nordic imprint” of the flora, vegetation and landscape is of special interest and its peculiarities are analyzed from ecological and biogeographycal point of view. Mediterranean and sub-Mediterranean elements prevail in dry grasslands and shrublands. Some problems about dynamics of vegetation are discussed such as the role of black pine communities and their relations with beech forests, trying also to give clues for conservation strategies and management.
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Caruso, Giuseppe. "Il paesaggio vegetale della valle del Torrente Uria (Catanzaro)." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242715.

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Abstract:
La Calabria è una delle regioni italiane meno conosciute dal punto di vista geobotanico. Scopo di questa ricerca è realizzare uno studio floristico, fitosociologico e sinfitosociologico del bacino idrografico del Torrente Uria (Catanzaro). L’area di studio (72,8 Kmq), presenta un range altitudinale 0-1300 m s.l.m., una complessa geomorfologia (faglie, pendii scoscesi, rupi, gole) ed una vasta diversità di substrati. La flora vascolare conta 846 specie (454 generi, 107 famiglie): 1/3 della flora regionale su 1/200 della superficie. Numerose sono le specie di interesse fitogeografico (Pteris cretica, Osmunda regalis, Paraceterach marantae, Woodwardia radicans, Ephedra distachya, Acer lobelii, Helianthemum jonium, Berteroa obliqua, Dianthus vulturius, Lomelosia pseudisetensis, Armeria brutia, Salix brutia, Tilia platyphyllos ssp. pseudorubra, Stipa oligotricha, Typha minima, Veronica anagalloides, Platanus orientalis). Tra le endemiche (4,6%) anche una specie (Centaurea calabra) recentemente descritta per questo territorio nell’ambito di questa ricerca. Il risultato dello studio fitosociologico è rappresentato dall’individuazione di numerose associazioni, serie di vegetazione e geosigmeti. Vengono segnalate associazioni rare, alcune per la prima volta in Calabria (Cheilantho maderensis-Notholaenetum marantae, Helianthemo jonii-Thymetum capitati, Petasiti hybridi-Platanetum orientalis) ed anche nuovi sintaxa (comunità a Dianthus vulturius e Centaurea calabra, Gypsophilo arrostii- Stipetum olotrichae, Gypsophilo arrostii-Hyperrhenietum hirtae, Anthyllido maurae-Lomelosietum pseudisetensis, Euphorbio arbusculae-Alnetum glutinosae, Drymochloo exaltatae-Platanetum orientalis). Nell’area di studio si riscontra la presenza di 14 habitat della Direttiva 43/92 CEE, i quali complessivamente occupano il 29,1% del bacino idrografico. Tra essi alcuni sono habitat prioritari (5230, 9180, 9210, 9530), mentre altri non risultano inclusi nella Rete Natura 2000 della Calabria (92C0 Foreste di Platanus orientalis e Liquidambar orientalis). A salvaguardia di un simile patrimonio naturale dalle minacce esistenti nell’area si propone l’istituzione ex-novo, su base geobotanica, del Sito di Interesse Comunitario “Valle del Torrente Uria”, primo nucleo di un futuribile Parco Naturale Regionale della Presila.
Calabria is one of the Italian region less known from geobotanical point of view. Aim of this research is to carry out a floristic, phytosociological synphytosociological study of the Uria Stream hydrographic basin (Catanzaro). Study area (72.8 square Km), has altitude ranging 0-1,300 m a.s.l., a complex geomorphology (faults, steep slopes, cliffs, gorges) and a wide substrata diversity. Vascular flora counts 846 species (454 genera, 107 families): 1/3 of the regional flora into 1/200 of the surface. Several are species of phytogeografical interest (Pteris cretica, Osmunda regalis, Paraceterach marantae, Woodwardia radicans, Ephedra distachya, Acer lobelii, Helianthemum jonium, Berteroa obliqua, Dianthus vulturius, Lomelosia pseudisetensis, Armeria brutia, Salix brutia, Tilia platyphyllos ssp. pseudorubra, Stipa oligotricha, Typha minima, Veronica anagalloides, Platanus orientalis). Among the endemics (4.6%) also a species (Centaurea calabra) recently described for this territory as part of this research. Outputs of the phytosociological study are a number of associations, series of vegetation and geosygmeta. Have been also recorded rare associations, some of which for the first time in Calabria (Cheilantho maderensis-Notholaenetum marantae, Helianthemo jonii-Thymetum capitati, Petasiti hybridi-Platanetum orientalis) and even new sintaxa (community with Dianthus vulturius and Centaurea calabra, Gypsophilo arrostii-Stipetum olotrichae, Gypsophilo arrostii- Hyperrhenietum hirtae, Anthyllido maurae-Lomelosietum pseudisetensis, Euphorbio arbusculae-Alnetum glutinosae, Drymochloo exaltatae-Platanetum orientalis). In the study area 14 habitats of the Directive 43/92 EEC have been found, covering 29.1% of the hydrographic basin. Among these some are priority habitats (5230, 9180, 9210, 9530), while other are not yet included into Natura 2000 network in Calabria (e.g. 92C0 Platanus orientalis and Liquidambar orientalis woods). In order to protect such a natural heritage from existing threats it has been proposed the ex-novo establishment, on a geobotanical basis, of the Site of Community Importance “Valle del Torrente Uria”, first unit of the futuristic Presila Natural Regional Park.
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IIRITI, GIANLUCA. "Flora e paesaggio vegetale del Sarrabus-Gerrei (Sardegna sud orientale)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2007. http://hdl.handle.net/11584/265948.

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Abstract:
Le ricerche hanno riguardato lo studio della flora e del paesaggio vegetale del Sarrabus-Gerrei (Sardegna sud orientale), un’area che si estende per 160000 ettari nella provincia di Cagliari. Il territorio è caratterizzato in prevalenza da rocce intrusive granitiche del Carbonifero e metamorfiche devoniche e siluriane. Dal punto di vista bioclimatico i territori indagati sono compresi in termotipi variabili dal termomediterraneo inferiore al mesomediterraneo superiore e ombrotipi che vanno dal secco inferiore all’umido inferiore. Le ricerche sulla flora hanno permesso di censire 1447 unità tassonomiche comprese in 125 famiglie e 565 generi. Le endemiche sono risultate costituite da 112 taxa compresi in 68 generi e 30 famiglie. Relativamente alle misure di tutela e protezione 60 taxa risultano inseriti nelle Liste Rosse IUCN, 4 nella direttiva Comunitaria Habitat 92/43 e 17 nella CITES. Il paesaggio vegetale risultato costituito da numerose fitocenosi appartenenti alle seguenti classi: Quercetea ilicis, Querco-Fagetea, Nerio-Tamaricetea, Salicetea purpureae, Cisto-Lavanduletea, Rosmarinetea officinalis, Lemnetea, Potametea, Phragmito-Magnocaricetea, Ammophiletea, Helichryso stoechadis-Crucianelletea maritimae, Cakiletea maritimae, Ruppietea maritimae, Posidonietea, Crithmo-Limonietea, Juncetea maritimi, Saginetea maritimae, Salicornietea fruticosae, Arthrocnemetea, Thero-Suadetea, Asplenietea tricomanis, Paritarietea, Anondo-Polypodietea, Scrophulario-Helichrysetea italici, Helianthemetea, Artemisietea vulgaris, Polygono-Poetea annue, Stellarietea mediae, Thero-Brachypodietea, Poetea bulbosae.
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Galdenzi, Diana. "Analisi geobotaniche sulla Montagna dei Fiori. Flora, vegetazione, paesaggio vegetale e habitat con cartografie di dettaglio." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/242187.

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Abstract:
Scopo della ricerca è lo studio geobotanico di un’area che si estende sul massiccio della Montagna dei Fiori, situata a cavallo tra le regioni Marche ed Abruzzo. Le indagini, svolte nell’ambito della Tesi di Dottorato, hanno più specificamente interessato lo studio della flora, della vegetazione e del paesaggio vegetale, nonché l’individuazione degli habitat, in base alla Direttiva 92/43/CEE, con produzione dei relativi documenti cartografici, alla scala 1:10.00, che da tali analisi è stato possibile derivare. Lo studio della flora, sebbene del tutto preliminare, ha reso possibile una conoscenza più particolareggiata dell’area nonché l’individuazione di specie di particolare interesse fitogeografico, la cui conoscenza è importante anche al fine della loro salvaguardia. Le indagini geobotaniche, obiettivo primario di questo lavoro, si sono rivelate uno strumento validato ed efficace, utile non soltanto per descrivere le peculiarità naturalistiche dell’area, ma anche e soprattutto per configurare politiche di gestione in ambito conservazionistico soprattutto in considerazione del fatto che la zona in studio risulta sottesa a diverse norme di protezione, di livello regionale, nazionale ed europeo. Il territorio indagato è infatti interessato dalla presenza di quattro siti Natura 2000 (due SIC e due ZPS) ed è, per buona parte, incluso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La cartografia della vegetazione ha permesso di delimitare nello spazio le unità vegetazionali rilevate e di poter effettuare valutazioni deduttive sulla composizione del paesaggio vegetale dell’area oggetto di studio. Inoltre da questa è stata derivata la carta degli habitat d’interesse comunitario, sensu Direttiva 92/43/CEE, che si propone come un valido strumento di valutazione e gestione soprattutto dei siti Natura 2000. In conclusione il presente lavoro di ricerca rappresenta un contributo alle conoscenze botanico-territoriali dell’area, utili per definirne le modalità di gestione degli ambienti, nell’ottica di una conservazione mirata al mantenimento e al recupero della naturalità degli ecosistemi presenti e nel necessario rispetto delle condizioni socio-economiche delle popolazioni residenti.
The aim of this Phd thesis is the geobotanical study of an area in the Montagna dei Fiori massif, between Marche and Abruzzo regions. Floristic, vegetation and landscape studies were made. As result of theese the habitat identification (Direttiva 92/43/CEE) and several maps were also realized. The detailed knowledge of the study area and the plant species identification, which is important for the phytogeography and for their conservation, were possible through a preliminary floristic analisys. Geobotanical studies will be useful for the conservation management of the area as well. In fact it belongs to two SACs and two SPAs (Natura 2000 network areas) and it is also inside the Gran Sasso –Laga mountains National Park. Vegetation cartography was useful for the identification of the vegetation units and for the landscape analisys. Habitat (Directive 92/43/EEC) map was also realized because it is a valid tool for the evaluation and for the management of the SACs and SPAs (Rete Natura 2000 areas). In conclusion, the present research work is a contribution to botanical-territorial knowledge of the area, useful for defining the management rules of the environment, with a view to maintaining and preserving targeted natural recovery of ecosystems according to the respect of socio-economic conditions of local residents.
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Zammataro, Elisa. "Villa Adriana. Tra citta e campagna, una proposta per la buffer zone UNESCO." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il progetto di laurea nasce da alcune suggestioni avvenute nel corso dei due sopralluoghi: passando attraverso gli ambiti proposti dal bando del Premio Piranesi, mi sono resa conto come vi era la sovrapposizione di edifici, natura, materiali e storia senza nessun ordine o regola. Ambienti che potevano ospitare eccellenze rurali risultavano in stato di abbandono, aree che dovevano essere protette invece presentavano edifici di media e grande dimensione ad uso prettamente industriale incuranti delle problematiche idrogeologiche e di salvaguardia dell’ambiente, frange della periferia residenziale che si scontravano direttamente con grandi aree commerciali e l’assoluta carenza di polmoni verdi che potessero conferire qualità all’intero apparato cittadino. Partendo dalle analisi portate avanti durante la prima parte del Laboratorio e affiancando uno studio sulle esperienze passate nel periurbano, in campo italiano e internazionale, tutto è diventato più chiaro. “Una natura suburbana poliforme che può diventare una natura vera, portandola dove non c’era, assecondando le dinamiche naturali che propone il giardinaggio ecologico (preverdissement), oppure una natura che mette in scena paesaggi che derivano dalla dismissione di usi attraverso una loro reinterpretazione estetica e simbolica (agricoltura cittadina, riforestazioni urbane), una feticizzazione della natura che nasconde il lavoro che le sta dietro per renderla più visibile”. (M. Perigord – P. Donadieu, Le Paysage. Entre nature set cultures, Armand Colin, Paris 2007) L’intero progetto abbraccia inizialmente le linee guida proposte dal Bando per superarle e ridimensionarle secondo l’effettiva richiesta dell’area, integrate con le finalità proposte dal Pptr della regione Puglia: - sostenere l’agricoltura; - valorizzare il patrimonio rurale storico-culturale; - migliorare la qualità urbana; - costruire una visione strutturale strategica; - costruire un nuovo paesaggio tra città e campagna.
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Dini, Alessandro, and Enrico Maria Scarponi. "Progetto di riqualificazione del paesaggio urbano con tecnologie superficiali e sostenibili del quartiere Barca di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23159/.

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Abstract:
Progettare spazi e servizi nelle periferie delle grandi città è una grande sfida per i architetti ed urbanisti. É questo il caso del quartiere Barca a Bologna, un’area dalle grandi dimensioni e potenzialità che si trova in una condizione di degrado dovuta a diversi fattori, quali la distanza dal centro e la mancanza di servizi. Il progetto ha come obbiettivo ricucire il rapporto tra quest’area periferica e il centro della città, cercando di trasformare il quartiere Barca in un nuovo polo attrattivo per nuove attività locali e capace di gestire flussi di persone a livello nazionale, vista la vicinanza alla ciclovia del Sole. A tal fine sono stati presi in considerazione gli elementi più significativi del tessuto urbano circostante come fonte ispiratrice del progetto, soprattutto l’edificio del “Treno”, elemento particolarmente rilevante dell’area, per generare nuovi spazi di aggregazione e servizi per il quartiere. Il progetto ha come obiettivo quello di realizzare una lunga passeggiata commerciale affiancata da aree verdi che ne migliorino la qualità in termini di paesaggio urbano. L’intervento segue le linee-guida della sostenibilità, della connettività e della valorizzazione del verde pubblico: il progetto propone una rilettura della periferia come nuovo polo attrattivo, intervenendo alla scala di quartiere sulla riorganizzazione della viabilità, degli spazi pubblici, dei servizi e degli alloggi del quartiere Barca.
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MEI, GIACOMO. "Vegetation, Soil and Pedofauna as Proxy to Understand Ecology of Ostrya Carpinifolia Forests in Europe." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263606.

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Abstract:
Identificati i boschi di Ostrya carpinifolia come una delle formazioni forestali più diffuse e caratteristiche della regione biogeografica Appennino-Balcanica e rilevata la carenza di studi e dati nonché la mancata inclusione di queste cenosi tra gli Habitat descritti a livello Europeo, lo scopo principale del progetto di ricerca sviluppato durante il dottorato e riassunto in questo lavoro, è stato quello di fornire dati utili per comprendere il valore ecologico, la dinamica, le potenzialità e le minacce di queste cenosi. Al fine di fornire un quadro il più completo possibile, il progetto è stato articolato in tre punti chiave. (I) L'analisi delle dinamiche relative alla gestione tradizionale del ceduo, la sua modifica e il suo abbandono. Fondamentale per definire la durata ottimale del turno e gli effetti ecologici dell'abbandono, è condotta attraverso lo studio approfondito delle cenosi in diversi momenti del turno e successivamente all’abbandono gestionale, nelle aree appenniniche. (II) Lo studio degli effetti dell'isolamento ecologico su queste cenosi. Utile per delineare il valore ecologico delle cenosi isolate esistenti, le dinamiche attuali e l'individuazione di un'area minima di intervento; condotto mediante uno studio approfondito dei boschi residui di Ostrya carpinifolia presenti nel territorio della regione Marche. (III) Il censimento preliminare di queste formazioni sul territorio Italiano e Balcanico, imperniato sulla raccolta di dati floristico-vegetazionali, pedologici, strutturali e gestionali di queste cenosi a scala di areale. Il risultato principale di questa ampia campagna di raccolta dati è la creazione di set di dati relativi alle caratteristiche ecologiche e gestionali, riguardanti l'intera area di distribuzione e tutte le diverse fasi di gestione. L'interpolazione e la rielaborazione di questi dati permette infatti di migliorare la comprensione delle formazioni forestali in esame, rendendo possibile interpretare le dinamiche e valutare il reale valore ecologico che caratterizza le foreste di Ostrya Carpinifolia. Aspetti questi, difficilmente affrontabili con i dati fino ad oggi disponibili in letteratura, ma che assumono un ruolo chiave nella realizzazione di modelli di previsione dinamici su base ecologica, sostanziali al fine della pianificazione forestale e paesaggistica. Gli studi effettuati e riportati in questa sede, mostrano come queste formazioni, comunemente etichettate come poco interessanti da un punto di vista ecologico, siano invece caratterizzate da una flora particolarmente ricca, un dinamismo molto vivace e da una forte resilienza. Pertanto, queste cenosi non devono essere interpretate come fasi transitorie o di recupero di cenosi più "mature", ma formazioni forestali semi-naturali stabili, molto ricche in termini di biodiversità ed oggi minacciate dal diffuso abbandono, esattamente come gli habitat di prateria secondaria.
Having identified the Ostrya carpinifolia forests as one of the most widespread forest types in the Apennines-Balkan bio-geographical region and having highlighted the shortage of studies, and the lack of inclusion of these coenoses in the habitats described at European level, the main purpose of the Ph.D research project, summarized in this work, was to provide useful data to understand the ecological value, the dynamics, the potentiality and the threats of these coenoses. In order to provide an image as complete as possible, the project was articulated into three key points. (I) The analysis of the dynamics related to traditional coppice management, its modification and abandonment, useful to identify the optimum duration of the rotation and the ecological effects of the abandonment, carried out through the in-depth study of coenoses during different moments of the rotations examined and after a decades of abandonment in the Apennines areas. (II) The investigation of the effects of ecological isolation on these coenoses, useful in establishing the ecological value of the existing isolated coenoses, the current dynamics and the identification of a minimal area of intervention, carried out by in-depth study of the residual Ostrya carpinifolia woods present in the territory of the Marche region. (III) A preliminary census of these forest formations along the Italian and Balkan territories, carried out by collecting floristic-vegetational, pedological, structural and management data of these coenoses at the whole geographic distribution range. The main result of this large data collection campaign is the creation of datasets related to the ecological and management characteristics, regarding the entire distribution area and all the different management phases. The interpolation and reworking of these data allow to increase the understanding of these forest formations, making it possible to interpret dynamics and evaluate the real ecological value characterizing the Ostrya carpinifolia forests. These aspects are still difficult to deal with, given the data presently available in literature, but fundamental to build dynamic forecast models. Models necessary for the drafting of real useful management and landscaping plans. The studies carried out and here reported show how these formations, commonly labelled as not very interesting under the ecological point of view, are instead characterized by a particularly rich flora, a very lively dynamism and highlight a strong resilience. Therefore, these coenoses should not be interpreted as transitory or recovery phases of more "mature" coenoses, but real stable semi-natural forest formations very rich in terms of biodiversity, now threatened by widespread abandonment, exactly like the secondary prairies habitats.
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COLACECI, SARA. "La rappresentazione del paesaggio tra espressività e scienza. Sistemi informativi per la conoscenza del patrimonio territoriale culturale." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1628852.

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Abstract:
Tema della ricerca è la possibilità di indagare intorno alla rappresentazione del paesaggio secondo il punto di vista dell’architetto, il quale volge la sua attenzione non soltanto al manufatto architettonico, bensì ai contesti ambientali in cui i manufatti architettonici si inseriscono. La ricerca si propone di esplorare la rappresentazione del paesaggio attraverso contenuti teorici, metodologie e sperimentazioni che coinvolgono i sistemi informativi in uso nella contemporaneità con lo scopo di capire quanto essi siano esaustivi alla lettura e alla rappresentazione del paesaggio, evidenziandone le problematiche irrisolte, gli aspetti innovativi e le potenzialità. L’obiettivo è comprendere in che modo tali sistemi riescono a legare il ruolo dell’Informazione alla centralità della Rappresentazione. Se l’Informazione, intesa come complesso di dati numerici, testuali e grafici, è il fulcro su cui si fondano tali sistemi, lo scopo è capire in che modo essa si traduca in linguaggio grafico, espressivo, comunicativo della Rappresentazione. Le sperimentazioni in ambiente di Geographic Information System e di Information Modeling sono condotte al fine di comprendere quanto gli aspetti metodologici e tecnici propri dei singoli sistemi informativi possano essere usati per l’analisi e la conoscenza dei contesti in cui viviamo. Rappresentazioni mappali e modelli tridimensionali con i loro attributi informativi in ambiente Geographic Information System affrontano la scala antropogeografica, indagando la relazione tra fattori fisici e fattori antropici, le componenti del paesaggio e i sistemi vegetazionali. Modelli tridimensionali, unitamente all’apparato informativo, in ambiente di Information Modeling affrontano, invece, le singole architetture vegetali. Il tema della conoscenza è centrale in una ricerca che si occupa dei contesti, che possono essere soggetti a gestione, tutela, conservazione, riqualificazione, valorizzazione. Condizione prioritaria, dunque, per tali interventi è proprio la conoscenza puntuale e sistemica delle componenti del paesaggio.
The research topic is the possibility of investigating the representation of the landscape from the point of view of the architect, who turns his attention not only to the architectural artefact, but to the environmental contexts in which the architectural artefacts are inserted. The research aims to explore the representation of the landscape through theoretical contents, methodologies and experiments that involve the information systems in use nowadays, in order to understand how exhaustive they in reading and representation of the landscape, highlighting the unresolved problems, the innovative aspects and the potential. The goal is to understand how these systems manage to link the role of Information to the centrality of Representation. If information, understood as a complex of numerical, textual and graphic data, is the fulcrum on which these systems are based, the aim is to understand how it is translated into the graphic, expressive and communicative language of the Representation. Experiments in the Geographic Information System and Information Modeling environment are managed in order to understand how the methodological and technical aspects of individual information systems can be used for the analysis and knowledge of the contexts in which we live. Map representations and three-dimensional models with their information attributes in the Geographic Information System environment deal with the anthropogeographic scale, investigating the relationship between physical and anthropogenic factors, landscape components and vegetation systems. Three-dimensional models, together with the information system, in the Information Modeling environment, on the other hand, deal with individual plant architectures. The theme of knowledge is central in research that deals with contexts, which can be subject to management, protection, conservation, requalification, enhancement. A priority condition, therefore, for these interventions is precisely the precise and systemic knowledge of the components of the landscape.
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Books on the topic "Paesaggio vegetazionale"

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Giardino e sacro nell'Italia preromana: Vegetazione, paesaggio tra cultura e religione. Firenze: Angelo Pontecorboli editore, 2015.

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Book chapters on the topic "Paesaggio vegetazionale"

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Ingegnoli, Vittorio. "Proposta di nuovi criteri per la creazione di una carta ecologico-paesistica della vegetazione." In Bionomia del paesaggio, 301–14. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2041-2_17.

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Conference papers on the topic "Paesaggio vegetazionale"

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Bellini, Oscar Eugenio. "Green camouflage: una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Abstract:
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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