Academic literature on the topic 'Paesaggio toscano'

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Journal articles on the topic "Paesaggio toscano"

1

Nuti, Lucia. "Le alterne fortune dell'acqua nella storia del territorio." STORIA URBANA, no. 125 (April 2010): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125001.

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Abstract:
Questa nota introduttiva propone alcune riflessioni sulla presenza dell'acqua nel paesaggio della Toscana e sulle sue variazioni nel corso dei secoli. Momenti di forte espansione dell'acqua nelle sue diverse forme, acque vive,morte,naturali, artificiali,navigabili o di deflusso, si sono alternati a momenti di regressione in favore delle terre coltivate. Nell'attuale clima culturale sembrano risorgere le fortune dell'acqua ed i piani di recupero urbano e territoriale le assegnano un ruolo attivo come componente del paesaggio e si torna a invocarne la presenza anche nei luoghi da cui č stata tenacemente estromessa.
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2

MONACCI, FRANCESCO, VATTI, MATTEO, and TOMEI, PAOLO EMILIO. "Il paesaggio vegetale del Torrente Pavone (Toscana centrale, Pisa)." INTER NOS, no. 3 (2013): 9–18. http://dx.doi.org/10.12871/97888674120991.

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3

Kezich, Giovanni, and Sauro Lusini-Prato. "Scheuermeier in Toscana Uomo, terra, paesaggio e editoria locale." La Ricerca Folklorica, no. 38 (October 1998): 135. http://dx.doi.org/10.2307/1479965.

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4

Chiesi, Leonardo, and Paolo Costa. "L'immagine mentale dell'area vasta. Le categorie di Lynch applicate alla percezione del paesaggio." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 97 (May 2012): 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097009.

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Abstract:
Il saggio mostra l'applicabilitŕ delle categorie di Kevin Lynch alla scala dell'area vasta. In occasione di una ricerca sul rapporto tra abitanti e paesaggio nel complesso collinare del Montalbano, nella campagna toscana, gli autori ricostruiscono l'immagine mentale del luogo, mettendo in luce le molteplici articolazioni e le stratificazioni dell'identitŕ locale. Gli autori mostrano come alcuni elementi del programma di Kevin Lynch conservino la loro portata teorica se applicati ad un livello di scala diverso rispetto alla proposta originaria lynchiana.
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5

Castiglia, Gabriele. "TOPOGRAFIA CRISTIANA DELLATUSCIA ANNONARIAE DELLATUSCIA LANGOBARDORUM(IV-VIII SEC. D.C.)." Papers of the British School at Rome 86 (May 21, 2018): 85–126. http://dx.doi.org/10.1017/s006824621800003x.

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Abstract:
Il presente contributo intende analizzare i fenomeni di formazione e radicamento della cristianizzazione nellaTuscia Annonaria(attuale Toscana settentrionale) nel periodo compreso tra il IV e la seconda metà dell'VIII secolo d.C., sia in ambito urbano che in quello rurale. Questo tema, sinora scarsamente analizzato in maniera complessiva, verrà sviscerato partendo da un approccio quantitativo (ancorato ad una schedatura delle evidenze materiali e scritte), funzionale all'approfondimento di problematiche storiografiche e di nuove possibili chiavi di lettura di fenomeni complessi e articolati quali furono quelli legati alla trasformazione delle città e dei paesaggi romani e che portarono alla strutturazione delle realtà post classiche.
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6

Sanguineti Katz, Giuliana. "La vita che ti diedi di Luigi Pirandello e L’attesa di Piero Messina." Quaderni d'italianistica 39, no. 2 (November 6, 2019): 7–20. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v39i2.33257.

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Abstract:
Questo articolo esamina in primo luogo il dramma di Pirandello La vita che ti diedi del 1923 e in secondo luogo il film L’attesa, del 2015, in cui il regista Piero Messina, ispirandosi al lavoro di Pirandello, ha creato un’opera profondamente originale. Sia il dramma sia il film svolgono il tema di una madre che non riesce ad accettare la morte del suo unico figlio e cerca di mantenere l’illusione che sia ancora vivo nascondendo la notizia della sua morte alla donna che lo ama e che viene a trovarlo. Nel dramma la madre trova sollievo al suo stato d’animo attraverso il suo bisogno costante di comunicare i suoi sentimenti con vari personaggi e si difende dall’angoscia della perdita negando che sia avvenuta, anche se alla fine deve accettare la realtà. Nel film L’attesa, il regista Piero Messina, pur mantenendo intatto il tema principale del dramma, trasforma l’esperienza dello spettatore sostituendo ai lunghi discorsi di Pirandello la forza delle immagini e portando la vicenda ai giorni nostri. I protagonisti comunicano tramite messaggi telefonici e sono le musiche di Ben Lukas Boysen, Alexander Knaifel e Arvo Pärt che sottolineano i momenti più tristi della storia. Ma sono soprattutto i paesaggi, gli interni e il folclore siciliani che segnano l’originalità del film e ci comunicano i sentimenti dei protagonisti. Mentre il dramma di Pirandello si svolge in una villa solitaria della campagna toscana, il film ha luogo in vari luoghi della Sicilia orientale e le riprese vanno dalla villa ottocentesca della madre vicino a Ragusa, all’areoporto di Comiso, ai crateri Silvestri ricoperti di lava ai piedi dell’Etna, al lago artificiale vicino a Ragusa, agli antichi mosaici romani di Piazza Armerina e infine alle cerimonie di Pasqua a Caltagirone. La vicenda del film si svolge poco prima di Pasqua e termina con le cerimonie pasquali, quando la madre cerca invano di rintracciare suo figlio scrutando i volti spettrali degli incappucciati, crede in una impossibile resurrezione, ma alla fine deve accettare la realtà della sua perdita e della propria solitudine.
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7

RIDGWAY, DAVID. "(A.) Ciacci, (A.) Zifferero (edd.) Vinum. Un progetto per il riconoscimento della vite silvestre nel paesaggio archeologico della Toscana e del Lazio settentrionale. Pp. 137, b/w & colour ills. Siena: Ci. Vin Editrice, 2005. Paper, €15. ISBN 88-89092-33-5." Classical Review 56, no. 2 (October 2006): 519–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x06002812.

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8

Santini, Chiara. "Carlo Tosco, Il paesaggio come storia." Projets de paysage, no. 2 (June 26, 2009). http://dx.doi.org/10.4000/paysage.29493.

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9

Paradiso, Michele, and Eleonora Conte. "L’EX CHIESA DI SAN LORENZO IN PISTOIA: UN MONUMENTO DA RESTITUIRE ALLA CITTA’." Revista M 17 (January 25, 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v17i0.2518.

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Abstract:
L’articolo proposto fa riferimento ad uno studio approfondito incentrato sul tema di analisi ed ipotesi di recupero dell’Ex Chiesa di San Lorenzo, situata nel centro storico di Pistoia, in Toscana (Italia). Questo lavoro nasce dalla richiesta, da parte della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le provincie di Pistoia e Prato, di un’analisi sullo stato di degrado dell’edificio, con indicazioni di interventi necessari per il consolidamento ed una rapida rifunzionalizzazione. A partire da una base di dati esistenti si sono aggiunti ulteriori elementi analitici e tecnologici come, ad esempio, un rilievo totale del fabbricato tramite l’utilizzo della tecnologia del laser scanner. Si è inoltre provveduto ad una minuziosa descrizione dello stato di degrado e meccanico, ad un’analisi strutturale approfondita, statica e dinamica con l’ausilio del software di calcolo Straus7 e ad una valutazione di massima sui possibili interventi per un sostanziale miglioramento strutturale. Il lavoro svolto ha permesso di raggiungere una conoscenza del monumento nei suoi aspetti più intimi, così da poterne valutare lo stato generale a scopo di un rapido recupero, tale da dare coscienza alla città dell’importanza di questo monumento e di preservare un tassello fondamentale del suo patrimonio storico costruito.
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10

"Recensione: Biagio Cillo legge A. Marson (a cura di), La struttura del paesaggio. Una sperimentazione multidisciplinare per il piano della Toscana." CRIOS, no. 15 (May 2018): 72–78. http://dx.doi.org/10.3280/crios2018-015007.

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Dissertations / Theses on the topic "Paesaggio toscano"

1

Rinaldi, Stefano Ernesto. "Remigio Cantagallina e il suo ambiente : disegno di paesaggio e disegno del territorio nella Toscana del XVII secolo." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2015. http://hdl.handle.net/11384/85751.

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2

PIRAS, ANTONELLA. "La rappresentazione del paesaggio toscano nel Trecento." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592723.

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3

GAMBERI, MARCO. "Piero Bottoni architettura e paesaggio: opere in Toscana." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1002452.

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Abstract:
Lo studio che è stato affrontato nell’ambito del corso di Dottorato in Progettazione Architettonica e Urbana delinea, all’interno della vasta produzione architettonica e urbanistica di Piero Bottoni, i tratti peculiari che legano la ricerca dell’architetto milanese al tema del paesaggio. I progetti analizzati mostrano come il processo di modificazione dello spazio, partendo dalla coscienza dell’identità geografica dei luoghi, pervenga a relazioni dialettiche nuove tra manufatto e contesto. La prima parte di questo studio si concentra su una serie di progetti e realizzazioni nei quali il razionalista milanese pone l’accento della propria riflessione sul rapporto che intercorre tra oggetto architettonico e contesto ambientale. Le opere analizzate sono state scelte tentando di descrivere le diverse declinazioni che all’interno del progetto assume il termine paesaggio: la selezione delle opere ripercorre un arco di tempo compreso tra il 1927 e il 1959, intrecciandosi con molte delle vicende che hanno caratterizzato l’architettura italiana ed europea del ‘900. La seconda parte di questo studio analizza un’antologia di opere di Piero Bottoni in Toscana, regione nella quale Bottoni si confronta con il paesaggio della costa massese, con il tessuto urbano di Livorno, le colline fiorentine, la morfologia urbana di Siena e San Gimignano. L’analisi ha mostrato come l’architetto milanese, sebbene si identifichi come figura di primo piano dell’avanguardia europea in Italia, intraprenda fin dai primissimi progetti un approfondimento critico del Moderno. L’adesione sincera, entusiastica alla nuova architettura viene attraversata, sin dagli anni Trenta, da una riflessione specifica nella quale il progetto scopre nel paesaggio l’elemento di sintesi tra ambiente naturale e storia. In quest’ottica i Cromatismi Architettonici mostrano con l’evidenza di un’opera manifesto un paesaggio urbano astratto e onirico che, se da un lato rappresenta una critica alla falsità della città eclettica, dall’altro apre il dibattito urbanistico funzionalista a percorsi nuovi e inesplorati. Similmente, le bellissime residenze signorili che Bottoni realizza negli anni Trenta e Quaranta evidenziano come il paesaggio divenga elemento privilegiato della composizione architettonica, capace di garantire un confronto tra il Moderno, la storia e il luogo. Un passaggio fondamentale per capire i rapporti che legano l’architettura di Piero Bottoni al paesaggio è rappresentato dalla sua partecipazione ai Ciam, con particolare riferimento alla Carta di Atene. La scala geografica del problema urbanistico sancita dalla Carta permette a Bottoni di pensare alla progettazione architettonica e del territorio in termini unitari. Esempio emblematico di questo passaggio è il Piano Regolatore della Valle d’Aosta realizzato nel 1936. Quest’episodio rappresenta un vero e proprio spartiacque per la disciplina urbanistica in Italia che per la prima volta si confronta con una scala regionale, misurandosi con la complessità territoriale e concentrandosi sull’interesse sociale collettivo. Lo studio del quartiere urbano, dei suoi rapporti con la città e con il paesaggio, raggiunge compimento con il progetto del Quartiere Sperimentale all’Ottava Triennale del 1946. Il QT8 impegna Bottoni per anni; il progetto, nato dall’idea di realizzare un quartiere sperimentale permanente, diviene per l’architetto milanese momento di riflessione sulla ricostruzione. Il drammatico problema abitativo dell’immediato dopoguerra viene affrontato su scala urbana; il quartiere, che si sviluppa all’interno di un grande parco, trova nell’elemento naturale il fattore qualificante dell’espansione della città, mentre l’invenzione del Monte Stella segna con la sua monumentalità la nuova porta Nord-Ovest di Milano. Questa collina verde, modellata da Bottoni sui cumuli delle macerie postbelliche, diviene simbolo di una ricostruzione che non risponde solo a bisogni contingenti ma che ridisegna la città attraverso una nuova geografia: un’orografia inaspettata, paradigma e ossimoro di natura e artificio. Il rapporto con il paesaggio contraddistingue in maniera evidente la produzione architettonica e urbanistica di Piero Bottoni in Toscana. Gli edifici progettatati per Livorno, Massa e Firenze sono concepiti come strumenti per abitare il paesaggio e contemporaneamente il paesaggio diviene materiale per la costruzione del manufatto architettonico. Il tema dell’abitazione proiettata nel paesaggio, inaugurato con Villa Latina del 1929, è tratto caratterizzante delle residenze che Bottoni progetta in Toscana. In questo senso, Villa dello Strologo a Livorno non è concepibile se disgiunta dal parco, così come la Casetta nella pineta ai Ronchi in assenza della pineta, o Villa Davoli in località la Ruota privata dell’ampio panorama su Firenze. I piani regolatori realizzati nel dopoguerra da Bottoni per Siena e San Gimignano consentono all’architetto milanese di confrontarsi con il tema della città d’arte. In questi piani, esempi lungimiranti di progettazione urbanistica, la riflessione sul centro storico, sui rapporti tra questo e le nuove espansioni urbane, va oltre il recupero e la conservazione dell’antico. La tutela della città d’arte viene affrontata non solo nelle emergenze monumentali, ma all’interno del proprio territorio. La struttura urbana viene per questo analizzata e progettata preservando i rapporti dialettici e morfologici che intercorrono tra masse murarie e paesaggio. In quest’ottica le espansioni vengono previste come nuclei autonomi compatti, introducendo vincoli di inedificabilità che preservino la percezione della città nei suoi legami con il paesaggio.
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4

Neri, Virginia. "Villa, giardino e paesaggio rurale nel sistema delle residenze medicee in Toscana. Nodi e chiavi per una lettura critica." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1153142.

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Abstract:
Il tema dello stretto legame e soprattutto della continuità tra villa e paesaggio rurale è una consapevolezza che parte da lontano e si è andata concretizzando nel tempo, sia nella cultura italiana, che in quella europea. Se si considera il sistema di una villa signorile con il suo giardino storico, è ricorrente che anche dal punto di vista della lettura critica ed in definitiva anche della tutela, i terreni agricoli, che hanno da sempre rappresentato una parte integrante del complesso, così come il bosco o le strade, non rientrano nello stesso alveo di indagine e regime di protezione. Questo aspetto dovrebbe invece avere un ruolo fondamentale all'interno del processo del progetto di conservazione. Questa ricerca sviluppa il tema sia dal punto di vista teorico che con l'ausilio di casi studio. Il caso studio focalizzerà l'attenzione sulle ville medicee che si trovano nella piana intorno a Firenze. In questo ed in molti altri casi, sia in Italia che all'estero, la villa con il suo giardino e il suo paesaggio, non è un singolo complesso, ma ricade all'interno di un sistema a scala più vasta, che coinvolge altre ville ricadenti in uno stesso luogo, a formare un sistema unico. The theme of the close link and the continuity between villa and rural landscape is an ancient consciousness that has gradually hardened over time, both in Italian and in European culture. If we consider the system of a villa with its historical garden, it is recurring that also from both the critical reading and the protection point of view, agricultural lands, always considered as an integral part of the complex, such as woods and streets, aren't part of the same protection regime. This aspect should, however, have a fundamental role within the conservation project. This research develops this theme both from a theoretical point of view and with the help of case studies. The case study will focus on the Medici villas located in the plain around Florence. In this and many other cases, both in Italy and abroad, the villa with its garden and its landscape, is not a single complex, but it is included in a larger scale system, which involves other villas in the same area, forming a single system.
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Books on the topic "Paesaggio toscano"

1

Riccioni, G. La cultura del bel paesaggio toscano. Firenze: Aida, 1999.

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2

Lucia, Bonelli Conenna, Brilli Attilio, and Cantelli Giuseppe, eds. Il paesaggio toscano: Storia e rappresentazione. Cinisello Balsamo (Milano): Silvana, 2004.

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3

Gisotti, Maria Rita. L'invenzione del paesaggio toscano: Immagine culturale e realtà fisica. Firenze: Polistampa, 2008.

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4

Cesarini, Giuliano. Il Trasimeno e il paesaggio umbro-toscano: Iconografia e sviluppo. Perugia: Guerra, 1993.

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5

Lucia, Bonelli Conenna, Brilli Attilio, and Cantelli Giuseppe, eds. Il paesaggio toscano: L'opera dell'uomo e la nascita di un mito. Siena: Banca Monte dei Paschi di Siena, 2004.

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6

Francia, Marco Del, and Barbara Catalani. Architettura contemporanea nel paesaggio toscano: Esperienze, temi e progetti a confronto. Firenze: Edifir, 2008.

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7

Pozzana, Maria Chiara. Il giardino dei frutti: Frutteti, orti, pomari nel giardino e nel paesaggio toscano. Firenze: Ponte alle Grazie, 1990.

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8

Gianfranco, Bruno, Dei Enrico, and Palazzo mediceo (Seravezza Italy), eds. Geometrie della luce: Il paesaggio toscano nella pittura italiana tra Otto e Novecento. Pontedera: Bandecchi & Vivaldi, 2001.

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9

Province), Livorno (Italy :. Guida archeologica della provincia di Livorno e dell'arcipelago toscano: Itinerari tra archeologia e paesaggio. [Livorno, Italy]: Provincia di Livorno, 2009.

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10

Guida archeologica della provincia di Livorno e dell'arcipelago toscano: Itinerari tra archeologia e paesaggio. [S. l.]: Provincia di Livorno, 2003.

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