Journal articles on the topic 'Ottocento italiano'

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Ragusa, Olga, and Antonio Palermo. "Ottocento italiano. L'idea civile della letteratura." Italica 78, no. 2 (2001): 260. http://dx.doi.org/10.2307/3656133.

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Guerra, Alessandro, Marco Meriggi, Christopher Calefati, Catherine Brice, Paolo Conte, Maria Pia Casalena, and Agnese Visconti. "Recensioni." IL RISORGIMENTO, no. 1 (May 2022): 153–87. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001006.

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Abstract:
- Francesco Benigno e Daniele Di Bartolomeo, Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese, Roma, Salerno, 2020, 194 p. br/> - Salvatore Santuccio, Uno stato nello stato. Sette segrete, complotti e rivolte nella Sicilia di primo Ottocento, Acireale, Bonanno, 2020, 301 p.- Enrico Francia, Oggetti risorgimentali. Una storia materiale della politica nel primo Ottocento, Roma, Carocci, 2021, 180 p.- Jacopo De Santis, Tra altari e barricate. La vita religiosa a Roma durante la Repubblica romana del 1849, Firenze, Firenze University Press, 2021, 282 p.- Giampaolo Conte, Il credito di una nazione. Politica, diplomazia e società di fronte al problema del debito pubblico italiano. 1861-1876, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, 114 p. - Massimo Baioni, Vedere per credere. Il racconto museale dell'Italia unita, Roma, Viella, 2020, 266 p.- Gabriele B. Clemens, Geschichte des Risorgimento. Italiens Weg in die Moderne (1770-1870), Wien-Köln, Böhlau, 2021, 264 p.- Du "Grand Tour" au Traité de Rome: l'Europe au bout du voyage, sous la direction de Francis Démier et Elena Musiani, Rennes, Presses universitaires, 2021, 186 p.
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Fimiani, Enzo. "Muoversi da notabili nel Mezzogiorno italiano tra ottocento e novecento: il caso abruzzese." SOCIETÀ E STORIA, no. 171 (February 2021): 87–125. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171004.

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Abstract:
Il saggio intende riprendere la questione storica del ruolo dei notabili nella modernizzazione politica tra i secoli XIX e XX in Italia e a livello europeo. Sulla scia degli studi più aggiornati, che guardano al fenomeno italiano quale forma di conduzione della politica ordinaria e non più deteriore, l'autore prova a seguire un metodo plurale, che tenga conto sia delle pratiche notabilari sia dei loro universi discorsivi e simbolici. Ritenendo che occorra ancora illuminare le caratteristiche del notabilato nel Mezzogiorno, il contributo tenta di approfondire un caso di studio nella sostanza inedito. Gli Abruzzi storici rappresentano un segmento importante delle antiche "province meridionali": dei suoi notabili, il saggio affronta modi e tempi di impatto rispetto ai tornanti storici principali;; il peso della politica, amministrativa e parlamentare;; i meccanismi delle reti di potere e le narrazioni che le sostengono. Sulla base di fonti in larga parte nuove o di dati disponibili ma del tutto rielaborati, viene fuori una cornice che vede il contesto abruzzese immerso pienamente nel Sud italiano ma con peculiarità non trascurabili.
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Intini, Ugo. "Avanti!, il quotidiano socialista che alfabetizza e forma." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, no. 1 (March 29, 2020): 140–65. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909285.

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Abstract:
Avanti! non è solamente il quotidiano che accompagna la storia del Partito Socialista Italiano, ma anche il primo agente di alfabetizzazione e acculturamento del mondo del lavoro e dei ceti meno favoriti. L’autore, che è stato direttore del giornale, sottolinea la forte presenza di letterati e uomini di cultura sulle colonne del quotidiano, con riferimenti specifici ad autori come De Amicis, Soldati, Bassani, Bevilacqua, Bianciardi, Cassola, Castellaneta; a pittori e disegnatori come Scalarini, Podrecca, Boccioni, Sironi; critici teatrali letterari e d’arte come Antonio Gramsci, Paolo Grassi, Carlo Fontana, Franco Fortini, Bonito Oliva, Argan, Barilli; protagonisti dello spettacolo come Gasmann, Lattuada, Rosi, Wertmüller; artisti come Cascella, Cantatore, Maccari, Pomodoro, fino a Carlo Rambaldi, collaboratore dalla provincia emiliana di Ferrara che, emigrato negli Stati Uniti, creò E.T. per Spielberg. Vera antologia della cultura italiana tra Ottocento e Novecento, il quotidiano soffrì l’attacco e la distruzione del fascismo, per riprendersi ancora con più vigore nel dopoguerra.
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Lazzarin, Stefano. "Ottocento nero italiano. Narrativa fantastica e crudele, Claudio Gallo, Fabrizio Foni (testi riuniti da)." Transalpina, no. 14 (September 30, 2011): 205–7. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.2479.

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Guzzi, Lucia. "S. Bernard Chandler.Saggi sul Romanzo Italiano dell' Ottocento. Napoli: Federico & Ardia, 1989. 141pp." Romance Quarterly 38, no. 4 (November 1991): 499–500. http://dx.doi.org/10.1080/08831157.1991.9926930.

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Bombara, Daniela. "‘Brume nordiche’ sullo Stretto. Le radici settentrionali del Romanticismo siciliano." Italianistica Debreceniensis 26 (December 1, 2020): 28–46. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9379.

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Abstract:
Il presente saggio si propone di tracciare le influenze del romanticismo nordeuropeo sulle opere di alcuni autori siciliani del primo Ottocento. L'obiettivo è sfatare il mito di un livello "inferiore" della letteratura romantica italiana rispetto alla letteratura nordica, poiché non è incentrata sulla rappresentazione delle aree oscure del sé, di temi soprannaturali, fantastici e irrazionali che sono presenti nella realtà. Vengono esaminate alcune ballate di Felice Bisazza (1809-1867) e Vincenzo Navarro (1800-1867). In queste opere la narrazione di leggende popolari mette in luce un universo spettrale e orribile, rispecchiando situazioni reali, come la violenza della classe nobile e del patriarcato, o l'ingiustizia della disuguaglianza sociale. Si parlerà poi di un'opera teatrale di Giuseppe La Farina (1815-1863), intitolata L'abbandono di un popolo (1845); l'autore ritrae la rivolta anti-spagnola del 1676 a Messina concentrandosi sulle forze inquietanti e sotterranee che si intersecano con i movimenti rivoluzionari. Verrà infine analizzata la produzione di Tommaso Cannizzaro (1838-1921) come traduttore: lo scrittore mette a disposizione del pubblico siciliano e italiano l'affascinante mondo della mitologia scandinava, attraverso le traduzioni di alcuni canti dell'Edda antica medievale.
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Ciccolo, Nicole. "Perizia grafico-grafologica." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 627–44. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265007.

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Abstract:
L'autore discute del convegno "La memoria in piazza. Monumenti risorgimentali nelle cittŕ lombarde tra identitŕ locale e identitŕ nazionale" (Universitŕ degli studi di Pavia, 7 ottobre 2011), che ha costituito l'avvio di una riflessione storiografica sul tema della "statuomania" patriottica (la definizione č di Maurice Agulhon), tratto tipico del tardo Ottocento italiano. Catherine Brice, in apertura, ha individuato le chiavi di lettura ideologiche e politiche che qualificano il fenomeno come elemento centrale del nation-building postunitario. Le successive relazioni si sono concentrate su singole statue di argomento risorgimentale collocate nei capoluoghi della Lombardia e, oltre ad analizzarne i caratteri estetici e simbolici, hanno ricostruito i problemi sottesi alla scelta di soggetti e artisti, al finanziamento, alle celebrazioni inaugurali e anniversarie: aspetti importanti per comprendere scopi ed efficacia di una monumentalitŕ pubblica intesa, anche a livello municipale, come operazione di pedagogia politica nazionale.
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Fioretti, Fabrizio. "Il termine "mafia"." Tabula : periodicus Facultatis philosophicae Polensis; rivista della Facoltà di lettere e filosofia; Journal od the Faculty of Humanities No. 9 (2011): 64–77. http://dx.doi.org/10.32728/tab.09.2011.4.

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Abstract:
Data la confusione venutasi a creare nel corso della storia passata e recente, si propone uno studio incentrato sulla questione relativa al termine "mafia". Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, "mafia" oggi è un termine polisemico che non significa solo criminalità organizzata o stragi ma anche lealtà, giustizia, coraggio, potere, intrigo. Compito di questo breve saggio è di capire quali sono gli eventi che hanno contribuito a fare di "mafia" un termine polisemico. In questo senso, dopo una prima parte introduttiva volta a chiarire l’introduzione di questo termine nel vocabolario italiano, sono stati individuati tre principali punti di svolta. Il primo riguarda la delicata situazione politica italiana di fine Ottocento quando il termine, trovatosi in mezzo alle dispute politiche e culturali tra meridione e settentrione, si fece carico di numerosi significati e interpretazioni, che ne alterarono irrimediabilmente sia l’uso sia la funzione. Il secondo riguarda l’introduzione del concetto di "Cosa Nostra", che trasformò il termine in una sorta di sinonimo universale di criminalità organizzata senza nessun tipo di differenziazione concettuale o regionale. Il terzo riguarda l’utilizzo del termine nel ramo cinematografico, televisivo e di conseguenza in quello pubblicitario e virtuale che sta portando il termine verso significati sempre più lontani da quello originario.
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Tylusińska-Kowalska, Anna. "La figura di ribelle, ‘un ribelle-modello’ in base alle autobiografie e memorie risorgimentali." Mnemosyne, no. 5 (October 15, 2018): 12. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13553.

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Abstract:
Nel primo Ottocento si nasceva ribelli, come afferma Giuseppe Ricciardi nella sua autobiografia Memorie di un ribelle, si ovunque, e la conseguenza di essere ribelli era carcere o esilio per chi era più fortunato. Il saggio mette a fuoco le figure di giovani ribelli, alcuni carbonari, altri affiliati alla ‘Giovine Italia’, altri ancora ‘cospiratori indipendenti’, che nel ‘primo Risorgimento’ diedero l’importante contributo alla lotta per l’indipendenza e per l’identità nazionale. Saranno tra di essi figure meno note, eppure senza di loro non si sarebbe compiuta la grande opera risorgimentale. Si sottopone ad un’analisi il loro atteggiamento verso la realtà in cui vissero, i loro ideali, le loro speranze per dipingere un ritratto del ‘ribelle-modello’ dando uno sguardo ai modi espressivi che adoperarono. Grazie alle autobiografie e memorie lasciate ai posteri, oggi possiamo ricostruire e commemorare al contempo le varie fasi del faticoso eppur vincente cammino italiano verso la libertà.
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Roccatagliati. "FELICE ROMANI DRAMMATURGO IN MUSICA. CARATTERI E LIMITI DELLA «PRESCRIZIONE» LIBRETTISTICA NEL PROCESSO COMPOSITIVO DEL MELODRAMMA ITALIANO DI PRIMO OTTOCENTO." Revista de Musicología 16, no. 6 (1993): 3147. http://dx.doi.org/10.2307/20796922.

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Benegiamo, Marcello, and Paola Nardone. "Tecnocrazia e politica in Italia dalla crisi del 1907 al Primo Dopoguerra = Technocracy and political crisis in Italy from 1907 till the early after World War." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 19 (February 2, 2016): 43. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i19.3581.

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Abstract:
<p>Uscito a pezzi dalla pesante crisi finanziaria e industriale del 1907, che aveva messo a nudo i limiti della struttura economica del Paese, il capitalismo industriale italiano elaborò un programma, portato avanti fino al primo dopoguerra, che prevedeva l’instaurazione di un governo di tecnocrati. Questo avrebbe dovuto trainare il Paese fuori dalla crisi, pianificarne l’economia e trasformarlo in una grande potenza industriale, con forti connotazioni imperialistiche. Segnali in tale direzione si erano registrati anche nei decenni precedenti, tra fine Ottocento e inizi Novecento, quando ebbe inizio un processo di concentrazione nel settore siderurgico e meccanico. Un percorso peraltro stimolato dalle commesse statali sempre più consistenti (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori e Colli, 1999; Bolchini, 2002). La crisi industriale e finanziaria del 1907 e la recessione a livello mondiale che ne seguì, accelerarono la soluzione tecnocratica, che prevedeva un’alleanza, più o meno stretta, con una parte della classe politica e l’entrata in guerra. Negli anni immediatamente seguenti il conflitto, il potere dei tecnocrati sulla scena politica italiana sembrò accrescersi notevolmente, soprattutto quando il governo progettò un programma di espansione economica nelle regioni del Caucaso, nei Balcani e nel Levante ex ottomano, territori in grado di fornire materie prime e di assorbire la produzione italiana in eccesso rispetto alle richieste di un mercato interno asfittico. La collaborazione tra mondo imprenditoriale, bancario e politico non produsse il risultato sperato. La caduta del governo Nitti e il ruolo destabilizzante e filotedesco della Banca Commerciale Italiana nell’Est europeo e nel Caucaso furono tra le cause principali che impedirono il decollo del progetto tecnocratico,<strong> </strong>provocando una dura reazione da parte dei fratelli Perrone alla guida del gruppo Ansaldo.</p><p>Heavily Weakened by the financial and industrial crisis of 1907, which showed all the limits of the economic structure of Italy, the Italian industrial capitalism developed a program that continued until the early after World War, which was taking into account the establishment of a government of technocrats.</p><p>This should had to take the country out of crisis, establish an economical plan and turn it into a major industrial power, with strong imperialist characteristics. Signals in this direction were also recorded in the previous decades, from the late nineteenth and early twentieth century, when a process of concentration of the main groups of entrepreneurs and capitalists began in the steel and mechanical industry. A path anyway enhanced by more and more orders from the government (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori and Colli, 1999; Boldrini, 2002). The industrial and financial crisis of 1907 and the global recession that followed, accelerated the technocratic solution, which were looking for a more or less closer alliance, with a part of the political class and going into war. Soon after the war, the political power of the technocrats in Italy seemed to grow significantly, especially when the Government developed a program of economic expansion in the regions of the Caucasus, Balkans and on the countries of the ex East Ottoman, these territories could provide raw materials and, with respect of an internal market completely saturated, to absorb the exceeding Italian production. The collaboration within the world of business, banking and politics did not produce the desired result. The fall of the Nitti´s Government and the pro German and destabilizing role of the Italian Commercial Bank in Eastern Europe and on the Caucasus were the major drivers against the launch of the technocratic project, inducing a though reaction by the Perrone brothers leading the group Ansaldo.</p>
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13

Giulia Crespi and Stefano Evangelista. "Italian Studies: Ottocento." Year's Work in Modern Language Studies 76 (2016): 293. http://dx.doi.org/10.5699/yearworkmodlang.76.2014.0293.

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Evangelista, Stefano. "Italian Studies: Ottocento." Year’s Work in Modern Language Studies 82, no. 1 (April 15, 2022): 329–53. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-08201014.

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Evangelista, Stefano. "Italian Studies: Ottocento." Year’s Work in Modern Language Studies 81, no. 1 (May 25, 2021): 423–42. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-08101022.

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Lindon, John M. A. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 57, no. 1 (January 2, 1995): 555–83. http://dx.doi.org/10.1163/2222-4297-90000762.

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Crespi, Giulia, and Stefano Evangelista. "Italian Studies: Ottocento." Year’s Work in Modern Language Studies 78, no. 1 (May 24, 2018): 295–305. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-07801024.

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Crespi, Giulia, and Stefano Evangelista. "Italian Studies: Ottocento." Year’s Work in Modern Language Studies 79, no. 1 (May 28, 2019): 428–39. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-07901028.

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Crespi, Giulia, and Stefano Evangelista. "Italian Studies: Ottocento." Year’s Work in Modern Language Studies 80, no. 1 (June 17, 2020): 563–80. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-08001030.

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Lindon, John M. A. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 59, no. 1 (December 20, 1997): 567–92. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90000193.

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Lindon, John M. A. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 61, no. 1 (December 20, 1999): 468–96. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90000312.

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CAESAR, ANN. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 46, no. 1 (March 13, 1985): 535–54. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90002659.

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CAESAR, ANN. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 47, no. 1 (March 13, 1986): 530–41. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90002737.

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CAESAR, ANN. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 48, no. 1 (March 13, 1987): 576–83. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90002815.

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JONES, VERINA R. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 51, no. 1 (March 13, 1990): 503–21. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90003041.

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JONES, VERINA R. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 54, no. 1 (March 13, 1993): 523–37. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90003264.

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LINDON, JOHN M. A. "ITALIAN STUDIES: OTTOCENTO." Year’s Work in Modern Language Studies 55, no. 1 (March 13, 1994): 597–617. http://dx.doi.org/10.1163/22224297-90003338.

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Redaelli, Arianna. "PER UN’INTERPRETAZIONE COMUNICATIVA DELLA PUNTEGGIATURA NELLE GRAMMATICHE FRANCESI DEL SECOLO XVIII: ESEMPI DI LETTURA MANZONIANA." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 573–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17149.

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Abstract:
L’articolo intende fornire una breve disamina delle riflessioni riservate alla punteggiatura da parte di alcune tra le principali grammatiche del Settecento francese, allo scopo di segnalarne la modernità, la profondità d’analisi e l’influenza che esercitarono sulla sintassi moderna, non solo d’oltralpe. Una prima sezione è destinata a osservare come, di fronte alla storia recente dell’interpunzione, i grammatici illuministi si scostino sensibilmente dalle tendenze imperanti in Italia. Essi, infatti, non riservano all’argomento spazio esiguo e liminare, né si limitano a fornire semplici regole d’uso oscillanti tra un’interpretazione pausativa e un’interpretazione sintattica dei segni, e non di rado ridotte a vaghezze sul libero arbitrio degli scriventi. Al contrario, propongono osservazioni ampie e acute, poco o per nulla connesse alla mera prassi (dunque scarsamente fruibili a livello didattico), e perlopiù relate al problematico rapporto tra oralità e scrittura, ai cambiamenti verificatisi nel tempo entro il sistema scrittorio e ai fondamenti logici e semantici che presiedono all’organizzazione del discorso, cui la punteggiatura prende attivamente parte. Si procede poi con l’osservazione diretta di alcuni scritti, in particolare dei notevoli esempi forniti dalle opere di Claude Buffier, dell’abate Girard e di Nicolas Beauzée. Pur nella difformità delle trattazioni, tali grammatici condividono un approccio ragionativo al problema, che prende avvio da un’analisi minuziosa del testo e che offre altresì i presupposti per un fertile dialogo tra indirizzi interpretativi talora divergenti. Le loro proposte giungono, tra Settecento e Ottocento, anche in Italia, al punto che uno scrittore quale il Manzoni dei Promessi Sposi sembra venirne influenzato. Di qui, una casistica che lo dimostri. Si pensi, ad esempio, all’impiego della virgola tra soggetto e predicato – che i grammatici italiani teorizzano solo a partire dal Novecento, con il Malagòli – quando il primo sia espanso o da tematizzare; e all’uso del corsivo – ancora considerato, in ambiente peninsulare, appannaggio del tipografo – per segnalare la citazione, nel testo, di un altro testo scritto: riflessioni riscontrabili, almeno sino a Ottocento inoltrato, nella sola grammatica del Beauzée. Qualche considerazione conclusiva, infine, inserisce questi lavori nel complesso degli studi sull’interpunzione e chiarisce il legame sussistente tra essi e il testo manzoniano, anche in relazione alla diffusione del paradigma comunicativo-testuale nel panorama grammaticografico italiano. A communicative interpretation of punctuation in the French grammar books of the XVIII century: manzonian examples The article provides a brief examination of the reflections on punctuation in some of the main eighteenth century French grammar books, in order to point out their modernity, depth of their analysis and the influence they exerted on modern syntax, not only in France. The first section observes how, in the face of the recent history of punctuation, the grammarians of the Enlightenment deviated considerably from the prevailing trends in Italy. In fact, they dedicated ample space to the subject, going beyond providing simple rules for use that oscillated between a pausative interpretation and a syntactic interpretation of the signs, which not infrequently were reduced to vagueness regarding the free will of the writers. The ample and acute observations, barely connected to mere practice (therefore scarcely usable at a didactic level), were mostly related to the problematic relationship between orality and writing, changes that occurred over time within the writing system and to the logical and semantic foundations that presided over the organization of discourse, where punctuation took an active part. We then proceed with the direct observation of some writings, in particular remarkable examples provided by the works of Claude Buffier, Abbot Girard and Nicolas Beauzée. Despite the differences in their treatments, these grammarians shared a reasoned approach to the problem, which began with a detailed analysis of the text and which also offered the basis for a fertile dialogue between interpretative, sometimes divergent, approaches. Between the eighteenth and nineteenth centuries, their proposals reached Italy, where Manzoni, in Promessi Sposi, seemed to have been influenced by them. Hence, a series of cases demonstrate this. Think, for example, of the use of the comma between subject and predicate – that Italian grammarians theorized only from the twentieth century with Malagòli – when the first was expanded or thematized; or the use of italics – still considered, in a peninsular environment, the prerogative of the typographer – to signal a citation, in the text, of another written text: reflections that can be found, at least until the late nineteenth century, only in the grammar book by Beauzée. Finally, a few concluding considerations place these works within studies on punctuation and clarify the link between them and Manzoni’s text, also in relation to the diffusion of the communicative-textual paradigm in the Italian grammatical panorama.
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da Empoli, Domenico. "Magnani, I., Dibattito tra economisti italiani difine Ottocento." Journal of Public Finance and Public Choice 21, no. 1 (April 1, 2003): 84–87. http://dx.doi.org/10.1332/251569203x15665366543863.

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Pazos, A. "Carmelo Amedeo NASELLI, La soppressione napoleonica delle corporazioni religiose. Contributo alla storia religiosa del primo ottocento italiano (1808-1814), Università Gregoriana Editrice, («Miscellanea Historiae Pontificiae», 52), Roma 1986, 309 pp., 17 x 24." Scripta Theologica 19, no. 1-2 (March 6, 2018): 529. http://dx.doi.org/10.15581/006.19.19813.

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SORBA, CARLOTTA. "Attila and Verdi's historical imagination." Cambridge Opera Journal 21, no. 3 (November 2009): 241–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0954586710000145.

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Abstract:
AbstractThis is a study of the primo ottocento Italian literary and historical vogue for conquerors and conquered peoples, and in particular how the fifth-century Attila became a paradigmatic figure to those involved with the Risorgimento, including Verdi and Solera.
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Huebner, Steven. "Lyric Form in Ottocento Opera." Journal of the Royal Musical Association 117, no. 1 (1992): 123–47. http://dx.doi.org/10.1093/jrma/117.1.123.

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Abstract:
In a study of Verdi's debt to Bellini published over 20 years ago, Friedrich Lippmann set the course for subsequent investigations of phrase structure in ottocento opera by using letters to describe the archetypal shape of many melodies written by Italian composers after 1830. He identified the most common pattern in the music of Bellini and the young Verdi as a1 a2 b a2, in which each letter represents a four-bar phrase in a prototypical 16-bar melody. The method has obvious risks of turning uncomfortably antiseptic for the analyst, but there is much to be said for its virtue of concision. It served Lippmann for his subsequent work on Bellini as well as Julian Budden for his three-volume study of Verdi's operas. With a minimal addition of bulk, Joseph Kerman and Scott Balthazar subsequently formulated a more elaborate alphanumeric system. Both replace Lippmann's use of arabic numerals to demonstrate musical variation with primes (AA' BA’ instead of al a2 b a2; Kerman uses lower-case letters, Balthazar upper-case) and they communicate the number of bars in each phrase, including those longer and shorter than the four-bar norm, with subscript numbers (for example, A4A‘4B3C6). The relationship of each phrase to the standard double quatrain or sestet of Italian poetry is also accounted for by a parenthetical tracking of verse lines for each musical phrase; for example, A4(S11–2)A'4(S13–4) illustrates how the first quatrain is distributed across the first eight bars of a normative melody. More important, Kerman and Balthazar recognize the musical function of phrases within the prototypical 16-bar group. Balthazar, in particular, identifies the first two four-bar phrases as an ‘opening thematic block’, the B phrase as both ‘contrasting’ and ‘medial’, and the last phrase as a ‘closing’ unit ('some version of A or C, depending on whether motives from the opening phrases are present).
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Corsini, Maria Grazia. "Residential building types in Italy before 1930: the significance of local typological processes." Urban Morphology 1, no. 1 (January 16, 1997): 34–48. http://dx.doi.org/10.51347/jum.v1i1.4049.

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Abstract:
I tipi edilizi residenziali in Italia fino al 1930: permanenze e derivazioni dai processi tipologici locali. La maggior parte del tessuto edilizio dei quartieri progettati in Italia dalla seconda metà dell' Ottocento ad oggi è costituito dalla casa plurifamiliare ad appartamenti o `casa in linea'. La casa in linea dei primi quartieri di espansione rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare nato nella città antica dal riuso dell'edilizia monofamiliare medioevale, attraverso fenomeni di rifusione e sopraelevazione. Per questo, esaminando in comparazione i quartieri residenziali di città italiane progettati e realizzati dalla metà dell' Ottocento ai primi decenni del Novecento si rilevano, insieme a caratteri comuni nel tessuto e nell'edilizia, accezioni particolari e differenziazioni locali, nella struttura, nella distribuzione e soprattutto nel sistema di aggregazione della casa in linea, dovute alla permanenza e continuità di processi tipologici autoctoni ereditati dalla città antica. La ricostruzione dei processi tipologici locali diventa indispensabile per giungere al recupero del progetto riferito all'esperienza edilizia storica dell'area culturale di appartenenza, in stretta connessione e continuità con la cultura dei luoghi. L'analisi si sviluppa nella comparazione dei processi tipologici di tre città italiane, Genova, Roma, Milano.
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Kapeliuk, Olga, and Claudio Cerreti. "Colonie Africane e Cultura Italiana fra Ottocento e Novecento." International Journal of African Historical Studies 30, no. 2 (1997): 491. http://dx.doi.org/10.2307/221298.

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Parisi, Luciano. "Alberto Caracciolo e gli scrittori italiani del primo Ottocento." MLN 116, no. 1 (2001): 98–129. http://dx.doi.org/10.1353/mln.2001.0010.

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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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POGLIANO, CLAUDIO. "LA FISIOLOGIA IN ITALIA FRA OTTOCENTO E NOVECENTO*." Nuncius 6, no. 1 (1991): 97–121. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00056.

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Abstract:
Abstracttitle SUMMARY /title After a brief outline of the impressive expansion of physiology which took place in Europe during the Nineteenth century, the essay focuses on the developments occurred in Italy following the national unification. The main schools and exponents are considered, while an important common feature is seen in their broad philosophical attitudes and in their strong social bent. Furthermore, the essay suggests that Italian physiologists tried hard to hinder the process of growing specialization of medical knowledge and practice by claiming a sort of holistic approach to the bodily functions.
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Martelli, Sebastiano. "RAPPRESENTAZIONI LETTERARIE DELL'EMIGRAZIONE ITALIANA IN CALIFORNIA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 43, no. 1 (March 2009): 155–91. http://dx.doi.org/10.1177/001458580904300108.

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Djuric, Zeljko. ""Fiore di virtù" tradotto da Vicentije Rakic." Prilozi za knjizevnost, jezik, istoriju i folklor, no. 78 (2012): 29–40. http://dx.doi.org/10.2298/pkjif1278029d.

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Abstract:
Il trattato medievale Fiore di virt? con la sua ricca e plurisecolare presenza nella cultura e nella letteratura non solo italiana ma anche quella europea, non solo cattolica ma anche quella ortodossa, ha suscitato interesse anche del nostro sacerdote illuminato Vicentije Rakic che nella sua diversificata attivit? letteraria, tra la fine del Settecento e l?inizio dell?Ottocento, ha scelto anche di tradurre e di presentare al pubblico serbo quel libro nella speranza di poter arricchire il non molto vasto repertorio dei libri utili e educativi della cultura serba di quel periodo.
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Canadelli, Elena. "La biblioteca privata di Tito Vignoli. Letture di un antropologo evoluzionista." STORIA IN LOMBARDIA, no. 3 (March 2011): 5–29. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-003001.

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Abstract:
La biblioteca di scienze umane dell'antropologo e psicologo evoluzionista Tito Vignoli (1824-1914) č stata recentemente ritrovata presso un ramo degli eredi. L'articolo ricostruisce la stratificata composizione disciplinare di questa raccolta libraria, che tocca tematiche di filosofia, storia delle religioni, antropologia, etnografia, linguistica, paletnologia, geologia e biologia. Lo studio di questa biblioteca e dei suoi circa 1.000 titoli contribuisce a far luce sulla formazione e gli interessi di una personalitŕ poco ricordata della cultura italiana e milanese di fine Ottocento, restituendo al contempo un quadro coerente delle scienze umane di quegli anni.
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Marvin, Roberta Montemorra. "Introduction to the Special Issue on Ottocento Opera." Nineteenth-Century Music Review 7, no. 2 (November 2010): 3–5. http://dx.doi.org/10.1017/s147940980000358x.

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Abstract:
In the early 1960s a PhD candidate at Princeton University informed his professors that he wished to write a dissertation on the operas of Gioachino Rossini. He was pointedly discouraged from doing so and told that, if he wished to be taken seriously in musicology, he should focus on worthwhile repertory such as Renaissance music or works by nineteenth-century German composers. The student persisted in his purpose and, with his groundbreaking dissertation, set the study of ottocento opera on a solid trajectory. That student was Philip Gossett. Recently, at a gala event celebrating Philip's ‘retirement’, many of us who have focused our scholarship on this repertory were reminded about the evolution of the study of nineteenth-century Italian opera during the past 50 years.
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Malone, Hannah. "Secularisation, anticlericalism and cremation within Italian cemeteries of the nineteenth century." Modern Italy 19, no. 4 (November 2014): 385–403. http://dx.doi.org/10.1080/13532944.2014.939165.

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Abstract:
This article examines the monumental cemeteries of nineteenth-century Italy with regard to their role as platforms for the tensions between Church and state. In that burial grounds were publically owned yet administered by the clergy, they represented a space where conflicts between secular and clerical powers might be played out – conflicts that reached a peak in the final decades of the Ottocento following the annexation of the Papal State to unified Italy. Particular attention is given to the adoption of cremation as a practice that was advocated by anticlerical, liberal and radical factions in opposition to the Catholic Church. That opposition was manifested in the design and layout of Italian burial grounds and in construction of new crematoria.
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Puccini, Sandra. "Balbi, Romagnosi e Cattaneo Sulla nascita dell'antropologia italiana del secondo Ottocento." La Ricerca Folklorica, no. 24 (November 1991): 121. http://dx.doi.org/10.2307/1479567.

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Beccalossi, Chiara. "Arrigo Tamassia, l'inversione sessuale e la sessuologia italiana di fine Ottocento." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2014): 27–41. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2014-002004.

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Anselmi, Sergio. "Il paesaggio dei sistemi agricoli italiani tra fine Ottocento e 1951." Giornale botanico italiano 130, no. 1 (January 1996): 101. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439510.

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Venturi, Antonello. "Risorgimento e regno d'italia nella storiografia russa tra fine ottocento e primo novecento: n.i. kareev e e.v. tarle." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (March 2013): 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003004.

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Abstract:
Tarle sono tra i piů noti specialisti di storia europea nella Russia di fine Ottocento e di inizio Novecento. I loro testi di alta divulgazione di questi anni, che riflettono direttamente quel che si insegnava nelle universitŕ dell'impero, ben illustrano la loro idea della piů recente storia italiana. Forte č qui l'influenza del radicalismo politico russo degli anni Sessanta dell'Ottocento: chi veramente cambia l'ordine europeo č Napoleone III, Mazzini incarna il peso eccessivo della religione nella vita politica italiana, Cavour č anzitutto un nemico della rivoluzione popolare. Anche Garibaldi per Kareev č sostanzialmente l'uomo capace di unire l'elemento monarchico a quello popolare, piů che un rappresentante di quest'ultimo, anche se Tarle riprende invece il grande mito russo dell'eroe popolare. I primi anni del regno d'Italia riuniscono invece i due autori nella sconsolata visione di un paese povero, dalle forme sociali arretrate, afflitto dall'ignoranza e vittima di continue politiche anti-popolari.
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Burgarella, Filippo. "Tendenze della storiografia italiana tra Ottocento e Novecento nello studio dell'Italia bizantina." Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 101, no. 2 (1989): 365–76. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1989.3051.

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Paolino, Laura. "LORENZO DA PONTE TRA PRIMA E SECONDA EDIZIONE DELLE MEMORIE." Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 41, no. 2 (September 2007): 297–341. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100202.

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Abstract:
Le Memorie del poeta veneto Lorenzo Da Ponte (1749–1837) furono composte e pubblicate negli Stati Uniti in due edizioni, la prima nel 1823–26, la seconda nel 1829–30. Il presente articolo ricostruisce la storia della composizione dell'opera e della sua laboriosa revisione attestata dall'epistolario dello scrittore. Tale revisione introdusse nelle Memorie alcune modifiche di contenuto necessarie per evitare al libro la censura da parte dei governi europei, ma anche molte correzioni linguistiche. Nell'articolo si dimostra che tali correzioni furono introdotte da Da Ponte in aperto ossequio ai dettami dei più importanti linguisti italiani del primo Ottocento e, molto probabilmente, tenendo in considerazione le prescrizioni del Vocabolario della Crusca pubblicato a Verona tra il 1806 al 1811.
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Torrico, Francesca Barraco. "Machado de Assis: L´Italia nel cuore di uno scrittore brasiliano dell´ottocento." Revista de Italianística, no. 15 (April 30, 2008): 133. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i15p133-143.

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Abstract:
Joaquim Maria Machado de Assis amava a Itália, a sua literatura e seus poetas, entre os quais se destacam Dante, Loepardi, Tasso. Ele tinha uma predileção especial para o teatro e a opera italianos e admirava alguns entre os seus representantes mais famosos, como Adelaide Ristori, Ernesto Rossi, Anetta Casaloni e Augusta Candiani. Na Itália é conhecido somente nas Universidades e em círculos restritos de estudiosos.
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Allotti, Pierluigi. "La rinascita della scienza politica italiana nel carteggio Sartori-Bobbio (1958-1980)." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (August 2021): 143–71. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001005.

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Abstract:
Esponenti illustri della cultura politica europea del Novecento, Giovanni Sartori e Norberto Bobbio sono stati gli artefici principali della rinascita della scienza politica italiana negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Nata in Italia nel clima del positivismo di fine Ottocento, la scienza politica era stata presto soffocata al volgere del nuovo secolo da nuove correnti di pensiero (il formalismo giuridico e la filosofia idealista). Nel secondo dopoguerra era ancora negletta, nonostante l'idealismo stesse ormai perdendo terreno. Così Sartori, in particolare, influenzato dalla politologia statunitense, si adoperò sin dai primi anni Cinquanta per rilanciare la disciplina e assicurarle una piena legittimità accademica. Fondato sul carteggio inedito tra i due studiosi, questo articolo getta una nuova luce sul ruolo avuto da entrambi nella rifondazione in Italia della scienza politica contemporanea, evidenziando come Sartori e Bobbio, pur condividendo l'assunto che si trattasse in primo luogo di una scienza empirica, avessero in realtà visioni differenti riguardo alle sue finalità.
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