Dissertations / Theses on the topic 'Organizzazioni aziendali'

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Tonellotto, Maurizio <1971&gt. "La sicurezza nelle organizzazioni aziendali. Un approccio socio-criminologico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7290/1/Tonellotto_Maurizio_Tesi.pdf.

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Abstract:
In questa tesi si analizza la sicurezza nelle organizzazioni con un approccio di tipo socio-criminologico. Il presupposto alla base è che la sicurezza sia un bisogno primario dell’uomo, ma anche una necessità per la sopravvivenza delle aziende che operano in un mercato sempre più globale. L’impresa viene vista come una realtà sociale, un micro-organismo sociale in continua interazione osmotica con il mondo esterno, dal quale interscambia costantemente le aspettative, il vissuto, la cultura, le esperienze degli individui, che sono attori sociali dentro e fuori l’impresa stessa. Affrontare il tema della sicurezza non può prescindere dall’analisi delle dinamiche presenti all’interno del perimetro aziendale e, l’assunto lewiniano che relaziona il comportamento umano allo spazio di vita ed alla persona, è stato quindi il leitmotiv di questo progetto. Il disegno della ricerca si sviluppa principalmente da una considerazione, ossia: valutare l’esistenza di un legame tra le dinamiche organizzative e la sicurezza nelle imprese. Si è messo in relazione il costrutto psicologico di Clima Organizzativo a quello di Sicurezza, o meglio ancora,la percezione di sicurezza del lavoratore all’interno del perimetro aziendale. La seconda parte della tesi ripercorre, da un punto di vista più tecnico, lo stato dell’arte della security industriale, esaminandone gli aspetti organizzativi e cercando di inquadrarla anche sotto l’aspetto normativo. In questa sede verrà evidenziata l’importanza della responsabilità sociale d’impresa e dell’applicazione di modelli organizzativi e di gestione che possono garantire, attraverso un approccio etico ed una produzione sostenibile orientata al dipendente ed all’ambiente, migliori condizioni di sicurezza e di lavoro.
This thesis analyzes the corporate-security with a socio-criminological approach. The premise is that security is a basic human need, but also a necessity for the survival of businesses operating in an increasingly global market. The company is seen as a social reality, a micro-social organism in continuous osmotic interaction with the outside world, from which constantly interchanges expectations, experience, culture, experiences of individuals , who are social actors inside and outside the organization. Addressing the issue of security can not be separated from the analysis of the forces operating within the company grounds and the Lewin’s assumption that relate human behavior to the space of life and the person, was the leitmotiv of this project. The research design is developed mainly by a consideration, namely: assessing the existence of a link between dynamics organization and corporate security. The psychological construct of organizational climate has linked to that of Security ( the perception of security of the worker inside the enterprise perimeter). The second part of the thesis traces, from a technical point of view, the state of the corporate security, examining the organizational aspects and also trying to situate it under the regulatory aspect. Here we will highlight the importance of corporate social responsibility (CSR) and the application of organizational and management models that can ensure, through an ethical approach and sustainable production oriented to the employee and to the environment, better security conditions and better work
Cette thèse analyse de la sécurité (security) dans les organisations avec une approche socio- criminologique. La prémisse est que la sécurité est un besoin humain fondamental , mais aussi une nécessité pour la survie des entreprises opérant dans un marché de plus en plus global. La société est considérée comme une réalité sociale , un micro- organisme dans l'interaction sociale osmotique continue avec le monde extérieur , à partir de laquelle cesse les échanges attentes , l'expérience , la culture , les expériences des individus qui sont des acteurs sociaux à l'intérieur et à l'extérieur du entreprise .
En esta tesis se analiza la seguridad (security) en las organizaciones con un enfoque socio - criminológica . La premisa es que la seguridad es una necesidad humana básica , sino también una necesidad para la supervivencia de las empresas que operan en un mercado cada vez más global . La empresa es vista como una realidad social , un organismo micro - social en la interacción osmótica continua con el mundo exterior , de la que constantemente intercambios expectativas , la experiencia , la cultura , las experiencias de las personas que son actores sociales dentro y fuera de la empresa .
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Tonellotto, Maurizio <1971&gt. "La sicurezza nelle organizzazioni aziendali. Un approccio socio-criminologico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7290/.

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Abstract:
In questa tesi si analizza la sicurezza nelle organizzazioni con un approccio di tipo socio-criminologico. Il presupposto alla base è che la sicurezza sia un bisogno primario dell’uomo, ma anche una necessità per la sopravvivenza delle aziende che operano in un mercato sempre più globale. L’impresa viene vista come una realtà sociale, un micro-organismo sociale in continua interazione osmotica con il mondo esterno, dal quale interscambia costantemente le aspettative, il vissuto, la cultura, le esperienze degli individui, che sono attori sociali dentro e fuori l’impresa stessa. Affrontare il tema della sicurezza non può prescindere dall’analisi delle dinamiche presenti all’interno del perimetro aziendale e, l’assunto lewiniano che relaziona il comportamento umano allo spazio di vita ed alla persona, è stato quindi il leitmotiv di questo progetto. Il disegno della ricerca si sviluppa principalmente da una considerazione, ossia: valutare l’esistenza di un legame tra le dinamiche organizzative e la sicurezza nelle imprese. Si è messo in relazione il costrutto psicologico di Clima Organizzativo a quello di Sicurezza, o meglio ancora,la percezione di sicurezza del lavoratore all’interno del perimetro aziendale. La seconda parte della tesi ripercorre, da un punto di vista più tecnico, lo stato dell’arte della security industriale, esaminandone gli aspetti organizzativi e cercando di inquadrarla anche sotto l’aspetto normativo. In questa sede verrà evidenziata l’importanza della responsabilità sociale d’impresa e dell’applicazione di modelli organizzativi e di gestione che possono garantire, attraverso un approccio etico ed una produzione sostenibile orientata al dipendente ed all’ambiente, migliori condizioni di sicurezza e di lavoro.
This thesis analyzes the corporate-security with a socio-criminological approach. The premise is that security is a basic human need, but also a necessity for the survival of businesses operating in an increasingly global market. The company is seen as a social reality, a micro-social organism in continuous osmotic interaction with the outside world, from which constantly interchanges expectations, experience, culture, experiences of individuals , who are social actors inside and outside the organization. Addressing the issue of security can not be separated from the analysis of the forces operating within the company grounds and the Lewin’s assumption that relate human behavior to the space of life and the person, was the leitmotiv of this project. The research design is developed mainly by a consideration, namely: assessing the existence of a link between dynamics organization and corporate security. The psychological construct of organizational climate has linked to that of Security ( the perception of security of the worker inside the enterprise perimeter). The second part of the thesis traces, from a technical point of view, the state of the corporate security, examining the organizational aspects and also trying to situate it under the regulatory aspect. Here we will highlight the importance of corporate social responsibility (CSR) and the application of organizational and management models that can ensure, through an ethical approach and sustainable production oriented to the employee and to the environment, better security conditions and better work
Cette thèse analyse de la sécurité (security) dans les organisations avec une approche socio- criminologique. La prémisse est que la sécurité est un besoin humain fondamental , mais aussi une nécessité pour la survie des entreprises opérant dans un marché de plus en plus global. La société est considérée comme une réalité sociale , un micro- organisme dans l'interaction sociale osmotique continue avec le monde extérieur , à partir de laquelle cesse les échanges attentes , l'expérience , la culture , les expériences des individus qui sont des acteurs sociaux à l'intérieur et à l'extérieur du entreprise .
En esta tesis se analiza la seguridad (security) en las organizaciones con un enfoque socio - criminológica . La premisa es que la seguridad es una necesidad humana básica , sino también una necesidad para la supervivencia de las empresas que operan en un mercado cada vez más global . La empresa es vista como una realidad social , un organismo micro - social en la interacción osmótica continua con el mundo exterior , de la que constantemente intercambios expectativas , la experiencia , la cultura , las experiencias de las personas que son actores sociales dentro y fuera de la empresa .
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Zannol, Barbara. "PROBLEMATICHE DI IMPLEMENTAZIONE DI SISTEMI PER LA GESTIONE DELLA CONOSCENZA NELLE ORGANIZZAZIONI Un'analisi dei Portali Aziendali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426963.

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Abstract:
The traditional idea that in order to guarantee the success of enterprises and organizations it is sufficient to manage the tangible aspects linked to products or services has long been surpassed. In organizations, the aspects concerning Knowledge Management, the real keystone for the competitive advantage of enterprises as well are more and more relevant. Furthermore, the development of Information & Communication Technology (ICT) has brought about a proliferation of data and information which are at the organizations’ disposal, so much as to generate a real informative-cognitive overload which has to be dealt with and managed. On the basis of this, many initiatives have been undertaken by organizations to codify, accumulate, spread and manage knowledge, mainly thanks to the use of new ICT applications. Hence the Knowledge Management (KM) trend was born. This concerns the methods and practices directed to the maintenance of the cognitive basis in the organization, the safeguard of the organizational memory, the constitution of a “knowledge repository” for activities of problem solving and processes of innovation, renovation of the internal competences, etc. (Simon, 1991; Hansen, 2002; Mc Demott & O’Dell, 2001; Hansen & Avital, 2005). The implementation of practices for Knowledge Management may concern very diverse fields and according to the context, influence and include the support of the ICT (Anand e al., 1998), of the organizational structure (Wenger e Snider, 1999), of human resources (Ulrich, 1998), and of strategy Grant, 1996). According to the results of a study done by KPMG, already in 2000 at least 81% of the companies leading in their fields with premises in Europe and in the USA had begun remarkable investments for the implementation of the Knowledge Management System (KMS) based on three main goals: to reach and maintain a competitive advantage, develop relations ad hoc with their own customers and eventually improve product innovation (KPMG, 2000). This trend can also be confirmed in Italy where, for the year 2007, the Information Technology (IT) market raised the underlined growth arriving at a turnover of 21.4 billion euros (Assintel, 2007). In the same way, the survey lead by HP (2007) in Europe has shown a growing awareness on the part of enterprises about the strategic role of the ICT. In fact, 55% of the PMI has declared to have a medium-long term strategy and 49% is willing to buy new solutions to optimize the internal processes. Even though this data clarifies the reasons why organizations invest (human and economic) resources in ICT, it must nevertheless be explained why many of these enterprises have met and still experience obstacles to Knowledge Management from a theoretical and practical point of view. The key element of KM is typically considered to be ICT. It has a variety of technologies at its disposal though it is not typically useful to solve the problem in a definitive way. Because of this it is necessary to reflect on the connections between knowledge, ICT and KM. This thesis tackles the matter with reference to a promising KM technology, the Corporate Portal. Our goal is to analyze the complex link between KM, strategy, organization and ICT. In particular, the goal is to analyze if and how a Portal project is linked to the role that the same organization gives to knowledge and then to KM. Consequently, this research proposes to study the present approach to Corporate Portal Projects from different organizations, so as to understand if and how the capacities of the Knowledge Management of these instruments can be combined with the strategic approaches and the organizational structures and what the planning problems, the strong and weak points, the different approaches and the solutions adopted in relation to the characteristics of every organization are. The first problem we face is the definition and classification of this technology, as a single definition does not exist, much less one suitable to recognize the role of KMS of Corporate Portal (CP). This thesis begins, therefore, by proposing a definition and a classification of Corporate Portal that goes beyond its typically considered purely technical characteristic and it focuses on the CP as KMS. A definition of CP is proposed which focuses on the capacities of these instruments as technologies apt to support the management of the inter-organizational and intra-organizational content flow. The second part focuses on the empirical verification of the planning problems of the CP in the different typologies of organizations seen as an explicit instrument for the efficient management of knowledge.
L’idea che per garantire il successo delle imprese e delle organizzazioni sia sufficiente gestire gli aspetti tangibili legati ai prodotti o servizi è stata ormai da tempo superata. Sempre più nelle organizzazioni sono rilevanti gli aspetti inerenti la gestione della conoscenza, vera chiave di volta anche per il vantaggio competitivo delle imprese. Inoltre, lo sviluppo dell’Information & Comunication Technology (ICT), ha portato ad una proliferazione dei dati e delle informazioni che sono a disposizione delle organizzazioni, tale da generare un vero e proprio overload informativo – cognitivo che va affrontato e gestito. Sulla base di ciò molte iniziative sono state intraprese dalle organizzazioni per codificare, accumulare, disseminare, e gestire la conoscenza, soprattutto grazie proprio all’utilizzo di nuove applicazioni ICT. E’ nato il filone del Knowledge Management (KM) che riguarda i metodi e le pratiche volte al mantenimento della base conoscitiva nell’organizzazione, la salvaguardia della memoria organizzativa, la costituzione di knowledge repository per attività di risoluzione dei problemi e processi di innovazione, il rinnovamento delle competenze interne, ecc. (Simon, 1991; Hansen, 2002; Mc Demott & O’Dell, 2001; Hansen & Avital, 2005). L’implementazione di pratiche per il Knowledge Management può riguardare ambiti molto diversi e, a seconda del contesto, influenzare e includere il supporto delle ICT (Anand & al., 1998), della struttura organizzativa (Wenger & Snider, 1999), delle risorse umane (Ulrich, 1998), della strategia (Grant, 1996). Secondo i risultati di una ricerca svolta da KPMG, già nel 2000 almeno l’81% delle compagnie leader nei propri settori con sedi in Europa e Stati Uniti aveva attivato cospicui investimenti per l’implementazione di Knowledge Management System (KMS) sulla base di tre principali obiettivi: raggiungere e mantenere un vantaggio competitivo, sviluppare relazioni ad hoc con i propri clienti e infine migliorare l’innovazione di prodotto (KPMG, 2000). Tale trend si conferma anche in Italia, dove, per l’anno 2007, il mercato dell’Information Technology (IT) ha rilanciato la crescita evidenziata arrivando ad un fatturato di 21,4 miliardi di euro (Assintel, 2007). Allo stesso modo, l’indagine condotta da HP (2007) in Europa ha rilevato una crescente consapevolezza delle imprese sul ruolo strategico delle ICT. Il 55% delle PMI ha dichiarato infatti di avere una strategia di medio – lungo periodo e il 49% è disposto ad acquistare nuove soluzioni per ottimizzare i processi interni. Sebbene questi dati chiariscano ampiamente le motivazioni per cui le organizzazioni investono risorse (umane e finanziarie) in ICT, rimane tuttavia da spiegare, dal punto di vista teorico e pratico perché molte di queste iniziative abbiano incontrato e tuttora sperimentino elevati ostacoli alla gestione della conoscenza. L’elemento chiave del KM è tipicamente considerato essere l’ICT. Tuttavia dispone di una varietà di tecnologie non prettamente volte a risolvere il problema del KM. Infatti, si è assistito ad una proliferazione di sistemi e tecnologie per il KM, ma nessuna in grado di risolvere il problema in modo definitivo. Da ciò si rende necessario riflettere sul legame tra conoscenza, ICT e KM. Questa tesi affronta la questione con riferimento ad una tecnologia di KM giudicata promettente, il Portale Aziendale. Si vuole analizzare il complesso legame tra KM, strategia, organizzazione e ICT. In particolare, l’obiettivo è analizzare se e come un Progetto di Portale sia collegato al ruolo che l’organizzazione stessa attribuisce alla conoscenza e quindi al KM. Il presente lavoro si propone, pertanto, di studiare l’attuale approccio ai Progetti di Portali Aziendali da parte di organizzazioni di tipo diverso, al fine di comprendere se e come le potenzialità di gestione della conoscenza di questi strumenti si possano combinare con gli approcci strategici e le strutture organizzative, e quali siano le problematiche progettuali e i punti di forza e debolezza, le tipologie di approccio e le soluzioni adottate in relazione alle caratteristiche di ciascuna organizzazione. Una prima questione affrontata riguarda il problema della definizione e classificazione di questa tecnologia, dato che non esiste una definizione univoca e tanto meno una atta a riconoscere il ruolo di KMS del Portale Aziendale (PA). Questa tesi inizia, pertanto, proponendo una definizione e una classificazione di Portale Aziendale che va al di là delle pure caratteristiche tecniche tipicamente considerate e si focalizza sul PA come KMS. Viene proposta una definizione di PA focalizzata sulle potenzialità di questi strumenti come tecnologie atte a supportare la gestione dei flussi di contenuti inter – organizzativi e intra – organizzativi. La seconda parte della tesi si propone di verificare empiricamente le problematiche progettuali dei Portali Aziendali nelle diverse tipologie di organizzazioni visti come strumento esplicito per la gestione efficace della conoscenza.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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Lovato, Giulia <1995&gt. "Organizzazioni Agile: Principi ed esperienze di implementazione nel contesto aziendale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20576.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è di valutare le principali motivazioni in base alle quali le aziende decidono di implementare le nuove metodologie Agile, i benefici ottenuti, le criticità e in definitiva l’impatto su processi e organizzazione. A supporto dell’analisi si è condotto uno studio qualitativo mediante interviste ad un panel di manager e professionisti che hanno adottato, secondo modalità diverse, la metodologia Agile. La tesi è articolata in tre capitoli in cui si forniscono le basi teoriche e operative del metodo e si riportano i risultati dell’analisi empirica sulla base delle interviste. Nel primo capitolo vengono illustrati i principi fondamentali dell’Agile, con particolare riferimento al ‘Manifesto dell’Agile’ e al cambiamento culturale che questo comporta, su eventuali rapporti di interdipendenza e sul confronto con la metodologia tradizionale Waterfall. Nel secondo capitolo si descrivono le più importanti tra le metodologie Agile, come lo Scrum, il Kanban e il Dynamic System Development Method. A conclusione del capitolo vengono esposti alcuni case-study significativi. Il terzo ed ultimo capitolo approfondisce, tramite l’analisi delle interviste ai manager, come le nuove metodologie hanno modificato la cultura aziendale e influenzato le organizzazioni, individuando e mettendo a confronto fattori di successo e criticità rilevati nei diversi casi oggetto di studio.
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Pampolini, Katia <1993&gt. "L’evoluzione della gestione informativa aziendale: benefici, criticità e supporto alle organizzazioni." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11803.

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Abstract:
L’informazione all’interno delle aziende è un elemento fondamentale, la cui circolazione, comunicazione ed elaborazione coadiuva i membri delle organizzazioni a conoscere le proprie caratteristiche e potenzialità e prevedere future conseguenze organizzative. All’interno di questa tesi vengono ripercorse le tappe che hanno cambiato e plasmato il modo di gestire l’informazione, mano a mano che le organizzazioni si sono sviluppate nel tempo. Si ripercorre quindi l’evoluzione dei sistemi informativi e il modo di gestire l’informazione nelle aziende a seconda delle loro necessità. Una parte considerevole dell’elaborato si sofferma sul concetto di integrazione dei sistemi informativi, ovvero sui più avanzati sistemi informativi automatizzati: i sistemi di Enterprise Resouce Planning (ERP) indicandone peculiarità, benefici, limiti e caratteristiche. L’elaborato pone poi l’attenzione sulle tecnologie dell’informazione maggiormente avanzate, quelle che permettono alle organizzazioni di gestire il complesso informativo aziendale nel modo migliore possibile per informazioni di tipo differenti, e a seconda di diverse esigenze, anche dal punto di vista economico-organizzativo. Infine viene descritto un esempio pratico di sistema informativo, riscontrato durante l’esperienza di stage universitario, relativo alle società tra professionisti, il quale permette a queste la gestione contabile contemporanea sia secondo il principio di cassa che secondo il principio di competenza.
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Rizzo, Giulia <1988&gt. "I processi di Innovazione nelle Organizzazioni Ambidestre." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1665.

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Abstract:
Imprenditori si nasce o si diventa? Le opportunità imprenditoriali sono frutto di scoperte casuali o di ricerche deliberate? Qual è la forma organizzativa più adeguata a stimolare l’innovazione? Questa trattazione inizia con gli studi sull’attività imprenditoriale. Se l’alertness consente agli imprenditori di cogliere e sviluppare le opportunità di mercato, la capacità di assorbimento permette alle organizzazioni di realizzare processi di innovazione che comprendono due attività contrastanti ma complementari: exploration ed exploitation. Numerosi studi hanno dimostrato che solo un equilibrio tra queste due attività consente alle organizzazioni di avere successo nel lungo periodo e di definirsi ambidestre. Per il tessuto economico italiano costellato da PMI, il concetto di rete assume una grande importanza nella formazione di tale equilibrio. Grazie, infatti, ad un ampio network di relazioni, anche le piccole e medie imprese possono contemporaneamente apprendere nuove conoscenze per fare innovazione e sfruttare le conoscenze già presenti nel gruppo per mantenere profittevole nel tempo il proprio modello di business. Come dimostrato dal caso Morellato, attraverso la costituzione di alleanze e una leadership forte, le organizzazioni del nostro territorio possono equilibrare le attività di esplorazione e sfruttamento ed applicare con successo la teoria ambidestra.
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Bernardi, Stefano <1996&gt. "Organizzazione aziendale e innovazione: il ruolo chiave delle relazioni inter-organizzative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18873.

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Abstract:
Questa tesi si pone l’obbiettivo di analizzare le principali variabili organizzative e gestionali che, combinate tra loro, permettono alle imprese di raggiungere performance elevate ed una maggiore capacità innovativa, con particolare attenzione alle relazioni inter-organizzative. L’elaborato risulta suddiviso in tre capitoli. 1. Nel primo capitolo verranno approfondite le variabili dimensionali e le principali variabili di struttura che più si adattano ai processi innovativi. Inoltre, saranno chiariti i concetti di exploratory innovation, exploitative innovation, di organizzazioni ambidestre e verrà sottolineata l’importanza della modularità e delle strutture loosely coupled per lo sviluppo di innovazioni di successo. 2. Il secondo capitolo riguarderà, invece, il rapporto che le organizzazioni instaurano con i propri partner. Partendo da un’analisi generale in merito alla collaborazione tra imprese, si andranno poi ad individuarne le forme e le modalità più diffuse e l’apporto che ognuna di queste può fornire alla performance e al grado di innovazione delle parti coinvolte. Infine, all’interno di una strategia di outsourcing, verrà approfondita la questione della gestione dei fornitori, identificando due approcci diametralmente opposti: relazioni arm’s lenght e rapporti di collaborazione fondati sulla fiducia reciproca. Saranno successivamente analizzati i sistemi exit-based e voice-based, utilizzati dalle imprese per la risoluzione delle problematiche che si generano tra cliente e fornitore. 3. Nel terzo capitolo verrà presentata l’industria di riferimento, fornendo un quadro generale sull’andamento del settore motociclistico nei principali paesi produttori e individuando i trend da monitorare con più attenzione. . Verrà, poi, analizzato il caso pratico in cui saranno riprese le basi teoriche affrontate in precedenza per cercare un riscontro al successo o al fallimento di determinate strategie gestionali e organizzative, nonché il loro impatto sulla performance e sulle capacità innovative dell’impresa, focalizzandosi principalmente sull’innovazione collaborativa.
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Vivian, Alberto <1994&gt. "Organizzazione e Controllo di gestione negli Studi Professionali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17183.

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Abstract:
L’obiettivo di questo elaborato è quello di unire ad uno studio teorico del Controllo di gestione e delle metodologie organizzative abitualmente applicate nei contesti aziendali, un’analisi di come questi concetti possano essere implementati al mondo degli Studi Professionali; nello specifico si farà riferimento alla Professione del Dottore Commercialista, dove fino ad ora solitamente si sono viste utilizzare tecniche di gestione totalmente differenti rispetto al mondo imprenditoriale. L’elaborato partirà con una riflessione su come sia mutato il settore dei Dottori Commercialisti negli ultimi anni, accompagnata da dati statistici e seguita da un tentativo di comprendere quali saranno le principali sfide per il futuro della Professione. Si cercherà così di individuare quali accorgimenti i Professionisti possano adottare nel tentativo di rimanere competitivi all'interno del mercato. Questa prima parte sarà seguita da un approfondimento teorico del Controllo Di Gestione e delle tecniche di gestione di una organizzazione. Con la seconda parte dell’elaborato si tenterà di comprendere attraverso quali modalità applicare quanto visto in precedenza al mondo degli Studi Professionali, portando in risalto punti di forza ,debolezza e conseguenze di una visione così diversa da quanto sono stati abituati fino ad ora i Liberi Professionisti.
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CHAPELLU, DANIELE. "L'OBBLIGO DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO, TRA PRESCRIZIONI NORMATIVE ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3104.

Full text
Abstract:
La tesi si inserisce nel filone delle opere sulla sicurezza del lavoro. I primi due capitoli ripercorrono temi classici della materia (la valenza dell'art. 2087 c.c., anche nell'ambito del sinallagma contrattuale e l' emersione del sistema aziendale di sicurezza), il terzo e il quarto approfondiscono il tema di ricerca in un'ottica riferita all'organizzazione aziendale, analizzando il ruolo di tutti i soggetti coinvolti nell'obbligo di sicurezza in relazione ai modelli di organizzazione e gestione come previsti dal d.lgs. n. 81/2008, e d. lgs. n.231/2001. Il lavoro si conclude con una ricerca empirica che offre materiali di "prima mano" per comprendere le sfide e i problemi concreti incontrati dalle imprese nell'attuazione dei sistemi aziendali di sicurezza.
The dissertation concerns the important topic of the occupational safety. The first and the second paragraphs recall, with a remarkable bibliography, classical themes of the subject (the value of the article 2087 of the Civil Code, also in a contractual relationship, and the greater consideration of the company safety system, with the Decree n. 626/1994 and the Decree 81/2008). The third and the fourth paragraph debate about the organizational aspects of safety in the workplace. After having well examined the roles of all the subjects involved in the fulfillment of the safety obligation (the third paragraph), the dissertation argues on the models of organization and management, a topic often neglected by the Labour Law Scholars. Those kind of models have acquired renewed importance after of the Law n. 123/2007 and the Decree n. 81/2008 because of the enforcement of the crime corporate responsibility provided by the Decree n. 231/2001. The fifth and last paragraph has an empirical approach. It allows to analyze interesting data recorded through some interviews, regarding the problems engaged by the companies in the actualization of the company safety system.
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CHAPELLU, DANIELE. "L'OBBLIGO DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO, TRA PRESCRIZIONI NORMATIVE ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/3104.

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Abstract:
La tesi si inserisce nel filone delle opere sulla sicurezza del lavoro. I primi due capitoli ripercorrono temi classici della materia (la valenza dell'art. 2087 c.c., anche nell'ambito del sinallagma contrattuale e l' emersione del sistema aziendale di sicurezza), il terzo e il quarto approfondiscono il tema di ricerca in un'ottica riferita all'organizzazione aziendale, analizzando il ruolo di tutti i soggetti coinvolti nell'obbligo di sicurezza in relazione ai modelli di organizzazione e gestione come previsti dal d.lgs. n. 81/2008, e d. lgs. n.231/2001. Il lavoro si conclude con una ricerca empirica che offre materiali di "prima mano" per comprendere le sfide e i problemi concreti incontrati dalle imprese nell'attuazione dei sistemi aziendali di sicurezza.
The dissertation concerns the important topic of the occupational safety. The first and the second paragraphs recall, with a remarkable bibliography, classical themes of the subject (the value of the article 2087 of the Civil Code, also in a contractual relationship, and the greater consideration of the company safety system, with the Decree n. 626/1994 and the Decree 81/2008). The third and the fourth paragraph debate about the organizational aspects of safety in the workplace. After having well examined the roles of all the subjects involved in the fulfillment of the safety obligation (the third paragraph), the dissertation argues on the models of organization and management, a topic often neglected by the Labour Law Scholars. Those kind of models have acquired renewed importance after of the Law n. 123/2007 and the Decree n. 81/2008 because of the enforcement of the crime corporate responsibility provided by the Decree n. 231/2001. The fifth and last paragraph has an empirical approach. It allows to analyze interesting data recorded through some interviews, regarding the problems engaged by the companies in the actualization of the company safety system.
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Crivellari, Ilaria <1984&gt. "La comunicazione dei risultati nelle organizzazioni culturali: due modelli a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1687.

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Berti, Davide <1986&gt. "Il processo d'imprinting sulle organizzazioni e i suoi effetti: un'analisi qualitativa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4877.

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Abstract:
Il concetto d’imprinting ha trovato applicazione in molti campi di ricerca ed è usato a diversi livelli d’analisi, dal settore industriale al singolo individuo. Spesso è adottato per spiegare la persistenza nel tempo di alcuni tratti distintivi all’interno delle organizzazioni. Ciononostante, la letteratura sull’argomento è frammentata, non esiste un’unica definizione d’imprinting condivisa e manca un’indagine accurata dei processi che ne consentono la trasmissione. Attraverso un’analisi dei principali studi sul tema, si sono approfonditi i meccanismi che sottendono alla creazione, alla persistenza e alla modifica dell’imprinting nelle organizzazioni. Con lo scopo di chiarirne i processi di trasmissione e sulla base di quanto trovato in letteratura, si è poi elaborato un modello con cui si è stata fatta un’analisi qualitativa di alcuni casi aziendali.
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Veronese, Sara <1988&gt. "L'investimento aziendale nel settore artistico. Un asset alternativo per generare valore d'impresa." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12041.

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Abstract:
Partendo dall’analisi dell’moderno mercato dell’arte e delle sue problematiche intrinseche, la tesi analizza i vantaggi, che in termini sia qualitativi che economici, l'investimento a sostegno di un comparto artistico è capace di recare all'immagine aziendale. Analizzando i reports sulla situazione attuale dell'arte contemporanea, si mette in luce l'affermazione di quest'ultima nel mercato mondiale, confermando il crescente interesse da parte non solo di collezionisti e amatori ma anche di imprenditori interessati a diversificare i propri profitti, facendo dell’arte un possibile asset alternativo d’investimento. Il mecenatismo da parte di privati è sempre stato presente nella storia del mercato dell'arte, motivato da spinte filantropiche che permisero generose donazioni, nei confronti di un particolare artista emergente, nonché di un prodotto o di un’attività culturale, senza la pretesa di un ritorno finanziario. Oggi le erogazioni liberali sussistono, seppur in quantità più limitate rispetto al passato, lasciando spazio anche ad altre forme di collaborazione tra il profit e il non profit, raggiunte anche dall’interesse, da parte di imprenditori, nei confronti delle recenti politiche di “Responsabilità Sociale d’Impresa”. Con particolare attenzione al mondo imprenditoriale, la tesi vuole dimostrare l'esistenza di una possibile sinergia tra il mondo dell'arte e quello aziendale, al fine di recare ad entrambe le parti coinvolte nella collaborazione, benefici e valori aggiunti. Si analizzeranno infine i vari approcci con l’arte attuati da imprese italiane attualmente impegnate in questo ambito, si tratta di imprese legate a business diversificati, che nulla hanno in comune con il mondo artistico.
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Vitali, Matteo. "Applicazione mobile per l'organizzazione aziendale e il timetracking." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9526/.

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Abstract:
Obiettivo dell'elaborato di tesi è il comprendere l'organizzazione di un azienda tipo al fine di ottimizzarla e renderla più efficiente. Per raggiungere questo obiettivo è stato progettato un sistema client server che prende in gestione le commissioni di un’azienda. Il sistema permette la suddivisione del lavoro, i progetti sono formati da moduli e i moduli composti da attività. C’è un capo progetto e un responsabile per ogni modulo secondo la gerarchia aziendale. Ogni qualvolta un impiegato effettua una mansione per un’attività segnala le ore svolte attraverso un report, costituendo così il timetracking. Il sistema è stato sviluppato per dispositivi Android.
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Berti, Marco <1990&gt. "La leadership in azienda il caso Anese srl." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12177.

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Juon, Benedetta <1997&gt. "La pandemia e le organizzazioni culturali: il caso studio della Fondazione Querini Stampalia di Venezia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20985.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone di analizzare e misurare, non solo dal punto di vista economico, come l’inaspettato arrivo della pandemia Sars-CoV-2 abbia influito sui settori culturali e, in particolare, quali scelte di gestione abbia adottato la fondazione privata di Venezia Querini Stampalia per contrastare le conseguenze di quest’evento. Non v’è dubbio alcuno che la pandemia abbia colpito in maniera più sensibile e grave il mondo della cultura in generale ed in particolare quello museale; dopo la pubblicazione del DPCM 8 marzo 2020, tutti i luoghi aperti al pubblico sono stati costretti a chiudere. Per ovviare alle ingenti perdite economiche subite ed alla chiusura forzata i musei hanno adottato nuove strategie per rimanere comunque in contatto con il proprio pubblico ideando nuove modalità - soprattutto telematiche - per proseguire a diffondere cultura che, proprio nei momenti di crisi, costituisce un conforto per le persone. Prendendo come riferimento la Fondazione Querini Stampalia di Venezia saranno messe in luce alcune nuove esigenze emerse dal contesto mutato, cercando di evidenziare l’attualità di questi temi e come essi siano diventati parte integrante delle strategie che guidano tale organizzazione culturale.
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Campana, Renato <1987&gt. "America's Cup World Series: Venezia : organizzazione e pianificazione di un grande evento sportivo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3425.

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Migliaccio, Dario. "Le nuove frontiere del Servizio Sanitario Penitenziario." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1008.

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Abstract:
2011 - 2012
L’indagine di ricerca sulla sanità penitenziaria costituisce un’esperienza assolutamente innovativa nel panorama nazionale sia per il campo di indagine che per la metodologia adottata in relazione al particolare focus organizzativo e manageriale con il quale la stessa è stata espletata. La complessità del lavoro di ricerca è stata determinata da una molteplicità di fattori legati sia alla difficoltà di accesso alle strutture detentive che alla contestuale sistematizzazione di dati del management sanitario e dei relativi assetti organizzativi che non sono stati mai oggetto di indagine scientifica nel nostro Paese. Ciò è dimostrato sia dalla rarità di studi di ricerca intrapresi nel settore, che dalla scarsità di contributi scientifici e della letteratura esistente in materia (Sangiacomo M., Ianni L., Degrassi F., D’Urso A. in Mecosan, Anno XVIII, n.° 72/ 2009). Il problema della sanità in carcere pur essendo, allo stato attuale, fra i temi più dibattuti sia nel mondo sanitario che in quello della giustizia penale soprattutto tra i “practioners” del settore (vedi atti Convegno Nazionale Simspe, 2007; Convegno Nazionale Amapi, 2009) stenta a trovare piena legittimazione in ambito accademico, in controtendenza rispetto ad altre realtà internazionali. L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare le principali implicazioni organizzativo – gestionali determinate dall’emissione del D.P.C.M. 1 aprile 2008, soprattutto cercando di cogliere i “driver” critici che non hanno consentito, allo stato attuale, di procedere ad un’implementazione effettiva del processo di riforma, sostanziandosi di fatto un “fallimento normativo” che non ha consentito un reale miglioramento dei servizi erogati dal servizio sanitario penitenziario. Il lavoro di ricerca cerca di trarre dall’individuazione delle leve organizzative critiche, le indicazioni necessarie per la riprogettazione di nuovi assetti organizzativi del sistema sanitario in carcere; l’inefficacia di quello attuale è conclamato da eventi che con straordinaria quotidianità manifestano l’inadeguatezza dell’attuale management sanitario di fronte alle nuove sfide di complessità che il contesto detentivo prepotentemente impone. Pertanto la ricerca ha la finalità di proporsi quale punto di partenza per l’implementazione di nuovi modelli organizzativi in grado di garantire un pieno ed effettivo diritto alla salute del paziente detenuto in una prospettiva di internazionalizzazione del sistema sanitario penitenziario italiano che, sulla base di esperienze “mature” sperimentate in altri Paesi dell’Unione Europea, ci dimostra come in analogia a quanto accaduto nel nostro Paese è possibile intraprendere un effettivo e progressivo processo di miglioramento organizzativo del sistema sanitario carcerario. L’articolazione del lavoro di tesi è stato strutturato fondamentalmente in tre parti: la prima, si è incentrata su un’analisi storica del sistema sanitario penitenziario con un focus specifico sulla strutturazione degli assetti organizzativi vigenti prima dell’emanazione del DPCM 1 aprile 2008. La seconda parte del lavoro ha analizzato altre esperienze internazionali (Francia, Norvegia, Inghilterra e Galles) in cui sia le modalità di transito del servizio sanitario dall’Amministrazione della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale che le dinamiche dei flussi detentivi e le criticità riscontrate per l’implementazione effettiva del processo di riforma, hanno rivelato particolare analogie con il caso italiano. La terza parte del lavoro, riporta i risultati dell’indagine di ricerca espletata sulle aree sanitarie degli istituti penitenziari campani, realtà fortemente significativa, sia per il numero di detenuti interessati che per la varietà delle istituzioni penitenziarie presenti sul territorio. L’indagine di ricerca oltre a monitorare lo stato di attuazione del percorso di riforma del servizio sanitario penitenziario, si propone quale base per l’individuazione delle leve organizzative sulle quali poter intervenire per l’avvio di un processo di re-design del sistema organizzativo sanitario carcerario nell’ambito della Regione Campania, in quanto l’alta significatività del campione esaminato ci consente di affermare come la realtà oggetto di indagine possa costituire un laboratorio di sperimentazione pilota per l’intero sistema sanitario penitenziario italiano. La differenziazione dei micro – obiettivi perseguiti in ciascuna parte del lavoro di tesi ha imposto una corrispondente differenziazione metodologica di reperimento ed analisi dei dati; nella prima parte, il percorso metodologico seguito, pertanto, si è basato su una sostanziale sistematizzazione del flusso documentale a disposizione (circolari, atti amministrativi, sentenze della Corte dei Conti, ecc.) reperito presso le singole istituzioni interessate, mediante la ricerca di dati sia di natura qualitativa che quantitativa che permettessero di tracciare un quadro “matriciale” in grado di porre in correlazione l’individuazione delle criticità, all’origine della mancata attuazione del processo di riforma, con le dinamiche del flusso “emergenziale” dei ristretti che, negli ultimi anni hanno caratterizzato il sistema penitenziario italiano e né hanno modellato il relativo assetto organizzativo. Nella seconda parte del lavoro, la scelta dei sistemi sanitari penitenziari, è stata dettata non solo dalla comune “ratio” nella definizione delle modalità relative al passaggio della medicina penitenziaria dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ma anche dalla particolare significatività dei flussi detentivi, dell’articolazione territoriale delle strutture carcerarie, dalle politiche strategiche intraprese per l’effettiva attuazione del processo di riforma in ciascun Paese, secondo le direttive ed i principi normativi emessi a livello internazionale. A tal fine l’analisi è stata condotta secondo un approccio matriciale per il quale sono stati individuati tre assi di valutazione sulla base di fattori forniteci dalla letteratura classica : ambiente, strategia e struttura organizzativa; ciò ha consentito di poter procedere con dati sia quantitativi che qualitativi all’effettuazione di un’analisi comparativa tra le realtà nazionali oggetto d’indagine e di analizzare le interdipendenze, piuttosto complesse, tra il mondo carcerario e quello sanitario, soprattutto in chiave di riprogettazione degli assetti organizzativi del servizio. La modalità di indagine si è prevalentemente incentrata su un ‘analisi classificatoria e relazionale, considerata la mole di documenti artificiali raccolti per la ricerca per il quale era necessario dai testi un’informazione più sintetica e generale di quella presente nei singoli eventi osservati, al fine di descriverli e spiegarli. Si è proceduto ad organizzare il materiale raccolto nella ricerca effettuando confronti tra le sue parti affini, riassumendone l’opera svolta con lo scopo di giungere alla formazione di categorie, liste, matrici, grafi di varia natura (basati sugli eventi, sulle proprietà o sulle relazioni) atti a classificare ed a determinare le tipologie di esperienza, a volte anche con l’individuazione di cammini causali. Pertanto, il percorso di ricerca intrapreso sulle esperienze internazionali esaminate, ha consentito di evidenziare le dimensioni comuni che hanno caratterizzato il processo di riforma della medicina penitenziaria, individuabili nei fattori di complessità ambientale, azione strategica e di “design” della struttura organizzativa delle amministrazioni sanitarie carcerarie chiamate a garantire l’erogazione dei complessi e diversificati servizi nell’ambito delle stringenti limitazioni imposte dai regimi restrittivi. L’analisi dei dati sui flussi detentivi, acquisiti da documenti ufficiali delle amministrazioni penitenziarie oggetto dell’indagine, ha permesso di individuare i parametri di complessità ambientale in cui si trova ad operare il servizio sanitario; seguendo il paradigma classico ambiente – strategia - struttura, è emersa una sostanziale condivisione degli obiettivi delle azioni di politica strategica messe in campo dalle amministrazioni analizzate, seppur caratterizzate da tempi e modalità di attuazione piuttosto diversificati in relazione anche allo specifico contesto nazionale. Risulta evidente in tutti e tre i casi, come il nuovo modello normativo di sanità penitenziaria, abbia inciso significativamente sulla ristrutturazione degli assetti organizzativi del sistema sanitario penitenziario. La terza parte del lavoro è sfociata in un’indagine di ricerca sul sistema sanitario penitenziario in Campania; la significatività del campione di analisi prescelto induce con estrema ragionevolezza a ritenere come i dati emersi in tale realtà possano assumere notevole rilevanza sia a livello nazionale che internazionale, nel fotografare un “frame - work” di elementi sul quale poter intervenire per riprogettare gli attuali assetti organizzativi delle sanità penitenziaria in un ottica di miglioramento del servizio sia in termini di efficacia che di efficienza. L’indagine di ricerca è stata espletata sul “campo”, mediante accesso diretto alle singole strutture penitenziarie e con la somministrazione di un questionario strutturato, principalmente a risposte chiuse, ma con la possibilità di reperire anche informazioni con la formulazione di quesiti a risposta aperta, in cui i medici coordinatori del servizio, in qualità di destinatari dell’indagine di ricerca, hanno potuto fornire un quadro quanto più esaustivo e libero possibile, nell’analisi dei fattori di inerzia in cui si trova il settore nell’attuale contesto storico. L’accesso alle strutture detentive è stato reso possibile grazie alle sinergie attivate con le amministrazioni coinvolte nel processo di assistenza sanitaria ai detenuti, dai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria campana a quelli delle Aziende Sanitarie interessate dall’indagine, con la supervisione e la collaborazione della Regione Campania nell’ambito delle attività espletate dall’Osservatorio Regionale sulla Sanità Penitenziaria, per il quale è stata fondamentale un’opera di intermediazione del Dipartimento di Studi e Ricerche Aziendali dell’Università degli Studi di Salerno. Alla base dell’individuazione degli elementi di analisi, si è fatto ricorso ad una delle più recenti evoluzioni teoriche negli studi di organizzazione, che sviluppando i contributi di progettazione offerti dall’approccio configurazionista (Meyer, Tsui, Hinings, 1993) e dalla prospettiva della complementarietà (Milgrom, Roberts, 1995; Roberts, 2004) offrono un nuovo approccio di analisi delle organizzazioni, denominata “Chimica dell’Organizzazione”, in cui i suddetti filoni teorici si fondano su una visione sistemica dell’organizzazione che può essere analizzata come un sistema di pratiche ed elementi organizzativi, strettamente interconnessi tra di loro, al contrario di quanto proposto dalla teoria contingente, in cui l’analisi può essere effettuata anche singolarmente per ciascun elemento. La chimica dell’organizzazione sostiene che le forme organizzative possono essere descritte come <> (Grandori, 2004), in quanto tale, il filone teorico in esame, pur condividendo la visione sistemica dell’organizzazione e l’enfasi sugli effetti di interazione, propone una procedura diversa per l’identificazione delle complementarietà (ed eventuali sostituibilità) tra pratiche organizzative. Infatti gli approcci prima esaminati non sono giunti alla formulazione di una teoria delle combinazioni organizzative, in grado di predire ex ante quali pratiche organizzative possono essere combinate in generale per generare efficacia: la “forma organizzativa efficace” è il risultato di pratiche co-applicate empiricamente con successo originando una soluzione di progettazione nell’ottica di colmare al massimo, un gap tra la struttura della propria organizzazione all’archetipo identificato. Il punto di partenza dell’approccio “chimico” che lo differenzia rispetto agli approcci prima esaminati (configurazionista e della complementarietà) è l’identificazione di “elementi organizzativi di base”, che nelle loro molteplici combinazioni possano descrivere le organizzazioni come “composti” con un elevato indice di generalizzabilità. In quest’ottica un primo contributo della chimica dell’organizzazione è fornire un fondamento micro-analitico alla progettazione organizzativa. Tale approccio permette al progettista di spostare l’asse della ricerca dall’identificazione di una forma organizzativa o di un modello ideale ad individuare quali siano gli elementi di base ed in quale combinazione e dosi siano presenti in un’organizzazione, in altre parole come accade per la chimica, ci si pone l’interrogativo di quale sia la formula dell’organizzazione oggetto di indagine. Il passo successivo all’identificazione degli elementi organizzativi presenti nella formula, è quello di procedere all’individuazione delle combinazioni giuste; a tal punto è lecito chiedersi: quali combinazioni o formule organizzative sono efficaci?, si possono definire delle leggi di combinazione che guidino il progettista?. Nel presente lavoro cercheremo di illustrare come la chimica dell’organizzazione risponda a tali domande e come si possa pervenire alla individuazione di nuovi modelli organizzativi in grado di far fronte alle complessità originatesi nel sistema sanitario penitenziario campano e nazionale a seguito dell’emissione del DPCM 1 aprile 2008. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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Mattiello, Giulia <1987&gt. "Il Teatro la Fenice: pianificazione, organizzazione e amministrazione della stagione di Carnevale-Quaresima 1878/1879." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1510.

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Castiglioni, Letizia Brunella <1992&gt. "Organizzazione e produzione di uno spettacolo teatrale: "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15130.

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Abstract:
L'elaborato delinea l'organizzazione e la produzione di uno spettacolo teatrale partendo dal romanzo best seller "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" di Mark Haddon. Il libro è stato adattato a testo teatrale dal regista Simon Stephens, tradotto da Emanuele Aldrovandi, diretto da Elio De capitani e Ferdinando Bruni e frutto della coproduzione tra il Teatro dell'Elfo e il Teatro Stabile di Torino. La tesi descrive la formazione di un progetto di spettacolo suddiviso nelle seguenti fasi: ideazione, pianificazione ed esecuzione anche attraverso la mia presenza diretta in teatro. La medesima mi ha permesso di acquisire informazioni e consigli durante le prove, il debutto e le successive repliche, instaurando un rapporto professionale e umano con la compagnia professionale di artisti, tecnici e organizzatori.
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Fusi, Enrico. "Un modello di organizzazione a rete: la gestione della dermatologia metropolitana tra Azienda USL di Bologna e Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Orsola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Le reti cliniche interaziendali sono una forma di organizzazione innovativa che si è sviluppata in sanità come risposta ai problemi nati negli ultimi decenni: tagli al fondo sanitario nazionale, maggiori esigenze dei pazienti legate all’invecchiamento della popolazione e mancanza di personale medico. Per rete clinica interaziendale si intende un insieme di individui, organizzazioni e agenzie, organizzato su base non gerarchica intorno a temi e questioni comuni da affrontare in modo proattivo e sistematico, basato su impegno e fiducia reciproca. La reingegnerizzazione dei processi svolta in modo efficace permette un miglioramento della qualità delle prestazioni ospedaliere e una riduzione dei costi, senza richiedere investimenti onerosi. AUSL di Bologna e AOU Sant’Orsola hanno implementato a fine 2017 un progetto di rete clinica interaziendale per la gestione integrata di tutte le prestazioni di dermatologia della città di Bologna. L’obiettivo della collaborazione è stato quello di superare alcune criticità presenti, attenersi a degli standard e raggiungere degli obiettivi di progetto prefissati con il fine ultimo di migliorare la qualità del servizio al paziente che necessita di una prestazione dermatologica. All’interno della tesi, seguendo la metodologia DMAIC è stata implementata una valutazione dello stato attuale di salute del progetto attraverso la costruzione di un cruscotto di indicatori numerici, verificando il raggiungimento degli obiettivi prefissati e soprattutto individuando delle proposte migliorative per la riscrittura e l’aggiornamento del progetto di collaborazione. La tesi si sofferma anche sull’aspetto comportamentale degli attori di queste reti, e su come gestirlo al meglio, il conflitto è infatti un evento inevitabile della vita organizzativa, soprattutto quando si collabora tra dipendenti di aziende diverse; dunque, sono state presentate una serie di linee guida per poter governare al meglio questo tipo di casistica.
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Barberio, Vitaliano Andrea <1977&gt. "Evolutionary dynamics of coordination-communication networks in open source development." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1740/1/barberio_vitaliano_tesi.pdf.

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Barberio, Vitaliano Andrea <1977&gt. "Evolutionary dynamics of coordination-communication networks in open source development." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1740/.

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Russo, Damiano <1978&gt. "La relazione tra identità e pratiche nei luoghi di lavoro. Uno studio sul campo in un laboratorio di ricerca pubblica nella NanoScienza e Tecnologie." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1804/1/Russo_Damiano_tesi.pdf.

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Russo, Damiano <1978&gt. "La relazione tra identità e pratiche nei luoghi di lavoro. Uno studio sul campo in un laboratorio di ricerca pubblica nella NanoScienza e Tecnologie." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1804/.

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Lodi, Daria <1957&gt. "L'Azienda USL di Bologna: analisi dell'impatto della fusione delle tre precedenti Aziende sugli assetti organizzativi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1890/1/lodi_daria_tesi.pdf.

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Abstract:
L’Azienda USL di Bologna è la più grande della regione ed è una delle più grandi in Italia: serve una popolazione di 836.697 abitanti ed è distribuita su 50 comuni. E’ stata istituita il 1° gennaio 2004 con la Legge della Regione Emilia Romagna n. 21 del 20/10/2003 che ha unificato i Comuni di tre Aziende USL: “Città di Bologna”, “Bologna Sud” e “Bologna Nord” (ad eccezione del Comune di Medicina che dall’Area Nord è entrato a far parte dell’Azienda USL di Imola che ha mantenuto un’autonoma configurazione giuridica). Il territorio dell’Azienda USL di Bologna si estende per 2915,4 Kmq ed è caratterizzato dalla particolare ubicazione geografica dei suoi distretti. Al Distretto prettamente urbano, quale quello di Bologna Città si affiancano nell’Area Nord i Distretti di pianura quali Pianura Est e Pianura Ovest, mentre nell’Area Sud si collocano i Distretti con territorio più collinare, quali quelli di Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena ed il Distretto di Porretta Terme che si caratterizza per l’alta percentuale di territorio montuoso. L’unificazione di territori diversi per caratteristiche orografiche, demografiche e socioeconomiche, ha comportato una maggiore complessità rispetto al passato in termini di governo delle condizioni di equità. La rimodulazione istituzionale ed organizzativa dell’offerta dei sevizi sanitari ha comportato il gravoso compito di razionalizzarne la distribuzione, tenendo conto delle peculiarità del contesto. Alcuni studi di fattibilità precedenti l’unificazione, avevano rilevato come attraverso la costituzione di un’Azienda USL unica si sarebbero potuti più agevolmente perseguire gli obiettivi collegati alle prospettive di sviluppo e di ulteriore qualificazione del sistema dei servizi delle Aziende USL dell’area bolognese, con benefici per il complessivo servizio sanitario regionale. Le tre Aziende precedentemente operanti nell’area bolognese erano percepite come inadeguate, per dimensioni, a supportare uno sviluppo dei servizi ritenuto indispensabile per la popolazione ma, che, se singolarmente realizzato, avrebbe condotto ad una inutile duplicazione di servizi già presenti. Attraverso l’integrazione delle attività di acquisizione dei fattori produttivi e di gestione dei servizi delle tre Aziende, si sarebbero potute ragionevolmente conseguire economie più consistenti rispetto a quanto in precedenza ottenuto attraverso il coordinamento volontario di tali processi da parte delle tre Direzioni. L’istituzione della nuova Azienda unica, conformemente al Piano sanitario regionale si proponeva di: o accelerare i processi di integrazione e di redistribuzione dell’offerta dei servizi territoriali, tenendo conto della progressiva divaricazione fra i cambiamenti demografici, che segnavano un crescente deflusso dal centro storico verso le periferie, ed i flussi legati alle attività lavorative, che si muovevano in senso contrario; o riorganizzare i servizi sanitari in una logica di rete e di sistema, condizione necessaria per assicurare l’equità di accesso ai servizi e alle cure, in stretta interlocuzione con gli Enti Locali titolari dei servizi sociali; o favorire il raggiungimento dell’equilibrio finanziario dell’Azienda e contribuire in modo significativo alla sostenibilità finanziaria dell’intero sistema sanitario regionale. L’entità delle risorse impegnate nell’Area bolognese e le dimensioni del bilancio della nuova Azienda unificata offrivano la possibilità di realizzare economie di scala e di scopo, attraverso la concentrazione e/o la creazione di sinergie fra funzioni e attività, sia in ambito ospedaliero, sia territoriale, con un chiaro effetto sull’equilibrio del bilancio dell’intero Servizio sanitario regionale. A cinque anni dalla sua costituzione, l’Azienda USL di Bologna, ha completato una significativa fase del complessivo processo riorganizzativo superando le principali difficoltà dovute alla fusione di tre Aziende diverse, non solo per collocazione geografica e sistemi di gestione, ma anche per la cultura dei propri componenti. La tesi affronta il tema dell’analisi dell’impatto della fusione sugli assetti organizzativi aziendali attraverso uno sviluppo così articolato: o la sistematizzazione delle principali teorie e modelli organizzativi con particolare attenzione alla loro contestualizzazione nella realtà delle organizzazioni professionali di tipo sanitario; o l’analisi principali aspetti della complessità del sistema tecnico, sociale, culturale e valoriale delle organizzazioni sanitarie; o l’esame dello sviluppo organizzativo dell’Azienda USL di Bologna attraverso la lettura combinata dell’Atto e del Regolamento Organizzativo Aziendali esaminati alla luce della normativa vigente, con particolare attenzione all’articolazione distrettuale e all’organizzazione Dipartimentale per cogliere gli aspetti di specificità che hanno caratterizzano il disegno organizzativo globalmente declinato. o l’esposizione degli esiti di un questionario progettato, in accordo con la Direzione Sanitaria Aziendale, allo scopo di raccogliere significativi elementi per valutare l’impatto della riorganizzazione dipartimentale rispetto ai tre ruoli designati in “staff “alle Direzioni degli otto Dipartimenti Ospedalieri dell’AUSL di Bologna, a tre anni dalla loro formale istituzione. La raccolta dei dati è stata attuata tramite la somministrazione diretta, ai soggetti indagati, di un questionario costituito da numerosi quesiti a risposta chiusa, integrati da domande aperte finalizzate all’approfondimento delle dimensioni di ruolo che più frequentemente possono presentare aspetti di criticità. Il progetto ha previsto la rielaborazione aggregata dei dati e la diffusione degli esiti della ricerca: alla Direzione Sanitaria Aziendale, alle Direzioni Dipartimentali ospedaliere ed a tutti i soggetti coinvolti nell’indagine stessa per poi riesaminare in una discussione allargata i temi di maggiore interesse e le criticità emersi. Gli esiti sono esposti in una serie di tabelle con i principali indicatori e vengono adeguatamente illustrati.
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Lodi, Daria <1957&gt. "L'Azienda USL di Bologna: analisi dell'impatto della fusione delle tre precedenti Aziende sugli assetti organizzativi." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1890/.

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Abstract:
L’Azienda USL di Bologna è la più grande della regione ed è una delle più grandi in Italia: serve una popolazione di 836.697 abitanti ed è distribuita su 50 comuni. E’ stata istituita il 1° gennaio 2004 con la Legge della Regione Emilia Romagna n. 21 del 20/10/2003 che ha unificato i Comuni di tre Aziende USL: “Città di Bologna”, “Bologna Sud” e “Bologna Nord” (ad eccezione del Comune di Medicina che dall’Area Nord è entrato a far parte dell’Azienda USL di Imola che ha mantenuto un’autonoma configurazione giuridica). Il territorio dell’Azienda USL di Bologna si estende per 2915,4 Kmq ed è caratterizzato dalla particolare ubicazione geografica dei suoi distretti. Al Distretto prettamente urbano, quale quello di Bologna Città si affiancano nell’Area Nord i Distretti di pianura quali Pianura Est e Pianura Ovest, mentre nell’Area Sud si collocano i Distretti con territorio più collinare, quali quelli di Casalecchio di Reno e San Lazzaro di Savena ed il Distretto di Porretta Terme che si caratterizza per l’alta percentuale di territorio montuoso. L’unificazione di territori diversi per caratteristiche orografiche, demografiche e socioeconomiche, ha comportato una maggiore complessità rispetto al passato in termini di governo delle condizioni di equità. La rimodulazione istituzionale ed organizzativa dell’offerta dei sevizi sanitari ha comportato il gravoso compito di razionalizzarne la distribuzione, tenendo conto delle peculiarità del contesto. Alcuni studi di fattibilità precedenti l’unificazione, avevano rilevato come attraverso la costituzione di un’Azienda USL unica si sarebbero potuti più agevolmente perseguire gli obiettivi collegati alle prospettive di sviluppo e di ulteriore qualificazione del sistema dei servizi delle Aziende USL dell’area bolognese, con benefici per il complessivo servizio sanitario regionale. Le tre Aziende precedentemente operanti nell’area bolognese erano percepite come inadeguate, per dimensioni, a supportare uno sviluppo dei servizi ritenuto indispensabile per la popolazione ma, che, se singolarmente realizzato, avrebbe condotto ad una inutile duplicazione di servizi già presenti. Attraverso l’integrazione delle attività di acquisizione dei fattori produttivi e di gestione dei servizi delle tre Aziende, si sarebbero potute ragionevolmente conseguire economie più consistenti rispetto a quanto in precedenza ottenuto attraverso il coordinamento volontario di tali processi da parte delle tre Direzioni. L’istituzione della nuova Azienda unica, conformemente al Piano sanitario regionale si proponeva di: o accelerare i processi di integrazione e di redistribuzione dell’offerta dei servizi territoriali, tenendo conto della progressiva divaricazione fra i cambiamenti demografici, che segnavano un crescente deflusso dal centro storico verso le periferie, ed i flussi legati alle attività lavorative, che si muovevano in senso contrario; o riorganizzare i servizi sanitari in una logica di rete e di sistema, condizione necessaria per assicurare l’equità di accesso ai servizi e alle cure, in stretta interlocuzione con gli Enti Locali titolari dei servizi sociali; o favorire il raggiungimento dell’equilibrio finanziario dell’Azienda e contribuire in modo significativo alla sostenibilità finanziaria dell’intero sistema sanitario regionale. L’entità delle risorse impegnate nell’Area bolognese e le dimensioni del bilancio della nuova Azienda unificata offrivano la possibilità di realizzare economie di scala e di scopo, attraverso la concentrazione e/o la creazione di sinergie fra funzioni e attività, sia in ambito ospedaliero, sia territoriale, con un chiaro effetto sull’equilibrio del bilancio dell’intero Servizio sanitario regionale. A cinque anni dalla sua costituzione, l’Azienda USL di Bologna, ha completato una significativa fase del complessivo processo riorganizzativo superando le principali difficoltà dovute alla fusione di tre Aziende diverse, non solo per collocazione geografica e sistemi di gestione, ma anche per la cultura dei propri componenti. La tesi affronta il tema dell’analisi dell’impatto della fusione sugli assetti organizzativi aziendali attraverso uno sviluppo così articolato: o la sistematizzazione delle principali teorie e modelli organizzativi con particolare attenzione alla loro contestualizzazione nella realtà delle organizzazioni professionali di tipo sanitario; o l’analisi principali aspetti della complessità del sistema tecnico, sociale, culturale e valoriale delle organizzazioni sanitarie; o l’esame dello sviluppo organizzativo dell’Azienda USL di Bologna attraverso la lettura combinata dell’Atto e del Regolamento Organizzativo Aziendali esaminati alla luce della normativa vigente, con particolare attenzione all’articolazione distrettuale e all’organizzazione Dipartimentale per cogliere gli aspetti di specificità che hanno caratterizzano il disegno organizzativo globalmente declinato. o l’esposizione degli esiti di un questionario progettato, in accordo con la Direzione Sanitaria Aziendale, allo scopo di raccogliere significativi elementi per valutare l’impatto della riorganizzazione dipartimentale rispetto ai tre ruoli designati in “staff “alle Direzioni degli otto Dipartimenti Ospedalieri dell’AUSL di Bologna, a tre anni dalla loro formale istituzione. La raccolta dei dati è stata attuata tramite la somministrazione diretta, ai soggetti indagati, di un questionario costituito da numerosi quesiti a risposta chiusa, integrati da domande aperte finalizzate all’approfondimento delle dimensioni di ruolo che più frequentemente possono presentare aspetti di criticità. Il progetto ha previsto la rielaborazione aggregata dei dati e la diffusione degli esiti della ricerca: alla Direzione Sanitaria Aziendale, alle Direzioni Dipartimentali ospedaliere ed a tutti i soggetti coinvolti nell’indagine stessa per poi riesaminare in una discussione allargata i temi di maggiore interesse e le criticità emersi. Gli esiti sono esposti in una serie di tabelle con i principali indicatori e vengono adeguatamente illustrati.
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Monti, Alberto <1979&gt. "Social Identity and Social Networks in Organizations: A Conceptual and Empirical Examination." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2690/1/Monti_Alberto_tesi.pdf.

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Monti, Alberto <1979&gt. "Social Identity and Social Networks in Organizations: A Conceptual and Empirical Examination." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2690/.

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Silveira, Reis Rosana <1961&gt. "Creative process in globally distributed teams: a study of new product development in Volvo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2967/1/Silveira_Reis_Rosana_Tesi.pdf.

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Abstract:
With the business environments no longer confined to geographical borders, the new wave of digital technologies has given organizations an enormous opportunity to bring together their distributed workforce and develop the ability to work together despite being apart (Prasad & Akhilesh, 2002). resupposing creativity to be a social process, the way that this phenomenon occurs when the configuration of the team is substantially modified will be questioned. Very little is known about the impact of interpersonal relationships in the creativity (Kurtzberg & Amabile, 2001). In order to analyse the ways in which the creative process may be developed, we ought to be taken into consideration the fact that participants are dealing with a quite an atypical situation. Firstly, in these cases socialization takes place amongst individuals belonging to a geographically dispersed workplace, where interpersonal relationships are mediated by the computer, and where trust must be developed among persons who have never met one another. Participants not only have multiple addresses and locations, but above all different nationalities, and different cultures, attitudes, thoughts, and working patterns, and languages. Therefore, the central research question of this thesis is as follows: “How does the creative process unfold in globally distributed teams?” With a qualitative approach, we used the case study of the Business Unit of Volvo 3P, an arm of Volvo Group. Throughout this research, we interviewed seven teams engaged in the development of a new product in the chassis and cab areas, for the brands Volvo and Renault Trucks, teams that were geographically distributed in Brazil, Sweden, France and India. Our research suggests that corporate values, alongside with intrinsic motivation and task which lay down the necessary foundations for the development of the creative process in GDT.
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Silveira, Reis Rosana <1961&gt. "Creative process in globally distributed teams: a study of new product development in Volvo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2967/.

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Abstract:
With the business environments no longer confined to geographical borders, the new wave of digital technologies has given organizations an enormous opportunity to bring together their distributed workforce and develop the ability to work together despite being apart (Prasad & Akhilesh, 2002). resupposing creativity to be a social process, the way that this phenomenon occurs when the configuration of the team is substantially modified will be questioned. Very little is known about the impact of interpersonal relationships in the creativity (Kurtzberg & Amabile, 2001). In order to analyse the ways in which the creative process may be developed, we ought to be taken into consideration the fact that participants are dealing with a quite an atypical situation. Firstly, in these cases socialization takes place amongst individuals belonging to a geographically dispersed workplace, where interpersonal relationships are mediated by the computer, and where trust must be developed among persons who have never met one another. Participants not only have multiple addresses and locations, but above all different nationalities, and different cultures, attitudes, thoughts, and working patterns, and languages. Therefore, the central research question of this thesis is as follows: “How does the creative process unfold in globally distributed teams?” With a qualitative approach, we used the case study of the Business Unit of Volvo 3P, an arm of Volvo Group. Throughout this research, we interviewed seven teams engaged in the development of a new product in the chassis and cab areas, for the brands Volvo and Renault Trucks, teams that were geographically distributed in Brazil, Sweden, France and India. Our research suggests that corporate values, alongside with intrinsic motivation and task which lay down the necessary foundations for the development of the creative process in GDT.
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Riboldazzi, Federico <1981&gt. "The influence of career histories on team perfomance in new product development: a study of the video game industry." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3763/1/Riboldazzi_Federico_Tesi.pdf.

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Abstract:
The purpose of this research is to contribute to the literature on organizational demography and new product development by investigating how diverse individual career histories impact team performance. Moreover we highlighted the importance of considering also the institutional context and the specific labour market arrangements in which a team is embedded, in order to interpret correctly the effect of career-related diversity measures on performance. The empirical setting of the study is the videogame industry, and the teams in charge of the development of new game titles. Video games development teams are the ideal setting to investigate the influence of career histories on team performance, since the development of videogames is performed by multidisciplinary teams composed by specialists with a wide variety of technical and artistic backgrounds, who execute a significant amounts of creative thinking. We investigate our research question both with quantitative methods and with a case study on the Japanese videogame industry: one of the most innovative in this sector. Our results show how career histories in terms of occupational diversity, prior functional diversity and prior product diversity, usually have a positive influence on team performance. However, when the moderating effect of the institutional setting is taken in to account, career diversity has different or even opposite effect on team performance, according to the specific national context in which a team operates.
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Riboldazzi, Federico <1981&gt. "The influence of career histories on team perfomance in new product development: a study of the video game industry." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3763/.

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Abstract:
The purpose of this research is to contribute to the literature on organizational demography and new product development by investigating how diverse individual career histories impact team performance. Moreover we highlighted the importance of considering also the institutional context and the specific labour market arrangements in which a team is embedded, in order to interpret correctly the effect of career-related diversity measures on performance. The empirical setting of the study is the videogame industry, and the teams in charge of the development of new game titles. Video games development teams are the ideal setting to investigate the influence of career histories on team performance, since the development of videogames is performed by multidisciplinary teams composed by specialists with a wide variety of technical and artistic backgrounds, who execute a significant amounts of creative thinking. We investigate our research question both with quantitative methods and with a case study on the Japanese videogame industry: one of the most innovative in this sector. Our results show how career histories in terms of occupational diversity, prior functional diversity and prior product diversity, usually have a positive influence on team performance. However, when the moderating effect of the institutional setting is taken in to account, career diversity has different or even opposite effect on team performance, according to the specific national context in which a team operates.
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Cottini, Ciro <1975&gt. "The complexity of exploration and exploitation in organizations." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9325/11/Cottini_The_complexity_of_exploration_and_exploitation_in_organizations_090320.pdf.

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Abstract:
The presented work aims to study the exploration-exploitation problem in a complex organization. The study roots in a rich and influential research stream, starting from the paper of James March (1991) who created a model to address interesting questions on the balance between exploration and exploitation. In the presented study, the organization is considered embracing different aspects of the mechanisms of knowledge exchange. First, the organization is modelled as a multicultural centre of activities where the knowledge is no universal but is composed by different areas of knowledge. Second, different communication channels are modelled together, covering most of the chances individuals have to seek for knowledge. Autonomous search, search through propinquity, search through friendship, and search through governance (itself split into project and department meetings) are the channels modelled. The study shows interesting results. First, March's output seems to be valid within a delimited range of members in an organization. Second, the environment has a huge impact on exploration exploitation problem. With different channels activated and different settings, the exploration exploitation output of the organization could be extremely different. Third, the study of the connections network shows the presence of a cost in terms of energy in maintaining the communication channel. Moreover, the network tends to change its structure according to the active channels. Last, the complexity of exploration exploitation problem is demonstrated by the presence of emergent phenomena. The study covers many different aspects and discusses about important points of the exploration-exploitation dilemma. Moreover, such a sophisticated model opens different directions for future studies and offers practical implications for balancing exploration-exploitation within organizations.
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Visentin, Fabiana <1977&gt. "The evolutionary dynamics of organizational populations: three studies on the corporate demography of the Swiss banking industry." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/460.

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Slavich, Barbara <1980&gt. "Disciplining creativity: social mechanisms and human resource management practices in creativity-driven organizations." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/837.

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Garbari, Laura <1987&gt. "Behavioural competencies nella formazione accademica: analisi della letteratura e sperimentazioni condotte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1677.

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Zabatino, Alessia <1986&gt. "Reazioni creative: occupati e rigenerati." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1920.

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Abstract:
Un viaggio lungo tutta la penisola italiana alla scoperta dei teatri e degli spazi culturali occupati nell'ultimo anno (Teatro Valle, Nuovo Cinema Palazzo, Teatro Marinoni, Teatro Coppola, Teatro Garibaldi, Ex Asilo Filangieri,Macao) . Possono quartieri e città rigenerarsi attraverso azioni illegali? Possono arte e cultura essere matrice di rigenerazione urbana? Dalla teoria alla pratica della rigenerazione urbana e dei beni comuni, per tornare poi alla teoria ed individuare linee di sviluppo sul tema e best practices
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Scappin, Valentina <1986&gt. "Convergenza ed Innovazione nel Made in Italy: Il Caso Comacchio s.r.l." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2055.

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Abstract:
In questa tesi si affronta il tema della convergenza tecnologica e di mercato, un fenomeno strettamente legato all’innovazione di prodotto. Negli ultimi anni, il convergere di differenti tecnologie, spinge le imprese a sviluppare percorsi innovativi che favoriscono l'emergere di nuovi business, determinando un radicale mutamento dei mercati. Il settore del’ICT ( Information and Communication Technology), con la diffusione delle tecnologie digitali, risulta essere il settore più colpito da processi di convergenza, diventando l’esempio più citato in tema di business convergenti e innovazioni di prodotto. Nella prima parte del lavoro, si cerca di dare una definizione del fenomeno della convergenza analizzandone a fondo i drivers e le implications. Dallo studio emerge che i fattori come l’evoluzione tecnologica, la concorrenza, la deregulations e la domanda dei consumatori, giocano un ruolo chiave nell’evoluzione di questo fenomeno, il quale, oltre che a generare una fusione effettiva tra settori precedentemente separati, spinge le imprese a nuove forme di collaborazione e alleanze strategiche che si traducono in innovazioni di prodotto ed innovazioni organizzative. Al fine di comprendere a fondo questo fenomeno e le implicazioni che comporta in termini di innovazione, si prosegue nella seconda parte del lavoro con la presentazione di un’azienda veneta, l’ impresa Comacchio srl, specializzata nella produzione e nell’assemblaggio di gruppi meccanici e particolari meccanici di precisione operante nel settore della perforazione, sondaggio, palificazione e fondazioni speciali. Per l’impresa Comacchio, i fenomeni di convergenza tecnologica e di mercato hanno interferito in modo positivo e decisivo sull’innovazione di prodotto, garantendole la posizione di leader mondiale nel suo settore.
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Monetti, Pamela <1987&gt. "FARE BUSINESS IN CINA: OPPORTUNITÀ E PROBLEMATICHE PER LE PMI ITALIANE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2098.

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Abstract:
La volontà delle piccole e medie imprese italiane di oltrepassare i confini nazionali e di competere sulla scena globale le pone di fronte alla necessità di individuare ed istruire "manager globali" capaci di relazionarsi in differenti ambienti organizzativi, competitivi e culturali. Essa risulta una prova notevolmente complicata, soprattutto in Cina, che, a causa della profonda diversità culturale, costituisce di frequente una delle minacce maggiori all’internazionalizzazione dell’impresa, e che incide profondamente sul disegno di gestione delle risorse umane, dal reclutamento alla retribuzione, fino alla formazione e alla pianificazione delle carriere. L’International Human Resource Management consiste in una tra le attività dell’impresa fondamentali per una vincente strategia nel mercato cinese, indipendentemente dalla modalità di internazionalizzazione adottata. Le difficoltà connesse all’individuazione di manager internazionali richiedono numerose analisi e valutazioni, spesso complesse, come l’international assignment, ovvero la gestione degli incarichi oltreconfine, oppure un adeguato adattamento degli espatriati al nuovo contesto sociale, culturale ed etico.
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Scattolin, Susanna <1987&gt. "Aziende Born Global e loro determinanti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2166.

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Abstract:
Il processo di internazionalizzazione nell’ambito aziendale ha fatto emergere la nascita di molte aziende Born Global (BG): si tratta di nuove imprese con un profilo fortemente internazionale, spesso tecnologiche e gestite da imprenditori giovani. Questo concetto è in rapida evoluzione, tanto che la gradualità dell’espansione aziendale difesa dalla Stage Theory non è più in grado di spiegare la forte internazionalizzazione delle giovani aziende. Anche per questo la letteratura sta dando molta attenzione alle caratteristiche dell’imprenditore, anziché a quelle puramente aziendali. La nascita di aziende BG è spesso influenzata dalla necessità di innovazione, dal dinamismo ambientale che caratterizza l’economia moderna, da vantaggi localizzativi e da altri fattori. Nel secondo capitolo vengono analizzate le determinanti del successo di queste aziende: le precedenti esperienze estere dell’imprenditore e la rete di relazioni (network aziendale) che si vengono a creare rappresentano importanti fattori per la buona riuscita dell’attività imprenditoriale. Nonostante si tratti di aziende fortemente internazionali, spesso ci possono essere degli importanti aspetti territoriali che spingono le BG a superare quegli ostacoli che, per loro natura, devo affrontare. Proprio in riferimento a ciò si cercherà di analizzare in particolare le caratteristiche delle aziende venete per valutare quanto sia realmente diffuso il fenomeno delle BG nel contesto territoriale. Sebbene prive di tradizione, le BG possono usare altri fattori quali l’inimitabilità ed il Made in Italy come strumenti alternativi per poter reggere la competizione e arrivare al successo. Un’analisi empirica avrà infine lo scopo di analizzare quanto siano determinanti i fattori competitivi di cui si è discusso nel corso dell’elaborato.
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Rivaroli, Valentina <1988&gt. "Esplorazione test del benessere organizzativo:Positive Psychology e vita universitaria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2606.

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Scarbolo, Cinzia <1988&gt. "L'innovazione come combinazione di concetti. Il caso nel settore publishing: il Giornale dell'Arte." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2742.

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Abstract:
Ho scelto questo tema dopo l'avvenuto stage a Londra e dopo aver parlato con la mia relatrice. E’ sempre stata nei miei interessi l’idea dell’innovazione ed ho sempre creduto che fosse la chiave per rimanere su un mercato saturo o in crisi. La mia relatrice mi ha aperto il raggio di ipotesi di innovazione verso le innovazioni di tipo concettuale, che ancora non conoscevo approfonditamente. La tesi verte su un primo capitolo in cui viene descritta e definita l’innovazione, le tipologie; in seguito si affrontano i vari modelli di innovazione proposti nel corso degli anni. Il primo capitolo si chiude con la descrizione delle due innovazioni che interessano il caso: l’innovazione knowledge combination e la semantic innovation, la quale appunto, sarà applicata al caso. Il secondo capitolo si concentra sulla descrizione dell’industria culturale, in quanto il settore giornalistico ne fa parte. Sono riportati i diversi filoni di pensiero e i problemi relativi alla definizione di questo concetto. Dopo un’analisi di questo tipo di industria nello stato italiano, si portano due esempi di innovazione: la corrente artistica dell’Impressionismo e le Cirque du Soleil. Il terzo capitolo prevede la descrizione del settore publishing e la storia del Giornale dell’Arte. Viene poi applicata la teoria presentata nel primo capitolo al caso del giornale e se ne traggono le conclusioni. La teoria verrà poi confermata o meno dalla rielaborazione dell’intervista posta al fondatore del Giornale dell’Arte. Il primo e il secondo capitolo sono di tipo compilativo, mentre il terzo è più prettamente a stampo sperimentale.
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Focaccia, Cecilia <1987&gt. "La Fondazione culturale Antonio Salieri." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3128.

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Del, Colle Susanna <1989&gt. "Scautismo e cultura organizzativa: valori, comportamenti e capacità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3340.

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Bettin, Claudia <1985&gt. "IL PERFORMANCE MANAGEMENT NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: IL CASO CAMERA DI COMMERCIO I. A. A. DI TORINO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3348.

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Abstract:
Il performance management è il processo che i manager utilizzano per misurare e valutare le attività e i risultati dei propri collaboratori, per verificare che siano in linea con gli obiettivi aziendali. Non esiste un modello ideale di performance management che possa essere implementato in tutte le aziende, pubbliche e private, ma nonostante ciò, in ognuno ricorrono sempre 3 fasi: definizione delle aspettative, misurazione e valutazione della performance e feedback sui risultati raggiunti. Questo tipo di gestione della prestazione è stato introdotto nella Pubblica Amministrazione italiana dal d.lgs. n. 150/2009 al fine di migliorare i servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni e valorizzare i dipendenti in funzione del miglioramento delle loro prestazioni. Grazie all’analisi della letteratura esistente in materia, il lavoro si propone di introdurre il concetto di performance management analizzandone le singole fasi. In seguito si passerà ad approfondire l’applicazione di questo sistema nella Pubblica Amministrazione, analizzando la situazione in altri Paesi, per poi passare alla situazione italiana. Verrà quindi studiato il caso della Camera di Commercio di Torino per vedere come il performance management possa entrare a far parte delle strategie di un ente pubblico
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Damiano, Pamela <1984&gt. "Organizzazioni in trasformazione, quale capacità di rispondere alle nuove sfide? Il caso Slow Food tra ambiente, etica, estetica e politica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3391.

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Abstract:
Slow Food è un'associazione internazionale senza scopo di lucro nata nel 1986. Conta ad oggi 100.000 soci in tutto il mondo, di cui 40.000 solo in Italia. Nata come semplice associazione tra amici per la tutela del piacere e del gusto, è diventata in poco tempo riferimento di milioni di agricoltori, produttori e consumatori in tutto il mondo. Nel 2011, la Commissione Europea riconosce a Slow Food il carattere di organizzazione ambientale sancendo ufficialmente il passaggio da associazione gastronomica ad eco-gastronomica. Il riconoscimento è giustificato dall'impegno nella salvaguardia della biodiversità e dalla proposta di un modello di produzione, trasformazione e consumo alimentare sostenibile. Slow Food è dunque un'organizzazione complessa che opera a cavallo tra diritto al piacere e alla bellezza, diritto alla sovranità alimentare, impegno politico ed ecologico: una buona sintesi di etica, estetica, politica. Mentre la mission del'associazione è andata, negli anni, ridefinendosi e legandosi sempre più alla tutela dell'ambiente, la struttura ha subito un più lento processo di maturazione. Il modello italiano e Petrini-centrico sta lasciando spazio ad una governance reale ed internazionale. Proprio in questo momento l'associazione si trova davanti ad un passaggio epocale verso una maggiore istituzionalizzazione accompagnato da una messa in discussione della struttura organizzativa territoriale e centrale. Come saprà modellarsi l'associazione per rispondere al meglio alle nuove sfide che l'aspettano?
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Kaplani, Tina <1987&gt. "Competenze di comunicazione nei musei: il caso della Serbia. Communication competencies in museums: the case of Serbia." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3524.

Full text
Abstract:
Nella tesi si sviluppa un'analisi sulle competenze di comunicazione nei musei della Serbia tramite uno studio sulle politiche e competenze di comunicazione in generale e in uno caso specifico - musei in Serbia. Gli strumenti usati per fare l'analisi sono il questionario sviluppato nei musei in Serbia e le interviste svolte con gli esperti e professionisti degli stessi musei. La tesi ha lo scopo di creare un'immagine chiaro del contesto di riferimento nell'ambito di comunicazione.
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