Academic literature on the topic 'Organizzazione sostenibile'

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Journal articles on the topic "Organizzazione sostenibile"

1

Caputo, Francesco, Veronica Scuotto, Armando Papa, and Manlio Del Giudice. "Dalla coercizione per la sostenibilità all'impegno sociale: il ruolo della responsabilità sociale d'impresa." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2021): 15–31. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10558.

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Abstract:
Come ampiamente riconosciuto, la sostenibilità è un dominio multi e transdisciplinare potenzialmente in grado di influenzare azioni, decisioni e comportamenti a tutti i livelli delle organizzazioni socioeconomiche. Riflettendo sulla natura pervasiva del dominio della sostenibilità, il documento propone una panoramica sul percorso evolutivo delle strategie e degli approcci per la sostenibilità. Adottando un approccio deduttivo, lo scopo principale del lavoro è di sottolineare in che modo il passaggio da un approccio coercitivo ad un approccio partecipativo nelle strategie per la sostenibilità - reso possibile dalla diffusione delle pratiche di Responsabilità Sociale d'Impresa - ha contribuito all'emergere del dominio dell'innovazione sostenibile. Il concetto di Social Engagement è proposto per arricchire il dibattito in corso sulla sostenibilità al fine di sottolineare che l'innovazione sostenibile è possibile solo nel caso in cui tutti i livelli delle organizzazioni socioeconomiche sono impegnati nel dibattito sulla sostenibilità e - di conseguenza - sono in grado di comprendere e promuovere efficacemente il valore di un'innovazione in grado di coniugare e soddisfare i bisogni della società, dell'economia e dell'ambiente.
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Bulsei, Gian-Luigi. "Strategie solidali. Organizzazioni nonprofit e sviluppo sostenibile." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 118 (July 2010): 94–110. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118007.

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Abstract:
Cosa significa per le organizzazioni nonprofit occuparsi di sviluppo locale? L'articolo analizza tre differenti casi: il coinvolgimento del terzo settore nelle politiche urbane come modalitŕ per integrare interventi materiali e qualitŕ sociale in alcuni quartieri di Torino; la cooperazione sociale come strumento per trasformare la lotta alla criminalitŕ organizzata (la confisca dei beni alla mafia in Sicilia) in opportunitŕ di sviluppo economico e civile; l'impresa sociale di comunitŕ come soluzione innovativa per garantire sostenibilitŕ economica ed ambientale alla produzione di energia in una valle del Trentino. L'autore sostiene che tra organizzazioni nonprofit e territorio c'č un doppio legame: un supporto del contesto locale all'imprenditorialitŕ sociale ed un contributo delle cooperative alla qualitŕ della vita in una determinata area. Un mix di inclusione, attivazione, innovazione sta alla base di strategie solidali per lo sviluppo sostenibile delle societŕ locali.
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Galuppo, Laura. "Costruire organizzazioni sostenibili: pratiche di ricerca-intervento." RISORSA UOMO, no. 1 (May 2011): 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001005.

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Abstract:
L'articolo descrive tre esperienze di ricerca-azione intorno al tema della sostenibilitŕ della vita organizzativa condotte entro contesti sociosanitari. Attraverso la presentazione di tali esperienze di ricerca sul campo, il lavoro consente un'esplorazione di quali condizioni appaiano cruciali per costruire organizzazioni sostenibili e di quali pratiche e strategie di azioni siano in grado di favorire tali condizioni di sostenibilitŕ.
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Palma, Manuela. "Verso una formazione "sostenibile". Spunti pedagogici per ripensare la formazione nelle organizzazioni di oggi." FOR - Rivista per la formazione, no. 4 (March 2021): 34–38. http://dx.doi.org/10.3280/for2020-004005.

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5

Iannone, Roberta. "Oltre la crisi? Condizioni e prospettive del lavoro a Roma." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 2 (June 2011): 5–129. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-002001.

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Abstract:
Lo studio analizza, dal punto di vista sociologico e nell'esame delle dinamiche dello sviluppo, le modalitŕ con cui il territorio romano si organizza rispetto ai criteri di competitivitŕ, inclusione e crescita. Si considerano in particolare come riferimenti guida quelli ritenuti determinanti per lo sviluppo sostenibile in una societŕ postmoderna: capacitŕ di agire, opportunitŕ, servizi e strumenti, diritti, competenze. L'analisi considera anche il confronto tra Roma e altre aree metropolitane italiane ed europee e valuta politiche, strumenti, servizi e condizioni dell'economia e della societŕ romana rispetto al tema guida della competitivitŕ dei sistemi locali attraverso i dati della Camera di Commercio, delle organizzazioni di impresa, della banca dati Excelsior, dei Fondi interprofessionali e dei dati sul lavoro e sulla formazione istituzionali.
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6

Pisani, Elena. "Recenti evoluzioni nella valutazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043005.

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Abstract:
L'articolo presenta un'analisi dei differenti approcci e criteri di valutazione nel settore della cooperazione allo sviluppo da parte del Ministero degli Affari Esteri italiano e delle Organizzazioni internazionali quali FAO, IFAD e dalla Commissione Europea (Europeaid). L'analisi considera in un primo momento l'evoluzione di modelli di pianificazione incentrati sulla fornitura di risorse (umane, finanziarie e materiali) e successivamente l'attenzione č posta su modelli maggiormente attenti al conseguimento sostenibile di obiettivi e risultati, attraverso l'adozione di approcci partecipativi. Sono, quindi, presentate specifiche problematiche legate alla valutazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo; le conclusioni segnalano la necessitŕ di un uso sistematico delle metodologie di valutazione economica degli investimenti che, al momento attuale, appaiono sottoutilizzante, specialmente da parte della cooperazione allo sviluppo italiana.
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Ferlito, Rosaria, and Rosario Faraci. "Sostenibilità e sistemi di Corporate Governance delle società benefit: il." CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 2 (January 2022): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12550.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è assistito alla crescita del numero di organizzazioni ibride, imprese caratterizzate da più domini funzionali e dalla coesistenza di sistemi di valori differenti. Le stesse presentano un modello di corporate governance allargato che richiede l'assunzione di responsabilità nei confronti non solo della proprietà, ma anche verso tutti gli stakeholder. L'obiettivo del presente lavoro si sostanzia nell'esplorare i tre aspetti di governance caratterizzanti un'impresa ibrida con scopo di lucro ossia il bilanciamento di logiche differenti, il monitoraggio delle azioni e dei risultati e la comunicazione esterna, al fine di identificare le azioni da attuare per risolvere le tensioni manageriali insite in tale forma organizzativa. Per far ciò sono state prese in analisi le società benefit che nell'esercizio della propria attività economica oltre allo scopo del profitto perseguono una o più finalità di beneficio comune. Le evidenze empiriche derivanti dall'analisi del caso studio riguardante l'impresa italiana Illycaffè permettono di apportare nuova conoscenza nella letteratura sulla corporate governance e sul sustainability management.
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Méndez Reátegui, Rubén, and Amparo Álvarez Meythaler. "Pensiero progettuale: Innovazione e protezione delle idees." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 16 (December 16, 2021): 61–70. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2021.v16i.13084.

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Abstract:
Desde un enfoque de Design Thinking, este artículo pretende explicar cómo los procesos creativos en las organizaciones, expresados en un contexto de efervescencia de los derechos de propiedad, requieren la formulación de métodos más rigurosos de obtención y evaluación de la información, que permitan mitigar los efectos asimétricos y la pérdida de eficiencia y eficacia de los esfuerzos realizados por las empresas. Se analizan tres posibles intervenciones para que el proceso creativo genere conocimientos valiosos. Las ideas pueden patentarse durante las fases iniciales: orientación del pensamiento creativo, uso de la tecnología a través de herramientas de registro digital y estrategias empresariales sostenibles centradas en el comportamiento humano. Se concluye que partir de un pensamiento de diseño requiere sistematizar e incorporar mayor rigor en el proceso creativo para facilitar los procesos de registro de derechos de propiedad sobre un producto original de la organización. A partire da un approccio di Design Thinking, questo articolo mira a spiegare come i processi creativi nelle organizzazioni, espressi in un contesto di effervescenza dei diritti di proprietà, richiedono la formulazione di metodi più rigorosi per ottenere e valutare le informazioni, che permettono l’attenuazione degli effetti asimmetrici e la perdita di efficienza ed efficacia degli sforzi fatti dalle aziende. Si analizzano tre possibili interventi affinché il processo creativo generi un prezioso know-how. Le idee possono ricevere un trattamento organizzato durante le fasi iniziali: guida del pensie­ro creativo, uso della tecnologia attraverso strumenti di registro digitale, e strategie aziendali sostenibili focalizzate sul comportamento umano. Si conclude che partire da un pensiero progettuale richiede la sistematizzazione e l’incorporazione di un mag­gior rigore nel processo creativo per facilitare i processi di registrazione dei diritti di proprietà su un prodotto originale dell’organizzazione.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract:
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Panigada, G., M. Campanini, A. Fontanella, and R. Nardi. "Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel Dipartimento Medico e continuità assistenziale." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (December 31, 2015): 499. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.6.

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Abstract:
<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel dipartimento medico e continuità assistenziale</strong> 499<br /><em>G. Panigada, I. Chiti</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni3.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Organizzazione delle Medicine Interne della Toscana: analisi specifica delle criticità</strong> 503<br /><em>R. Laureano, S. Meini</em></p><p class="titolo"><strong>Risultati di una <em>survey</em> sulla complessità promossa da FADOI</strong> 509<br /><em>M. Gambacorta, A. Montagnani, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong><em>Fare di più non significa fare meglio</em>: il contributo FADOI al programma di <em>Slow Medicine</em> per una medicina sostenibile</strong> 513<br /><em>L. Lusiani, R. Frediani, A. Fortini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti della riorganizzazione ospedaliera sulla comunicazione medico-paziente: un’analisi di cambiamento necessario</strong> 523<br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Survey sui fabbisogni di formazione e aggiornamento degli internisti FADOI</strong> 528<br /><em>C. Canale, M. Cannone, M. La Regina, R. Risicato, M. Silingardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni21.jpg" alt="" /> <br /><p class="titolo"><strong>L’internista ospedaliero: dentro o fuori?</strong> 531<br /><em>F. Orlandini, F. Pietrantonio</em></p><p class="titolo"><strong>La telemedicina in Medicina Interna</strong> 537<br /><em>A. Sciascera</em></p><p class="titolo"><strong><em>Red flags</em> e modelli di <em>fast track</em> per accedere rapidamente alla diagnosi precoce</strong> 541<br /><em>F. Pieralli, F. Corradi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni4.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Sovraffollamento e qualità assistenziale in Ospedale: sono previste soluzioni nei patti per la salute?</strong> 544<br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>L’area critica di medicina interna: stato dell’arte nella Regione Puglia. Quali motivazioni? Per quali pazienti? Secondo quali normative?</strong> 548<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Il <em>medico tutor</em> nell’ospedale per intensità di cura</strong> 556<br /><em>M. Alessandri</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>Hospitalist</em></strong> 563<br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>Il dipartimento medico è tuttora una soluzione per il governo clinico della complessità assistenziale?</strong> 567<br /><em>G. Landini</em></p><p class="titolo"><strong>Modalità organizzative e clima interno nell’area medica</strong> 569<br /><em>S. De Carli, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie endocrino-metaboliche in area medica: percorsi clinico-assistenziali ed implicazioni economiche</strong> 575<br /><em>M. Cappagli, S. Barbieri, V. Scardigli, C. Rossi, L. Sanna, E. Romano</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative: nuova branca specialistica o competenze da riscoprire?</strong> 583<br /><em>G. Chesi, P. Montanari, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Strumenti di comunicazione esterna per la continuità assistenziale: dimissioni protette, percorsi integrati ospedale territorio, integrazione di servizi</strong> 588<br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, N. Branchetti, C. Sarti, F. Bencivenni, A. Giudici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Integrated delivery system</em>: effetti su costi e qualità. Quale futuro?</strong> 599<br /><em>E. Desideri</em></p><p class="titolo"><strong>L’ospedale del futuro tra assistenza in acuzie e continuità di cura: il modello inglese può essere implementato anche nei nostri ospedali?</strong> 601<br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Montagnani</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>Conclusioni: chi garantisce il coordinamento e la continuità delle cure?</strong> 608<br /><em>C. Nozzoli</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>I documenti FADOI</strong> 610<br /><em>M. Campanini</em></p>
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Dissertations / Theses on the topic "Organizzazione sostenibile"

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UGLIETTI, GUIDO. "La gestione del capitale intellettuale per ottenere un vantaggio competitivo sostenibile." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1806.

Full text
Abstract:
Questo lavoro di ricerca poggia sulla solida convinzione che sia necessario un salto di qualità sia negli investimenti in capitale intellettuale che nelle pratiche di gestione manageriale, al fine di attivare un processo di crescita di lungo corso che duri nel tempo. Dal momento che l'economia della conoscenza riveste una sempre maggiore importanza, questo studio ha verificato gli effetti che le pratiche HR e le capacità di rinnovamento possono esercitare sul capitale intellettuale al fine di creare un vantaggio competitivo sostenibile. Il modello adottato ha considerato il capitale intellettuale come la somma di tre componenti: capitale umano, capitale relazionale e capitale strutturale. In un ambiente dinamico, come l'attuale, il capitale intellettuale può essere il fattore chiave per ottenere un vantaggio competitivo sostenibile, dal momento che è raro, di valore e difficile da imitare o sostituire. Per questa ragione, il presente studio ha esaminato gli elementi decisivi per la gestione del capitale intellettuale in un ambiente competitivo turbolento valutando l'impatto delle componenti del capitale intellettuale sulla soddisfazione dei dipendenti e la qualità del servizio. I dati analizzati nell'ambito di questa ricerca sono stati raccolti attraverso questionari a cui hanno risposto varie realtà operanti nel settore finanziario in Italia e alcuni dei loro partner, operanti nel settore ICT, specializzati in attività ad alta intensità di capitale umano come lo sviluppo di applicazioni informatiche. Sono state individuati alcuni importanti risultati. In primo luogo, le capacità di rinnovamento mediano la relazione tra le pratiche HR e le componenti del capitale intellettuale. In secondo luogo, il capitale umano ha un impatto positivo diretto sulla qualità del servizio. In terzo luogo, il capitale strutturale influenza positivamente la soddisfazione dei collaboratori. Quindi, la soddisfazione dei collaboratori e la qualità del servizio sono alimentati e sostenuti da differenti fattori chiave: il capitale strutturale e il capitale umano rispettivamente. Da una prospettiva pratica e manageriale questi risultati sono molto interessanti al fine di deliberare l'allocazione delle risorse aziendali per ottenere delle configurazioni di capitale intellettuale efficaci. Le ricerche future potrebbero indagare i contribuiti dei differenti portatori d'interesse sugli antecedenti e conseguenti del capitale intellettuale valutando la capacità di produrre valore e, come conseguenza, la soddisfazione dei portatori d'interesse adottando un approccio di tipo managing-for-stakeholders. I fornitori e i clienti rivestono un ruolo centrale nelle dinamiche aziendali e per questo meritano particolare attenzione negli studi che saranno svolti nel prossimo futuro.
This work is rooted in the conviction that our economies need both better investments in intellectual capital and better management practices in order to achieve higher long-term growth. Starting acknowledging the increasing importance of the knowledge economy phenomenon, this study assessed the effects that HR practices and renewal capability can exert on firm’s intellectual capital in order to create a sustainable competitive advantage. The adopted model has considered intellectual capital as the sum of three components: human capital, relational capital and structural capital. In a dynamic environment, such as today’s competitive arena, intellectual capital can be the key factor to obtain a sustainable competitive advantage, because it is rare, valuable and difficult to imitate or substitute. For this reason, the present study has examined the key drivers to manage intellectual capital in a turbulent environment evaluating the impact of firm’s intellectual capital components on employees’ satisfaction and service quality. This research has gathered data through surveys of various Italian business units operating in the financial sector and some of their ICT partners specialised in human capital-intensive activities such as software development. A set of findings has been generated. First, renewal capability mediates the relationships between HR practices and all intellectual capital components. Second, human capital has a direct positive relationship with service quality. Third, structural capital has a direct positive relationship with employees’ satisfaction. Hence, employees’ satisfaction and service quality are nurtured and fostered by different crucial drivers: structural capital and human capital respectively. From a managerial and practical perspective these findings are very interesting in order to deliberating the allocation of firms’ resources to obtain effective intellectual capital configurations. Future researches may investigate the contributions of different stakeholders to the antecedents of intellectual capital as well as the contributions to its consequences in order to produce value and, in turn, stakeholders’ satisfaction adopting a managing-for-stakeholders approach. Suppliers and customers play a central role and for this reason they deserve particular attention in future studies.
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UGLIETTI, GUIDO. "La gestione del capitale intellettuale per ottenere un vantaggio competitivo sostenibile." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1806.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca poggia sulla solida convinzione che sia necessario un salto di qualità sia negli investimenti in capitale intellettuale che nelle pratiche di gestione manageriale, al fine di attivare un processo di crescita di lungo corso che duri nel tempo. Dal momento che l'economia della conoscenza riveste una sempre maggiore importanza, questo studio ha verificato gli effetti che le pratiche HR e le capacità di rinnovamento possono esercitare sul capitale intellettuale al fine di creare un vantaggio competitivo sostenibile. Il modello adottato ha considerato il capitale intellettuale come la somma di tre componenti: capitale umano, capitale relazionale e capitale strutturale. In un ambiente dinamico, come l'attuale, il capitale intellettuale può essere il fattore chiave per ottenere un vantaggio competitivo sostenibile, dal momento che è raro, di valore e difficile da imitare o sostituire. Per questa ragione, il presente studio ha esaminato gli elementi decisivi per la gestione del capitale intellettuale in un ambiente competitivo turbolento valutando l'impatto delle componenti del capitale intellettuale sulla soddisfazione dei dipendenti e la qualità del servizio. I dati analizzati nell'ambito di questa ricerca sono stati raccolti attraverso questionari a cui hanno risposto varie realtà operanti nel settore finanziario in Italia e alcuni dei loro partner, operanti nel settore ICT, specializzati in attività ad alta intensità di capitale umano come lo sviluppo di applicazioni informatiche. Sono state individuati alcuni importanti risultati. In primo luogo, le capacità di rinnovamento mediano la relazione tra le pratiche HR e le componenti del capitale intellettuale. In secondo luogo, il capitale umano ha un impatto positivo diretto sulla qualità del servizio. In terzo luogo, il capitale strutturale influenza positivamente la soddisfazione dei collaboratori. Quindi, la soddisfazione dei collaboratori e la qualità del servizio sono alimentati e sostenuti da differenti fattori chiave: il capitale strutturale e il capitale umano rispettivamente. Da una prospettiva pratica e manageriale questi risultati sono molto interessanti al fine di deliberare l'allocazione delle risorse aziendali per ottenere delle configurazioni di capitale intellettuale efficaci. Le ricerche future potrebbero indagare i contribuiti dei differenti portatori d'interesse sugli antecedenti e conseguenti del capitale intellettuale valutando la capacità di produrre valore e, come conseguenza, la soddisfazione dei portatori d'interesse adottando un approccio di tipo managing-for-stakeholders. I fornitori e i clienti rivestono un ruolo centrale nelle dinamiche aziendali e per questo meritano particolare attenzione negli studi che saranno svolti nel prossimo futuro.
This work is rooted in the conviction that our economies need both better investments in intellectual capital and better management practices in order to achieve higher long-term growth. Starting acknowledging the increasing importance of the knowledge economy phenomenon, this study assessed the effects that HR practices and renewal capability can exert on firm’s intellectual capital in order to create a sustainable competitive advantage. The adopted model has considered intellectual capital as the sum of three components: human capital, relational capital and structural capital. In a dynamic environment, such as today’s competitive arena, intellectual capital can be the key factor to obtain a sustainable competitive advantage, because it is rare, valuable and difficult to imitate or substitute. For this reason, the present study has examined the key drivers to manage intellectual capital in a turbulent environment evaluating the impact of firm’s intellectual capital components on employees’ satisfaction and service quality. This research has gathered data through surveys of various Italian business units operating in the financial sector and some of their ICT partners specialised in human capital-intensive activities such as software development. A set of findings has been generated. First, renewal capability mediates the relationships between HR practices and all intellectual capital components. Second, human capital has a direct positive relationship with service quality. Third, structural capital has a direct positive relationship with employees’ satisfaction. Hence, employees’ satisfaction and service quality are nurtured and fostered by different crucial drivers: structural capital and human capital respectively. From a managerial and practical perspective these findings are very interesting in order to deliberating the allocation of firms’ resources to obtain effective intellectual capital configurations. Future researches may investigate the contributions of different stakeholders to the antecedents of intellectual capital as well as the contributions to its consequences in order to produce value and, in turn, stakeholders’ satisfaction adopting a managing-for-stakeholders approach. Suppliers and customers play a central role and for this reason they deserve particular attention in future studies.
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Lipparini, Giacomo. "Transizione al 2030 verso le zero emissioni: sviluppi organizzativi necessari alla best – practice nella gestione degli asset in una moderna Impresa di Trasporto. L’esperienza di TPER S.p.a." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22373/.

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Abstract:
I cambiamenti climatici, la qualità dell’aria, l’inquinamento acustico e la congestione sono alcune delle sfide più importanti che le Aree Urbane devono affrontare. Il ruolo del TPL è determinante per la risoluzione di tali criticità e l’Operatore in fase di pianificazione e di gestione quotidiana del servizio deve necessariamente considerare anche le sue implicazioni di carattere socioculturale ed ambientale. Il presente lavoro ha l’obiettivo di analizzare la problematica dell’inquinamento atmosferico ed il quadro normativo che impongono agli Operatori di Trasporto l’elaborazione di un piano di evoluzione sostenibile della propria flotta. Ad una approfondita analisi della strategia ambientale intrapresa da anni da Tper SpA segue una simulazione degli effetti della sua applicazione nel prossimo decennio, con particolare riferimento all’andamento dell’età media della flotta e delle emissioni degli inquinanti più impattanti per la qualità dell’aria in ambito urbano (CO2, CO, NOx, PM). Grande attenzione è poi riservata all’analisi delle implicazioni organizzative e gestionali che l’adozione di nuovi sistemi di trasporto ad alta sostenibilità comporta per l’operatore. Limitarsi a considerare l’evoluzione della flotta come mera sostituzione di veicoli con omologhi meno impattanti, infatti, significherebbe l’esposizione ad un rischio strategico estremamente elevato. Si vuole dimostrare che il mantenimento e lo sviluppo delle competenze proprie dell’Operatore rappresentano l’unica possibilità per garantire il successo della strategia ambientale. L’applicazione della metodologia LCC e lo sviluppo di un continuo flusso di informazioni e feedback tra i vari attori coinvolti dal piano non rappresentano più espressioni di virtuosismo ma presupposti necessari per assicurare il futuro dell’Organizzazione.
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Toso, Giampaolo <1981&gt. "RAPPRESENTANZA 2.0 - un futuro sostenibile per le organizzazioni di rappresentanza datoriali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9410.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi 15 anni la realtà economica è cambiata totalmente. La dimensio- ne dei mercati si è modificata, le relazioni tra le persone e tutti gli attori eco- nomici sono cambiate, i poteri degli stati e dei governi sono cambiati. In questo quadro di estrema fluidità ci sono realtà che si sono modificate in tempi e modalità molto diverse una dall’altra tanto che molte realtà economiche seppur di eccel- lenza agli inizi degli anni 2000 si sono trovate a competere in “mari” troppo bur- rascosi rispetto ai loro assetti organizzativi rigidi e poco flessibili tanto da essere spazzate via nel giro di poco tempo in modo netto dal mercato e dal nuovo assetto com- petitivo. In tutto questo la letteratura economica si è concentrata soprattutto su quelle che sono le strategie e le soluzioni di cambiamento proposte per aziende che competono nel merca- to che siano queste aziende di produzione di beni o aziende che producono e vendono servizi. Il mondo politico e politico-economico si sta interrogando su quale dovrebbe essere il giusto assetto delle istituzioni per garantire i cittadini a che la macchina burocratica possa essere al tempo stesso snella e garante degli equi- libri per i quali si è sempre spesa. Equilibri che devono garantire la protezione del- le fasce di popolazione disagiata e meno garantita in quanto residente i terri- tori svantaggiati, o perché espressione di minoranze religiose o di genere. In mezzo a queste due grandi realtà e cioè lo Stato e l’Impresa il nostro paese è caratterizzato da una molteplicità di organismi intermedi che spesso hanno suppli- to a molte deficienze sia del sistema imprenditoriale che del sistema politico ita- liano, ecco allora “che fine faranno questi tipi di organismi?” E più nello specifico gli organismi di rappresentanza datoriali “come e in che tempi dovranno cambiare pelle per essere ancora attori importanti e interlocutori validi in una realtà economica e sociale così fluida?”. Quali dimensioni dovranno avere? Quali servizi dovranno prestare per far sì che la loro esistenza possa essere ancora garantita. Un’esistenza che nel tempo ha visto sempre di più, anche per questo tipo di realtà, affievolirsi l’intervento statale e che ha reso le Associazioni di Categorie vere e proprie aziende di servizi da un lato e realtà di rappresentanza deboli dall’altro. Forse però il destino di queste realtà è tornare alle loro funzioni iniziali cioè di realtà che rappresentano il mondo imprenditoriale da un lato e che colloquiano costantemente con il mondo politico dall’altro. Certo, però con che mezzi? Con quale tipologie di organizzazioni e con quali dimensioni? Questi sono gli interrogativi per i quali sarebbe importante avviare un filone di studi, volti a dare un modello credibile e verosimilmente sostenibile a realtà importanti come le associazioni datoriali di categoria. Il lavoro cercherà quindi di indagare dapprima sui numeri che questo si- stema rappresenta in Italia, sul loro tipo di modello organizzativo, su quelli che sono i servizi prestati e più o meno apprezzati dai clienti delle stesse prendendo in considera- zione una realtà importante come quella di Confartigianato Venezia e proponendo possibili soluzioni organizzative più efficienti per questo tipo di organizzazioni.
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Centrone, Giampaolo. "Modeling a real-time decision support system for HazMat transportation in a sustainable oriented motorway of environment." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3119.

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Abstract:
2007/2008
The combined effects of economic globalization, development of transport systems and new communication techniques have had a profound infuence on world development. The expansion of transport systems favors the increase of geographic mobility so that the existence of a complete highways network, adequately managed and maintained and with sufficient capacity, is essential for the good progress of the national economy. The expansion of transport systems is coupled with the rise in land prices and the increase of air and noise pollution. In this development, we observe that dangerous goods are used in many processes in industries all over the world and this has been justified by the economic revenue which is generated by their use. A dangerous good is any solid, liquid, or gas that can harm people, other living organisms, property, or the environment. They are often subject to chemical regulations. An equivalent term, used almost exclusively in the United States, is hazardous material (hazmat or HAZMAT). Due to its nature, every production, storage, and transportation activity related to the use of HAZMAT has many risks for both society and the environment. HAZMAT are transported throughout the world in a great number of road shipments. In spite of HAZMAT accidents being rare events, the commercial transport of HAZMAT can be catastrophic in nature and poses risks to life, health, property, and the environment due to the possibility of an unintentional release. In this scenario, a new factor has acquired more and more importance: sustainability. As a consequence, it is necessary to integrate risk mitigation and prevention measures into transport management in order to avoid the risks turning into real events. Three different topics are developed within the above framework. 1 - A business approach, named corporate sustainability, that creates longterm shareholder value by exploiting opportunities and managing risks deriving from economic, environmental and social developments. 2 - An assessment of risk and accident impacts related to dangerous goods transport with particular attention paid to HAZMAT on the road in a motorway environment. 3 - A DSS (Decision Support System) model for the management of the HAZMAT transportation.
XXI Ciclo
1951
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Capannelli, Martina. "La gestione dei raee per la sostenibilita delle organizzazioni. Il caso dell'Ateneo di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6068/.

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Fiscella, Ermanno. "La gestione delle apparecchiature elettriche elettroniche (AEE) a fine vita per la sostenibilità delle organizzazioni. Caso studio: collocazione di un centro di raccolta AEE nel plesso ingegneristico di via Terracini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Dopo una breve panoramica sullo sviluppo sostenibile e sui Millennium Sustainable Goals, ossia sui 17 obiettivi mirati ad essere raggiunti entro il 2030 per creare un mondo che sia il più possibile sostenibile, verrà analizzato il contesto appartenente al mondo universitario finalizzato ad educare e formare gli individui che vi fanno parte nel percorso della sostenibilità. Dati gli alti volumi di RAEE informatici prodotti dall’Ateneo dell’Università di Bologna, non possono essere considerati dei rifiuti da collocare in discarica, ma bisogna innanzitutto pensare a questi come dei beni da recuperare e riutilizzare. Inoltre, con la creazione delle unità locali da parte delle Università per ciascuna sede. Sarà quindi analizzata la normativa di riferimento riguardante le AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche), ponendo il focus sui punti che possano interessare un futuro centro di raccolta e riparazione AEE da collocare. L’obiettivo che viene proposto nell’elaborato è quello di progettare e di verificare la fattibilità di un centro di raccolta e riparazione di AEE informatici presso il polo ingegneristico dell’Università di Bologna, sito in via Terracini, e di creare un modello esportabile presso altre realtà universitarie. In particolare verrà redatto un elenco delle attrezzature e di tutte le altre risorse necessarie all’avviamento del centro di raccolta. Al fine di avere un quadro di riferimento della realtà interna ed esterna alla struttura che si vuole realizzare e di perseguire gli obiettivi in modo mirato, è stata redatta una matrice S.W.O.T.. In conclusione sono stati definiti gli obiettivi raggiunti e gli sviluppi futuri, mirati soprattutto alla sensibilizzazione degli studenti e alla comunicazione riguardo la problematica dei RAEE, che col passare degli anni acquista sempre più importanza a causa dei rapidi tassi di obsolescenza e alla riduzione del ciclo di vita delle attrezzature informatiche.
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GONZALEZ, JUAN PASTOR. "Habitat popolare e organizzazioni comunitarie nella periferia sud di Buenos Aires. Per un modello sostenibile di sviluppo umano. La lottizzazione sociale di Villa Brown (2013-2020)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/331478.

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Abstract:
La ricerca analizza l'esperienza del Programma Lotti con Servizi a Villa Brown, Florencio Varela, Provincia di Buenos Aires tra gli anni 2013 e 2020, realizzata dal comune su proposta del Consiglio Comunitario per la Terra e l'Abitazione. Tale programma si svolge nell'ambito della Legge 14449 nota come “Legge sull'accesso equo all'habitat” sancita nel 2012, utilizza terreni di proprietà del comune, con l'obiettivo di consentire l'accesso al suolo urbano alla popolazione del partito, in continuità con le più generali politiche dello Stato in materia di urbanizzazioni sociali. In questo senso, le diverse logiche e articolazioni messe in gioco dai protagonisti vengono esaminate nell'ambito di questa esperienza, data in un dato territorio, con una popolazione eterogenea, basata su un modello di politica sull'habitat popolare e tenendo conto delle organizzazioni e istituzioni che operano sul territorio. Tra questi possiamo nominare lo stato ai suoi tre livelli: nazionale, provinciale e municipale, la Pastorale Sociale del Vescovado di Quilmes, Berazategui e Florencio Varela, la Central de Trabajadores de la Argentina (CTA), il Movimento Evita e la Corrente Classista e Combativa (CCC). Questa ricerca si propone di indagare le diverse articolazioni tra famiglie, istituzioni e organizzazioni sociali tra loro, nonché le logiche che influenzano le loro azioni, e il loro impatto sullo sviluppo dell'esperienza del Programma dei lotti con servizi a Florencio Varela tra il 2013 e il 2020. Con questo obiettivo in primo luogo contestualizziamo storicamente le traiettorie dello Stato, delle organizzazioni e delle istituzioni sociali coinvolte nella questione dell'habitat popolare, in particolare in Florencio Varela e l'impatto sui quartieri e gli insediamenti del territorio, fondamentalmente dall'emanazione della Legge 14449 Fiera accesso all'habitat. Successivamente, vengono descritti gli attori intervenienti, le loro metodologie di lavoro e le logiche settoriali messe in gioco sulla base del concetto di matrice sociale. In questo modo si cerca di problematizzare le controversie sull'accesso all'habitat nella periferia sud della provincia di Buenos Aires e l'impatto sulla traiettoria di una politica pubblica sul tema basata sull'esperienza di articolazione e collaborazione tra i diversi livelli di lo Stato, le istituzioni e le organizzazioni sociali e gli abitanti del lotto sociale, per concludere poi analizzando le diverse logiche e razionalità relazionali messe in gioco al loro interno.
La investigación analiza la experiencia del Programa de Lotes con Servicios en Villa Brown, Florencio Varela, Provincia de Buenos Aires entre los años 2013 y 2020, llevado a cabo por el municipio a propuesta del Consejo Comunitario para la Tierra y la Vivienda. Este programa se lleva a cabo en el marco de la ley 14449 conocida como “Ley de acceso justo al hábitat” sancionada en el año 2012, utiliza terrenos de propiedad del municipio, con el objetivo de permitir el acceso a suelo urbano a la población del partido, en continuidad con las políticas más generales del Estado en materia de urbanizaciones sociales. En ese sentido se examinan las distintas lógicas y articulaciones puestas en juego por los protagonistas en el marco de esta experiencia, dada en un territorio determinado, con una población heterogénea, a partir de un modelo de política sobre el hábitat popular y teniendo en cuenta a las organizaciones e instituciones que trabajan en el territorio. Entre ellas podemos nombrar al estado en sus tres niveles: nacional, provincial y municipal, a la Pastoral Social del Obispado de Quilmes, Berazategui y Florencio Varela, a la Central de Trabajadores de la Argentina (CTA), el Movimiento Evita y la Corriente Clasista y Combativa (CCC). Esta investigación tiene como objetivo indagar las distintas articulaciones entre las familias, las instituciones y las organizaciones sociales entre sí, como también las lógicas que influyen en sus acciones, y su incidencia en el despliegue de la experiencia del Programa de lotes con servicios en Florencio Varela entre el 2013 y el 2020. Con ese objetivo, primero contextualizamos históricamente las trayectorias del Estado, las organizaciones e instituciones sociales involucradas en el tema de hábitat popular, específicamente en Florencio Varela y el impacto en los barrios y asentamientos del territorio, fundamentalmente a partir de la sanción de la Ley 14449 de Acceso justo al hábitat. Seguidamente, describimos a los actores intervinientes, sus metodologías de trabajo, y lógicas sectoriales puestas en juego a partir del concepto de matriz social. De esta manera buscamos problematizar las disputas por el acceso al hábitat en el conurbano sur de la provincia de Buenos Aires y la incidencia sobre la trayectoria de una política pública sobre el tema a partir de la experiencia de articulación y colaboración entre los distintos niveles del Estado, las instituciones y organizaciones sociales y los habitantes del loteo social, para luego concluir analizando las distintas lógicas relacionales y racionalidades puestas en juego al interior de las mismas.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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Conference papers on the topic "Organizzazione sostenibile"

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Lariccia, Stefano, Robert M. Karn, and Marco Stefanoni. "Green’ntropy: semantic web / pragmatic web e Officine per la Sostenibilità della Ricerca come motore per riattivare la riqualificazione energetica degli edifici pubblici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7914.

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Abstract:
In questo “position paper” si rappresentano obbiettivi modelli e metodi per contribuire ad avviare una campagna attiva di ricerca e sensibilizzazione sociale basata sull’interazione attraverso reti sociali e reti di automi basata nel Parco della Ricerca Enea Casaccia. Viene fornita un’anticipazione di quello che vuole essere il progetto “Sistemi Aperti Sapienza”; viene poi fornita una descrizione delle motivazioni di partenza e della riflessione che ha generato questa idea progettuale. Poi vengono considerate le ragioni per la convergenza di partner, identificati nei principali organismi della ricerca nel nostro territorio, in una organizzazione regionale guidata e ospitata da ENEA per raggiungere più rapidamente gli obiettivi dichiarati. La proposta prevede l’ implementazione presso ENEA, di un “FabLab”, un laboratorio finalizzato alla realizzazione di prototipi virtuali / reali, ovvero progettati attraverso software di modellazione 3d e stampabili attraverso stampanti 3d dall’utilizzatore finale. Ciò avverrebbe sulla scorta di quanto sta rapidamente diffondendosi in Italia e nel mondo sull’esempio del Center for Bits and Atoms (CBA) - MIT di Boston fondato da Neil Gershenfeld. Il FabLab Casaccia dovrebbe essere realizzato come una delle previste Officine della Sostenibilità specializzata nella produzione di soluzioni per la riqualificazione energetica degli edifici, per l’ applicazione delle energie sostenibili, per la diffusione virale di educazione e consapevolezza energetica e ambientale. Questo progetto, è pensato come un contributo di Sapienza nell’ambito della partnership al progetto di riqualificazione del Parco ENEA finalizzato ad operare per l’applicazione, prevista entro il 2015, delle misure di riqualificazione degli edifici nel settore della Pubblica Amministrazione.
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