Journal articles on the topic 'Organizzazione sanitaria'

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Puca, Antonio. "Economia e politica come ideologia: Il problema del razionamento delle cure sanitarie." Medicina e Morale 42, no. 2 (April 30, 1993): 307–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1059.

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Abstract:
Lo studio prende in esame il problema dell'allocazione delle risorse in ambito sanitario valutandone le implicazioni etiche e sociali. Dopo un'analisi sociologica di modelli di organizzazione sanitaria, l'Autore fa una valutazione etica del problema, sottolineando come la razionalizzazione del sistema assistenziale e delle prestazioni venga prima del razionamento delle cure sanitarie. Ma qualora questo si renda necessario occorre far riferimento ad alcuni criteri: l'etica delle virtù; le procedure pubbliche; l'equa distribuzione, una buona pratica medica, il ruolo dei cristiani, tenendo presente che il medico non può essere il controllore delle risorse per via dei suoi obblighi morali nei confronti del paziente.
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D’Ugo, D., A. Cambieri, L. Mascellari, and F. Berloco. "Organizzazione e management per la qualità totale della prestazione sanitaria." Medicina e Morale 45, no. 2 (April 30, 1996): 251–70. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.914.

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Abstract:
Uno dei temi di maggiore interesse ed attualità in ambito sanitario è la necessità di conciliare l’attenzione verso le esigenze assistenziali della popolazione con il contenimento dei costi, di per sé in crescita costante e per molti aspetti incontrollabile. Questa sfida è stata sino ad oggi solo in parte raccolta dal nostro Sistema Sanitario, anche a causa di una incompleta ed inadeguata formazione degli operatori su tali tematiche. Nondimeno, le ricerche finalizzate ad un più razionale utilizzo delle risorse disponibili sono sempre più numerose ed - ovviamente - coinvolgono direttamente i clinici. Tra gli aspetti indagati frequentemente vi è quello che concerne l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri. Muovendo da queste considerazioni gli Autori hanno voluto analizzare i margini di azione entro cui è possibile impostare seri programmi di tutela dei bisogni collettivi di salute che soddisfino sia le esigenze di una maggiore qualità delle prestazioni sanitarie - anche attraverso soluzioni organizzative alternative rispetto al ricovero tradizionale - sia i necessari requisiti di eticità, secondo la visione morale personalistica.
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Condò, Franco. "Presentazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 7–8. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000435.

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Abstract:
Accolgo con favore l'iniziativa del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di realizzare un'edizione italiana del rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Questa pubblicazione, ottimamente curata dal dr. Pompeo Martelli, è motivo d'orgoglio per la nostra Azienda impegnata nel miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari e delle prestazioni offerte alla cittadinanza per la promozione della salute, la prevenzione, la cura e la riabilitazione.Gli operatori della salute pubblica del nostro paese si confrontano sempre più spesso con cittadini provenienti da altre culture.Le regole per l'assistenza sanitaria agli immigrati indirizzate dal Ministero della Salute agli operatori del SSN e ai cittadini che provengono da paesi non appartenenti all'Unione Europea e le “Linee guida per l'assistenza sanitaria agli stranieri” pubblicate dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio pur caratterizzandosi come iniziative molto avanzate nel panorama normativo europeo hanno altresì bisogno di un valido e collaudato modello di servizio sanitario “culturalmente sensibile”, obiettivo questo che la nostra Azienda si è impegnata a percorrere considerando che lo sviluppo di nuove procedure di accesso per utenti stranieri conduce a cambiamenti significativi nell'attuale organizzazione dei servizi.
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Bongiorno, Francesco. "III. Flussi migratori ed organizzazione sanitaria: l'esperienza della Regione Sicilia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (November 2017): 205–10. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-003018.

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Bignamini, Angelo A. "La persona centro e misura di ogni sistema sanitario." Medicina e Morale 51, no. 1 (February 28, 2002): 81–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.713.

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Abstract:
L’organizzazione sanitaria è l’insieme delle strutture, funzioni e responsabilità che dovrebbe garantire l’adeguata gestione della sanità in un ambito definito. I soggetti coinvolti nel sistema sanitario sono le persone afferenti (sane e malate); gli operatori (medici e operatori sanitari non medici); l’ambito in cui esso viene attuato (società). Essa è quindi il punto di incontro di tre realtà eminentemente umane: la medicina, l’etica, la società. I requisiti per un’adeguata organizzazione sanitaria implicano perciò la coesistenza dei principi fondamentali della medicina, dell’etica, della convivenza sociale. La medicina pone al suo centro il bisogno dell’essere umano che incontra il limite ai propri diritti nativi alla vita (cioè la morte) e alla salvaguardia di salute e integrità (cioè la malattia). La convivenza sociale impone la ricerca di un equilibrio tra i bisogni di ciascuno e la capacità di risposta della collettività nel suo complesso, incluse anche le capacità spontanee di aggregazione e di servizio, secondo priorità dettate dalla natura del soggetto del bisogno (la persona umana malata) e non pregiudizialmente definiti dall’osservatore. L’etica tutela i diritti nativi del soggetto (quoad justum), quindi determina procedure coerenti con la natura di quanti implicati nella progettazione e gestione dell’organizzazione sanitaria. In un approccio bioetico ontologicamente fondato, i criteri primi sono quelli che si riferiscono ai soggetti autonomamente esistenti, quindi alle persone. Subordinati e dialoganti con questi sono i criteri secondi, cioè quelli relativi alle entità per sé non esistenti se non in dipendenza dell’essere dei soggetti autonomi: la società e, in ulteriore subordine, il “governo”, sia esso regionale, sia nazionale. Esistono visioni alternative, nelle quali i criteri principali sono invece quelli, di stampo illuminista, relativi alla “collettività”, allo “stato”, cui si debbono subordinare i singoli “individui”. Già l’utilizzo di “individuo” contrapposto a “persona” mette in luce come questo approccio sia ideologico (basato su ipotesi astratte definite a priori) anziché scientifico (basato sull’osservazione della realtà). I due approcci originano sistemi organizzativi della sanità contrapposti tra loro, con ruoli diversi anche per gli operatori e soprattutto per il medico. Nel modello illuminista di stato etico gli strumenti matematico-statistici e matematico- economicisti (DRG, EBM, linee guida) diventano gabbie interpretative (ideologiche) della realtà. Nel modello sociale tutti gli strumenti disponibili vengono impiegati come uno dei mezzi possibili, insieme a scienza, coscienza e compassione, per descrivere la complessa realtà della singola persona che si pone in relazione con il medico portando i propri bisogni di salute, espressi ed inespressi. Secondo la bioetica personalista il criterio giustificante di qualunque “sistema” e qualunque “organizzazione”, inclusa l’organizzazione della sanità, è il “bene” di tutti i soggetti (malati e operatori con pari dignità), che si manifesta nel rispetto dei loro diritti, primo fra tutti il diritto alla difesa di vita e integrità, alla salvaguardia della salute, al rispetto dei criteri morali e religiosi di ciascuno. In questo contesto la persona rimane l’elemento centrale di riferimento della “organizzazione”, il rispetto della natura della persona rimane la misura della sua validità, la possibilità del “bene” della persona resta il criterio di valore. Esperienze in atto con questa visione non sembra siano, peraltro, meno efficienti di quelle basate sulla visione opposta. In questo contesto il medico, essendo l’operatore più prossimo al soggetto, ha però anche la responsabilità di agire come difensore dei diritti del malato (funzione etica) nei confronti del sistema organizzativo, anziché essere semplicemente un “fornitore di servizi”, dato che la salute non può essere ricondotta a “prodotto” o “servizio”, né può comprimersi nella definizione di “cliente” o “utente” la persona malata.
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Gibson, Mary, Rodolfo Taiani, and Frank M. Snowden. "Il governo dell'esistenza: Organizzazione sanitaria e tutela della salute pubblica in Trentino nella prima meta del XIX secolo." American Historical Review 103, no. 1 (February 1998): 227. http://dx.doi.org/10.2307/2650883.

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Ceccim, Ricardo Burg. "Alla ricerca di dispositivi socio organizzativi per qualificazione dei servizi sanitari e sociali: un contributo riflessivo sull’esperienza osservata." Saúde em Redes 8, no. 1 (May 10, 2022): 295–303. http://dx.doi.org/10.18310/2446-4813.2022v8n1p295-303.

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Abstract:
Questo testo contempla la riflessione presentata alla fine della “Fiera degli strumenti: metodologie per la qualificazione dei servizi e delle organizzazioni sanitarie e sociali”, realizzata in febbraio 2018, all’interno del Laboratorio Italo-Brasiliano di Formazione, Ricerca e Pratiche in Salute Collettiva, avvenuto nello spazio formativo dell’ex ospedale psichiatrico "Francesco Roncati", oggi sede dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna, Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna, Bologna/Italia. La “Fiera degli Strumenti” pretendeva mettere in gioco diversi strumenti di “formazione situata”. I presentatori portavano una strategia tra quelle usate nei loro propri progetti di formazione in servizio, e le avrebbero offerto a partecipanti “esploratori” delle loro possibilità, cioè, userebbero la strategia, non come una “lezione frontale”, ma come “azione sperimentale”.
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Mosa, Elena. "L’uso degli ambienti fisici e virtuali durante l’emergenza sanitaria." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 36–45. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.332.

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Abstract:
Il contributo si basa sui dati raccolti nel corso dell’indagine “Impatto della Pandemia sulle Pratiche Didattiche e Organizzative delle Scuole Italiane nell’Anno Scolastico 2020/21” condotta da Indire su un campione statisticamente rappresentativo. La survey richiama le dimensioni dei framework europei DigCompOrg e DigCompEdu, ovvero: 1) Modalità didattiche 2) Valutazione 3) Supporti e risorse per la didattica 4) Spazi, infrastrutture e tecnologie 5) Formazione continua 6) Organizzazione e leadership scolastica 7) Collaborazione e networking. Il rispondenti all’indagine sono stati 2.546 docenti variamente distribuiti sul territorio nazionale e rappresentativi della scuola primaria, secondaria di I e di II grado. Nello specifico, l’articolo intende approfondire i risultati relativi alla dimensione “spazi, infrastrutture e tecnologie” con l’obiettivo di analizzare l’uso degli spazi scolastici interni ed esterni all’edificio anche in modalità integrata e potenziata dagli ambienti on line. Come è noto, gli spazi e le infrastrutture tecnologiche hanno ricoperto un ruolo fondamentale durante la pandemia. I primi, perché sono risultati essenziali al fine di garantire il distanziamento sociale minimo nel rispetto dei provvedimenti sanitari emanati dal CTS. Le infrastrutture e le tecnologie, inoltre, si sono rivelate essere la conditio sine qua non per garantire le attività didattiche nei vari assetti: in presenza, online o a classi ibride. Assicurare un device a tutti, disporre di connessioni sufficientemente robuste da consentire molteplici accessi in contemporanea (a casa, come a scuola) sono state alcune delle principali sfide fin dai primi giorni di lockdown. Al perdurare dell’emergenza sanitaria e dei relativi provvedimenti necessari al contingentamento della diffusione del virus, si sono poste anche questioni legate alla disponibilità di ambienti domestici dedicati per consentire il corretto svolgimento delle attività didattiche. Ambienti che, non di rado, risultavano inidonei se, ad esempio, dovevano essere condivisi con altri fratelli o sorelle o con i genitori in smart working. I patti educativi di comunità sono stati richiamati nel Piano Scuola 2020/21 al fine di incoraggiare collaborazioni virtuose tra scuola e territorio e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra le scuole e le comunità educanti, anche in relazione al quadro di complessità generato dalla pandemia. Il Piano 2020/21 specifica, tra i vari obiettivi, la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, per svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali. Si è pertanto inteso indagare la tipologia e la frequenza di utilizzo di ambienti diversi dall’aula scolastica e le motivazioni che hanno sotteso a tali scelte. Il contributo intende fornire una sintesi e una riflessione critica a partire dai dati emersi dal questionario.
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Belvedere, Valeria, Simone Laratro, and Stefano Villa. "Integrazione della catena logistica nel settore sanitario: quali strategie sono implementate?" MECOSAN, no. 122 (December 2022): 45–57. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14617.

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Abstract:
Lo studio fa luce sulle strategie di integrazione della logistica dei beni nel settore sanitario. La presente ricerca focalizza l'attenzione sulla partnership tra fornitori e aziende sanitarie e si pone l'obiettivo di rispondere a tre diverse domande: i) quali sono le strategie di integrazione che le organizzazioni sanitarie cercano di attuare con i propri fornitori?; ii) quali sono i vantaggi e le barriere delle diverse strategie di integrazione?; iii) quali sono le condizioni organizzative per una strategia di integrazione di successo?I dati sono stati raccolti mediante la somministrazione di un questionario rivolto ai Responsabili Acquisti/Logistici delle aziende sanitarie del centro-nord Italia. La popolazione target finale per questa analisi era costituita da 135 unità. Il tasso di risposta è stato del 46%.Le evidenze mostrano un notevole grado di maturità delle organizzazioni sanitarie. I progetti di integrazione tendono a focalizzarsi maggiormente sui beni più costosi e complessi: (i) dispositivi medici e (ii) materiali per sale operatorie. Le organizzazioni sanitarie cercano partner industriali in grado di offrire elevati standard di qualità dei servizi logistici. La standardizzazione, il commitment del top management e la rilevanza strategica della funzione logistica sono ampiamente considerati come aspetti chiave per l'implementazione di successo di questi progetti.
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Mancini, Elena. "L’autosperimentazione nelle malattie rare: analisi dei profili etici e indicazioni per una possibile governance / The self-experimentation on rare diseases: analysis of ethical profiles and instructions for a possible governance." Medicina e Morale 66, no. 1 (March 15, 2017): 45–61. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.475.

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Abstract:
Le malattie rare raggruppano un numero elevato di patologie molto diverse tra loro, accumunate, dalla bassissima frequenza statistica nella popolazione (penetranza). Ne consegue una scarsissima numerosità di pazienti per ogni singola patologia e una loro distribuzione in diverse aree geografiche, fattori che comportano oggettive difficoltà nel reclutamento dei pazienti in studi sperimentali e nel coordinamento e organizzazione della ricerca con conseguente ridotta possibilità di effettuare studi clinici e ricerche di carattere genetico. In tale quadro, al fine di fare fronte alle drammatiche necessità di assistenza socio-sanitaria, cura e riabilitazione dei malati rari, sono sorte, in gran parte per merito degli stessi familiari, le associazioni di malati rari. Attualmente tali associazioni svolgono un’attività significativa nella proposizione, organizzazione, partecipazione diretta e pubblicazione dei risultati di ricerche scientifiche. Tale ruolo, rende le associazioni dei pazienti protagoniste anche nel sostegno all’organizzazione e realizzazione di studi clinici e sperimentazioni di farmaci in modo del tutto autonomo e indipendente da controlli da parte delle autorità sanitarie e dei comitati etici. Tale fenomeno noto come “Research Led by Participants” è stato reso possibile dalle enormi potenzialità di contatto e organizzazione offerte dalla rete che ha consentito la creazione di comunità virtuali di pazienti, di siti e blog dedicati all’informazione e comunicazione, e più recentemente, alla raccolta di dati, alla pubblicazione di risultati di ricerche condotte dai malati, nonché al reclutamento degli stessi per la conduzione di tali studi, secondo il modello proposto, ad esempio, dal sito PatientsLikeMe. Non possono tuttavia essere trascurati gli importanti aspetti etici implicati dalla ricerca condotta dai partecipanti. Tali aspetti concernono, come evidente, sia la validità scientifica di tali studi che la protezione dei soggeti che aderiscono alla sperimentazione. Si tratta di una forma di sperimentazione del tutto nuova che richiede la capacità di proporre una modalità di gestione condivisa tra cittadini/pazienti, “terzo settore”, ricercatori, istituzioni e comitati etici in grado di valorizzarne i potenziali benefici conoscitivi creando regole etiche “misurate” su tali circostanze. Nell’articolo sarà proposto un modello teorico di governance del fenomeno e saranno indicati possibili criteri etici operativi. ---------- Rare diseases gather up a large number of different pathologies, all very different among them but similar for the low statistical attendance of population (penetrance). Therefore there is a very low number of patients sick of the same pathology and their presence in different geographical areas makes objectively difficult to recruit patients in order to study their disease and coordinate and organize the research of the pathology. As a consequence there is a very reduced possibility to carry on clinical studies and genetic researches. In this framework, in order to face the dramatic necessity of sociological and sanitary assistance, treatment and rehabilitation of the rare patients, families members generally organize Rare Diseases Patient Organizations. At the moment these organizations develop an important activity with regard to organization, proposals, direct participation and publication of the scientific research results. These organizations also play an important part in supporting the organization and the realization of clinical trials. They play in total autonomy and are independent from every ethical and scientific oversight by the sanitary authorities and ethical committees. This extraordinary event known as “Research Led by Participants”, has been realized thanks to the large contacts possibilities and organization offered by the web which made possible the creation of virtual communities of patients, of blog and web site for information and communication and, more recently, for collecting statistical data, publication of the patients research results and the recruitment of patients in order to manage the studies following the rules and models proposed, for example, by the web site “PatientsLikeMe”. We must however put in evidence the important ethical issues involved in the research led by the participants. These aspects concern, obviously, either the scientific validity of these studies or the protection of the subjects who accept to be submitted to the experimentation. It is a completely new way of experimentation that requires the capacity to propose and follow a governance that must be accepted and shared by citizens/patients, “third sector”, research workers, institutions and ethical committees able to exploit the potential advantageous knowledge and create ethical rules inspired to those new situations. In this article it will be proposed a theoretical model of governance of this phenomenon and also it will be outlined ethical rules for operative plans.
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Troiano, Pasquale, Maurizio Buscemi, Emilio Campos, Luigi Mele, Fabrizio Pregliasco, Carlo Signorelli, Sandro Vergani, and Matteo Piovella. "Linee Guida e raccomandazioni per l’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2. Organizzazione dell’attività assistenziale oculistica per evitare il contatto tra soggetti sani e soggetti positivi asintomatici contagiosi." AboutOpen 7, no. 1 (November 23, 2020): 76–79. http://dx.doi.org/10.33393/abtpn.2020.2201.

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Abstract:
The Italian Ophthalmological Society (SOI) has developed clinical practice guidelines for the care of ophthalmic patients during the coronavirus disease 2019 (COVID-19) pandemic. The aim of this document is to define guidelines that would help ophthalmologists in their clinical activities through the adoption of recommended procedures to avoid common organization and management of positive asymptomatic contagious patients and healthy people. They are based on data available in scientific literature and real clinical experience. The document underlines the unique nature of ophthalmology and its impact on people’s health and wellbeing, outlines minimal requirements to be able to perform ophthalmology procedures, discusses the use of disposable devices and materials and outlines the criteria to manage potentially contagious patients and healthy people.
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Marino, Leda, Cristina Curcio, Ilaria Marinaro, Morena Mosca, and Vincenza Capone. "Emergenza da COVID-19 e benessere psico-sociale degli operatori sanitari: una revisione sistematica della letteratura." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (June 2021): 76–99. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002006.

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Abstract:
L'emergenza da COVID-19 pone le organizzazioni sanitarie di fronte ad una sfida e com-porta un sovraccarico lavorativo degli operatori senza precedenti. Medici e infermieri non solo sono stati sovraesposti al rischio contagio, ma si sono ritrovati anche ad affrontare una com-pleta riorganizzazione del lavoro e le poche risorse a disposizione, connesse a nuove modalità di relazione e comunicazione con colleghi e pazienti, l'isolamento, l'utilizzo continuo di DPI, hanno scandito una nuova quotidianità con potenziali conseguenze sul benessere lavorativo e mentale degli operatori stessi. Obiettivo di questo lavoro è stato quello di sistematizzare i prin-cipali studi che hanno indagato il benessere e il malessere degli operatori sanitari durante la pandemia, mediante una revisione sistematica della letteratura. Sono emersi tre nuclei tematici principali: (1) stress lavoro correlato e malessere psicofisico; (2) differenze di ruolo e caratteri-stiche sociodemografiche nel fronteggiamento delle emergenze; (3) training, supporto e forma-zione organizzativa. Differenze sono emerse in termini di ruolo, età e reparti di afferenza. I ri-sultati propongono una riflessione sulle pratiche da impiegare per il sostegno degli operatori sanitari impegnati dell'emergenza COVID-19 e le successive fasi, che tengano conto delle dif-ferenze di genere, del ruolo e del setting professionale. Interventi individuali finalizzati al con-trollo dello stress, supporto di gruppo e una cultura improntata al coinvolgimento sembrereb-bero essere quelli maggiormente efficaci nella prevenzione dei rischi psico-sociali durante la pandemia. Tra i limiti del lavoro, la presenza di studi principalmente cross-sectional e prove-nienti da realtà geografiche e organizzazioni sanitarie molto differenti tra loro.
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Loner, Arnaldo. "Il lavoro del medico: La legge, la deontologia." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 4 (March 22, 2022): 248–54. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-5.

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Abstract:
Gli esseri umani stanno insieme, vivono insieme. Sono milioni nelle grandi capitali, poche migliaia nei piccoli centri. Il loro stare vicini cagiona e promuove incontri, relazioni, rapporti. Anche contrasti. Sono necessarie delle regole, una disciplina. Questo per ogni settore delle molteplici attività umane. La sanità rappresenta un elemento essenziale nella vita delle comunità e sussiste una particolare necessità di regolamentare compiutamente lo svolgimento di questa indispensabile attività di protezione della vita e della salute dell’uomo. Lo stato, con il parlamento e le istituzioni locali provvedono a disciplinare in modo dettagliato con specifiche disposizioni legislative il funzionamento delle organizzazioni sanitarie e il lavoro degli operatori sanitari. Vi sono numerose leggi che obbligano tutti i cittadini, non soltanto gli addetti alla sanità, all’applicazione ed al rispetto delle disposizioni.
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Fanelli, Simone, Chiara Carolina Donelli, Fiorella Pia Salvatore, and Antonello Zangrandi. "Migliorare la performance nelle aziende sanitarie pubbliche: il contributo dei professionisti-manager." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 123–35. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14620.

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Abstract:
Le aziende sanitarie pubbliche sono da sempre impegnate nell'identificare soluzioni organizzative e manageriali che permettano di rispondere con successo alle molteplici pressioni a cui sono sottoposte. In questo scenario, fondamentale è il ruolo dei professionisti. L'obiettivo del presente lavoro è quello di indagare quali strategie possono essere adottate dalle aziende per valorizzare e supportare i professionisti al fine di migliorarne la performance. I risultati della ricerca evidenziano che le aziende sanitarie devono supportare il "professionista-manager" in grado di generare un clima collaborativo nella sua organizzazione; di comunicare a livello interpersonale; di definire obiettivi coerenti con le risorse disponibili; di fare valutazioni di efficienza, efficacia e qualità; di conoscere la propria organizzazione.
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Panza, Costantino, and Michele Gangemi. "Lo sguardo interessato del pediatra di famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (July 2021): 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001009.

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Abstract:
La figura del pediatra delle cure primarie è definita da quel professionista che non si impegna a curare il bambino limitatamente alle richieste dei genitori o durante i momenti di patologia acuta; il pediatra si prende cura della famiglia e dell'ambiente che si interrelaziona con il bambino; esce dall'ambulatorio per partecipare attivamente alla vita di comunità contribuendo a costruire, affiancato ad altri professionisti, volontari, organizzazioni o agenzie sanitarie ed educative, programmi di sostegno per i genitori e le famiglie che possano essere supportati dalle risorse locali disponibili. Insieme ai servizi sanitari e sociali della comunità locale, il pediatra si impegna nella costruzione di una rete di professionisti con specifica formazione ed esperienza nella promozione della salute del bambino e della sua famiglia e nella prevenzione di stili di vita potenzialmente negativi. Gli autori evidenziano due ambiti della cura che coinvolgono in tal senso la pediatria delle cure primarie a garanzia della salute del bambino, della sua famiglia e della collettività: il maltrattamento e le vaccinazioni.
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Sollami, Alfonso, Luca Caricati, Monica Bianconcini, Cinzia Guidi, and Tiziana Mancini. "Misurare la cultura della sicurezza: primo adattamento italiano del Safety Attitude Questionnaire (SAQ)." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002007.

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Abstract:
L'obiettivo dello studio č fornire un primo adattamento al contesto sanitario italiano del(SAQ), uno strumento largamente utilizzato nel contesto anglosassone per misurare la cultura della sicurezza. La versione italiana, tradotta e adattata dall'originale inglese, č stata somministrata a 660 professionisti sanitari (infermieri, ostetrici e fisioterapisti) provenienti da diverse aziende ospedaliere della Regione Emilia Romagna e impegnati in aree di lavoro diverse (Medicina, Chirurgia, Materno-Infantile e Sale Operatorie). I risultati hanno mostrato una struttura fattoriale solo in parte simile a quella originale. Tre fattori sono stati, infatti, estratti: un fattore Prossimale all'agire quotidiano (clima di sicurezza e clima di lavoro), un fattore Distale alla pratica professionale (organizzazione dell'azienda) e un fattore di Stress. Essi riaccorpano i sei riscontrati nelle ricerche condotte in altri paesi e mostrano una buona validitŕ di contenuto, indici di adattamento accettabili e invarianza strutturale tra le tre diverse aree di provenienza delle unitŕ operative. Seppure preliminari, i risultati evidenziano alcune specificitŕ che richiamano ai significati che la cultura della sicurezza assume nel contesto italiano.
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Philippe, J. M., C. Bertrand, C. Ammirati, C. Amsallem, M. Wakim, J. M. Dean, M. Heidet, P. Cano, and S. Beaume. "Rischio chimico maggiore: organizzazione della risposta del sistema sanitario." EMC - Urgenze 26, no. 4 (December 2022): 1–16. http://dx.doi.org/10.1016/s1286-9341(22)47153-5.

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Dal Maso, Maurizio. "Project Management nelle organizzazioni sanitarie: lo stato dell'arte." PROJECT MANAGER (IL), no. 17 (February 2014): 16–19. http://dx.doi.org/10.3280/pm2014-017005.

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Bonizzoni, Paolo, Alessandra Marinoni, Alessandra Mogliati, Angela Pistorio, Roberta Brusotti, Giacinto Buscaglia, and Sergio Schiaffino. "Psychiatric information system of Liguria Region: preliminary results. The case register of Liguria Region." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 2 (August 1994): 115–22. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003560.

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Abstract:
RiassuntoSono descritte con la stessa metodologia impiegata in altre quattro aree italiane sedi di Registro psichiatrico dei casi, le caratteristiche del bacino di utenza, la tipologia e l'organizzazione dei Servizi della Regione Liguria. Il sistema informativo psichiatrico ligure nasce ufficialmente nel marzo 1987 con una deliberazione della Giunta Regionale che conferisce l'incarico di organizzazione del sistema informativo all'lstituto di Scienze Sanitarie Applicate dell'Università di Pavia. La fonte dei dati è rappresentata dai Servizi psichiatrici della Liguria, comprendenti 20 Servizi Territoriali di Salute Mentale (SSM), 9 Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e 2 Presidi Socio Sanitari (PSS). Il Registro psichiatrico è gestito a livello cartaceo in tutti i Servizi della Regione; tuttavia in 12 dei Servizi di Salute Mentale, in 2 dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura e nei Presidi Socio Sanitari si è già passati ad una gestione informatizzata del Registro. La rilevazione dei dati è iniziata dal 1988 è nel 1989 è stata fatta la prima verifica regionale sulla funzionalità del sistema. I risultati relativi all'utenza dei servizi territoriali evidenziano tassi di prevalenza annua che vanno dal 200 al 500 per 100.000 abitanti. Per quanto concerne gli interventi residenziali, SPDC e PSS sono stati analizzati separatamente confermando peraltro il dato della letteratura cioè di una eccedenza di diagnosi di psicosi soprattutto tra i maschi ricove- rati in SPDC e tra le femmine ricoverate nei PSS. La struttura per eta evidenzia che si tratta di persone di età avanzata in particolare tra le donne.
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Fiorentini, Gianluca, and Cristina Ugolini. "L'analisi economica delle relazioni tra ICT e organizzazioni sanitarie." SALUTE E SOCIETÀ, no. 2 (March 2017): 42–64. http://dx.doi.org/10.3280/ses2017-002004.

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Bodega, Domenico. "Le forme organizzative ad alta adattabilitŕ e la costruzione di un contesto a cultura condivisa." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2010): 63–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001005.

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Abstract:
Anche le organizzazioni economiche e finanziarie sono particolarmente esposte, soprattutto oggi, al rischio di crisi. Č necessario pertanto che esse sviluppino capacitŕ di adattamento e flessibilitŕ e dunque resilienza. La resilienza nei sistemi economici si fonda sul senso di responsabilitŕ di tutti gli attori, intesa come comprensione allargata dei fenomeni e capacitŕ di rilevare e correggere gli errori. Anche le organizzazioni sanitarie per far fronte alle sollecitazioni critiche proprie della realtŕ attuale possono sviluppare flessibilitŕ attraverso un processo di delega orizzontale delle decisioni. In una prospettiva culturale l'organizzazione si costruisce come un processo, governato da connessioni deboli, attraverso il quale le persone attribuiscono un signifi cato alla realtŕ.
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Marzana, Daniela, Giovanni Aresi, Nicola Boventi, Chiara Crafa, and Elena Marta. "La risposta delle associazioni di terzo settore lombarde all'emergenza sanitaria da COVID-19: uno studio qualitativo." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (June 2021): 29–46. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001003.

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Abstract:
Il presente studio indaga come le organizzazioni del Terzo Settore abbiano reagito per ri-spondere ai loro scopi primari nel corso della dell'emergenza sanitaria da COVID-19. Sono state coinvolte otto organizzazioni lombarde attraverso un'intervista semi-strutturata ai rispetti-vi presidenti e ad un totale di 10 volontari attivi durante i primi mesi dell'emergenza. Dall'analisi tematica emerge che nella Fase 1 dell'emergenza (lockdown di Marzo-Aprile 2020), le associazioni hanno sviluppato riflessioni e redatto bilanci che si sono tradotti in pro-poste formative mirate a volontari e operatori, sviluppo di nuovi strumenti e modalità alternati-ve utili a garantire la continuità dei servizi offerti. Nella seconda fase dell'emergenza (maggio-giugno 2020) le associazioni hanno cercato di muoversi all'interno dell'incertezza per progetta-re e rivedere la propria mission e non trovarsi impreparati in futuro.
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Pellegrino, Vincenza. "Personaggi in cerca di mediazione nel difficile mondo delle organizzazioni sanitarie." SALUTE E SOCIETÀ, no. 2 (November 2011): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/ses2011-002006.

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Cioni, Elisabetta, and Alessandro Lovari. "Pratiche comunicative social: una ricerca su organizzazioni sanitarie e cittadini connessi." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 48 (December 2014): 47–59. http://dx.doi.org/10.3280/sc2014-048005.

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Centauri, Federica, Marta Marsilio, Stefano Villa, and Francesco Nicosia. "Implementare il modello Lean nelle organizzazioni sanitarie: il caso dell'Ospedale Galliera." MECOSAN, no. 100 (May 2017): 27–55. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2016-100003.

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Trinchero, Elisabetta, Lorenza Micacchi, and Ilda Di Claudio. "Distocia di spalla. La simulazione come strumento di prevenzione del rischio." MECOSAN, no. 118 (August 2021): 137–52. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-118007.

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Abstract:
Il presente contributo intende offrire una prima mappatura delle pratiche in uso in materia di formazione con riferimento alla gestione dell'emergenza legata alla distocia di spalla. Attraverso la triangolazione di fonti informative differenti e, in particolare, mediante i risultati di un questionario somministrato alle aziende sanitarie della Regione Lombardia, si evidenzia l'importanza delle attivita di formazione e in particolare dell'uso dei simulatori nella prevenzione dei rischi - clinici ed emotivi - che caratterizzano il fenomeno. I risultati evidenziano come, laddove previsto, l'uso del simulatore sia positivamente associato alla percezione di utilita dello strumento da parte del personale mentre, con riferimento alla dimensione organizzativa, tali iniziative di formazione vengono gestite internamente dalle aziende e finanziate con risorse proprie, a testimonianza del rilievo attribuito alla prevenzione dei rischi relativi alla distocia di spalla tra le organizzazioni sanitarie incluse nell'analisi.
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Calamai, Monica, Emanuele Baroni, Denni Romoli, and Laura Belloni. "Prendersi cura delle organizzazioni sanitarie: relazioni che curano e cura delle relazioni." GRUPPI, no. 2 (March 2016): 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/gru2015-002002.

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Martino, Ardigò, and Sara Bontempo Scavo. "Migrazioni, Globalizzazione, diritti umani e salute." Saúde em Redes 5, no. 2 (January 14, 2020): 207–26. http://dx.doi.org/10.18310/2446-4813.2019v5n2p207-226.

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Abstract:
I processi in atto mondialmente come fattori specifici di questa fase della globalizzazione rappresentano insieme ai grandi cambiamenti epidemiologici e demografici rappresentano una cornice imprescindibile per l’analisi della salute dei migranti. Questo articolo si propone di analizzare il campo specifico della salute dei migranti attraverso un approccio interdisciplinare. I processi salute malattia in cui i migranti sono coinvolti vengono analizzati in chiave critica rispetto alla produzione di conoscenza in campo sanitario rilevando allo stesso tempo le opportunità in termini di costruzione di una cornice di ricerca e formazione e pratiche interdisciplinare, e le ricadute positive in termini di organizzazione dei servizi alla persona e clinici.
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Bertin, Giovanni. "Complessitŕ e valutazione: l'impatto sulle pratiche dei servizi socio-sanitari." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045005.

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Abstract:
Il temine valutazione č entrato appieno nel dibattito sui servizi e sulle politiche sociosanitarie, ma le pratiche concrete sono ancora episodiche e non sempre hanno contribuito a migliorare i processi decisionali. I risultati positivi sono dovuti alla motivazione degli attori, al ruolo da loro giocato, ai processi e ai disegni di valutazione adottati. La valutazione deve farsi carico della complessitŕ sottesa agli interventi socio sanitari e deve costituire un occasione di apprendimento riflessivo per le organizzazioni. I disegni devono consentire di evitare l'autoreferenzialitŕ e attivare un confronto fra gli attori capace di creare senso, ma anche sviluppare uno scambio informativo basato sulle evidenze e farsi carico del rapporto fra informazioni prodotte e processo decisionale.
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Alastra, Vincenzo. "Prendersi cura delle comunitŕ di pratica attraverso progetti di ricerca-formazione-intervento. Esperienze nella azienda sanitaria di Biella." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003009.

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Abstract:
L'articolo propone una rilettura di due esperienze, riconducibili alle cornici teorico-metodologiche della ricerca-intervento e della formazione-intervento, condotte nella Azienda Sanitaria Locale BI di Biella. Gli scenari operativi relativi ad entrambi i progetti attengono lo sviluppo di comunitŕ di pratica. Viene articolata una riflessione intorno al ruolo che puň, in tal senso, essere assunto da un servizio formazione. Vengono inoltre prese in esame alcune opportunitŕ, nodi critici e competenze richieste, atteggiamenti e caratteristiche della cultura organizzativa di riferimento, sui quali si ritiene necessario sollecitare l'attenzione e l'impegno da parte di chi intenda cimentarsi su questi fronti. Sfide e aspetti questi, tutti attinenti sia le due metodologie di intervento, che la stessa problematica della cura di comunitŕ di pratica in queste organizzazioni.
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Pellegrino, Vincenza, and Maria Augusta Nicoli. "Cosa insegna la partecipazione del cittadino ai processi di ri-organizzazione dei servizi socio-sanitari?" SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (May 2012): 141–50. http://dx.doi.org/10.3280/ses2012-001009.

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Gestri, Marco. "La risposta delle organizzazioni internazionali alla pandemia e profili di responsabilità dello Stato d'origine." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 30 (September 2020): 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030003.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce il ruolo delle organizzazioni internazionali nella risposta alla pandemia, in particolare sotto il profilo normativo, con specifico riguardo al settore del turismo. Vengono analizzati l'azione dell'OMS e la portata del Regolamento sanitario internazionale, il ruolo dell'ONU e le importanti attività poste in essere dall'Organizzazione Mondiale del Turismo, che ha coordinato la risposta globale in riferimento a tale settore, traendo vantaggio dal fatto di rappresentare non solo gli Stati ma anche i soggetti privati. Nella seconda parte dell'articolo viene invece discussa la possibilità di far valere un'eventuale responsabilità dello Stato di origine della pandemia per i danni da essa provocati negli altri Stati, sia sul piano internazionale che mediante azioni civili presentate di fronte alle corti interne.
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Spezie, Marianna, and Damiano Bragantini. "Promuovere un sistema di prevenzione del rischio pandemico nelle organizzazioni sanitarie Post Covid-19." PROJECT MANAGER (IL), no. 48 (November 2021): 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/pm2021-048002.

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Bassanelli, Miche, and Imma Forino. "Lavoro immateriale e pandemia. Dalla worksphere all'Ho-Wo in-between." TERRITORIO, no. 97 (February 2022): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12923.

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Abstract:
La pandemia da Covid-19 ha trasformato le esistenze dei lavoratori che si occupano di beni immateriali con il forzato telelavoro e la riconfigurazione degli spazi abitativi in uffici operativi. D'altra parte, le difficoltà del presente si innestano su pregresse fragilità del lavoro terziario, rispetto alle quali organizzazioni manageriali e strutture spaziali si sono continuamente adattate, mentre i lavoratoriassumevano come sistemica l'incertezza della propria occupazione e dei luoghi dove svolgerla. L'articolo traccia un panorama delle debolezze del lavoro immateriale nei primi vent'anni del XXI secolo e indaga lo scenario diffuso dei luoghi di lavoro durante l'emergenza sanitaria. Di seguito, sonda le possibili modalità di lavorare e organizzare gli ambienti (il flipped workplace), mentre dal confinamento fra le pareti domestiche fa derivare altre opportunità di svolgere l'home working, non solo nell'abitazione, ma in ambiti intermedi fra la casa e gli ambienti semi-pubblici.
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Vinciguerra, Rosa, Francesca Cappellieri, and Michele Pizzo. "Il contributo del partenariato sociale al sistema sanitario nazionale: un'indagine empirica su ruolo e caratteristiche demografiche delle onlus." MECOSAN, no. 119 (November 2021): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119003.

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Abstract:
Il contributo indaga l'impatto che le relazioni di PPP sociale esercitano sulla performance - finanziaria e non finanziaria - delle strutture ospedaliere pubbliche, evidenziandone modalità di intervento e opportunità intrinseche. È stata condotta un'analisi empirica valutando la centralità che il ruolo intrapreso dalle organizzazioni non-profit e le loro caratteristiche di corporate governance possono assumere nella determinazione del successo della collaborazione. Lo studio è stato circoscritto alle relazioni di partenariato pubblico-privato, attive nell'anno 2019, in 6 regioni italiane, selezionate sulla base dei punteggi conseguiti sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il lavoro contribuisce alla letteratura colmando le lacune esistenti e fornisce spunti critici a sostegno tanto dei policy- makers quanto degli operatori del settore.
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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, and Francesco De Caro. "La formazione al tempo del Covid." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no. 2 (July 25, 2021): 99–104. http://dx.doi.org/10.48268/covid/2021/0001.4.

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Abstract:
La formazione non è appannaggio solo del sistema scolastico ma è propria anche del mondo professionale e aziendale. Nei mesi di emergenza Covid vi è stata l'immediata urgenza di assicurare la continuità della formazione per corsi imprescindibili quali: Salute, Sicurezza e Ambiente. Si è delineato un mondo a due velocità, nel quale una parte ha dovuto rallentare o addirittura fermarsi, mentre l'altra ha subito un’accelerazione improvvisa ed in quest’ultima rientra la Sanità “in prima linea”, posta di fronte ad un fenomeno nuovo e, soprattutto, da affrontare e studiare contemponeamente. La recente epidemia da SARS Cov 19 ha determinato un radicale cambiamento nelle organizzazioni sanitarie come in tutte le organizzazioni che coinvolgono la vita ed il lavoro degli uomini, impossibilitati a proseguire con le abitudinarie modalità relazioni professionali e personali. Ma uno dei settori che in epoca Covid non si è potuto arrestare è la Sanità e la Ricerca: dove c’è ricerca c’è formazione ed informazione; quindi, anche se i decreti hanno chiesto di evitare assembramenti ed hanno chiuso le aule, d’altro canto hanno chiesto di non chiudere i canali di formazione ed informazione. Questi non si sono arrestati ma sono stati oggetto di trasformazione, evoluzione e cambiamento: parole come DAD, FAD, e-learning, ma anche webinar, videoconferenza, smart-working, prima conosciute e utilizzate solo dagli esperti di settore o in specifici contesti, sono divenute in un breve lasso di tempo di uso comune.
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Percudani, Mauro, and Martin Knapp. "The economic perspective in the care and treatment of patients with diagnosis of schizophrenia." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no. 3 (December 1998): 197–209. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007399.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Considerare le principali problematiche connesse all'assistenza ed al trattamento dei pazienti con diagnosi di schizofrenia alia luce della piu recente letteratura sugli aspetti economici di questa patologia. Metodo - È stata effettuata una analisi della letteratura relativa ai costi sociali della schizofrenia, all'analisi economica di diversi modelli di assistenza, alia valutazione dei costi dei trattamenti antipsicotici. Risultati - La schizofrenia è una patologia che genera ingenti costi sociali. I costi sanitari legati all'assistenza alia schizofrenia assorbono una percentuale significativa delle risorse dei sistemi sanitari dei principali paesi industrializzati. I costi indiretti, dovuti principalmente al mancato inserimento al lavoro dei pazienti, risultano superiori ai costi diretti di trattamento. Nei paesi ove l'assistenza centrata sul territorio è stata supportata da un reale sforzo organizzativo per la creazione di servizi territoriali e residenziali, è emerso che essa è meno costosa dell'assistenza centrata sull'ospedale psichiatrico e genera un miglior esito per pazienti e familiari. L'introduzione di nuovi farmaci antipsicotici e lo sviluppo di interventi di tipo psicosociale possono rappresentare strumenti che favoriscono nuove strategie di assistenza. Conclusion! - Utilizzare una prospettiva economica implica pensare a quale organizzazione, quali strumenti tecnologici, quali strategie permettono di investire con razionalita le risorse disponibili. Una riflessione su questi temi appare oggi ineludibile non solo per gli amministratori ed i decisori politici, ma anche per gli operatori dei servizi di salute mentale.
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Giusto, Rosa Maria. "Gli ospedali degli incurabili a Roma e Napoli." Revista Eviterna, no. 10 (September 28, 2021): 67–84. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.13119.

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Abstract:
Il contributo ricostruisce la storia fondativa di due complessi ospedalieri destinati agli Incurabili, ripercorrendone le relazioni. Di fondamentale importanza per l’evoluzione dei sistemi sanitari e lo sviluppo urbano e territoriale delle rispettive città, l’Arciospedale di san Giacomo in Augusta a Roma e il complesso di santa Maria del Popolo degli Incurabili a Napoli furono caratterizzati in Età Moderna da una comune organizzazione e struttura dovute al ruolo esercitato dal notaio genovese Ettore Vernazza, fondatore della compagnia del Divino Amore, che ne coadiuvò e promosse le iniziative e da personalità del calibro di Gaetano da Thiene e Filippo Neri. Attualmente dismessi e in condizioni fatiscenti, tali edifici testimoniano, per la qualità delle loro architetture e il ruolo assunto nei secoli, l’importanza e la centralità che i temi dell’accoglienza e della cura rivestirono sin dall’Età Moderna sollecitati dall’azione aggregante e solidale svolta dalle confraternite quali istituzioni caritatevoli in grado di contribuire attivamente al miglioramento della società e alla qualità e ai servizi degli spazi di vita quotidiani.
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Rita Acone, Maria. "Dal profilo di rischio del lavoratore al profilo di rischio della persona: un metodo per la promozione della salute." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2021): 78–97. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002007.

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Abstract:
L'Autrice propone una diversa organizzazione della sanità territoriale con una maggiore attenzione alla prevenzione grazie a una periodica valutazione dello stato di salute psico-fisico delle persone. Trae spunto da due discipline: la medicina del lavoro e la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dalla prima estrapola il metodo relativo all'accertamento dei rischi fisici, chimici, biologici, psicologici e le modalità di monitoraggio dell'assistito. Dalla seconda le basi scientifiche per una visione olistica dell'individuo che tenga conto delle interazioni tra i sistemi dell'organismo e di quelle tra persona e ambiente fisico e sociale. La proposta si concretizza in un documento di valutazione del rischio, realizzato con i metodi noti nell'ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e in una cartella clinica della salute elaborata in base ai principi della Pnei caratterizzata, quindi, da un'anamnesi specifica per definire il profilo psico-socio-culturale dell'assistito e le sue relazioni con l'ambiente fisico e sociale in cui vive. L'Autrice, infine, auspica che la necessaria raccolta sistematica dei dati in formato digitale venga realizzata con il Fascicolo Sanitario Elettronico, già utilizzato in Italia anche se in modo disomogeneo tra le regioni.
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Losavio, Tommaso. "Postfazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 69–72. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000563.

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Abstract:
Indagini condotte in diverse città italiane rilevano che i cittadini stranieri utilizzano i servizi del SSN in modo proporzionalmente più basso al confronto con quello della popolazione autoctona (AA.VV. La salute straniera: Epidemiologia, culture, diritti, ESI, Napoli, 1994).Una ricerca concernente la città di Torino ha documentato in effetti come solo il 50% dei cittadini stranieri residenti ed aventi pertanto diritto risultava regolarmente iscritto al Servizio Sanitario Nazionale (Città di Torino, Osservatorio statistico provinciale sugli stranieri, Ufficio di Statistica, Torino: 1998)I flussi migratori, che in modo particolare in questi ultimi anni hanno interessato il nostro Paese, contribuiscono a modificare l'assetto sociale, economico e culturale della società italiana ed anche i modelli di organizzazione e funzionamento dei servizi socio-sanitari.Come scrive Roberto Beneduce “…sollecitare il riconoscimento dei diritti, incoraggiare l'integrazione e la conoscenza reciproca di gruppi e cittadini, disegnare strategie di intervento e di prevenzione più adeguate in relazione agli specifici modelli di malattia e bisogni di cura, diventano obiettivi che qualsiasi azione di promozione della salute nella popolazione immigrata dovrebbe riuscire a perseguire unitariamente” (Beneduce R., Frigessi D., Vacchiano F., L'attività del Centro Frantz Fanon nell'assistenza psichiatrica agli immigrati, PNSM, Istituto Superiore di Sanità, Roma 2000).
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Napolitani, Fabio. "In-certezze." RIVISTA ITALIANA DI GRUPPOANALISI, no. 1 (July 2010): 265–66. http://dx.doi.org/10.3280/rig2010-001014.

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Abstract:
L'esperienza cui ci si riferisce in questo scritto puň essere annoverata tra quelle numerose che gli psicoterapeuti gruppoanalisti conducono e praticano da qualche decennio, nelle piů diverse istituzioni, dalle sanitarie e parasanitarie alle scolastiche, alle organizzazioni produttive, alle carceri. Nell'articolo si dŕ conto riflessivamente di un lavoro psicoterapeutico condotto con un modulo insolito con gruppi di detenuti diagnosticati come alcolisti. L'insolito č dovuto alla co-conduzione degli stessi da parte di uno psicoterapeuta e di un ex alcolista, sobrio da undici anni, che aveva seguito un percorso di formazione alla conduzione di gruppi di auto-mutuo-aiuto, secondo un modello teorico elaborato da uno psichiatra della ex Iugoslavia, V. Hudolin. La loro contemporanea presenza nei gruppi, nel corso di cinque anni, ha prodotto una collaborazione sinergica tra chi, portatore di una formazione teorica gruppoanalitica, aveva la possibilitŕ di leggere gli eventi individuali e gruppali in termini relazionali, e chi, con vissuti esperienziali di dipendenza dalla sostanza, era in grado di testimoniare il percorso faticoso di emancipazione compiuto e non mai definitivamente raggiunto.
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Ferrera, Maurizio. "Giorgio Freddi (a cura di), Rapporto Perkoff: salute e organizzazione nel Servizio Sanitario Nazionale, Bologna, Il Mulino, 1984, pp. 291 (L. 12.000)." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, no. 3 (December 1985): 481–83. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200003440.

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Noto, Guido, Lucrezia Coletta, Sara Zuccarino, and Milena Vainieri. "Il controllo e la gestione della performance delle attività di prevenzione in contesti interorganizzativi: il caso dei controlli frontalieri sugli alimenti." MECOSAN, no. 117 (April 2021): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-117004.

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Abstract:
I servizi sanitari di prevenzione sono caratterizzati da un'elevata complessita principalmente legata al contesto inter-organizzativo e ambientale in cui operano. Da cio consegue una notevole difficolta nel misurarne e valutarne i risultati. Per tali motivi, il controllo e la gestione della performance delle attivita di prevenzione si avvalgono di diversi meccanismi, formali e informali, che hanno l'obiettivo di orientare i comportamenti e le decisioni degli individui e delle organizzazioni coinvolte verso fini comuni. Lo scopo del presente lavoro e quello di approfondire i sistemi di controllo e gestione della performance impiegati nei servizi di prevenzione che operano in contesti inter-organizzativi - e in particolare nell'ambito dei controlli frontalieri sugli alimenti - al fine di supportare il disegno e l'implementazione degli stessi. Per fare cio, la ricerca si concentra sui casi di studio delle infrastrutture portuali di Genova e Livorno. Parole chiave: prevenzione, controlli condottools. To explore performance management in such contexts, this research suggests the adoption of management control as a "package" approach. Thus, the research's objective is to understand how management control operates in the delivery of preventative services operating in inter-organizational environment. To do so, this study focuses on the cases of Genoa's and Leghorn's ports.
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Bonucchi, Decenzio, Francesca Facchini, Gianni Cappelli, Monica Spina, Antonio Granata, Andrea Bandera, and Marcello Napoli. "Per una gestione Lean degli Accessi Vascolari." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (June 14, 2013): 197–200. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1036.

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Abstract:
L'accesso vascolare per dialisi continua a sfuggire a una precisa organizzazione, capace di dare risposte al complesso problema demografico e clinico di pazienti comorbidi e sempre più anziani. Descriviamo l'intero processo gestionale alla luce dei principi del Lean Management (LM), filosofia gestionale divenuta un metodo di produzione industriale. I concetti cardine sono quelli di valore aggiunto per il paziente, di scarto (inteso come esposizione a un rischio) e di partecipazione del paziente e dell’ operatore alla revisione continua del prodotto (servizio) fornito. Si parte dalla materia prima (patrimonio vascolare), passando per la progettazione (riferimento tempestivo e controllo del territorio), la realizzazione chirurgica e il controllo del prodotto funzionante (monitoraggio). Per esempio, in termini consoni al LM, i CVC sono un magazzino troppo grande di parti di ricambio con un'elevata percentuale di difetti di produzione. La loro manutenzione (antibiotici, ricoveri, sostituzioni, trombolisi e stenting dei vasi centrali) costa molto e causa un elevato tasso di incidenti sul lavoro (per pazienti e operatori). Si tratta di un contratto non conveniente, perché serve a finanziare un'attività di scarso valore aggiunto e con un interesse passivo troppo elevato. Questo approccio richiede una crescita culturale che parte dalla creazione di un gruppo coordinato: gli attori sono stati più volte individuati (nefrologo, chirurgo vascolare, radiologo e infermiere di dialisi), ma spesso non esiste il coordinatore, che proponiamo di individuare secondo il modello organizzativo dei trapianti. Anche le Direzioni Sanitarie dovrebbero essere coinvolte in un cambiamento organizzativo cruciale per il contenimento prospettico dei costi.
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Tino, Concetta. "The activities of the organizational boundary spanners during the Covid19 pandemic: the case of a profit organization." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 328–46. http://dx.doi.org/10.36253/form-10173.

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Abstract:
In the first period of emergency from Covid19, only workplace organizations with essential production activities were able to continue to carry out their work. This required them the implementation of organizational strategies useful to contrast the risk of the pandemic and to protect production performance. The qualitative study conducted in a Lombard company, through semi-structured interviews, aimed at figures with different levels of responsibility, wanted to investigate: (i) which boundary spanning activities were used to manage the emergency? (ii) what factors allowed the effectiveness of the result in terms of contrasting the pandemic and guaranteeing the productivity (iii), what were the perceived effects on the company? Findings highlight the importance of the activities of organizational boundary spanners in emergency management and of those factors that, by supporting the socio-emotional dimension, have determined the organization’s productive advantage. Le attività dei boundary spanners organizzativi durante la pandemia da Covid19: il caso di un’organizzazione profit. Nel primo periodo della diffusione dell’emergenza sanitaria da Covid19, solo le organizzazioni lavorative con attività produttive essenziali hanno potuto continuare a svolgere il loro lavoro. Questo ha richiesto loro la messa in atto di strategie organizzative utili a contrastare il rischio della diffusione della pandemia e a salvaguardare la performance produttiva. Lo studio qualitativo condotto, in un’organizzazione profit lombarda, tramite interviste semistrutturate, rivolte a figure con diversi livelli di responsabilità ha voluto investigare: (i) quali attività di boundary spanning sono state utilizzate per gestire l’emergenza? (ii) quali fattori hanno consentito l’efficacia di risultato in termini di contrasto alla pandemia e di garanzia produttività (iii), quali sono state le ricadute percepite sull’organizzazione? I risultati ottenuti evidenziano l’importanza delle attività dei boundary spanners organizzativi nella gestione dell’emergenza e di quei fattori che sostenendo la dimensione socio-emozionale ne hanno determinano il vantaggio produttivo dell’organizzazione.
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Sgreccia, Marina, Tatiana Fronzoni, Elisa Ticchi, Nicole Marcatelli, Roberta Nicoletti, Barbara Zanchi, Elisa Garattoni, and Grazia Antonella Tura. "La salute del paziente in dialisi e le nostre mani: Il contributo infermieristico alla prevenzione delle infezioni associate alle organizzazioni sanitarie nei Centri Dialisi della AUSL di Rimini." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (September 20, 2013): 240–43. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1045.

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Abstract:
Le infezioni acquisite in dialisi sono un importante aspetto del più grande capitolo riguardante le infezioni correlate all'assistenza. I pazienti in emodialisi sono una popolazione a elevato rischio di infezione. La rigorosa applicazione delle Linee Guida sull'igiene delle mani può contribuire a ridurre l'incidenza delle infezioni. Il progetto di miglioramento mira ad aumentare l'aderenza alle Linee Guida sull'igiene delle mani anche attraverso l'utilizzo di strategie formative in modalità e-learning e sul campo.
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Piccinelli, Marco. "Psychiatric disorders in primary care: why so many differences?" Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no. 3 (December 1994): 195–208. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003705.

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Abstract:
RiassuntoScopo - (I) Operare una revisione critica degli studi che hanno indagato la frequenza dei disturbi psichici tra i pazienti della medicina generale, utilizzando come criterio un'intervista psichiatrica standardizzata; (II) discutere i possibili fattori all'origine delle diverse frequenze riscontrate; (III) mettere in luce il ruolo di primaria importanza che possono assolvere in questo campo gli studi multicentrici condotti grazie a programmi di collaborazione internazionale. Metodo - sono stati selezionati i lavori pubblicati nella letteratura internazionale tra il 1970 ed il 1993. La selezione è stata effettuata grazie ad una ricerca computerizzata, nel corso della quale sono stati incrociati i databases MEDLINE e Psychological Abstracts; questa è stata a sua volta integrata da una ricerca manuale, consistente neU'esame delle bibliografie contenute nei lavori cosi individuati e nella consultazione degli indici analitici delle principal! riviste psichiatriche internazionali. Infine, è stata consultata la bibliografia commentata, curata da Wilkinson (1985), relativa a lavori di interesse e pertinenza psichiatrici condotti nella medicina generale e pubblicati tra il 1977 ed il 1985. Risultati - Sono stati individuati 30 lavori, ma 9 sono stati esclusi, dal momento che replicavano dati già riportati in letteratura o presentavano limiti metodologici. È emerso cosi che indagini sulla frequenza complessiva dei disturbi psichici tra i soggetti che si rivolgevano ai servizi di medicina generale sono state finora condotte secondo procedure standardizzate solo in 13 Paesi. La frequenza dei disturbi psichici variava tra il 10% ed il 50% circa. Le possibili ragioni all'origine dellem diverse frequenze riscontrate sono state discusse alia luce di tre fattori: I) le caratteristiche dell'indagine; II) l'affidabilità e la confrontabilità delle categorie diagnostiche e dei sistemi nosografici utilizzati; e III) la diversa organizzazione dei servizi sanitari nei vari Paesi. Conclusioni - alia luce delle difficoltà che si incontrano quando si tenta di confrontare i risultati forniti da studi indipendenti condotti in Paesi diversi o perfino nello stesso Paese viene suggerito il ruolo di primaria importanza che possono assolvere in questo campo gli studi multicentrici condotti grazie a programmi di collaborazione internazionale.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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"Eridemiologia Organizzazione Sanitaria." Tumori Journal 73, no. 4_suppl1 (August 1987): 241–48. http://dx.doi.org/10.1177/03008916870734s115.

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Santos, Nadja Romeiro dos, and Ana Lídia Soares Cota. "Commissione intermanager regionale: spazio locale di intesa e articolazione interfederale?" Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, September 17, 2021, 173–89. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/tecnologia-it/commissione-intermanager-regionale.

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La Commissione Intergestione Regionale (CIR) configura lo spazio per l’accordo, l’articolazione, la cooperazione e il rafforzamento della regione sanitaria. Lo scopo di questo studio è stato quello di riflettere sulle disposizioni normative che sono alla base della costruzione della commissione come luogo di consolidamento della gestione regionale attenuando i conflitti interfederativi. Avendo come guida la domanda: in che modo le Commissioni Regionali di Intergestione forniscono spazi locali di accordo e articolazione interfederativa? Studio qualitativo, basato su ricerche documentarie, basato sull’analisi delle delibere delle Commissioni Regionali Di Intergestione di Alagoas, corrispondenti al periodo dal 2017 al 2019, utilizzando come norma di riferimento il Decreto 7.508/11. I risultati sono stati organizzati in quattro categorie: Pianificazione Sanitaria Regionale; organizzazione di azioni e servizi sanitari: regione sanitaria; Federalismo, CIR e finanziamento dei servizi sanitari; governance e CIR: canale di negoziazione e decisione tra i dirigenti comunali e lo Stato all’interno della Regione Sanitaria. Le Commissioni Intergestione Regionali sviluppano un lavoro significativo nelle discussioni delle politiche regionali, essendo uno strumento fondamentale per rafforzare la governance nei territori, negoziando l’allocazione e la distribuzione delle risorse, essenziali per la pianificazione, i patti interfederativi e il finanziamento della salute, svolgendo un ruolo chiave per il sistema sanitario regionale di Alagoas, spazio democratico, politico e cooperativo.
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