Dissertations / Theses on the topic 'Organizzazione sanitaria'

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Mastropasqua, Lidia. "La responsabilità civile della struttura sanitaria per danno da inefficiente organizzazione del servizio." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424321.

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Abstract:
ABSTRACT THE LIABILITY OF HEALTHCARE FACILITY FOR THE PATIENT’S PERSONAL INJURY DUE TO INEFFICIENT ORGANIZATION OF THE HEALTHCARE SERVICE CHAPTER I THE LIABILITY OF THE PUBLIC INSTITUTION Defining the nature of the responsibility of the public institution is preceded by an analysis of the theories on the qualification of the healthcare relationship to arrive at contractual affirmation of liability and apply the Consumer Code for the protection of the right to quality of healthcare. With reference to the liability model, it is analysed through the laws, the decisions of the courts and the legal science, in order to assess the type of contract most adherent to the concrete behaviour of the relationship and to the need to protect the patient in a perspective that rejects the logic of segmentation in the attribution of the responsibility in the event of contributory fault. The original model that identifies the obligation of the institution with that arising from the contract of professional work, sanctioning the irresponsibility of the hospital for damages resulting from an inefficient organization of the service unless accompanied by a mistake of the doctor, has been followed (in the judicial decisions) by the nameless contract of hospitalisation which nevertheless reveals the limitations in point of discipline actually applicable in the event of damage. Recently, the awards pronounced in 2008 by the Corte di Cassazione refer to the 'protection agreements' while the legal science refers to the contracts to provide services and among them, to the contracts in which the causal scheme contemplates the execution of a service, as a product of an activity that is the result of management and organization. In this direction, it is suggested to apply the regulation of the carriege of passengers contract and in particular the rule that for the occurrence of claims that affect the traveller while travelling, dates back to the organization arranged by the carrier, in the adoption of all appropriate steps to avoid the damage. CHAPTER II THE LIABILITY OF THE PRIVATE HEALTHCARE CENTRE The responsibility of the private health centre, of a contractual nature, follows a path opposite to the public structure. Indeed, while the public reference model has always been the liability of the independent professional, the reference made to the law of contract and intellectual work, with the adoption of assessment standards appropriate to the professional nature of performance by the doctor (art. 2236 c.c.) but not calibrated on the nature of the activity provided from the structure; in private healthcare, reference model is that of corporate responsibility, taking nursing homes as 'business health' that have to yield to bear the risk of economic logic in pursuit of 'market' and 'profit'. However the obligation assumed by them, for a long time has been assimilated to that of atypical hotel, restricted to the provision of the facilities, machinery and service personnel, setting up the medical service strictly speaking, the object of a different contract signed directly by the doctor with the patient. From this comes the irresponsibility of the private health centre for the unlawful act of doctor operating within it. Only starting from the decisions of the Corte di Cassazione since 1999, it has been stated the existence of a hospitalization contract between private structure of hospital and patient, with complex content also including the health service stricto sensu. Recently the Corte di Cassazione has expressed in favour of an integrated model of responsibility for public (or contracted private) and private, that in providing the service ensures the quality and safety of care that is expected when is in question the fundamental good of health. CHAPTER III THE COURTS’ LAST DECISIONS ON THE LIABILITY OF HEALTHCARE FACILITY In the last years many judicials decisions deal with the questions of personal injury caused by blood transfusion or blood product and wrongful birth, wrongful life or wrongful pregnancy due to an incorrect diagnosis of the doctor. These cases arise very complex questions in point of burden of proof. Finally, a recent judgement of the Corte di Cassazione declares for the first time the liability of the healthcare service A.S.L., for the general pratictioner's unlawful act.
ESPOSIZIONE RIASSUNTIVA LA RESPONSABILITA' CIVILE DELLA STRUTTURA SANITARIA PER DANNO DA INEFFICIENTE ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO CAP I LA RESPONSABILITA' DELLA STRUTTURA SANITARIA PUBBLICA La definizione della natura della responsabilita' dell'ente pubblico e' preceduta da un'analisi delle teorie sulla qualificazione del rapporto di assistenza sanitaria, per approdare all'affermazione contrattuale della responsabilita' ed all'applicazione del Codice del Consumo per la tutela del diritto alla qualita' delle prestazioni sanitarie. Con riferimento al modello di responsabilita', viene analizzato il formante legislativo, dottrinale e giurisprudenziale onde vagliare il tipo di contratto piu aderente al concreto atteggiarsi del rapporto ed alle esigenze di tutela del paziente, in una prospettiva che rifiuta la logica della segmentazione nell'attribuzione della responsabilita' in ipotesi di causazione del danno. Al modello originario che identificava l'obbligazione dell'ente con quella derivante dal contratto d'opera professionale, sancendo l'irresponsabilità dell'ospedale per danni derivanti da inefficiente organizzazione del servizio se non accompagnati da un illecito del medico, è seguito l'emergere in giurisprudenza del contratto atipico di spedalita', che tuttavia rivela dei limiti in punto di disciplina concretamente applicabile nell'ipotesi di danno. Recentemente il riferimento è ai "contratti di protezione" elaborati dalle note sentenze delle S.U. del 2008 oppure, nell'ambito dei contratti di prestazione di servizi, a quei contratti che nel loro schema causale contemplano l'esecuzione di un servizio, come prodotto di un'attivita' che e' anche di gestione ed organizzazione. In tal senso, lo sguardo e' alla disciplina del contratto di trasporto di persone ed in particolare alla norma che, per l'accadimento dei sinistri che colpiscono il viaggiatore durante il viaggio, risale all'organizzazione predisposta dal vettore, nell'adozione di tutte le misure idonee ad evitare il danno. CAP II LA RESPONSABILITA' DELLA STRUTTURA SANITARIA PRIVATA La responsabilita' della struttura privata, di natura contrattuale, segue un percorso inverso rispetto a quello della struttura pubblica. Difatti, mentre per le strutture pubbliche il modello di riferimento e' sempre stato quello della responsabilita' del libero professionista, nel rinvio operato alla disciplina del contratto d'opera intellettuale, con l'adozione di standard valutativi adeguati alla natura professionale dell'attivita' resa dal medico (art. 2236 c.c.) ma non calibrati sulla natura dell'attivita' erogata dalla struttura; nelle strutture sanitarie private, il modello di riferimento è quello della responsabilita' di impresa, assumendo le case di cura come 'imprese sanitarie' che si devono accollare il rischio dell'attivita' economica resa inseguendo logiche di 'mercato' e di 'profitto'. Tuttavia l'obbligazione assunta da queste ultime, per lungo tempo e' stata assimilata a quella di albergo atipico, limitata alla messa a disposizione delle strutture, dei macchinari e del personale di assistenza, costituendo la prestazione medica in senso stretto, l'oggetto di un diverso contratto stipulato direttamente dal medico col paziente. Da questa impostazione derivava l'irresponsabilità della struttura per il fatto illecito del medico operante al suo interno. Unicamente a partire dalle pronunce della Cassazione dal 1999 in poi, si afferma l'esistenza di un contratto di spedalita' tra struttura privata e paziente, dal contenuto complesso che comprende altresi' la prestazione sanitaria in senso stretto. Ultimamente la Suprema Corte si è espressa in favore di un modello unitario di responsabilita' per strutture pubbliche (o private convenzionate) e private, che nella prestazione del servizio garantisca quella qualita' e sicurezza delle cure che e' lecito attendersi quando e' in gioco il bene fondamentale della salute. CAP III CASISTICA GIURISPRUDENZIALE SULLE IPOTESI DI RESPONSABILITA' DELLA STRUTTURA SANITARIA Negli ultimi anni la giurisprudenza si e' occupata a piu' riprese del danno da emotrasfusione e da somministrazione di farmaci emoderivati e del danno da nascita indesiderata, che pongono delicate questioni in punto di onere della prova. Infine, una recente sentenza della Suprema Corte per la prima volta afferma la responsabilita' contrattuale dell'A.S.L. per l'illecito riferibile al medico di base.
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Palumbo, Rocco. "L'imperativo della collaborazione: la prospettiva inter-organizzativa per una nuova lettura dell'integrazione socio-sanitaria." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1760.

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Abstract:
2012 - 2013
Il lavoro di tesi propone una sistematizzazione dei contributi scientifici in materia di “relazioni inter-organizzative” (inter-organizational relationships, secondo la definizione anglosassone), nell’intento di pervenire alla formulazione di un framework teorico unitario da impiegare per lo studio – sia in chiave concettuale che empirica – delle dinamiche di cooperazione e collaborazione che si innescano tra le aziende del settore pubblico. Sebbene il quadro teorico proposto possa trovare applicazione in tutte le sfere di azione in cui sono impegnate entità di natura pubblica, l’Autore concentra la sua attenzione sul caso dell’integrazione socio-sanitaria, da intendersi quale complesso processo di ricomposizione della condizione di frammentazione istituzionale, professionale, culturale, organizzativa e operativa che si riscontra all’interno del sistema dei servizi di assistenza alla persona in stato di bisogno. Alla luce del graduale processo di evoluzione che si riscontra nei modelli di gestione tipicamente adottati in ambito pubblico, l’elaborato evidenzia la tensione in seno al sistema socio-sanitario verso l’implementazione di un approccio sistemico, evocativamente definito di New Health Governance, inteso a enfatizzare l’importanza assunta dalle relazioni inter-organizzative ai fini dell’efficace ed efficiente perseguimento delle finalità istituzionalmente assegnate alle aziende sanitarie e sociali. D’altro canto, malgrado comunemente descritte come parti di un “sistema a legami deboli”, queste ultime si dimostrano il più delle volte non in grado di valorizzare in maniera appropriata le sinergie latenti che le caratterizzano, con profonde ripercussioni sia sulla loro capacità di rispondere in maniera appropriata alle complesse istanze dell’utenza che sulle loro condizioni di sostenibilità economica e gestionale. A partire da tali riflessioni, le relazioni inter-organizzative sono presentate quale fattore critico per il successo delle aziende pubbliche in generale e delle organizzazioni sanitarie e sociali in particolare. In considerazione, da un lato, della condizione di frammentazione che è possibile riscontrare nella letteratura in materia di relazioni inter-organizzative e, dall’altro, della rilevanza di queste ultime sotto il profilo strategico, organizzativo e gestionale, è stata condotta una minuziosa literature review “a doppio strato” dei principali contributi scientifici di rilievo nazionale e internazionale sull’argomento, nel precipuo intento di pervenire a una sistematizzazione di quanto argomentato e dibattuto in dottrina. In primo luogo, l’analisi della letteratura è stata finalizzata alla raccolta di argomentazioni teoriche e di evidenze empiriche in merito ai determinanti delle strategie collaborative tra due o più organizzazioni, alle dinamiche di nascita e governo delle relazioni inter-organizzative a esse sottese, ai benefici e ai costi associati a queste ultime, nonché ai modelli di governo e agli approcci di gestione delle interazioni sistemiche. Le locuzioni “inter-organizational relation”, “inter-organizational relationship”, “interorganizational relation” e “interorganizational relationship” sono state impiegate come query ai fini della ricerca per “parole chiave, titolo e abstract” all’interno del database “Scopus-Elsevier”, senza assumere vincoli temporali o criteri di esclusione basati sulla tipologia della pubblicazione. Un totale di 1.333 fonti bibliografiche è stato raccolto; queste ultime sono state successivamente catalogate in appositi fogli di lavoro elettronici e sistematizzate, nell’intento di scremare le ridondanze – vale a dire i contributi considerati più volte in ragione della loro rispondenza a più chiavi di ricerca – e pervenire alla redazione di un elenco finale delle opere da sottoporre a scrutinio per l’inclusione all’interno della literature review. Tale attività di filtraggio ha determinato l’eliminazione di ben 603 item, consentendo di focalizzare l’attenzione sui restanti 730 contributi, sottoposti a una minuziosa analisi del contenuto dei rispettivi abstract. Sulla base di opportuni criteri di selezione, diretti a rimuovere dall’elenco il materiale bibliografico non coerente alle finalità perseguite nel presente lavoro di tesi, sono stati identificati 157 contributi rilevanti – rappresentati per tre quarti da articoli in rivista e, per la restante parte, da capitoli in volumi collettanei e monografie. In secondo luogo, il quadro teorico in materia di relazioni inter-organizzative è stato tradotto nella prospettiva dell’integrazione socio-sanitaria. Utilizzando in maniera congiunta le banche dati “Scopus Elsevier”, “PubMed” ed “Emeroteca Virtuale”, è stata avviata un’ulteriore attività di reperimento del materiale bibliografico, focalizzando l’attenzione sugli studi aventi ad oggetto l’organizzazione e/o la gestione integrata delle prestazioni socio-assistenziali. I termini “integrated care”, “health and social care integration”, “healthcare and social care integration” e “social care and healthcare integration” – per il reperimento dei contributi internazionali – e le locuzioni “integrazione socio-sanitaria”, “assistenza integrata”, “sistema socio-sanitario” e “sistema integrato di assistenza” – per il reperimento della letteratura italiana – sono stati impiegati quale parametro di ricerca principale all’interno del campo “parole chiave, titolo e abstract”. Il loro utilizzo è stato affiancato da termini di ricerca secondari, ricavati dai risultati della revisione della letteratura condotta durante lo step precedente, tra cui – a titolo esemplificativo, ma non esaustivo – “inter-organizational relation”, “alliance”, “collaboration” e “cooperation” per le pubblicazioni internazionali e “sinergie”, “interazioni organizzative” e “interdipendenze organizzative” per i contributi nazionali. Anche in tal caso, nessun vincolo temporale e nessun criterio di esclusione sono stati impiegati in sede di configurazione dei parametri della ricerca. La query ha condotto alla raccolta di un numero complessivo di circa 600 contributi scientifici, tra cui articoli in rivista, contributi in atti di convegno, monografie e capitoli in volumi collettanei; in seguito all’eliminazione dei documenti ridondanti, il numero originario si è ridotto a 472 documenti, su cui è stata condotta un’analisi di significatività e di rilevanza ai fini degli obiettivi della presente ricerca, attraverso la lettura dei relativi abstract. Ad esito di tale attività di scrematura, sono state selezionate poco più di 200 pubblicazioni, che hanno rappresentato la base per l’inquadramento dell’integrazione socio-sanitaria nella prospettiva delle relazioni inter-organizzative. Più dell’85% di questi ultimi rientra nella categoria degli articoli su rivista; la parte residua si compone prevalentemente di rapporti istituzionali, capitoli in volumi collettanei e, in via residuale, monografie. All’inquadramento concettuale dell’integrazione socio-sanitaria nella prospettiva delle relazioni inter-organizzative segue la descrizione sistematica dei determinanti che contribuiscono a spiegare la nascita e lo sviluppo di queste ultime. Particolare attenzione è dedicata alle motivazioni che spingono le aziende sanitarie e sociali a ricorrere a strategie collaborative piuttosto che competitive. In questa prospettiva, i benefici associati alle interazioni sono confrontati ai sacrifici che emergono a seguito della loro istituzione, soprattutto in termini di restrizione della discrezionalità organizzativa e di perdita di autonomia strategica e gestionale. In aggiunta, si propone a una sistematizzazione dei modelli più comuni di governo e gestione delle relazioni inter-organizzative, cui si congiunge un’approfondita discussione in merito agli approcci di valutazione più appropriati per la misurazione delle performance interorganizzative. Nella parte conclusiva, l’integrazione socio-sanitaria è indagata precipuamente in relazione ai suoi caratteri di stabilità e di intensità. Coerentemente, alcune “regole empiriche” per l’implementazione dell’integrazione socio-sanitaria sono esposte, identificando i fattori abilitanti e ostativi a essa. Diversi casi internazionali, tra cui il “Budget di salute” nella regione Campania, sono impiegati quali esperienze empiriche protese a tradurre in termini teorici il costrutto teorico proposto nello sviluppo del lavoro di tesi. Dalle evidenze riportate, le relazioni inter-organizzative emergono quale strumento indispensabile, ma di difficile implementazione ai fini del recupero di efficienza, efficacia ed economicità nelle attività di assistenza alle persone in stato di bisogno. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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3

Ambrosino, Gabriella. "La salute in carcere: un driver di (re)integrazione dentro e fuori le mura." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2134.

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Abstract:
2013 - 2014
The issue of prisons health in Italian prisons is an important management objective for penitentiary institutions whose purpose today is to re-educate the person in custody and to encourage the social re-insertion. The passage of prison health by the Ministry of Justice to the Ministry of Health, governed by the Prime Minister's Decree in 2008, represents an important milestone on the path to the protection of the prison conditions, which now can rise to the same health care of free citizens. This paper sets a goal that is already contained in the title: exploring how to protect the health of those detained may be a driver not only of social re-insertion, but also of territorial integration from an organizational perspective. The analysis started by the definition of "health" and, in particular, what organizational system legally recognized and appointed to ensure the protection of this right, observing the evolution and for free people and for those held... [edited by author]
XIII n.s.
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4

Morena, Valentina. "Contributi e prospettive della formazione manageriale in Sanità." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2016. http://hdl.handle.net/10556/2178.

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Abstract:
2013 - 2014
The research project explores the theme of management education in healthcare in the regional context Campano referring to its strategic role in a perspective of change and management innovation to ensure performance improvement in health care. In the Campania Region, the PRS track the educational goals of the health system and defines the extremely important management training to achieve the desired organizational change... [edited by author]
XIII n.s.
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Ozzola, Filippo <1979&gt. "La trasparenza nelle organizzazioni sanitarie: comunicare i risultati." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2397/1/ozzola_filippo_tesi.pdf.

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Abstract:
La raccolta e l’utilizzo in chiave comparativa di dati di performance sanitaria risponde, tra le altre esigenze, a bisogni di accountability. Si osserva infatti a livello internazionale la diffusione di politiche di pubblicizzazione della qualità dei risultati: uno studio della letteratura di settore consente di confrontare i fattori più rilevanti delle principali esperienze di reporting già realizzate in Paesi dai sistemi sanitari molto diversi. Nel contesto italiano l’attenzione ai diritti dell’utente di concerto con la riforma del sistema informativo sanitario si pongono come premesse alla potenziale diffusione di dati di performance alla cittadinanza. Una interpretazione delle fonti normative e della giurisprudenza tramite il principio di trasparenza pare sostenere la tesi di una doverosità di informazione in capo alle amministrazioni pubbliche; l’analisi dei possibili scenari di impatto delle politiche di comunicazione ne condiziona però l’attuazione ad una programmazione strutturata e consapevole.
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Ozzola, Filippo <1979&gt. "La trasparenza nelle organizzazioni sanitarie: comunicare i risultati." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2397/.

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Abstract:
La raccolta e l’utilizzo in chiave comparativa di dati di performance sanitaria risponde, tra le altre esigenze, a bisogni di accountability. Si osserva infatti a livello internazionale la diffusione di politiche di pubblicizzazione della qualità dei risultati: uno studio della letteratura di settore consente di confrontare i fattori più rilevanti delle principali esperienze di reporting già realizzate in Paesi dai sistemi sanitari molto diversi. Nel contesto italiano l’attenzione ai diritti dell’utente di concerto con la riforma del sistema informativo sanitario si pongono come premesse alla potenziale diffusione di dati di performance alla cittadinanza. Una interpretazione delle fonti normative e della giurisprudenza tramite il principio di trasparenza pare sostenere la tesi di una doverosità di informazione in capo alle amministrazioni pubbliche; l’analisi dei possibili scenari di impatto delle politiche di comunicazione ne condiziona però l’attuazione ad una programmazione strutturata e consapevole.
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Migliaccio, Dario. "Le nuove frontiere del Servizio Sanitario Penitenziario." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1008.

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Abstract:
2011 - 2012
L’indagine di ricerca sulla sanità penitenziaria costituisce un’esperienza assolutamente innovativa nel panorama nazionale sia per il campo di indagine che per la metodologia adottata in relazione al particolare focus organizzativo e manageriale con il quale la stessa è stata espletata. La complessità del lavoro di ricerca è stata determinata da una molteplicità di fattori legati sia alla difficoltà di accesso alle strutture detentive che alla contestuale sistematizzazione di dati del management sanitario e dei relativi assetti organizzativi che non sono stati mai oggetto di indagine scientifica nel nostro Paese. Ciò è dimostrato sia dalla rarità di studi di ricerca intrapresi nel settore, che dalla scarsità di contributi scientifici e della letteratura esistente in materia (Sangiacomo M., Ianni L., Degrassi F., D’Urso A. in Mecosan, Anno XVIII, n.° 72/ 2009). Il problema della sanità in carcere pur essendo, allo stato attuale, fra i temi più dibattuti sia nel mondo sanitario che in quello della giustizia penale soprattutto tra i “practioners” del settore (vedi atti Convegno Nazionale Simspe, 2007; Convegno Nazionale Amapi, 2009) stenta a trovare piena legittimazione in ambito accademico, in controtendenza rispetto ad altre realtà internazionali. L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare le principali implicazioni organizzativo – gestionali determinate dall’emissione del D.P.C.M. 1 aprile 2008, soprattutto cercando di cogliere i “driver” critici che non hanno consentito, allo stato attuale, di procedere ad un’implementazione effettiva del processo di riforma, sostanziandosi di fatto un “fallimento normativo” che non ha consentito un reale miglioramento dei servizi erogati dal servizio sanitario penitenziario. Il lavoro di ricerca cerca di trarre dall’individuazione delle leve organizzative critiche, le indicazioni necessarie per la riprogettazione di nuovi assetti organizzativi del sistema sanitario in carcere; l’inefficacia di quello attuale è conclamato da eventi che con straordinaria quotidianità manifestano l’inadeguatezza dell’attuale management sanitario di fronte alle nuove sfide di complessità che il contesto detentivo prepotentemente impone. Pertanto la ricerca ha la finalità di proporsi quale punto di partenza per l’implementazione di nuovi modelli organizzativi in grado di garantire un pieno ed effettivo diritto alla salute del paziente detenuto in una prospettiva di internazionalizzazione del sistema sanitario penitenziario italiano che, sulla base di esperienze “mature” sperimentate in altri Paesi dell’Unione Europea, ci dimostra come in analogia a quanto accaduto nel nostro Paese è possibile intraprendere un effettivo e progressivo processo di miglioramento organizzativo del sistema sanitario carcerario. L’articolazione del lavoro di tesi è stato strutturato fondamentalmente in tre parti: la prima, si è incentrata su un’analisi storica del sistema sanitario penitenziario con un focus specifico sulla strutturazione degli assetti organizzativi vigenti prima dell’emanazione del DPCM 1 aprile 2008. La seconda parte del lavoro ha analizzato altre esperienze internazionali (Francia, Norvegia, Inghilterra e Galles) in cui sia le modalità di transito del servizio sanitario dall’Amministrazione della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale che le dinamiche dei flussi detentivi e le criticità riscontrate per l’implementazione effettiva del processo di riforma, hanno rivelato particolare analogie con il caso italiano. La terza parte del lavoro, riporta i risultati dell’indagine di ricerca espletata sulle aree sanitarie degli istituti penitenziari campani, realtà fortemente significativa, sia per il numero di detenuti interessati che per la varietà delle istituzioni penitenziarie presenti sul territorio. L’indagine di ricerca oltre a monitorare lo stato di attuazione del percorso di riforma del servizio sanitario penitenziario, si propone quale base per l’individuazione delle leve organizzative sulle quali poter intervenire per l’avvio di un processo di re-design del sistema organizzativo sanitario carcerario nell’ambito della Regione Campania, in quanto l’alta significatività del campione esaminato ci consente di affermare come la realtà oggetto di indagine possa costituire un laboratorio di sperimentazione pilota per l’intero sistema sanitario penitenziario italiano. La differenziazione dei micro – obiettivi perseguiti in ciascuna parte del lavoro di tesi ha imposto una corrispondente differenziazione metodologica di reperimento ed analisi dei dati; nella prima parte, il percorso metodologico seguito, pertanto, si è basato su una sostanziale sistematizzazione del flusso documentale a disposizione (circolari, atti amministrativi, sentenze della Corte dei Conti, ecc.) reperito presso le singole istituzioni interessate, mediante la ricerca di dati sia di natura qualitativa che quantitativa che permettessero di tracciare un quadro “matriciale” in grado di porre in correlazione l’individuazione delle criticità, all’origine della mancata attuazione del processo di riforma, con le dinamiche del flusso “emergenziale” dei ristretti che, negli ultimi anni hanno caratterizzato il sistema penitenziario italiano e né hanno modellato il relativo assetto organizzativo. Nella seconda parte del lavoro, la scelta dei sistemi sanitari penitenziari, è stata dettata non solo dalla comune “ratio” nella definizione delle modalità relative al passaggio della medicina penitenziaria dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ma anche dalla particolare significatività dei flussi detentivi, dell’articolazione territoriale delle strutture carcerarie, dalle politiche strategiche intraprese per l’effettiva attuazione del processo di riforma in ciascun Paese, secondo le direttive ed i principi normativi emessi a livello internazionale. A tal fine l’analisi è stata condotta secondo un approccio matriciale per il quale sono stati individuati tre assi di valutazione sulla base di fattori forniteci dalla letteratura classica : ambiente, strategia e struttura organizzativa; ciò ha consentito di poter procedere con dati sia quantitativi che qualitativi all’effettuazione di un’analisi comparativa tra le realtà nazionali oggetto d’indagine e di analizzare le interdipendenze, piuttosto complesse, tra il mondo carcerario e quello sanitario, soprattutto in chiave di riprogettazione degli assetti organizzativi del servizio. La modalità di indagine si è prevalentemente incentrata su un ‘analisi classificatoria e relazionale, considerata la mole di documenti artificiali raccolti per la ricerca per il quale era necessario dai testi un’informazione più sintetica e generale di quella presente nei singoli eventi osservati, al fine di descriverli e spiegarli. Si è proceduto ad organizzare il materiale raccolto nella ricerca effettuando confronti tra le sue parti affini, riassumendone l’opera svolta con lo scopo di giungere alla formazione di categorie, liste, matrici, grafi di varia natura (basati sugli eventi, sulle proprietà o sulle relazioni) atti a classificare ed a determinare le tipologie di esperienza, a volte anche con l’individuazione di cammini causali. Pertanto, il percorso di ricerca intrapreso sulle esperienze internazionali esaminate, ha consentito di evidenziare le dimensioni comuni che hanno caratterizzato il processo di riforma della medicina penitenziaria, individuabili nei fattori di complessità ambientale, azione strategica e di “design” della struttura organizzativa delle amministrazioni sanitarie carcerarie chiamate a garantire l’erogazione dei complessi e diversificati servizi nell’ambito delle stringenti limitazioni imposte dai regimi restrittivi. L’analisi dei dati sui flussi detentivi, acquisiti da documenti ufficiali delle amministrazioni penitenziarie oggetto dell’indagine, ha permesso di individuare i parametri di complessità ambientale in cui si trova ad operare il servizio sanitario; seguendo il paradigma classico ambiente – strategia - struttura, è emersa una sostanziale condivisione degli obiettivi delle azioni di politica strategica messe in campo dalle amministrazioni analizzate, seppur caratterizzate da tempi e modalità di attuazione piuttosto diversificati in relazione anche allo specifico contesto nazionale. Risulta evidente in tutti e tre i casi, come il nuovo modello normativo di sanità penitenziaria, abbia inciso significativamente sulla ristrutturazione degli assetti organizzativi del sistema sanitario penitenziario. La terza parte del lavoro è sfociata in un’indagine di ricerca sul sistema sanitario penitenziario in Campania; la significatività del campione di analisi prescelto induce con estrema ragionevolezza a ritenere come i dati emersi in tale realtà possano assumere notevole rilevanza sia a livello nazionale che internazionale, nel fotografare un “frame - work” di elementi sul quale poter intervenire per riprogettare gli attuali assetti organizzativi delle sanità penitenziaria in un ottica di miglioramento del servizio sia in termini di efficacia che di efficienza. L’indagine di ricerca è stata espletata sul “campo”, mediante accesso diretto alle singole strutture penitenziarie e con la somministrazione di un questionario strutturato, principalmente a risposte chiuse, ma con la possibilità di reperire anche informazioni con la formulazione di quesiti a risposta aperta, in cui i medici coordinatori del servizio, in qualità di destinatari dell’indagine di ricerca, hanno potuto fornire un quadro quanto più esaustivo e libero possibile, nell’analisi dei fattori di inerzia in cui si trova il settore nell’attuale contesto storico. L’accesso alle strutture detentive è stato reso possibile grazie alle sinergie attivate con le amministrazioni coinvolte nel processo di assistenza sanitaria ai detenuti, dai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria campana a quelli delle Aziende Sanitarie interessate dall’indagine, con la supervisione e la collaborazione della Regione Campania nell’ambito delle attività espletate dall’Osservatorio Regionale sulla Sanità Penitenziaria, per il quale è stata fondamentale un’opera di intermediazione del Dipartimento di Studi e Ricerche Aziendali dell’Università degli Studi di Salerno. Alla base dell’individuazione degli elementi di analisi, si è fatto ricorso ad una delle più recenti evoluzioni teoriche negli studi di organizzazione, che sviluppando i contributi di progettazione offerti dall’approccio configurazionista (Meyer, Tsui, Hinings, 1993) e dalla prospettiva della complementarietà (Milgrom, Roberts, 1995; Roberts, 2004) offrono un nuovo approccio di analisi delle organizzazioni, denominata “Chimica dell’Organizzazione”, in cui i suddetti filoni teorici si fondano su una visione sistemica dell’organizzazione che può essere analizzata come un sistema di pratiche ed elementi organizzativi, strettamente interconnessi tra di loro, al contrario di quanto proposto dalla teoria contingente, in cui l’analisi può essere effettuata anche singolarmente per ciascun elemento. La chimica dell’organizzazione sostiene che le forme organizzative possono essere descritte come <> (Grandori, 2004), in quanto tale, il filone teorico in esame, pur condividendo la visione sistemica dell’organizzazione e l’enfasi sugli effetti di interazione, propone una procedura diversa per l’identificazione delle complementarietà (ed eventuali sostituibilità) tra pratiche organizzative. Infatti gli approcci prima esaminati non sono giunti alla formulazione di una teoria delle combinazioni organizzative, in grado di predire ex ante quali pratiche organizzative possono essere combinate in generale per generare efficacia: la “forma organizzativa efficace” è il risultato di pratiche co-applicate empiricamente con successo originando una soluzione di progettazione nell’ottica di colmare al massimo, un gap tra la struttura della propria organizzazione all’archetipo identificato. Il punto di partenza dell’approccio “chimico” che lo differenzia rispetto agli approcci prima esaminati (configurazionista e della complementarietà) è l’identificazione di “elementi organizzativi di base”, che nelle loro molteplici combinazioni possano descrivere le organizzazioni come “composti” con un elevato indice di generalizzabilità. In quest’ottica un primo contributo della chimica dell’organizzazione è fornire un fondamento micro-analitico alla progettazione organizzativa. Tale approccio permette al progettista di spostare l’asse della ricerca dall’identificazione di una forma organizzativa o di un modello ideale ad individuare quali siano gli elementi di base ed in quale combinazione e dosi siano presenti in un’organizzazione, in altre parole come accade per la chimica, ci si pone l’interrogativo di quale sia la formula dell’organizzazione oggetto di indagine. Il passo successivo all’identificazione degli elementi organizzativi presenti nella formula, è quello di procedere all’individuazione delle combinazioni giuste; a tal punto è lecito chiedersi: quali combinazioni o formule organizzative sono efficaci?, si possono definire delle leggi di combinazione che guidino il progettista?. Nel presente lavoro cercheremo di illustrare come la chimica dell’organizzazione risponda a tali domande e come si possa pervenire alla individuazione di nuovi modelli organizzativi in grado di far fronte alle complessità originatesi nel sistema sanitario penitenziario campano e nazionale a seguito dell’emissione del DPCM 1 aprile 2008. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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STOBBIONE, TIZIANA. "LA CREAZIONE DI VALORE NELLE AZIENDE SANITARIE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6767.

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Abstract:
La constatazione che in ambito sanitario il prodotto finale dei processi terapeutico-assistenziali, ovvero il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini, non possa essere definito soltanto in termini puramente economici e in un contesto in cui gli aspetti monetari costituiscono il perno intorno al quale si muovono tutte le strategie politiche, sociali ed economiche nazionali ed europee, costituisce il primum movens di questo progetto di ricerca. L’Azienda Sanitaria rappresenta, infatti, un locus in cui si embricano e sovrappongono le esigenze di numerose categorie di stakeholders (politici, fornitori, utenti e lavoratori) che, pur calati in un ambiente che possiede caratteristiche aziendali indissociabili da valutazioni finanziarie, non possono considerarsi esaurite nelle sole dimensioni economico-monetarie. Il valore finale dei processi di output di un’Azienda Sanitaria, sinteticamente riassumibile nel concetto di “soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione” riconosce, fra le componenti intrinseche del processo produttivo, cogenti sollecitazioni di carattere etico che presuppongono il rispetto di garanzie di equità, legittimità e imparzialità, irrinunciabili nella costruzione del prodotto finale. Questo lavoro di ricerca concentra, quindi, la propria attenzione sul processo di creazione di valore nell’Azienda Sanitaria, a partire dalle suggestioni bibliografiche inerenti le principali variabili economiche e organizzative, per giungere a indagare le corrispondenze derivanti dalle componenti intangibili.
The finding that the final product in the health-care therapeutic process, namely the improvement of citizens' health, can not only be defined in purely economic terms and in a context where the monetary aspects are the pivot around which move all the political strategies, social and economic national and European, it is the primary cause of this research project. The Health Service is, in fact, a locus where they overlap the needs of various categories of stakeholders (politicians, suppliers, users and workers) who, although dropped in an environment that has business features inseparable from financial ratings, were not exhausted only in the economic and monetary dimensions. The final value of the output processes of a company Health, succinctly summed up in the concept of "meeting the health needs of the population" recognizes, among the intrinsic components of the production process, mandatory stress ethical which require compliance with guarantees of fairness , legitimacy and impartiality, essential in the construction of the final product. This research focuses, therefore, its attention on the process of value creation in the Company Health, from bibliographical suggestions regarding the main economic and organizational variables, to come to investigate the matches resulting from intangible assets.
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STOBBIONE, TIZIANA. "LA CREAZIONE DI VALORE NELLE AZIENDE SANITARIE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6767.

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Abstract:
La constatazione che in ambito sanitario il prodotto finale dei processi terapeutico-assistenziali, ovvero il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini, non possa essere definito soltanto in termini puramente economici e in un contesto in cui gli aspetti monetari costituiscono il perno intorno al quale si muovono tutte le strategie politiche, sociali ed economiche nazionali ed europee, costituisce il primum movens di questo progetto di ricerca. L’Azienda Sanitaria rappresenta, infatti, un locus in cui si embricano e sovrappongono le esigenze di numerose categorie di stakeholders (politici, fornitori, utenti e lavoratori) che, pur calati in un ambiente che possiede caratteristiche aziendali indissociabili da valutazioni finanziarie, non possono considerarsi esaurite nelle sole dimensioni economico-monetarie. Il valore finale dei processi di output di un’Azienda Sanitaria, sinteticamente riassumibile nel concetto di “soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione” riconosce, fra le componenti intrinseche del processo produttivo, cogenti sollecitazioni di carattere etico che presuppongono il rispetto di garanzie di equità, legittimità e imparzialità, irrinunciabili nella costruzione del prodotto finale. Questo lavoro di ricerca concentra, quindi, la propria attenzione sul processo di creazione di valore nell’Azienda Sanitaria, a partire dalle suggestioni bibliografiche inerenti le principali variabili economiche e organizzative, per giungere a indagare le corrispondenze derivanti dalle componenti intangibili.
The finding that the final product in the health-care therapeutic process, namely the improvement of citizens' health, can not only be defined in purely economic terms and in a context where the monetary aspects are the pivot around which move all the political strategies, social and economic national and European, it is the primary cause of this research project. The Health Service is, in fact, a locus where they overlap the needs of various categories of stakeholders (politicians, suppliers, users and workers) who, although dropped in an environment that has business features inseparable from financial ratings, were not exhausted only in the economic and monetary dimensions. The final value of the output processes of a company Health, succinctly summed up in the concept of "meeting the health needs of the population" recognizes, among the intrinsic components of the production process, mandatory stress ethical which require compliance with guarantees of fairness , legitimacy and impartiality, essential in the construction of the final product. This research focuses, therefore, its attention on the process of value creation in the Company Health, from bibliographical suggestions regarding the main economic and organizational variables, to come to investigate the matches resulting from intangible assets.
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Romeo, Simone Gaetano. "La rappresentanza degli interessi delle Organizzazioni Non Profit (ONP) Italiane della ricerca sanitaria." Doctoral thesis, Università di Catania, 2018. http://hdl.handle.net/10761/4030.

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Abstract:
La ricerca che s inserisce nell alveo della Scienza Politica si focalizza sulle organizzazioni non profit (ONP) italiane attive nella ricerca sanitaria e, in particolar modo, sulla rappresentanza dei loro interessi presso il sistema politico-istituzionale. Il tema in questione assume, infatti, una particolare rilevanza poiché consente di inquadrare tali organizzazioni come gruppi d interesse al pari di altri attivi nell odierna scena politica. Le domande principali dello studio si incentrano, pertanto, su quali siano in concreto gli interessi delle ONP e, soprattutto, in che modo quest ultimi vengono portati all attenzione dei policy-makers al fine di influenzarne le decisioni. L ipotesi di ricerca principale avanzata considera che le ONP di ricerca sanitaria, in quanto gruppi di interesse pubblico, privilegerebbero strategie di lobbying diretto rispetto a quello indiretto in merito alla policy di riferimento. La metodologia di ricerca intrapresa è di tipo misto, caratterizzata sia da un analisi quantitativa che qualitativa: in particolare, quest ultima (di norma privilegiata) si avvale di interviste all élite delle organizzazioni (quest ultime suddivisibili in ONP nazionali, ONP regionali e reti di ONP) e di un analisi di documenti. L ipotesi si rivela confermata solo in parte: solamente, infatti, alcune organizzazioni rispetto al complesso di quelle coinvolte adotterebbero maggiormente strategie di lobbying diretto rispetto a quello indiretto. Riguardo ai risultati ottenuti, si rileva, inoltre, come le ONP considerate non abbiano solo sviluppato strategie di lobbying distinte tra loro, ma siano protagoniste, più in generale, di linee strategiche differenti.
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PALAZZOLO, GIULIA. "Le partnership pubblico-privato nel sistema sanitario italiano: aspetti istituzionali e caratteri organizzativi." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242857.

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Abstract:
La tesi ha ad oggetto lo studio delle partnership pubblico-privato in sanità. Il primo capitolo della tesi offre una panoramica introduttiva sul management pubblico, con particolare riferimento alla distinzione fra aziende private e aziende pubbliche. Queste ultime realtà sono interpretate in una dimensione storica e sono individuati tre principali filoni di orientamento nella gestione della “cosa pubblica”: il modello di Traditional Administration, il modello di New Public Management e il modello di New Public Governance. Il secondo capitolo ha come focus d’analisi il settore sanitario, esaminato nelle sue specificità organizzative, le quali sono interpretate nell’ottica dell’approccio di New Public Governance, che promuove la collaborazione fra realtà pubbliche e private. Il capitolo si conclude con una panoramica del percorso di riforme della sanità italiana. Il terzo esamina alcuni antecedenti teorici di matrice organizzativa sul concetto di network e propone lo studio delle dimensioni di rete ritenute più critiche nelle collaborazioni fra pubblico e privato in sanità: la partner variety, la definizione degli obiettivi, l’analisi delle interdipendenze, i meccanismi di coordinamento. Il quarto capitolo affronta il tema delle partnership pubblico-privato nella letteratura internazionale, distinguendo le partnership contrattuali dalle partnership istituzionali. Il capitolo presenta quindi la realtà delle partnership pubblico-privato nel contesto nazionale, con attenzione alle forme contrattuali che esse assumono e agli aspetti di interesse negli studi aziendali ed organizzativi. Il quinto capitolo descrive i risultati di un’indagine empirica che riguarda lo studio delle partnership pubblico-privato stabilizzate in Italia. Il metodo d’indagine scelto, il questionario, è motivato nell’ambito del tema di ricerca svolto. Il capitolo si chiude con alcune riflessioni sul potenziale e sui possibili sviluppi delle partnership in Italia.
The doctoral thesis discusses the public-private partnerships within the health sector. The thesis is made up of the following five chapters. The first chapter begins with public and private organizations distinctions. So it focuses only on public organizations, especially in reference to the evolution of public administration trends in management and organization subjects: from traditional administration to New Public Management, from Neo-Weberian State to New Public Governance. The second chapter deals with health sector characteristics, regarding its complex assets and the opportunity, as suggested by New Public Governance, to make public and private organizations collaborate. It then goes on to review the Italian health reforms, looking at its organizational forms and inter-organizational relations’ propensities. The third chapter regards inter-organizational characteristics in the network theory prospect: partner variety, objectives, inter-dependencies, coordination, etc. These characters are studied in relation to the hybrid network composition; involving public and private sectors. The fourth chapter, at first, presents notes on public-private partnerships from international academic literature. It distinguishes two different types of public-private partnerships: the contractual ones and the institutional ones. The two types are studied in their principal benefits and disbenefits. The chapter then presents the main Italian contractual forms of public-private partnerships, comparing them with, still little number of national studies on partnership phenomenon. The fifth chapter has an empirical nature. It includes the study of ten Italian public-private stabilized partnerships, (which means partnerships that are finally consolidated). The research method is in a form of a questionnaire, the choice of which is explained in regards to the content of the study. The research results then follow. The thesis ends with some remarks on the state of Italian partnerships, which are regarded as work in progress experiences.
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D'Angelo, Vincenzo <1964&gt. "L'innovazione tecnologica nelle organizzazioni sanitarie. L'integrazione della cartella informatizzata infermieristica in Svizzera: un'analisi sociologica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8694/1/Tesi%20Vincenzo%20D%27Angelo.pdf.

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Abstract:
L’oggetto di questa tesi è l’innovazione tecnologica nelle organizzazioni sanitarie, in particolare mi soffermerò sulla cartella informatizzata infermieristica e le sue implicazioni con il lavoro di cura e le pratiche professionali infermieristiche. La metodologia scelta è un approccio mixed-method, è stato somministrato un questionario organizzato su un modello basato su 4 fattori determinanti: risorse, micro-rilevanza, micro-proprietà, macro-rilevanza, che permette di misurare l’adottabilità di un sistema informativo . È stata osservata la correlazione tra determinanti e le causalità, con l’utilizzo di metodi di regressione lineare. Per rilevare ed approfondire come l’innovazione tecnologica entra in relazione con i processi professionali ed organizzativi degli attori organizzativi, sono stati effettuati 5 focus group. Il contesto studiato è nella Svizzera italiana si tratta di un ospedale multisito che comprende nove istituti di cura. L’analisi è stata sviluppata in tre fasi: nella prima sono stati analizzati i dati provenienti dai questionari, successivamente le informazioni ottenute tramite i focus group, ed infine sono stati indentificati, temi e dati convergenti combinati ed analizzati attraverso un approccio misto. I risultati hanno permesso di identificare la micro-rilevanza come la variabile fondamentale per redire e valutare l’adottabilità di un sistema informativo in ambiente sanitario, e la micro-proprietà come seconda variabile per importanza. Dall’indagine qualitativa sono emersi temi come l’informazione, tempo, relazioni interpersonali, che caratterizzano i cambiamenti nelle pratiche professionali, e sono poi stati incrociati con dei sottogruppi di variabili tratti dal questionario. In conclusione l’adottabilità di un sistema informativo, deve comprendere modifiche dell’organizzazione, implica cambiamenti del ruolo e della cultura infermieristica e deve essere accompagnata da attività di formazione ai diversi attori coinvolti.
The subject of this thesis is technological innovation in health organizations, in particular I will focus on the computerized nursing record and its implications with nursing work and nursing professional practices. The chosen methodology is a mixed-method approach, a questionnaire was administered on a model based on 4 determining factors: resources, micro-relevance, micro-property, macro-relevance, which allows to measure the adoptability of an information system . The correlation between determinants and causalities was observed, using linear regression methods. To detect and study how technological innovation relates to the professional and organizational processes of the organizational actors, 5 focus groups were carried out. The studied context is in Italian Switzerland, it is a multi-site hospital that includes nine nursing institutions. The analysis was developed in three phases: in the first one the data from the questionnaires were analyzed, then the information obtained through the focus groups, and finally they were identified, themes and convergent data combined and analyzed through a mixed approach. The results made it possible to identify the micro-relevance as the fundamental variable for predicting and evaluating the adoptability of an information system in the healthcare environment, and the micro-property as the second variable in importance. Qualitative research has revealed themes such as information, time, interpersonal relationships, which characterize changes in professional practices, and were then crossed with sub-groups of variables taken from the questionnaire. In conclusion, the adoptability of an information system, must include changes to the organization, implies changes in the role and culture of nursing and must be accompanied by training activities for the various actors involved.
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Indrieri, Marilena. "Realtà e Prospettive nel management sanitario: uno studio all’ombra dei leader." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/4380.

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Abstract:
2016 - 2017
The appropriate and sustainable management of health care organizations is a timely and relevant topic. It achieves a growing popularity in light of the deep processes of institutional and structural changes which are affecting the health care context in the last few years. Therefore, it is crucial to push forward our knowledge about the management tools and approaches which allow to enhance the effectiveness of health care organizations, whose dimension – as required by recent legislative reforms – is continuously growing. Clinical leadership – that is to say the leadership which is enacted within health care organizations by providers of health services – is a momentous topic in the field of health care management and organization. This thesis aims at illuminating a “dark side” of clinical leadership: the role of gender differences in triggering diverging approaches to clinical leadership. For this purpose, a qualitative analysis was performed, which involved a medium-sized health care organization operating in Italy. A mixed approach was used, which joined a high level, “managerial” interpretation with a more depth, psychological interpretation of clinical leaders’ behaviors and approaches. Attention has been paid to the organizational implications of the specific leadership styles implemented by two key informants, who were identified as the primary sources of information for the purpose of this study. In line with the main aim of this study, a man and a woman were involved in this research. The psychological determinants of leaders’ approaches and behaviors were carefully investigated, in an attempt to point out gender-based differences. The two leaders belonged to the same health care organizations and had the same organizational role; they supervised two organizational units which were comparable in terms of health competencies and clinical practices. This thesis is organized as follows. Firstly, the “leadership” concept is presented, sticking to the prevailing theoretical frameworks which assist in underpinning this construct. Gender-based theories were elicited, in order to pave the way for the study development. Then, the strategic leadership mind-set is presented, focusing on the psychological and cognitive dimensions inspiring leaders’ practices. The second chapter proposes a literature review of the “clinical leadership” concept, identifying the management implications that it is able to generate on the proper functioning of health care organizations; once again, a particular emphasis is put on gender differences in the exercise of clinical leadership. The third chapter shows the research strategy and design. A single case study approach was taken. It was implemented through the “shadowing” method. The two leaders who were engaged in this analysis were carefully observed by the author during their every-day working activity; moreover, multiple semi-structured interviews were administered, in order to deepen the research findings. The result of this study point out that the styles of clinical leadership may be either transformational or transactional. Even though the approach taken does not allow generalization, the exercise of leadership is deeply affected by gender-based biases. On the one hand, female leaders are more inclined to embrace a transformational clinical leadership style; on the other hand, male leaders are more likely to use a transactional style. It is worth noting that differences in clinical leadership have relevant implications on the management of individual units within health care organizations; also, they affect the relationship between leaders, followers and supervisors. Lastly, yet importantly, such differences influence the patient-provider relationship, with drawbacks on the providers’ ability to fully detect and meet the needs of their patients. [edited by Author]
XVI n.s. (XXX ciclo)
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Colombo, Damiano <1977&gt. "La governance dei sistemi informativi in sanità. Aspetti tecnico-organizzativi nelle Aziende ULSS venete a seguito della riforma del Sistema Sanitario Regionale (L.R. 19/2016)." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18012.

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Abstract:
L'attuazione della Legge della Regione Veneto n. 19 del 25 ottobre 2016, che ha istituito l’Ente di governance della sanità regionale veneta denominato “Azienda per il governo della sanità della Regione del Veneto- Azienda Zero” ed ha individuato i nuovi ambiti territoriali delle Aziende Ulss, ha segnato l’inizio di un percorso virtuoso per tutta la sanità veneta e lanciato una sfida soprattutto per i sistemi informativi che hanno dovuto iniziare un processo di radicale rivisitazione dei paradigmi organizzativi in essere intraprendendo un percorso, tuttora in corso, di rivisitazione tecnico-organizzativa in un contesto sempre più complesso e integrato. La tesi approfondisce il ruolo dei sistemi informativi delle Aziende ULSS come leva di innovazione del sistema sanitario regionale e si focalizza sulle nuove scelte di governance e management resisi necessarie in questi ultimi anni con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico regionale. I Sistemi Informativi aziendali, per garantire un efficace contributo al sistema regionale, devono infatti rivedere e ripensare le relazioni con le altre funzioni aziendali e regionali per superare le logiche tradizionali di separazione delle competenze in compartimenti funzionali tra loro indipendenti. Nel corso della trattazione vengono quindi individuati alcuni punti strategici del percorso in fase di realizzazione, e le difficoltà nella loro attuazione, quali l’utilizzo di sistemi di terza generazione (cloud computing, sistemi iperconvergenti, FSEr…) e di nuovi metodi di progettazione, realizzazione e gestione dei sistemi informativi nella Pubblica Amministrazione (rivisitazione dei modelli di misurazione delle performance, utilizzo di soluzioni SaaS, condivisione applicativa, razionalizzazione dei datacenter...), per gestire sempre più in maniera efficace ed omogenea la continuità di cura e i servizi ai cittadini, all’interno del nuovo assetto organizzativo.
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Turra, Federica. "La gestione del rischio nelle organizzazioni sanitarie italiane:analisi di aspetti culturali e metodologici secondo un approccio "human centred"." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425026.

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Abstract:
The focus of this PhD thesis is on using industrial risk management and human factors engineering theories, in order to understand the specific characteristics of healthcare organisations and to design principles and methodologies for the improvement of patient and health care employee safety. The present research aims to: Explore the Italian state of art in Clinical Risk Management. Which is the Clinical Risk Management organisational configuration in Italian healthcare context? Which specific techniques and methodologies have used in Italian health care systems? Individuate and verify the factors influencing the growing and sharing of the safety culture. This investigation begins with the consideration that a fundamental part of risk management is about changing behaviour towards safer care. This change comes about through learning, which takes place at the level of individual health professional, at the organizational systems levels, and at point in between. How much and in which way cultural aspects influence the success of Risk management processes? Understand and describe the possibility to transfer human reliability methodologies and theories to healthcare domain. How to develop useful and applicable clinical risk management tools and solutions, basing on Human Factors discipline? To attain the established goals, I will, below, in introductory Chapter 1 and in Chapter 3, take a closer look respectively at Industrial Risk Management and Clinical Risk Management. In Chapter 2 I'll investigate the main characteristics of healthcare organisations. In Chapter 4 I'll present the thesis research project, which cover the research process step by step, and in particular introduce the empirical and theoretical gaps, the general objects, the research questions and the research methodology. In Chapter 5 I will introduce the phenomenon of human error. Starting with an overview, we will present models from cognitive psychology and from work sciences. The considerations presented in this chapter are to be used as foundations for the development of a methodology to acquire and judge human errors on the basis of practical operational experience in the healthcare context. In the chapter 5 I will also describe the construct of quality. The four constructs, presented inside the several chapters (Clinical Risk Management, Patient Safety Culture, Quality aspect and Human Factors), will be the theoretical framework that I have investigated. Building on the literature review and data collection with a sample of 6 organisations, I'll develop the within case analysis and cross case search for patterns (Chapter 6 and Chapter 7). In conclusion, I'll discuss the significance of the results. Chapter 9 summarizes the essential results of the entire endeavour in terms of methodological developments and the analysis of cases studies.
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DELL'AVERSANA, GIUSEPPINA. "SERVIZI SANITARI CULTURALMENTE COMPETENTI, EQUI E SENSIBILI ALLE DIFFERENZE. UNO STUDIO MULTILIVELLO NEL CONTESTO ITALIANO." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009167.

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Abstract:
This doctoral thesis proposes an in-depth investigation into the implementation of culturally competent and difference sensitive practices in healthcare service. Evidence of inequities in migrants’ health has demanded for the reorientation of health policies to provide diversity responsive and equitable health services. Cultural competence (CC) and difference sensitivity are defined as strategies to promote equity for “diverse” populations and require interventions at individual, organizational and system levels. Some studies have shown that culturally competent practices among organizations are adopted to varying degrees, but organizations tend to lag in integrating CC into management practices, such as leadership and strategic planning, and in promoting community representation and participation. The research project is informed by a theoretical approach which emphasises connections between macro, meso and micro levels of organisation. It consists of two interrelated qualitative studies conducted in three Italian Regions, each one aiming to achieve specific objectives. The first study focuses on the macro level. It aims to explore how health policies address equity and inequities in migrants’ utilization of health services, and to compare different perspectives on policy-making and implementation at the local level, considering facilitators and barriers. In doing so, we conducted: a) a policy document analysis of the three current regional health plans, b) interviews to 19 key stakeholders (in health systems and civil associations). Results highlight trends and dissimilarities in the conceptualization of diversity sensitive and CC in the examined documents. All acknowledge the importance of reducing health inequalities, but relevant differences are found in the focus paid to organizational commitment practices and the participatory ones. Results emphasize the importance of regional coordination practices for diffusing CC. Also they show areas of improvement in reducing the implementation gap faced by organizations confronted with highly differentiated populations. The second study focuses on the meso-micro level. It aims to explore perspectives on cultural competence, considering how it is integrated in managerial practices and in service provision (everyday ‘frontline’ practice and experience). We conducted a qualitative study based on the case study methodology. Data were collected in 3 health organizations of the three Regions. In each organization, individual and group interviews were conducted with managers or staff who had the lead responsibility for cultural intervention; middle managers and frontline professionals (n = 30). We also performed a document analysis on a sample of relevant organizational documents. Findings show different concepts of organizational strategies of cultural competence to promote equity for migrants’ health, and the role of contextual factors in affecting the organizational implementation. Data show practices to promote access and quality of care. However, further work is needed to embed cultural competence principles and practices at all levels of the organisation and promote participatory practices involving migrants and stakeholders. The study provides a clearer insight into the conditions that foster equitable health services and contributes to understanding barriers and facilitators in supporting diversity responsiveness and health equity for migrants, using a multilevel framework.
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DI, VIRGILIO JUAN DANIEL. "I modelli di HuB&Spoke nei sistemi organizzativi in Sanità: il caso del sistema sanitario della Regione Veneto." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/87587.

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Abstract:
Negli ultimi anni i sistemi sanitari sono stati oggetto di grandi trasformazioni e profonde riorganizzazioni ritrovandosi ad affrontare sfide comuni sempre più pressanti: l’evoluzione degli scenari macro-economici e istituzionali di riferimento, i nuovi trend demografici ed epidemiologici, la crescente limitatezza delle risorse, lo sviluppo delle nuove tecnologie, l’incremento della spesa sanitaria e l’aumento della complessità dell’organizzazione dei servizi sanitari (Bariletti, 1997, Longo et al, 2010; OECD, 2004, 2006, 2013; Dubois et al 2006; Fuchs, 1998 a,b; Pammolli et al, 2012). Nel nostro paese il processo di riforma sanitaria del SSN avviato negli anni ’90 e primi anni 2000, finalizzato al recupero di efficienza e efficacia del sistema sanitario, ha determinato un nuovo assetto istituzionale ed una nuova configurazione organizzativa. Il Sistema Sanitario di Sistemi Sanitari Regionali ha cercato attraverso nuovi modelli organizzativo-gestionali nuove modalità di erogazione dei servizi sociosanitari in linea con le nuove esigenze del sistema economico sociale in continua evoluzione (Borgonovi 2002; Amatucci et all, 2007; Cappellaro, Marsilio 2007; Galdiero 2009). Dalle sperimentazioni organizzative attuate da alcune Regioni sembrano prevalere tre modelli emergenti: il Modello Toscano, Il Modello Lombardo e il Modello Hub Spoke. In relazione a quest’ultimo, la Regione Veneto ha riorganizzato il proprio SSSR adeguandolo al proprio contesto di riferimento e razionalizzando tutta la rete socio-assistenziale perseguendo obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità. La riorganizzazione della rete ospedaliera attraverso il modello Hub & Spoke ha coinvolto anche le due grandi Aziende Ospedaliere di Padova e Verona che hanno modificato il proprio assetto organizzativo attraverso l’organizzazione dipartimentale integrata successivamente con l’intensità di cure. L’indagine esplorativa, secondo una prospettiva prettamente organizzativa, ha avuto lo scopo di conoscere e descrivere, il modello organizzativo implementato in questi due Centri Hub di riferimento regionale verificando l’impatto organizzativo attraverso alcune dimensioni. I risultati ottenuti dall’analisi documentale e dalle interviste semi-strutturate alla prima linea manageriale hanno permesso di comprendere l’evoluzione del fenomeno del cambiamento organizzativo avvenuto. I risultati ottenuti consentono di sintetizzare alcuni aspetti importanti: la definizione e l’attuazione di obiettivi strategici aziendali costituisce una leva motivazionale per i manager e per tutti gli operatori sanitari coinvolti oltre a facilitare la comunicazione tra i manager ed i professionisti, l’utilizzo di un assetto organizzativo dipartimentale permette la razionalizzazione delle risorse impiegate ed una migliore allocazione delle risorse tecnologiche; le economie di scala si possono ottenere attraverso le gare d’acquisto o con la condivisione di attività, di risorse tecnologiche, di risorse umane e organizzative; il contenimento dei costi mediante la mappature delle inappropriatezze o fissando “tetti di costo” dei fattori produttivi; un approccio logistico-organizzativo per intensità di cura favorisce la riprogettazione dei processi assistenziali e permette di coniugare la centralità dell’utente e la valorizzazione dei professionisti e delle loro competenze distintive, di ottimizzare quantitativamente e qualitativamente l’assistenza sanitaria e di introdurre nuove figure di coordinamento e integrazione assistenziale. L’attuazione dei percorsi clinici integrati facilita la gestione dei pazienti e migliora la continuità delle cure erogate intra ospedaliere e con le strutture territoriali.
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Piccirelli, Alessandra. "Percezione delle liste e dei tempi d'attesa nei servizi sanitari. Variabili antecedenti alla customer satisfaction." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426056.

Full text
Abstract:
The issue of waiting lists and waiting times characterizes most of the health systems of developed nations and whose purpose is to ensure universal coverage of health services in a broader perspective of fundamental human rights protection. So, apart from being a critical success factor for the health facility in terms of improving the quality of service and customer satisfaction, this issue taps a series of rights considered to be fundamental and inalienable by citizens/users such as the right to health, equality in access to the performances and care appropriateness. The issue acquires also more relevance because of higher expectations, the desire for greater involvement and participation by health services users and the link between satisfaction and patient adherence to treatments. The research aims to explore the issue of the waiting lists and waiting times by a dual point of view, that of health professionals (through focus group) and users (through quantitative survey). With regard to users, a further objective consists in confirming the main relationships between the variables that emerge from the literature and reference models as well as designing and suggesting possible new relationships between them. These variables primarily pertain to the discrepancy between expectations and perceptions according to the confirmation/disconfirmation approach (Oliver, 1980), the perceived value associated with the service (Woodruff, 1997), the emotional and affective reactions (Pruyn & Smidts, 1998), the attribution of responsibility for internal-user causal locus vs. external-operators/external-system (Taylor, 1994; Weiner, 2000). The overall results for the two phases of research can help to analyse deeper the issue of waiting lists and waiting times in the health service, and to provide ideas and operative suggestions aimed at improving specific user satisfaction about waiting times and, in general, the health service.
La problematica delle liste e dei tempi d’attesa caratterizza la maggior parte dei sistemi sanitari delle nazioni sviluppate il cui fine consiste nell’assicurare la copertura universale delle prestazioni sanitarie in una più ampia prospettiva di tutela di diritti fondamentali della persona. Quindi, oltre a rappresentare un fattore critico di successo per la struttura sanitaria in termini di miglioramento della qualità del servizio e della customer satisfaction, essa va a toccare una serie di diritti ritenuti ormai fondamentali e irrinunciabili da parte dei cittadini/utenti quali il diritto alla salute, l’eguaglianza nell’acceso alle prestazioni e l’appropriatezza delle cure. La questione acquista, inoltre, maggiore rilevanza in virtù delle aspettative più elevate, del maggior desiderio di coinvolgimento e di partecipazione espressi dall’utente dei servizi sanitari e del legame esistente tra soddisfazione e adesione del paziente alle cure e ai trattamenti medici. La ricerca si propone di esplorare la problematica delle liste e dei tempi d’attesa da un duplice punto di vista, quello degli operatori sanitari (mediante focus group) e quello degli utenti (mediante questionario). Relativamente agli utenti, un ulteriore obiettivo consta nel confermare le principali relazioni tra le variabili emerse dalla letteratura e nei modelli di riferimento nonché nel delineare e suggerire possibili e nuove relazioni tra le stesse. Tali variabili concernono innanzitutto la discrepanza tra le aspettative e le percezioni dell’utente secondo l’approccio della conferma/smentita (Oliver, 1980), il valore percepito associato al servizio (Woodruff, 1997), le reazioni emotive e affettive (Pruyn & Smidts, 1998), le attribuzioni di responsabilità in termini di locus causale interno-utente vs esterno-operatori/esterno-sistema (Taylor, 1994; Weiner, 2000). I risultati complessivi relativi alle due fasi della ricerca consentono di contribuire all’analisi e all’approfondimento della tematica delle liste e dei tempi d’attesa nel servizio sanitario e di fornire spunti e suggerimenti operativi volti a migliorare la soddisfazione degli utenti specifica per i tempi d’attesa e, in generale per il servizio sanitario.
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ALIZZI, ANTONIO. "PROFESSIONALITA', RUOLO E FUNZIONI DEL DIRETTORE SANITARIO. AMBITI DI MANAGERIALITA' IN TRE ORGANIZZAZIONI AD ELEVATA COMPLESSITA': ISTITUTO CLINICO HUMANITAS, ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA, OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1106.

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Abstract:
Nell’ambito delle professioni mediche, quella del direttore sanitario aziendale risulta poco indagata. La ricerca – di tipo qualitativo, condotta sui direttori sanitari di tre ospedali di Milano – si propone di investigare questo ruolo professionale a partire dalle novità registrate nell’ultimo ventennio e dagli obiettivi che si pone nel proprio campo. L’ipotesi è che la figura esaminata abbia subito tali e profonde mutazioni per cui: a) in superficie, sono cambiate le competenze fondamentali per l’esercizio efficace del ruolo; in particolare, l’attività “produttiva” è stata affidata al “direttore medico di presidio” mentre la programmazione e il coordinamento strategico al direttore sanitario; b) in profondità, compromesse e dissolte quelle caratteristiche che Freidson considerava tipiche della professione, il direttore sanitario è andato costruendosi una nuova professionalità, caratterizzata dai saperi tecnici tradizionali, ma anche da nuove competenze manageriali. Viene ripercorso normativamente e storicamente il cambiamento intervenuto nel ruolo, fino a delinearne i nuovi ambiti di managerialità. Individuare tali competenze è utile per: includerle, mediante percorsi educativi specifici, nel fabbisogno formativo professionale, leggerne il ricorso e lo sviluppo, in una chiave isomorfica normativa, come funzionale allo stesso direttore sanitario per attivare/controllare il cambiamento, tanto nell’ospedale, quanto nel campo organizzativo della salute.
Within the scope of medical professions, the role of the chief medical officer is not so much investigated. The present quality-type research has been carried out on the activity of chief medical officers in three hospitals in Milan and aims to investigate this profession starting from the innovations it underwent during the last twenty years and from the goals it intends to reach. The hypothesis we formulated is that the role we are analyzing has undergone such deep changes that: a) on the surface, fundamental skills required for an efficient practice of this profession have changed; in particular, the “productive” activity has been entrusted to the hospital medical director, while programming and strategic coordination has been ascribed to the chief medical officer; b) in depth, since the characteristics considered as typical by Freidson were compromised and hence dissolved, chief medical officers have been acquiring a new professionalism, marked by traditional knowledge but also by new managerial skills. Changes occurred in this profession have been studied in the present dissertation both from a regulatory and from an historical point of view, in order to trace out the new scope of its managerial activities. Detecting skills is important: for including them among the educational needs of this profession to be acquired thanks to specific training paths, for tracing their recurrence and development in the frame of a normative isomorphism, which would be useful for the chief medical officer himself in order to start/monitor the changes as much in the hospital as in the whole organizational health field.
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ALIZZI, ANTONIO. "PROFESSIONALITA', RUOLO E FUNZIONI DEL DIRETTORE SANITARIO. AMBITI DI MANAGERIALITA' IN TRE ORGANIZZAZIONI AD ELEVATA COMPLESSITA': ISTITUTO CLINICO HUMANITAS, ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA, OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1106.

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Abstract:
Nell’ambito delle professioni mediche, quella del direttore sanitario aziendale risulta poco indagata. La ricerca – di tipo qualitativo, condotta sui direttori sanitari di tre ospedali di Milano – si propone di investigare questo ruolo professionale a partire dalle novità registrate nell’ultimo ventennio e dagli obiettivi che si pone nel proprio campo. L’ipotesi è che la figura esaminata abbia subito tali e profonde mutazioni per cui: a) in superficie, sono cambiate le competenze fondamentali per l’esercizio efficace del ruolo; in particolare, l’attività “produttiva” è stata affidata al “direttore medico di presidio” mentre la programmazione e il coordinamento strategico al direttore sanitario; b) in profondità, compromesse e dissolte quelle caratteristiche che Freidson considerava tipiche della professione, il direttore sanitario è andato costruendosi una nuova professionalità, caratterizzata dai saperi tecnici tradizionali, ma anche da nuove competenze manageriali. Viene ripercorso normativamente e storicamente il cambiamento intervenuto nel ruolo, fino a delinearne i nuovi ambiti di managerialità. Individuare tali competenze è utile per: includerle, mediante percorsi educativi specifici, nel fabbisogno formativo professionale, leggerne il ricorso e lo sviluppo, in una chiave isomorfica normativa, come funzionale allo stesso direttore sanitario per attivare/controllare il cambiamento, tanto nell’ospedale, quanto nel campo organizzativo della salute.
Within the scope of medical professions, the role of the chief medical officer is not so much investigated. The present quality-type research has been carried out on the activity of chief medical officers in three hospitals in Milan and aims to investigate this profession starting from the innovations it underwent during the last twenty years and from the goals it intends to reach. The hypothesis we formulated is that the role we are analyzing has undergone such deep changes that: a) on the surface, fundamental skills required for an efficient practice of this profession have changed; in particular, the “productive” activity has been entrusted to the hospital medical director, while programming and strategic coordination has been ascribed to the chief medical officer; b) in depth, since the characteristics considered as typical by Freidson were compromised and hence dissolved, chief medical officers have been acquiring a new professionalism, marked by traditional knowledge but also by new managerial skills. Changes occurred in this profession have been studied in the present dissertation both from a regulatory and from an historical point of view, in order to trace out the new scope of its managerial activities. Detecting skills is important: for including them among the educational needs of this profession to be acquired thanks to specific training paths, for tracing their recurrence and development in the frame of a normative isomorphism, which would be useful for the chief medical officer himself in order to start/monitor the changes as much in the hospital as in the whole organizational health field.
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Demasi, Veronica. "Errare è umano anzi medico: come creare valore per il paziente?" Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/117.

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Abstract:
2008-2009
La ricerca ha ad oggetto, dunque, l‘evoluzione della funzione di clinal risk management9 (Vincent, 2001) nelle aziende sanitarie, in una prospettiva economico-aziendale, attraverso una analisi parallela delle metodiche e gli strumenti implementati nel sistema sanitario italiano e in quello irlandese. Tale scelta scaturisce dalla considerazione che le due realtà europee si trovano in una comune situazione embrionale di studi ed implementazione del clinical risk management e presentano affinità e similitudini relativamente alla cornice istituzionale di riferimento. La preferenza per l‘analisi del contesto irlandese, altresì, è frutto di un periodo di ricerche svolto presso la Michael Smurfit Business School dell‘University College of Dublin, in Irlanda durante il terzo anno del Corso di Dottorato di ricerca in Economia e Direzione delle Aziende Pubbliche. Attraverso il supporto e la collaborazione della prof. ssa Gerardine Doyle, è stato possibile, di fatto, analizzare il clinical risk management grazie all‘utilizzo delle facilities presenti presso la struttura ospitante, all‘interazione con i principali attori del sistema sanitario irlandese nonché alla analisi ed all‘ ampliamento degli studi precedentemente condotti nell‘ambito dell‘ Executive Masters in Business Administration in Health Care Management. Utilizzando, infatti, i risultati prodotti quali campo di sedimentazioni per nuovi spunti e riflessioni, si è concretizzata l‘occasione di rinvenire una fucina di idee e ponderazioni sul tema oggetto di studio che hanno fornito un quadro concettuale più chiaro ed ampio dello stato d‘arte irlandese. L‘obiettivo di tale indagine è verificare, attraverso il confronto tra l‘esperienze empirica italiana e irlandese, se i percorsi ad oggi adottati per la gestione del rischio clinico abbiano condotto effettivamente i sistemi sanitari verso un miglioramento della qualità delle prestazioni e verso una crescita delle sicurezza per il paziente. A tal fine si vuole verificare: -) quale è l‘orientamento della letteratura nazionale ed internazionale sul tema della gestione del rischio clinico; -) quale è lo stato di attuazione delle trasformazioni strutturali e organizzative in corso nel contesto sanitario italiano e in quello irlandese; -) quali sono le principali criticità e limiti per lo sviluppo di un sistema di gestione del rischio clinico che crei valore nella filiera di cura e assistenza al paziente.
VIII n.s.
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TAIANI, Rodolfo. "Un tesoro da salvaguardare : Organizzazione sanitaria e tutela della salute pubblicata in Trentino nella prima meta del XIX secolo." Doctoral thesis, 1992. http://hdl.handle.net/1814/5990.

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Abstract:
Defence date: 30 November 1992
Examining board: Prof. Pietro Corsi, Università di Firenze ; Prof. Luisa Mangoni, Università di Trento ; Prof. Brigitte Mazohl-Wallnig, Università di Strasburgo ; Prof. Giuseppe Olmi, Università di Trento (supervisore esterno) ; Prof. Stuart Woolf, IUE (supervisore)
First made available online: 13 June 2016
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Caputi, Umberto. "I sistemi di integrazione aziendale nel Servizio sanitario nazionale : esperienze regionali e metodologie applicative : analisi critica del modello organizzativo-gestionale calabrese." Thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10955/199.

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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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