Academic literature on the topic 'Organizzazione industriale'

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Journal articles on the topic "Organizzazione industriale"

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Codara, Lino, and Francesca Sgobbi. "Tecnologia, organizzazione e lavoro nella quarta rivoluzione industriale: due studi di caso comparati nel settore manifatturiero." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 157 (August 2020): 225–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157012.

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Abstract:
Il contributo mette in discussione l'esistenza di una one best way verso la digitalizzazione, contrapponendo due casi di successo relativi ad aziende manifatturiere italiane di medie dimensioni. Entrambe le aziende, che vantano eccellenti prestazioni tecnologiche ed economiche, hanno lanciato importanti progetti basati sulle tec¬nologie digitali. Mentre però la prima azienda sembra percepire la digitalizzazione come un ulteriore passo nella sequenza "tradizionale" di innovazioni tecnologiche finalizzate a sostituire il lavoro umano, la seconda azienda pone un'enfasi esplicita sulle tecnologie di¬gitali quali veicoli per perseguire una maggiore integrazione dei processi, il cui successo è reso possibile dal ricorso a specifici strumenti organizzativi formali per la gestione del cambiamento.
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Sicurello, Rossana. "La revisione dell'istruzione professionale: giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10074.

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Abstract:
Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell'istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell'orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell'employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell'ambito dell'attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.
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Mondolo, Silvia. "Il Lanificio di Manerbio e la riorganizzazione marzottiana degli anni trenta." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2010): 41–77. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001002.

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Abstract:
Il saggio ripercorre le trasformazioni che coinvolsero lo stabilimento bresciano negli anni trenta. A partire dall'acquisizione da parte di Gaetano Marzotto Jr nel corso del 1927, si tracciano i passaggi fondamentali della riorganizzazione aziendale che portarono il lanificio bresciano, attraverso un progressivo processo di co- ordinazione e accentramento, ad essere parte importante della piů grande impresa laniera italiana quale divenne l'industria Marzotto nel corso degli anni trenta. L'imposizione di una razionalizzazione gestionale prende avvio da un piano di riduzione dei costi e da una rigida organizzazione del personale e del lavoro accompagnata da progressivi ammodernamenti e potenziamenti tecnico-impiantistici, e da una articolata politica di welfare aziendale. Note biografiche: Silvia Mondolo laureata in Storia presso l'Universitŕ degli studi di Milano con una tesi dal titolo Il Lanificio di Manerbio dalla nascita alla seconda guerra mondiale (1907-1940), attualmente frequenta il Master in "Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale" presso l'Universitŕ degli studi di Padova. Email: silvia.mondolo@virgilio.it
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Benincasa, Giada. "Il ruolo dei modelli di organizzazione e gestione al tempo della IV rivoluzione industriale: scenario di riferimento e possibili sviluppi." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 3 (February 2019): 111–21. http://dx.doi.org/10.3280/siss2018-003008.

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Frigotto, Maria Laura, Simone Gabbriellini, Luca Solari, and Alice Tomaselli. "Lo Smart Working nel panorama italiano: un'analisi della letteratura." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2021): 9–37. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002001.

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Abstract:
Nello scenario della Quarta Rivoluzione industriale la modalità di organizza-zione ed esecuzione del lavoro acquisisce sempre più rilevanza. Anche in Italia, sia nelle aziende private sia nella Pubblica Amministrazione, si sta diffondendo una forma di organizzazione ed esecuzione del lavoro che prevede maggiore autono-mia nella scelta di tempi, luoghi e modalità: lo Smart Working (SW), regolato, a livello nazionale, da una legge ad hoc (l. 81/2017) nei termini di lavoro agile. Proponiamo qui una rassegna della letteratura sul tema, limitata alla produzione degli studiosi dell'accademia italiana. In generale allo SW viene riconosciuta la capacità di coniugare gli obiettivi dei lavoratori con quelli delle imprese, contri-buendo quindi alla loro competitività e sostenendo le istanze dei nuovi modelli or-ganizzativi emergenti. Lo SW implica anche più formazione e acquisizione di nuo-ve competenze per i lavoratori, così come per gli specialisti HR e i manager chia-mati ad abbandonare la cultura della presenza e del controllo in nome di fiducia e condivisione. Infine, il dibattito è decisamente esteso in ambito giuridico: dalla comparazione tra SW e telelavoro, alla metamorfosi dei poteri datoriali, ai concetti di subordinazione e autonomia, al ruolo della contrattazione collettiva, al diritto alla disconnessione e all'applicazione dello SW nel particolare contesto della pub-blica amministrazione.
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Bonucchi, Decenzio, Francesca Facchini, Gianni Cappelli, Monica Spina, Antonio Granata, Andrea Bandera, and Marcello Napoli. "Per una gestione Lean degli Accessi Vascolari." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (June 14, 2013): 197–200. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1036.

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Abstract:
L'accesso vascolare per dialisi continua a sfuggire a una precisa organizzazione, capace di dare risposte al complesso problema demografico e clinico di pazienti comorbidi e sempre più anziani. Descriviamo l'intero processo gestionale alla luce dei principi del Lean Management (LM), filosofia gestionale divenuta un metodo di produzione industriale. I concetti cardine sono quelli di valore aggiunto per il paziente, di scarto (inteso come esposizione a un rischio) e di partecipazione del paziente e dell’ operatore alla revisione continua del prodotto (servizio) fornito. Si parte dalla materia prima (patrimonio vascolare), passando per la progettazione (riferimento tempestivo e controllo del territorio), la realizzazione chirurgica e il controllo del prodotto funzionante (monitoraggio). Per esempio, in termini consoni al LM, i CVC sono un magazzino troppo grande di parti di ricambio con un'elevata percentuale di difetti di produzione. La loro manutenzione (antibiotici, ricoveri, sostituzioni, trombolisi e stenting dei vasi centrali) costa molto e causa un elevato tasso di incidenti sul lavoro (per pazienti e operatori). Si tratta di un contratto non conveniente, perché serve a finanziare un'attività di scarso valore aggiunto e con un interesse passivo troppo elevato. Questo approccio richiede una crescita culturale che parte dalla creazione di un gruppo coordinato: gli attori sono stati più volte individuati (nefrologo, chirurgo vascolare, radiologo e infermiere di dialisi), ma spesso non esiste il coordinatore, che proponiamo di individuare secondo il modello organizzativo dei trapianti. Anche le Direzioni Sanitarie dovrebbero essere coinvolte in un cambiamento organizzativo cruciale per il contenimento prospettico dei costi.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore, and Rosa Bruna Dall'Agnola. "Metodi." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (March 1999): 21–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000368.

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Abstract:
Verona-Sud è un'area che include la parte meridionale della città di Verona e 3 piccoli paesi situati nelle vicinanze. In essa vive una popolazione di circa 75.000 abitanti. I processi di immigrazione determinati dallo sviluppo industriale hanno provocato una crescita notevole della popolazione nel periodo 1951-1971, ma da allora i valori sono rimasti piuttosto stabili, con un leggero calo della popolazione totale. Il rapporto tra i sessi è tale per cui ogni 100 femmine vi sono 95 maschi; circa il 50% dei residenti è coniugato. Circa il 44% della popolazione adulta ha una attività economica, che si svolge soprattutto nel terziario (62% del settore economico).I servizi psichiatrici a cui si possono rivolgere i residenti di Verona-Sud sono costituiti dal Servizio Psichiatrico Territoriale (SPT), da due cliniche private e un servizio per le tossicodipendenze. Il SPT è la principale agenzia psichiatrica di Verona-Sud ed è quella presa in considerazione in questo studio; ad essa si rivolge circa il 70% dei pazienti psichiatrici residenti nell'area di Verona-Sud e praticamente la larga maggioranza di pazienti con disturbi psichici gravi. Il SPT è entrato in funzione nel maggio 1978 ed è gestito dall'Istituto di Psichiatria dell'Università di Verona. I principi che stanno alla base della sua organizzazione sono quelli del riferimento ad una popolazione geograficamente definita, della continuità terapeutica dell'intervento, svolto quanto più possibile sul territorio, e della presa in carico longitudinale. Gli obiettivi e le caratteristiche dell'intervento svolto dal SPT sono descritti in vari lavori (Balestrieri, 1990; Tansella, 1991, 1993; Burti & Tansella, 1995; Tansella & Ruggeri, 1996).
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Mistri, Maurizio. "Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

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Abstract:
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
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Vasta, Michelangelo. "Fabbriche, sistemi, organizzazioni: Storia dell'ingegneria industriale (review)." Technology and Culture 49, no. 1 (2007): 265–66. http://dx.doi.org/10.1353/tech.2008.0011.

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Mattone, Sergio. "Il ruolo del giudice nella crisi delle relazioni industriali." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (November 2009): 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-005004.

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Abstract:
1. Gli accordi separati: una controriforma passata sotto silenzio (o quasi)2. Il diritto a una giusta retribuzione3. La tutela contrattuale dei lavoratori non iscritti alle organizzazioni sindacali stipulanti4. I rapporti tra i diversi livelli di contrattazione5. Verso una nuova supplenza giudiziaria?
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Dissertations / Theses on the topic "Organizzazione industriale"

1

PALAZZESI, ALBERTO. "L'introduzione dei Big Data nelle organizzazioni ambidestre: evidenze dall'industria bancaria." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6126.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi anni l'industria finanziaria ha incominciato a identificare nei Big Data una potenziale leva strategica per la relazione banca-cliente. Tuttavia, come evidenziato in vari contributi, le organizzazioni incontrano alcune difficoltà nell’implementare suddette tecnologie poiché il livello di innovazione richiesto si scontra con quelle prassi e norme ben radicate nelle macchine operative degli intermediari finanziari. Il presente lavoro, supportato da una rassegna della letteratura sull'implicazione organizzativa dei Big Data, descrive un progetto realizzato da una banca europea che, nell'ultimo anno, ha introdotto nei propri sistemi informativi i Big Data per supportare l’operatività dei gestori corporate nell'ambito della relazione banca-azienda. Utilizzando “l'ambidestrismo” come framework teorico (basato sul conflitto exploration-exploitation), questa tesi propone alcune soluzioni a livello organizzativo per risolvere le tensioni tra: i soggetti coinvolti in attività di innovazione radicale (exploration activities) e i soggetti coinvolti in attività che mirano alla standardizzazione e all'efficientamento continuo (exploitation activities) delle operation degli intermediari finanziari. Sei mesi di osservazioni dirette e quarantasei interviste condotte trasversalmente su quattro unità della banca costituiscono la base dati principale del contributo empirico di questo lavoro di tesi
In recent years the financial industry has begun to identify Big Data as a potential strategic leverage in the bank-customer relationship. According to different contributions, organizations are generally facing some difficulties in introducing these technologies because the degree of innovation required generally clashes with those standards and practices rooted in the operating machine of the financial intermediaries. This work, supported by a review of the literature on the Big Data organizational implications, describes a project developed by a European bank that, in the last year, introduced these technologies within its information systems to support managers in the bank-corporate relationship. Using the “ambidexterity” as a theoretical framework (based on the tradeoff between exploration and exploitation), this thesis proposes some organizational solutions to resolve tensions between: those subjects involved in activities regarding radical innovations (exploration activities) and those involved in activities aimed at the standardization and at the continuous efficiency (exploitative activities) of the bank’s operations. Six months of direct observations and forty six interviews conducted across four units of the bank represent the main basis of the empirical contribution of this thesis.
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PALAZZESI, ALBERTO. "L'introduzione dei Big Data nelle organizzazioni ambidestre: evidenze dall'industria bancaria." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6126.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi anni l'industria finanziaria ha incominciato a identificare nei Big Data una potenziale leva strategica per la relazione banca-cliente. Tuttavia, come evidenziato in vari contributi, le organizzazioni incontrano alcune difficoltà nell’implementare suddette tecnologie poiché il livello di innovazione richiesto si scontra con quelle prassi e norme ben radicate nelle macchine operative degli intermediari finanziari. Il presente lavoro, supportato da una rassegna della letteratura sull'implicazione organizzativa dei Big Data, descrive un progetto realizzato da una banca europea che, nell'ultimo anno, ha introdotto nei propri sistemi informativi i Big Data per supportare l’operatività dei gestori corporate nell'ambito della relazione banca-azienda. Utilizzando “l'ambidestrismo” come framework teorico (basato sul conflitto exploration-exploitation), questa tesi propone alcune soluzioni a livello organizzativo per risolvere le tensioni tra: i soggetti coinvolti in attività di innovazione radicale (exploration activities) e i soggetti coinvolti in attività che mirano alla standardizzazione e all'efficientamento continuo (exploitation activities) delle operation degli intermediari finanziari. Sei mesi di osservazioni dirette e quarantasei interviste condotte trasversalmente su quattro unità della banca costituiscono la base dati principale del contributo empirico di questo lavoro di tesi
In recent years the financial industry has begun to identify Big Data as a potential strategic leverage in the bank-customer relationship. According to different contributions, organizations are generally facing some difficulties in introducing these technologies because the degree of innovation required generally clashes with those standards and practices rooted in the operating machine of the financial intermediaries. This work, supported by a review of the literature on the Big Data organizational implications, describes a project developed by a European bank that, in the last year, introduced these technologies within its information systems to support managers in the bank-corporate relationship. Using the “ambidexterity” as a theoretical framework (based on the tradeoff between exploration and exploitation), this thesis proposes some organizational solutions to resolve tensions between: those subjects involved in activities regarding radical innovations (exploration activities) and those involved in activities aimed at the standardization and at the continuous efficiency (exploitative activities) of the bank’s operations. Six months of direct observations and forty six interviews conducted across four units of the bank represent the main basis of the empirical contribution of this thesis.
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BERNER, MARTINA. "KNOWLEDGE TRANSFER: VERO VANTAGGIO COMPETITIVO DELLE ORGANIZZAZIONI ORIENTATE AL FUTURO. UN'INDAGINE NELL'AMBITO DELLE INDUSTRIE CREATIVE DELL'ARTIGIANATO D'ECCELLENZA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2894.

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Abstract:
La presente tesi si propone di comprendere come le organizzazioni chiamate ad agire in mercati complessi siano in grado di produrre, sedimentare, utilizzare, condividere e rendere disponibile la propria conoscenza. La ricerca si focalizza sulle organizzazioni creative legate all'artigianato d’eccellenza in quanto realtà ancora poco esplorate e all'interno delle quali il tema proposto è percepito in misura crescente. Dallo studio emergono due risultati significativi raggiunti grazie all’elaborazione di una review della letteratura e di un’indagine qualitativa condotta sul campo. Il primo risultato è la constatazione di un recente interesse da parte degli studi accademici per il tema della conoscenza e del suo trasferimento con riferimento alle industrie creative dell’artigianato d’eccellenza. Il secondo risultato mette in risalto la relazione tra trasferimento del saper fare e creazione di manufatti d’eccellenza, e riconosce il maestro d’arte come figura cruciale di questo processo di trasferimento della conoscenza (knowledge transfer) in quanto detentore di un sapere che costituisce ed alimenta il valore unico ed esclusivo dei manufatti. Il lavoro proposto riconosce quindi nel sapere dei maestri d’arte una risorsa cardine da valorizzare e trasmettere, in quanto leva di sviluppo di sistemi produttivi basati sulla qualità, sull’eccellenza e sulla differenziazione.
The goal of this study is to understand how organizations operating in a complex market are able to produce, leave sediment, use, share and make available their knowledge. The focus is on arts & crafts creative industries as still insufficiently investigated organizations, although the proposed theme is increasingly perceived. This study presents two significant results achieved thanks to a literature review and a qualitative field research. The first result is the identification of a unprecedented interest of academic studies for the issue of knowledge and its transfer relevant to arts & crafts creative industries. The second result focuses on the relationship between knowledge transfer and creation of artifacts of excellence. In this second part of the study, the craftsman is a critical factor in the process of knowledge transfer as holder of a knowledge which constitutes and nurtures the sole and the exclusive value of the products. In the present dissertation the knowledge of these craftsmen emerges as a key resource that must be valued and transmitted as lever of development of production systems based on quality, excellence and differentiation.
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BERNER, MARTINA. "KNOWLEDGE TRANSFER: VERO VANTAGGIO COMPETITIVO DELLE ORGANIZZAZIONI ORIENTATE AL FUTURO. UN'INDAGINE NELL'AMBITO DELLE INDUSTRIE CREATIVE DELL'ARTIGIANATO D'ECCELLENZA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2894.

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Abstract:
La presente tesi si propone di comprendere come le organizzazioni chiamate ad agire in mercati complessi siano in grado di produrre, sedimentare, utilizzare, condividere e rendere disponibile la propria conoscenza. La ricerca si focalizza sulle organizzazioni creative legate all'artigianato d’eccellenza in quanto realtà ancora poco esplorate e all'interno delle quali il tema proposto è percepito in misura crescente. Dallo studio emergono due risultati significativi raggiunti grazie all’elaborazione di una review della letteratura e di un’indagine qualitativa condotta sul campo. Il primo risultato è la constatazione di un recente interesse da parte degli studi accademici per il tema della conoscenza e del suo trasferimento con riferimento alle industrie creative dell’artigianato d’eccellenza. Il secondo risultato mette in risalto la relazione tra trasferimento del saper fare e creazione di manufatti d’eccellenza, e riconosce il maestro d’arte come figura cruciale di questo processo di trasferimento della conoscenza (knowledge transfer) in quanto detentore di un sapere che costituisce ed alimenta il valore unico ed esclusivo dei manufatti. Il lavoro proposto riconosce quindi nel sapere dei maestri d’arte una risorsa cardine da valorizzare e trasmettere, in quanto leva di sviluppo di sistemi produttivi basati sulla qualità, sull’eccellenza e sulla differenziazione.
The goal of this study is to understand how organizations operating in a complex market are able to produce, leave sediment, use, share and make available their knowledge. The focus is on arts & crafts creative industries as still insufficiently investigated organizations, although the proposed theme is increasingly perceived. This study presents two significant results achieved thanks to a literature review and a qualitative field research. The first result is the identification of a unprecedented interest of academic studies for the issue of knowledge and its transfer relevant to arts & crafts creative industries. The second result focuses on the relationship between knowledge transfer and creation of artifacts of excellence. In this second part of the study, the craftsman is a critical factor in the process of knowledge transfer as holder of a knowledge which constitutes and nurtures the sole and the exclusive value of the products. In the present dissertation the knowledge of these craftsmen emerges as a key resource that must be valued and transmitted as lever of development of production systems based on quality, excellence and differentiation.
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TORRE, E. E. DELLA. "Imprese moderne, nuovi sistemi di lavoro e relazioni industriali." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/145137.

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Abstract:
This thesis deals with some aspects related to the changes in the organization of work that took place within the supposed shift from the «taylor-fordist» paradigm to new productive models. Literature review shows that, while the effects of new work practices on employees’ welfare are still not clear, the positive impact on firms’ economic, financial and productive performances seems quite evident. So, one can assume that the limited expansion of new work practices isn’t caused by employers’ scepticism on their effectiveness. The thesis I test is that firms structural and market variables play a determinant role in distinguishing «innovative» from «conservative» firms. Confirming a large part of the hypothesis existing in literature, multivariate discriminant analysis shows that innovative firms characterize themselves for more intense relationship with other firms, for higher degree of technological innovation and for higher degree of market competitiveness. From the industrial relations side results are less clear: on one side innovations in organization of work are more diffused in firms that have a formal workplace union representation; on the other side, where the level of unionization is high the adoption of innovative work practices is less widespread.
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DI, SANTO VITO. "VIAGGIO NELLA CLASSE OPERAIA AL TEMPO DI INDUSTRY 4.0. ORGANIZZAZIONE E CONDIZIONI DI LAVORO IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2019. http://hdl.handle.net/2434/638818.

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Abstract:
Il lavoro di tesi intende indagare l’impatto delle tecnologie e dell’innovazione sulle condizioni di lavoro degli operai in Fiat, multinazionale produttrice di auto, che a partire dalla fine degli anni duemila ha implementato il suo nuovo modello produttivo, il wcm (World Class Manufacturing). Data la dimensione aziendale si è scelto di condurre l’indagine attraverso uno studio di caso comparato prendendo in esame 4 stabilimenti del gruppo (Grugliasco, Melfi, Mirafiori e Pomigliano) sulla base di tre fattori (numerosità operaia, livello di antagonismo sindacale e posizione geografica). Un modello produttivo impatta sulla realtà aziendale in maniera trasversale ed ogni ricerca sociologica che tenta di investigarne principi cardini ed effetti concreti rischia di scadere in opacità e contorni non nettamente delineati. Nello strutturare la ricerca si è cercato di delimitare quanto più possibile tali contorni: individuato lo scenario di indagine (il nuovo modello produttivo), l’obiettivo è stato indagare la soddisfazione del lavoro per capire come (e in che modo) tale modello produttivo ha impattato su di essa (job satisfaction solo degli operai, solo nei quattro stabilimenti individuati e solo del reparto assemblaggio). L’indagine condotta (questionari, focus group, interviste semi-strutturate ed aperte) ci ha permesso, a partire dai risultati empirici sulla soddisfazione del lavoro, di fotografare i risvolti e gli effetti del modello produttivo in termini di pratiche gestionali del personale, partecipazione e coinvolgimento operaio, ambiente e condizioni di lavoro, tendenze nelle relazioni industriali: chiaramente l’oggetto di indagine è la soddisfazione del lavoro che rappresenta la base di analisi che ci ha permesso di indagare da diversi punti di vista gli effetti del nuovo modello produttivo. Il lavoro si articola in quattro sezioni differenti: nella prima (capitoli 1, 2 e 3) vengono sintetizzati i riferimenti teorici attinti dalla sociologia economica e i principi manageriali tratti dalle scienze dell’organizzazione con particolare attenzione al post-fordismo, alla lean production, ai meccanismi di produzione nelle catene globali del valore e agli attuali scenari organizzativi al tempo di Industry 4.0. La seconda sezione (capitolo 4 e 5) ispeziona il percorso metodologico, fondato sul paradigma di ricerca misto, del quale si da ampia giustificazione: vengono elencate le molteplici tecniche di analisi adottate (focus group, interviste aperte, questionari con relativa analisi dei dati e interviste semistrutturate) e la logica sottostante che ha guidato tali scelte. La terza sezione, invece, sintetizza risultati ed evidenze empiriche raccolte sul campo: in particolare nel primo capitolo empirico (capitolo 6) vengono riportati i dati relativi al comportamento della soddisfazione rispetto alle caratteristiche individuali, di contesto familiare e di vicende lavorative e viene esposto il modello di analisi probit sulla probabilità di essere soddisfatti relativo ad ulteriori 16 variabili caratterizzanti il concetto di soddisfazione; nei successivi quattro capitoli (capitolo 7, 8, 9 e 10) vengono analizzate quattro distinte macro-dimensioni del lavoro (ambiente di lavoro, relazioni di lavoro, partecipazione al lavoro e teamworking) e per ognuna di esse vengono presentati i risultati delle interviste semistrutturate agli operai e delle regressioni effettuate tra singole variabili e soddisfazione generale del lavoro. Nella quarta sezione, alla luce dei dati emersi dalla ricerca, si elaborano considerazioni conclusive sulla condizione operaia in relazione al nuovo contesto organizzativo: ogni capitolo empirico della terza sezione presenta specifiche conclusioni legate alle singole variabili in esso analizzate che, però, si è voluto declinare in maniera integrata dando una visione d’insieme ai risultati esposti, precisando potenzialità e fallacità del modello produttivo rispetto alla soddisfazione operaia e delineando possibili linee future di ricerca.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

Full text
Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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FREGNAN, EZIO. "CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/95711.

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Abstract:
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani.
The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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Maltoni, Elia. "“Elaborazione ed implementazione di una metodologia innovativa per il miglioramento dei metodi di assemblaggio e di collaudo: il caso SCM Group S.p.A.”." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14396/.

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Abstract:
L'elaborato espone il contributo del candidato nel processo di elaborazione di una tecnica innovativa per il miglioramento dei metodi di assemblaggio e collaudo di MU-CN. Il modello sarà di riferimento per l’analisi delle attività a valore e spreco per tutto il gruppo aziendale. Facendo riferimento alle legioni romane: la tecnica vuole prima di tutto strutturare la strategia di attacco ovvero dichiarare come dovrebbero muoversi le legioni, poi enunciare ai singoli soldati (industrializzatori/ progettisti) come deve essere usata la spada (strumenti) ed infine quali delle spade a disposizione servono per l’attacco in questione. Il progetto parte da uno studio di benchmarking delle best practice nel settore machinery, per poi convergere nell’approfondimento di un sistema di analisi adattato al background aziendale. Si utilizzeranno strumenti quali il Design for Assembly e l’Approccio Scientifico. Questi saranno i 2 approcci fondamentali con cui si procederà alla generazione di un nuovo metodo per le attività esecutive. Inoltre, in termini di completezza di analisi si investirà anche il processo di sviluppo nuovo prodotto, cercando di anticipare il più possibile (front-loading&concurrent engineering) la rilevazione delle inefficienze. Infine, vi sarà il supporto del candidato nell’istituzionalizzazione del nuovo metodo, nella conduzione di attività d’implementazione pilota e nell’elaborazione dei piani di roll-out che lo vedranno in veste di trainer insieme al Team di Progetto. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti, perciò la tecnica proposta avrà riscontro reale e verrà implementata nel Gruppo entro fine 2018. In particolare, si sono incrementati i rendimenti medi delle linee osservate e ridotti i costi di assemblaggio e struttura dei pezzi analizzati, dati stimati grossolanamente grazie all’applicazione pilota della nuova tecnica.
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ARISI, CLAUDIA. "THE POLITICAL ORGANISATION OF BUSINESS AND WELFARE STATE RESTRUCTURING: HOW ASSOCIATIONAL FACTORS SHAPE EMPLOYERS' COOPERATION FOR SOCIAL POLICY DEVELOPMENT." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/208343.

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Abstract:
Given that business interests have assumed ever-growing importance in welfare state restructuring, and that welfare programmes impose significant costs on firms, when and how can employers decide to actively support the development of contemporary social policy? This thesis shows that specific types of business interest organisation can favour the cooperation of employers for the establishment of new social welfare legislation by mediating between their heterogeneous economic interests and the political target structure, and by governing their collective political mobilisation. Drawing on theories of collective action and neo-corporatist models, the thesis elaborates an original typological framework and assesses it through an historical cross-national study of the role of organised business in the Austrian and Italian severance pay reforms (1990s-2000s). Detail process-tracing and systematic cross-case comparison are used to reconstruct and analyse what motivated and enabled the Austrian business community, but not the Italian one, to decisively promote the use of severance payments for the expansion of supplementary pension funds. Empirically, the thesis finds that differences in the institutional set-up of the national organisation of business interests have shaped divergent governance roles of business in the two countries by making for different organisational capacities of interest coordination and unification on the one hand, and of bargained interest accommodation, on the other. In particular, highly inclusive and cohesive organisational forms of interest representation, like the Austrian ones, have allowed employers’ representatives to contain intra-class interest conflicts and deliver unitary, politically manageable and moderate social policy demands. Moreover, rather stable participation in state regulation (in non-wage policy areas) and high sanction leverage vis-à-vis members have enabled organisational leaders to determine collective social policy goals and strategies quite independently from the short-term interests of employers, and to render organisational decisions binding also for members opposing resistance. In closing, the thesis provides evidence that, even in presence of appropriate institutional arrangements, a remarkable responsibility for building business support for social welfare initiatives rests on the government. Since the latter can bias the contingent conditions of political influence, it can dampen organisations’ cooperative efforts whenever it opts for clientelistic dynamics of policy formation instead of backing the construction of cross-class reform coalitions.
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Books on the topic "Organizzazione industriale"

1

Petretto, Alessandro. Mercato, organizzazione industriale e intervento pubblico. Bologna: Il Mulino, 1993.

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2

Grillo, Michele. Impresa, concorrenza e organizzazione: Lezioni di economia e politica industriale. Roma: La Nuova Italia Scientifica, 1989.

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3

Delbono, Flavio. Attività innovativa e mercati oligopolistici: Una prospettiva di organizzazione industriale. Bologna: Il Mulino, 1990.

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4

Benvenuti, Francesco. Fuoco sui sabotatori!: Stachanovismo e organizzazione industriale in Urss, 1934-38. Roma: V. Levi, 1988.

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5

Benedetti, Augusto De. La Campania industriale: Intervento pubblico e organizzazione produttiva tra età giolittiana e fascismo. Napoli: Athena, 1990.

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6

Benedetti, Augusto De. La Campania industriale: Intervento pubblico e organizzazione produttiva tra età giolittiana e fascismo. Napoli: Athena, 1990.

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7

Benedetti, Augusto De. La Campania industriale: Intervento pubblico e organizzazione produttiva tra età giolittiana e fascismo. Napoli: Athena, 1990.

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8

Bigazzi, Duccio. La grande fabbrica: Organizzazione industriale e modello americano alla Fiat dal Lingotto a Mirafiori. Milano: Feltrinelli, 2000.

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9

Temi e percorsi di sociologia del lavoro: Dalla rivoluzione industriale ai nuovi modelli di organizzazione. Roma: Carocci, 2011.

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10

Cipriani, Alberto, Alessio Gramolati, and Giovanni Mari, eds. Il lavoro 4.0. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-649-1.

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Abstract:
Le ricerche del presente volume si fondano sul nesso tra lavoro e Quarta Rivoluzione industriale. Su questo piano le domande sono numerose. Qual è la natura del lavoro 4.0? Qual è il rapporto tra rivoluzione tecnologica e occupazione? Quali sono i diritti del lavoro nell’epoca dei nuovi modelli di business? L’innovazione può essere implementata senza il superamento della subalternità novecentesca e l’approdo a nuove forme di libertà e responsabilità del lavoro? La digitalizzazione e le nuove forme di organizzazione dell’impresa mutano i rapporti di lavoro e favoriscono nuove forme di collaborazione e di conflitto? La formazione, la qualità e la libertà nel lavoro sono più importanti del salario? La progettazione e il design dell’impresa come si pongono nei confronti della tecnologia e del lavoro? La digitalizzazione spinge l’economia della conoscenza a determinare nuove forme di lavoro? Quali progetti da parte dei soggetti coinvolti, a cominciare dai lavoratori, perché queste trasformazioni siano un passo avanti nelle condizioni di lavoro e nelle relazioni industriali? Queste e molte altre domande sono alla base dei saggi raccolti nel volume cui hanno collaborato autori di diversa formazione ed esperienza: accademici, giornalisti, imprenditori, manager, operatori, sindacalisti e rappresentanti sindacali.
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