Journal articles on the topic 'Organizzativi'

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Dorigatti, Lisa, and Lidia Greco. "I confini dell'impresa, il lavoro e le regole tra globale e locale: questioni e dibattiti." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 122–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164007.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce il percorso e le acquisizioni della letteratura sociologica sul tema dei "confini dell'impresa" nel loro intreccio con le norme giuridiche e le istituzioni regolative. In particolare, si focalizzerà su tre nodi sviluppati da questa letteratura: il riconoscimento della sostanziale natura di "arbitraggio regolativo" dei processi organizzativi di frammentazione e di scomposizione della produzione e la centralità degli assetti regolativi e istituzionali nella loro analisi; il ruolo e le modali-tà di azione degli attori della regolazione e come queste sono influenzate dalle ca-ratteristiche delle configurazioni organizzative; la (non) applicazione delle norme come variabile, i modi in cui i processi di frammentazione organizzativa la favori-scono e il ruolo dello stato in questi processi.
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Carbonari, L., F. Galli, and L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Abstract:
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Brunod, Marco. "La ricerca intervento nell'esperienza dello studio aps." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 171–82. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003010.

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Abstract:
La crescita di iniziative che si possono inscrivere nell'alveo della ricerca intervento, nelle pratiche professionali dello Studio APS, č strettamente collegata a come nel tempo si č modificate la domanda di servizi consulenziali. Nel passato condizioni organizzative e lavorative piů stabili sollecitavano domande di intervento formativo e consulenziale piů centrate sull'analisi e la comprensione di aspetti riguardanti i funzionamenti organizzativi (lavoro di gruppo, integrazione, comunicazione, processi decisionali, ecc.) o lo sviluppo di specifiche competenze (coordinamento, gestione delle risorse umane, esercizio di ruoli di autoritŕ, ecc.); attualmente la provvisorietŕ degli assetti organizzativi, le continue riorganizzazioni, le maggiori temporaneitŕ delle posizioni lavorative alimentano una domanda di interventi prevalentemente finalizzati ad accompagnare cambiamenti. In questo quadro si inscrive, nelle esperienze dello Studio APS, una utilizzazione piů esplicita e dichiarata della "ricerca-azione" considerata come una modalitŕ di intervento nelle organizzazioni non soggetta ad una meccanica riproposizione di impianti metodologici e strumentali preordinati. La ricerca intervento si configura cosě come un approccio finalizzato a sostenere processi di costruzione di significati e rappresentazioni condivise in grado di orientare l'agire individuale e collettivo, sostenere decisioni e aprire prospettive possibili. Obiettivo della ricerca intervento diviene quello di far emergere il sistema di significazione attivato dagli attori rispetto a specifici problemi, decostruire tale sistema e accompagnare la ricostruzione di nuovi modi di significarli e trattarli. Nell'articolo sono richiamate alcune esperienze di ricerca intervento realizzate dallo Studio APS per accompagnare processi di cambiamento organizzativo e lo sviluppo di nuovi strumenti di gestione e comunicazione.
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Toraldo, Domenico Maurizio. "La ventilazione meccanica non-invasiva a domicilio: aspetti medico-legali, deontologici e bioetici." Medicina e Morale 48, no. 3 (June 30, 1999): 517–33. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.802.

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Abstract:
L’autore prende in esame gli aspetti normativi, organizzativi, deontologici e bioetici che riguardano i pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica severa in ventilazione meccanica assistita. In tali situazioni sono analizzati i problemi etico-deontologici e tecnici-organizzativi della assistenza domiciliare (home care) mettendo in evidenza la complessità della macchina organizzativa sanitaria domiciliare che richiede la presenza di una equipe tecnicoinfermieristica appositamente addestrata a tale scopo. Sono illustrati gli aspetti normativi e legislativi dell’assistenza domiciliare respiratoria con particolare riferimento al ruolo dello specialista pneumologo come Centro Prescrittore e del Medico di Medicina Generale a cui è affidata la responsabilità operativa domiciliare. Figure emergenti nell’assistenza domiciliare sono rappresentate dal terapista della riabilitazione respiratoria e dal pneumologo Intensivista, a cui sarà affidata la responsabilità di gestire il paziente a domicilio. Sono illustrate anche le possibili complicanze mediche della Ventilazione Meccanica Domiciliare e la manutenzione dei circuiti dei ventilatori. Sono presentati i vantaggi ed i limiti di tale modello organizzativo, che richiede la partecipazione attiva del paziente e dei familiari che sono coinvolti in prima persona nell’assistenza domiciliare. È presentato anche un ritratto psicologico dell’ammalato con tutte le possibili scelte conflittuali derivanti dall’interazione uomo-macchina. Viene anche discusso il modello organizzativo telematico (a distanza) computerizzato dell’assistenza domiciliare ancora in fase di sperimentazione in Italia mettendo in evidenza i possibili problemi medico- legali. Sono elaborate alcune considerazioni riguardanti il principio di autonomia e di beneficialità, cercando di chiarire che i suddetti principi non sono criteri a sé stanti ma vanno inquadrati, secondo la visione personalista, nella consapevolezza del valore della persona umana evitando i possibili rischi dell’eutanasia e/o dell’accanimento terapeutico. L’Autore conclude che quando si decide di comune accordo (medico-paziente- familiari) di intraprendere l’assistenza domiciliare respiratoria, ove sia tecnicamente possibile, il rischio della cronicizzazione della ventilazione meccanica domiciliare deve sempre essere controbilanciato dalla reale possibilità di un nuovo equilibrio di salute per il paziente.
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Di Guardo, Sebastiano. "Innovazione organizzativa nei servizi di Giustizia per il Cittadino: il caso della Volontaria Giurisdizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 130–57. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001006.

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Abstract:
L'articolo approfondisce il tema dell'innovazione organizzativa della Volontaria Giurisdizione, un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che riguarda, tra le varie materie, le misure di protezione giuridica a favore delle persone disabili e degli anziani e che si svolge, perlopiů, senza intermediazione legale. In questo lavoro viene presentato il caso del progetto di cambiamento organizzativo del Tribunale di Monza. Si tratta di un caso di riprogettazione radicale dei processi interistituzionali di tutela giuridica e dei sistemi di erogazione dei servizi avvenuto con una grande partecipazione degli organi di governo dell'organizzazione, dei professionisti coinvolti, delle istituzioni e del territorio locale. Risultati tangibili sono stati l'abbattimento dei tempi di processo, la riduzione dei tempi di attesa per i Cittadini, l'eliminazione di attivitŕ banali con conseguente concentrazione su quelle piů critiche. I risultati socio-organizzativi sono stati la maggiore cooperazione tra giudici e cancellieri nell'interesse dell'ottimizzazione dei processi di lavoro, la sperimentazione di un partneriato tra Tribunale e Territorio per andare incontro ai bisogni espressi dalla Cittadinanza e la sperimentazione di un modello di cambiamento strutturale che č avvenuto anche senza nuove leggi o risorse aggiuntive.
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Pacetti, Valentina, and Angelo Pichierri. "Precedenti e strumenti: per un'analisi sistemica delle reti inter-organizzative." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (January 2023): 95–123. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-002004.

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Abstract:
Il tema delle reti ha occupato uno spazio crescente nella ricerca e nell'analisi organizzativa. Tuttavia, la strumentazione a disposizione degli scienziati sociali non è definita né univoca. L'articolo vuole riportare all'attenzione del lettore le po-tenzialità esplicative di alcuni approcci classici, mettendone a fuoco gli strumenti analitici, in particolare quelli prodotti nell'ambito della teoria generale dei sistemi e dell'analisi sistemica delle organizzazioni. L'articolo propone un breve excursus di quelli che possono essere (e vengono in genere) considerati come precedenti dell'analisi di rete in una prospettiva preva-lentemente sociologica: dall'economia dei costi di transazione al neoistituzionali-smo organizzativo, dall'ecologia delle popolazioni organizzative all'organization-set. Un'attenzione particolare viene dedicata alla prospettiva sistemica, molto dif-fusa nell'analisi organizzativa a partire dai primi anni Sessanta ma sorprendente-mente abbandonata proprio mentre le reti organizzative conquistavano la scena. Proprio all'interno della prospettiva sistemica vengono messi a punto alcuni strumenti di analisi (la discussione su obiettivi e confini del sistema, il loose cou-pling, il relè organizzativo), tradizionalmente utilizzati per descrivere e spiegare or-ganizzazioni compatte, che ci sembrano estremamente efficaci per l'analisi di rete. L'articolo mira a mostrare l'efficacia di tali strumenti per la comprensione del funzionamento delle reti di organizzazioni.
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Butera, Federico M. "Editoriale "Studi Organizzativi"." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (December 2009): 7–10. http://dx.doi.org/10.3280/so2009-002001.

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Pantano, Fabio. "Il lavoro a distanza dopo la pandemia: problemi organizzativi e soluzioni giuridiche." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 113 (July 2022): 167–82. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113008.

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Abstract:
La diffusione "forzata" del lavoro a distanza durante la crisi pandemica ha consentito di sperimentare le principali problematiche organizzative che questa forma di lavoro solleva in relazione al benessere psico-fisico dei lavoratori, al loro rendimento e al loro senso di soddisfazione rispetto all'attività svolta. Gli studi di-sponibili evidenziano come una risoluzione razionale di questi problemi richiederebbe una modifica radicale dei modelli organizzativi, con un passaggio dai sistemi gestionali fondati sul controllo a una nuova impostazione incentrata sull'esaltazione della fiducia, dell'autonomia e della collaborazione. La cultura giuridica dimostra di trovarsi impreparata rispetto a questa prospettiva. In partico-lare, le scelte poste in essere dal legislatore si rivelano improntate a una visione tradizionale, fondata sull'idea che il lavoro sia quello svolto nell'impresa in senso fisi-co. In Italia, la legge n. 81/2017 rimette la definizione delle modalità di svolgimen-to del «lavoro agile» ad un accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore, tralasciando il ruolo che potrebbe essere svolto dalla contrattazione collettiva. Al contrario, nell'esperienza europea, proprio negli accordi sindacali dimostrano enormi potenzialità - benché ancora non del tutto esplorate - nell'adattamento dei problemi organizzativi del lavoro a distanza alle specificità dei diversi settori produttivi e delle singole aziende.
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Lloyd, Gary. "Indagine sui cambiamenti organizzativi." PROJECT MANAGER (IL), no. 30 (April 2017): 17–21. http://dx.doi.org/10.3280/pm2017-030005.

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De Biase, Pietro, Giacomo Sani, Edy Biancalani, and Massimo Sangiovanni. "Aspetti organizzativi e timing." LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no. 1 (January 31, 2019): 1–7. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00297-0.

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Paolucci, Caterina. "FORZA ITALIA A LIVELLO LOCALE: UN MARCHIO IN FRANCHISING?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 481–516. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028926.

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Abstract:
IntroduzioneIn questo saggio presenterò alcuni risultati di una ricerca empirica sugli amministratori locali di Forza Italia, che si inserisce in un più ampio progetto di analisi del processo di istituzionalizzazione di questo partito. La scelta di concentrare l'attenzione sugli eletti locali nasce dalla convinzione che il futuro di Forza Italia sia legato non solo agli eventi organizzativi e politici che la riguardano a livello nazionale e di leadership, ma anche allo sviluppo di strutture e procedure preposte alla formazione e al consolidamento di una classe dirigente locale. In altri termini, la persistenza organizzativa di questo nuovo partito dipenderà dalla realizzazione, quantomeno a livello locale, di quella «infusione di valori» che rappresenta la premessa indispensabile di ogni compiuta istituzionalizzazione (Huntington 1968, 15; Selznick 1957, 21-22). Il fatto che a cinque anni dalla sua fondazione Forza Italia sia ancora un'organizzazione patrimoniale fortemente caratterizzata in senso personalistico ed aziendalista (Maraffi 1996; Panebianco 1995), suggerisce che tale infusione di valori, e dunque l'inizio del processo di consolidamento organizzativo, non possa aver luogo per impulso delle élites nazionali. A livello centrale questo processo è reso infatti assai difficile dalle modalità di reclutamento e selezione del personale partitico e parlamentare, miranti a creare o confermare un rapporto di fiducia personale con il leader Silvio Berlusconi, tale per cui la legittimazione dei prescelti diventa una funzione diretta delle oscillazioni del rapporto fiduciario che li lega al capo. E a quest'ultimo, non già all'organizzazione, che si dirige la lealtà delle élites centrali, e non potrebbe essere altrimenti, data la natura del partito. A livello locale, al contrario, la distanza dal centro potrebbe aver favorito un reclutamento più aperto e una selezione meno personalistica, e dunque l'emergere di un personale politico più libero di dirigere la propria lealtà verso l'organizzazione in sé, piuttosto che esclusivamente verso il suo capo. Pertanto, se esiste una possibilità di consolidamento per Forza Italia, essa è sicuramente maggiore a livello locale. In questa prospettiva è necessario dunque valutarne le dinamiche organizzative sul territorio, tenendo presente tuttavia che l'istituzionalizzazione presuppone l'esistenza di un legame tra centro e periferia che favorisca coesione e coordinamento tra i diversi livelli, senza le quali difficilmente l'organizzazione potrà stabilizzarsi nel tempo (Huntington 1968, 23).
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Fabbri, Loretta, and Alessandra Romano. "Professionisti X. Quando lo sviluppo professionale non è prevedibile." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 49–58. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112004.

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Abstract:
Il contributo articola una riflessione sulle nuove sfide per le professioni che sono elicitate dalle radicali trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, sempre più digitalizzato, ubiquo e in rapido e costante cambiamento. Che cosa richiedono queste profonde e radicali trasformazioni ai professionisti? Quali interrogativi pon-gono ai sistemi formativi? Come si formano professionisti X, in grado di attraversare scenari lavorativi incerti e di farlo con capacità di immaginazione e competenza di creatività? L'articolo risponde a queste domande facendo riferimento agli studi sul neo-professionismo (Butera, 2020), agli studi sulle pratiche (Gherardi e Lippi, 2000; Sennett, 2000; Wenger, 2006) e agli studi organizzativi (Weick e Sutcliffe, 2010) che hanno offerto chiavi interpretative per intercettare le sfide future della ricerca sulle trasformazioni organizzative e professionali.
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Galeotti, Glenda. "Educazione degli adulti e innovazione sociale. Il contributo delle professioni educative e formative alla costruzione di un'Europa resiliente." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 112 (March 2021): 215–28. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112014.

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Abstract:
L'articolo propone una riflessione su quanto l'educazione degli adulti può offrire per rispondere al bisogno di innovazione che attraversa la nostra società. In un contesto segnato da una crisi sanitaria che sta acuendo l'inadeguatezza di assetti organizzativi e sociali tradizionali, l'idea di innovazione sociale coincide con quella di "trasformazione", intesa come mutamento di prospettiva e pilastro sul quale costruire e modellare il futuro per mezzo di una più proficua "connessione" fra cittadini, ricercatori, imprese, governi. Considerare l'educazione degli adulti un fattore che abilita i diversi tipi di innovazione - tecnologica, organizzativa o socioculturale - significa adottare una prospettiva human-centred che orienta riproduzione, modifica e creazione delle condizioni strutturali e socioculturali, grazie a processi inclusivi e collaborativi e a rinnovate capacità di pensiero di azione.
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Viscomi, Antonio. "Il pubblico impiego: evoluzione normativa e orientamenti giurisprudenziali." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 53–89. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137002.

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Abstract:
L'A. dimostra preliminarmente come la stratificazione delle fonti regolative e l'apporto alluvionale e multilivello di prassi amministrative, discipline contrattuali, decisioni giurisprudenziali abbia determinato la contestuale presenza di modelli regolativi riconducibili a paradigmi organizzativi e regolativi tra loro discontinui, con conseguente incremento dei livelli di incertezza ricostruttiva. Propone, quindi, un approccio metodologico idoneo a rappresentare la pluralitŕ differenziata degli interessi che caratterizza il lavoro pubblico, assicurando l'emersione nei singoli microsistemi dei caratteri di specificitŕ del contesto e di specialitŕ del testo normativo. Sottolinea infine l'urgenza di una pertinente valoriz- zazione della funzione nomofilattica della Cassazione evidenziando la necessitŕ di assicurare un adeguato grado di stabilitŕ delle aspettative e dei comportamenti degli attori sociali soprattutto in contesti segnati da elevata complessitŕ organizzativa, regolativa e gestionale.
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Farnese, Maria Luisa. "Relazioni di convivenza: studio esplorativo sulle associazioni semantiche." RISORSA UOMO, no. 2 (February 2012): 163–84. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-002003.

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Abstract:
L'aumento di frequenza e complessitŕ degli scambi sociali e la maggiore incertezza nelle regole di riferimento rende il tema della convivenza di crescente rilevanza nella letteratura recente di diverse discipline. Il contributo presenta il primo studio di una ricerca piů ampia e si propone di porre a confronto le concezioni della convivenza nei contesti lavorativi (livello organizzativo) e sociali (livello sociale). Attraverso un que- stionario a risposte aperte (2721 soggetti) sono state studiate le libere associazioni sul costrutto e sulle criticitŕ della convivenza negli ambienti lavorativi e sociali. L'analisi del contenuto del corpus di risposte ha consentito di individuare tre cluster sulle rappresentazioni del processo di vivere insieme e tre cluster sulle difficoltŕ del convivere nei contesti organizzativi e sociali.
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Cirillo, Antonella. "Stili organizzativi del volontariato italiano." SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no. 96 (May 2012): 110–29. http://dx.doi.org/10.3280/sr2011-096007.

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Abstract:
The Author initially examines the organizational phenomenon of voluntarism within the broader context of the institutional restructuring processes of modern welfare, and proceeds to analyze the main structural characteristics of voluntary organizations in Italy and the different - and sometimes conflicting - organizational dynamics that can currently be found. These are, in general, consequence of the «tension» that has matured within the associations between the original mission and the professionalization of the services, between tradition and innovation. The aim is to analyze organizations' attitudes towards strategic management of change and towards the development of project management autonomy, essential to preserve social identity in the process of professionalizing services.
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Piras, Veronica, and Francesca Salivotti. "Studi organizzativi e sviluppo locale: quali contaminazioni possibili?" STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 9–32. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001001.

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Abstract:
Alla luce delle trasformazioni che stanno investendo il paradigma dello sviluppo locale assumono una rinnovata rilevanza tutte quelle riflessioni che si propongono di integrare i tradizionali strumenti teorici e analitici di questa prospettiva con quelli provenienti da altri ambiti di studio e ricerca con i quali non sempre si sono instaurate proficue occasioni di dialogo e di reciproca contaminazione. Il lavoro presentato costituisce il tentativo di proporre una pista di ricerca in cui le due tradizioni di studi - quella dello sviluppo locale e quella della sociologia dell'organizzazione - possano collaborare al fine di integrare gli strumenti teorici e concettuali di entrambe. Questo obiettivo d'integrazione nasce dalla constatazione che la maggior parte della produzione in materia di sviluppo locale sembra non focalizzare in maniera specifica e puntuale l'attenzione sulla dimensione organizzativa dei propri oggetti di studio, nonostante questi siano spesso costituiti da vere e proprie organizzazioni. Si pensi, ad esempio, come gli studiosi di sviluppo locale abbiano dedicato numerose ricerche sia allo studio di singole imprese sia a quello di interi sistemi di imprese. O, ancora, si prendano ad esempio i numerosi studi riguardanti le diverse forme di agenzie di sviluppo, condotti attraverso l'analisi di particolari esperienze di programmazione negoziata e di concertazione locale. Nonostante l'interesse dello sviluppo locale si articoli proprio attorno a questi e ad altri oggetti di studio, la loro dimensione organizzativa č stata raramente tematizzata in maniera distinta. Ne č conseguito uno scarso impiego degli strumenti analitici propri della sociologia dell'organizzazione e, in particolare, di una specifica prospettiva nata all'interno di questa disciplina: quella neoistituzionalista. La scuola neoistituzionalista ha prodotto concetti come quello di isomorfismo o di campo organizzativo che possono essere intesi come "attrezzi" molto utili per descrivere gli attori dello sviluppo locale, cosě come per mettere in luce alcuni dei meccanismi che influiscono sull'esito finale delle iniziative e delle strategie rinvenibili nei sistemi locali. Il saggio si pone come obiettivo quello di mettere in luce e sottolineare i possibili "ambiti di contaminazione", ovvero i temi e le aree di interesse proprie dello sviluppo locale in cui alcuni tra i piů consolidati concetti e riflessioni della sociologia organizzativa potrebbero essere proficuamente impiegati. Si procederŕ quindi all'individuazione e all'illustrazione di possibili applicazioni di alcuni strumenti analitici della sociologia dell'organizzazione, specificamente della prospettiva neoistituzionalista, impiegabili nell'analisi delle pratiche di sviluppo locale. L'intento vuole essere quello di mostrare come l'adozione di una prospettiva neoistituzionalista, che presta attenzione alla dimensione organizzativa cosě come al contesto istituzionale, integrandosi con gli strumenti classici di lettura dello sviluppo locale, possa aiutare a inquadrare aspetti ed elementi talvolta lasciati in ombra.
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Concetta Ambra, Maria, and Marta D’Onofrio. "Il sindacalismo italiano alla prova di Amazon: tra vecchie strategie e rinnovamento organizzativo." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 225–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158011.

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Abstract:
L'articolo riesamina il quadro teorico sul processo di rinnovamento sindacale, alla luce delle strategie adottate dal principale sindacato italiano (Cgil) in Amazon, dopo l'apertura dei suoi primi stabilimenti logistici in Italia. Da una parte il sindacato deve riuscire ad insediarsi in un luogo di lavoro in cui non era già presente, costruendo un rapporto di fiducia con i lavoratori. Dall'altra deve confrontarsi con un management riluttante nel riconoscere il ruolo e la funzione di mediazione delle organizzazioni di rappresentanza. Il processo di rinnovamento viene distinto analiticamente in tre fasi: l'insediamento, l'istituzionalizzazione e l'apprendimento organizzativo. Nell'analisi diviene cruciale comprendere il modo in cui il sindacato definisce e persegue le proprie strategie, non solo combinando vecchi repertori di azione con elementi innovativi, ma anche avviando una revisione dei propri strumenti organizzativi. In conclusione, il rinnovamento sindacale è interpretato come un processo influenzato sia dall'esito delle relazioni che il sindacato riesce ad instaurare con i lavoratori che rappresenta e con la controparte datoriale, sia dalla capacità di avviare un ripensamento organizzativo interno.
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Carrosio, Giovanni. "La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia: una storia di isomorfismo istituzionale." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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Murgia, Annalisa, and Paolo Tomasin. "Quando la ricerca da pubblica si fa privata. Innovazioni organizzative in un caso studio." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 167–80. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122012.

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Abstract:
Lo studio dell'innovazione è un'area di ricerca in rapida crescita degli studi organizzativi. Tra i diversi punti di attenzione, la distinzione tra organizzazioni pubbliche e private ha rappresentato per lungo tempo uno dei temi maggiormente discussi. All'interno di questo ambito di studio, questo contributo si pone l'obiettivo di comprendere se la trasformazione di un istituto di ricerca da ente pubblico a fondazione privata costituisca di per sé un'innovazione organizzativa. Gli autori presentano uno studio di caso in cui vengono esplorate le dinamiche di trasformazione a partire da tre specifiche, ma interdipendenti, angolazioni: i processi di; l'introduzione del primo contratto collettivo di lavoro privato della ricerca; le procedure amministrative e contabili. L'ultima parte è dedicata a rispondere in modo complessivo alla domanda di ricerca alla base di questo studio.
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Donati, Cristiana. "L'adozione delle ICT e l'ipotesi di complementaritŕ nelle imprese italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (October 2012): 25–45. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-003002.

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Abstract:
L'adozione delle ICT e l'ipotesi di complementaritŕ nelle imprese italiane Il lavoro s'inserisce nel filone di studi che analizza le precondizioni che garantiscono agli investimenti in ICT di avere un impatto positivo sulla performance economica delle imprese valutando se gli input considerati, ossia ICT, cambiamenti organizzativi e formazione della forza lavoro siano legati da un rapporto di complementaritŕ. L'analisi empirica č condotta su un panel chiuso di imprese manifatturiere italiane considerate nel periodo 2001-2006. I risultati ottenuti tramite due diversi metodi di stima evidenziano che l'interazione tra ICT, mutamento organizzativo e formazione della forza lavoro esercita un effetto positivo sulla produttivitŕ del lavoro; tale risultato č confermato in entrambe le stime, solo per il sottocampione di imprese che ha coinvolto parte dei propri occupati in corsi di formazione.
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Moro, Angelo, and Matteo Rinaldini. "Le conseguenze dell'innovazione tecnologica sulle forme di controllo del processo di lavoro in quattro "fabbriche 4.0"." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 96–117. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158005.

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Abstract:
L'affermazione di Industria 4.0 (I4.0) ha rivitalizzato l'interesse, da sempre centrale per gli studi organizzativi, per il controllo nei luoghi di lavoro. Il presente contributo analizza, attraverso evidenza empirica, il modo in cui le tre forme di controllo del lavoro (a supervisione diretta, burocratico e sociale) si manifestano in quattro imprese metalmeccaniche del territorio bolognese che hanno avviato un processo di trasformazione tecnologica riconducibile a I4.0. I risultati della ricerca suggeriscono che l'adozione delle nuove tecnologie permette il consolidamento delle forme di controllo burocratico, aprendo al contempo alla possibilità di rafforzare tutte le forme di controllo e di riconfigurare, attraverso una più stretta integrazione, la loro relazione reciproca. In ultima istanza, tuttavia, il tipo e la misura del rafforzamento e della riconfigurazione delle forme di controllo dipendono dal contesto organizzativo in cui tali tecnologie sono implementate.
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Romano, Alessandra. "L'inclusione scolastica e lavorativa nella prospettiva della teoria trasformativa. Strumenti e pratiche per il disability management." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12916.

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Abstract:
Il contributo esplora le pratiche di disability management e le metodologie a supporto dell'inclusione lavorativa di persone in condizione di disabilità, a partire da una ricerca collaborativa triennale che ha visto la partecipazione di un team di ricercatori/rici universitari e un network interistituzionale composto da aziende, cooperative del settore educativo, centri per l'impiego, Ufficio Scolastico Regionale, scuole secondarie e associazioni di familiari di persone con sindromi dello spettro autistico. Nello specifico, si articolano il percorso metodologico e i risultati emergenti della ricerca, che ha intercettato pratiche formative e dispositivi organizzativi in grado di sostenere processi di inserimento (e reinserimento) lavorativo di persone adulte in condizione di disabilità, quali le metodologie del Disability Tool e della Consulenza Collaborativa Organizzativa. Nel paragrafo conclusivo si discutono le implicazioni dei risultati per l'inclusione scolastica e le azioni a sostegno dello sviluppo della professionalità docente
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Langella, Cecilia, and Niccolò Persiani. "Il sistema delle procedure amministrativo-contabili della GSA: il caso di Regione Lombardia e Regione Veneto." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14618.

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Abstract:
Il presente studio intende offrire un contributo al dibattito sulla Gestione Sanitaria Accentrata (GSA). Nello specifico, propone uno strumento innovativo, vale a dire la redazione di un sistema di procedure amministrativo-contabili della GSA che, travalicando i confini organizzativi della GSA stessa e abbracciando una logica integrata di sistema del SSR, mappa i flussi di risorse afferenti al fabbisogno sanitario. Attraverso la disamina di due casi studio particolarmente emblematici (quello della GSA in Lombardia e quello di Azienda Zero in Veneto), lo studio mostra che le procedure sistemiche e integrate della GSA (i) sono utilmente applicabili in contesti diversi, in quanto in grado di coglierne e valorizzarne le peculiarità organizzative e contabili; (ii) costituiscono un valido strumento di risposta alle principali problematiche della GSA soprattutto in termini di governo e controllo della filiera Regione-GSAaziende sanitarie.
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Tognetti, Bordogna Mara. "Gli immigrati tra innovazione organizzativa e cambiamenti culturali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122013.

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Abstract:
La presenza di immigrati ha determinato trasformazioni sociali che hanno interessato in generale la struttura e l'organizzazione della societŕ. Il vero cambiamento è stato prodotto, nel sistema di welfare sanitario. Partendo dal presupposto che questi, nelle societŕ moderne, è uno dei principali sistemi esperti, nel nostro contributo andremo a cogliere, sia i gradi di apertura o chiusura reciproca degli attori, sia le strategie messe in atto nella relazione di cura. Partendo dall'analisi di studi di caso, nel paper, evidenzieremo, come la presenza d'immigrati, che accedono alle risorse sanitarie, è una questione che interroga le politiche sanitarie costituendo un'occasione per innovare i sistemi organizzativi che si occupano della cura. I soggetti migranti nel sistema dei servizi possono essere, in alcune realtŕ operative, occasione per l'apprendimento di nuove regole procedurali, nuovi stili relazionali, forme di collaborazione interorganizzative ma anche di sperimentazione di pratiche di innovazione organizzativa.
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Livraghi, Renata. "La logica esistenziale del paradigma economico dell'etica delle capacitŕ č determinante per rendere efficace la politica attiva dell'apprendistato." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 11–26. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099002.

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Abstract:
L'apprendistato č una politica attiva del mercato del lavoro che favorisce la transizione dalla scuola al lavoro e, puň creare le condizioni, per valorizzare le persone, nei diversi contesti organizzativi delle imprese. L'efficacia dell'apprendistato non č riscontrabile, in misura uguale, nei diversi contesti organizzativi e nei vari sistemi economici e sociali. Č una politica del lavoro che richiede "attivazione", ovvero, come coniugare la motivazione e la capacitŕ di agire delle diverse parti interessate. La logica esistenziale di D. Hume e l'etica delle capacitŕ ci permettono di comprendere come sia possibile "attivare" tale politica per renderla efficace
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Tino, Concetta. "The activities of the organizational boundary spanners during the Covid19 pandemic: the case of a profit organization." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 328–46. http://dx.doi.org/10.36253/form-10173.

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Abstract:
In the first period of emergency from Covid19, only workplace organizations with essential production activities were able to continue to carry out their work. This required them the implementation of organizational strategies useful to contrast the risk of the pandemic and to protect production performance. The qualitative study conducted in a Lombard company, through semi-structured interviews, aimed at figures with different levels of responsibility, wanted to investigate: (i) which boundary spanning activities were used to manage the emergency? (ii) what factors allowed the effectiveness of the result in terms of contrasting the pandemic and guaranteeing the productivity (iii), what were the perceived effects on the company? Findings highlight the importance of the activities of organizational boundary spanners in emergency management and of those factors that, by supporting the socio-emotional dimension, have determined the organization’s productive advantage. Le attività dei boundary spanners organizzativi durante la pandemia da Covid19: il caso di un’organizzazione profit. Nel primo periodo della diffusione dell’emergenza sanitaria da Covid19, solo le organizzazioni lavorative con attività produttive essenziali hanno potuto continuare a svolgere il loro lavoro. Questo ha richiesto loro la messa in atto di strategie organizzative utili a contrastare il rischio della diffusione della pandemia e a salvaguardare la performance produttiva. Lo studio qualitativo condotto, in un’organizzazione profit lombarda, tramite interviste semistrutturate, rivolte a figure con diversi livelli di responsabilità ha voluto investigare: (i) quali attività di boundary spanning sono state utilizzate per gestire l’emergenza? (ii) quali fattori hanno consentito l’efficacia di risultato in termini di contrasto alla pandemia e di garanzia produttività (iii), quali sono state le ricadute percepite sull’organizzazione? I risultati ottenuti evidenziano l’importanza delle attività dei boundary spanners organizzativi nella gestione dell’emergenza e di quei fattori che sostenendo la dimensione socio-emozionale ne hanno determinano il vantaggio produttivo dell’organizzazione.
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Orzan, E., E. Muzzi, R. Marchi, C. Falzone, S. Battelino, and E. Ciciriello. "Adattamento precoce dell’impianto cocleare in età pediatrica." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 45–50. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1075.

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Abstract:
L’impianto cocleare costituisce una valida opportunità per fornire l’accesso alla stimolazione uditiva nei casi di ipoacusia severa o profonda di origine cocleare. E’ stato ampiamente dimostrato che l’impianto cocleare è una soluzione sicura ed efficace e che la precocità nell’attivazione è associata a risultati migliori. E’ importante studiare le variabili e gli aspetti che possono interferire con un adattamento precoce e un adeguato accesso al mondo sonoro: caratteristiche del bambino, alleanza terapeutica con la famiglia, aspetti tecnici, medici e organizzativi. Obiettivo di questo lavoro è quello di proporre raccomandazioni utili per gli aspetti organizzativi-pratici relativi alle attivazioni precoci di impianto cocleare, attraverso un particolare modello di analisi SWOT e TOWS.
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Butera, Federico. "Editoriale Studi Organizzativi 2012: a new beginning." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (May 2012): 7–10. http://dx.doi.org/10.3280/so2011-002001.

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Lozza, Edoardo, Guendalina Graffigna, and A. Claudio Bosio. "L'insicurezza lavorativa: antecedenti e conseguenti extra organizzativi." RISORSA UOMO, no. 4 (December 2009): 401–14. http://dx.doi.org/10.3280/ru2009-004005.

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Abstract:
- Psychological research usually studied antecedents and consequents of job insecurity at an intra-organizational level. This paper aims to: analyze the relationship between contract (temporary vs. permanent work) and job insecurity; propose a model of antecedents for job insecurity; explore the effects of job insecurity on extra-organizational contexts. Results derive from secondary analysis of two databases and from a qualitative research conducted following a grounded theory approach. Results show: the weak relationship between contract and job insecurity; the need to consider broader antecedents, such as social context, interpersonal and media exchange; the impact of job insecurity on consumption behaviors and other extra-organizational aspects of life.
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Del Punta, Riccardo. "Modelli organizzativi d'impresa e diritto del lavoro." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 3 (February 2012): 113–21. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003010.

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Berra, Mariella. "Nuovi modelli produttivi, organizzativi, tecnologici e relazionali." Quaderni di Sociologia, no. 73 (September 1, 2017): 137–60. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1666.

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Gualandri, Mario, Roberta Fida, and Francesco Avallone. "Benessere Organizzativo in un campione di Aziende Sanitarie italiane." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001005.

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Abstract:
Riassunto In ambito scientifico e nelle politiche sociali europee il benessere organizzativo č divenuto uno dei principali temi di discussione, in particolare per i contesti sanitari che, data l'elevata complessitŕ delle dinamiche organizzative, mostrano un elevato rischio per il benessere organizzativo. Questo puň incidere sullo stress e sul benessere dei lavoratori. Il presente contributo esamina i fattori lavorativi della salute organizzativa in un campione di Aziende Sanitarie Locali (Asl) italiane. A tal fine sono stati utilizzati i dati relativi ad una ricerca nazionale su circa 8000 dipendenti (Multidimensional Organizational Health Questionnaire) differenziati per aree geografiche e per genere. I risultati mostrano che i fattori con maggiore effetto sui disturbi psicosomatici, sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa sono il carico di lavoro, la sicurezza, il conflitto e l'apertura all'innovazione. Inoltre in tutte le aree geografiche e maggiormente per le donne la percezione dell'equitŕ ed il carico di lavoro risultano piů problematici. Per il Sud Italia e le Isole, ulteriori criticitŕ risultano la percezione della sicurezza e del comfort dell'ambiente. Infine, i risultati evidenziano una percezione di bassa soddisfazione e di alto stress in tutti i lavoratori delle aree geografiche e maggiormente nelle donne.
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Rochira, Valerio. "La business judgement rule e il giudizio di adeguatezza degli assetti organizzativi." Fascicolo 1 | luglio-dicembre 2022, no. 1 (July 15, 2022): 1–17. http://dx.doi.org/10.35948/rdpi/2022.5.

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Abstract:
La riforma della crisi d’impresa, come noto, ha interessato anche il codice civile attribuendo all'imprenditore che operi in forma societaria o collettiva il dovere, in funzione della rilevazione tempestiva della crisi e della perdita della continuità aziendale, di istituire assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e alle dimensioni dell'impresa. Il giudizio sull’adeguatezza degli stessi comporta, inevitabilmente, il possibile sindacato sulla colpa delle condotte dell’amministratore; v’è bisogno, dunque, di analizzare l’ampiezza dei poteri di chi è chiamato a sindacare sulle scelte gestorie dell’imprenditore, atteso che deliberare in ordine all’adeguatezza di un assetto organizzativo, amministrativo o contabile – oltre ad avere immediate ricadute sulla responsabilità del titolare della gestione – potrebbe mal conciliarsi con la c.d. business judgement rule. Ciò posto, si ritiene che l’introduzione dell’obbligo giuridico di adottare adeguati assetti organizzativi, allargando il contenuto della posizione di garanzia dell’imprenditore collettivo, estenda parimenti l’oggetto del decisum del giudice penale, chiamando così in causa la necessità di ragionare sull’opportunità del sindacato di quest’ultimo sulle scelte imprenditoriali. The reform of bankruptcy law, as is known, has also affected the civil code by providing, among other things, for the entrepreneur who operates in a corporate or collective form, the duty to establish organizational, administrative and accounting structures adequate to the nature and the size of the company, especially in relation to the timely detection of the crisis and the loss of business continuity. Therefore, the judgment on the adequacy of the same will inevitably reflect on the judgement upon the liability of the directors, indeed, there is a need to analyze the extent of the powers of those called to judge the managerial choices of the entrepreneur, given that deciding on the adequacy of an organizational, administrative or accounting structure - in addition to having immediate repercussions on the responsibility of the board of directors - might not match with the so-called “business judgment rule”. Therefore it is believed that the introduction of the legal obligation to adopt adequate organizational structures, expands the content of the guarantee position of the corporate entrepreneur, extending also the object of the criminal judge's decision, thus calling into question the need to reason on the opportunity of the latter of ruling business choices.
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Franceschetti, Laura, and Giorgio Banchieri. "Nuovi modelli organizzativi e formazione manageriale nel Lazio." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (February 2021): 88–100. http://dx.doi.org/10.3280/ses2021-001007.

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Steele, Lucia. "HTA nei processi assistenziali e nei modelli organizzativi." Global & Regional Health Technology Assessment 3, Suppl. 2 (October 23, 2019): 1–29. http://dx.doi.org/10.33393/grhta.2016.304.

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Salvioni, Cristina, Laura Aguglia, and Patrizia Borsotto. "Assetti proprietari e organizzativi delle imprese agricole italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2011): 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-001005.

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Abstract:
Questo lavoro propone un'analisi dei cambiamenti che stanno interessando gli assetti proprietari e organizzativi delle aziende agricole italiane. Viene analizzata la recente evoluzione delle forme societarie nell'agricoltura italiana, evidenziando l'accelerazione del processo di transizione da imprese familiari verso forme societarie collettive. Attraverso i microdati Rica vengono individuate le principali combinazioni di assetti proprietari e di gestione attualmente utilizzati e si testa quali fattori influenzino la scelta della loro adozione. I risultati ottenuti confermano l'ipotesi che la crescita delle dimensioni aziendali e la specializzazione in produzioni ad alta intensitŕ di capitale favoriscano la transizione ad assetti complessi.
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Noto, Guido, Lucrezia Coletta, Sara Zuccarino, and Milena Vainieri. "Il controllo e la gestione della performance delle attività di prevenzione in contesti interorganizzativi: il caso dei controlli frontalieri sugli alimenti." MECOSAN, no. 117 (April 2021): 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-117004.

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Abstract:
I servizi sanitari di prevenzione sono caratterizzati da un'elevata complessita principalmente legata al contesto inter-organizzativo e ambientale in cui operano. Da cio consegue una notevole difficolta nel misurarne e valutarne i risultati. Per tali motivi, il controllo e la gestione della performance delle attivita di prevenzione si avvalgono di diversi meccanismi, formali e informali, che hanno l'obiettivo di orientare i comportamenti e le decisioni degli individui e delle organizzazioni coinvolte verso fini comuni. Lo scopo del presente lavoro e quello di approfondire i sistemi di controllo e gestione della performance impiegati nei servizi di prevenzione che operano in contesti inter-organizzativi - e in particolare nell'ambito dei controlli frontalieri sugli alimenti - al fine di supportare il disegno e l'implementazione degli stessi. Per fare cio, la ricerca si concentra sui casi di studio delle infrastrutture portuali di Genova e Livorno. Parole chiave: prevenzione, controlli condottools. To explore performance management in such contexts, this research suggests the adoption of management control as a "package" approach. Thus, the research's objective is to understand how management control operates in the delivery of preventative services operating in inter-organizational environment. To do so, this study focuses on the cases of Genoa's and Leghorn's ports.
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Butera, Federico. "Innovazione e Ricerca e Sviluppo: la questione dell'organizzazione e del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 57–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122003.

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Abstract:
L'innovazione è un fenomeno più ampio di quello della ricerca e sviluppo: l'autore ne illustra le diverse tipologie. L'Italia dispone di una quota di risorse destinata alla R&S inferiore a tutti i Paesi sviluppati; i finanziamenti pubblici sono in proporzione più alti di quelli di altri Paesi; l'Italia, per numero di brevetti e di marchi comunitari registrati, è invece in una buona posizione e in costante crescita; forte è il contributo delle grandi imprese alla brevettazione, mentre modesto è quello delle medie imprese, praticamente nullo quello delle piccole imprese; tuttavia, il volume di innovazioni generate è molto più elevato: le innovazioni di processo (marketing, organizzazione, metodi, tecnologie di produzione, etc.) non brevettate e le innovazioni di prodotto incrementali sono molto più numerose del numero dei brevetti. L'articolo esamina le caratteristiche organizzative della Ricerca e Sviluppo che sono diverse da quelle di altre funzioni di impresa ma che hanno anticipato nuovi modelli organizzativi e in particolare le organizzazione organiche e quelle in rete. Viene presentato il modello di funzionamento basato sulle 4C originato nella R&S e poi diffuso nelle moderne organizzazioni: Cooperazione autoregolata, Conoscenza condivisa, Comunicazione estesa, Comunitŕ di lavoro.
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Carrosio, Giovanni. "Politiche e campi organizzativi della riqualificazione energetica degli edifici." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 106 (April 2015): 21–44. http://dx.doi.org/10.3280/sur2015-106002.

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Micocci, Stefano, and Andrea Trabucco. "Integrazione dei sistemi Cup: aspetti tecnologici e aspetti organizzativi." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (May 2009): 40–57. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-su1005.

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Abstract:
- The management of waiting times within the access system to sanitary services represents a highly critic factor for the sanitary system, because it negatively affects the perception of quality by the citizen, limiting the guarantee of an equal access. The reorganisation of the Cup system represents a central point in the administration of the sanitary offer to the Emilia Romagna Region, due to the maximum exploitation of the synergies with other technological and social networks (SOLE/Toll-free regional number/Monitoring networks for the performance control). The projects "Sparta" and "Cup Integratore" focus on technological and re-organisational aspects, in order to foster not only equity and the fruition of outpatient services, but also the definition and implementation of access system based on clinical priorities, and on the principle of providing for the citizen in order to guarantee the maximum respect of waiting times. It is finally illustrated the latest online access, capable of guaranteeing an availability which is intended to more and more conform to the citizens' modern lifestyles regarding their approach to the Health P.A.Keywords: Cup system; clinical priorities; equal access; waiting lists; health care; system.
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Boccacin, Lucia. "Il terzo settore in italia: profili organizzativi e relazionali." SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI, no. 3 (February 2016): 99–122. http://dx.doi.org/10.3280/sp2015-003007.

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Baldissera, Alberto. "La valutazione nelle università italiane: processi organizzativi ed indicatori." Quaderni di Sociologia, no. 35 (August 1, 2004): 5–21. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1106.

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Di Mattei, Manlio. "Le visite mediche di controllo: presupposti normativi e modelli organizzativi." Pratica Medica & Aspetti Legali 6, no. 1 (March 15, 2012): 5–10. http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v6i1.296.

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Buonocore, Filomena, Marcello Russo, and Loriann Roberson. "Minaccia da stereotipo e comportamenti organizzativi per gli operatori sanitari." MECOSAN, no. 96 (March 2016): 153–58. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2015-096007.

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De Domizio, Anna, and Darja Mertelj. "I giochi didattici nell’insegnamento/apprendimento d’italiano come lingua straniera." Journal for Foreign Languages 7, no. 1 (December 30, 2015): 191–215. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.7.191-215.

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Abstract:
Nonostante le numerose e diverse definizioni del gioco, in generale, si considera che il gioco stimoli e sostenga lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale e motorio degli individui. Nell’ambiente scolastico si usano i cosiddetti giochi didattici che sono organizzati in base agli obiettivi formativi. La differenza tra questi e i ‘giochi popolari’ consiste nel fatto che questi non sono frutto della tradizione popolare o dell’invenzione spontanea dei bambini, ma sono creati e adattati dagli insegnanti stessi, secondo criteri organizzativi e contenutistici che coincidono con gli obiettivi specifici dell’unità didattica. In conseguenza sono sempre più numerosi gli insegnanti e gli autori di libri di testo che decidono di includere questo tipo di tecnica didattica nel processo d’insegnamento. I giochi didattici nelle lezioni di lingue straniere hanno un’importanza notevole perché possono essere usati sia per sviluppare le abilità ricettive che per quelle produttive. Un’ulteriore caratteristica potenzialmente positiva dei giochi didattici è che non sono adatti solo per bambini ma anche per adolescenti e adulti, quindi adatti anche per l’insegnamento delle lingue straniere in vari contesti d’apprendimento. Nella parte empirica di quest’articolo si cerca di chiarire in quale misura si usino i giochi didattici durante le lezioni d’italiano come lingua straniera nelle scuole secondarie superiori e come questa tecnica d’insegnamento/apprendimento sia accolta tra gli studenti.
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Bottalico, Andrea, and Annalisa Murgia. "Posizionamenti liminali tra autonomia e dipendenza. Il caso del settore bancario e assicurativo." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (January 2023): 35–69. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-002002.

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Abstract:
Il dibattito sulla liminalità nei contesti organizzativi ha fornito spunti rilevanti per l'interpretazione delle mutevoli dinamiche del lavoro contemporaneo, rappresentando transizioni e posizionamenti ambigui. Ciò è ancora più rilevante nel caso del lavoro autonomo, a cui si accompagna una diversità di posizioni che oscillano tra autonomia e eteronomia, corrispondenti a diverse forme di liminalità legate alle caratteristiche individuali e ai contesti organizzativi in cui i soggetti svolgono la propria attività professionale. Alla luce di questo dibattito, l'articolo indaga il caso del lavoro autonomo nel settore finanziario offrendo un duplice contributo. In primo luogo, il concetto di liminalità viene esteso a un settore largamente inesplo-rato, ma in cui sono sempre più presenti forme di lavoro ai confini tra lavoro autonomo e lavoro dipendente. In secondo luogo, il concetto stesso di liminalità viene ridiscusso alla luce del dibattito scientifico e della ricerca condotta - dal momento che non necessariamente esso rappresenta una condizione di passaggio tra uno stato e l'altro, ma può assumere anche le caratteristiche di una condizione perma-nente. Nelle conclusioni, nell'intento di mettere in luce la varietà delle esperienze liminali insite nel lavoro contemporaneo, viene discusso uno schema concettuale che mostra alcune tendenze di fondo che caratterizzano le trasformazioni dei rapporti d'impiego in un mercato del lavoro in rapida evoluzione e sempre più fluido.
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Lo Presti, Veronica. "Appreciative Inquiry: un nuovo approccio per la valutazione di contesti organizzativi." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 73–83. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045006.

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Abstract:
L'articolo costituisce una dettagliata presentazione dell'approccio denominato "Appreciative Inquiry" per la valutazione di contesti organizzativi. In particolare, gli obiettivi principali della trattazione sono: a) presentare le caratteristiche fondamentali dell'approccio, oggi ampiamente diffuso e accreditato nell'analisi delle organizzazioni; b) proporre l'applicazione dell'Appreciative Inquiry, diffusa in Italia con la traduzione "Indagine Elogiativa", nel campo della valutazione delle organizzazioni, evidenziandone vantaggi e svantaggi. L'articolo segue e illustra i seguenti punti: 1. In cosa consiste l'Indagine Elogiativa; 2. quando č nata e come si č diffusa l'Indagine Elogiativa; 3. quali sono i principi fondamentali e gli assunti di base per mettere in pratica l'approccio dell'Indagine Elogiativa; 4. descrizione dei modelli 4-D e 4-I utilizzati nella pratica dell'Indagine Elogiativa; 5. l'Indagine Elogiativa nella valutazione.
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Tullini, Patrizia. "I sistemi di gestione della prevenzione e della sicurezza sul lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 127 (October 2010): 403–14. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-127001.

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Abstract:
Il d.lgs. n. 81/2008 ha valorizzato i sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, prevedendo una pluralitŕ di modelli e sollevando problemi di coordinamento con i modelli organizzativi previsti dal d.lgs. n. 231/2001, ai fini dell'esonero dalla responsabilitŕ amministrativa da reato per le persone giuridiche. Il saggio affronta, in particolare, il tema dell'efficacia dei sistemi gestionali nella prospettiva dell'adempimento dell'obbligo di sicurezza e della responsabilitŕ civile del datore di lavoro.
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VIGNIERI, VINCENZO. "Co-produzione di valore nei servizi museali e performance multidimensionali: un approccio dinamico a supporto del management culturale." Sinergie Italian Journal of Management 38, no. 3 (January 15, 2021): 215–37. http://dx.doi.org/10.7433/s113.2020.12.

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Abstract:
Contesto della ricerca: nei piccoli centri urbani la co-produzione di servizi museali può essere una leva per la generazione di valore pubblico. Obiettivi del paper: lo scritto mira ad illustrare come un approccio multidimensionale di performance governance sia in grado di offrire una prospettiva sistemica per l’identificazione degli outcome gestionali, organizzativi e di comunità nonché di evidenziare leve per il miglioramento dei processi di generazione di valore nei musei e a beneficio della comunità. Metodologia: dapprima si è proceduto alla revisione della letteratura sul tema della co-produzione di servizi pubblici. Per analizzare le performance di tali contesti collaborativi si è costruito un framework multidimensionale, poi applicato ad un caso di studio. Infine, si è proceduto al riscontro delle proposizioni avanzate. Risultati: l’articolo evidenza in che modo la co-produzione sia in grado di apportare risorse aggiuntive rispetto a quelle in possesso all’organizzazione istituzionalmente responsabile del servizio. Inoltre, dall’applicazione del modello al caso emergono misure di performance gestionali, organizzative e di comunità. Limiti della ricerca: le limitazioni attengono alla reperibilità di informazioni quantitative per valutare gli effetti della iniziativa. Implicazioni pratiche: l’identificazione di performance driver fa emergere gli effetti della disponibilità di risorse sui diversi livelli di performance, evidenziando le connessioni causali che rivelano il contributo della co-produzione agli outcome. Originalità del paper: l’articolo sviluppa il framework analitico Dynamic Multidimensional Performance Governance ed evidenzia il contributo che la co-produzione offre ai processi di generazione di valore nei piccoli centri.
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