Academic literature on the topic 'Organizzativa'

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Journal articles on the topic "Organizzativa"

1

Pacetti, Valentina, and Angelo Pichierri. "Precedenti e strumenti: per un'analisi sistemica delle reti inter-organizzative." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (January 2023): 95–123. http://dx.doi.org/10.3280/so2022-002004.

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Abstract:
Il tema delle reti ha occupato uno spazio crescente nella ricerca e nell'analisi organizzativa. Tuttavia, la strumentazione a disposizione degli scienziati sociali non è definita né univoca. L'articolo vuole riportare all'attenzione del lettore le po-tenzialità esplicative di alcuni approcci classici, mettendone a fuoco gli strumenti analitici, in particolare quelli prodotti nell'ambito della teoria generale dei sistemi e dell'analisi sistemica delle organizzazioni. L'articolo propone un breve excursus di quelli che possono essere (e vengono in genere) considerati come precedenti dell'analisi di rete in una prospettiva preva-lentemente sociologica: dall'economia dei costi di transazione al neoistituzionali-smo organizzativo, dall'ecologia delle popolazioni organizzative all'organization-set. Un'attenzione particolare viene dedicata alla prospettiva sistemica, molto dif-fusa nell'analisi organizzativa a partire dai primi anni Sessanta ma sorprendente-mente abbandonata proprio mentre le reti organizzative conquistavano la scena. Proprio all'interno della prospettiva sistemica vengono messi a punto alcuni strumenti di analisi (la discussione su obiettivi e confini del sistema, il loose cou-pling, il relè organizzativo), tradizionalmente utilizzati per descrivere e spiegare or-ganizzazioni compatte, che ci sembrano estremamente efficaci per l'analisi di rete. L'articolo mira a mostrare l'efficacia di tali strumenti per la comprensione del funzionamento delle reti di organizzazioni.
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2

Dorigatti, Lisa, and Lidia Greco. "I confini dell'impresa, il lavoro e le regole tra globale e locale: questioni e dibattiti." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 122–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164007.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce il percorso e le acquisizioni della letteratura sociologica sul tema dei "confini dell'impresa" nel loro intreccio con le norme giuridiche e le istituzioni regolative. In particolare, si focalizzerà su tre nodi sviluppati da questa letteratura: il riconoscimento della sostanziale natura di "arbitraggio regolativo" dei processi organizzativi di frammentazione e di scomposizione della produzione e la centralità degli assetti regolativi e istituzionali nella loro analisi; il ruolo e le modali-tà di azione degli attori della regolazione e come queste sono influenzate dalle ca-ratteristiche delle configurazioni organizzative; la (non) applicazione delle norme come variabile, i modi in cui i processi di frammentazione organizzativa la favori-scono e il ruolo dello stato in questi processi.
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3

Gualandri, Mario, Roberta Fida, and Francesco Avallone. "Benessere Organizzativo in un campione di Aziende Sanitarie italiane." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001005.

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Abstract:
Riassunto In ambito scientifico e nelle politiche sociali europee il benessere organizzativo č divenuto uno dei principali temi di discussione, in particolare per i contesti sanitari che, data l'elevata complessitŕ delle dinamiche organizzative, mostrano un elevato rischio per il benessere organizzativo. Questo puň incidere sullo stress e sul benessere dei lavoratori. Il presente contributo esamina i fattori lavorativi della salute organizzativa in un campione di Aziende Sanitarie Locali (Asl) italiane. A tal fine sono stati utilizzati i dati relativi ad una ricerca nazionale su circa 8000 dipendenti (Multidimensional Organizational Health Questionnaire) differenziati per aree geografiche e per genere. I risultati mostrano che i fattori con maggiore effetto sui disturbi psicosomatici, sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa sono il carico di lavoro, la sicurezza, il conflitto e l'apertura all'innovazione. Inoltre in tutte le aree geografiche e maggiormente per le donne la percezione dell'equitŕ ed il carico di lavoro risultano piů problematici. Per il Sud Italia e le Isole, ulteriori criticitŕ risultano la percezione della sicurezza e del comfort dell'ambiente. Infine, i risultati evidenziano una percezione di bassa soddisfazione e di alto stress in tutti i lavoratori delle aree geografiche e maggiormente nelle donne.
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Di Guardo, Sebastiano. "Innovazione organizzativa nei servizi di Giustizia per il Cittadino: il caso della Volontaria Giurisdizione." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 130–57. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001006.

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Abstract:
L'articolo approfondisce il tema dell'innovazione organizzativa della Volontaria Giurisdizione, un istituto giuridico dell'ordinamento civile italiano che riguarda, tra le varie materie, le misure di protezione giuridica a favore delle persone disabili e degli anziani e che si svolge, perlopiů, senza intermediazione legale. In questo lavoro viene presentato il caso del progetto di cambiamento organizzativo del Tribunale di Monza. Si tratta di un caso di riprogettazione radicale dei processi interistituzionali di tutela giuridica e dei sistemi di erogazione dei servizi avvenuto con una grande partecipazione degli organi di governo dell'organizzazione, dei professionisti coinvolti, delle istituzioni e del territorio locale. Risultati tangibili sono stati l'abbattimento dei tempi di processo, la riduzione dei tempi di attesa per i Cittadini, l'eliminazione di attivitŕ banali con conseguente concentrazione su quelle piů critiche. I risultati socio-organizzativi sono stati la maggiore cooperazione tra giudici e cancellieri nell'interesse dell'ottimizzazione dei processi di lavoro, la sperimentazione di un partneriato tra Tribunale e Territorio per andare incontro ai bisogni espressi dalla Cittadinanza e la sperimentazione di un modello di cambiamento strutturale che č avvenuto anche senza nuove leggi o risorse aggiuntive.
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5

Kriesi, Hanspeter. "SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 1 (April 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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Abstract:
IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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6

Barberis, Fabio, and Roberto Cafferata. "La scelta del modello strategico ed organizzativo: il caso Carige A.M. SGR." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 613–32. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003011.

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Abstract:
La definizione ottimale del modello strategico ed organizzativo di una Societŕ di Gestione del Risparmio č oggetto di ampio dibattito. Obiettivo del presente contributo č quello di percorrere le differenti opzioni che si presentano in termini di assetti proprietari, governance, definizione del business, struttura organizzativa e dei controlli, mediante la presentazione delle scelte operate da una SGR italiana di medie dimensioni, la Carige Asset Management SGR, costituita nel 2003 in un contesto di mercato giŕ caratterizzato da vincoli ed opportunitŕ che hanno trovato significativa accentuazione negli anni piů recenti.
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7

Toraldo, Domenico Maurizio. "La ventilazione meccanica non-invasiva a domicilio: aspetti medico-legali, deontologici e bioetici." Medicina e Morale 48, no. 3 (June 30, 1999): 517–33. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.802.

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Abstract:
L’autore prende in esame gli aspetti normativi, organizzativi, deontologici e bioetici che riguardano i pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica severa in ventilazione meccanica assistita. In tali situazioni sono analizzati i problemi etico-deontologici e tecnici-organizzativi della assistenza domiciliare (home care) mettendo in evidenza la complessità della macchina organizzativa sanitaria domiciliare che richiede la presenza di una equipe tecnicoinfermieristica appositamente addestrata a tale scopo. Sono illustrati gli aspetti normativi e legislativi dell’assistenza domiciliare respiratoria con particolare riferimento al ruolo dello specialista pneumologo come Centro Prescrittore e del Medico di Medicina Generale a cui è affidata la responsabilità operativa domiciliare. Figure emergenti nell’assistenza domiciliare sono rappresentate dal terapista della riabilitazione respiratoria e dal pneumologo Intensivista, a cui sarà affidata la responsabilità di gestire il paziente a domicilio. Sono illustrate anche le possibili complicanze mediche della Ventilazione Meccanica Domiciliare e la manutenzione dei circuiti dei ventilatori. Sono presentati i vantaggi ed i limiti di tale modello organizzativo, che richiede la partecipazione attiva del paziente e dei familiari che sono coinvolti in prima persona nell’assistenza domiciliare. È presentato anche un ritratto psicologico dell’ammalato con tutte le possibili scelte conflittuali derivanti dall’interazione uomo-macchina. Viene anche discusso il modello organizzativo telematico (a distanza) computerizzato dell’assistenza domiciliare ancora in fase di sperimentazione in Italia mettendo in evidenza i possibili problemi medico- legali. Sono elaborate alcune considerazioni riguardanti il principio di autonomia e di beneficialità, cercando di chiarire che i suddetti principi non sono criteri a sé stanti ma vanno inquadrati, secondo la visione personalista, nella consapevolezza del valore della persona umana evitando i possibili rischi dell’eutanasia e/o dell’accanimento terapeutico. L’Autore conclude che quando si decide di comune accordo (medico-paziente- familiari) di intraprendere l’assistenza domiciliare respiratoria, ove sia tecnicamente possibile, il rischio della cronicizzazione della ventilazione meccanica domiciliare deve sempre essere controbilanciato dalla reale possibilità di un nuovo equilibrio di salute per il paziente.
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D'Amico, Renato. "Benessere organizzativo, dinamiche di gruppo ed equilibrio omeostatico nelle pubbliche amministrazioni." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001001.

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Abstract:
La necessitŕ di innovazione delle pubbliche amministrazioni puntando sulla loro dimensione organizzativa e sul fattore umano ha aperto la strada ad un ampio dibattito su temi come il benessere organizzativo. Ciň ha implicato una riflessione anche sugli assetti paradigmatici che operano come sense making nei confronti della pubblica amministrazione. L'unitŕ di osservazione scelta in questo articolo č la relazione sociale tra individui ovvero le relazioni fra gruppi. Ne deriva per l'organizzazione la permanente ricerca di un punto di equilibrio, che nel quadro della dinamicitŕ delle relazioni viene qui definito equilibrio omeostatico. Con questo approccio, centrale diventa la dimensione soggettiva delle relazioni di forza che assicurano il governo della sequenza "equilibrio - rotture e crisi - nuovo equilibrio". Specie nel caso italiano, la principale questione diviene allora quella del cambiamento, nella versione trasformativa piuttosto che evoluzionistica, e dell'apprendimento organizzativo visto qui nella sua dimensione processuale.
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Tognetti, Bordogna Mara. "Gli immigrati tra innovazione organizzativa e cambiamenti culturali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122013.

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Abstract:
La presenza di immigrati ha determinato trasformazioni sociali che hanno interessato in generale la struttura e l'organizzazione della societŕ. Il vero cambiamento è stato prodotto, nel sistema di welfare sanitario. Partendo dal presupposto che questi, nelle societŕ moderne, è uno dei principali sistemi esperti, nel nostro contributo andremo a cogliere, sia i gradi di apertura o chiusura reciproca degli attori, sia le strategie messe in atto nella relazione di cura. Partendo dall'analisi di studi di caso, nel paper, evidenzieremo, come la presenza d'immigrati, che accedono alle risorse sanitarie, è una questione che interroga le politiche sanitarie costituendo un'occasione per innovare i sistemi organizzativi che si occupano della cura. I soggetti migranti nel sistema dei servizi possono essere, in alcune realtŕ operative, occasione per l'apprendimento di nuove regole procedurali, nuovi stili relazionali, forme di collaborazione interorganizzative ma anche di sperimentazione di pratiche di innovazione organizzativa.
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Paolucci, Caterina. "FORZA ITALIA A LIVELLO LOCALE: UN MARCHIO IN FRANCHISING?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 481–516. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028926.

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Abstract:
IntroduzioneIn questo saggio presenterò alcuni risultati di una ricerca empirica sugli amministratori locali di Forza Italia, che si inserisce in un più ampio progetto di analisi del processo di istituzionalizzazione di questo partito. La scelta di concentrare l'attenzione sugli eletti locali nasce dalla convinzione che il futuro di Forza Italia sia legato non solo agli eventi organizzativi e politici che la riguardano a livello nazionale e di leadership, ma anche allo sviluppo di strutture e procedure preposte alla formazione e al consolidamento di una classe dirigente locale. In altri termini, la persistenza organizzativa di questo nuovo partito dipenderà dalla realizzazione, quantomeno a livello locale, di quella «infusione di valori» che rappresenta la premessa indispensabile di ogni compiuta istituzionalizzazione (Huntington 1968, 15; Selznick 1957, 21-22). Il fatto che a cinque anni dalla sua fondazione Forza Italia sia ancora un'organizzazione patrimoniale fortemente caratterizzata in senso personalistico ed aziendalista (Maraffi 1996; Panebianco 1995), suggerisce che tale infusione di valori, e dunque l'inizio del processo di consolidamento organizzativo, non possa aver luogo per impulso delle élites nazionali. A livello centrale questo processo è reso infatti assai difficile dalle modalità di reclutamento e selezione del personale partitico e parlamentare, miranti a creare o confermare un rapporto di fiducia personale con il leader Silvio Berlusconi, tale per cui la legittimazione dei prescelti diventa una funzione diretta delle oscillazioni del rapporto fiduciario che li lega al capo. E a quest'ultimo, non già all'organizzazione, che si dirige la lealtà delle élites centrali, e non potrebbe essere altrimenti, data la natura del partito. A livello locale, al contrario, la distanza dal centro potrebbe aver favorito un reclutamento più aperto e una selezione meno personalistica, e dunque l'emergere di un personale politico più libero di dirigere la propria lealtà verso l'organizzazione in sé, piuttosto che esclusivamente verso il suo capo. Pertanto, se esiste una possibilità di consolidamento per Forza Italia, essa è sicuramente maggiore a livello locale. In questa prospettiva è necessario dunque valutarne le dinamiche organizzative sul territorio, tenendo presente tuttavia che l'istituzionalizzazione presuppone l'esistenza di un legame tra centro e periferia che favorisca coesione e coordinamento tra i diversi livelli, senza le quali difficilmente l'organizzazione potrà stabilizzarsi nel tempo (Huntington 1968, 23).
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Dissertations / Theses on the topic "Organizzativa"

1

SPATA, Pietro. "Identità, identificazione e benessere organizzativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91272.

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2

SILI, ALESSANDRO. "La Salute organizzativa degli infermieri." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1353.

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Abstract:
Background. La salute organizzativa, il benessere e la qualità della vita nei luoghi di cura, sono temi di sempre maggiore interesse e centralità per i manager sanitari. E’ importante in ambito sanitario valutare il livello di “salute organizzativa” degli infermieri con una metodologia di ascolto attivo che faccia emergere la “percezione” che gli stessi hanno del proprio vissuto organizzativo. Attraverso l’indagine sulla salute organizzativa, i manager possono dar vita ad un percorso di analisi organizzativa che consente di definire strategie di azione che tengano conto delle indicazioni e dei suggerimenti giunti dai propri collaboratori. -- Obiettivi. Nel corso del triennio dottorale è stato progettato e realizzato uno studio ricerca, con lo scopo di valutare la Salute Organizzativa degli Infermieri. Sono stati prefissati i seguenti obiettivi di ricerca: A. individuare in letteratura ed eventualmente sviluppare o modificare, uno strumento specifico per valutare la Salute Organizzativa degli infermieri; B. valutare quanto la salute organizzativa sia correlata con “qualità di vita” degli infermieri; C. individuare eventuali correlazioni tra Salute Organizzativa e ambito clinico-assistenziale di appartenenza; D. condurre un’indagine su un cospicuo numero di infermieri, diversificando il campione per tipologia organizzativa (Aziende, Policlinici, Strutture Private, etc) al fine di elaborare un manuale rivolto agli Infermieri Dirigenti per svolgere, in modo autonomo, un’indagine sullo stato di Salute Organizzativa nel proprio contesto lavorativo. -- Metodo. Per quanto concerne lo strumento per misurare la Salute Organizzativa, è stato elaborato e validato il Questionario Infermieristico sulla Salute Organizzaiva (QISO), uno strumento derivato dal Multidimensional Health Questionnaire (MOHQ). Il QISO, sottoposto a validità di contenuto da parte di un gruppo di esperti, è stato somministrato ad un campione di 1279 infermieri. Con l’analisi fattoriale sono state individuate 18 dimensioni (scale), tutte con buone caratteristiche psicometriche di validità e affidabilità. Per quanto riguarda il secondo obiettivo della ricerca, è stata condotta un’indagine su un campione di 411 infermieri dell’Emergenza Territoriale ai quali è stato somministrato il QISO e l’SF-12 (per misurare la qualità di vita). Complessivamente tra gli uomini sono stati rilevati: migliore salute mentale, migliore percezione dei propri coordinatori e una più alto apprezzamento (in termini di efficacia ed efficienza organizzativa) verso la propria organizzazione. Tra le donne, invece, si è riscontrata una maggior presenza di disturbi psicofisici e di indicatori negativi di salute organizzativa. In merito al terzo studio sono stati invece reclutati 542 infermieri che prestavano servizio presso diversi Policlinici Universitari Italiani: 337 provenienti dalle Unità Operative di Medicina e 205 dalle Camere Operatorie. Con lo studio è stato dimostrato che gli infermieri di Camera Operatoria hanno livelli significativamente più bassi di salute e soddisfazione organizzativa rispetto ai colleghi che lavorano nelle Unità Operative di Medicina. L’analisi statistica ha inoltre permesso di constatare che la salute organizzativa non differisce in rapporto all’età e al genere. Per ciò che concerne il manuale (obiettivo D) che affronta le tematiche inerenti la salute organizzativa, lo stesso, che risulta essere uno strumento di semplice applicazione nei diversi contesti sanitari, è stato realizzato con il reclutamento di 4334 infermieri. Grazie alla meticolosa spiegazione delle diverse fasi che compongono l’intero processo di indagine, permette inoltre, di valutare lo stato di salute del proprio contesto organizzativo, circostanziando il corretto utilizzo del QISO per l’elaborazione e l’interpretazione dei dati. -- Conclusioni. Le diverse ricerche condotte nel corso del triennio, hanno principalmente permesso di validare un nuovo strumento per rilevare la Salute organizzativa degli Infermieri. E’ stato quindi possibile dimostrare come la Qualità di Vita degli Infermieri sia strettamente correlata al proprio vissuto organizzativo e quanto alcune specifiche circostanze organizzative possano influenzare la salute mentale e la salute fisica diversificatamente per gli uomini e per le donne nonché per i giovani infermieri e per i più anziani. Inoltre, di fondamentale importanza, è risultato essere lo specifico contesto lavorativo. Ambienti di lavoro come le Unità Operative di Medicina, a differenza di particolari contesti come le Camere Operatorie, inducono gli infermieri ad avere una più positiva percezione della propria organizzazione, probabilmente dovuta all’aspetto relazionale e comunicativo che viene ad istaurarsi in questi contesti. Il manuale, infine, darà la possibilità di approfondire le tematiche inerenti la “buona” gestione del personale, di condurre le varie fasi dell’indagine volta alla valutazione dello stato di salute del proprio contesto organizzativo, di usare correttamente il QISO, di elaborare i dati nonché di interpretarne i risultati ottenuti.
Background Organizational health, well-being and quality of life in health care settings are issues of increasing interest for nurse managers. It is important in health care setting to evaluate organizational health of nurses with a method of active listening that will bring out the perception they have about their own organization. Researching in their field of organizational health, managers can analyze their context and define actions that take into account the suggestions of their staff. Objectives During the three-year of the doctoral program it has been designed and implemented a research study with the aim of assessing the organizational health of nurses. The following research objectives have been identified: A. to identify in the literature and eventually to develop or modify a specific instrument for assessing the organizational health of nurses; B. to correlate the organizational health with the quality of life in nurses; C. to identify correlations between organizational health and clinical care contexts; D. to carry out an investigation on a large number of nurses in order to develop a manual for nurse managers. This manual will allow nurse managers to easily assess the organizational health on their working environment. Methods The Nursing Organizational Health Questionnaire (NOHQ), that has been derived from the Multidimensional Organizational Health Questionnaire (MOHQ) has been developed in the present study. The NOHQ underwent to content validity ad was administered to a sample of 1279 nurses. Eighteen dimensions (scales) have been identified by factor analysis each of one showed good psychometric properties of validity and reliability. To reach the second objective of the research, a survey was conducted on a sample of 411 nurses working in the territorial emergency. In this study the NOHQ and the SF-12 (to measure quality of life) were administered. Overall, male nurses had better mental health, better perception of their coordinators and higher appreciation (in terms of effectiveness and organizational efficiency) for their organization. Female nurses complained more psychophysical symptoms and showed more negative indicators of organizational health. For the third objective, 542 nurses were recruited in several university hospital in Italy: 337 nurses were enrolled from Medical Units and 205 from the Operating theaters. In this study it was demonstrated that operating room nurses had lower levels of organizational health and satisfaction than their colleagues working in the Medical Units. Statistical analysis also revealed that the organizational health did not differ among age and gender. With regard to the manual (objective D) a study with 4334 nurses was carried out in several health settings. This manual meticulously explains the different steps to investigate the organizational health in one’s own health context. It also gives procedures to administer the NOHQ, elaborate the data and understand the results. Conclusions The various studies conducted over three years allowed the validation of a new tool to measure the organizational health of nurses. It was possible to demonstrate how the quality of life of nurses is closely related to their organization and how some specific organizational circumstances can affect the mental and physical health in male and female nurses as well as in younger and older nurses. It was also demonstrated how the working context can affect the organizational health in nurses. In the medical units nurses have better organizational health than in the operating theaters; this means that in the first context nurses have a more positive perception of their organization, probably due to the relational and communicational aspects with patients. Finally, the manual will give the opportunity to nurse managers to better manage the personnel, carrying out surveys in their contexts, to properly use the NOHQ, to elaborate the data and to interpret the results.
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3

ZAGHINI, FRANCESCO. "I comportamenti controproduttivi (CWB) e di cittadinanza organizzativa (OCB) degli infermieri a lavoro: Il ruolo del contesto organizzativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/203001.

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4

Perissinotto, Vanessa <1993&gt. "Cultura organizzativa e leadership: il caso Labomar." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15953.

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Abstract:
Panoramica delle componenti della cultura organizzativa evidenziandone gli effetti in ambito aziendale. Focus sul collegamento tra cultura e leadership tramite le principali teorie di leadership e l'influenza del leader nella formazione della cultura dell'organizzazione. Caso pratico dell'azienda farmaceutica Labomar.
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Del, Colle Susanna <1989&gt. "Scautismo e cultura organizzativa: valori, comportamenti e capacità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3340.

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6

MARCAZZAN, ENRICO. "Saggi sulla resilienza organizzativa e strategia di anticipazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3459410.

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Abstract:
The purpose of this doctoral thesis is to investigate the choice of adopting an anticipation strategy of adversities in the small business context. The first paper is aimed to explore the organisational and individual (entrepreneurial) factors associated with the choice of adopting a strategy that aims to anticipate and prepare for potential threats for the business survival. The second paper is aimed to investigate the outcome of this choice, in terms of firm performance and in relation to the organisational structure. Building on the recent capability-based conceptualisation of resilience, the first paper aims to explore whether the experience of a previous crisis and entrepreneur resilience are associated with Small- and Medium-Sized Enterprises (SMEs’) adoption of different anticipation strategies for adversities. Using original survey data on 959 Italian and German SMEs, the research uses a multinomial logistic regression model in order to test the influence of the prior experience of a crisis and the entrepreneur resilience on the likelihood of adopting different anticipation strategies. The paper shows that the previous experience of a crisis increases the likelihood of regularly adopting proactive but non-formalised anticipation actions while decreasing the likelihood of adopting a pure reactive strategy to adversities; in addition, entrepreneur resilience is nonlinearly associated with anticipation strategies. The main originalities rely on eschewing a pure binary view in relation to the organisational choice of adopting a reactive or a proactive approach toward adversities and on considering the entrepreneur resilience as a factor with both ‘bright’ and ‘dark’ side effects in relation to the anticipation of adversities. The second paper is aimed to investigate the benefit of adopting an anticipation mentality in SMEs. Anticipation of adversities improves the potential resilience of a firm. However, no prominent studies have investigated (1) the influence of the adoption of a strategy that aims to anticipate and prepare for an adversity on the firm performance in a small business context, and (2) the role of the organisational structure in amplifying or diminishing the positive effects of the adoption of an anticipation strategy of adversities. The purpose of this paper is to shed some light on the benefit of building potential resilience in SMEs and the role of the organisational structure. Using an original dataset of 409 Italian SMEs, our research uses a Generalized Structural Equation Modelling in order to test whether the adoption of an anticipation strategy of adversities influences the firm performance and whether there is a mediation effect of the organisational structure. Our paper shows the positive influence of the anticipation and preparation for adversities on the firm performance and the partial mediation effect of the coordination mechanism based on standardisation. The originalities rely on the investigation of the benefit related to the adoption of an anticipation strategy of adversity in small business context out of an actual crisis and the link that we suggest between organisational resilience and organisational structure. Cultivating the potential resilience of the firm and the coordination mechanisms based on standardisation means improving the performance even if an actual crisis does not happen.
The purpose of this doctoral thesis is to investigate the choice of adopting an anticipation strategy of adversities in the small business context. The first paper is aimed to explore the organisational and individual (entrepreneurial) factors associated with the choice of adopting a strategy that aims to anticipate and prepare for potential threats for the business survival. The second paper is aimed to investigate the outcome of this choice, in terms of firm performance and in relation to the organisational structure. Building on the recent capability-based conceptualisation of resilience, the first paper aims to explore whether the experience of a previous crisis and entrepreneur resilience are associated with Small- and Medium-Sized Enterprises (SMEs’) adoption of different anticipation strategies for adversities. Using original survey data on 959 Italian and German SMEs, the research uses a multinomial logistic regression model in order to test the influence of the prior experience of a crisis and the entrepreneur resilience on the likelihood of adopting different anticipation strategies. The paper shows that the previous experience of a crisis increases the likelihood of regularly adopting proactive but non-formalised anticipation actions while decreasing the likelihood of adopting a pure reactive strategy to adversities; in addition, entrepreneur resilience is nonlinearly associated with anticipation strategies. The main originalities rely on eschewing a pure binary view in relation to the organisational choice of adopting a reactive or a proactive approach toward adversities and on considering the entrepreneur resilience as a factor with both ‘bright’ and ‘dark’ side effects in relation to the anticipation of adversities. The second paper is aimed to investigate the benefit of adopting an anticipation mentality in SMEs. Anticipation of adversities improves the potential resilience of a firm. However, no prominent studies have investigated (1) the influence of the adoption of a strategy that aims to anticipate and prepare for an adversity on the firm performance in a small business context, and (2) the role of the organisational structure in amplifying or diminishing the positive effects of the adoption of an anticipation strategy of adversities. The purpose of this paper is to shed some light on the benefit of building potential resilience in SMEs and the role of the organisational structure. Using an original dataset of 409 Italian SMEs, our research uses a Generalized Structural Equation Modelling in order to test whether the adoption of an anticipation strategy of adversities influences the firm performance and whether there is a mediation effect of the organisational structure. Our paper shows the positive influence of the anticipation and preparation for adversities on the firm performance and the partial mediation effect of the coordination mechanism based on standardisation. The originalities rely on the investigation of the benefit related to the adoption of an anticipation strategy of adversity in small business context out of an actual crisis and the link that we suggest between organisational resilience and organisational structure. Cultivating the potential resilience of the firm and the coordination mechanisms based on standardisation means improving the performance even if an actual crisis does not happen.
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VALENTINO, FRANCESCA ROMANA. "STRATEGIE GLOBALI E PROCESSI DI IDENTIFICAZIONE ORGANIZZATIVA: IL CASO NESTLE' PROFESSIONAL." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/868.

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8

CRIPPA, MATTEO ILIS. "Organizzare cure palliative. Una ricerca etnografica sul morire." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/29397.

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Abstract:
La tesi è frutto di una ricerca di tipo etnografico, guidata da alcuni interrogativi in merito alle modalità attraverso cui vengono organizzate le Cure Palliative in contesti di azione. Impiegando dati statistici secondari, traccia un profilo generale di questo fenomeno in Italia e in Europa. Il costrutto concettuale di “dolore totale” è stato identificato come uno degli elementi alla base delle successive elaborazioni teoriche fatte proprie dal mondo delle Cure Palliative. Il lavoro si concentra sullo studio etnografico dei principali contesti che compongono una Rete Locale di Cure Palliative: il processo di cura, che coinvolge operatori, familiari e malati, è stato compreso nei termini di una ri-organizzazione del morire e di produzione di “nuovi modi corretti” per stare accanto al malato, una produzione e riproduzione dei legami sociali nel contesto di una marginal situation, in una fase di crisi delle routine quotidiane. Le Cure Palliative, considerate come disciplina, sviluppano dispositivi di controllo delle azioni e delle relazioni tra esseri umani e gruppi sociali. Considerando il morire alla stregua di un’istituzione e le strutture studiate come parte di campo organizzativo, la ricerca ha richiesto la partecipazione ad alcune delle attività della società scientifica di riferimento (Società Italiana di Cure Palliative), lo studio di una parte della letteratura prodotta in questo campo, nonché il coinvolgimento in tre ampi progetti di ricerca in ambito organizzativo.
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9

Bigi, Nicola <1976&gt. "Semiotica e organizzazione. Un approccio narrativo allo studio dell'identità organizzativa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1603/1/bigi_nicola.pdf.

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10

Bigi, Nicola <1976&gt. "Semiotica e organizzazione. Un approccio narrativo allo studio dell'identità organizzativa." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1603/.

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Books on the topic "Organizzativa"

1

Varchetta, Giuseppe. La solidarietà organizzativa. Milano: Guerini e associati, 1993.

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2

Strati, Antonio. La comunicazione organizzativa. Roma: Carocci, 2013.

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3

Perrone, Francesco. Elementi di comunicazione organizzativa. Roma: Bulzoni, 2003.

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4

Congresso, Associazione italiana biblioteche. Cultura organizzativa e pianificazione. Palermo: Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e ambientali e della pubblica istruzione, 1991.

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5

Che cos'è l'estetica organizzativa. Roma: Carocci, 2010.

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6

Fazzi, Luca. Cultura organizzativa del nonprofit. Milano: FrancoAngeli, 2000.

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7

Spadarotto, Luigi. Introduzione all'analisi organizzativa in sanità. Milano: Franco Angeli, 1987.

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8

Depolo, Marco. Entrare nelle organizzazioni: Psicologia della socializzazione organizzativa. Bologna: Società editrice il Mulino, 1988.

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9

La sicurezza organizzativa: Un'etnografia in sala operatoria. Roma: Carocci, 2010.

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10

Sapere pratico: Competenze per l'azione, apprendimento, progettazione organizzativa. Milano: Guerini e associati, 2001.

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Book chapters on the topic "Organizzativa"

1

Bagnara, Sebastiano, Simone Pozzi, and Andrea Vannucci. "L’innovazione organizzativa: umanesimo e tecnologia." In Prevenire gli eventi avversi nella pratica clinica, 295–305. Milano: Springer Milan, 2013. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-5450-9_26.

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2

Milanato, Damiano. "Sistemi organizzativi di Demand Planning." In UNITEXT, 85–123. Milano: Springer Milan, 2008. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-0822-9_4.

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3

Girardi, Eufrasio, Marcello Fedi, and Riccardo Menici. "Il modello organizzativo toscano della donazione di organi e tessuti." In La donazione in Italia, 97–105. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1932-4_14.

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4

Marta, Elena, Paolo Guiddi, Maura Pozzi, and Vincenzo Saturni. "Il dono del sangue tra processi individuali e dinamiche organizzative: una ricerca longitudinale con neo-donatori." In La donazione in Italia, 163–72. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1932-4_24.

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5

Zifaro, Maria. "La progettazione organizzativa." In Dinamiche nelle strutture organizzative : riflessioni sullo sviluppo e sulla tecnologia a supporto. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/97888333938652.

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6

Zifaro, Maria. "Riflessioni sulle strutture organizzative." In Dinamiche nelle strutture organizzative : riflessioni sullo sviluppo e sulla tecnologia a supporto. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/97888333938653.

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7

"Haydn, Neapel und Die Lira Organizzata." In Die Wiener Klassiker und das Italien ihrer Zeit, 29–42. Wilhelm Fink Verlag, 2015. http://dx.doi.org/10.30965/9783846758755_004.

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8

Moretti, Anna. "9 Le relazioni inter-organizzative come fattore di competitività." In Ricerche per l’innovazione nell’industria automotive. Venice: Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-269-7/010.

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9

Giannini, Marco. "La gestione delle resistenze nei processi di cambiamento organizzativo." In Dinamiche nelle strutture organizzative : riflessioni sullo sviluppo e sulla tecnologia a supporto. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/97888333938656.

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10

Moretti, Anna, and Francesco Zirpoli. "7 • Le collaborazioni inter-organizzative in un contesto in cambiamento." In Ricerche per l’innovazione nell’industria automotive. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-564-3/008.

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Conference papers on the topic "Organizzativa"

1

Canfora, Fabrizio. "Il centro direzionale di Napoli: verso una città-territorio?" In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Abstract:
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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