Journal articles on the topic 'Ordine europeo di indagine'

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Borgia, Gianluca. "Mandato d'arresto europeo e ordine europeo di indagine penale a confronto : così simili (?), eppure così diversi." Archivio penale, no. 1 (2021): 387–98. http://dx.doi.org/10.12871/978883318097719.

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Tebaldi, Mauro. "Perché le politiche cambiano: il caso dei trasporti." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 121–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026514.

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Abstract:
IntroduzioneIl tema delpolicy changeè da tempo al centro di un articolato dibattito intorno al quale si confrontano gli argomenti di chi, come l'autore di queste note, ritiene che il problema vada ben inquadrato in sede teorica avanti qualsivoglia indagine sui processi evolutivi delle politiche pubbliche. Sebbene assai poco frequentato dai cultori della scienza politica, il settore delle politiche dei trasporti richiama un campo di attività pubblica oltremodo rilevante, la cui esplorazione sistematica, alla luce degli studi sinora condotti, solleva questioni di ordine teorico e metodologico particolarmente salienti per l'analisi comparativa delpolicy change.
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Corsello, G., A. Aloisio, G. Attardo, M. Piccione, E. Piro, S. M. Vitaliti, and L. Giuffrè. "Indagine Clinico Epidemiologica su 132 Nati da Gravidanze Multiple." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (April 1994): 110–11. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003032.

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Abstract:
AbstractL'epidemiologia delle gravidanze multiple si è notevolemente modificata nel corso degli ultimi due decenni in virtù del perfezionamento e della diffusione delle tecniche di riproduzione assistita. L'utilizzazione di induttori farmacologici della ovulazione (specie le gonadotropine ed il citrato di clomifene) e l'impianto in utero di più embrioni fecondati in vitro, sono fattori che maggiormente hanno contribuito a fare impennare verso l'alto il numero di nati da gravidanze plurigemine. L'incidenza di parti trigemini, ad esempio, considerata gli inizi degli anni '70 di circa 1:10,000 parti, oggi si è elevata sino ad 1:3,500 circa.Presentiamo i dati relativi a 132 soggetti nati da gravidanze plurigemine all'Istituto Materno Infantile dell'Università di Palermo, al fine di valutarne la sopravvivenza e la morbilità anche in relazione al tipo di gravidanza (spontanea o indotta). In tal senso abbiamo preso in considerazione esclusivamente i nati nella nostra struttura con età gestazionale uguale o superiore a 26 settimane, escludendo quindi i nati da gravidanze plurime nati in altre strutture e trasferiti dopo la nascita (Tabella).Delle 57 gravidanze plurime, 37 (64.9%) sono risultate certamente indotte, solo farmacologicamente (54.1 %) o con varie tecniche di riproduzione assistita (45.9%). Le gravidanze indotte costituiscono nel nostro campione il 92.9% delle gravidanze con ordine di gemellarità superiore o uguale a 3 e solo il 55.8% delle gravidanze bigemine. Sul complesso delle gravidanze indotte conosciute, la quota percentuale delle plurigemine è risultata del 59.1% 102 neonati (77.3%) sono nati da taglio cesareo, 30 (22.7%) da parto eutocico.
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Carminati, Arianna, and Matteo Frau. "Il certificato COVID digitale nel contesto del federalismo europeo, tra tutela della privacy e libertà di circolazione, e il suo impiego nell'ordinamento italiano." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2022): 5–33. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002001.

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Abstract:
L'articolo descrive il processo decisionale che ha portato all'introduzione, a livello europeo, di una disciplina unitaria in materia di certificati COVID digitali, proponendo un confronto con la differente situazione in cui versa il sistema federale statunitense, e affronta alcune delle questioni di ordine costituzionale connesse all'uso del c.d. green pass, sia con riguardo alla tutela della privacy sia con riguardo all'utilizzo di tale strumento da parte degli Stati membri.
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5

Fioravanzo, Monica. "Mussolini, il fascismo e l'‘idea dell'Europa'. Alle origini di un dibattito." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 7–27. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262001.

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Abstract:
Č soltanto a partire dagli anni trenta che il fascismo, stretto fra la coscienza della crisi del continente e l'avanzata del nazionalsocialismo, di cui temeva la concorrenza, sviluppa un progetto di Nuovo ordine europeo. Con la sua proposta, il regime fascista s'inseriva in una riflessione sull'Europa che fin dagli anni venti aveva coinvolto personalitŕ eminenti, come Briand o Coudenhove-Kalergi, e molti movimenti, da Paneuropa a Mitteleuropa e Abendland. L'avvio del dibattito in Italia coincise con il decennale del regime, nel 1932, celebrato all'insegna della romanitŕ, intesa come fondamento della missione internazionale del fascismo. Fu soprattutto il Convegno Volta sull'Europa (novembre 1932), organizzato dalla Reale accademia d'Italia sotto l'egida di Mussolini, a dare risonanza internazionale al progetto di Europa fascista. Attraverso l'esame delle piů importanti relazioni, l'autrice pone in rilievo i tratti caratteristici del disegno fascista e ne sottolinea lo iato non solo rispetto alle concezioni liberaldemocratiche, ma - piů significativamente - rispetto all'idea nazista di Europa di Alfred Rosenberg, che del Nuovo ordine fascista contestava proprio il fondamento, ossia il diritto e l'ereditŕ di Roma.
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Filipi, Goran. "Ornitonimia istriana: i nomi popolari del succiacapre europeo (Caprimulgus europaeus)." Linguistica 36, no. 1 (December 1, 1996): 77–82. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.36.1.77-82.

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Abstract:
Il presente saggio tratta i nomi popolari della specie Caprimulgus europaeus (suc­ ciacapre europeo). Il succiacapre fa parte della famiglia dei Caprimulgidi (Caprimulgi­ dae), ordine dei Caprimulgiformi (Caprimulgiformes). È presente più o meno in tutta la zona istro-quarnerina. Vengono offerte soluzioni etimologiche ai nomi popolari raccolti dall'autore in s­ tria e sull'isola di Veglia. Gli ornitonimi presentati appartengono alle parlate is­ trovenete, istriote, istrorumene, croate e slovene. I nomi delle località intervistate vengono riportati in italiano e in croato/sloveno; se la forma italiana non esiste, viene segnata solo quella croata/slovena.
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Borgia, Gianluca. "La prima volta dell'ordine europeo di indagine penale dinanzi alla Corte di giustizia UE : strumento nuovo, approccio di sempre." Archivio penale, no. 1 (2020): 103–10. http://dx.doi.org/10.12871/97888331807318.

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Galletti, Alessandra, and Beate Weyland. "LEA: una ricerca europea per diffondere la progettazione condivisa di spazi scolastici. Colegio Italiano a Bogotà: un caso applicativo." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 250–70. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.363.

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Abstract:
Architettura e pedagogia hanno un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità educativa di una scuola, il Progetto di Ricerca Europeo Learning Environment Applications (LEA), ha come fine la diffusione delle esperienze interdisciplinari partecipative per la progettazione degli spazi scolastici (Woolner, 2018), chiamata nei paesi germanofoni “fase zero”(Weyland, 2018). Nel Progetto LEA sono stati oggetto di indagine vari campi applicativi utili alla diffusione della “Fase 0” (Woolner, 2010); sarà quindi affrontato il tema della progettazione di strumenti (Weyland, 2017) rivolti a personale scolastico, progettisti, amministratori, per standardizzare le attività delle fasi 0 e velocizzare la raccolta delle esigenze dei partecipanti. Infine sarà presentata l’eperienza della fase di test dei prototipi, in un percorso di progettazione condivisa per il ripensamento degli spazi nella Scuola italiana Leonardo da Vinci a Bogotá in Colombia.
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Colloca, Pasquale, and Dario Tuorto. "IL SIGNIFICATO POLITICO DELL’ASTENSIONISMO INTERMITTENTE IN ITALIA: UNA SMOBILITAZIONE PUNITIVA?" Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, no. 2 (December 30, 2010): 43–66. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9720.

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Abstract:
Una delle problematiche meno indagate nell’ambito degli studi sulla partecipazione politica, ma allo stesso tempo più carica di conseguenze, è quella dell’intermittenza elettorale. L’aumento quasi ininterrotto del non voto negli ultimi due decenni in Italia ha interessato tutte le consultazioni, sia quelle politiche sia, soprattutto, quelle regionali ed europee dove il fenomeno ha raggiunto dimensioni considerevoli. Più che la crescita quantitativa dei cittadini che non si sono recati alle urne, il dato maggiormente rilevante sembra essere l’allargamento progressivo, riscontrabile solo a partire alla metà degli anni Novanta, del differenziale tra astensionismo nelle elezioni politiche ed astensionismo alle elezioni di secondo ordine, in modo particolare le elezioni regionali e soprattutto nelle regioni dove la partecipazione è sempre stata elevata (zone settentrionali e regioni “rosse”). Questo importante elemento di novità sta ad indicare che i comportamenti degli elettori sono diventati sempre più irregolari.
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Casabona, Salvatore. "La kafalah e la sua circolazione nello spazio giuridico europeo: una indagine di diritto comparato." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (February 2020): 21–76. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2019-002002.

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Saitto, Francesco. "RAGIONANDO SUL TRATTATO DI MAASTRICHT COME MOMENTO DI “FRATTURA”: PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA E TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA ECONOMICO." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 138–57. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.241.

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Abstract:
L'articolo esamina il Trattato di Maastricht in una prospettiva storica e comparativa, concentrandosi sulle sue implicazioni economiche e costituzionali. Il Trattato di Maastricht viene quindi contestualizzato in un processo storico, evidenziando i tentativi dello Stato costituzionale europeo di affrontare la crisi del cosiddetto "liberalismo incorporato" dopo la caduta di Bretton Woods. Questo processo ha avuto significativi contraccolpi economici e politici in tutto il mondo. In Europa, gli anni Settanta sono stati caratterizzati da un'elevata instabilità economica, soprattutto in considerazione del sistema monetario e del crescente debito pubblico. Da allora è nata l'esigenza di una nuova forma di radicamento democratico del capitalismo, con l'obiettivo di creare un nuovo equilibrio tra capitalismo e democrazia. Sebbene pieno di contraddizioni, il Trattato di Maastricht rappresentava un tentativo di far fronte a questo mutevole ordine mondiale economico e politico. In quel periodo il sistema politico italiano si trovava a fronteggiare un'insopportabile instabilità economica e il Trattato di Maastricht rappresentava un'opportunità per favorire una riforma del sistema politico ed economico "dall'esterno" attraverso un "vincolo esterno", come lo definì Guido Carli. Non era la prima volta nella storia italiana. Un nuovo processo è iniziato e, pieno di contraddizioni e inadeguatezze, è ancora in corso.
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Di Pietro, Maria Luisa. "Inserimento della bioetica nei curricoli scolastici: i risultati dei un’indagine conoscitiva." Medicina e Morale 49, no. 2 (April 30, 2000): 237–59. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.755.

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Abstract:
La riflessione sui temi di bioetica ha superato i confini della ricerca bioetica e dell’assistenza clinica, coinvolgendo sempre di più anche l’opinione pubblica. Questa, sollecitata e sconcertata dalle informazioni dei media, risponde con sentimenti controversi. Al di là, però, della notizia contingente, le problematiche bioetiche chiedono di essere affrontate con continuità e competenza e far parte di momenti di formazione anche delle nuove generazioni. Si tratta, in latri termini, di favorire una cultura bioetica o una educazione alla bioetica. Per questo anche la scuola, quale fondamentale agenzia educativa, è stata chiamata a fornire il suo contributo, attraverso il Protocollo d’intesa siglato nell’ottobre 1999 tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Comitato Nazionale per la Bioetica riguardo l’inserimento stabile della bioetica nelle scuole italiane. Da queste premesse, l’Autore offre all’attenzione del lettore i risultati di una indagine conoscitiva svolta tra oltre mille insegnanti di scuole di ogni ordine e grado distribuite nel territorio nazionale, ricerca volta a rilevare le opinioni dei docenti sull’inserimento della bioetica nella scuola (motivazioni, programmi, orientamenti etici di riferimento, metodologie didattiche, ecc.). tra gli altri risultati, l’indagine evidenzia che il 95% degli intervistati ritiene utile l’inserimento della bioetica nei curricoli scolastici a scopi formativi, mentre il 66% pensa che sia necessario indicare un orizzonte etico, orizzonte scelto in accordo con la famiglia (83%). Il 61%, infine ritiene che l’educazione alla bioetica vada fatta dagli insegnanti e che vada integrata con continuità nei curricoli scolastici.
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Cappuccio, Giuseppa, and Lucia Maniscalco. "Costruzione e validazione del questionario DIDLab "La didattica Laboratoriale: apprendimenti e stili di conduzione con l'approccio IBSE"." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2021): 80–96. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12066.

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Abstract:
Il presente lavoro espone gli esiti della costruzione e validazione del questionario "La didattica Laboratoriale: apprendimenti e stili di conduzione con l'approccio IBSE" finalizzato a misurare il grado di conoscenza dell'approccio Inquiry-Based Science Education e lo stile di conduzione nella didattica laboratoriale, che ha visto coinvolti 523 corsisti del corso di specializzazione per le attività di sostegno didattico dell'Università degli Studi di Palermo; il test di misurazione costruito è composto da 42 item suddiviso in cinque macro-aree su scala Likert a 5 punti. Dall'analisi quantitativa condotta è emerso che il questionario ha buona concordanza, pensato per indagare sulle conoscenze dell'approccio investigativo e migliorare lo stile di conduzione della didattica laboratoriale. Quest'ultima risulta utile a facilitare l'acquisizione di una competenza in ogni ordine di scuola. Il laboratorio, infatti, rappresenta la modalità trasversale che promuove nello studente una preparazione completa e capace di continuo rinnovamento. Dall'analisi sono emersi risultati molto soddisfacenti per quanto riguarda l'attendibilità e la validità del questionario costruito. A seguito dell'analisi fattoriale condotta sono stati estrapolati i due fattori più rappresentativi, denominati Stili di conduzione nella didattica laboratoriale e Conoscenza dell'approccio Inquiry-Based Science Education. Infine, è stata condotta un MANOVA 2 X 2 per esplorare differenze ascrivili agli anni di servizio e al grado di istruzione dove si presta insegnamento. Tale indagine ha rilevato una correlazione tra la conoscenza e l'applicazione dell'approccio IBSE alla didattica laboratoriale tanto maggiore quanto più sono gli anni di servizio e all'interno degli ordini di scuola primaria e secondaria di primo grado. 
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Rizzi, Silvia, Sara Carbone, Valeria Donisi, Silvia Gabrielli, and per conto del Consorzio UPRIGHT. "Resilienza, benessere mentale e qualità della vita nella prima adolescenza: indagine su un campione di adolescenti di 11-14 anni nella provincia autonoma di." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (February 2022): 1–18. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13225.

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Abstract:
Il legame tra resilienza, benessere mentale e qualità della vita percepita è ormai noto in letteratura e indagare tali dimensioni in età adolescenziale è fondamentale per sviluppare azioni di prevenzione e promozione atte a costituire le basi per una buona salute mentale in età adulta. L'articolo riporta i risultati di un'indagine condotta su un campione di 460 studenti trentini, utilizzando tre strumenti (READ, WEMWBS e KIDSCREEN-10), nell'ambito di uno studio multicentrico condotto dal progetto europeo UPRIGHT (Universal Preventive Resilience Intervention Globally Implemented In Schools To Improve And Promote Mental Health For Teenagers, cioè "intervento di prevenzione universale basato sulla resilienza e implementato nelle scuole per migliorare e promuovere la salute mentale degli adolescenti") finanziato dal programma Horizon 2020 dell'Unione Europea. Sono state prese in considerazione le differenze di genere e operato un confronto con i valori normativi dei campioni di validazione degli strumenti.Dai questionari risulta che le adolescenti riportano livelli di risorse sociali significativamente più alti rispetto agli studenti maschi, mentre per quanto riguarda la qualità della vita, in linea con quanto indicato dalla letteratura, sono gli studenti maschi a riportare valori più elevati.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0005.

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Abstract:
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico piu recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto piu complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo e teso a mettere in evidenza la centralita dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto piu distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riusci a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralita dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale - in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione - riguardo per lo piu gli aspetti gestionali. Invariata resto una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplico forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualita e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre e cosi inserita in un piu ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0005.

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Abstract:
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico più recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto più complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo è teso a mettere in evidenza la centralità dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto più distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riuscì a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralità dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale – in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione – riguardò per lo più gli aspetti gestionali. Invariata restò una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplicò forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualità e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre è così inserita in un più ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Smelser, Neil J., and Traduzione di Ettore Recchi. "RIFLESSIONI SULLA METODOLOGIA DEGLI STUDI COMPARATI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 1 (April 1996): 3–19. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024023.

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Abstract:
Sono passati vent'anni da quando pubblicai Comparative Methods in the Social Sciences (Smelser 1976). Il libro riscosse un certo interesse da parte della sociologia e della scienza politica. Tuttavia, dovrei mettere in chiaro che la sua pubblicazione fu in qualche modo singolare. Nella mia carriera non mi sono mai considerato un metodologo, malgrado in alcuni periodi abbia insegnato metodologia. E benché ritenga che il messaggio di quel volume sia congruente con gran parte della mia ricerca sostantiva, avevo scritto ben poco sui metodi di comparazione prima dell'uscita del libro, e niente ho scritto sul tema in seguito. L'invito a tenere una lezione presso l'Istituto Universitario Europeo mi ha offerto una gradita opportunità di passare in rassegna alcuni sviluppi occorsi dopo la seconda metà degli anni Settanta e di elaborare nuove riflessioni su alcune tematiche metodologiche nelle scienze sociali comparatistiche. Queste mie riflessioni si svilupperanno in quattro parti: a) alcune informazioni sui precedenti della stesura del libro e un'analisi retrospettiva dei suoi contenuti e dei suoi scopi intellettuali; b) una rassegna dei contributi alla letteratura sulla metodologia comparatista che sono apparsi in seguito; c) un tentativo di mettere ordine in questa letteratura confusa; d) una breve riconsiderazione finale di un paio di problemi centrali che verranno allo scoperto in questa presentazione.
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van Meerhaeghe, Marcel. "Taxation and the European Community." Journal of Public Finance and Public Choice 7, no. 1 (April 1, 1989): 17–28. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344659.

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Abstract:
Abstract Dopo numerosi studi preliminari, nel 1967 sono state approvate le prime due direttive comunitarie concernenti l’armonizzazione delle imposte indirette, che hanno introdotto i principi generali per l’imposizione sul valore aggiunto.L’armonizzazione dei diversi sistemi nazionali sarebbe dovuta coincidere con l’unione economica e monetaria.Il conseguimento di un’unica base tributaria era anche importante in considerazione del fatto che la principale fonte di finanziamento della Comunità doveva essere costituita dall’1% del gettito IVA, ma i progressi fatti in questa direzione non sono ancora molto soddisfacenti.Le proposte più recenti stabiliscono un limite minimo ai tassi, senza introdurre limiti di ordine superiore. Una critica è stata quella di eccessive distorsioni della concorrenza dovute a notevoli differenze nelle aliquote.Per quanto riguarda l’imposizione diretta, il Trattato si limita a prevedere l’abolizione della doppia imposizione all’interno della Comunità. La Commissione ha, tuttavia, ritenuto opportuno tendere all’armonizzazione delle imposte dirette, ma le sue numerose proposte in tema d’imposizione societaria non sono peraltro state adottate.Non sembra, tuttavia, che quello dell’armonizzazione tributaria possa essere considerato un problema prioritario rispetto agli altri che la Comunità deve affrontare. Lo stesso Trattato di Roma ritiene che l’armonizzazione sia necessaria soltanto per le imposte indirette, nei limiti in cui essa sia necessaria per assicurare il funzionamento del mercato interno.Piuttosto che l’armonizzazione, dovrebbe essere la concorrenza l’elemento unificatore del mercato europeo.
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Hirschman, Albert O. "IL CONCETTO DI INTERESSE: DALL'EUFEMISMO ALLA TAUTOLOGIA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no. 1 (April 1987): 3–22. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016415.

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Abstract:
IntroduzioneIl concetto di «interesse» o «interessi» è uno dei piò centrali e controversi in economia e, piò in generale, nelle scienze sociali e nella storia. è anche un concetto con molti sensi, per non dire ambiguo, e il suo significato ha subito via via grossi spostamenti. Da quando è entrato nel linguaggio comune di diversi paesi europei, attorno alla metà del XVI secolo, come termine di derivazione latina (intérêt, interest, ecc.), il concetto ha indicato le forze fondamentali, basate sulla spinta dell'autoconservazione e all'auto-accrescimento, che motivano o dovrebbero motivare le azioni del principe o dello Stato, dell'individuo, e poi di gruppi di persone che occupano una posizione sociale o economica omogenea (classi, gruppi d'interesse). Quando è riferito all'individuo, il concetto ha assunto talvolta un significato assai ampio, inglobando per esempio l'interesse per l'onore, la gloria, l'amor proprio, e persino per l'aldilà. In altre epoche, al contrario, si è limitato ad indicare esclusivamente la ricerca di un vantaggio economico. In maniera analoga, l'espressione « perseguire i propri interessi» può ricoprire — fino ad essere una tautologia — tutto l'insieme delle azioni umane, ma spesso servirà, piò utilmente, ad indicare un modo specifico o stile di condotta, variamente concepito come azione « razionale » o « strumentale». Anche la stima in cui è tenuto il comportamento motivato dall'interesse ha subito considerevoli variazioni. Il termine entrò originariamente in uso, già alla fine del Medioevo, come eufemismo inteso a rendere rispettabile una data attività, quella di percepire un interesse sui prestiti, da tempo considerata contraria alla legge divina e conosciuta come il peccato dell'usura. Nella sua accezione piò ampia, ha acquistato talvolta un grande prestigio come chiave di un ordine sociale realizzabile, pacifico e progressista. E tuttavia è stato anche attaccato come concetto che degrada lo spirito umano ed è suscettibile di distruggere e di corrodere pericolosamente le fondamenta della società. Indagare su questi molteplici significati e su queste molteplici valutazioni significa di fatto esplorare buona parte della storia economica e in particolare della storia delle dottrine economiche e politiche occidentali nell'arco degli ultimi quattro secoli.
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D’Ascenzo, Mirella. "Sherlock Holmes inside a textbook. Archaeology of a teacher training text from the early 19th century." Cadernos de História da Educação 17, no. 1 (May 16, 2018): 7. http://dx.doi.org/10.14393/che-v17n1-2018-2.

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Abstract:
ABSTRACTIn Italy, since the late 1990s there have been many research works on school and educational publishing, interlacing with the current fields of investigation common in Europe and beyond. Numerous earlier studies offered historians deeper knowledge of school publishing, in terms of the production and distribution of school textbooks between the 19th and 20th centuries, school publishers, legislation on school textbooks and the ideologies and values underlying school text. However, very few studies have investigated the aspects specifically linked to the history of the subject teaching methods in these books, and their everyday practical use and application by the teachers in the class. This essay analyses a teacher training manual to identify the words and expressions that offer clues and signs of the underlying methodologicaland teaching traditions, revealing the pedagogic and educational knowledge used for teacher education. The work analyses a teacher training manual, like a young Sherlock Holmes searching with a magnifying glass for clues among single words or sentences that can reveal the archeologically stratified teaching traditions of the early 19th century.Keywords: Primary school. Textbooks. Teacher training. Material school culture.Resumo: Pesquisas sobre a história da editoria pedagógica e acadêmica conheceram um fecundo período de estudos, a partir do final dos anos de 1990, na Itália, entrelaçando-se com uma linha comum de investigação generalizada em nível europeu e internacional. Os numerosos estudos já realizados nos permitiram alcançar um conhecimento mais profundo da editoria educacional, ao nível de produção editorial e da circulação de manuais escolares entre o Oitocentos e Novecentos, sobre os editores para a escola, sobre disposições normativas relacionadas ao livro escolar e sobre aspectos ideológicos e valorativos subjacentes aos livros-texto. Todavía poco estudiados son los aspectos más relacionados a la historia de las metodologías y de la enseñanza disciplinar presentes en los libros destinados al aula y el uso real, la práctica concreta del libro en el aula en la mediación desarrollada por los docentes. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases eveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palavras-chave: Escola Elementar. Livro-texto. Formação de Professores. Cultura Material Escolar.Resumen: Investigaciones sobre la historia de la editorial pedagógica y académica conocieron un fecundo período de estudios, a partir de finales de los años 1990, en Italia, entrelazándose con una línea común de investigación generalizada a nivel europeo e internacional. Los numerosos estudios ya realizados nos permitieron alcanzar un conocimiento más profundo de la editorial educativa, al nivel de producción editorial y de circulación de manuales escolares entre los Ochocientos y Novecientos, sobre los editores para la escuela, sobre disposiciones normativas relacionadas al libro escolar y sobre aspectos ideológicos y valorativos subyacentes a los libros-texto. En el caso de los alumnos de la escuela primaria, los alumnos de la escuela primaria y secundaria de la escuela primaria y secundaria. En este artículo se ofrece un análisis de un libro escolar al recoger palabras y frases reveladoras de "indicios" y "acechados" de tradiciones metodológicas y didácticas subyacentes, capaces de revelar la circulación del saber pedagógico y didáctico destinado a la formación de los docentes. En particular, se analizará un manual para profesores al modo de Sherlock Holmes, a través de una lente de detective, en busca de vestigios en torno a palabras aisladas o frases reveladoras de tradiciones didácticas arqueológicamente estratificadas en la primera mitad del siglo XIX.Palabras clave: Escuela elemental; libro de texto; Formación de profesores; Cultura material de la escuela.Sommario: Le ricerche sulla storia dell’editoria pedagogica e scolastica hanno conosciuto una feconda stagione di studi dalla fine degli anni Novanta in poi in Italia, intrecciando il coevo filone di indagine diffuso a livello europeo e internazionale. Le numerose ricerche già svolte hanno permesso di giungere ad una conoscenza più approfondita dell’editoria scolastica, a livello di produzione editoriale e di circolazione dei manuali scolastici tra Ottocento e Novecento, sugli editori per la scuola, sulle disposizioni normative legate al libro scolastico e sugli aspetti ideologici e valoriali sottesi ai libri di testo. Ancora poco studiati appaiono gli aspetti più squisitamente legati alla storia delle metodologie e delle didattiche disciplinari presenti nei libri nonché l’uso reale, la pratica concreta del libro in classe nella mediazione didattica svolta dai docenti. In questo contributo si offre l’analisi di un manuale scolastico per coglierne parole e frasi rivelatrici di ‘indizi’ e spie’ di tradizioni metodologiche e didattiche sottese, capaci di rivelare la circolazione del sapere pedagogico e didattico destinato alla formazione dei docenti. Si analizzerà in particolare un manuale per maestri come novelli Sherlock Holmes, alla ricerca di tracce con la lente del detective sulle singole parole o frasi rivelatrici tradizioni didattiche archeologicamente stratificate nella prima metà dell’Ottocento.Parole chiave: Scuola Elementare; Libri di Testo; Formazione dei Maestri; Cultura materiale della scuola.
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"Ricerca e acquisizione probatoria all'estero : l'ordine europeo di indagine." Archivio penale, 2018. http://dx.doi.org/10.12871/978883318026744.

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"Tra semplificazione e ibridismo: insidie e aporie dell'Ordine europeo di indagine penale." Archivio penale, no. 2 (2017). http://dx.doi.org/10.12871/97886741019416.

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D’Amico, Giampio. "Farfalle diurne e incendi: indagine in foreste lombarde (Lepidoptera Hesperioidea, Papilionoidea)." Bollettino della Società Entomologica Italiana, July 25, 2012, 79–86. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2012.79.

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Abstract:
Riassunto - La risposta dei lepidotteri diurni agli effetti del fuoco è estremamente variabile. Per approfondire le attuali conoscenze sull’argomento in italia sono state indagate 5 aree boscate lombarde collinari o montane percorse dal fuoco. La ricchezza in specie di farfalle diurne e la loro abbondanza relativa sono state registrate nel corso di campionamenti condotti mensilmente tra giugno e agosto 2000 lungo due transetti campione limitrofi in ogni area oggetto di studio: uno danneggiato dal fuoco e l’altro (di controllo) mai o poco interessato dall’incendio. Per ogni specie rilevata sono state prese in considerazione le preferenze di habitat. Dalla ricerca è emerso sostanzialmente che in aree boscate di non elevato pregio naturalistico, come quelle indagate, l’azione del fuoco può costituire un pericolo reale per specie nemorali e non comuni (es. Lasiommata achine, Limenitis populi), mentre può originare ambienti nuovi per specie non esclusivamente forestali o comunque svantaggiate dall’infittirsi dei boschi (Leptidea sinapis, Melitaea athalia), finendo quindi per costituire in alcuni casi un elemento di arricchimento delle popolazioni di farfalle diurne locali, anche se limitato per lo più a specie di ambienti transitori di interesse conservazionistico non particolarmente elevato. L’utilizzo dell’indice di Sørensen per valutare la somiglianza specifica tra ambiente incendiato e di controllo non ha fornito risultati significativi. interventi di gestione post-incendio in aree forestali come quelle oggetto di studio, oltre a tener presente considerazioni di ordine generale sulle cause di minaccia dei lepidotteri diurni in italia, si dovrebbero basare sui risultati di ulteriori indagini di cui vengono indicate le modalità eventualmente da adottare a partire dal quadro conoscitivo iniziale fornito dalla presente ricerca.Abstract - Butterflies and fires: a survey in forests of Lombardy (Lepidoptera Hesperioidea, Papilionoidea). The response of butterflies to the effects of fire is extremely variable. in order to improve the state-of-the-art knowledge on the subject in Italy, five wooded areas interested by fire in the region of Lombardy (Northern italy) have been investigated. Butterfly richness and relative abundance have been recorded through monthly surveys carried out between June and August 2000. For each area, two neighboring transects have been analyzed, respectively damaged and not damaged by fire. The latter was used as a reference for comparison. The habitat preferences have been analyzed for each sampled species. Results show that the action of fire can work as a real danger for nemoral and non common species (e.g., Lasiommata achine, Limenitis populi) in wooded areas of poor ecological value. on the other hand, fire can create new habitats for species which are not exclusively nemoral or - more generally- for butterflies which need open habitats and cannot colonyze forests (e.g., Leptidea sinapis, Melitaea athalia). The Sørensen index has also been used to evaluate the specific similarities between the investigated areas, but it has not given significant results. The findings of this research can be used to plan ad-hoc post-fire management actions in forestal areas as a complement to the general considerations on the causes of threat of diurnal Lepidoptera in italy.
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Stefanori, Matteo. "Enrico Acciai, Guido Panvini, Camilla Poesio, Toni Rovatti (a cura di), Oltre il 1945. Violenza, conflitto sociale, ordine pubblico nel dopoguerra europeo." Diacronie, N° 35, 3 (September 29, 2018). http://dx.doi.org/10.4000/diacronie.9546.

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Casini, Marina. "La Corte europea dei diritti dell’uomo: il divieto di eterologa non viola la Convenzione europea sui diritti umani Nota in margine alla sentenza della Grande Camera del 3 novembre 2011." Medicina e Morale 61, no. 1 (February 28, 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.144.

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Abstract:
Il contributo prende in esame la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo emanata dalla Grande Camera il 3 novembre 2011 (caso S.H. et Al.v. Austria n. 57813/00). Essa va ad arricchire positivamente il panorama biogiuridico europeo. La sentenza in oggetto riguarda il giudizio instaurato nei confronti dell’Austria, a proposito della disciplina che pone il divieto di fecondazione artificiale eterologa. Nella sentenza, resa in via definitiva, la Grande Camera ha superato, ribaltandolo, il giudizio espresso dalla Camera semplice il 1° aprile 2011, affermando che il divieto di fecondazione artificiale eterologa, contenuto nella legge austriaca, non contrasta con gli artt. 8 (diritto alla vita privata e familiare) e 14 (principio di non discriminazione) della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali. La Corte non affronta le questioni bioetiche e biogiuridiche sollevate dalla fecondazione artificiale eterologa (si pensi al diritto del figlio all’unitarietà delle figure genitoriali), ma salva la legge austriaca facendo riferimento alla dottrina del c.d. “margine di apprezzamento” degli Stati membri. È auspicabile comunque che la sentenza influisca sul giudizio di costituzionalità in ordine al divieto di eterologa contenuto nella legge italiana. Nella prospettiva di valorizzare la voce degli Stati, merita sostegno iniziativa cittadina europea promossa ai sensi dell’art. 11 del Trattato di Lisbona per riconoscere il diritto alla vita di ogni essere umano fin dal concepimento. ---------- The article considers the decision of the European Court of Human Rights given by the Grand Chamber on November 3rd 2011 (case S.H. et Al. vs. Austria, application n. 57181/00). This ruling, which adds an important contribution to European Biolaw, concerns the Austrian law that prohibits heterologous artificial human reproduction and reversed the previous ruling (April, 1st, 2011) by the lower chamber of the European Court. So, the Grand Chamber affirmed that the ban on heterologous artificial reproduction does not violate article 8 (Right to respect for private and family life) and article 14 (Prohibition of discrimination) of Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms. The Grand Chamber did not address the bioethical questions raised by heterologous artificial reproduction, but confirmed the law by referring to the theory of a “wide margin of appreciation” of member States. It is to be hoped that this decision will carry weight with the Italian Constitutional Court when it considers the Italian law prohibiting heterologous artificial reproduction. With regard to valorizing the beliefs of the member States, it would be good to support the European citizen’s initiative, promoted following article 11 of the Lisbon Treaty, to recognize the right to life of every human being from conception.
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Mancini, A., G. Grande, R. Festa, E. T. C. Giacchi, L. De Marinis, and M. L. Di Pietro. "Nuovi problemi derivanti dall’impiego delle tecniche di fecondazione artificiale." Medicina e Morale 55, no. 4 (August 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.348.

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Abstract:
Le tecniche di fecondazione artificiale (PMA) pongono al medico che opera nel campo delle metodiche della riproduzione e al bioeticista notevoli problemi di ordine morale, per la cui risoluzione è necessaria una base scientifica a monte della valutazione etica. Questo studio analizza, dunque, gli aspetti più propriamente scientifici in merito alla Intra Cytoplasmic Sperm Injection (ICSI). Tale tecnica è oggi quella più usata nei centri di PMA ed ha rivoluzionato l’approccio alla sterilità di coppia. Pur tuttavia essa pone notevoli problemi, sia in merito all’impiego di seme di soggetti infertili sia connessi alla stessa tecnica. Per quanto riguarda i primi, si distinguono aspetti correlati: 1. alla presenza di anomalie citogenetiche parentali e delle cellule spermatiche, onde è stato dimostrato che pazienti infertili ammessi a programmi ICSI hanno un alto tasso di aneuploidie negli spermatozoi, inversamente correlate con i parametri seminali e il numero di forme morfologicamente normali dopo selezione; 2. all’esistenza di microdelezioni del cromosoma Y. Su tale aspetto ci si sofferma, evidenziando il ruolo dei segmenti genici coinvolti, nonché il rischio di trasmissione della microdelezione ai figli concepiti via ICSI. Sono quindi descritte le principali problematiche connesse sia alla tecnica sia all’abilità dell’operatore, evidenziando il carattere di sperimentalità della tecnica in esame. Considerando, poi, i risultati delle procedure ICSI, occorre considerare sia il tasso di fecondazione e l’outcome ostetrico sia il seppur lieve aumento di incidenza di malformazioni ed anomalie citogenetiche. Inoltre, il tentativo di ottenere gravidanze da situazioni maschili sempre più severe, pone il problema di valutare i risultati in rapporto al quadro eziologico di partenza, ma vi sono poche osservazioni in tal senso. In conclusione vengono valutati i nuovi campi di indagine, con particolare riferimento alla round spermatid injection (ROSI), alla round spermatid nuclear injection (ROSNI) ed all’impiego di spermatogoni, fino alle forme di “semi-clonazione”, e gli ulteriori problemi che permangono ancora aperti, quali gli aspetti immunologici o la trasmissibilità dell’infezione da Human Immunodeficency Virus (HIV). ---------- The reproductive technologies (RTs) puts to the physician, involved in the reproductive medicine, and the bioethicist remarkable moral problems; therefore a solid scientific ground is necessary for an ethical evaluation. This study analyses the more properly scientific aspects, particularly related to Intracytoplasmic Sperm Injection (ICSI). Such technique, that is today the more used in the RTs centres, upsets the approach to couple sterility. It places, however, remarkable problems, both about the use of infertile man sperm and about the same technique. As to the first point, we can distinguish aspects connected to the presence of parental citogenetic anomalies and in sperm cells, so it was demonstrated that infertile patients admitted to ICSI programs have a high rate of aneuploidies in the spermatozoa, inversely correlated with the sperm parameters and the number of morphologically normal shapes after selection, and to the existence of micro-deletion of the Y chromosome. About this we meant to stop to us, evidencing the role of the deleted genic segments and the risk of transmission of the microdeletion to sons conceived via ICSI. Then the authors describe the major problems connected to the technique and to the ability of the operator, evidencing the experimentation of this technology. Considering, then, the outcomes of ICSI procedures, it is necessary to consider both the fecondation rate and the obstetrical outcome, and the slight increase of the incidence of malformations and citogenetical anomalies. Moreover, the attempt to obtain pregnancies from more and more severe male situations places the problem to estimate the outcome referred with the etiology, but there are only few observations about it. In conclusion we considered the new perspectives, specially about round spermatid injection (ROSI), round spermatid nuclear injection (ROSNI) and the use of spermatogonia, until “the semi-cloning reproduction” and the other problems still opened, as the immunological aspects or the transmission of the Human Immunodeficiency Virus (HIV).
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