Academic literature on the topic 'Ordine europeo di indagine'

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Journal articles on the topic "Ordine europeo di indagine"

1

Borgia, Gianluca. "Mandato d'arresto europeo e ordine europeo di indagine penale a confronto : così simili (?), eppure così diversi." Archivio penale, no. 1 (2021): 387–98. http://dx.doi.org/10.12871/978883318097719.

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2

Tebaldi, Mauro. "Perché le politiche cambiano: il caso dei trasporti." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 121–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026514.

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Abstract:
IntroduzioneIl tema delpolicy changeè da tempo al centro di un articolato dibattito intorno al quale si confrontano gli argomenti di chi, come l'autore di queste note, ritiene che il problema vada ben inquadrato in sede teorica avanti qualsivoglia indagine sui processi evolutivi delle politiche pubbliche. Sebbene assai poco frequentato dai cultori della scienza politica, il settore delle politiche dei trasporti richiama un campo di attività pubblica oltremodo rilevante, la cui esplorazione sistematica, alla luce degli studi sinora condotti, solleva questioni di ordine teorico e metodologico particolarmente salienti per l'analisi comparativa delpolicy change.
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3

Corsello, G., A. Aloisio, G. Attardo, M. Piccione, E. Piro, S. M. Vitaliti, and L. Giuffrè. "Indagine Clinico Epidemiologica su 132 Nati da Gravidanze Multiple." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (April 1994): 110–11. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003032.

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Abstract:
AbstractL'epidemiologia delle gravidanze multiple si è notevolemente modificata nel corso degli ultimi due decenni in virtù del perfezionamento e della diffusione delle tecniche di riproduzione assistita. L'utilizzazione di induttori farmacologici della ovulazione (specie le gonadotropine ed il citrato di clomifene) e l'impianto in utero di più embrioni fecondati in vitro, sono fattori che maggiormente hanno contribuito a fare impennare verso l'alto il numero di nati da gravidanze plurigemine. L'incidenza di parti trigemini, ad esempio, considerata gli inizi degli anni '70 di circa 1:10,000 parti, oggi si è elevata sino ad 1:3,500 circa.Presentiamo i dati relativi a 132 soggetti nati da gravidanze plurigemine all'Istituto Materno Infantile dell'Università di Palermo, al fine di valutarne la sopravvivenza e la morbilità anche in relazione al tipo di gravidanza (spontanea o indotta). In tal senso abbiamo preso in considerazione esclusivamente i nati nella nostra struttura con età gestazionale uguale o superiore a 26 settimane, escludendo quindi i nati da gravidanze plurime nati in altre strutture e trasferiti dopo la nascita (Tabella).Delle 57 gravidanze plurime, 37 (64.9%) sono risultate certamente indotte, solo farmacologicamente (54.1 %) o con varie tecniche di riproduzione assistita (45.9%). Le gravidanze indotte costituiscono nel nostro campione il 92.9% delle gravidanze con ordine di gemellarità superiore o uguale a 3 e solo il 55.8% delle gravidanze bigemine. Sul complesso delle gravidanze indotte conosciute, la quota percentuale delle plurigemine è risultata del 59.1% 102 neonati (77.3%) sono nati da taglio cesareo, 30 (22.7%) da parto eutocico.
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Carminati, Arianna, and Matteo Frau. "Il certificato COVID digitale nel contesto del federalismo europeo, tra tutela della privacy e libertà di circolazione, e il suo impiego nell'ordinamento italiano." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2022): 5–33. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002001.

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Abstract:
L'articolo descrive il processo decisionale che ha portato all'introduzione, a livello europeo, di una disciplina unitaria in materia di certificati COVID digitali, proponendo un confronto con la differente situazione in cui versa il sistema federale statunitense, e affronta alcune delle questioni di ordine costituzionale connesse all'uso del c.d. green pass, sia con riguardo alla tutela della privacy sia con riguardo all'utilizzo di tale strumento da parte degli Stati membri.
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5

Fioravanzo, Monica. "Mussolini, il fascismo e l'‘idea dell'Europa'. Alle origini di un dibattito." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 7–27. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262001.

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Abstract:
Č soltanto a partire dagli anni trenta che il fascismo, stretto fra la coscienza della crisi del continente e l'avanzata del nazionalsocialismo, di cui temeva la concorrenza, sviluppa un progetto di Nuovo ordine europeo. Con la sua proposta, il regime fascista s'inseriva in una riflessione sull'Europa che fin dagli anni venti aveva coinvolto personalitŕ eminenti, come Briand o Coudenhove-Kalergi, e molti movimenti, da Paneuropa a Mitteleuropa e Abendland. L'avvio del dibattito in Italia coincise con il decennale del regime, nel 1932, celebrato all'insegna della romanitŕ, intesa come fondamento della missione internazionale del fascismo. Fu soprattutto il Convegno Volta sull'Europa (novembre 1932), organizzato dalla Reale accademia d'Italia sotto l'egida di Mussolini, a dare risonanza internazionale al progetto di Europa fascista. Attraverso l'esame delle piů importanti relazioni, l'autrice pone in rilievo i tratti caratteristici del disegno fascista e ne sottolinea lo iato non solo rispetto alle concezioni liberaldemocratiche, ma - piů significativamente - rispetto all'idea nazista di Europa di Alfred Rosenberg, che del Nuovo ordine fascista contestava proprio il fondamento, ossia il diritto e l'ereditŕ di Roma.
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Filipi, Goran. "Ornitonimia istriana: i nomi popolari del succiacapre europeo (Caprimulgus europaeus)." Linguistica 36, no. 1 (December 1, 1996): 77–82. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.36.1.77-82.

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Abstract:
Il presente saggio tratta i nomi popolari della specie Caprimulgus europaeus (suc­ ciacapre europeo). Il succiacapre fa parte della famiglia dei Caprimulgidi (Caprimulgi­ dae), ordine dei Caprimulgiformi (Caprimulgiformes). È presente più o meno in tutta la zona istro-quarnerina. Vengono offerte soluzioni etimologiche ai nomi popolari raccolti dall'autore in s­ tria e sull'isola di Veglia. Gli ornitonimi presentati appartengono alle parlate is­ trovenete, istriote, istrorumene, croate e slovene. I nomi delle località intervistate vengono riportati in italiano e in croato/sloveno; se la forma italiana non esiste, viene segnata solo quella croata/slovena.
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Borgia, Gianluca. "La prima volta dell'ordine europeo di indagine penale dinanzi alla Corte di giustizia UE : strumento nuovo, approccio di sempre." Archivio penale, no. 1 (2020): 103–10. http://dx.doi.org/10.12871/97888331807318.

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Galletti, Alessandra, and Beate Weyland. "LEA: una ricerca europea per diffondere la progettazione condivisa di spazi scolastici. Colegio Italiano a Bogotà: un caso applicativo." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 250–70. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.363.

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Abstract:
Architettura e pedagogia hanno un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità educativa di una scuola, il Progetto di Ricerca Europeo Learning Environment Applications (LEA), ha come fine la diffusione delle esperienze interdisciplinari partecipative per la progettazione degli spazi scolastici (Woolner, 2018), chiamata nei paesi germanofoni “fase zero”(Weyland, 2018). Nel Progetto LEA sono stati oggetto di indagine vari campi applicativi utili alla diffusione della “Fase 0” (Woolner, 2010); sarà quindi affrontato il tema della progettazione di strumenti (Weyland, 2017) rivolti a personale scolastico, progettisti, amministratori, per standardizzare le attività delle fasi 0 e velocizzare la raccolta delle esigenze dei partecipanti. Infine sarà presentata l’eperienza della fase di test dei prototipi, in un percorso di progettazione condivisa per il ripensamento degli spazi nella Scuola italiana Leonardo da Vinci a Bogotá in Colombia.
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Colloca, Pasquale, and Dario Tuorto. "IL SIGNIFICATO POLITICO DELL’ASTENSIONISMO INTERMITTENTE IN ITALIA: UNA SMOBILITAZIONE PUNITIVA?" Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, no. 2 (December 30, 2010): 43–66. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9720.

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Abstract:
Una delle problematiche meno indagate nell’ambito degli studi sulla partecipazione politica, ma allo stesso tempo più carica di conseguenze, è quella dell’intermittenza elettorale. L’aumento quasi ininterrotto del non voto negli ultimi due decenni in Italia ha interessato tutte le consultazioni, sia quelle politiche sia, soprattutto, quelle regionali ed europee dove il fenomeno ha raggiunto dimensioni considerevoli. Più che la crescita quantitativa dei cittadini che non si sono recati alle urne, il dato maggiormente rilevante sembra essere l’allargamento progressivo, riscontrabile solo a partire alla metà degli anni Novanta, del differenziale tra astensionismo nelle elezioni politiche ed astensionismo alle elezioni di secondo ordine, in modo particolare le elezioni regionali e soprattutto nelle regioni dove la partecipazione è sempre stata elevata (zone settentrionali e regioni “rosse”). Questo importante elemento di novità sta ad indicare che i comportamenti degli elettori sono diventati sempre più irregolari.
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Casabona, Salvatore. "La kafalah e la sua circolazione nello spazio giuridico europeo: una indagine di diritto comparato." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (February 2020): 21–76. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2019-002002.

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Dissertations / Theses on the topic "Ordine europeo di indagine"

1

BORGIA, GIANLUCA. "L'ordine europeo di indagine penale tra lex fori e lex loci. Ricadute sul piano dell'utilizzabilità." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2487999.

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Abstract:
Abbandonata l’ambiziosa prospettiva di adottare regole armonizzate per favorire la reciproca ammissibilità degli atti istruttori, anche il più recente congegno messo in campo dall’Unione europea in questo settore, ovvero l’ordine europeo di indagine (OEI) di cui alla direttiva 2014/41/UE, non si è potuto sottrarre al tentativo di “contemperare” le istanze che promanano dalla legge processuale vigente nello Stato di emissione con quelle riconducibili alla disciplina del Paese di esecuzione. Il risultato è un’“ibridazione tra lex fori e lex loci”, inevitabilmente destinata a riverberare i propri effetti su di un piano, quello della spendibilità del materiale raccolto ultra fines, ove il legislatore nazionale è tenuto a fare il possibile per scongiurare il paradosso che una prova illegittima diventi utilizzabile solo perché battezzata come “europea”. Da qui, l’idea di concentrare l’attenzione, in primis, sulle opzioni coltivate nell’ambito degli strumenti che hanno preceduto l’adozione del nuovo meccanismo, condizionandone la fisionomia. In questo senso, l’indagine si è appuntata, dapprima, sulla c.d. “Convenzione madre” nel cui articolo 3 risulta “cristallizzato” il tradizionale principio del locus regit actum e, successivamente, sulle innovazioni apportate dalla c.d. “MAP”, dove a prevalere è l’opposto canone del forum regit actum. Lo scenario delineato dal Consiglio di Tampere ha infine imposto di considerare la compatibilità dei suddetti principi con l’affermarsi della logica sottesa al mutuo riconoscimento (Capitolo I). Una volta messo a fuoco il terreno sul quale è sorto l’OEI, non si è potuto prescindere dalla puntuale analisi delle previsioni che, così come attuate dal d.lgs. n. 108 del 2017 nell’ordinamento interno, costituiscono l’espressione concreta delle prerogative dei due Stati coinvolti nella procedura di cooperazione giudiziaria. Anzitutto, si è posta l’attenzione sulle disposizioni che regolano il momento propriamente esecutivo dell’attività, le quali non fanno altro che riproporre la formula che accorda la preminenza alla legge del Paese di emissione, salvo il contrasto con i “principi fondamentali dell’ordinamento di quello di esecuzione”, con tutte le conseguenze disfunzionali che ne derivano sotto il profilo della determinatezza. Sono state, poi, affrontate le previsioni che, per quanto concerne le condizioni di emissione, impongono di osservare quanto stabilito dalla lex fori e, con riferimento ai presupposti di esecuzione, richiamano al rispetto della lex loci. Da questo punto di vista, a preoccupare sono le interpretazioni che la prassi ha offerto delle disposizioni del d.lgs. n. 108 del 2017, riducendole a mere “formalità”. Infine, si è posta l’attenzione sulla parte “speciale” della direttiva; terreno, questo, sul quale si manifestano le maggiori ritrosie ad abbandonare il criterio della lex loci actus (Capitolo II). Da ultimo, non si è potuto prescindere dall’apprezzare come la soluzione adottata a livello sovranazionale condizioni e “plasmi” l’innesto dei risultati dell’attività nel procedimento nazionale. In questo senso, dall’esame delle regole espressamente previste dal d.lgs. n. 108 del 2017 è emersa tutta l’inadeguatezza della soluzione di estendere l’operatività delle disposizioni dettate per le rogatorie che finiscono per accordare un trattamento di favore alla prova raccolta oltre i confini nazionali a scapito delle più alte garanzie previste per gli atti istruttori assunti al livello domestico. Quanto, invece, alle regole di esclusione non richiamate esplicitamente, si ritiene non solo che debbano trovare applicazione quelle previsioni, come l’art. 729 comma 2 c.p.p., che rispondono alla logica del forum regit actum, ma anche che, in talune ipotesi, l’inutilizzabilità dei risultati discenda dall’inosservanza delle disposizioni della direttiva stessa (Capitolo III).
Dismissed the ambitious perspective of introducing harmonised rules concerning the mutual admissibility of evidence between Member States, the recent Directive 2014/41/UE regarding the European Investigation Order in criminal matters (EIO) tried to combine the instances coming from the issuing State with those concerning the executing State. The outcome is an “hybridization” between the lex fori and lex loci that inevitably has an impact at the level of assessing the evidence gathered across borders. Hence the idea to focus the attention, firstly, on the previous instruments. In this regard, the study focused, above all, on the European Convention on Mutual Assistance in Criminal Matters of 20 April 1959 of which Article 3 stated the locus regit actum principle. Later, the analysis regarded the Convention on Mutual Assistance in Criminal Matters between the Member States of the European Union of 29 May 2000 that claims the opposite forum regit actum principle. Finally, the scenario outlined by the Conclusions of Tampere European Council has required to examine the compatibility of these principles with the mutual recognition (Chapter I). Analysed these aspects, the attention shifted to the provisions of the Directive as implemented in Italy by Legislative Decree n. 108 of 2017 which represent the expression of prerogatives of the two States involved in the cooperation procedure. First of all, particular emphasis has been placed on the rule according to which the executing authority shall comply with the formalities and procedures expressly indicated by the issuing authority (i.e. lex fori) unless otherwise provided that such formalities and procedures are not contrary to the “fundamental principles of law of the executing State”, with all the problems that arise from the vagueness of this expression. Then the study has focused on the provisions that establish the conditions for issuing and the conditions for executing by referring, respectively, to the lex fori and to lex loci. From this point of view, the interpretations that jurisprudence has offered of the provisions of Legislative Decree n. 108 of 2017, reducing them to mere "formalities" cause for concern. Lastly, was taken into account the part of the Directive concerning the “Specific Provisions for certain investigative measures”; context within which emerges the greatest reluctance to abandon the lex loci actus principle (Chapter II). In conclusion, the study concentrated on the insertion of the evidence collected ultra fines in the Italian criminal proceedings. In this sense, the screening of the rules provided for in Legislative Decree n. 108 of 2017 showed the inadequacy of to make use of the provisions governing letters rogatory. With regard, instead, to the norms not expressly mentioned, it seems appropriate to extend the rules, such as the Art. 729 par. 2 of the Italian Criminal Procedure Code, based on the logic of forum regit actum principle. Furthermore, some procedural sanctions seem to emerge directly from the text of the Directive (Chapter III).
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DE, LUCA CARLOTTA. "L'ORDINE EUROPEO D'INDAGINE PENALE: DISCIPLINA NORMATIVA E PRIME ESPERIENZE APPLICATIVE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/919437.

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Abstract:
L’ordine europeo di indagine penale, introdotto dalla direttiva 2014/41/UE, è uno strumento di cooperazione giudiziaria nel settore delle prove divenuto imprescindibile a fronte della crescente dimensione transnazionale assunta dalla criminalità, quale conseguenza dell’evaporazione dei confini geografici nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione europea. La direttiva sovranazionale, recepita nell’ordinamento italiano attraverso il d.lgs. n. 108 del 2017, ha dato vita a un istituto avente natura ibrida, animato dal principio del reciproco riconoscimento, che conserva, al contempo, alcuni tratti tipici della mutua assistenza giudiziaria tradizionale, nel tentativo di coniugare l’efficienza investigativa e la tutela delle garanzie fondamentali. Sullo sfondo di un contesto caratterizzato dall’assenza di armonizzazione tra le regole processuali e probatorie nazionali, il meccanismo di acquisizione della prova all’estero ruota attorno al principio di proporzionalità, che prende forma nel giudizio di bilanciamento, da condursi in concreto tenendo conto delle peculiarità del caso, tra le esigenze connesse all’accertamento del reato e il sacrificio imposto ai diritti delle persone a vario titolo coinvolte nelle procedure di emissione ed esecuzione dell’ordine. La presente tesi di dottorato intende fornire un’analisi a trecentosessanta gradi dell’ordine europeo d’indagine, prendendo le mosse dalla disciplina normativa, con l’obiettivo di mettere in luce le principali problematiche emerse nelle sue prime esperienze applicative e individuare soluzioni in grado di accorciare le distanze che separano teoria e prassi. A tal fine, ampio spazio è dedicato alla ricostruzione delle prime pronunce giurisprudenziali rese sul tema dalla Corte di giustizia e dalla Corte di cassazione, che rivelano complessivamente la tendenza a prediligere le istanze di efficienza investigativa a scapito dei diritti della difesa, per poi esporre, in chiave critica, alcuni casi pratici selezionati presso le Procura della Repubblica di Milano e di Monza
The European criminal investigation order, introduced by Directive 2014/41/EU, is an instrument of judicial cooperation in the field of evidence, which has become necessary, given the growing transnational dimension of crime as a result of the sublimation of geographical boundaries in the European Union's Area of Freedom, Security and Justice. The supranational directive, implemented by Italian Legislative Decree no. 108 of 2017, has given rise to a construct of hybrid nature, inspired by the principle of mutual recognition, which maintains, at the same time, certain features typical of traditional mutual legal assistance, in an attempt to combine investigative efficiency and protection of fundamental guarantees. In an underlying backdrop still characterized by the absence of harmonization of national procedural and evidentiary rules, the mechanism for adducing evidence in a foreign country revolves around the principle of proportionality, which in turn takes shape in the context of a balancing judgement - to be conducted in the actual case and taking into consideration the specificities of such case - between the needs related to the detection of crime and the sacrifices imposed on the rights of the persons involved, for various reasons, in the procedures aimed at issuing and executing the relevant order. This doctoral thesis intends to provide a comprehensive analysis of the European Investigation Order, beginning with its legal framework, for the purposes of highlighting the main problems that have emerged in its early-stage enforcement and of identifying solutions capable of shorten the gap between theory and practice. To this end, a large space is firstly dedicated to the analysis of the early case-law rendered by the Court of Justice and by the Italian Court of Cassation on this theme, which reveals the overall tendency to prefer purposes of investigatory efficiency to the detriment of defense rights; secondly, this thesis critically evaluates some practical cases selected at the Public Prosecutor's Office of Milan and Monza.
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Pappalardo, Maria Manuela. "Sistemi e misure di protezione internazionale dello straniero tra ordinamento italiano ed europeo, indagine sui modelli di valutazione del grado di personalizzazione del rischio." Doctoral thesis, Università di Catania, 2019. http://hdl.handle.net/10761/4097.

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Abstract:
La tesi affronta il tema del risk assessment nel sistema della protezione internazionale dello straniero richiedente asilo. La disciplina giuridica dei rifugiati, com è noto, non considera espressamente le modalità di accertamento del rischio di subire una persecuzione o un danno grave. Eppure, la valutazione del rischio è essenziale nel giudizio prognostico teso al riconoscimento della protezione internazionale. In tale contesto, la tesi propone una lettura della normativa esistente in materia attraverso la rappresentazione di un paradigma volto a verificare le possibili situazioni di rischio che tipicamente si presentano all organo giudicante nell esame delle domande di asilo. Verificati i profili di tensione che derivano dall applicazione concreta del paradigma del rischio , la ricerca si focalizza sull ipotesi specifica di risk assessment nei confronti delle donne richiedenti asilo per ragioni legate a situazione di violenza di genere . A tal fine vengono analizzati alcuni casi scelti sul rischio di mutilazioni genitali femminili, di tratta con finalità di sfruttamento sessuale e di matrimonio forzato sulla base dell appartenenza della vittima ad un particolare gruppo sociale. Attraverso un analisi empirica e comparativa della prassi giurisprudenziale interna di alcuni Stati membri dell UE, emergono gli orientamenti e gli approcci delle giurisdizioni interne utili ad individuare alcuni specifici fattori di rischio che consentono di concedere la protezione internazionale, fattori particolarmente connessi ai diritti economici, sociali e culturali delle donne richiedenti asilo.
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CASCARANO, APOLLONIA. "L'ordine pubblico economico tra progresso economico e sviluppo sociale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/65881.

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Abstract:
Nella ricerca si mostra l’esistenza di una dimensione costituzionale europea di principi e valori comprendenti la CEDU e le costituzioni statali fondanti la presenza di un ordine pubblico europeo evidenziando l’emersione di un sistema europeo costituzionale. La ricerca unisce elementi e sistemi per prospettare l’esistenza di un’integrazione europea a livello giuridico tutelando il cd. pluralismo giuridico europeo, dando risalto agli strumenti di identità degli ordinamenti, creando unione tra il processo di integrazione e la tutela del pluralismo ordinamentale, evidenziando la situazione di giuridicità non perfetta relativa alla tutela dei diritti fondamentali. Da qui il ricorso al concetto di ordine pubblico che afferma l’unità degli ordinamenti giuridici definendo il concetto di pluralismo costituzionale europeo con il mutuo riconoscimento e l’affermazione di una dimensione costituzionale. Tra il concetto di costituzione formale ed il concetto di costituzione reale, si preferisce il concetto di Verfassung, costituzione reale. Il concetto di ordine pubblico conserva e valorizza le diversità ed i conflitti e diviene il risultato del conflitto tra conservazione e promozione dei valori e principi fondamentali. Si inserisce il concetto di ordine pubblico economico come categoria variabile che segna la nascita di un nuovo diritto tendente a prevenire e regolare i conflitti sociali. L’ordine pubblico economico si oppone all’astrattezza delle vecchie disposizioni con una legislazione di categorie sociali dove il contratto è sottoposto a regole dettate dalla tipologia contrattuale ed dalla personalità delle parti. La novità concettuale che porta alla distinzione tra i due concetti di ordine pubblico ed ordine pubblico economico è la base statuale: distanziandosi dallo Stato liberale, il concetto di ordine pubblico economico si fonda nelle forme di Stato sociale dove il sociale giustifica l’intervento statale in economia divenendo nozione giuridica di politica economica e sociale. Il rapporto tra diritto ed economia appare importante per poter meglio capire la portata della categoria dell’ordine pubblico economico: si segnala la necessità di creare concezioni non astratte ma reali dell’ordinamento recuperando l’esperienza dei rapporti umani e il fenomeno della comunicazione interpersonale. La proposta di una teoria generale in ambito economico rileva le deficienze di un metodo astratto in unione alla necessità di una "nuova antropologia" su cui si basa il concetto sussidiario. La nuova antropologia valorizza l'autonomia e la capacità dei singoli figlia dello spontaneo autoregolarsi della persona umana. Da ciò deriva l'analisi del rapporto tra ordine economico e ordinamento giuridico: la naturalità delle norme sociali si unisce con il ruolo sussidiario delle istituzioni che sopperiscono alle deficienze dei regolamenti. Esiste una comunicazione tra soggetti tramite la quale si ridà centralità al concetto di comunicazione ipotizzando un ordinamento intersoggettivo, sul quale si basa l'intervento sussidiario delle istituzioni con funzione di orientamento per il benessere della vita comunitaria. Il nuovo concetto di ordine pubblico economico diventa categoria che media le interrelazioni tra i principi dell’ordinamento comunitario e le regole del mercato comunitario. Lo sviluppo economico ed il progresso sociale sono i due cardini fondamentali della categoria, tendente sempre ad un bilanciamento tra le due finalità, riconosciuti a livello europeo come valori fondamentali ed intrepretati dalla giurisprudenza della Corte come fondamentali per le sue decisioni. Si sottolinea la realizzazione del concetto in ambito comunitario, dove all’esigenza di protezione delle libertà economiche si è riusciti ad associare la tutela di altri valori. L’equilibrio per il raggiungimento dell’ordine pubblico economico manca in tante aeree del diritto internazionale dove è prevalente il concetto di free trade rispetto ai valori sociali e della persona umana.
The study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
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SANDU, ROXANA IONELA. "The European Union: Voting, Turnout and Legitimacy." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1429.

Full text
Abstract:
Perseguendo politiche comuni per gli Stati membri, l'Unione Europea si è trasformata da unione puramente economica ad unione politica. Tuttavia, per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, è stato fatto poco. Lo scetticismo è venuto a caratterizzare il clima politico dell'Unione Europea e l’elevata eterogeneità nei termini degli Stati membri hanno causato difficoltà nel processo decisionale. Questa tesi si concentra sulle politiche europee da tre aspetti: la legittimità, che si riferisce al sostegno politico dei cittadini, il comportamento di voto e di partecipazione dei cittadini. Una delle questioni principali della ricerca riguarda l’esistenza delle basi per la genesi di veri e propri partiti politici europei, come via d’uscita dalla crisi di legittimità dell'Unione Europea. Ci si chiede poi quali sono i principali fattori che influenzano la partecipazione alle elezioni del Parlamento Europeo, dal momento che esso è l'unica fonte diretta di legittimità. Infine, si studiano le cause del gap in affluenza per le elezioni europee e nazionali, guardando la quota di voto del partito. L'argomento principale per l’esistenza dei partiti pan-europei è quello di difendere gli stessi interessi e valori su scala europea. I risultati empirici sottolineano che la polarizzazione di classe sociale, è già presente nei primi 12 Stati membri dell'UE, e anche nei nuovi Stati membri, mentre nelle elezioni del Parlamento europeo gli elettori votano sinceramente. In conclusione: l'Europa soddisfa la base per la creazione di partiti pan-Europei che difendino vere e proprie politiche europee, mirate ai gruppi sociali che rappresentano, come una possibile soluzione per la crisi di legittimità.
By pursuing common policies for its Member States, the European Union moved from being a purely economic union, to being a political one as well. However, little has been done to tackle the latter aspect. Skepticism has come to characterize the political climate of the European Union and high heterogeneity in terms of Member States has induced difficulties in the decision-making process. This thesis focuses on the European Politics from three aspects: legitimacy, which refers to citizens’ political support, voting behavior and turnout. One of the main research questions we address is whether or not the basis for the existence of true European party politics exists, as a way out of the European Union legitimacy crisis. Then, we ask what are the main factors that influence electoral participation in the European Parliament elections since it is the only source of direct legitimacy. Lastly, we investigate what are the causes for the turnout gap across European and National elections, looking at the party vote share. The main argument for pan-European to exist is to defend the same values and interests European-wide. Empirical results point out that social class's polarization already exists in the initial 12 EU Member States, as well as later entries, while in the European Parliament elections voters cast their vote sincerely. We conclude that Europe fulfils the base requirement for the creation of true European politics, party politics and social groups' targeted-policies being a possible solution for the legitimacy crisis.
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RENGHINI, Cristina. "Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea: il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

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Abstract:
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
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Books on the topic "Ordine europeo di indagine"

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L' Europa nazista: Il progetto di un Nuovo ordine europeo, 1939-1945. Firenze: Giunti, 2002.

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Tavani, Sara. "Non dovrà essere un'altra Yalta": L'Ostpolitik italiana degli anni Sessanta e la ricerca di un nuovo ordine europeo. Padua]: CEDAM, 2017.

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Cerrina Feroni, Ginevra, and Veronica Federico, eds. Società multiculturali e percorsi di integrazione. Florence: Firenze University Press, 2017. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-596-8.

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Abstract:
Governare la complessità delle società multiculturali contemporanee pone grandi sfide ed una tensione costante tra eguaglianza sostanziale, diritto alla differenza e ordine sociale. Strumenti, percorsi e strategie per integrare comunità ed individui diversi dentro un medesimo orizzonte di diritti e doveri sono essenziali per dare vita a nuove tipologie di cittadinanza e a nuovi sentimenti di appartenenza. Il volume si pone l’obiettivo di aprire una riflessione critica in materia, capace di coniugare l’orizzonte teorico con l’effettività del diritto, analizzando quattro esperienze di rilievo nel panorama europeo: Regno Unito, Francia, Germania ed Italia. Si tratta di esperienze che propongono modelli e meccanismi di integrazione differenti, ma tutte attraversate dalla esigenza di ricercare e sperimentare percorsi innovativi ed efficaci a fronte di uno dei più delicati nodi del nostro tempo.
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Baldini, Gianni, ed. Persona e famiglia nell’era del Biodiritto. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-889-7.

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Abstract:
Il mutamento incessante che la scienza e la tecnologia hanno imposto alla società civile mette in discussione temi fondamentali come nascita, salute, morte, e con essi gli ‘strumenti giuridici’ pensati per autodeterminarsi. Non solo l’individuo è investito da questo tumultuoso processo ma anche la famiglia, come luogo principale in cui lo stesso esercita la sua personalità, ne risente gli effetti. In questo terzo volume di Verso un diritto europeo per la bioetica il focus dei contributi dei vari autori (giuristi, medici, bioeticisti) è centrato su temi quali: genitorialità consapevole e procreazione assistita, profili anticipatori assunti dalla salute e connesse esigenze di tutela, articolazione dei modelli familiari e ridefinizione del progetto genitoriale. Il tutto declinato nella logica del Biodiritto, disciplina autonoma ma anche metodo di indagine e di lavoro per coloro che intendano approcciarsi alle cosiddette fattispecie biotecnologiche.
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Specificità culturale di una regione alpina nel contesto europeo: Indagine sociologica sui valori dei trentini. Milano: FrancoAngeli, 1997.

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De Pamphilis, Matteo. Rinegoziazione e default rule. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph03.

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Abstract:
"Nella lunga vita di molti contratti, possono verificarsi eventi imprevisti che incrinano l’equilibrio, soprattutto economico, delle reciproche prestazioni. Il discorso intorno al diritto-dovere di rinegoziare gli accordi esposti a sopravvenienze è ormai un tema classico del diritto civile, che rispunta ciclicamente in occasione di eventi di rilevanza mondiale capaci di compromettere la tenuta di innumerevoli contratti in corso. La pandemia di COVID-19 è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. Questa ricerca si propone di individuare il miglior approccio giuseconomico per affrontare il dilemma della rinegoziazione, in prospettiva strutturale, cercando di coniugare le soluzioni proposte dagli interpreti del diritto civile con i contributi di analisi economica del diritto, nella prospettiva della riforma del codice civile italiano e della progressiva armonizzazione del diritto privato europeo e internazionale. In questo percorso, l’individuazione di una regola di default stabile e duratura per un contesto mutevole e multiforme è forse la contraddizione in termini che più vale la pena affrontare. Matteo de Pamphilis, dopo la laurea in Giurisprudenza e il conseguimento del dottorato di ricerca in Diritto civile nell’Università di Bologna, collabora con la stessa Alma Mater come professore a contratto e tutor didattico in materie privatistiche. Negli ultimi anni è stato docente degli insegnamenti in lingua inglese Planning and public intervention in the lifestyle and health sector e Public and private action for the development of services nel corso di laurea magistrale in Wellness culture: sport, health and tourism. È socio aggregato dell’Associazione Civilisti Italiani e svolge la professione di avvocato nel Foro di Bologna, prevalentemente nel settore civile, commerciale e concorsuale."
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