Journal articles on the topic 'Operatori in formazione'

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Castorina, Maria Grazia. "Donne e violenza di genere. Apprendimenti da un'esperienza di teatro.. in formazione." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 2 (June 2010): 87–95. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-002007.

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Abstract:
L'articolo riporta l'esperienza formativa di una rappresentazione teatrale utilizzata come strumento di apprendimento sulla violenza di genere e sugli esiti del trauma. La rappresentazione, creata ad hoc, viene proposta alla fine di un lungo e complesso percorso di formazione destinato a operatori sociali, psicologi, avvocati e a operatori della Giustizia Minorile. Il percorso di formazione fa parte di un piů ampio progetto, che mira a consolidare le realtŕ dei centri anti-violenza a supporto di minori e donne vittime di violenza e maltrattamento familiare.
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2

Cavicchioli, Giorgio, and Luciana Bianchera. "Introduzione a "La responsabilità in politica" di Bruno." GRUPPI, no. 1 (July 2022): 11–14. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14018.

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Abstract:
Gli autori introducono il saggio di Bruno Vezzani, "La responsabilità in politica", per connetterlo alla formazione, tema del prossimo numero della Rivista. Evidenziano come i cambiamenti attuali influenzano inevitabilmente la formazione, rendendo necessario l'utilizzo di altre epistemologie e di nuovi modi di abitare la polis. Gli autori pongono infine l'accento su quanto il potere delle istituzioni determina e influenza la formazione stessa degli operatori della salute mentale.
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3

Mari, Massimo, Luca Di Maio, Paola Gremigni, Marinella Sommaruga, and Walter Grassi. "Comunicare con i pazienti: un Gruppo Operativo in Reumatologia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (May 2011): 135–47. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001010.

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Abstract:
Un'efficace comunicazione č un importante indicatore della qualitŕ dei servizi ospedalieri. Questo contributo presenta i risultati di una ricerca-intervento sulle abilitŕ comunicative dei membri di un'équipe reumatologica ospedaliera dopo un corso di formazione sulla comunicazione. L'esperienza ha coinvolto ventitré operatori sanitari (78.3% femmine, etŕ media 38.3 ± 9.7 anni) della Clinica Reumatologica dell'Universitŕ Politecnica delle Marche (52.2% infermieri, 30.4% medici, 13% OSS, 4% biologi) in un corso di aggiornamento basato sulla tecnica del Gruppo Operativo di E. Pichon Rivičre. Gli operatori hanno valutato le proprie capacitŕ comunicative, prima e dopo il corso, con il Health Care Communication Questionnaire (HCCQ). Il HCCQ č stato inoltre compilato da trentatré pazienti della Clinica all'inizio del corso e da trentaquattro alla fine, per riportare l'esperienza comunicativa con gli operatori. I risultati mostrano una tendenza al miglioramento nella maggior parte delle dimensioni del HCCQ-P auto-valutate dagli operatori e un miglioramento significativo (p < 0.05) nella valutazione dei pazienti con il HCCQ. Tale risultato incoraggia la formazione degli operatori delle équipe ospedaliere nell'ambito della comunicazione con il paziente.
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Milani, Paola, and Gian Luigi Marseglia. "Integrazione dei servizi e formazione degli operatori per l’infanzia." Medico e Bambino 40, no. 4 (April 23, 2021): 245–46. http://dx.doi.org/10.53126/meb40245.

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Abstract:
L’articolo pubblicato su Medico e bambino (2021;40(4):237-244. doi: 10.53126/MEB40237) sollecita una riflessione che riguarda sia la formazione del pediatra e degli altri operatori dell’infanzia sia le modalità per un lavoro maggiormente integrato a supporto del bambino e della famiglia, in un’ottica sia preventiva che di sostegno in condizioni di vulnerabilità, esigenze oggi più che mai attuali. Medico e Bambino ha quindi chiesto un commento a due persone che, provenienti da settori disciplinari diversi, sono impegnate sia sul versante della formazione che su quello dell’intervento
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Parietti, Piero, Elisa Faretta, Antonio Minervino, and Fausto Agresta. "La relazione interpersonale: un problema di formazione. I gruppi Balint." PSICOBIETTIVO, no. 2 (July 2011): 81–94. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-002006.

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Abstract:
La formazione degli operatori inseriti nei diversi ambiti istituzionali, specialmente in quello sanitario, si č andato sempre piů imponendo con il progressivo incremento delle conoscenze e della evoluzione tecnica. La impostazione della medicina psicosomatica, sorta dalla psicoanalisi, si č posta da tempo il problema della formazione del medico alla relazione interpersonale con il paziente, soprattutto a partire dall'opera di Michael Balint. Nel presente lavoro tratteremo il problema della formazione del medico nella relazione con il suo paziente, in riferimento alla particolare modalitŕ formativa: quella proposta da Balint e seguendo il percorso compiuto dalla Societŕ Italiana di Medicina Psicosomatica (SIMP).
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Donatella, Donati. "Violenza sulle donne e intervento giudiziario." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 179–87. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006016.

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Abstract:
L'intervento che segue vuole indicare le ragioni che hanno fatto ritenere indispensabile promuovere incontri di formazione per magistrati, avvocati, forze dell'ordine in materia di violenza sulle donne nelle relazioni di intimitŕ. E vuole segnalare i motivi che fanno ritenere prezioso il contributo di esperti della materia (universitŕ, istituti di ricerca, agenzie specializzate di altri Paesi europei e anche servizi sociali, centri antiviolenza, Casa delle donne, associazioni) alla formazione degli operatori che esercitano la giurisdizione e affrontano il problema della repressione di reati
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Argentino, Paola. "7. Una esperienza di formazione per operatori di SR: il progetto siciliano." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (September 2004): 85–86. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000113.

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Abstract:
Il progetto PROGRES prevedeva, laddove vi fossero state le condizioni, una fase successiva alla ricerca in senso stretto, volta a realizzare corsi di formazione per operatori di SR (fase 3), a partire proprio dalle informazioni raccolte nell'ambito della ricerca. Nella Regione Siciliana, grazie all'impegno dell'Assessorato alla Sanità, è stato possibile realizzare la fase 3 (Argentino, 2002, 2003). Il progetto di formazione si è sviluppato in due programmi, di base e avanzato. Il programma di base prevedeva l'addestramento degli operatori all'utilizzo dei principi e delle metodologie di valutazione e pianificazione descritti nel manuale per la ‘Valutazione di Abilità e Definizione di Obiettivi’ (VADO) (Morosini et al., 1998). Il programma avanzato prevedeva, invece, la possibilità per i partecipanti di scegliere tra vari modelli teorici e pratici; è stato quindi deciso, dopo una rilevazione tra gli stessi partecipanti, di orientare il programma di formazione avanzato sull'applicazione nelle SR della psicoterapia della Gestalt (Perls et al. 1951; Spagnuolo Lobb, 2001).I corsi di formazione PROGRES sono stati articolati su due moduli: il 1° modulo di quattro giorni (32 ore didattiche) ha approfondito gli aspetti teorici, clinici e valutativi, sviluppando inoltre gli strumenti di intervento terapeutico e riabilitativo. Il 2° modulo di tre giorni (24 ore didattiche) è stato indirizzato alla verifica dell'applicazione degli strumenti forniti e alla supervisione clinica. Tra il 1° e 2° modulo è stata favorita l'attuazione degli argomenti trattati nella realtà lavorativa dei partecipanti, con la realizzazione dei cosiddetti ‘Progetti Work’. Tutte le unità didattiche, compresi i progetti work, hanno ruotato attorno al nucleo portante costituito dal “Modello Gestaltico Comunitario” (Argentino, 1997, 2001; Spagnuolo Lobb, 1997).
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Luciano, Adriana, Roberto Di Monaco, and Monica Demartini. "I professionisti dei servizi sociali: competenze, fabbisogni formativi e domande di cambiamento organizzativo. Sperimentazione di un modello di analisi in provincia di Torino." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (December 2012): 73–91. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003005.

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Abstract:
Gli autori presentano i risultati dell'applicazione di una metodologia di analisi per competenze agli operatori dei servizi socio-assistenziali (coordinatori, assistenti sociali, educatori professionali, OSS), realizzata in provincia di Torino (circa 500 interviste). Il modello, se adattato e applicato in qualsiasi ambito dei servizi, consente di introdurre e sviluppare un sistema di analisi delle competenze degli operatori per rafforzare la gestione delle risorse umane. In particolare, puň sostenere lo sviluppo del sistema professionale, a partire dalla formazione dei dirigenti, fino all'uso sistematico dello strumento per tenere sotto osservazione i professionisti presenti nei servizi, in relazione ai bisogni del territorio, e per rendere esplicita la domanda di formazione legata ai cambiamenti socio-economici, all'innovazione dei servizi e alla riduzione delle risorse disponibili. Infine, nelle reti di servizi, puň consentire di rappresentare le differenze territoriali nell'assetto professionale e organizzativo dei servizi. Si tratta quindi di un lavoro sperimentale ed esemplificativo, ad elevata trasferibilitŕ.
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Tesauro, Tiziana, and Tiziana Tarsia. "Le pratiche teatrali nella formazione degli operatori sociali per costruire relazioni di ben-essere." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 65–76. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002005.

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Abstract:
Il contributo descrive e analizza un'esperienza di teatro dell'oppresso organizzata in ambito universitario e la usa come pretesto per ragionare sullo stretto legame che esiste tra il benessere psico-sociale degli operatori sociali, la loro formazione come professionisti e le tecniche del teatro sociale. Nel testo viene valorizzata la circolarità tra il sapere dell'esperienza e quello teorico in un frame che promuove il teatro come spazio di potenzialità e di consapevolezza. In questo spazio i social workers possono sperimentare la possibilità di gestire il proprio potere ed esplorare i conflitti che emergono nella relazione di aiuto per restituire benessere a se stessi e alle persone accolte nei servizi. Le conclusioni, infine, sollecitano domande e riflessioni che mirano a sottolineare l'importanza della formazione degli operatori sociali nella costruzione di politiche sociali che partono dalle comunità e veicolano relazioni di interdipendenza e, allo stesso tempo, tendono all'emancipazione delle persone.
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Savarese, Giulia, Monica Romei, Luna Carpinelli, Daniela D’Elia, Rosa Angela Villani, Marianna Giordano, Annamaria Scapicchio, and Domenico Costantino. "Esperienze Sfavorevoli Infantili: un Progetto in Campania per la prevenzione e l'intervento." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (January 2021): 113–22. http://dx.doi.org/10.3280/mal2020-003009.

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Abstract:
Il brief report riporta l'impianto progettuale e i principali risultati di un Programma finanziato dalla Regione Campania e finalizzato alla prevenzione e all'intervento nei caso di abuso e maltrattamento di minori. Esso ha avuto luogo tra il 2016 e il 2018 con lo scopo di sensibilizzare e formare gli operatori regionali sul fenomeno; di creare équipe specialistiche e multidisciplinari per la presa in carico di minori e famiglie; di far emergere e condividere le buone pratiche sperimentate. I risultati sono stati molto incoraggianti, in quanto sono emersi diversi punti di forza: la condivisione del modello sperimentale con gli operatori; l'utilizzo di strumenti clinici e sociali specialistici; il continuo lavoro di integrazione tra gli interventi delle équipe specialistiche e gli enti territoriali; la formazione degli operatori coinvolti e la sensibilizzazione degli operatori non coinvolti.
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Tinti, Maria Rosa, and Graziano Valent. "L'arte della formazione in psichiatria." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2022): 47–75. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001003.

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Abstract:
Parlare di formazione in ambito psichiatrico significa affrontare un insieme di questioni che riguardano l'identità della psichiatria come espressione di un sapere e di una pratica che si riferiscono all'uomo, precisamente all'uomo che soffre. In altre parole, una riflessione sui contenuti e i principi metodologici che si ritengono idonei a formare gli operatori chiama in causa la domanda su quale sia la prima vocazione della psichiatria, quali siano, o debbano essere, i suoi presupposti e i suoi scopi. C'è da chiedersi anzitutto se l'oggetto di studio e di intervento di questa disciplina sia tale da giustificare la sua collocazione nel campo della medicina; se il compito della psichiatria si esaurisca nell'esercizio della competenza clinica o se non debba contemplare una responsabilità di carattere etico e politico, nel senso di una tensione a includere nel proprio campo d'azione e di ricerca il rapporto tra follia e normalità, tra le forme di cura della sofferenza mentale e i linguaggi di una cultura della salute mentale. Senza alcuna intenzione di fissare dei limiti a un discorso che necessita di rimanere aperto e fluente, si vuole riflettere sulle potenzialità della formazione intesa come esperienza di trasformazione che coinvolge il singolo operatore e l'intero gruppo curante. Partendo dalla domanda sul destino della psichiatria al cospetto delle sfide congenite alla relazione con la follia, la riflessione interroga il valore di un dialogo con la filosofia per uscire dal recinto angusto della clinica e restituire alla psichiatria il senso originario di un punto di vista privilegiato sull'essere umano. In ultimo, viene data testimonianza di un'esperienza di ricerca e formazione connaturata alla pratica terapeutica, quella che negli anni Novanta ha preso corpo dall'incontro tra la psichiatria di matrice basagliana del Centro di salute mentale di Orzinuovi e l'originale filosofia dialettica di Italo Valent.
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Antonietti, Alessandro, Carlo Cipolli, Rossana De Beni, Anna Maria Della Vedova, Santo Di Nuovo, Mario Fulcheri, Gianbattista Guerrini, Luciano Peirone, Alessandro Porro, and Pietro Vigorelli. "Carlo Cristini: un ricordo a pi&ugrav." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (February 2022): 1–23. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13098.

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Abstract:
L'articolo ricostruisce il contributo alla psicologia di Carlo Cristini. In particolare si mettono in evidenza gli apporti allo studio dell'invecchiamento sano e patologico, alla formazione degli operatori e dei caregiver degli anziani e allo scambio inter-disciplinare. Viene sottolineato l'approccio volto a valorizzare le risorse dell'anziano e a riconoscere l'unicità dell'individuo. Si ricorda infine l'opera sul piano istituzionale.
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Pangrazzi, Arnaldo. "Il corso di formazione pastorale clinica." Medicina e Morale 39, no. 3 (June 30, 1990): 503–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1176.

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Abstract:
Da alcuni anni anche in Italia, dopo l'esperienza degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei, sono stati introdotti i Corsi di Formazione Pastorale Clinica (Clinical Pastoral Education - CPE) con l'intento di preparare sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, studenti di teologia, operatori sanitari e volontari, per acquisire una più profonda conoscenza del malato, per favorire lo sviluppo di metodi pastorali basati sulla comunicazione e sulla relazione di aiuto autentica, per facilitare il processo di integrazione dei propri studi teologici con la pratica pastorale e per promuovere il lavoro di équipe con esperti di altre discipline. L'Autore esamina, alla luce della propria esperienza, il metodo utilizzato per fornire questo tipo di preparazione: esso si avvale da una lato della compilazione di accompagnamento pastorale) da parte dei tirocinanti, dall'altro di una serie di colloqui con una figura di educatore esperto, il supervisore. Inoltre il CPE si avvale del procedimento della dinamica di gruppo, offrendo ai tirocinanti un'opportunità di reciproco aiuto e comprensione, per acquisire una sempre maggiore sensibilità e competenza per accostarsi ai malati che essi incontrano nella propria attività.
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Moretti, Carla, Elena Spina, and Ugo Ciaschini. "Formazione e operativitŕ nel sociale: l'assistente sociale, l'educatore e l'operatore socio-sanitario." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (December 2012): 53–72. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003004.

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Abstract:
Gli autori in questo contributo evidenziano gli esiti di una ricerca relativa all'analisi di tre profili professionali del sociale (assistente sociale, educatore e operatore socio-sanitario), realizzata nel 2010 nel territorio della regione Marche. Con riferimento a tali profili i contenuti proposti mettono a fuoco gli aspetti connessi ai percorsi formativi e alle prassi operative messe in atto sul campo, evidenziandone i punti di forza, le criticitŕ, nonché le questioni aperte su cui appare piů urgente intervenire. In merito all'operativitŕ, tali figure professionali risentono delle condizioni di emergenza con cui i servizi si stanno misurando, oltre che dell'elevato carico di lavoro. Emerge, pertanto, uno stato di precarietŕ degli operatori che influisce sulla qualitŕ delle risposte e ne rende piů "incerto" il ruolo professionale, soprattutto nel terzo settore. D'altro canto si evidenzia come la legge 328/2000 abbia attribuito un forte rilievo alla dimensione dell'integrazione socio-sanitaria e del lavoro di rete.
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Silvestri, Angelo, Antonino Aprea, Luciana Bianchera, Leonardo Montecchi, Giorgio Cavicchioli, and Stefano Mennella. "Gli operatori della gruppalità al tempo delle grandi migrazioni: prime riflessioni epistemologiche sulla formazione." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 42–53. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12580.

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Abstract:
In questo scritto dialogano alcuni esperti di formazione con matrici culturali e impostazioni teoriche e tecniche diverse. Il loro obiettivo è aprire un dibattito su che tipo di competenze dovrebbero avere gli operatori della salute mentale che si occupano di migranti e migrazione. Le attuali grandi trasformazioni sociali stanno determinando dei cambiamenti nella pratica clinica, nell'organizzazione dei servizi di cura e sulle opportunità di lavoro: tutto ciò comporta un inevitabile ripensamento della formazione. Tutti sono d'accordo nel riconoscere il dispositivo gruppale come una delle principali risorse per far fronte a queste difficoltà. L'accoglienza dei migranti porta a importanti vissuti di smarrimento verso il nuovo e incertezza verso i propri paradigmi culturali. È fondamentale imparare nozioni di antropologia ed etnopsicologia per poter ascoltare l'altro e capire i suoi reali bisogni all'interno della sua personale e specifica cornice culturale e di senso, fatta di registri simbolici peculiari.
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Giacomelli, Elena. "Gli operatori di accoglienza: competenze di una professione in divenire. Un'indagine etnografica di una ricercatrice-operatrice." MONDI MIGRANTI, no. 2 (August 2021): 187–210. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002011.

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Abstract:
Il presente articolo descrive una ricerca etnografica delle professionalità nate all'interno del sistema di accoglienza nella Provincia Autonoma di Trento. L'interrogativo di fondo nasce sul campo grazie all'esperienza della ricercatrice come operatrice di accoglienza con l'Associazione Centro Astalli presso la Provincia Autonoma di Trento, che costituisce il caso empirico approfondito. L'osservazione partecipante, insieme a 55 interviste in profondità ad operatori di accoglienza, ha fatto emergere la rilevanza che le scelte, ruoli e valori degli operatori assumono nell'influenzare il significato dell'accoglienza praticata e talora per-sino i percorsi di integrazione dei soggetti beneficiari. L'analisi ha cercato di far emergere la formazione e le competenze, sia preliminari sia apprese sul campo, di questa (nuova) figura professionale.
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Ferrari, Mauro. "Interazioni inevitabili. Operatori sociali pubblici e privati nel welfare locale." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2013): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004006.

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Abstract:
L'articolo prende lo spunto da ricerche qualitative ed etnografiche e da interventi di consulenza e formazione svolte in diversi distretti sovra comunali di due Regioni italiane (Emilia Romagna e Lombardia). Obiettivo dell'intervento č di analizzare come, a partire dalla cornice generale definita dalla L. 328/00, si stiano realizzando in Italia diverse e multiformi esperienze di frequentazione e di definizione dei ruoli fra soggetti istituzionali e soggetti di terzo settore, e di come questa assidua frequentazione implichi lo svilupparsi di interazioni inevitabili fra operatori che appartengono ad agenzie differenti: pubbliche, del privato sociale, ed in misura minore del privato profit. Si tratta di un tema che coinvolge le competenze ad agire degli operatori (di entrambi i "tipi" di operatori); che puň inficiare, o quantomeno indebolire, i processi di governance e che invece, se adeguatamente riconosciuto, puň invece sviluppare una consapevolezza capace di generare forme di riconoscimento reciproco ormai indispensabili.
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Ventura, Monica Isabella, and Annalisa Patriarca. "Interventi in emergenza della PEA: fasi e metodologia di intervento." GRUPPI, no. 3 (October 2011): 85–92. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003009.

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Abstract:
Le autrici, esperte in psicologia dell'emergenza, hanno coordinato, gestito e lavorato, insieme ad altri psicologi e operatori volontari, negli interventi in uno dei campi allestiti dopo il terremoto dell'Aquila (il cui funzionamento č riferito anche nell'articolo di Boaretto). Descrivono le fasi dell'intervento distinguendole tra: 1) assistenza immediata; 2) assistenza estesa; 3) assistenza continuata; 4) fase della ricostruzione. In particolare, evidenziano il bisogno di formazione e coordinamento dei volontari.
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Saccon, Diego, Elena Boatto, and Vanessa Losco. "Comorbilità tra disturbi da uso di sostanze e disturbi dell'alimentazione e della nutrizione: un'indagine nei Servizi per le Dipendenze e le Comunità Terapeutiche del Veneto." MISSION, no. 56 (January 2022): 60–62. http://dx.doi.org/10.3280/mis56-2020oa12347.

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Abstract:
Gli autori riportano i risultati di un'indagine svolta all'interno dei Servizi per le Dipendenze e le Comunità Terapeutiche del Veneto. Lo scopo principale dell'indagine è stato quello di identificare i casi di comorbilità o sospetta comorbilità tra i disturbi da uso di sostanze e i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione tra pazienti in carico al sistema di assistenza delle Dipendenze Patologiche del Sistema Sanitario Regionale del Veneto (Dipartimenti per le Dipendenze e Enti del Privato Sociale). Per lo svolgimento dell'indagine, è stato somministrato un breve questionario agli operatori delle diverse strutture che chiedeva di quantificare i casi di sospetta o dimostrata comorbilità tra i due disturbi nei pazienti in carico in quel momento o nei mesi precedenti. Il questionario, inoltre, comprendeva la richiesta di valutare la qualità della collaborazione – qualora ci fosse stata – con i servizi per i disturbi alimentari e di esprimere il proprio grado di interesse rispetto il bisogno di formazione riguardo questi disturbi. I dati raccolti mostrano la presenza di una comorbilità tra i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione e i disturbi da uso di sostanze ed evidenziano l'esigenza di investire sulla presenza di strutture terapeutiche specifiche per i pazienti in comorbilità. Inoltre, viene sottolineata la necessità di formazione relativamente alla diagnosi ed al trattamento dei disturbi dell'alimentazione tra gli operatori del campo delle dipendenze patologiche.
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Zadra, Franca. "Implementare il servizio di mediazione linguisticoculturale in ambito sanitario. Uno studio di caso in Alto Adige." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2021): 171–75. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001009.

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Abstract:
Questo contributo esplora il processo d'implementazione del servizio di mediazio-ne linguistico-culturale nel principale ospedale di Bolzano, documentando i fattori che hanno contribuito all'incremento nelle modalità delle prestazioni e nell'utilizzo del servizio. Oltre alla diffusa percezione dell'impatto positivo del servizio sulla qualità ed efficienza della prestazione sanitaria con pazienti immigrati, la crescita è stata favorita dai programmi di formazione congiunta tra operatori sanitari e mediatori, le forme di incorporazione stabile di mediatori nel contesto sanitario e l'adattamento del loro ruolo alle necessità specifiche dei vari contesti.
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Librandi, Brunella. "La formazione per lo sviluppo delle competenze degli operatori che promuovono la salute." FOR - Rivista per la formazione, no. 90 (May 2012): 94–101. http://dx.doi.org/10.3280/for2012-090016.

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Martelli, Pompeo. "Premessa." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (March 2002): 12–14. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000459.

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Abstract:
Sono grato al dr. Benedetto Saraceno per aver accolto la richiesta del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di pubblicare in Italia il rapporto realizzato dal dr. Alex Cohen per l'Organizzazione Mondiale della Sanità nell'ambito del programma Nations for Mental Health.L'autore offre in modo conciso ma puntuale una panoramica sulla condizione della salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Come l'autore, chi scrive non è mosso dalla mera curiosità per gli inquieta limina delle alterità esotiche bensì dalla consapevolezza che anche nel nostro Paese sia necessario promuovere programmi interculturali di ricerca e di formazione, nonché realizzare servizi di salute pubblica e di salute mentale culturalmente sensibili.Sono ancora pochi i colleghi italiani che hanno intrapreso questo faticoso percorso (tra loro desidero ricordare il dr. Roberto Beneduce con il Centro Frantz Fanon a Torino) ed è pertanto necessario intensificare i momenti di incontro e di verifica delle nostre attività.L'approccio con persone provenienti da altre culture che chiedono assistenza ai servizi di salute mentale è sempre una circostanza problematica per l'avvio di un buon ascolto, di una eventuale presa in carico e di una adeguata relazione terapeutica.Sui fruitori dei servizi, sul loro mental health seeking behavior e sulle ragioni delle loro scelte sappiamo ancora poco; ancor meno conosciamo sull'interazione fra operatori e utenti immigrati ed in particolare sulle difficoltà che gli operatori sperimentano nel corso di questa interazione e che sono alla base di una forte richiesta di formazione.
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Spagnolo, A. G., M. L. Di Pietro, and G. "La formazione dei docenti di etica professionale nelle scuole infermieristiche." Medicina e Morale 40, no. 1 (April 30, 1991): 91–100. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1151.

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Abstract:
La professione infermieristica sta cercando di trovare oggi un ruolo specifico nel campo delle professioni sanitarie, un ruolo che comporti una spedfica identità seppure strettamente collegato alla professione medica. Un recente progetto di legge italiano sul riordino della professione infermieristica ha sollevato numerose perplessità fra gli infermieri stessi e in generale fra gli altri operatori sanitari. Gli autori considerano il punto del progetto di legge che riguarda l'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche. Esso prevede che possano essere qualificati a questo insegnamento gli infermieri che abbiano il titolo di AFD o di DAl. Gli autori ritengono, invece, che tale livello di formazione non sia adeguato per una materia così delicata come l'etica professionale ed essi propongono pertanto l'istituzione di uno specifico corso universitario in cui vengano approfonditi i diversi problemi etici, inquadrati nel campo più vasto della bioetica, conseeguendo alla fine uno specifico grado accademico finalizzato all'insegnamento dell'etica professionale nelle scuole infermieristiche.
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Benciolini, P., R. Pegoraro, and F. Cadelli. "Il servizio di bioetica dell’azienda ospedaliera di Padova: un’esperienza italiana di consulenza e formazione etico-clinica." Medicina e Morale 48, no. 1 (February 28, 1999): 61–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.810.

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Abstract:
L’articolo presenta il Servizio di Bioetica dell’Azienda Ospedaliera di Padova collocandolo nel contesto internazionale della consulenza etico-clinica, della quale fornisce un quadro generale e sintetico. La consulenza etico-clinica, sviluppatasi soprattutto nel Nord America a partire dalla fine degli anni Sessanta, può essere definita come un servizio fornito da un consulente singolo, da un team o da un comitato avente come oggetto le questioni etiche coinvolte in uno specifico caso clinico. La storia della consulenza etico-clinica è strettamente connessa con quella dei Comitati Etici Ospedalieri, anche nel senso che essa costituisce in parte un tentativo di superamento di alcuni limiti ravvisati in tale forma di comitati e di ridefinizione delle loro funzioni. In quest’ottica, alcuni propongono la presenza, negli ospedali, sia di servizi di consulenza che di comitati, con ruoli complementari focalizzati rispettivamente sulla consulenza e sull’elaborazione di linee guida, e con ruoli formativi distinti. Il Servizio di Bioetica di Padova, che è attivo dal settembre 1996, è unico nel suo genere in Italia, soprattutto con riferimento al fatto di non riportare ad un comitato etico. Le sue finalità principali sono: consulenza etica sui casi clinici rivolta agli operatori sanitari; formazione etica degli operatori sanitari; elaborazione di linee guida in collaborazione con i comitati etici presenti nel contesto sanitario padovano; definizione di un progetto per la costituzione di un Comitato etico dell’Azienda. L’attività del Servizio di Bioetica ha finora interessato le funzioni di consulenza e formazione, volutamente scelte come prioritarie, ed il bilancio è positivo sotto entrambi i profili.
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Natale, Maria Teresa, and Marzia Piccininno. "Europeana Education." DigItalia 15, no. 1 (June 2020): 108–13. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00008.

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Abstract:
La formazione scolastica è stata uno dei primi campi in cui Europeana ha sperimentato il riuso dei propri contenuti, avviando una collaborazione ormai di lungo corso con ministeri dell’istruzione, associazioni e reti professionali, insegnanti. Nel febbraio 2020 Europeana ha lanciato Europeana Education, un gruppo informale di professionisti ed esperti provenienti sia dal settore del patrimonio culturale sia da quello dell’istruzione, la cui principale attività è lo scambio esperienze e condividere idee per un uso innovativo delle risorse culturali digitali di Europeana. Nell’articolo presentiamo una rassegna di strumenti resi disponibili da Europeana a insegnanti e operatori della didattica.
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Ravaldi, Claudia, Giorgio Mello, Valentina Pontello, Leonardo Rimediotti, Valdo Ricca, and Alfredo Vannacci. "Aspetti psicologici della morte intrauterina. Ricerca, esperienze e protocolli di intervento." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 121–39. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003006.

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Abstract:
La morte intrauterina č un evento tragico che ogni anno in Italia colpisce circa 2000 famiglie nella seconda metŕ della gravidanza. La perdita di un bambino in utero č un lutto paragonabile per intensitŕ, manifestazioni psicologiche e decorso, al lutto per la perdita di una persona adulta. Il vissuto dei genitori, nonostante questo, č purtroppo scarsamente riconosciuto a livello sociale. Si tende a minimizzare l'effetto di questa perdita, le cui caratteristiche rimangono ignorate dai piů. Il lutto perinatale č spesso ignorato anche dagli operatori, che nel loro corso di studi non vengono solitamente formati sul lutto, e dunque l'assistenza psicologica offerta č spesso insufficiente, o lasciata alla volontŕ del singolo operatore: studi condotti in proposito evidenziano come una cattiva o inadeguata assistenza sia responsabile di traumatizzazione secondaria nei genitori e possa ostacolare una buona elaborazione del lutto. Per questi motivi, l'associazione CiaoLapo ONLUS ha avviato nel 2007 una collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Careggi, per lavorare sulla formazione degli operatori e sul sostegno ai genitori. Da questa esperienza sono nate alcune linee guida che descrivono i momenti salienti dell'assistenza alla coppia colpita da morte in utero e gli accorgimenti da adottare per migliorare la pratica clinica. Scopo di questo lavoro č presentare questa esperienza e descrivere le linee guida alla luce della piů recente letteratura sugli aspetti psicologici del lutto perinatale.
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Fassino, S., A. Ferrero, P. L. Marchesi, and M. Mazzone. "Volontariato e assistenza a pazienti affetti da AIDS. Annotazioni su un gruppo di formazione per volontari." Medicina e Morale 40, no. 2 (June 30, 1991): 283–92. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1991.1144.

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Abstract:
In relazione alle complesse dinamiche psico-sociali in cui i soggetti HIV positivi ed i pazienti di AIDS sono coinvolti, viene segnalata la necessità di un'adeguata preparazione specifica di tutto il personale d'assistenza: ci si sofferma nel caso particolare su quella degli operatori che presentano il loro servizio presso le associazioni del volontariato organizzato. Viene al proposito fatto riferimento ad un corso-pilota della durata di quattro mesi organizzato dalla Caritas di Torino in collaborazione con la II Cattedra di Clinica Psichiatrica dell'Università di Torino e la Società Adleriana Italiana Gruppi e Analisi. Il progetto formativo di questo corso si articola in due momenti distinti. Il primo è costituito dalla possibilità di fornire ai futuri operatori informazioni adeguate, mediante una serie di lezioni sui vari aspetti del problema AIDS. Il secondo momer to formativo si articola nei lavori susseguenti ad ogni lezione, attraverso incontri in piccoli gruppi (10-12 persone) eterocentrati sul compito, che consiste nel dover discutere sui vari aspetti della comunicazione col paziente, sotto la guida di due conduttori, e per la durata di circa un'ora. Si ritiene in sintesi che solo attraverso una partecipazione critica ed almeno sufficientemente consapevole i volontari possano svolgere il difficile compito di stare vicini ai malati di AIDS in una relazione di solidarietà autentica.
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Dal Ben, Anna. "La formazione degli operatori dell'adozione: valutazione della qualitŕ degli stage esteri della Regione Veneto." MINORIGIUSTIZIA, no. 2 (May 2012): 208–16. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-002020.

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Pomini, Valeria, Maria-Io Akalestou, Vlassis Tomaras, and Katia Charalabaki. "Formazione sistemica per operatori della salute mentale: un'esperienza in Grecia per affrontare la crisi." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (April 2017): 125–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2017-001006.

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Ansini, Luca, and Benedetta Fani. "Il Setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 204–12. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001019.

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Abstract:
Nel presente contributo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus "Setting in Cammino" in collaborazione con l'Ussm di Roma, la Regione Lazio e il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre. Nell'ambito di tre progetti di messa alla prova comunitari (art. 28 Dpr 448/88), già in corso, è stata inserita un'esperienza educativa nel Setting di Cammino: 140 km a piedi lungo la Via Francigena del Lazio, da Bolsena a Roma, per complessivi sette giorni. I tre giovani sono stati accompagnati da due operatori con alta formazione e con specifiche competenze di aiuto nel Setting di Cammino: un pedagogista ed una psicoterapeuta, entrambi di orientamento analitico transazionale. La Regione Lazio ha finanziato il progetto e l'Università di Roma Tre è stata incaricata di effettuare una valutazione pedagogica. Infine, è stata realizzata una Giornata di Studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti di tutte le istituzionali coinvolte. Nella premessa vengono sinteticamente descritti gli elementi e le dimensioni del Setting di Cammino, indicando i contesti di ricerca nei quali sono stati elaborati.
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Rivaldi, Claudia, and Dianora Torrini. "Vivere il lutto nella professione assistenziale. Sequele post-traumatiche e rischio di burn-out negli operatori sanitari." PSICOBIETTIVO, no. 3 (May 2010): 163–74. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003010.

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Abstract:
La morte durante la gravidanza o dopo il parto č un evento profondamente stressante, che puň compromettere l'equilibrio psichico della madre e della coppia genitoriale, e associarsi a disturbi psichici di lunga durata. L'assistenza ai genitori colpiti da lutto puň essere estremamente stressante anche per l'operatore, che molto spesso č impreparato nell'affrontare una gravidanza che si conclude con la morte del bambino. Spesso i genitori percepiscono la mancanza di assistenza psicologica come un trauma aggiuntivo alla perdita, ed i caregivers rivestono un importante ruolo nel determinare la qualitŕ del percorso di elaborazione del lutto. L'associazione CiaoLapo ONLUS fornisce dal 2006 supporto psicologico ai genitori in lutto e promuove formazione e ricerca sui genitori e sugli operatori nel campo del lutto perinatale. In questo articolo sono presentati i risultati preliminari di uno studio condotto nell'Area Vasta di Firenze. Lo studio si č svolto in due fasi; una prima fase ha visto coinvolti 60 operatori dell'area materno-infantile e successivamente sono state arruolate 100 ostetriche della ASL 10 di Firenze. L'obiettivo era quello di approfondire l'impatto traumatico della morte intrauterina con particolare attenzione alla relazione tra esperienze professionali traumatiche (misurate con l'Impact of Event Scale IES) e sviluppo di sindrome da burn-out (misurata con la Maslach Burn-Out Inventory - MBI). I punteggi di entrambi i test sono risultati significativamente piů alti nelle ostetriche rispetto alle altre categorie professionali. Le ostetriche sembrano dunque piů esposte all'impatto traumatico della morte intrauterina rispetto agli altri colleghi coinvolti nella gestione della coppia affetta da morte in utero, e dovrebbero potersi avvalere di una formazione specifica sul lutto e di un supporto psicologico quando necessario.
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Rago, Emilio. "Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Abstract:
Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Bassani, Alessandra. "Il diritto mobile nel tempo e nello spazio." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 22, 2022): 621–36. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19454.

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Abstract:
Il saggio raccoglie le riflessioni condivise dall’Autrice in occasione del Convegno Dialogo transdisciplinare e identità del giurista organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano nel settembre 2022. L’occasione di dialogo con cultori delle materie di diritto positivo che condividono con i giuristi storici il compito di formazione degli operatori del diritto di domani ha stimolato una riflessione che si è sviluppata ripercorrendo le ricerche svolte in anni recenti, o attualmente in corso, collaborando con colleghi di diverse discipline, giuridiche e storiche, sul notariato, sul diritto penale, sulla giurisdizione amministrativa, sulla repressione attuata in Libia dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.
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Taurino, Alessandro, and Paola Bastianoni. "La cura e il sostegno agli operatori di comunitŕ: il modello della formazione-supervisione integrata." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (September 2012): 141–49. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-003019.

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Facchini, Carla. "Mutamento sociale, mutamento dei servizi, competenze degli operatori e nuove sfide per l'universitŕ." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (January 2013): 123–42. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004007.

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Abstract:
I profondi mutamenti in atto nella domanda sociale e nell'assetto dei servizi comportano una duplice sfida per il sistema universitario. Una prima sfida deriva dal ruolo crescente che hanno, per le professioni sociali formate dall'universitŕ, funzioni conoscitive, programmatorie, gestionali, organizzative e valutative. Per fornire le competenze necessarie a queste funzioni, l'universitŕ deve non solo ripensare la sua offerta formativa nelle lauree di base e in quelle specialistiche, ma anche proporre una adeguata formazione continua. La seconda sfida coinvolge l'universitŕ come sede centrale di ricerca scientifica: se vuole essere soggetto di attivazione sociale, l'universitŕ deve essere in grado di promuovere sistematicamente analisi e riflessioni sui mutamenti in atto sia nella domanda sociale e nell'assetto organizzativo dei servizi e delle politiche pubbliche, sia sulle stesse professioni sociali e sul rapporto tra competenze fornite e competenze richieste dal mercato del lavoro.
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Pasquarella, Maria L.T. "Telemedicine between definitions and communicative implications." Journal of AMD 25, no. 1 (May 2022): 23. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.1.4.

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Abstract:
La telemedicina nasce dall’incontro tra la medicina e le telecomunicazioni ed è parte della eHealth. Consiste nella “pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente”. Nel 1997, l’OMS la definisce come “L’erogazione di servizi sanitari quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni”. Il Covid-19 ha velocizzato l’uso del virtuale sia in contesti privati che professionali. Ciò si è rivelato molto utile nella pratica medica, in particolare nel supporto psichico, dietologico, cronico, nonostante sia ancora discriminante per le categorie poco digitalizzate. Ne è derivato un fermento legislativo a partire dall’Unione Europea che ha emanato una Comunicazione n. 689/2008, per promuovere la telemedicina e in Italia l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha istituito un Tavolo tecnico per redigere Linee di indirizzo nazionali. (Ministero della Salute 2010). Anche in telemedicina la qualità della relazione gioca un ruolo fondamentale. La relazione con il paziente online, pur mantenendo aspetti in comune con la relazione in presenza, mostra tratti peculiari che richiedono una formazione ad hoc. Presso l’Azienda Sanitaria Melegnano-Martesana abbiamo realizzato un corso di formazione nel 2020 articolato in 8 incontri di 2 ore ciascuno con successive supervisioni. Le proposte utilizzano il corpo come dimensione di apprendimento. Verbale, non verbale, paraverbale e cura del setting vengono rivisitati al servizio del paziente e del professionista nella presa in carico del paziente e nel rispetto di se stessi. PAROLE CHIAVE telemedicina; telesalute; relazione; formazione; virtuale.
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Cavicchioli, Giorgio, and Luciana Bianchera. "Ospiti o nemici? Esperienze nei gruppi di formazione e di supervisione degli operatori che si occupano di accoglienza dei migranti." GRUPPI, no. 1 (October 2020): 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2020oa10479.

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Abstract:
Il testo prende in considerazione e cerca di integrare il compito di ospitalità dei migranti nei centri di accoglienza e i processi formativi gruppali che accompagnano questo lavoro. Nello svolgimento dello scritto, si analizzano difficoltà, difese e fenomeni che appaiono in questi setting, con particolare attenzione alle dinamiche e ai processi gruppali, sia nella vita comunitaria che nei contesti di formazione e supervisione degli operatori dell'accoglienza. Nelle riflessioni che seguono, così come nelle metodologie applicate sul campo, si ricerca una integrazione possibile tra psicoanalisi operativa, facendo riferimento soprattutto alle opere di Pichon-Rivière e Bleger, approccio gruppale e alcuni elementi della scuola etnopsichiatrica.
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Niccolucci, Franco. "4CH: un progetto per sviluppare le applicazioni e le competenze digitali per la gestione del patrimonio culturale." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 161–67. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00045.

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Abstract:
L’articolo descrive il progetto europeo 4CH – Centro di Competenza per la conservazione del patrimonio culturale. Il progetto, coordinato da INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare attraverso la sua rete di laboratori CHNet, realizzerà un Centro che metterà a disposizione di operatori e istituzioni tecnologie scientifiche e digitali avanzate per la conservazione e il restauro, in particolare l’uso di modelli 3D. Le metodologie e tecnologie saranno documentate e rese disponibili, insieme a standard e buone pratiche, su una base digitale della conoscenza. Saranno inoltre creati strumenti di formazione e di aggiornamento. Il Centro di Competenza europeo si articolerà attraverso una rete di Centri nazionali, e insieme contribuiranno a realizzare la trasformazione digitale del settore dei beni culturali.
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Lanzo, Alessandra, Giuseppe Quintaliani, and Anna Colaci. "Medici e pazienti sul web." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 2 (June 25, 2014): 192–95. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.887.

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Abstract:
Il web 2.0 e i nuovi media stanno progressivamente facendo la loro comparsa in campo medico. Da più parti i feed RSS, i podcast, i blog, i wiki, i social network, le on-line community e i social media, grazie alla loro semplicità d'uso e alla rapidità con la quale si stanno diffondendo, vengono indicati come strumenti innovativi per la formazione di medici, operatori sanitari, infermieri e studenti di medicina e per il loro continuo aggiornamento. L'articolo illustra le applicazioni dei principali strumenti del web 2.0 e dei social media in nefrologia e come tali strumenti stiano trasformando il modo di aggiornarsi in rete dei medici, in particolare nefrologi, e dei sanitari tutti, oltre a sottolineare come la comunicazione stia diventando sempre più un sistema di management integrato. (Clinical_Management)
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Onnis, Luigi, Walter Galluzzo, Marco Bernardini, Cristina D'Onofrio, and Marta Fojanesi. "La psicoterapia come fattore di prevenzione. Una prospettiva sistemica." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2012): 31–47. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001003.

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Abstract:
In questo articolo, gli Autori definiscono dapprima il concetto di prevenzione, alla luce dei criteri recentemente proposti da una "scienza della prevenzione". Prendono poi in considerazione le potenzialitŕ preventive della psicoterapia, in particolare quella sistemica, specialmente nell'arrestare l'evoluzione cronica della sofferenza psichica. Sotto questo profilo si sottolinea l'importanza dell'intervento dell'operatore che puň diventare "fattore di rischio" oppure "fattore protettivo" nei confronti della situazione di disagio con cui si confronta. A conferma dell'efficacia preventiva della psicoterapia vengono sinteticamente presentate alcune ricerche: quella del CNR sulla prevenzione delle malattie mentali, e quelle di Onnis e coll. sulla prevenzione della cronicitŕ dall'asma infantile, e dell'anoressia e bulimia dell'adolescenza. Si sottolinea, infine, l'importanza della formazione psicoterapeutica degli operatori, per una efficace programma di prevenzione del disagio psichico cronico, specialmente nel contesto dei servizi pubblici.
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Guido, Alpa. "Responsabilitŕ sociale dell'impresa, enti non profit, etica degli affari." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 199–227. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002001.

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Abstract:
Č variegato lo scenario nel quale sta evolvendo la "responsabilitŕ sociale dell' impresa", un'idea, poi trasformatasi in corrente intellettuale e in iniziative di natura culturale ed istituzionale, che vede protagonisti le imprese, le categorie professionali, le Amministrazioni pubbliche, larghi strati della societŕ civile nonché Governi e Parlamenti. La responsabilitŕ sociale impegna gli operatori economici a valutare - nell'ambito di uno "sviluppo sostenibile" - gli effetti dell'attivitŕ economica sui suoi destinatari e sull'ambiente, e a contribuire alla formazione di un'etica sociale: l'ente organizzato in forma collettiva - corporate, come suona la formula importata dal mondo anglo- americano - č chiamato a prender consapevolezza della dimensione sociale dello sviluppo in cui si confrontano e si contemperano esigenze economiche ed esigenze della collettivitŕ e a recare il proprio contributo alla tutela di diritti e interessi individuali e collettivi sui quali si ripercuotono le scelte, i comportamenti, le strategie dell'agire economico. Č una delle risposte - tra le molte che si potrebbero dare - al progressivo sgretolamento dello Stato sociale, alle aggressioni all'ambiente, alla creazione dei bisogni consumistici, alla precarietŕ del lavoro, alla opacitŕ dei rapporti negoziali, alla ingovernabilitŕ della globalizzazione dei mercati. Questa risposta riposa sul contributo volontario degli operatori e si colloca dunque in uno spazio che va al di lŕ di ciň che ad essi č richiesto dagli obblighi imposti dalla legge.
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Vigorelli, Marta. "Il trauma individuale nel trauma collettivo. Stare con il dolore estremo di chi cura." PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no. 2 (November 2020): 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002005.

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Abstract:
Dopo una sintetica descrizione del contesto psicosociale di grave emergenza Covid-19 in Lombardia (Italia), il contributo si focalizza su alcuni interrogativi che aprono alla psicoterapia psicoanalitica uno spa-zio di riflessione e di lavoro sul tema di come occuparci di chi si pren-de cura (helping professions), e di come stare con il dolore del soccor-ritore e del terapeuta, immersi in un trauma collettivo. A partire dalla formazione clinica psicoanalitica istituzionale, in dialogo con i contri-buti della psicologia dell'emergenza, si presentano i percorsi psicotera-peutici con due operatori sanitari - una responsabile di una struttura per anziani e un giovane medico specializzando ? che hanno fatto emergere una particolare condensazione traumatica articolata su più li-velli: quello individuale soggettivo che ha colpito i pazienti, ma anche la vita personale della terapeuta, quello legato all'emergenza sanitaria con le drammatiche connessioni sociali e politiche, ma anche il trauma di loro come curanti, e quello dei loro pazienti e delle loro famiglie. Il lavoro clinico, tempestivo e flessibile si intreccia con le vicissitudini del contesto lavorativo di questi operatori coinvolti direttamente con la pandemia, favorendo la loro resilienza individuale e una capacità di intervenire in modo trasformativo su se stessi e sui contesti di cura.
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Palumbo, Mauro, and Sonia Startari. "La valutazione e la certificazione delle competenze nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnico Superiore (IFTS) della Regione Liguria." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 50 (December 2012): 109–25. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050007.

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Abstract:
Il contributo intende descrivere l'esperienza di un progetto pilota della Regione Liguria sulla "creditizzazione" e la valutazione delle competenze acquisite nei percorsi di Istruzione Formazione Tecnico Superiore (IFTS). Tale sperimentazione ha comportato una riflessione con diversi stakeholder del mondo della scuola, della formazione professionale e delle imprese, sul concetto di competenza e di credito formativo e, soprattutto, sul come connetterli in un processo di riconoscimento e valutazione. I contenuti e le metodologie sono stati sviluppati in modo partecipato e la stessa partecipazione ha comportato la messa in discussione del modo in cui fino a quel momento i vari soggetti avevano operato e dei diversi significati che attribuivano ai diversi concetti implicati. In una prospettiva sperimentale sono stati affrontati alcuni dei principali problemi relativi alla costruzione e alla messa in pratica di una metodologia di valutazione e riconoscimento delle competenze e dei crediti; in questo modo si č pervenuti a definizioni convergenti che hanno permesso di mettere a sistema un modello condiviso, frutto di un vero e proprio reframing dei processi attivati. Infatti, il lavoro comune finalizzato alla condivisione di modelli e metodologie ha prodotto un consenso sul piano operativo che ha generato anche un lessico e una sintassi comune e una rivisitazione delle concettualizzazioni implicite con cui gli operatori si erano fino a quel momento accostati a questi temi.
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Giampaolo, Mario. "Riflessioni sulle prospettive di formazione per gli operatori dei centri di accoglienza per richiedenti asilo in Italia." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2016): 109–25. http://dx.doi.org/10.3280/erp2016-002008.

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Ongari, Barbara. "Introduzione. Forum: La collaborazione tra università ed operatori dei servizi educativi come ambito ecologico di ricerca e formazione." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (January 2014): 467–71. http://dx.doi.org/10.3280/rip2013-003004.

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D’Ugo, D., A. Cambieri, L. Mascellari, and F. Berloco. "Organizzazione e management per la qualità totale della prestazione sanitaria." Medicina e Morale 45, no. 2 (April 30, 1996): 251–70. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.914.

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Abstract:
Uno dei temi di maggiore interesse ed attualità in ambito sanitario è la necessità di conciliare l’attenzione verso le esigenze assistenziali della popolazione con il contenimento dei costi, di per sé in crescita costante e per molti aspetti incontrollabile. Questa sfida è stata sino ad oggi solo in parte raccolta dal nostro Sistema Sanitario, anche a causa di una incompleta ed inadeguata formazione degli operatori su tali tematiche. Nondimeno, le ricerche finalizzate ad un più razionale utilizzo delle risorse disponibili sono sempre più numerose ed - ovviamente - coinvolgono direttamente i clinici. Tra gli aspetti indagati frequentemente vi è quello che concerne l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri. Muovendo da queste considerazioni gli Autori hanno voluto analizzare i margini di azione entro cui è possibile impostare seri programmi di tutela dei bisogni collettivi di salute che soddisfino sia le esigenze di una maggiore qualità delle prestazioni sanitarie - anche attraverso soluzioni organizzative alternative rispetto al ricovero tradizionale - sia i necessari requisiti di eticità, secondo la visione morale personalistica.
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Molini, E., M. C. Cristi, R. Lapenna, L. Calzolaro, E. Muzzi, E. Ciciriello, A. Della Volpe, E. Orzan, and G. Ricci. "Raccomandazioni per perfezionare i programmi regionali di screening uditivo neonatale universale in Italia." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 10–14. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1072.

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Abstract:
L’obiettivo dello screening uditivo neonatale universale è di ottenere una diagnosi precoce di ipoacusia congenita. Non appena confermata la perdita uditiva, è necessario intervenire dal punto di vista riabilitativo. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di professionisti appartenenti a centri di terzo livello con un programma regionale di screening uditivo neonatale, ha analizzato i limiti e i punti di forza dell’attuale impostazione dei programmi regionali di screening uditivo neonatale mediante l’analisi SWOT e la realizzazione di una matrice TOWS. Alcune criticità sono rappresentate dalla copertura dello screening e dal numero di persi allo screening. Sono state sviluppate raccomandazioni volte a migliorare l’efficacia di tali programmi. Sono emerse la necessità di una regolamentazione uniforme dei programmi di screening a livello regionale e nazionale, e il bisogno di ricevere informazioni e formazione aggiornate, di alta qualità, e condivise per familiari e operatori.
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Spera, Mariangela, Elisa Colě, and Antonella Rissotto. "La Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma: un'esperienza di ricerca-intervento in contesto sociosanitario." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 191–207. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002011.

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Abstract:
Il progetto di "Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma", realizzato dall'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2004 su incarico del Dipartimento alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma. La ricerca-intervento realizzata rappresentava una risposta alle diverse esigenze: dell'Ente Locale, che sentiva la necessitŕ di dotarsi di strumenti di valutazione, e dei Servizi, che soffrivano una condizione di isolamento rispetto al contesto istituzionale e territoriale. Il progetto, frutto della dialettica tra i diversi, ha coinvolto numerosi attori dei 26 Centri Diurni romani e ha previsto la realizzazione di attivitŕ relative a: qualitŕ, organizzazione, rappresentazioni sociali, progettazione delle attivitŕ, formazione. Nell'articolo sono descritte le fasi di sviluppo del progetto ed evidenziati alcuni aspetti, come ad esempio il coinvolgimento attivo di operatori e responsabili nelle attivitŕ di ricerca; i cambiamenti attivati nel lavoro dei Centri Diurni; la ridefinizione del ruolo e delladell'Ente Locale. Sono inoltre proposte alcune riflessioni metodologiche.
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Cavicchi, Ivan. "Oltre la 180. Beyond the Italian Law no. 180/1978 on psychiatric reform." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2022): 571–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-004004.

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Abstract:
La crisi del sistema della salute mentale non è spiegata in modo unanime. Sono descritti due approcci, "denotativo" e "connotativo", sulla cui base vengono sviluppate due tesi definite "sinfonia incompiuta" e "oltre la 180". La prima rimanda a un processo riformatore incompleto che ha generato aporie, contraddizioni, fallacie e paradossi con cui molti psichiatri identificano vari fattori tra cui i seguenti: il cambio della domanda, i "difetti di fabbrica" della Legge 180/1978, i problemi dei Servizi, il difficile rapporto tra pubblico e privato, la pseudo-manicomialità, la mancata lotta allo stigma, lo stress degli operatori, la carenza di formazione, le risorse limitate. Il loro "effetto depot", rilasciando e amplificando altre criticità, conduce a una minore credibilità legata a un basso "valore percepito" dei risultati, e testimonia una crisi epistemica legata al mutare dell'ideologia originaria che non ha potuto trasformarsi in scienza per l'arrestarsi di un processo riformatore che portasse oltre la Legge 180.
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Cipressa, Salvatore. "La professione infermieristica: considerazioni etico-deontologiche." Medicina e Morale 52, no. 2 (April 30, 2003): 283–97. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.671.

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Abstract:
Per qualificare il servizio sanitario e per mantenere un buon livello di professionalità degli operatori sanitari sono necessari sia strumenti tecnicoscientifici, sia una adeguata formazione etico-culturale, che faccia riferimento ad una antropologia cristianamente fondata, che possiamo definire personalista. Si richiede che si abbia una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione che “non è solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna”. Nell’articolo – facendo riferimento a questo modello antropologico – l’Autore delinea alcuni atteggiamenti e comportamenti morali che caratterizzano la professione infermieristica e tracciano l’identità e la figura professionale dell’infermiere. Ne segue che l’infermiere vive con umiltà e correttezza la sua professione, contribuisce a umanizzare l’assistenza sanitaria, considera l’ammalato una persona da amare, ama la vita e si pone a servizio di essa, si impegna in una formazione permanente e collabora con l’équipe medica. Egli è il buon samaritano dei nostri giorni, che si ferma accanto all’uomo ferito, facendosi suo “prossimo” nella carità (cf. Lc 10, 29-37). Nel suo rapporto professionale, l’infermiere è chiamato ad instaurare con la persona ammalata una relazione di aiuto vera, competente e terapeutica. Tale relazione costituisce l’essenza della professione infermieristica ed è una relazione particolare di natura etica, che possiamo definire “un incontro tra una fiducia e una coscienza. La ‘fiducia’ di un uomo segnato dalla sofferenza e dalla malattia e perciò bisognevole, il quale si affida alla ‘coscienza’ di un altro uomo che può farsi carico del suo bisogno e che gli va incontro per assisterlo, curarlo, guarirlo”. Per l’infermiere a cui sta a cuore il perfetto esercizio della professione infermieristica, Gesù Cristo è il modello etico-deontologico di riferimento per testimoniare la carità, che ha nella cura e nell’assistenza dei malati la sua peculiare espressione. Esercitando la sua professione con scienza e coscienza, l’infermiere esprime e testimonia la carità di Cristo.
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