Academic literature on the topic 'Opera modelle'

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Journal articles on the topic "Opera modelle"

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Santoro, Carlo M. "MODELLI DI SICUREZZA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no. 1 (April 1988): 3–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017251.

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Abstract:
IntroduzioneL'impiego di modelli consente di ordinare concettualmente una teoria, oppure una pre-teoria, nel senso che per le sue caratteristiche di rappresentazione schematica (e talvolta anche grossolana) della realtà facilita l'identificazione di tutti gli elementi necessari alla sua impostazione. D'altra parte opera un raccordo fra classi o idealtipi la cui affinità affiora indirettamente, per metodo comparativo, proprio nel quadro della loro diversità. Infine, attraverso la loro potenza esplicativa, per le proprietà di raffigurare una teoria, nonché per la loro semplicità, riduzione di scala, e omissione dei dettagli, i modelli possono far da crocicchio, ovvero da intersezione, anche in seno all'analisi delle Relazioni Internazionali.
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Melai, Fabrizio. "Sul significato del "platonismo" di PeramÀs nel suo Commentarius (1793)." SOCIETÀ E STORIA, no. 134 (February 2012): 673–88. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-134002.

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Abstract:
Nella sua opera De vita et moribus tredecim virorum Paraguaycorum (1795), l'ex gesuita paraguaiano José Manuel Peramás inserě un Commentarius in cui stabiliva un paragone fra le famose missioni del Paraguay e lo stato utopico di Platone. Questo fatto ha contribuito molto alla fama dello scritto di Peramás e alla sua fortuna in anni recenti. Con questo saggio, l'autore dimostra che il Commentarius si inseriva in un contesto italiano che vedeva il risveglio dell'interesse per le opere politiche di Platone, che Peramás aveva studiato in Spagna, presso l'UniversitÀ di Cervera, alla scuola dell'umanista Finestres. Analizzando poi il contenuto del Commentarius, l'autore ne sottolinea gli aspetti apologetici, che rimandano alle opere di Domingo Muriel, ultimo Provinciale del Paraguay. Peramás voleva infatti contrapporre il modello politico delle Missioni del Paraguay alle realizzazioni della Rivoluzione in Francia, usando l'utopia platonica per riaffermare una politologia tradizionale, con sostanziali legami con la filosofia della Seconda Scolastica, specialmente Francisco Suárez.
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Steude, Wolfram. "Zur Vorgeschichte der "Madrigalischen Kantate" Erdmann Neumeisters." Schütz-Jahrbuch 23 (August 24, 2017): 43–53. http://dx.doi.org/10.13141/sjb.v2001902.

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Abstract:
Auf Erdmann Neumeister (1671-1756), einen als Theologe markanten Vertreter der lutherischen Spätorthodoxie und gewandten Poeten, geht textlich die Gattung der aus Rezitativen und Arien (später auch Chören und Choralstrophen) gebildeten madrigalischen Kirchenkantate zurück. Neumeisters Kreation baut auf der Leistung des Dresdner Hofmusikers, Komponisten und Poeten Constantin Christian Dedekind (1628-1715) auf, der in zwei Anhängen an geistliche Opernlibretti 1670 und 1676 schon fertige Modelle solcher Kantaten veröffentlicht hatte. Die Herkunft dieses Modells aus der Barockoper des 17. Jahrhunderts wird durch Dedekinds eigene, bisher unbekannte Produktion von mindestens 12 geistlichen Opern unterstrichen. (Autor) Quelle: Bibliographie des Musikschrifttums online
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Palazzani, Laura. "La formazione in Bioetica: modelli e contenuti." Medicina e Morale 47, no. 1 (February 28, 1998): 119–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.842.

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Abstract:
Il problema della formazione in bioetica è estremamente delicato e complesso e presenta due tipi di difficoltà, una di fatto, l’altra di principio. La difficoltà fattuale è legata alla giovane età di questa disciplina e, conseguentemente, alla mancanza di modelli consolidati di insegnamento; le difficoltà teoriche sono, invece, strettamente legate al carattere interdisciplinare (confronto e dialogo tra discipline diverse) e al pluralismo teoretico e pratico (pluralità di concezioni morali e giuridiche) che costituiscono la peculiarità della bioetica. La domanda che l’Autrice si pone è: quale formazione in bioetica? E soprattutto chi, come, quando, formare in bioetica? Ma soprattutto chi formare in bioetica? Occorre prima di tutto individuare i discenti ed operare una distinzione tra una formazione che tende al generale (ed è quindi diretta a tutta la società) e una formazione che tende allo specifico (rivolta a chi opera nel settore socio-sanitario e a chi non opera direttamente o indirettamente nella sanità). Il come formare in bioetica riguarda invece tre settori: il sapere (conoscenza dettagliata della ricerca scientifica e della tecnologia, applicata alla biologia e alla medicina, della struttura socio-sanitaria, della teologia e della filosofia), il saper fare e il saper essere (è importante sapersi calare dal piano teorico-conoscitivo a quello applicativo ed esperienziale, sia dell’agire, sia dell’essere). La questione del quando formare in bioetica non è stata ancora risolta. Anche quella del chi forma in bioetica è ancora in fase di sperimentazione: sarebbe auspicabile una équipe di docenti di materie diverse ma interagenti.
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Meghnagi, David. ""Le parole per dire". Trauma e scrittura nell'opera di Primo Levi." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 39–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002003.

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Abstract:
La formazione scientifica di Levi, col suo linguaggio chiaro e lontano "dal linguaggio del cuore", la tensione morale dei suoi scritti, hanno offerto una combinazione unica di elementi psicologici, stilistici e formali nel dare corpo a una delle opere piů significative di testimonianza che sia mai stata scritta sull'esperienza dei Lager. Per dare fondamento alla testimonianza, Primo Levi fa ricorso a un modello dantesco. Il suo attraversamento di un inferno reale č descritto attraverso una discesa dove l'internamento di Fossoli funge da limbo. Quando le parole di Dante non son in grado ad assolvere il compito, egli ricorre al linguaggio della Bibbia da cui fa sprigionare scintille. La lingua "marmorea" di Levi, la sua prosa asciutta e chiara, hanno una funzione allo stesso tempo etica e letteraria. Collocare Levi in una zona limite posta tra la letteratura vera e propria e l'attivitŕ di testimone, ha contribuito a occultare e rimuovere il problema della responsabilitŕ degli scrittori di fronte ai problemi piů inquietanti del nostro piů recente passato Per molti anni č sfuggito ai piů che "Se questo č un uomo" č un testo letterario oltre che un trattato filosofico antropologico su un'esperienza estrema che l'autore non ha smesso di rivisitare. Sotto questo aspetto il concetto di zona grigia, che nell'ultima sua opera occupa uno spazio dilatato rispetto alla sua prima opera, ha per Levi un valore euristico che oltrepassa la descrizione del comportamento umano in situazioni limite. La zona grigia di Levi assume nell'ultima opera di Levi il significato di un potente strumento conoscitivo che in un duplice gioco di specchi collega la ricerca di Levi alla monumentale ricerca storica di Hilberg alle riflessioni della Arendt e agli esperimenti di Stanley Milgram sull'obbedienza all'autoritŕ.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore, and Rosa Bruna Dall'Agnola. "Modelli concettuali di qualità della vita." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (March 1999): 12–15. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000332.

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Abstract:
Lo studio della qualità della vita nei pazienti affetti da disturbi mentali risale ai primi anni '80 (Malm et al., 1981; Lehman et al., 1982; Lehman, 1983; Baker & Intagliata, 1982; Bigelow et al., 1982). Negli stessi lavori compare per la prima volta un tentativo di riflessione teorica sul concetto di qualità della vita in psichiatria: un elemento condiviso dagli autori che si sono occupati di qualità della vita in quel periodo è il superamento delle tradizionali misure legate alla malattia (sintomi, compromissione, disabilità) per includere nell'indagine l'esperienza che il paziente ha della propria condizione di vita; tuttavia, vi sono notevoli differenze tra i vari autori nella concettualizzazione del rapporto tra le condizioni obiettive di vita e la loro percezione soggettiva e circa i fattori che influenzano questa relazione. Descriveremo di seguito alcuni modelli di qualità della vita facendo riferimento alla recente opera di Katschnig et al. (1997).
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Pace, Valentino. "Skulptura u grckom maniru na franackom Mediteranu - ikona Majke Bozije sa Detetom u manastiru Pohoda Marijinog u Trevizu." Zbornik radova Vizantoloskog instituta, no. 44 (2007): 325–31. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0744325p.

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Abstract:
(italijanski) Il Monastero della Visitazione di Treviso conserva un?icona che vi e giunta da Venezia nel XVII secolo. Non si hanno informazioni sulla sua originaria provenienza o sul suo committente. Datata, da analisi al carboonio 14, effettuate durante il restauro, a un?eta assai alta, tra il 664 e l?886 essa e stata pubblicata di recente come opera bizantina di eta macedone venendo anche identificata con la Vergine 'Ikokyra' di Costantinopoli: In questo articolo si ritiene invece che l?icona sia un tipico prodotto della cultura 'franca' di area mediterranea: All?imitazione di normativi modelli bizantini si congiungono infatti espressioni formali originate in occidente e confrontabili con opere, fra le quali la pala di Santa Chiara ad Assisi tardoduecentesca, simile per l?impostazione spaziale della figura 'iconica' stretta fra le colonnette. Altri confronti di dettaglio confermano la plausibilita di una data duecentesca, comunque non ateriore al 1200 circa. Il suo luogo d?origine puo essere stato un centro mediterraneo di dominio 'franco' o veneziano, non potendosi tuttavia nemmeno escludere del tutto una sua esecuzione a Venezia stessa.
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Vidu, Adonis. "Opera Trinitatis Ad Extra and Collective Agency." European Journal for Philosophy of Religion 7, no. 3 (September 23, 2015): 27–47. http://dx.doi.org/10.24204/ejpr.v7i3.103.

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Abstract:
This paper assesses the viability of the model of ‘collective action’ for the understanding of the doctrine of the inseparability of trinitarian operations, broadly conceived within a Social-Trinitarian framework. I argue that a ‘loose’ understanding of this inseparability as ‘unity of intention’ is insufficiently monotheistic and that it can be ‘tightened’ by an understanding of the ontology of triune operations analogically modelled after collective actions of a ‘constitutive’ kind. I also show that attention to the ‘description relativity of action ascriptions’ can potentially move us beyond the impasse of the doctrine of appropriation. Finally, I respond to potential objections.
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Desideri, Fabrizio. "Ontologie statiche e dinamiche. Danto vs. Goodman (e oltre)." PARADIGMI, no. 2 (July 2010): 25–42. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002003.

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Abstract:
Sul problema dell'ontologia dell'opera d'arte si confrontano oggi un approccio essenzialista, che mira a definire le proprietŕ invarianti di ogni opera, e un approccio funzionalista secondo il quale le proprietŕ dell'opera, sono contingenti e dipendono da pratiche simboliche. L'ontologia statica, intensionalista e descrittivistica del primo approccio č ben esemplificata dalla posizione di A. Danto; l'ontologia dinamica, estensionalista e costruttivistica del secondo approccio, da quella di N. Goodman. Dopo una critica diretta principalmente alla posizione di Danto, l'Autore propone una definizione di opera d'arte capace di superare la contrapposizione tra i due modelli.
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Pasquino, Gianfranco. "Il Modello Westminster." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 3 (December 2002): 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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Abstract:
L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Dissertations / Theses on the topic "Opera modelle"

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Melander, Viksten Albertina. "Att vara sitt instrument : Uppvärmningens betydelse för röstutveckling; strategier och modeller." Thesis, Luleå tekniska universitet, Institutionen för konst, kommunikation och lärande, 2020. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:ltu:diva-79139.

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Abstract:
Hittills under mina år av sång-studier har jag haft svårt att motivera mig till och prioritera den vokala uppvärmningen. Trots en medvetenhet om dess betydelse har den tid den tagit snarare stressat mig och jag har känt att den varit en del av övningspasset jag snabbt ville ta mig igenom. För att öka min motivation och kunskap valde jag att i detta arbete fördjupa mig i den vokala uppvärmningen. Mitt syfte var främst att undersöka hur stor betydelse den har för kvaliteten på övningspasset samt hur den kan bidra till min möjlighet att hitta och forma min röst.  I det här arbetet har jag valt att studera sångpedagogen Bo Rosenkulls kategorisering av vokal uppvärmning. Det har blivit ett verktyg som hjälpt mig strukturera vilka delar en ”optimal” vokal uppvärmning bör innehålla. Utifrån dessa kategorier har jag provat olika uppvärmningsövningar och utvecklat uppvärmningen till att värma hela kroppen. Inte bara rösten som tidigare. Slutsatsen är att en grundlig vokal uppvärmning har stor effekt på resten av övningspasset och är en viktig del i arbetet att bygga och forma instrumentet rösten. I detta arbete upplever jag att uppvärmningsövningarna haft stor effekt men det krävs en längre undersökningsperiod för att se exakt hur stor.  Jag har också upptäckt att det finns många olika sätt att värma upp på och att det finns mycket kvar för mig att fördjupa mig i.
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Tonin, Talita <1989&gt. "Valutazione di opere cinematografiche: metodi a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10726.

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GUARDINCERRI, PATRIZIA. "Didattica e teoria dell'apprendimento nelle opere di Renzo Titone." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1370.

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Abstract:
La presente ricerca desidera investigare il pensiero didattico del professor Renzo Titone, studioso di levatura internazionale che operò più assiduamente negli Stati Uniti e in Italia. Il discorso maggiormente noto di Titone si articola nel vasto campo della linguistica, intesa nell’accezione più ampia che è possibile attribuirle. Ma l’originalità del nostro trascende questa disciplina, pur applicandosi ad essa, in quanto egli cercò un modello che potesse funzionare universalmente nel processo di insegnamento-apprendimento, un modello universale che spiegasse il processo di apprendimento di ogni individuo e fondasse così il procedere dell’insegnamento, un modello matetico che fondasse la didattica, un modello sia analitico di tipo diagnostico sia operativo applicabile alla didassi.
The objective of this research is to investigate Renzo Titone’s didactic theory. Titone was a famous international professor for a long time, from 1960 to 2000. One of Titone’s foundamental points, that this research would like to illuminate, is a general didactic theme; actually at present Titone is more famous for his psycholinguistic studies, but he worked a lot in the field of general didactic and education. The results could illuminate a man who innovated the didactic view in the past and who can also innovate it in the present.
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Zocca, Gian Luca. "Analisi, interpretazione e restituzione digitale di un modello semantico: Palazzo Lante, ex-Orsini, ad opera di Giuliano da Sangallo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13610/.

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Abstract:
La tesi si propone di analizzare, interpretare e restituire digitalmente Palazzo Lante, ex-Orsini, ad opera di Giuliano da Sangallo. Infatti, tramite l'approfondimento del contesto storico-urbano dell'area e dello stato di fatto attuale, si è potuto comprendere meglio l'edificio che ha subito nel corso dei secoli numerose variazioni. Nella fase di interpretazione, poi, si sono potuti individuare gli elementi originali progettati dal Sangallo, approfondendo, a seguire, le fonti archivistiche ,quali schizzi, riferimenti progettuali e rilievi, al fine di ricostruire una grammatica architettonica che potesse essere replicata in un modello ideale in linea col linguaggio architettonico di Giuliano da Sangallo. In conclusione, seguendo il lessico compositivo dell'architetto, si è operato, creando una libreria di elementi originali del palazzo, con i quali si è potuto ricostruire un modello fedele all'idea iniziale dell'artista, per poi sviluppare ulteriori ipotesi di variazioni progettuali che avrebbe potuto operare Sangallo.
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Zanatta, Valentina <1989&gt. "La tutela delle opere di industrial design tra registrazione di modello, diritto d'autore e concorrenza sleale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3906.

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Abstract:
La seguente tesi si soffermerà sulle tipologie di tutela di cui un prodotto di design può usufruire. Nel nostro Paese, il design ha rivestito un ruolo fondamentale nel passato e, ancora oggi, ha un’incidenza dal punto di vista culturale, industriale, sociale, e, infine, naturalmente economico. Assodata l’influenza che il design ha nel consumatore durante la scelta di un prodotto, dopo un breve excursus sulla storia del design e un cenno alla situazione comunitaria e internazionale, saranno analizzate dettagliatamente le singole discipline ovvero i disegni e modelli, i marchi di forma, la concorrenza sleale e il diritto d’autore. Seguiranno quindi tre capitoli interamente dedicati ad esse in cui emergeranno i punti forti di ciascuna disciplina e i rispettivi limiti. Verranno analizzate le effettive possibilità che hanno i prodotti di design, e gli autori delle stesse, di ricevere una tutela valida e duratura. Quindi, verrà trattata la possibilità per questi prodotti di godere del cumulo di più tutele. Si concluderà con l'ultimo capitolo che oltre a chiudere e riassumere quanto detto e fatto, proporrà dei casi pratici e delle sentenze riguardanti prodotti di design che hanno potuto godere di alcune di queste tutele. Al di là delle singole sentenze, questi due casi saranno utili per evidenziare l’attuale propensione dei legislatori e dei giudici a concedere tutela alle opere di industrial design, e per tracciare un quadro completo dell’orientamento giuridico italiano che, pur con qualche incertezza, è arrivato oggi a tutelare e difendere dalla contraffazione i prodotti di design e, quindi, l’economia italiana.
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Muscolino, Elena. "Studio parametrico del comportamento di opere di sostegno flessibili mediante modellazione numerica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2068/.

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Abstract:
Oggetto di questa tesi è lo studio parametrico del comportamento di paratie mediante modellazione numerica agli elementi finiti. Si è anche analizzato l’aspetto normativo relativo ad esse ed in particolare si è applicato il D.M. 2008 ad una paratia sottolineando le innovazioni nella progettazione geotecnica. Le paratie sono opere di sostegno flessibili interagenti con i fronti di scavo e costituite da una porzione fuori terra, soggetta a condizioni di spinta attiva, e una porzione interrata che contrappone la resistenza passiva del terreno. Le opere di sostegno flessibile si dividono in due categorie: diaframmi e palancole che differiscono molto fra loro sia per il materiale con cui sono realizzate, sia per la tecnica di messa in opera, sia per la geometria, ma hanno in comune il meccanismo di funzionamento. Sono stati illustrati i metodi di calcolo per lo studio delle paratie: metodi dell’equilibrio limite a rottura, metodi a molle e metodi agli elementi finiti. I metodi agli elementi finiti negli ultimi anni hanno avuto maggior successo grazie alla possibilità di definire il modello costitutivo sforzi-deformazioni, le condizioni al contorno e le condizioni iniziali. Esistono numerosi programmi di calcolo che si basano sul metodo agli elementi finiti, tra i quali è da annoverare il programma Plaxis che viene molto usato grazie alla presenza di vari modelli costitutivi in grado di simulare il comportamento del terreno. Tra i legami costitutivi presenti nel programma Plaxis, sono stati presi in esame il modello Mohr-Coulomb, l’Hardening model e il Soft Soil Creep model e sono poi stati applicati per eseguire uno studio parametrico del comportamento delle paratie. Si è voluto comprendere la sensibilità dei modelli al variare dei parametri inseriti nel programma. In particolare si è posta attenzione alla modellazione dei terreni in base ai diversi modelli costitutivi studiando il loro effetto sui risultati ottenuti. Si è inoltre eseguito un confronto tra il programma Plaxis e il programma Paratie. Quest’ultimo è un programma di calcolo che prevede la modellazione del terreno con molle elasto-plastiche incrudenti. Il lavoro di tesi viene illustrato in questo volume come segue: nel capitolo 1 si analizzano le principali caratteristiche e tipologie di paratie mettendo in evidenza la complessità dell’analisi di queste opere e i principali metodi di calcolo usati nella progettazione, nel capitolo 2 si è illustrato lo studio delle paratie secondo le prescrizioni del D.M. 2008. Per comprendere l’argomento è stato necessario illustrare i principi base di questo decreto e le caratteristiche generali del capitolo 6 dedicato alla progettazione geotecnica. Le paratie sono poi state studiate in condizioni sismiche secondo quanto previsto dal D.M. 2008 partendo dall’analisi degli aspetti innovativi nella progettazione sismica per poi illustrare i metodi pseudo-statici utilizzati nello studio delle paratie soggette ad azione sismica. Nel capitolo 3 si sono presi in esame i due programmi di calcolo maggiormente utilizzati per la modellazione delle paratie: Paratie e Plaxis. Dopo aver illustrato i due programmi per comprenderne le potenzialità, i limiti e le differenze, si sono analizzati i principali modelli costituitivi implementati nel programma Plaxis, infine si sono mostrati alcuni studi di modellazione presenti in letteratura. Si è posta molta attenzione ai modelli costitutivi, in particolare a quelli di Mohr-Coulomb, Hardening Soil model e Soft Soil Creep model capaci di rappresentare il comportamento dei diversi tipi di terreno. Nel capitolo 4, con il programma Plaxis si è eseguita un’analisi parametrica di due modelli di paratie al fine di comprendere come i parametri del terreno, della paratia e dei modelli costitutivi condizionino i risultati. Anche in questo caso si è posta molta attenzione alla modellazione del terreno, aspetto che in questa tesi ha assunto notevole importanza. Dato che nella progettazione delle paratie è spesso utilizzato il programma Paratie (Ceas) si è provveduto ad eseguire un confronto tra i risultati ottenuti con questo programma con quelli ricavati con il programma Plaxis. E’ stata inoltra eseguita la verifica della paratia secondo le prescrizioni del D.M. 2008 dal momento che tale decreto è cogente.
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Cadelo, Maria <1987&gt. "Modelli femminili di beneficenza a confronto nell'eta dell'emancipazione ebraica: le opere pie di Roma e di Torino." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9323/1/tesi_Cadelo.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro ripercorre la vicenda storica di alcuni istituti di beneficenza, operanti a Roma e a Torino tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, attraverso le carte di archivi rimasti finora inesplorati. L’attenzione è stata posta sul ruolo femminile, risultato determinante nell’improntare l’attività di tali enti. L’esclusione della donna dalla vita comunitaria sancita dalla tradizione, non impedì che durante la fase dell’emancipazione delle minoranze religiose, vi fosse una graduale ridimensionamento della tradizionale separazione dei ruoli. Questo aspetto è da porsi in rapporto con la necessità spesso avvertita dalla donna di contribuire al sostentamento economico del nucleo familiare. L’incremento della povertà fu motore anche dell’iniziativa delle donne borghesi che vennero coinvolte sempre più frequentemente in attività filantropiche, pertanto dimensione lavorativa e attività di beneficenza furono i sentieri privilegiati a partire dai quali il femminile fece il proprio ingresso nella dimensione sociale. La storia delle istituzioni, ricostruita principalmente attraverso i Pinqasim, si inquadra in un sistema reticolare di beneficenza che assume una particolare valenza nella fase successiva all’emancipazione ebraica. Il modello filantropico sotteso all’intervento educativo, incorpora il tradizionale concetto di tzedakah, ma assolve anche alla funzione cruciale di preservare il legame di coesione tra i membri interni della comunità. La storia delle associazioni costituisce un punto di partenza per comprendere la situazione economica e sociale delle università romana e torinese e dei suoi complessi rapporti con la realtà esterna.
The work traces the story of some Jewish charities societies, operating in Rome and Turin between the end of the 19th century and the beginning of the 20th century through the archival documents unexplored. Attention was focused on the female role. The exclusion of women from community life enshrined in tradition did not prevent a gradual reduction of the traditional separation of roles during the phase of emancipation of religious minorities. The increase in poverty was also the engine of the initiative of the bourgeois women who were increasingly involved in philanthropic activities, therefore work dimension and charity activities were the privileged paths from which the female made its entry into the social dimension. The history of the institutions, reconstructed mainly through the Pinqasim, is part of a network system of charity that takes on particular significance in the phase following Jewish emancipation. The philanthropic model underlying the educational intervention incorporates the traditional concept of tzedakah, but also fulfills the crucial function of preserving the bond of cohesion between the internal members of the community. The history of the associations is a important starting point for understanding the economic and social situation of the Roman and Turin universities and its complex relations with the external reality.
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Espinoza, Silva Diego Andrés. "Condiciones para operar una línea de bus con frecuencia similar en periodos punta y fuera de punta." Tesis, Universidad de Chile, 2017. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/150616.

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Abstract:
Magíster en Ciencias de la Ingeniería, Mención Transporte. Ingeniero Civil
Los sistemas de transporte público son utilizados diariamente por millones de personas, quienes además de pagar el valor de la tarifa deben hacer uso de su tiempo (acceso, espera y en vehículo) acrecentando aún más el costo percibido por el usuario. El diseño táctico de un servicio de transporte público es uno de los problemas que más atención ha recibido en la literatura. Sin embargo, la gran mayoría de los estudios considera solo periodos punta, dejando fuera aquellos menos demandados. Esto llama la atención considerando las menores frecuencias observadas por los usuarios en los periodos fuera de punta y con esto los mayores costos percibidos en términos de tiempo, que podrían justificar mayores frecuencias si son incorporados correctamente. En esta tesis se plantea un modelo microeconómico multiperiodo que considera costos de operadores y usuarios para determinar el valor óptimo de la frecuencia y el tamaño de vehículo que minimicen los costos totales de una linea de bus simple. El modelo se aplica en un escenario con demanda observada y tiempos de viaje estimados para el eje de Santa Rosa, Santiago de Chile. El objetivo es determinar escenarios que inciden en el uso de mayores frecuencias en periodos menos demandados y con esto determinar casos en los que se justifican tener frecuencias similares a la de los periodos punta. Para esto se crean distintos escenarios que permiten determinar el impacto que tiene el nivel de la demanda, la duración de los periodos, el nivel de congestión, entre otros elementos. Uno de los principales resultados es la respuesta diferente en frecuencia óptima que tienen mercados de baja y alta demanda ante cambios en la afluencia. Mientras en los primeros se observan frecuencias similares entre periodos punta y fuera de punta, en los segundos se justifican mayores disparidades de frecuencia para los mismos cambios en demanda. Esto se debe a los mayores beneficios en tiempo de espera que se observan al aumentar la frecuencia en mercados menos demandados. Por otra parte, se observa que periodos punta más largos tienden a justificar una mayor diferencia de frecuencia entre periodos, ya que mientras la frecuencia de los periodos fuera de punta se mantiene prácticamente constante, un aumento de demanda absoluta en los más demandados provoca un aumento de frecuencia debido al mayor peso relativo de dichas horas. Otro de los principales resultados de este estudio es la mayor diferencia de frecuencia que se observa en la medida que se reduce la congestión. Una medida que aumente la velocidad comercial de los buses tendrá mayor impacto en los periodos más demandados, debido a que es en éstos donde se observa congestión, y por tanto donde se aprecian los mayores aumentos de frecuencia óptima. Además, se analiza el impacto que tiene una estructura de costos rígidas en la tripulación, como también la utilización de intervalos regulares entre buses (en comparación a distribución poisson), determinando que el primer caso favorece frecuencias óptimas similares entre periodos.
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CAVENAGO, MARCO. "ARTE SACRA IN ITALIA: LA SCUOLA BEATO ANGELICO DI MILANO (1921-1950)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/829725.

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Abstract:
Nell’ottobre del 1921 a Milano nacque la Scuola Superiore di Arte Cristiana Beato Angelico. Responsabili dell’iniziativa: don Giuseppe Polvara, l’architetto Angelo Banfi, il pittore Vanni Rossi, affiancati dallo scultore Franco Lombardi, dai sacerdoti Adriano e Domenico Bernareggi, dall’ingegner Giovanni Dedè, dal professor Giovanni Mamone e dall’avvocato Carlo Antonio Vianello. Gli allievi del primo anno scolastico furono nove, due dei quali (gli architetti don Giacomo Bettoli e Fortunato De Angeli) destinati a restare per lunghi anni nella Scuola come docenti: così avvenne anche col pittore Ernesto Bergagna, iscrittosi l’anno seguente. A partire da quell’avvenimento il contesto italiano dell’arte sacra poté contare su un elemento di indiscutibile novità, destinato nel giro di pochi anni a una rapida, diffusa e pervicace affermazione nella Penisola. La fondazione della Scuola Beato Angelico mise un punto fermo nell’annoso dibattito sul generale declino dell’arte sacra che andava in scena da lungo tempo in Italia così come nei principali Paesi europei. La formula ideata da don Polvara metteva a sistema le proprie esperienze personali, artistiche e professionali con la conoscenza del contesto internazionale, di alcuni modelli esemplari e il confronto con gruppi e singole figure (artisti, critici, uomini di Chiesa) animate dal comune desiderio di contribuire alla rinascita dell’arte sacra. A cento anni dalla sua nascita – e a settanta dalla scomparsa del suo fondatore – la Scuola Beato Angelico (coi laboratori di Architettura, Cesello, Ricamo, Pittura e Restauro) prosegue tuttora nel compito di servire la Chiesa attraverso la realizzazione di arredi e paramenti sacri contraddistinti da una particolare cura dell’aspetto artistico e liturgico, oggetto di ripetute attestazioni di merito e riconoscimenti in ambito ecclesiastico. Ciò che invece finora manca all’appello è un organico tentativo di ricostruzione delle vicende storiche che hanno segnato la genesi e gli sviluppi di questa singolare realtà artistica e religiosa. Scopo di questa tesi è quindi la restituzione di un profilo il più possibile dettagliato e ragionato della storia della Scuola Beato Angelico, tale da riportare questa vicenda al centro di una situazione storica e di un contesto culturale complesso, attraverso una prospettiva di lavoro originale condotta sul filo delle puntualizzazioni e delle riscoperte. Stante il carattere “pionieristico” di questa ricerca, la vastità dei materiali e delle fonti a disposizione e la conseguente necessità di assegnare un taglio cronologico riconoscibile al lavoro si è optato per circoscrivere l’indagine ai decenni compresi tra il 1921 e il 1950, ovvero tra la fondazione della Beato Angelico e la scomparsa di Giuseppe Polvara. Come si vedrà, il termine iniziale viene in un certo senso anticipato dall’esigenza di tratteggiare al meglio gli antefatti e il contesto da cui trae origine la Scuola (tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo). L’anno assunto a conclusione della ricerca, invece, è parso una scelta quasi obbligata, coincidente col primo avvicendamento alla direzione della Beato Angelico oltre che dalla volontà di escludere dal discorso quanto andò avviandosi negli anni Cinquanta e Sessanta, ossia una nuova e diversa stagione nel campo dell’arte sacra (destinata, tra l’altro, a passare attraverso lo snodo rappresentato dal Concilio Vaticano II e dall’azione di S. Paolo VI), peraltro assai indagata dagli studi storico-artistici. Ciò che ha reso possibile la stesura di questa tesi è il fatto che essa si appoggi, in buona parte, su materiali archivistici inediti o, quantomeno, mai esaminati prima d’ora in modo strutturato. L’accesso ai materiali d’archivio più storicizzati e la loro consultazione (grazie alla disponibilità dimostrata dalla direzione della Scuola Beato Angelico) hanno condizionato in modo determinante la trattazione degli argomenti, la ricostruzione dei quali , in alcuni casi, è sostenuta esclusivamente dai documenti rinvenuti. La nascita della Scuola Beato Angelico non fu un accadimento isolato nel panorama della produzione artistica europea del tempo né un episodio estraneo a quanto, contemporaneamente, si andava dibattendo nel mondo ecclesiastico. La Scuola di Polvara nacque in un’epoca contrassegnata da grande fermento ecclesiale: si pensi agli Ateliers d’Art Sacré fondati da Maurice Denis e George Desvallières a Parigi nel 1919, solo due anni prima della Scuola milanese, i cui aderenti – tutti laici – professavano una religiosità intensa e devota. Ma, soprattutto, il modello determinante e più conosciuto da Polvara fu la Scuola di Beuron (Beuroner Kunstschule), nata nell’omonima abazia benedettina tedesca nell’ultimo quarto del XIX secolo a opera di padre Desiderius Lenz e sul cui esempio ben presto sorsero atelier specializzati nella produzione di arte sacra (arredi e paramenti a uso liturgico) in molte comunità benedettine dell’Europa centrale. L’affinità di Polvara con la spiritualità benedettina è un elemento-chiave della Scuola da lui fondata: dalla regola dell’ora et labora derivò infatti il concetto (analogo) di “preghiera rappresentata” (orando labora). L’organizzazione stessa della Scuola, impostata come in un’ideale bottega medievale dove maestri, apprendisti e allievi collaborano e convivono, riprende lo stile di vita monastico dei cenobi benedettini. Proprio al fine di conservare il più possibile il carattere della bottega medievale, il numero degli allievi ammessi alla Scuola non fu mai troppo elevato, così da mantenere un adeguato ed efficace rapporto numerico tra i discepoli e i maestri. Ancora, da Beuron la Beato Angelico trasse la particolare e inconfondibile forma grafica della lettera “e”, riconoscibile nelle numerose e lunghe epigrafi presenti in tante sue opere. Ultimo elemento in comune tra la Scuola milanese e quella tedesca – ma che si può imputare alla più generale fascinazione per l’epoca medievale – è l’unità di intenti che deve animare tutte le maestranze impegnate a creare un’opera collettiva e anonima ad maiorem Dei gloriam, dove il contributo del singolo autore rimane volutamente nascosto in favore del nome della Scuola. Ciò che differenzia, tuttora, la Scuola da analoghi centri di produzione di arte sacra è il fatto che essa poggi le fondamenta su una congregazione religiosa, la Famiglia Beato Angelico, un’idea a lungo coltivata da Polvara e approvata ufficialmente dall’autorità diocesana fra gli anni Trenta e Quaranta. Dalla comune vocazione alla creazione artistica sacra (“missione sacerdotale” dell’artista) discendono la pratica della vita comunitaria, la partecipazione ai sacramenti e ai diversi momenti quotidiani di preghiera da parte di maestri sacerdoti, confratelli e consorelle artisti, apprendisti, allievi e allieve. L’indirizzo spirituale tracciato dal fondatore per la sua Famiglia agisce ancora oggi a garanzia di una strenua fedeltà nella continuità di un progetto artistico e liturgico unico, messo in pratica da una comunità di uomini e donne legate fra loro dai canonici voti di povertà, castità e obbedienza ma soprattutto da un comune e più alto intento. Appunto per assicurare una prospettiva di sopravvivenza e futuro sviluppo della sua creatura, Polvara ebbe sempre chiara la necessità di mantenere unito l’aspetto della formazione (e quindi la didattica nei confronti degli allievi, adolescenti e giovani) con quello della produzione (spettante all’opera di collaborazione fra maestri, apprendisti e allievi). Dal punto di vista operativo le discipline artistiche, praticate nei vari laboratori in cui si articola la Scuola, concorrono, senza alcuna eccezione e nella citata forma anonima e collettiva, a creare un prodotto artistico organico e unitario, una “opera d’arte totale” che deve rispondere all’indirizzo dato dal maestro architetto (lo stesso Polvara), cui spettano devozione, rispetto e obbedienza. Alla progettazione architettonica viene dunque assegnata grande importanza e ciò comporta che le opere meglio rappresentative della Scuola Beato Angelico siano quegli edifici sacri interamente realizzati con l’intervento dei suoi laboratori per tutte o quasi le decorazioni, gli arredi, le suppellettili e i paramenti (come le chiese milanesi di S. Maria Beltrade, S. Vito al Giambellino, SS. MM. Nabore e Felice, o la chiesa di S. Eusebio ad Agrate Brianza e la cappella dell’Istituto religioso delle figlie di S. Eusebio a Vercelli). Quanto ai linguaggi espressivi impiegati dalla Scuola (il cosiddetto “stile”) si evidenziano la preferenza per il moderno razionalismo architettonico – un tema di stringente attualità, cui Polvara non mancò di dare il suo personale contributo teorico e pratico – e quella per il divisionismo in pittura, debitrice dell’antica ammirazione per l’opera di Gaetano Previati. Dall’interazione di queste due forme si origina un riconoscibile linguaggio, moderno e spirituale al tempo stesso, verificabile negli edifici come nelle singole opere, frutto di una profonda sensibilità che combina il ponderato recupero di alcune forme del passato (ad esempio l’iconografia paleocristiana reimpiegata nei motivi decorativi dei paramenti o nella foggia di alcuni manufatti, dal calice al tabernacolo, alla pianeta-casula) con lo slancio per uno stile moderno e funzionale adeguato ai tempi ma rispettoso della tradizione.
In October 1921, the Beato Angelico Higher School of Christian Art was born in Milan. Responsible for the initiative: Don Giuseppe Polvara, the architect Angelo Banfi, the painter Vanni Rossi, flanked by the sculptor Franco Lombardi, by the priests Adriano and Domenico Bernareggi, by the engineer Giovanni Dedè, by professor Giovanni Mamone and by the lawyer Carlo Antonio Vianello . There were nine pupils in the first school year, two of whom (the architects Don Giacomo Bettoli and Fortunato De Angeli) destined to remain in the School for many years as teachers: this also happened with the painter Ernesto Bergagna, who enrolled the following year. Starting from that event, the Italian context of sacred art was able to count on an element of indisputable novelty, destined within a few years to a rapid, widespread and stubborn affirmation in the Peninsula. The foundation of the Beato Angelico School put a stop to the age-old debate on the general decline of sacred art that had been staged for a long time in Italy as well as in major European countries. The formula conceived by Don Polvara put his personal, artistic and professional experiences into a system with the knowledge of the international context, some exemplary models and the comparison with groups and individual figures (artists, critics, men of the Church) animated by the common desire to contribute to the rebirth of sacred art. One hundred years after its birth - and seventy after the death of its founder - the Beato Angelico School (with the workshops of Architecture, Cesello, Embroidery, Painting and Restoration) still continues in the task of serving the Church through the creation of distinctive sacred furnishings and vestments. from a particular care of the artistic and liturgical aspect, object of repeated attestations of merit and acknowledgments in the ecclesiastical sphere. What is missing from the appeal so far is an organic attempt to reconstruct the historical events that marked the genesis and developments of this singular artistic and religious reality. The purpose of this thesis is therefore the return of a profile as detailed and reasoned as possible of the history of the Beato Angelico School, such as to bring this story back to the center of a historical situation and a complex cultural context, through an original work perspective conducted on thread of clarifications and rediscoveries. Given the "pioneering" nature of this research, the vastness of the materials and sources available and the consequent need to assign a recognizable chronological cut to the work, it was decided to limit the survey to the decades between 1921 and 1950, or between the foundation of Beato Angelico and the death of Giuseppe Polvara. As will be seen, the initial term is in a certain sense anticipated by the need to better outline the background and context from which the School originates (between the end of the 19th and the first decades of the 20th century). The year assumed at the end of the research, on the other hand, seemed an almost obligatory choice, coinciding with the first change in the direction of Beato Angelico as well as the desire to exclude from the discussion what started in the 1950s and 1960s, that is a new and different season in the field of sacred art (destined, among other things, to pass through the junction represented by the Second Vatican Council and by the action of St. Paul VI), which is however much investigated by historical-artistic studies. What made the drafting of this thesis possible is the fact that it relies, in large part, on unpublished archival materials or, at least, never examined before in a structured way. Access to the most historicized archive materials and their consultation (thanks to the availability shown by the direction of the Beato Angelico School) have decisively conditioned the discussion of the topics, the reconstruction of which, in some cases, is supported exclusively by documents found. The birth of the Beato Angelico School was not an isolated event in the panorama of European artistic production of the time nor an episode unrelated to what was being debated in the ecclesiastical world at the same time. The Polvara School was born in an era marked by great ecclesial ferment: think of the Ateliers d'Art Sacré founded by Maurice Denis and George Desvallières in Paris in 1919, only two years before the Milanese School, whose adherents - all lay people - they professed an intense and devoted religiosity. But, above all, the decisive and best known model by Polvara was the Beuron School (Beuroner Kunstschule), born in the homonymous German Benedictine abbey in the last quarter of the nineteenth century by father Desiderius Lenz and on whose example workshops specialized in the production of sacred art (furnishings and vestments for liturgical use) in many Benedictine communities in central Europe. Polvara's affinity with Benedictine spirituality is a key element of the School he founded: in fact, the (analogous) concept of "represented prayer" (orando labora) derived from the rule of the ora et labora. The very organization of the School, set up as in an ideal medieval workshop where teachers, apprentices and pupils collaborate and coexist, takes up the monastic lifestyle of the Benedictine monasteries. Precisely in order to preserve the character of the medieval workshop as much as possible, the number of students admitted to the School was never too high, so as to maintain an adequate and effective numerical ratio between disciples and masters. Again, from Beuron Fra Angelico drew the particular and unmistakable graphic form of the letter "e", recognizable in the numerous and long epigraphs present in many of his works. The last element in common between the Milanese and the German schools - but which can be attributed to the more general fascination for the medieval era - is the unity of purpose that must animate all the workers involved in creating a collective and anonymous work ad maiorem. Dei gloriam, where the contribution of the single author remains deliberately hidden in favor of the name of the School. What still differentiates the School from similar centers of production of sacred art is the fact that it rests its foundations on a religious congregation, the Beato Angelico Family, an idea long cultivated by Polvara and officially approved by the diocesan authority between the thirties and forties. From the common vocation to sacred artistic creation (the artist's "priestly mission") descend the practice of community life, the participation in the sacraments and the various daily moments of prayer by master priests, brothers and sisters artists, apprentices, pupils and pupils . The spiritual direction traced by the founder for his family still acts today as a guarantee of a strenuous fidelity in the continuity of a unique artistic and liturgical project, put into practice by a community of men and women linked together by the canonical vows of poverty, chastity. and obedience but above all from a common and higher intent. Precisely to ensure a prospect of survival and future development of his creature, Polvara always had a clear need to keep the training aspect (and therefore the teaching for students, adolescents and young people) united with that of production (due to the work of collaboration between teachers, apprentices and students). From an operational point of view, the artistic disciplines, practiced in the various laboratories in which the School is divided, contribute, without any exception and in the aforementioned anonymous and collective form, to create an organic and unitary artistic product, a "total work of art" which must respond to the address given by the master architect (Polvara himself), to whom devotion, respect and obedience are due. The architectural design is therefore assigned great importance and this means that the best representative works of the Beato Angelico School are those sacred buildings entirely made with the intervention of its laboratories for all or almost all the decorations, furnishings, furnishings and Milanese churches of S. Maria Beltrade, S. Vito al Giambellino, S. MM. Nabore and Felice, or the church of S. Eusebio in Agrate Brianza and the chapel of the religious institute of the daughters of S. Eusebio in Vercelli). As for the expressive languages used by the School (the so-called "style"), the preference for modern architectural rationalism is highlighted - a topic of stringent topicality, to which Polvara did not fail to give his personal theoretical and practical contribution - and that for Divisionism in painting, indebted to the ancient admiration for the work of Gaetano Previati. The interaction of these two forms gives rise to a recognizable language, modern and spiritual at the same time, verifiable in the buildings as in the individual works, the result of a profound sensitivity that combines the thoughtful recovery of some forms of the past (for example early Christian iconography reused in the decorative motifs of the vestments or in the shape of some artifacts, from the chalice to the tabernacle, to the chasuble-chasuble) with the impetus for a modern and functional style appropriate to the times but respectful of tradition.
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Fonseca, Carlos Andr? Guerra. "Estrutura ANFIS modificada para identifica??o e controle de plantas com ampla faixa de opera??o e n?o linearidade acentuada." Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2012. http://repositorio.ufrn.br:8080/jspui/handle/123456789/15222.

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Abstract:
Made available in DSpace on 2014-12-17T14:55:11Z (GMT). No. of bitstreams: 1 CarlosAGF_TESE.pdf: 1739972 bytes, checksum: 7401db4e68ede642dc9d65e00bd935e6 (MD5) Previous issue date: 2012-12-21
In this work a modification on ANFIS (Adaptive Network Based Fuzzy Inference System) structure is proposed to find a systematic method for nonlinear plants, with large operational range, identification and control, using linear local systems: models and controllers. This method is based on multiple model approach. This way, linear local models are obtained and then those models are combined by the proposed neurofuzzy structure. A metric that allows a satisfactory combination of those models is obtained after the structure training. It results on plant s global identification. A controller is projected for each local model. The global control is obtained by mixing local controllers signals. This is done by the modified ANFIS. The modification on ANFIS architecture allows the two neurofuzzy structures knowledge sharing. So the same metric obtained to combine models can be used to combine controllers. Two cases study are used to validate the new ANFIS structure. The knowledge sharing is evaluated in the second case study. It shows that just one modified ANFIS structure is necessary to combine linear models to identify, a nonlinear plant, and combine linear controllers to control this plant. The proposed method allows the usage of any identification and control techniques for local models and local controllers obtaining. It also reduces the complexity of ANFIS usage for identification and control. This work has prioritized simpler techniques for the identification and control systems to simplify the use of the method
Neste trabalho prop?e-se uma modifica??o na estrutura neurofuzzy ANFIS (Adaptive Network Based Fuzzy Inference System) para a obten??o de um m?todo sistem?tico para identifica??o e controle de plantas com ampla faixa de opera??o e n?o linearidade acentuada, a partir de t?cnicas lineares de identifica??o e controle. Este m?todo se baseia na metodologia de m?ltiplos modelos. Dessa forma, obt?m-se modelos lineares locais e esses s?o combinados pela estrutura neurofuzzy proposta. Uma m?trica que permite combinar adequadamente esses modelos ? obtida ap?s o treinamento dessa estrutura, resultando na identifica??o global da planta. Para cada um desses modelos ? projetado um controlador. O controle global ? obtido a partir da combina??o dos sinais dos controladores locais. Essa mistura ? feita pelo ANFIS modificado. A modifica??o na arquitetura do ANFIS permite o compartilhamento do conhecimento adquirido pelo treinamento da estrutura empregada na combina??o de modelos locais. Assim n?o se faz necess?rio o treinamento da estrutura empregada na mistura de controladores. Avaliaram-se as estruturas modificadas atrav?s de dois estudos de caso. Verificou-se que ? poss?vel treinar apenas um ANFIS, para a obten??o de uma m?trica que permita a combina??o adequada dos modelos lineares, v?lidos localmente, e essa estrutura, j? ajustada, pode ser aplicada na combina??o de controladores lineares, projetados para cada um dos modelos, resultando em um sistema de controle que satisfaz as especifica??es de desempenho previamente estabelecidas. O m?todo proposto possibilita a utiliza??o de quaisquer t?cnicas de identifica??o e controle para a obten??o dos modelos e controladores locais, e a redu??o da complexidade de utiliza??o do ANFIS para identifica??o e controle. Neste trabalho priorizaram-se as t?cnicas mais simples de identifica??o e controle de sistemas de forma a simplificar a utiliza??o do m?todo
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Books on the topic "Opera modelle"

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Wolfgang, Roscher, ed. Musiktheater im Unterricht: Produktion und Rezeption von Klangszeneen in Schule und Hochschule Modelle, Projekte, Marterialen. Innsbruck: Edition Helbling, 1989.

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Pype, Patrick. Zest for Opera! NL Amsterdam: Amsterdam University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.5117/9789462988569.

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Abstract:
Opera is food for the soul. At its best, opera can hold up a mirror to society. Opera invites us to approach rational thinking from a different perspective. It puts the notions of body, mind and soul in a totally different, more organic and humanist constellation. Patrick Pype's conviction in relation to this potential has offered him decisive insights into how to act in business. For him, the protagonists in the operas of Mozart, Verdi, Wagner, Janacek = are inspiring models of leadership. Their behaviour helps him to empower us to become more empathic, lucid, fair and inspirational leaders.
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Medioevo adriatico: Circolazione di modelli, opere, maestri. Roma: Viella, 2010.

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1728-1800, Piccinni Niccolò, ed. Piccinni e l'opera buffa: Modelli e varianti di un genere alla moda. Foggia: Edizioni del Rosone, 2002.

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Opera di cera. Scarborough: Valley Press, 2014.

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1751-1812, Schikaneder Emanuel, Buch David Joseph, and Jahrmärker Manuela, eds. Schikaneders heroisch-komische Oper Der Stein der Weisen: Modell für Mozarts Zauberflöte : kritische Ausgabe des Textbuches. Göttingen: Hainholz, 2002.

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Architettura e vivibilità: Modelli di verifica, principi di biocompatibilità, esempi di opere per il rispetto ambientale. Milano: F. Angeli, 2007.

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1932-, Eisenman Peter, and Ciucci Giorgio, eds. Peter Eisenman: Opere e progetti. Milano: Electa, 1993.

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Botta, Mario. Mario Botta: Opere complete. Milano: Federico Motta, 1993.

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Calabria, Ennio. I confini del mondo nell'opera incisa di Ennio Calabria: Catalogo generale, opera incisa 1955-1996. Faenza: Edit Faenza, 1999.

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Book chapters on the topic "Opera modelle"

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Drauschke, Hansjörg. "Agostino Steffanis Hannoveraner Opern als dramaturgische Modelle für deutsche Komponisten. Zwei Fallbeispiele." In Agostino Steffani, 263–94. Göttingen: V&R unipress, 2017. http://dx.doi.org/10.14220/9783737007092.263.

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Bermbach, Udo. "Kunst und Mythos L’Orfeo — Archetypus der Oper." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 6–14. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_2.

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Holland, Dietmar. "Mozarts geniale musikalische Experimente La clemenza di Tito — die Rückkehr zur Opera seria?" In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 266–72. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_34.

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Zuber, Barbara. "Offene und verdeckte Wahrheiten Zu Monteverdis Oper L’incoronazione di Poppea." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 69–78. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_10.

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Braunmüller, Robert. "Liebe als Verwirrung Ein dramaturgischer Grundzug in Händels Oper Serse." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 143–51. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_19.

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Schläder, Jürgen. "Der moderne Mensch heißt Orfeo Ein Modellfall der frühen Oper." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 15–24. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_3.

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Schläder, Jürgen. "Die Wahrhaftigkeit der Charaktere Über Monteverdis Konzept der historischen Oper." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 62–68. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_9.

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Fenlon, Iain. "Neue Strukturen aus traditionellen Elementen Monteverdis L’Orfeo und die Kunstform Oper." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 1–5. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_1.

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Zuber, Barbara. "Hohe und niedere Menschenwelt Würde und Komik in Monteverdis Ulisse-Oper." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 48–54. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_7.

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Schläder, Jürgen. "Höllenspuk als Spiegel der Erkenntnis Zauberei und Liebe in Händels Oper Rinaldo." In »Der moderne Komponist baut auf der Wahrheit«, 103–9. Stuttgart: J.B. Metzler, 2003. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-476-02925-6_14.

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Conference papers on the topic "Opera modelle"

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MIGLIOZZI, PASQUALE. "STATUS OF THE OPERA EXPERIMENT ON THE CNGS NEUTRINO BEAM." In Neutrinos and Implications for Physics Beyond the Standard Model - The Conference. WORLD SCIENTIFIC, 2003. http://dx.doi.org/10.1142/9789812704207_0011.

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Ramalho de Oliveira, Diogo, Marcelo Carvalho Minhoto Teixeira, Edvaldo Assun¸c˜ao, Uiliam Nelson Lendzion Tomaz Alves, Edson Italo Mainardi Junior, and Lucas Rangel de Oliveira. "Controle H∞ chaveado para sistemas n˜ao lineares incertos considerando uma regi˜ao de opera¸c˜ao expandida." In Congresso Brasileiro de Automática - 2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/asba.v2i1.1720.

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Abstract:
Um projeto de controle H1 chaveado para uma classe de sistemas n˜ao lineares incertos descritos por modelos fuzzy Takagi-Sugeno ´e apresentado neste trabalho. A metodologia apresentada baseia-se na constru¸c˜ao de um vetor de estado expandido, formado pelo vetor de estado e pelo sinal de controle. Al´em disso, a lei de controle chaveada elimina a necessidade de usar as fun¸c˜oes de pertinˆencia na sua implementa¸c˜ao e as condi¸c˜oes de projeto garantem apermanˆencia das trajet´orias dos estados e do sinal de controle dentro de uma regi˜ao de opera¸c˜ao do sistema. Por fim, o esquema de controle elimina a possibilidade de uma descontinuidade no sinal de controle.
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Erazo-Garzón, Lenin. "Metodología Basada en Modelos en Tiempo de Ejecución para la Construcción y Operación de Sistemas Autoconscientes de Internet de las Cosas." In Congresso Ibero-Americano em Engenharia de Software. Sociedade Brasileira de Computação, 2022. http://dx.doi.org/10.5753/cibse.2022.20989.

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Abstract:
Hoy en día, uno de los desafíos tecnológicos es el desarrollo de software para sistemas de IoT, ya que operan en escenarios altamente cambiantes, siendo complejo con las metodologías de Ingeniería de Software tradicionales identificar todos los requisitos del sistema en la etapa de desarrollo. Una alternativa es incrementar su autonomía, dotándoles de capacidades de autoconsciencia con el apoyo de los modelos en tiempo de ejecución, a fin de trasladar varias de las funcionalidades que se programan durante el desarrollo al tiempo de ejecución. Este trabajo doctoral propone desarrollar una metodología basada en modelos en tiempo de ejecución para la construcción y operación de sistemas autoconscientes de IoT.
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Pinheiro, Hector N. B., Tsang Ing Ren, and George D. da C. Cavalcanti. "Verificação de Locutores Independente de Texto: uma Análise de Robustez a Ruído." In XXIX Concurso de Teses e Dissertações da SBC. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2020. http://dx.doi.org/10.5753/ctd.2016.9134.

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Abstract:
Este trabalho foca no desenvolvimento de sistemas de verificação de locutores independente de texto, cujo principal desafio provém das chamadas incompatibilidades que podem ocorrer na aquisição dos sinais de voz. As técnicas propostas para suavizá-las são chamadas de técnicas de compensação e três são os domínios onde elas podem operar: no processo de extração de características do sinal, na construção dos modelos dos locutores e no cálculo do score final do sistema, utilizado na autenticação. Esse trabalho apresenta uma vasta revisãao da literatura do desenvolvimento de sistemas de verificação independentes de texto, das técnicas de compensação de características, modelos e scores. Na fase de experimentação, uma análise comparativa das principais técnicas propostas na literatura é apresentada. Além disso, duas técnicas de compensação são propostas, uma do domínio de modelagem e outra do domínio dos scores, que por suas vezes apresentaram desempenhos superiores às principais técnicas da literatura.
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Maros, Alexandre, Jussara Almeida, Fabricio Murai, and Ana Paula Couto da Silva. "Aprendizado de Máquina para Previsão do Tempo de Execução de Aplicações Spark." In XXXVII Simpósio Brasileiro de Redes de Computadores e Sistemas Distribuídos. Sociedade Brasileira de Computação - SBC, 2019. http://dx.doi.org/10.5753/sbrc.2019.7360.

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Abstract:
Aplicações de big data têm associada uma série de problemas desafiadores envolvendo a alocação de recursos de hardware e software. Tipicamente, essas aplicações são conhecidas por serem computacionalmente custosas e por possuírem uma grande heterogeneidade e irregularidades na forma em que operam, tornando desafiadora a tarefa de estimar os tempos de conclusão de resultados. Embora esta seja uma tarefa difícil, ainda assim é possível buscar uma relação entre atributos extraídos da configuração do ambiente de execução e do conjunto de dados de entrada e o tempo total de execução de certas aplicações. Tal relação pode ser utilizada na predição do tempo de execução a partir apenas destes atributos. Este trabalho parte desta premissa e explora modelos de aprendizado de máquina para a previsão de tempos de execução de aplicações na plataforma Spark, popular na área de processamento de dados em larga escala. O trabalho investiga quatro modelos e diferentes atributos, além de comparar os resultados com o estado-da-arte atual. Todos os modelos são avaliados em diversos cenários e configurações, produzindo resultados significativamente melhores que o estado-da-arte em alguns casos.
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Reiz, Cleberton, and Jônatas B. Leite. "Simulação Híbrida para Monitoramento de Tensão e Corrente em Redes de Distribuição com Geração Distribuída." In Congresso Brasileiro de Automática - 2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/asba.v2i1.1383.

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Abstract:
O sistema de distribuição de energia elétrica é a parcela do sistema de potência mais vulnerável aos eventos de interrupção, originados por fatores naturais externos ou intrínsecos aos equipamentos elétricos. Na mitigação dos impactos desses eventos, simuladores digitais em tempo real são utilizados na obtenção dos transitórios do sistema elétrico, todavia, essa técnica demanda grande esforço computacional. Nesse contexto, propõe-se uma técnica híbrida para simulação do transitório em sistemas de distribuição, combinando a alta taxa de amostragem dos modelos no domínio do tempo para monitoramento de tensão e corrente com a velocidade de processamento dos algoritmos que operam os modelos fasoriais em regime quase-estacionário, ou permanente. A metodologia proposta também permite considerar diferentes tecnologias de geradores distribuídos acoplados na rede. Os resultados dos testes realizados indicam a consistência da metodologia proposta, representando o comportamento do transitório no sistema de distribuição de energia elétrica. Todas as simulações realizadas são comparadas com valores amostrais obtidos usando um software comercial especializado.
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Menegaldi, Thais Macela de Lira, Rodrigo Amador Coelho, and Cristiano Leite Castro. "Aprendizado Incremental de Redes RBF via Agrupamento Evolutivo de Fluxos de Dados." In Congresso Brasileiro de Inteligência Computacional. SBIC, 2021. http://dx.doi.org/10.21528/cbic2021-57.

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Abstract:
Em virtude da era do Big Data e dos dispositivos IoT (Internet of Things), onde diversas aplicações presentes no cotidiano das pessoas geram dados a todo momento, surgiu uma demanda por modelos de aprendizado de máquina que são capazes de operar eficientemente em fluxos de dados contínuos. Na literatura há inúmeros algoritmos propostos para esse cenário, entretanto, em sua maioria, tratam-se de modelos de elevada complexidade e que tipicamente requerem o ajuste de diversos hiperparâmetros. O presente trabalho propõe uma maneira simples e eficaz de se definir a topologia da camada escondida da rede neural de base radial, dando a ela a capacidade de aprender incrementalmente. Esta abordagem baseia-se no algoritmo de clusterização evolutiva MicroTeda, tornando possível a atualização da arquitetura da rede à medida que novas amostras de dados são recebidas. Resultados preliminares obtidos sobre bases de dados sintéticas e reais demonstram que a abordagem proposta é promissora mesmo diante de mudanças de conceito (concept drifts) abruptas e graduais.
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Rodríguez Blanco, Tania, Daniel Sarabia Ortiz, and César de Prada. "Optimización con incertidumbre en EcosimPro." In Actas de las XXXVII Jornadas de Automática 7, 8 y 9 de septiembre de 2016, Madrid. Universidade da Coruña, Servizo de Publicacións, 2022. http://dx.doi.org/10.17979/spudc.9788497498081.0446.

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Abstract:
La operación óptima del proceso usando “real timeoptimization (RTO)” no está siempre garantizada debido a la presencia de incertidumbre en los modelos que son utilizados para la toma de decisiones y debido a las diferencias que existen entre las capas de la estructura de control que operan en diferente escalas de tiempo y usan distintas clases de modelos. La metodología de adaptación por modificadores, más conocida como “Modifier-adaptation (MA)”, sirve para alcanzar la optimalidad a pesar de la presencia de incertidumbre, utilizando para ello medidas de la planta. Normalmente, los modificadores son actualizados usando información del estado estacionario para calcular los gradientes del proceso, lo que implica una lenta convergencia hacia el óptimo real. Para acelerar la convergencia del método, en este artículo se estiman los gradientes a partir de información del transitorio usando el método de estimación de mínimos cuadrados recursivo. En este artículo se presenta la implementación de esta metodología sobre la simulación del reactor Otto-Williams.
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Farias M. Rodrigues, Lucas, and Gustavo H. C. Oliveira. "Metodologia de ponderação em algoritmos baseados em subespaços para modelos de tempo contínuo com comportamento ressonante." In Congresso Brasileiro de Automática - 2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/asba.v2i1.1459.

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Abstract:
Este artigo apresenta uma nova metodologia de ponderação para algoritmos de identificação de sistemas baseados em subespaços com especial interesse em modelar sistemas ressonantes a partir de dados de resposta em frequência. Nos métodos de identificação baseados em subespaços, a projeção ortogonal das amostras de resposta em frequência revela informações intrínsecas sobre o sistema, que são posteriormente usadas para calcular os parâmetros do modelo. A novidade apresentada nesse trabalho é a adição de uma matriz de ponderação aos dados, com o objetivo de obter uma aproximação precisa entre a resposta em frequência do modelo e os dados de medição. Dois estudos de caso, baseado em dados de medição, são apresentados para mostrar as propriedades da metodologia descrita. No primeiro, o algoritmo é usado para estimar um modelo matemático para uma estrutura de viga flexível, que apresenta alta característica de ressonância. Os resultados são comparados com um modelo estimado usando a função do Matlab, o N4SID. O algoritmo proposto mostrou um desempenho superior com base no índice RMSE. No segundo estudo de caso, o método é utilizado para estimar um modelo baseado em dados de admitância de um transformador de potencial que opera na Usina Hidrelétrica de Jirau, no Brasil.
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Sánchez Torres, Norah Nadia, Helton F. Scherer, Oswaldo Hideo Ando Junior, and Jorge Javier Gimenez Ledesma. "Aplicação de Redes Neurais em Sistema de Gerenciamento de Bateria." In Simpósio Brasileiro de Sistemas Elétricos - SBSE2020. sbabra, 2020. http://dx.doi.org/10.48011/sbse.v1i1.2371.

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Abstract:
Este estudo tem como objetivo principal empregar o uso de redes neurais artificiais, sendo que umas das suas principais aplicações é operar como um aproximador universal de funções, mapeando a relação funcional entre as variáveis de um sistema a partir de um conjunto conhecido de amostras. Neste cenário, este trabalho aborda um método para prever o estado de carga de baterias usando técnicas de redes neurais artificiais através de um banco de dados e modelos da curva de carga de baterias de cloreto de sódio e níquel e, assim, analisar o comportamento do sistema de gerenciamento de bateria, através dos modelos encontrados nas curvas de saída. De tal modo, este estudo a princípio apresenta uma breve introdução, seguida pelo referencial teórico. Ato contínuo, a metodologia utilizada é apresentada, no software MATLAB®, passo a passo para obter as curvas de carga. Para o caso, o método proposto utiliza uma rede neural artificial Perceptron Multicamada, uma arquitetura de Feedforward com algoritmo de treinamento de retropropagação. Finalmente, os resultados expressam a capacidade do método de indicar o estado de carga da bateria, bem como a análise dos erros estipulados. Uma das conclusões obtidas é que a configuração utilizada apresenta melhor desempenho ao ajustar o número de camadas e pode seraplicada em outros tipos de baterias, como no caso da bateria de lítio. Com os erros e inconvenientes encontrados ao longo deste estudo, alguns trabalhos futuros são propostos.
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Reports on the topic "Opera modelle"

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P. H. Titus, S. Avasaralla, A. Brooks, R. Hatcher. NSTX Disruption Simulations of Detailed Divertor and Passive Plate Models by Vector Potential Transfer from OPERA Global Analysis Results. Office of Scientific and Technical Information (OSTI), September 2010. http://dx.doi.org/10.2172/988890.

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