Journal articles on the topic 'Obiettivi personali'

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Steca, Patrizia, Ilaria Parisi, Andrea Greco, and Roberta Pozzi. "Obiettivi di vita, valori personali e benessere: uno studio empirico." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (December 2009): 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/pds2009-003001.

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Abstract:
- People fell happier and more satisfied when they have the possibility to devote themselves to the achievement of their life-goals, the most important goals usually reflect high-priority values that function as life guides. Main aim of the present study, involving 240 Italian adults, was to investigate the relationships among personal values, life-goals, and individual wellbeing. We identified various types of people considering their personal values and life-goals; they were then compared on four well-being indicators: life satisfaction, self-esteem, optimism, and hedonic balance. The pursuit of "relational" life-goals, supported by universalism and benevolence values, promotes higher levels of self-esteem and life satisfaction.
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Passaretti, Alessandra, Luigi Aruta, Chiara Scuotto, and Ferdinando Ivano Ambra. "The role of culture in enhancing well-being and soft skills: from passive to active participation." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no. 1 (February 4, 2023): 21–35. http://dx.doi.org/10.36253/form-13761.

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Abstract:
The 2030 Agenda has among its sustainability goals the promotion of health and well-being. These goals seem to depend on disparate interdependent factors, including psychological well-being, the ability to self-determine, and the social cohesion of the context in which an individual grows and develops. Cultural participation seems to be an effective response to this challenge, as it can promote the development of personal and social skills. In the present article it is, therefore, analyzed how active and/or passive participation in cultural activities can represent an interesting educational ground for promoting well-being through the development of soft skills. At the same time, the neurobiological effects of such enjoyment and an examination of the most effective pedagogical interventions are reported. Il ruolo della cultura nel potenziare il benessere e le soft skills: da partecipazione passiva ad attiva. L’agenda 2030 ha tra i suoi obiettivi di sostenibilità la promozione della salute e del benessere. Questi obiettivi sembrano dipendere da disparati fattori interdipendenti tra loro, tra cui il benessere psicologico, la capacità di autodeterminarsi, nonché la coesione sociale del contesto all’interno del quale un individuo cresce e si sviluppa. La partecipazione culturale sembra rappresentare una risposta efficace a questa sfida, in quanto in grado di promuovere lo sviluppo di competenze personali e sociali. Nel presente articolo è, quindi, analizzato come la partecipazione attiva e/o passiva alle attività culturali possa rappresentare un interessante terreno educativo per promuovere il benessere attraverso lo sviluppo di soft-skills. Allo stesso tempo sono riportati gli effetti neurobiologici di tale fruizione ed una disamina sugli interventi pedagogici più efficaci.
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Alesi, Marianna, and Annamaria Pepi. "L'assessment del profilo motivazionale scolastico." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2013): 341–59. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003002.

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Abstract:
La motivazione all'apprendimento scolastico rappresenta un processo di rilevanza cruciale studiato dalla psicologia dello sviluppo e dell'educazione. Una questione ampiamente discussa nella letteratura attuale, riguardante aspetti sia teorici sia empirici, si occupa dei nuovi metodi per valutare le componenti motivazionali. In linea con un'ampia definizione del profilo motivazionale scolastico, articolato in variabili quali autostima, autoefficacia, concezioni personali dell'intelligenza, obiettivi di rendimento per decenni sono stati costruiti numerosi strumenti volti all'analisi di tali dimensioni. A tal proposito la letteratura internazionale evidenzia come la ricerca sulla motivazione abbia sviluppato prevalentemente strumenti self-report. In questo articolo discutiamo i vantaggi e i limiti degli strumenti self-report e di approcci di misurazione di diversa natura quali approcci fenomenologici, neuropsicologici/fisiologici, comportamentali. Va, tuttavia, enfatizzato, che un singolo approccio non puo esprimere la natura multidimensionale della motivazione scolastica di uno studente. Sono, invece, necessari approcci alternativi multimetodo, che integrino i metodi precedentemente menzionati, per ottimizzare l'analisi del profilo motivazionale e incrementare le conoscenze attuali. In sintesi, questi nuovi metodi sollevano questioni critiche relative agli aspetti epistemologici del framework teorico di riferimento.
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Tarricone, Ilaria, Federico Cesa, Federico Suprani, Giovanna Russo, Roberto Muratori, and Marco Domenicali. "Gioco responsabile e comportamenti di salute: un progetto di ricerca e intervento in Emilia-Romagna." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2020): 175–93. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002010.

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Abstract:
Il gioco d'azzardo ha una diffusione pervasiva nella società contemporanea e può esitare nel disturbo da gioco d'azzardo - DGA - che determina gravi disagi personali, familiari e sociali. Il progetto di ricerca e intervento è stato svolto presso 8 sale bingo di 6 città della regione Emilia Romagna (Modena, Lugo, Bologna, Parma, Cesena, Cesenatico), con i seguenti obiettivi: a) valutare l'incidenza di indicatori di gioco problematico, di stigma per il gioco, di assunzione problematica di acolici, di distress psicofisico negli utenti delle sale bingo; b) valutare se le sale bingo e i loro operatori possano promuovere comportamenti di gioco responsabile; c) verificare la fattibilità e il gradimento di interventi di socio-psico-educazione per la promozione del benessere psicofisico nelle sale bingo. Il progetto è stato svolto in 3 fasi: I) screening dei giocatori; II) focus group per gli operatori; III) intervento di socio-psico-educazione. Dei 98 giocatori intervistati, il 40 % riferisce di avere un comportamento problematico e il 33% stigma per il gioco. Gli operatori hanno mostrato consapevolezza dei problemi psico-sociali legati al gioco d'azzardo e disponibilità a promuovere comportamenti sani. Gli interventi socio-psicoeducativi hanno attratto i giocatori, che hanno richiesto informazioni e talora supporto. I risultati del progetto incoraggiano l'implementazione di azioni che consentano la trasformazione sociale delle sale bingo da loghi dove occultare abitudini negative a luoghi dove promuovere comportamenti sani sia possibile.
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Fontana, Margherita. "Educare alla scelta della scuola secondaria di secondo grado e orientare per preparare al futuro." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (April 28, 2018): 165. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2018.n1.v1.1182.

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Abstract:
L’orientamento è un fattore strutturale di ogni processo formativo, realizzato lungo l’arco di tutta la vita; nella scuola si trovano gli spazi e le opportunità per formarsi e prepararsi alla scelta di una professione futura. Naturalmente la scuola deve acquisire la consapevolezza di ciò, tuttavia in questi anni, in cui le riforme scolastiche si sono succedute, è cresciuta la necessità di far acquisire all’orientamento il compito educativo che mette al centro l’interesse degli studenti e delle studentesse e la maturazione della loro personalità (Del Core, 2008). L’orientamento scolastico deve indirizzare gli alunni ad esplorare ed acquisire elementi fondamentali per iniziare la costruzione di una propria identità, partendo dalle competenze acquisite. Fondamentale diventa l’aiuto a riconoscere le competenze possedute, non solo per sostenere la motivazione ma anche per individuare e definire le scelte formative e di lavoro.È utile nel processo di orientamento, in particolare nella verifica della scelta fatta, riflettere sulle interconnessioni tra caratteristiche personali, specificità del percorso scolastico e caratteristiche delle figure professionali collegate. “Uno dei principali obiettivi della scuola è fornire agli studenti gli strumenti intellettivi, le convinzioni e le abilità auto-regolatorie che servono loro per autoistruirsi tutta la vita”. Imparare ad autogestirsi in situazioni diverse e anche dopo la scuola è il punto di forza che aiuterà gli adolescenti ad essere autonomi e ad “arrivare fino in fondo” (Bandura, 2012, p. 24).
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Fassino, Secondo. "Aspetti specifici del supporto psicologico nella relazione medico-paziente terminale." Medicina e Morale 46, no. 5 (October 31, 1997): 923–37. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.868.

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Abstract:
Le comunicazioni medico – paziente, anche non verbali, attivano trasformazioni emotive e poi biologiche, che agiscono sui sistemi di reazione dell’organismo specie nelle fasi terminali della malattia. La reazione psicologica del malato è il risultato di difese regressive e anche progressive fruibili per processi più avanzati di adattamento e di “senso”. Le reazioni psicologiche del medico sono condizionate da difese dall’angoscia e motivazioni inconsce alla professione, tra sentimenti di impotenza e di onnipotenza. La condanna alla sconfitta induce una riformulazione costante del progetto di cura: la morte come oggetto di cura, non solo fine della cura. È richiesto un supporto psicologico specifico al paziente terminale. La strategia è quella dell’accompagnamento del paziente attraverso le fasi della malattia verso la morte, piuttosto che dell’esplorazione dei vissuti profondi di colpa, indegnità, aggressività. Questi aspetti vengono proposti soltanto se il paziente segnala di volerli e poterli affrontare; in genere, occorre favorire un impiego ottimale dei meccanismi di negazione, di scissione e dei bisogni di trascendenza. L’accompagnamento è una “presenza significativa” che considera il transfert di conoscenza, il contratto di non abbandono, i bisogni di significato e di trascendenza, le dinamiche della separazione, la compromissione di identità, ecc. Tali interventi sono attuabili oltre che da psichiatri o psicologi clinici, anche da medici oncologi e infettivologi, purché formati alla “relazione terapeutica”. Il training deve considerare non solo gli aspetti cognitivi, ma soprattutto quelli emotivi e personali, anche in considerazione dei rischi elevati di burn out che ripetuti interventi di questo tipo comportano. Le competenze sui bisogni psicologici del morente sono parte dei metodi della buona pratica clinica: tra i suoi obiettivi c’è anche la qualità della morte.
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Volli, Ugo, Eduardo De Paula, and Maurício Paroni De Castro. "DEZ PERGUNTAS MAIS UMA À THIERRY SALMON." Revista Rascunhos - Caminhos da Pesquisa em Artes Cênicas 6, no. 1 (April 1, 2019): 42–49. http://dx.doi.org/10.14393/rr-v6n1-2019-05.

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Abstract:
Título: Dez perguntas mais uma a Thierry Salmon Resumo: Entrevista realizada no contexto das temporadas italianas do espetáculo Fastes-Foules, as questões e as reflexões seguem pertinentes a todo coletivo artístico: origens, referências, objetivos, princípios, procedimentos de trabalho; destacando como é possível encontrar uma estrada pessoal no teatro, como não estão esgotadas as capacidades objetivas de mudanças e de invenção cênicas. Palavras-chave: Fastes-Foules, Processo de Criação, Criação Coletiva, Espaço Cênico, Encenação. Titolo: Dieci domande più una a Thierry Salmon Riassunto: Intervista eseguita nel contesto dalla stagione italiana dello spettacolo Fastes-Foules, le domande e le riflessioni rimandano ai collettivi artistici contemporanei: origine, riferimenti, obiettivi, principi, processi di lavoro; sottolineando come sia possibile trovare una strada personale nel teatro, come non siano esaurite le capacità obiettive di cambiamento e di creazione scenica. Parole chiave: Fastes-Foules, Processo di creazione, Creazione Collettiva, Spazio scenico, Regia. Title: Ten questions plus one to Thierry Salmon Abstract: Interview conducted in a context of the Italian season of the Fastes-Foules production, the questions and the considerations remain relevant to all contemporary artistic collective: beginnings, references, aims, working processes; pointing out how it is possible to find a personal path in theatre, as the objective abilities of scenic change and creation are not exhausted. Keywords: Fastes-Foules, Creative process, Collective Creation, Scenic space, Staging.
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Marcolini, Domenico. "La supervisione fra piacere e mestiere." RUOLO TERAPEUTICO (IL), no. 115 (October 2010): 39–49. http://dx.doi.org/10.3280/rt2010-115004.

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Abstract:
L'autore prova a sistematizzare il frutto di una ricca esperienza pluriennale di supervisione clinica, che svolge con interesse e piacere in ambiti molto variegati della relazione d'aiuto. Individua quattro aree di lavoro nei gruppi, le piů ricorrenti, e gli obiettivi formativi ad esse correlati. Una prima area riguarda le difficoltŕ strutturali della relazione d'aiuto, e l'obiettivo conseguente č favorire l'interiorizzazione degli attributi di ruolo da parte del gruppo. Una seconda area riguarda gli ingombri che impediscono al terapeuta di entrare in sintonia col paziente e l'obiettivo correlato č comprenderne, in modo piů o meno approfondito, la natura. La terza ha come obiettivo una migliore sintonizzazione sul mondo interno del paziente, utilizzando i movimenti controtransferali dei singoli o del gruppo ed anche la loro identificazione con i personaggi del mondo interno del paziente. Infine la quarta area, tipica dei gruppi istituzionali, riguarda il mancato funzionamento del gruppo come "gruppo di lavoro", a causa di tensioni interne. Qui l'obiettivo č indagarne la natura, perché il gruppo possa riprendere a lavorare. Per fare questo, l'autore spesso utilizza il concetto bioniano di "fatto scelto", che illustra con dovizia di esempi clinici.
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Garotti, Pier Luigi, Lavinia La Torre, Dorella Scarponi, and Andrea Pession. "Operatore e utente nel contesto sanitario. Quali competenze per una relazione efficace?" PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (September 2010): 89–102. http://dx.doi.org/10.3280/psd2010-001005.

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Abstract:
La maggior parte dei contributi che riguardano la relazione tra operatore sanitario e paziente ha reso evidente la necessitŕ di approfondire un aspetto importante della formazione dell'operatore, quello che riguarda l'acquisizione di abilitŕ a prestare attenzione alla "risonanza emotiva" suscitata dalla relazione con l'altro. A questo proposito č in corso una ricerca presso il reparto di Oncologia pediatrica dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna che ha tra gli obiettivi quello di verificare il grado di coerenza, nel colloquio clinico tra medico e genitore del giovane paziente, della risposta emozionale non verbale del medico, con i segnali espressivo-emozionali prodotti dal genitore. I risultati confermano che la maggior parte dei segnali non verbali e delle espressioni prodotte dal medico hanno, soprattutto, funzione comunicativo- relazionale e non esprimono emozioni in sintonia con quelle espresse dal genitore. Tale aspetto si puň considerare indicativo di una relazione tra medico e interlocutore non sempre efficace. Riconoscere le emozioni permette di comprenderne il significato e di trarne informazioni su cosa accade all'altro e a se stessi; č un percorso personale di auto-conoscenza e di accrescimento delle proprie capacitŕ relazionali che rende possibile all'operatore di adattare le proprie competenze ai bisogni dell'altro. Lo sviluppo e l'acquisizione di specifiche e adeguate skills comunicative e relazionali possono diventare obiettivo primario di un'organizzazione sanitaria che ha come scopo l'alta qualitŕ del servizio.
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Cepollaro, Gianluca. "Ambiguitŕ, competenze e valutazione del personale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 45 (October 2010): 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045003.

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Abstract:
L'articolo cerca di approfondire come la considerazione dell'ambiguitŕ propria in ogni processo valutativo puň aiutare a comprendere i limite dei metodi, degli strumenti e delle tecniche tradizionali. La valutazione del personale č innanzitutto un processo relazionale e contestuale prima di essere un sistema per misurare le performance rispetto alle attese a controllare il rapporto tra obiettivi e risultati. La cura della relazionalitŕ e l'adozione di un approccio evolutivo alle competenze puň aiutare nel mettere a punto un processo di valutativo capace di sviluppare spazi di riconoscimento e solidarietŕ tra individui e organizzazioni.
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Maone, Antonio. "Psicoanalisi, psichiatria di comunitŕ e welfare sociale. Convergenze, controversie e nuove prospettive." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (August 2010): 53–66. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002006.

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Abstract:
La legge 180 ha restituito i malati psichiatrici al territorio. In questo modo non ha risolto un problema, ma ne ha creati molti altri. Soprattutto ha creato confusione fra gli operatori della salute mentale che si trovano ad oscillare fra scoraggiamento e megalomania. Utile a riguardo il nuovo concetto di recovery, intesa come un obiettivo di recupero, ripresa e reintegrazione, piuttosto che guarigione clinica. Si tratta di un ribaltamento dell'approccio tradizionale che sposta il focus dalla malattia alla persona e puň tradursi in un progressivo riemergere di speranza, senso di potere e controllo personale (mastery, personal agency).
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Torrigiani, Claudio. "La visita all'Acquario di Genova: definizione di un indice di efficacia educativa." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 93–117. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049007.

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Abstract:
Questo saggio illustra un percorso di ricerca valutativa, richiesto dall'Acquario di Genova e sviluppato dal Dipartimento di Scienze Antropologiche, finalizzato alla costruzione di un indice di efficacia educativa della visita, che consentisse al management aziendale di avere un'indicazione sintetica e di individuare piů facilmente i punti di forza e di debolezza del percorso dal punto di vista educativo. A questo scopo, dopo una preliminare ricognizione della bibliografia di riferimento, il primo passo č consistito nella chiarificazione concettuale dell'evaluando, ricercata attraverso focus group e interviste in cui i dirigenti e gli operatori della struttura sono stati invitati a definire in maniera piů puntuale gli obiettivi educativi della visita. Trovato un accordo dei partecipanti su questo punto focale della ricerca, a partire dagli indicatori cosě individuati sono stati costruiti dei questionari somministrati ai visitatori sia prima della visita, per assicurarsi che gli obiettivi individuati dal management aziendale collimassero con le aspettative dei visitatori, sia dopo la visita, per valutarne l'efficacia. In fase conclusiva il personale della struttura č stato coinvolto nel processo di ponderazione degli indicatori di efficacia educativa precedentemente individuati, consentendo di rivalutare i punteggi ottenuti sui diversi indicatori con la somministrazione dei questionari e di calcolare cosě un indice di efficacia educativa, su una scala 0- 100, che rispettasse le prioritŕ relative degli obiettivi educativi come definiti da manager e esperti dell'Acquario. Il pregio dell'indice, cosě calcolato, č che esso rispecchia le prioritŕ assegnate ai diversi obiettivi educativi dal management aziendale e su queste basi restituisce un feed-back sintetico sull'efficacia educativa della visita. Il suo limite intrinseco consiste nella non necessaria coincidenza tra le prioritŕ assegnate agli obiettivi da dirigenti e operatori, da un lato, e la prioritŕ relativa delle aspettative degli utenti, dall'altro, e questo rappresenta un importante elemento di incertezza per la definizione di strategie aziendali appropriate.
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Torlone, Francesca. "Contenuti core di un Corso di studi e gestione dei colloqui individuali di orientamento." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2021): 114–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12119.

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Abstract:
Il colloquio individuale di orientamento si configura come un percorso che lo studente, tradizionale e non, intraprende dal momento in cui incontra un docente nella fase di accoglienza fino all'ultimo dei colloqui che realizza prima del conseguimento della certificazione finale. Il percorso è segnato da colloqui ciclici, svolti con docenti diversi e nei vari momenti che attraversano il processo di orientamento del singolo studente. Ogni colloquio, o meglio ogni "batteria" di colloqui, si inserisce in momenti specifici della vita accademica, personale e professionale della persona. Ognuna di queste "batterie" di colloqui ha propri obiettivi e risultati attesi, volti a consentire allo studente di conseguire i suoi obiettivi di orientamento nel quadro dei contenuti core del CdS-L19. Lo studio che il contributo presenta articola i risultati conseguiti dagli studenti in quattro tappe attraverso cui si sviluppa il processo di orientamento: esplicitazione della domanda di orientamento da parte dello studente; la motivazione e la retention dello studente; la costruzione di una risposta di orientamento pertinente da parte del docente; la valutazione dei progressi realizzati.
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Natalucci, Giovanna. "Le relazioni con il pubblico nelle Aziende Ospedaliere: un'area di intervento precipua per il sociologo. Obiettivi e metodi." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (October 2009): 103–15. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-su3008.

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Abstract:
- The complexity of the Health-Care Service needs new methods and operational techniques borrowed from social research to find better ways to develop the relationship with citizens. The sociologist develops an effective action to facilitate the internal communication and acts as a mediator among the different professional skills. A consistent use of "focus group" permits to compare professional and personal experiences and to find out the best organizational/operational solutions starting from the customer's opinions.Keywords: focus group, rights of citizens, contentious prevention, quality review, communication, URP.Parole chiave: focus group, diritti dei cittadini, prevenzione del contenzioso, revisione della qualitÀ, comunicazione, URP.
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Ricotta, Simona, Chiara Ghisleri, Lara Colombo, and Claudia Piccardo. "Supporto organizzativo, work-family backlash e conflitto lavoro-famiglia nel personale infermieristico." RISORSA UOMO, no. 3 (September 2012): 309–23. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003003.

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Abstract:
Nell'ambito degli studi sulla relazione lavoro-famiglia, grande attenzione e stata dedicata alla prospettiva del conflitto lavoro-famiglia, definito come un'incompatibilita tra le richieste associate al ruolo lavorativo e familiare. La presente ricerca ha coinvolto 190 infermieri professionali di una struttura sanitaria. Obiettivo principale dello studio e stato quello di valutare il ruolo del supporto organizzativo e del work-family backlash come determinanti del conflitto lavoro-famiglia. I risultati indicano che il conflitto lavoro- famiglia e il work-family backlash nella relazione con i colleghi sono percepiti in misura maggiore da chi ha figli rispetto a chi non ne ha. I risultati della regressione multipla evidenziano che tra le variabili considerate solo il backlash nella relazione con i capi influenza la percezione di conflitto lavoro-famiglia.
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Caroppo, Emanuele, Giuseppina Del Basso, and Patrizia Brogna. "Trauma e vulnerabilità nei migranti richiedenti protezione internazionale." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 22, no. 43 (December 2014): 99–116. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004307.

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Abstract:
INTRODUZIONE: I rifugiati richiedenti protezione internazionale mostrano un'alta vulnerabilità e Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). OBIETTIVI: abbiamo utilizzato un approccio integrato multidisciplinare per valutare la loro vulnerabilità e psicopatologia. METODI: sono stati valutati 180 rifugiati politici secondo i criteri del DSM-IV-TR. RISULTATI: in un'alta percentuale di rifugiati politici la diagnosi principale è stata di PTSD associata con disturbi di personalità e/o altri disturbi psichici. CONCLUSIONI: i rifugiati politici hanno più difficoltà nel gestire le proprie emozioni, questo probabilmente è dovuto alla propria storia personale intrisa di vissuti traumatici, tuttavia attraverso un lavoro sia psicoterapico che farmacologico è stato possibile migliorare le proprie condizioni.
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Capone, Vincenza. "Percezioni di efficacia comunicativa e burnout dei medici ospedalieri." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (July 2011): 29–47. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002003.

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Abstract:
Questo lavoro si propone di indagare le convinzioni di efficacia personale e collettiva nella comunicazione e ilin medici ospedalieri. Lo studio vuole inoltre approfondire le relazioni tra l'efficacia comunicativa personale e collettiva, ile altre variabili psicosociali, quali l'autoefficacia sociale e il senso di appartenenza all'azienda ospedaliera. Un ulteriore obiettivo č quello di verificare se le variabili considerate sono predittori delle dimensioni del. Sono stati contattati 286 medici che lavorano in aziende ospedaliere del Sud Italia, a cui č stato somministrato un questionario. I risultati mostrano il ruolo protettivo, per il benessere dei professionisti della salute, delle percezioni di efficacia comunicativa personale e collettiva. L'autoefficacia percepita nella comunicazione medica risulta infatti negativamente e significativamente correlata con il; le percezioni di efficacia collettiva risultano negativamente correlate con la mancanza di realizzazione professionale degli operatori. Infine tra i predittori negativi delritroviamo l'efficacia comunicativa personale e collettiva e il senso di appartenenza all'ospedale.
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Pontalti, Corrado. "La nostalgia dei legami e il vuoto esistenziale: fenomenologie depressive nella civiltŕ ipermoderna." TERAPIA FAMILIARE, no. 94 (February 2011): 27–40. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094003.

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Abstract:
L'autore affronta il tema della depressione in connessione con le profonde trasformazioni della societŕ attuale. Il riferimento č ad autori che esplorano la cultura ipermoderna. Gli individui pensano il benessere come consumo di oggetti e le relazioni umane diventano oggetti. La conseguenza č che viene meno il sentimento di appartenere ad una storia che offre senso al presente. La depressione non č quindi perdita di oggetti di investimento ma sentimento radicale di un vuoto esistenziale. La famiglia di origine si pone come garante di identitŕ contrapposta alla fragilitŕ dell'esistere nel sociale. Cambia molto la costruzione del sistema coppia che viene investito di attese messianiche terapeutiche per la fragilitŕ personale. Il venir meno di tali obiettivi determina dolorosi sentimenti di inadeguatezza e frustrazione attribuiti alle gravi colpe del partner. Vengono proposti possibili percorsi terapeutici.
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Zanelli, Silvia. "Attraverso Deleuze e Simondon: ontogenesi, processo e relazione." ACME 74, no. 1 (November 26, 2021): 201–16. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/16798.

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Abstract:
Obiettivo del presente contributo è tracciare una cartografia della nozione di individuazione, nella sua relazionalità con la dimensione del pre-individuale, lavorando tra il pensiero di Gilles Deleuze e Gilbert Simondon, attraverso un percorso di ripensamento dell’idea di umanità. Si vorrebbe cioè mostrare come sia possibile risemantizzare la vexata quaestio della “Fine dell’Uomo”, rileggendola piuttosto come un problema di con-fini e di margini, sempre attivi e divenienti. Al fine di mettere in luce questa costitutiva interrelazione fra il campo del pre-personale e dei processi di individuazione, si prenderanno in analisi i concetti di differenza, affettività e di “comunismo ontologico”.
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Guasti, Lorenzo, and Giovanni Nulli. "Makerspace scolastici, follow-up relativo all’indagine esplorativa del 2018." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 295–309. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.406.

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Abstract:
L’articolo tratta i temi legati allo sviluppo di un makerspace scolastico all’interno di una scuola primaria e secondaria di primo grado. Indire nel 2018 ha condotto una prima indagine, alla quale è seguito un follow-up per comprendere le dinamiche che si instaurano intorno al makerspace e che coinvolgono dirigente, insegnanti e terze parti (makers, associazioni, genitori). L’articolo si basa su interviste semi-strutturate a tutti gli attori coinvolti e ha lo scopo di verificare la sostenibilità di tale azione sotto tutti i punti di vista: didattico, economico, logistico. I risultati che si rilevano sono incoraggianti, ma mettono in evidenza numerosi problemi correlati alle dinamiche di comunità tra le figure professionali coinvolte. L’articolo mette in evidenza la necessità di una visione di lungo corso con obiettivi condivisi e programmi ben definiti, sostenuti, possibilmente, da una stabilità in termini di personale.
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Mattina, Liborio. "I CANDIDATI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no. 3 (December 1994): 549–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023224.

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Abstract:
IntroduzioneLe valutazioni sui mutamenti determinati dalle elezioni politiche del marzo 1994 sono contrastanti. Molta pubblicistica politica ha affermato che le elezioni hanno provocato un profondo cambiamento nella composizione del ceto politico parlamentare, altri hanno sostenuto, invece, che era avvenuta solo un'operazione di maquillage che ha portato i «ragazzi del coro» in prima fila a cogliere la grande occasione offerta dal forzato ritiro dei leader identificati con l'odiata partitocrazia. Uno degli obiettivi di questo saggio è dimostrare che entrambe le interpretazioni sono sbagliate, la prima perché identifica il rinnovamento semplicemente con il cambio delle «facce» mentre esso va valutato in relazione alla composizione sociologica e alle caratteristiche professionali del nuovo ceto parlamentare; l'altra perché sopravvaluta le possibilità delle élite politiche di continuare a premiare ad libitum se stesse ed i fedeli, trascurando di contribuire al rinnovamento del personale politico in un periodo di transizione politico-istituzionale contrassegnato da una notevole crisi di legittimazione delle burocrazie partitiche.
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Capone, Vincenza, and Giovanna Petrillo. "Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera: relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (March 2012): 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Abstract:
Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Spalletta, Maria. "IN UN MONDO NEL MONDO." Revista ComSertões 8, no. 1 (August 3, 2020): 168. http://dx.doi.org/10.36943/comsertoes.v8i1.8677.

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Abstract:
In questo articolo presento la mia personale esperienza di Service Learning Internazionale, sviluppata attraverso il progetto INTEREURISLAND come tirocinio prelaurea del corso in Psicologia dello Sviluppo, della Personalità e delle Differenze Individuali presso l’Università degli studi di Padova. Nello specifico riporto le esperienze formative realizzate attraverso: le diverse attività con gli adolescenti in conflitto con la legge accolti presso il CASE Gey Espinheira, struttura rieducativa di semilibertà della città di Juazeiro-BA (BR); la frequentazione del corso di “Dinamiche di Gruppo e Relazioni Interpersonali” al Dipartimento di Scienze Umane, Campus III / dell’Università dello Stato della Bahia / UNEB; la partecipazione a due eventi all’insegna del dialogo interculturale quali il I Colóquio Brasil Itália e l’ENINEPE. Questo articolo ha come obiettivo il favorire e promuovere la mobilità studentesca e giovanile attraverso esperienze formative interculturali che si dimostrano essere fonti di grandi ricchezze e occasioni di riscoperta.
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Napoli, L. "Una scheda di valutazione delle competenze del personale: strumento per il coordinatore infermieristico dei servizi di dialisi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 52–62. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1117.

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Abstract:
La valutazione delle competenze dei professionisti della salute è sicuramente un fattore strategico per l'eccellenza del Sistema Sanitario Nazionale, nonché una responsabilità alla quale il Coordinatore Infermieristico (CI.) non dovrebbe venir meno. Obiettivo del presente lavoro è stata l'identificazione di una Scheda di Valutazione delle Competenze (SVC) quale strumento di valutazione oggettiva e stimolo all'autoriflessione e autovalutazione per l'infermiere, e per il neoassunto in dialisi. Il progetto si è sviluppato costituendo un Profilo delle Competenze (PdC) specifico per l'infermiere delle unità di dialisi. Appreso che all'estero l'infermiere di dialisi possiede una specializzazione certificata e che i metodi di valutazione si basano sull'identificazione delle singole attività specifiche per ogni ruolo e l'assegnazione di un punteggio attraverso scale tipo Likert, si è proceduto all'elaborazione della SVC declinata dal PdC. La scheda è stata distribuirla in 26 Centri Dialisi di Piemonte e Valle d'Aosta attraverso il metodo di indagine ‘Delphi’. Parallelamente, è stato inviato un questionario indirizzato ai CI. per indagare il processo di valutazione presso i loro servizi. Ha aderito all'indagine il 38.5% dei Centri: la SVC è stata testata anche su 20 infermieri; nessuno ha espresso un giudizio totalmente negativo, la SVC è stata considerata una scheda valutativa completa, in grado di favorire l'autoriflessione e l'autovalutazione, nonché un ‘ottimo strumento specifico’ potenziale: una effettiva validazione dello strumento necessita di un maggior numero di valutazioni e verifiche tra pari. (nursing)
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Taddei, Stefano, Marco Vieri Cenerini, and Duccio Vanni. "Domande, risorse e burnout in emergenza: un'indagine sugli operatori del 118." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 2 (December 2010): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002004.

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Abstract:
Lo studio, facendo riferimento al modello Job Demands - Job Resources (JD-JR) della teoria della Conservazione delle Risorse (COR) esamina le condizioni di lavoro degli operatori del 118. Nella letteratura attenzione č stata data al rapporto tra burnout e JD-JR dove l'esaurimento emotivo č relato con le JD e la depersonalizzazione con le JR. Gli obiettivi dello studio sono di verificare a) il ruolo che la dimensione organizzativa del 118 ha su burnout, JD e JR; b) se il carico lavorativo percepito puň essere predittivo del burnout e c) quali JD-JR possono predire il burnout. Sono stati esaminati 130 operatori afferenti a due gruppi ad alta e bassa richiesta di lavoro. Le analisi riguardano misure di resilienza (CD-RISC), di stress e burnout (OCS-MBI) e informazioni demografiche. Dai risultati emerge un punteggio di resilienza adeguato per i due gruppi e una peggiore condizione lavorativa per quello ad alta richiesta. Il burnout sembra essere influenzato dalla complessitŕ e quantitŕ di richieste. Il carico di lavoro appare predittivo di esaurimento emotivo e depersonalizzazione, la resilienza ha una influenza solo per la realizzazione personale.
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Silvestri, Angelo, Antonino Aprea, Luciana Bianchera, Leonardo Montecchi, Giorgio Cavicchioli, and Stefano Mennella. "Gli operatori della gruppalità al tempo delle grandi migrazioni: prime riflessioni epistemologiche sulla formazione." GRUPPI, no. 2 (October 2021): 42–53. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12580.

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Abstract:
In questo scritto dialogano alcuni esperti di formazione con matrici culturali e impostazioni teoriche e tecniche diverse. Il loro obiettivo è aprire un dibattito su che tipo di competenze dovrebbero avere gli operatori della salute mentale che si occupano di migranti e migrazione. Le attuali grandi trasformazioni sociali stanno determinando dei cambiamenti nella pratica clinica, nell'organizzazione dei servizi di cura e sulle opportunità di lavoro: tutto ciò comporta un inevitabile ripensamento della formazione. Tutti sono d'accordo nel riconoscere il dispositivo gruppale come una delle principali risorse per far fronte a queste difficoltà. L'accoglienza dei migranti porta a importanti vissuti di smarrimento verso il nuovo e incertezza verso i propri paradigmi culturali. È fondamentale imparare nozioni di antropologia ed etnopsicologia per poter ascoltare l'altro e capire i suoi reali bisogni all'interno della sua personale e specifica cornice culturale e di senso, fatta di registri simbolici peculiari.
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Lettieri, M. "Smartphones and apps in personal care with diabetes: a narrative review of the literature." Journal of AMD 24, no. 4 (February 2022): 268. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.6.

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Abstract:
OBIETTIVO DELLO STUDIO L’educazione e l’auto-monitoraggio della persona con diabete aiutano a ottimizzare il controllo metabolico, riducendo morbilità e mortalità. In questo scenario gli smartphone rappresentano uno strumento potente e alla portata di tutti e numerose piattaforme destinate a persone con diabete sono sta-te elaborate allo scopo di fornire loro una salute “su misura”. Lo scopo della presente revisione è valutare l’impatto dell’utilizzo degli smartphone come strumento di educazione sanitaria e la loro efficacia nella gestione della glicemia negli adulti con diabete di tipo 1 e 2. DISEGNO E METODI È stata effettuata una ricerca bibliografica utilizzando quali motori di ricerca CINAHL e PUBMED. Sono stati selezionati 17 studi randomizzati controllati per un totale di 4.125 partecipanti. Per ogni studio la di mensione del campione era compresa tra 30 e 574 partecipanti e tutti i soggetti avevano un’età ≥ 18. RISULTATI I risultati mostrano la riduzione dei livelli di HbA1c nei soggetti che si avvalgono della tecnologia per la cura del diabete. Dei 17 studi analizzati, 14 suggeriscono l’efficacia del supporto della tecnologia per migliorare la gestione della glicemia nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 e 2. I restanti 3 studi mostrano risultati contrastanti, ove non si è riscontrata una differenza significativa della concentrazione di HbA1c. CONCLUSIONI L’utilizzo delle nuove tecnologie per la cura del diabete si è dimostrato uno strumento efficace nella cura delle persone con diabete, determinando una riduzione dei livelli di HbA1c. Il loro impiego nella pratica clinica può semplificare la gestione del diabete e migliorare l’educazione del paziente alla terapia e alla cura e alla prevenzione delle complicanze correlate al diabete. PAROLE CHIAVE diabete mellito; smartphone; app; tecnologie.
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Saraceno, Benedetto, Corrado Barbui, Alessandra Bedoni, Graziella Civenti, and Lucilla Frattura. "Evaluation of dehospitalization policies of the former psychiatric hospitals of Regione Lombardia. QUALYOP study results. I: Structural resources, organizational procedures and activities." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 1 (April 1996): 59–71. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003948.

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RIASSUNTOScopo — Lo studio QUALYOP si prefigge tre obiettivi: 1) descrivere la situazione dei 12 ex ospedali psichiatrici lombardi in relazione a caratteristiche strutturali e organizzative e all'andamento di ammisioni/dimissioni e decessi dei pazienti ricoverati; 2) descrivere la qualita di strutture, organizzazione e attivita dei reparti; 3) descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e le potenzialita riabilitative della popolazione ricoverata. I dati presentati in questo articolo si riferiscono ai primi due obiettivi. Disegno - Studio descrittivo-valutativo. Gli ospedali sono stati vistitati nell'arco di sei mesi (luglio-novembre 1994) da un gruppo di ricercatori-rilevatori in una data concordata con i rispettivi direttori. Sono state utilizzate quattro fonti di informazione e documentazione: scheda ospedale, scheda reparto, scheda paziente, documentazione fotografica delle strutture. Setting - I 12 ex-ospedali psichiatrici pubblici della Regione Lombardia in funzione alia data della rilevazione (Bergamo, Brescia, Castiglione delle Stiviere, Codogno, Como, Cremona, Limbiate, Mantova, Milano, Sondrio, Varese, Voghera). Principali misure utilizzate - È stato utilizzato un gruppo di indicatori che forniva informazioni sulle strutture, sull'organizzazione della vita di reparto e sulle attività svolte. I giudizi di qualita sono stato espressi in relazione a criteri espicitati a priori. I reparti sono stati quindi raggruppati in tre tipologie a seconda del livello di adeguatezza delle strutture, dell'organizzazione e delle attività. Risultati - I 12 ospedali psichiatrici pubblici della Lombardia risultano costituiti da 63 reparti che accolgono complessivamente 2752 ricoverati. La situazione risulta estremamente eterogenea nei diversi ospedali che si differenziano per affollamento dei reparti, rapporto operatori-pazienti, decremento negli anni della popolazione ricoverata e numero di nuove ammissioni. La valutazione della qualita strutturale, organizzativa e delle attivita evidenzia che il 70% dei reparti e inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista strutturale, mentre più del 70% è inadeguato o gravemente inadeguato dal punto di vista organizzativo e delle attività che vi si svolgono. Conclusioni - Lo studio dimostra la fattibilita di valutazioni di programmi di sanita pubblica utilizzando criteri non riferiti a dati di efficacia ma formulati a partire da valori etici, senso comune, eventi non ammissibili, risultati di studi quasi-sperimentali ed esperienza. I dati cosi raccolti permettono di concludere che le politiche di superamento dell'ospedale psichiatrico sono estremamente carenti nella maggior parte dei casi e che la ricoversione esclusivamente strutturale degli immobili, in molti casi assolutamente necessaria, non è tuttavia sufficiente a garantire un reale superamento. Molto più urgente sembra essere la necessita di formare e motivare il personale di assistenza e amministrativo.
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Raito, Marika. "Moderne biotecnologie per la cura delle “lesioni difficili”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4 (January 15, 2014): 323–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1066.

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Abstract:
Il diabete mellito è una delle patologie a maggior impatto socio-sanitario. Circa il 15% degli oltre 200 milioni di pazienti affetti da diabete nel mondo sviluppa lesioni ulcerative degli arti inferiori di varia natura: ischemica pura, neuro ischemica, neuropatica o dovute ad infezione locale; il 50% di esse portano ad amputazione. Una caratteristica tipica del diabetico è spesso la mancanza del sintomo più precoce dell'arteriopatia periferica: la claudicatio “intermittens” spesso presente in concomitanza con la neuropatia sensitiva che produce un'alterata percezione del dolore: per questo motivo la prevenzione primaria e secondaria dell'ulcera del piede è uno degli obiettivi principali del sistema sanitario. In questa revisione vengono presentate le diverse tipologie di medicazioni avanzate che vengono utilizzate nella nostra struttura per la cura delle ferite difficili, ricordando che la multidisciplinarietà e la multi professionalità sono imprescindibili per l'organizzazione sanitaria che intenda affrontare la gestione delle sempre più presenti lesioni difficili nei pazienti ospedalizzati. La creazione di centri d'assistenza specializzati nella cura delle ulcere del piede diabetico in pazienti emodializzati che dispongano di figure professionali complementari - dermatologo, chirurgo vascolare, diabetologo, chirurgo plastico, nefrologo e personale infermieristico specializzato - rappresenta la soluzione più completa alle problematiche descritte grazie ad una crescente sensibilizzazione dei professionisti sanitari coinvolti e ad un apprezzabile miglioramento dello stile di vita dell'assistito.
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Pia Zito, Maria. "L'ascolto come strumento relazionale in ambito dialitico: indagine conoscitiva." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 3 (September 20, 2013): 233–39. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1044.

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Abstract:
Capire i bisogni di chi ci sta di fronte, accogliere, accettare ed essere autentici e saper ascoltare, comprendere e orientare le persone che chiedono aiuto sono capacità e abilità che si distinguono in chi fa counseling e ha scelto di percorrere una strada professionale diffìcile e impegnativa. Fondamentale di ogni progetto di aiuto è, quindi, una corretta comunicazione. In questo articolo, esamineremo quella tra infermiere e paziente in ambito dialitico. L'indagine è stata condotta dal 28 Maggio al 15 Giugno del 2012 con la distribuzione di un questionario ai pazienti uremici e al personale infermieristico operante nell'Unità Operativa di Emodialisi, Predialisi e Dialisi Peritoneale dell'Ospedale S. Orsola di Bologna. Obiettivo Della Ricerca: – Verificare l'esistenza di un rapporto comunicativo educativo tra malati e infermieri. – Stabilire se il livello qualitativo è percepito ugualmente sia dagli infermieri che dai malati. – Verificare se la comunicazione instaurata ha un effetto benefico sulla psicologia del paziente, tale da permettergli di affrontare e superare eventuali disagi sociali, psicologici e familiari apportati dalla malattia e dal trattamento.
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Viafora, Corrado. "Formazione bioetica: presupposti teorici ed esperienze pratiche." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2002): 453–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.694.

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Abstract:
Il saggio tratta della formazione bioetica, campo di attività in continua espansione. Acquisita ormai la convinzione che una gestione del progresso biomedico all’altezza dei valori in gioco non possa essere contenuta entro la sola normatività medico-sanitaria, si tende a sensibilizzare alla bioetica una cerchia sempre più vasta. Sullo sfondo di questo fenomeno si indicano i presupposti di carattere epistemologico alla base della formazione bioetica. La presentazione di una serie di diversificate esperienze pratiche nel campo della formazione bioetica, sia in ambito medico che in ambito filosofico, sia per quanto riguarda la formazione di base che la formazione permanente permette di focalizzare i parametri della progettualità educativa: differenziare le finalità, specificare gli obiettivi, articolare contenuti e metodi, aggiustare tempi e modalità di verifica. Le esperienze riportate fanno insieme emergere le questioni da affrontare per portare la bioetica verso la sua maturità pedagogica. Il saggio si conclude con un riferimento ad alcune dinamiche che, per quanto rispondenti anche ai bisogni di formazione bioetica, appartengono prima ancora a ogni maturazione etica: a. la dinamica di reciprocità tra dimensione personale e dimensione culturale; b. la dinamica di circolarità tra problemi-casi particolari e principi generali; c. la dinamica della tolleranza e del dialogo; d. la dinamica della responsabilità, con particolare riferimento alle “sfide” (Z. Bauman) poste dalle attuali strategie della sua “neutralizzazione”.
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Braga, Paolo. "Il racconto inclusive della disabilità e dell’autismo: i casi delle serie TV Speechless e Atypical." Medicina e Morale 69, no. 1 (April 20, 2020): 23–47. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.606.

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Abstract:
L’articolo muove da una panoramica sulle criticità che storicamente hanno segnato il racconto audiovisivo della disabilità. Come mostrano report sull’industria cinetelevisiva e come sottolineano i Disability Studies, accanto ad una rappresentazione insufficiente della disabilità, c’è, quando l’argomento è affrontato, il diffuso scadimento nello stereotipo. A partire da questo dato generale, l’articolo considera la recente categoria critica dell’«inspiration porn». Coniata dagli attivisti dei diritti alla pari dignità, denuncia quei prodotti culturali in cui la persona con disabilità è riduttivamente ritratta al solo fine di suscitare i buoni sentimenti, l’auto-stima, la gratificazione del pubblico che non ha disabilità. Tuttavia, nell’offerta televisiva internazionale segnali di un’inversione di tendenza sono riscontrabili. L’articolo analizza due serie, Speechless e Atypical, che hanno provato a migliorare lo storytelling improntandolo al valore dell’inclusione. L’analisi, che incrocia un approccio etico di fondo con la prospettiva più tecnica della sceneggiatura, si concentra su due aspetti: come la storia rende conto del punto di vista della persona con disabilità, così da rivelare la complessità della sua esperienza personale; come la storia presenta l’inclusione come un obiettivo socialmente conseguibile e motivante. In sede di conclusioni, sulla scorta della differente qualità riscontrata nelle due serie, l’articolo suggerisce tre criteri generali per l’eticità del racconto sulla disabilità: il realismo referenziale, per una rappresentazione fedele al dato medico-terapeutico-sociale; il realismo ottativo, cioè una declinazione proattiva del dramma; il realismo antropologico, cioè l’attribuzione ad azioni e relazioni del loro significato oggettivo entro un disegno esaustivo di completamento personale.
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Maeran, Roberta, Angelo Boccato, Davide Bottecchia, and Alessandra Cicciarella. "Networking: una possibile strategia per gli interventi di outplacement." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (December 2021): 1–25. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12107.

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Abstract:
Il networking è una strategia che ha come obiettivo la gestione della propria rete di conoscenze per acquisire informazioni in modo informale, in particolare, su possibili proposte lavorative non pubblicizzate mediante inserzioni. Senza una solida rete di contatti le persone in cerca di lavoro incontreranno maggiori ostacoli nel loro percorso. Nello specifico contesto italiano la maggior parte delle opportunità professionali sono nascoste e regolate da un processo di passaparola.Focus della presente ricerca è quello di descrivere come il networking venga percepito e utilizzato dai partecipanti a percorsi di outplacement per valutarne un suo possibile utilizzo come strategia per il reinserimento lavorativo. Il questionario prende in esame le tre dimensioni del networking (intensità, qualità e atteggiamento) oltre alle capacità comunicative, all'autoefficacia, alla personalitàproattiva e alla resilienza.La ricerca, svolta in collaborazione con Intoo, società leader nei servizi di outplacement in Italia, ha coinvolto 146 disoccupati attivi con un'età media di 46.94 anni.Differenze significative si sono riscontrate per due dimensioni del networking: per l'intensità in rapporto al genere e per l'atteggiamento con l'ultimo ruololavorativo ricoperto dai partecipanti.Non sono emerse differenze significative per quanto riguarda età, titolo di studio e periodo trascorso dall'inizio del percorso di outplacement e le dimensioni del networking. Tali dimensioni presentano tutte correlazioni positive e significative con i costrutti di personalità. Vengono discussi implicazioni e limiti dello studio.
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Antonini, Erica. "Percorsi di riforma nella Pubblica Amministrazione: un'analisi comparata." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (November 2010): 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003010.

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Abstract:
A partire dagli anni '80 del XX secolo le burocrazie delle democrazie occidentali sono state oggetto di profondi mutamenti, con la sostituzione, in primo luogo, dei principi della gerarchia e dell'accentramento con quelli della delega e del trasferimento di competenze, anche se in misura variabile nei diversi contesti. Tra le innovazioni piů rilevanti figurano: l'istituzione delle agenzie esecutive, come unitŕ funzionalmente autonome e separate rispetto ai Ministeri, che ha permesso di ridisegnare gli organismi ministeriali secondo criteri di tipo reticolare; il considerevole incremento dell'autonomia organizzativa e finanziaria dei dirigenti; l'estensione, in materia di gestione del personale, dei margini di applicazione della contrattazione collettiva e l'introduzione di numerose deroghe al principio della stabilitŕ del posto di lavoro; il potenziamento degli strumenti per il controllo dell'efficacia e dell'economicitŕ della prestazione amministrativa, per la valutazione dei risultati e per il miglioramento della qualitŕ dei servizi erogati. Dall'analisi di queste ed altre innovazioni emerge il tentativo di ridurre le distanze fra settore pubblico e settore privato, sulla base della convinzione secondo cui da quest'ultimo si possano trarre insegnamenti validi per incrementare l'efficienza del primo. In ogni caso, seppur in presenza di obiettivi e finalitŕ convergenti, il processo di modernizzazione č stato declinato nei vari paesi in forme differenziate, che dipendono in larga misura dai contesti politico-istituzionali nazionali e dalle caratteristiche organizzative consolidatesi nel corso del tempo. In queste note verranno messe a confronto le esperienze di riforma di quattro paesi dell'Europa Occidentale (Francia, Spagna, Germania e Regno Unito) e degli Stati Uniti, avviatesi a partire dalla prima metŕ degli anni '80. Per ciascuno dei paesi considerati si analizzeranno modelli di organizzazione, politiche del personale, processi di riforma, avviati e tuttora in corso. Alcune osservazioni conclusive tenteranno di evidenziare linee di continuitŕ e di differenziazione tra le diverse esperienze.
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Meneghini, Anna Maria, and Veronica Delai. "Emozioni positive, repertori pensiero-azione e focus attenzionale." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 4 (March 2013): 519–38. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004005.

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Abstract:
Secondo la broad-and-build theory di Fredrickson, le emozioni positive, se esperite frequentemente nel quotidiano, possono ampliare il repertorio momentaneo di pensieri-azioni delle persone che le sperimentano (broaden) e indurre un allargamento dell'attenzione in modo che l'elaborazione dell'informazione/stimolo sia indirizzata sull'insieme piuttosto che sui particolari della situazione. Questo allargamento cognitivo favorirebbe poi la costruzione di risorse personali durature (build) nel tempo. Obiettivo della ricerca qui presentata e stato testare se l'induzione di intense emozioni positive (come la serenita e la gioia) porta le persone ad un allargamento dei repertori pensiero-azione e del focus attenzionale nell'immediato. Le performance di un gruppo di meditatori, scelti per la loro abilita nell'attivare emozioni positive intense, sono state confrontate con quelle di due gruppi, uno composto di partecipanti in stato emotivo neutro e un altro in cui ai partecipanti si e indotta l'emozione rabbia. I confronti tra i gruppi indicano maggiore apertura cognitiva nei meditatori, subito dopo la meditazione, rispetto al "gruppo Neutro" e al "gruppo Rabbia", ma anche che la rabbia non induce un restringimento attenzionale e non riduce il repertorio momentaneo pensieri-azioni rispetto allo stato neutro. Essa, piuttosto guida pensieri e intenzioni comportamentali in maniera consona all'attivazione emotiva, come suggerito dalle teorie classiche sulle emozioni.
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Bianchi Riva, Raffaella, and Chiara Spaccapelo. "Eccessiva durata del processo e responsabilità disciplinare dei magistrati: il ritardo nel deposito dei provvedimenti fra storia e attualità." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 485–546. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16896.

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Abstract:
Il tema dell’eccessiva durata dei processi e delle sue conseguenze pregiudizievoli sull’effettività della tutela giudiziaria rappresenta, da sempre, uno dei principali nodi del rapporto tra giustizia e opinione pubblica.Sin dall’unificazione italiana, la questione è stata affrontata per lo più sul piano delle riforme del processo e dell’ordinamento giudiziario, senza, tuttavia, la predisposizione di adeguati interventi in grado di incidere sull’organizzazione delle strutture e del personale. Se soltanto di recente il nostro ordinamento ha approntato strumenti di tutela diretta al principio della ragionevole durata del processo, formalizzato nell’art. 111 Cost., la responsabilità disciplinare dei magistrati per ritardo nel deposito dei provvedimenti ha rappresentato, sin dall’inizio del Novecento, uno degli strumenti principali non solo per reprimere gli episodi più gravi (oggi determinanti addirittura un danno erariale da disservizio), ma anche per restituire credibilità alla funzione giudiziaria, nell’ambito delle complesse dinamiche relative al rapporto tra magistratura e società.Lo studio mira a valutare se, in assenza di idonei strumenti normativi volti ad evitare o quantomeno a contenere il fenomeno della lunghezza dei procedimenti, gli interventi della giurisprudenza, prima, della Suprema corte disciplinare e, dopo, della Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, chiamate a sanzionare gli illeciti dei singoli magistrati, siano stati in grado, nella difficoltà di trovare un equilibrio tra standard di rendimento e carichi esigibili, di rispondere in maniera soddisfacente al contenimento dei tempi del processo e alla riduzione dell'arretrato, obiettivi tra i principali del PNRR.
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Di Renzo, Magda, Paolo Pace, Federico Bianchi di Castelbianco, Massimiliano Petrillo, Elena Vanadia, Simona D'Errico, and Monica Rea. "La percezione genitoriale dei cambiamenti emotivo-comportamentali nei bambini con disturbo dello spettro autistico, a quattro mesi dall'inizio della pandemia." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2022): 1–23. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13999.

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Abstract:
I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da difficoltà nell'interazione socio-comunicativa, dalla presenza di comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi. In determinate circostanze, ad esempio durante un periodo di lockdown, quando l'isolamento sociale e il distanziamento diventano obbligatori per tutti, in particolare per le famiglie con un bambino con disturbo dello spettro l'interruzione delle routine quotidiane (scuola, terapia, tempo libero) rischia di minare il lavoro terapeutico e i progressi che faticosamente le famiglie avevano raggiunto fino a quel momento. In questo studio abbiamo monitorato 81 famiglie di bambini con disturbo dello spettro, valutandole prima dell'inizio della pandemia e circa 4 mesi dopo, per verificare quali comportamenti dei bambini fossero peggiorati e quali invece fossero rimasti stabili o anche migliorati. Le famiglie sono state intervistate, a febbraio e luglio 2020, attraverso rating scale standardizzate e i risultati hanno evidenziato un intensificarsi nei bambini di irrequietezza motoria, difficoltà nella regolazione del sonno, mentre non sono emersi peggioramenti nelle condotte autolesive o etero-aggressive, né nelle autonomie personali. Va considerato che tutte le famiglie coinvolte nella presente ricerca erano inserite in percorsi terapeutici e non hanno interrotto il percorso di supporto psicologico (online), con lo specifico obiettivo di sostenerli nel loro ruolo genitoriale nelle fasi più critiche vissute dai bambini, e nel renderli sempre più attivi nei processi di consolidamento delle competenze acquisite dai bambini.
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Vicario, Federico. "Il catalogo di donne di venzone (sec. XIV)." Linguistica 49, no. 1 (December 29, 2009): 161–76. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.161-176.

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Abstract:
Nell’articolo si presenta l’edizione di un documento friulano tardomedievale, il catalogo di donne di venzone (sec. Xiv), un documento conservato presso la Biblioteca Civica di Udine «V. Joppi». All’edizione, diplomatica, segue un commento linguistico, in particolare sull’onomastica personale, sul lessico comune e sulla toponomastica; l’esame del testo consente di isolare numerosi elementi di interesse, nomi femminili e maschili, ma anche nomi di mestiere e funzione, che costituiscono gli antecedenti di numerosi cognomi moderni.Si conferma l’importanza fondamentale dello studio sistematico delle carte friulane di uso pratico, come quelle qui presentate, operazione preliminare e indispensabile al fine di avviare, in seguito, opere di lessicografia di ampia prospettiva, in primis la redazione di un dizionario storico comprensivo delle forme antiche. Sembra quest’ultimo un obiettivo ormai alla portata, potendo contare sui progressi che la disciplina ha compiuto negli ultimi anni, con lo svolgimento di un vasto progetto di ricognizione dei fondi archivistici di tutto il Friuli storico promosso dalla Società Filologica Friulana e dal Ministero per i Beni culturali (documenti antichi dagli archivi friulani). Ai positivi risultati ottenuti con lo svolgimento di questo progetto si aggiungono le numerose edizioni realizzate su fondi manoscritti conservati in alcuni degli enti conservatori più importanti della regione, a partire ancora dai materiali antichi depositati presso la Biblioteca Civica di Udine.
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Casati, Paola, and Claudia Maria Sansone. "Validazione della versione italiana della White Fast-track Scoring Criteria: uno studio prospettico osservazionale." Dissertation Nursing 1, no. 1 (July 29, 2022): 28–37. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18293.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Nelle ore immediatamente successive alla dimissione dalla sala operatoria i pazienti sottoposti a intervento chirurgico sono soggetti a eventi avversi. La scala “White Fast-Track” è adatta a rilevare precocemente il rischio di complicanze postoperatorie, tuttavia, non risulta esser validata in italiano. Inoltre, per consentire una sorveglianza post-operatoria complete, dovrebbe essere completata con parametri aggiuntivi. OBIETTIVI: Questo studio si propone di tradurre e validare in italiano la scala “White fast-track scoring criteria” e di realizzarne una versione modificata per ottenere una valutazione più completa degli interventi di chirurgia maggiore. METODI: Studio quantitativo, osservazionale, prospettico, monocentrico, su un campione non randomizzato di pazienti di almeno 18 anni, sottoposti a chirurgia generale, toracica, vascolare, urologica, ortopedica, ginecologica, endocrinologica, mammaria, naso-gola o facciale, nella sala di rianimazione di un ospedale universitario di Milano. RISULTATI: Sono stati arruolati 250 pazienti. La scala originale ha mostrato una buona affidabilità inter-rater, consistenza interna e affidabilità test-retest; lo stesso vale per la versione modificata. La scala originale ha permesso di identificare 18 pazienti a rischio; la versione modificata ne ha identificati 20 che avrebbero potuto essere dimessi secondo i criteri originali e che in realtà hanno sviluppato complicanze postoperatorie. DISCUSSIONE: La versione italiana della “White fast-track scoring criteria” sembra attestarsi come uno strumento valido e può essere utilizzato dal personale infermieristico per effettuare un'adeguata sorveglianza postoperatoria finalizzata a prevenire le complicanze postoperatorie precoci. CONCLUSIONI:La versione modificata riflette la reale sorveglianza effettuata in recovery room e mostra affidabilità, sensibilità e specificità soddisfacenti rispetto allo strumento originale
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore, and Rosa Bruna Dall'Agnola. "Prospettive future." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (March 1999): 45. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000393.

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Abstract:
Gli studi sulla qualità della vita sono particolarmente innovativi e di estremo interesse in quanto tendono ad abbracciare in una visione unitaria aspetti diversi, ma non indipendenti, dell'esperienza umana, consentendo una valutazione ad ampio spettro dell'impatto dei trattamenti nella vita del paziente.Ma molti sono gli interrogativi irrisolti sulla qualità della vita. Essi riguardano innanzitutto il ruolo da attribuire alla multidimensionalità del concetto ed in particolare quali siano le dimensioni della qualità della vita che più facilmente si deteriorano nei pazienti affetti da disturbi psichici e quali quelle che migliorano in maniera più sensibile in seguito ai trattamenti eseguiti. Se pare accertata l'inappropriatezza di giudicare la qualità della vita di un individuo solamente sulla base di parametri oggettivi (ad esempio, economici, sociali ed abitativi), indipendentemente dalle sue preferenze, scopi e valori, non è d'altronde chiaro quale parametro dovrà essere privilegiato nei casi, prevedibilmente numerosi, in cui dati obiettivi e soggettivi saranno discordanti. Ed ancora ci si chiede quanto le abilità cognitive di un individuo e la sua autonomia personale concorrano nel determinare la sua qualità della vita, ed, ancora, fino a che punto le valutazioni della qualità della vita basate sul giudizio soggettivo possano essere influenzate da altri fattori, quali il livello intellettivo dell'individuo e la sua personalità. Un altro dubbio, infine, che percorre costantemente questo tipo di ricerca è fino a che punto sia possibile quantificare questo fenomeno complesso, senza che la quantificazione stessa finisca con l'introdurre un elemento di distorsione e di arbitrarietà nell'interpretazione del fenomeno stesso.
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Ramaci, Tiziana, and Giuseppe Santisi. "Le attivitŕ trattamentali per un sistema di servizi territorialmente efficace." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (July 2012): 103–14. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-001007.

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Abstract:
Tra i valori fondanti del nostro paese c'č al primo posto il lavoro. Sancito dalla Costituzione, tale valore č un diritto e un dovere di ogni cittadino, anche per coloro che sono sottoposti a misure restrittive della libertŕ personale. Al fine di favorire opportunitŕ di lavoro per detenuti e di promuovere interventi per il miglioramento dei servizi per l'inclusione sociolavorativa, č necessario pensare a strategie integrate d'intervento con il territorio tali da poter migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi rivolti a fasce sociali svantaggiate. Attraverso questa intesa si vengono a creare le premesse perché i detenuti possano effettivamente essere recuperati. Ed č in questo scenario che s'inserisce la ricerca di seguito presentata, che ha visto coinvolti 190 "cittadini liberi", il cui obiettivo č stato principalmente quello, attraverso la somministrazione di un questionario chiuso, di esplorare la percezione che il territorio, anch'esso destinatario della rete locale di servizi che l'istituto penitenziario intrattiene, appunto, ha circa l'importanza delle attivitŕ trattamentali, ai fini del reinserimento sociale delle persone marginalizzate. Un intervento mirato alla modifica del comportamento umano non puň prescindere dalla considerazione preventiva delle variabili interne, soggettive, dell'utenza; solo un'attenta valutazione delle stesse permette di approntare gli strumenti adatti per "gestire" e, ove possibile, modificare lo stereotipo nei confronti delle persone recluse e della possibilitŕ di utilizzare le attivitŕ di questo genere come mezzo atto a favorirne l'inclusione e il reinserimento sociale (Garling et al., 2003).
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Civenti, Graziella, Roberto Blaco, Antonio Lora, and Angelo Cocchi. "Psychiatric services in Lombardy from 1983 to 1993: trends and interrelations between equipment, staff and activities indicators." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no. 3 (December 1996): 178–89. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004164.

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Abstract:
RIASSUNTOScopo - Lo studio è stato condotto con l'obiettivo di descrivere le linee di tendenza manifestatesi nel periodo 1983-1993 nei Servizi psichiatrici pubblici lombardi relativamente a indicatori di struttura, personale e attività. Setting - Sono stati utilizzati dati relativi a tutti i presidi facenti capo, secondo quanto previsto dal Progetto Obiettivo Regionale, alle Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia, ovvero Centri Psico-sociali, Ambulatori, Strutture Intermedie Non Residenziali, Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, Centri Residenziali di Terapie Psichiatriche e di Risocializzazione e Comunita Protette. Non sono stati inclusi nello studio i dati relativi all'attivita svolta dagli ex Ospedali Psichiatrici e dalle strutture private. Disegno - I dati sono stati forniti dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale che dal 1983 rileva in maniera omogenea e sistematica su tutto il territorio regionale informazioni relative alle strutture, al personale e alle prestazioni erogate dalle Unita Operative di Psichiatria. Sui dati relativi al periodo 1983-1993 e stata condotta un'analisi grafica della dinamica dei servizi con descrizione delle tendenze evidenziatesi nel periodo in oggetto e delle interazioni tra le variabili considerate. Principali misure utilizzate - Variabili di risorse e di prestazioni relative all'attivita degenziale e a quella non residenziale dei servizi. Formulazione di indicatori che permettano l'analisi delle relazioni tra le variabili stesse. Risultati - Nel periodo considerato si assiste globalmente a un aumento consistente del volume di attivita (residenziale e non) spiegabile solo parzialmente attraverso l'aumento delle risorse a disposizione. L'incremento quantitative dell'assistenza fornita pare infatti legato da un lato a una sempre maggiore utilizzazione delle risorse allocate e a un aumento della produttivita dei servizi, dall'altro alia pressione crescente della domanda. I dati a disposizione, inoltre, evidenziano come il baricentro della organizzazione dei servizi pubblici si sia spostato sempre piú negli anni sul momento di trattamento non residenziale, anche se l'assenza di una analoga documentazione per quanto attiene alle strutture private rende questa conclusione parziale. Conclusioni - L'analisi condotta testimonia l'importanza del Sistema Informativo per monitorare i cambiamenti nella organizzazione dei servizi e per fornire i dati necessari alia attivazione di indagini ad hoc (per es. studi di esito).
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Giacomini, P. G., S. Rubino, S. Mocella, M. Pascali, and S. Di Girolamo. "Approach to the correction of drooping tip: common problems and solutions." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 295–302. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-911.

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Abstract:
La punta cadente è una fastidiosa deformità estetica e funzionale del naso. L’aspetto della punta è influenzato da aspetti sia statici che dinamici. Per questo motivo, appare logico tenere in considerazione questi fattori nel pianificare la correzione chirurgica di questa deformità. Molti studi hanno affrontato questo argomento, ma il trattamento resta controverso. Per rendere efficace la chirurgia della punta appare indispensabile identificare le caratteristiche anatomiche fondamentali della punta stessa. Diversi angoli e misure possono essere calcolati per definire la posizione della punta tra cui: l’angolo nasolabiale, l’asse della narice, l’angolo di rotazione della punta in rapporto al piano di Francoforte, l’angolo columellare-facciale. L’obiettivo di questo studio è focalizzare l’attenzione sulla nostra esperienza personale sulle alterazioni anatomiche del naso che meritano una correzione e sulle procedure chirurgiche necessarie per ottenere risultati soddisfacenti nel trattamento della punta cadente. Nel presente studio sono stati presi in considerazione la proiezione e la rotazione della punta pre e post-operatorie. La correzione della punta cadente è stata ottenuta mediante settorinoplastica aperta o chiusa a seconda dei casi. La tecnica prevalentemente usata per riposizionare la punta è risultata essere il raddrizzamento del setto (41/41 casi) e la tecnica Tongue-in-groove (36/41 casi) (87,6%). Lo strut columellare è stato impiegato in 8/41 pazienti (19,51%). Resezioni cefaliche delle cartilagini alari sono state applicate in 29/41 pazienti (70,73%). Suture per ri-orientare le cartilagini alari sono state impiegate in 18/41 casi (43,9%). Il Lateral crural overlay è stato necessario in 2/41 casi (4,8%). Il presente articolo rivaluta le principali varianti anatomiche del naso che meritano correzione e le tecniche chirurgiche utilizzabili per semplificare il processo decisionale preoperatorio.
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Kahn, Ruth, Steven Stemler, and Janice Berchin-Weiss. "Enhancing Parent Participation in Early Intervention Through Tools That Support Mediated Learning." Journal of Cognitive Education and Psychology 8, no. 3 (October 2009): 269–87. http://dx.doi.org/10.1891/1945-8959.8.3.269.

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Abstract:
The Ready to Learn parent–infant education program of the Lexington School for the Deaf in New York is a family-centered early intervention program. The staff used two new measurement instruments to scaffold their efforts to establish a collaborative relationship with parents who represent a variety of cultures and socioeconomic levels. The results demonstrate that these instruments can effectively measure changes in parents’ interactive behavior with teachers and with their children, as well as their active participation as mediators of their children’s learning opportunities over time. Specifically, the results indicate that parents contributed to setting goals for their children and the domains of the goals were consistent with the cognitive and family-centered focus of the program. Further, parents made significant gains in their ability to share information with staff, address their children’s hearing and communication needs, participate in meetings, and collaborate during assessment and team meetings over time. Le programme d’éducation parent—bébé « Prêt pour Apprendre » de l’École Lexington pour les Sourds de New York est un programme familial centré sur l’intervention précoce (Family-Centered Early Intervention). L’équipe utilisait deux nouveaux outils de mesure afin d’étayer leurs efforts pour établir une relation de collaboration avec les parents représentant une variété de cultures et de niveaux socio-économiques différents. Les résultats démontrent que ces instruments se révèlent effectivement capables de mesurer des changements dans le comportement interactif des parents avec les enseignants et avec leurs enfants. Ils sont aussi efficaces pour mesurer leur participation active comme médiateurs des opportunités d’apprentissage offertes à leurs enfants au fil du temps. Plus spécifiquement, les résultats indiquent que les parents ont contribué à fixer des objectifs à leurs enfants et que la nature des objectifs choisis était consistante avec la centration cognitive et familiale du programme cognitif et la famille. De plus, les parents ont fait des progrès significatifs dans leur capacité à partager des informations avec l’équipe, à s’ajuster aux capacités auditives de leurs enfants et à leurs besoins de communication, à participer aux réunions et à collaborer pendant l’évaluation et les réunions d’équipe. Das “Ready to Learn” (bereit zum Lernen)-Eltern-Kind-Erziehungsprogramm der Lexington School für Taube in New York ist ein familienzentriertes Frühinterventionsprogramm (FCEI). Das Personal nutzte zwei neue Messinstrumente, um seine Bemühungen zur Etablierung einer kollaborativen Beziehung mit Eltern aus einer Vielfalt von Kulturen und sozioökonomischen Schichten zu stützen. Die Ergebnisse demonstrieren, dass diese Instrumente effektiv Veränderungen im interaktiven Verhalten der Eltern mit den Lehrern und mit ihren Kindern sowie auch ihre aktive Partizipation als Mediatoren der Lerngelegenheiten ihrer Kinder im Zeitverlauf messen können. Die Ergebnisse zeigen, dass Eltern dazu beitrugen, Ziele für ihre Kinder zu setzen, wobei die Bereiche der Ziele konsistent waren mit dem kognitiven und familienzentrierten Fokus des Programms. Weiterhin machten die Eltern signifikante Gewinne in ihrer Fähigkeit deutlich, Information mit dem Personal zu teilen, die Hör- und Kommunikationsbedürfnisse ihrer Kinder anzusprechen, an Treffen teilzunehmen und bei der diagnostischen Erfassung wie bei den Treffen der Teams über die Zeit mitzuwirken. El programa para la preparación de los padres en la educación de sus hijos pequeños de la “Lexington School” para Sordos en Nueva York es un programa de intervención temprana centrado en la familia. El equipo de profesores utilizó dos nuevos instrumentos de medida para estructurar sus esfuerzos con el fin de establecer una relación colaborativa con los padres, los cuales representan una amplia variedad de niveles culturales y socioeconómicos. Los resultados demostraron que esos instrumentos pueden medir de forma efectiva cambios en el comportamiento interactivo de los padres con los profesores y con sus hijos, así como en su participación activa como mediadores de las oportunidades de aprendizaje de sus hijos a lo largo del tiempo. Específicamente, los resultados indican que los padres contribuyeron a centrar los objetivos de sus hijos y a dominar los objetivos de forma consistente relativos al foco del programa cognitivo centrado en la familia. Además, los padres pueden lograr significativas ganancias en sus habilidades para compartir información con el equipo de profesores, para dirigir la escucha y las necesidades de comunicación de sus hijos, para participar en las reuniones y para colaborar durante la evaluación y enseñar el modo de conducir una reunión a lo largo del tiempo. Il programma di educazione per bambini piccoli e per genitori Pronti ad imparare della Lexington School per sordi di New York è un programma di intervento precoce centrato sulla famiglia (FCEI). Lo staff ha usato due nuovi strumenti di misura per sostenere i propri sforzi di stabilire una relazione collaborativa con i genitori che presentavano una varietà di culture e livelli socio economici. I risultati dimostrano che questi strumenti possono misurare efficacemente i cambiamenti nel comportamento interattivo dei genitori con gli insegnanti e con i loro bambini, così come la loro partecipazione attiva a lungo termine come mediatori delle opportunità di apprendimento dei loro bambini. In specifico i risultati indicano che i genitori hanno contribuito a stabilire degli obiettivi per i propri figli ed il dominio degli obiettivi era coerente con il focus cognitivo e familiare del programma. Inoltre i genitori hanno arricchito in modo significativo la loro abilità di condividere informazioni con lo staff, indirizzare l’udito dei loro bambini e i bisogni comunicativi, partecipare alle riunioni e collaborare durante la valutazione e le riunioni di team.
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Simião, Sara Gabriela. "O Palácio da Loucura: a mente humana retratada por Ariosto." Revista Italiano UERJ 13, no. 1 (October 17, 2022): 16. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70741.

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RESUMO: Este artigo tem por objetivo mostrar como o episódio do Palácio de Atlante é construído de modo a traçar uma espécie de retrato da mente humana obcecada, mais especificamente, da loucura, tema fundamental da obra Orlando furioso (1532), de Ludovico Ariosto. Ao longo do poema, as personagens empreendem quêtes próprias, tentando satisfazer as suas pulsões. Com isso, acabam se embrenhando cada vez mais na selva, espaço labiríntico em que se perdem física e mentalmente. Trata-se de uma obra marcada pelo movimento delirante, circular, e, muitas vezes vão, que desemboca em episódios de loucura (apaixonada e furiosa), e o Palácio aparece como uma síntese dessa pulsação incontrolável e delirante. Dentro dessa construção, a confusão sentimental das personagens e o errar são observáveis na perseguição doentia de projeções. O poeta, então, desenha um vai e vem incessante, que ocorre em um tempo e espaço infinitos. O delirante errar das personagens, que nunca alcançam os seus objetos de desejo, exprime os movimentos da loucura, que atingem o vazio. Além disso, as repetições refletem a energia gasta inutilmente atrás das infinitas metas do desejo. Isso reproduz o caráter monomaníaco da mente perdida e obcecada em uma ideia, da qual parece impossível se livrar. O atravessar de diferentes lugares marca, também, a circularidade presente ao longo do poema, que exprime o drama da ilusão e a dialética entre razão e loucura. Assim, circularidade e repetição formam o movimento da loucura humana e se materializam no Palácio.Palavras-chave: Orlando furioso. Palácio de Atlante. Repetições. Circularidade. Representação da loucura. ABSTRACT: Questo articolo si propone di mostrare come l’episodio del Palazzo di Atlante sia costruito per tracciare una sorta di ritratto della mente umana ossessionata, più precisamente della follia, tema fondamentale dell’opera Orlando furioso (1532), di Ludovico Ariosto. Per tutto il poema, i personaggi intraprendono le proprie quêtes, cercando di soddisfare le loro pulsioni. Di conseguenza, finiscono penetrando, sempre di più, la selva, uno spazio labirintico in cui si perdono fisicamente e mentalmente. È un’opera segnata da un movimento delirante, circolare e spesso vano, che porta a episodi di follia (appassionata e furiosa), ed il Palazzo appare come una sintesi di questa pulsione incontrollabile e delirante. All’interno di questa costruzione, la confusione sentimentale dei personaggi e l’errare sono osservabili nella malsana ricerca di proiezioni. Il poeta, quindi, disegna un incessante andirivieni, che si svolge in un tempo e in uno spazio infiniti. L’errare delirante dei personaggi, che non ottengono mai i loro oggetti del desiderio, esprime i movimenti della follia, che raggiungono il vuoto. Inoltre, le ripetizioni riflettono l’energia sprecata inutilmente dietro gli infiniti obiettivi del desiderio. Questo riproduce il carattere monomaniaco della mente perduta e ossessionata da un’idea, di cui sembra impossibile liberarsi. L’attraversamento di luoghi diversi segna anche la circolarità presente in tutto il poema, che esprime il dramma dell’illusione e la dialettica tra ragione e follia. Così la circolarità e la ripetizione formano il movimento della follia umana e si materializzano nel Palazzo.Parole-chiave: Orlando furioso. Palazzo di Atlante. Ripetizioni. Circolarità. Rappresentazione della follia. ABSTRACT: This article aims to show how the Atlantes’s Castle episode is constructed in order to draw a kind of portrait of the human mind obsessed, more specifically of madness, a fundamental theme of the work Orlando Furioso (1532) by Ludovico Ariosto. Throughout the poem the characters undertake quêtes of their own, trying to satisfy their drives. As a result, they end up deeper and deeper into the forest, a labyrinthine space in which they get lost physically and mentally. It is a work marked by a delirious, circular and often vain movement, which leads to episodes of madness (passionate and furious) and the Castle appears as a synthesis of this uncontrollable and delirious drive. Within this construction the characters’ sentimental confusion and the roam are observable in the unhealthy pursuit of projections. Then the poet draws an incessant coming and going, which takes place in infinite time and space. The delirious roam of the characters, who never reach their objects of desire, expresses the movements of madness, which reach the emptiness. Furthermore the repetitions reflect the energy wasted uselessly behind the endless goals of desire. This reproduces the monomaniac character of the lost mind obsessed with an idea, which seems impossible to get rid of. The crossing of different places also marks the circularity present throughout the poem, which expresses the drama of illusion and the dialectic between reason and madness. Thus circularity and repetition form the movement of the human madness and materialize in the Castle.Keywords: Orlando Furioso. Atlantes’s Castle. Repetitions. Circularity. Representation of madness.
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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Sobański, Remigiusz. "Znaczenie pojęcia osoby w kanonicznym porządku prawnym." Prawo Kanoniczne 40, no. 3-4 (December 10, 1997): 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.3-4.01.

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Nel concetto cristiano ogni uomo è una persona, cioè un essere dotato dell’intelletto e della volontà, e questo lo rende il soggetto dei diritti e dei doveri i quali hanno origine nella sua „natura” (in questo chi è) e percio universali, intangibili e inalienabili. L’uomo - la persona umana - nella immagine cristiana dei mondo creato prende il posto centrale e per questo „la persona umana è e deve essere il principio, il soggetto e l’obbiettivo di tutte le organizzazioni sociali”. Questa dignità personale si deve a tutti gli esseri umani - l’essere umano è ,,l’unica creatura sulla terra il quale Dio voleva per lui stesso”, è „un segno particolare dell’immagine Divina”, è capace dell’autodecisione e non si puó trattarla come un mezzo per raggiungere (un qualsiasi) scopo, ma sempre come un obiettivo in sé stesso („la norma personalistica”). Nella filosofia cristiana la persona è un concetto dinamico, comprendente sia la costituzione biopsichica che la realizzazione esistenziale della natura umana. Il diritto canonico riconosce e presume che ogni essere umano è una persona, ma li dove si parla semplicemente della persona umana indipendentemente dal fatto se essa è battezzata, di solito si usa la parola homo (ma nel c. 1086 § 1 la „persona” significa anche una persona non battezzata), invece la „persona” è un termine tecnico che significa il soggetto della capacità giuridica. In questo significato è stato usato il termine persona nel c. 96 CIC/1983 e (indipendentemente dalle differenze tra c. 87 CIC/1917 e c. 96 CIC/1983) bisogna notare il complementare c. 204. Ci si presenta una domanda: perché due volte si dice lo stesso? Nei documenti della Commissione per la revisione del Codice troviamo la spiegazione che nel secondo libro CIC si parla delle persone come dei membri del Popolo di Dio e non delle persone nel senso giuridico. Allora ci si presenta la domanda: in che senso - se non nel senso giuridico - si parla delle persone nel Codice del diritto? Gli autori che difendono quella doppia - diciamo: a doppio aspetto - presentazione fanno notare che il termine „persona” un termine giuridico, statico e formale, il suo punto di riferimento è l’ordine giuridico, invece „christifidelis” un termine teologico, dinamico, contenente i diritti e i doveri dei fedeli e il suo punto di riferimento è populus Dei. Secondo questo concetto la „persona” - diversamente da „christifidelis” - non sarebbe in grado di esprimere adeguatamente uguale, in quanto riguarda la dignità e l’azione, posizione giuridica dei fedeli nella Chiesa, della quale nel c. 208. „Christifidelis” costituisce - secondo questo concetto - il fondamento per la „persona”. Si ammette invero che la „persona” puó essere sostituita con „christifidelis”, ma meglio lasciare la „persona” perché (1) la „persona” riguarda anche le situazioni regolate non risultanti dal fatto del battesimo e (2) rende più facile la comunicativa e la compatibilità con il diritto secolare. Bisogna perô notare che nella Chiesa un uomo diventa una persona proprio tramite il battesimo e da questo punto di vista questi termini sono intercambiabili, nel c.96 non si parla della capacità giuridica in genere, ma si parla della capacità giuridica nella Chiesa, cio non esclude la capacità giuridica dei non battezzati. La capacità, della quale nel c. 96, è l’effetto del battesimo ed è inseparabile dall’incorporazione nella Chiesa, ma per questa capacità il fondamento costituisce la persona umana: la „personalità” canonica si fonda su quella naturale, non la distrugge - un battezzato non ha la doppia personalità (una naturale e altra cristiana), ma corne un uomo (battezzato) è una persona nella Chiesa. Un uomo diventa cristiano tramite il donare che si effettua nel momento di esprimere la fede e di ricevere il battesimo. Questo dono lo rende capace di agire -lo rende capace e anche destina. Questa ontica capacità di agire poi diventa approfondita e indirizzata tramite altri sacramenti. Nella Chiesa la capacità di agire non è un aggiunta alle altre caratteristiche e attributi dell’uomo, ma caratterizza lo status ecclesiastico di un fedele in cui i doni del battesimo e le predisposizioni congenite si uniscono in un insieme. Nella nuova situazione, risultante dal battesimo, si trova un singolo, concreto uomo - e in questo senso essa ha il carattere personale. Ma nello stesso tempo essa ha anche il carattere comunitario - non solo perché con il battesimo l’uomo entra nella comunità, ma soprattutto perché questa situazione risulta dall’esistenza e dall’azione della comunità. L’uomo non avrebbe provato i frutti della redenzione, se la Chiesa non avesse funzionato come uno strumento della salvezza. Nella Chiesa e tramite la Chiesa si realizza la storica e sociale realtà della partecipazione di Dio nel mondo tramite Cristo, nella Chiesa l’uomo prova le grazie redentrici e ricevendole viene coinvolto nell’attività della comunità la quale da la prova della verità e dell’amore. Entrato nel communio, grazie ai doni che aveva ricevuto e con questi doni è diventato il soggetto dell’attività della Chiesa. Proprio questo fatto si cerca di esprimere nel diritto con il concetto della persona. Christifidelis non è che la „persona in Ecclesia”. Questi termini non devono essere differenziati perché altrimenti la riflessione sull‘uomo nella Chiesa seguirebbe il doppio corso, uno giuridico e altro teologico. Senza dubbio, per quanto riguarda l’imagine dell’uomo nella Chiesa, bisogna prendere in considerazione tutto ció che sull’uomo pue dirci la filosofia, psicologia, biologia e sociologia, ma non si pué perdere dalla vista le teologiche conseguenze del battesimo e trattarle come se non meritassero l’attenzione giurudica.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Miletta, M., and F. Bogliatto. "Gestione multidisciplinare delle disfunzioni perineali in seno alla Rete di patologia del Basso Tratto ASL TO4." Working Paper of Public Health 4, no. 1 (June 15, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2015.6703.

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Obiettivi: Lo studio vuole descrivere e valutare il percorso assistenziale integrato all'interno della rete di patologia del Basso Tratto, offerto alle donne con disfunzione perineale. Metodologia: 44 donne sono afferite al Servizio di Perineal Care Aziendale, per diverse disfunzioni del pavimento pelvico. Dopo un bilancio di salute perineale, è stato pianificato un percorso riabilitativo evidence based. L’efficacia del Percorso assistenziale viene misurata con il confronto di parametri clinici prima e dopo il ciclo, l’eventuale accesso al secondo livello di cure e l’indice di soddisfazione delle pazienti (questionario di gradimento). Risultati: Dopo 4-6 mesi di trattamento riabilitativo con l’ostetrica, 35 donne su 44 hanno conseguito migliori indici di performance muscolare perineale, tra queste 7 sono state gestite in maniera integrata con il secondo livello di cure di specialisti in Rete; 36 donne su 44 hanno rilevato miglioramento della sintomatologia e la totalità delle donne coinvolte hanno indicato grado di soddisfazione molto alto. 4 pazienti hanno abbandonato il percorso per motivi personali. Conclusioni: L’offerta attiva di un Servizio di Perineal Care con gestione assistenziale in Rete multidisciplinare consente il perseguire di un importante obiettivo di salute femminile.
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