Journal articles on the topic 'Nuovi doveri'

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Di Viggiano, Pasquale Luigi. "DEMOCRAZIA DIGITALE COME DIFFERENZA:." Revista da Faculdade Mineira de Direito 24, no. 48 (March 18, 2022): 64–78. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2021v24n48p64-78.

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Abstract:
La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di partecipazione digitale producano livelli di esclusioni intollerabili che intaccano la democrazia. Osservare e descrivere, con gli strumenti concettuali del Centro di Studi sul Rischio, come il sistema del diritto, della politica e della società evolvono attraverso il rapporto con l’ecosistema digitale trainato dall’arcipelago delle intelligenze artificiali rappresenta l’obiettivo e la sfida sempre incerta negli esiti, sempre nuova nelle acquisizioni ma sempre stimolante e proficua sotto il profilo della ricerca sociale, politica e giuridica.
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Rossi, Rossana Adele. "La costruzione della pedagogia neoidealistica nei Nuovi Doveri." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (November 2015): 99–110. http://dx.doi.org/10.3280/erp2015-002007.

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3

Battistelli, Stefania, and Piera Campanella. "Comando e controllo nel lavoro agile: prime riflessioni." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 2 (February 2022): 52–67. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002004.

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Abstract:
La normativa italiana in materia di lavoro agile (L. n. 81 del 2017) delinea le ca-ratteristiche di una nuova modalità di lavoro flessibile, senza vincoli specifici di orario e luogo di lavoro. L'istituto, che nasce con finalità di incrementare la com-petitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, solleva questioni nuove, concernenti tanto l'organizzazione e la produttività del lavoro, quanto il benessere dei lavoratori, aprendo nuovi spazi di riflessione e di studio a riguardo. Alla luce di queste prime considerazioni, il contributo in oggetto si concentra sull'impatto del lavoro agile, e più in generale del lavoro a distanza, nei confronti dei poteri tipici del datore di lavoro rispetto alle relazioni industriali-tipo. Con l'introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il potere di controllo del datore di lavoro tende a rafforzarsi, esponendo i lavoratori a nuove forme di sorveglianza costante. In questo (nuovo) contesto, ci si chiede, in particolare, in che modo il potere di controllo o vigilanza si atteggi nel lavoro a distanza, quale funzione sia deputato ad assolvere e se e in che misura risulti com-patibile con la disciplina avente ad oggetto la vigilanza sull'esatto adempimento degli obblighi contrattuali da parte dei dipendenti di cui all'art. 4 St. lav. Analoga-mente, ci si chiede quali siano gli effetti della flessibilità dell'orario di lavoro sul potere, sui doveri e sulle responsabilità del datore, chiamato a garantire la discon-nessione del lavoratore dagli strumenti tecnologici di lavoro attraverso l'adozione di apposite misure tecniche e organizzative (art. 19, co. 1, L. 81/2017). D'altro can-to, lo scopo del diritto alla disconnessione non è solo quello di tutelare la salute del lavoratore e garantire il rispetto della sua vita personale, ma anche quello di evita-re il rischio di abuso di potere del datore di lavoro, comunemente definito "time porosity". Tuttavia, un modo adeguato per garantire efficacemente il diritto del lavoratore alla disconnessione non è ancora stato individuato e la questione meri-ta di essere approfondita. Tenuto conto di ciò, sarebbe opportuno ripensare al ruo-lo, da una parte, della contrattazione collettiva e delle parti sociali e, dall'altra, della legge nell'ottica di innalzare la qualità del lavoro a distanza.
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Barbera, Marzia. "Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 126 (July 2010): 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Abstract:
Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Carducci, Michele. "LE PREMESSE DI UNA “ECOLOGIA COSTITUZIONALE”." Veredas do Direito: Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 17, no. 37 (May 13, 2020): 89–111. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v17i37.1760.

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Abstract:
L’articolo discute il tema del rapporto tra diritto e approccio ecosistemi-co nella prospettiva dei limiti del diritto costituzionale di fronte alla con-dizione attuale di “deficit ecologico” del Pianeta (“tirannia delle piccole decisioni”, disfunzionalità dei poteri, irresponsabilità). Questi limiti sono la conseguenza del carattere “fossile” del diritto moderno, definitivamente separato dai bisogni naturali di sopravvivenza della specie umana. Attual-mente esistono due tentativi di superamento di questi limiti in nome della “conversione ecologica” degli stili di vita e della “transizione ecologica” del sistema di produzione: il metodo “ottativo”, strutturato per obiettivi e regole secondarie; il metodo “prescrittivo”, fondato su regole primarie di nuovi doveri verso la natura.
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Casteni, Alessia, and Elena Felicani. "LA PEDAGOGIA LINGUISTICA NELLA PROPOSTA EDUCATIVA DI GEMMA HARASIM." Italiano LinguaDue 16, no. 1 (June 23, 2024): 614–40. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/23863.

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Abstract:
La voce di Gemma Harasim, maestra fiumana, si inserisce nel panorama delle proposte didattiche per l’insegnamento della lingua tra Ottocento e Novecento: nei contributi in rivista pubblicati sui «Nuovi Doveri» e nel volume Sull’insegnamento della lingua materna, stampato nel 1906, Harasim indica tra le pagine una via di formazione linguistica a partire dall’osservazione delle cose. Il contributo si propone di portare l’attenzione su un progetto didattico innovativo: l’autrice offre «modeste discussioni didattiche», spunti di riflessione e di applicazione per costruire un metodo per l’insegnamento della lingua che, da un processo di scoperta naturale e intuitivo delle cose, conduca solo in un poi allo studio delle regole della grammatica. Partendo dall’assunto secondo cui «vale più la pratica che la grammatica», la proposta è quella di proporre una didattica della lingua a partire dalle situazioni reali, con un percorso che dal noto porti all’ignoto, dalle cose alle parole. Language pedagogy in the educational proposal of Gemma Harasim Gemma Harasim, a teacher from Rijeka, the former city of Fiume, makes her voice heard between the 19th and 20th centuries in the field of pedagogy as far as the didactics of the Italian language is concerned. In her articles issued on the educational magazine “Nuovi Doveri” as well as in her book Sull’insegnamento della lingua materna published in 1906, Harasim suggests a path towards the development of a linguistic thinking originating from the mere observation of things. Such contribution aims at spotlighting a truly innovative educational project: the author offers what she calls « modeste discussioni didattiche», which are hints for reflection and also for practical application. Her goal is to build a teaching model for languages starting from a natural and intuitive discovery process of things and leading only afterwards to the acquisition of grammar rules. Based on the assumption that «vale più la pratica che la grammatica», Gemma Harasim suggests languages should be taught with real and practical situations as a starting point, where what we know leads to what we don’t know in the same way things lead to words.
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Malaspina, Alfredo, and Teresa Legato. "Un contenitore digitale dove la misura è il corpo. L'esperienza di un gruppo psicoeducativo in tempi di pandemia." GRUPPI, no. 1 (July 2024): 169–81. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2022oa17970.

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Abstract:
La pandemia da Sars-Cov-2 ha portato importanti cambiamenti all'interno del tessuto sociale, generando una lacerazione dei legami con l'Altro e con l'Istituzione. Il sistema sanitario è stato costretto a operare una riorganizzazione delle modalità attraverso cui venivano normalmente erogati i servizi. In ambito sociosanitario ciò ha comportato un ripensamento degli strumenti utilizzati, dovuto alla necessità di garantire continuità a interventi che utilizzano la relazione come principale strumento del lavoro clinico. L'obiettivo di quest'articolo è quello di fornire testimonianza di un'esperienza innovativa di riadattamento in modalità online di dispositivi gruppali, privilegiati strumenti di lavoro, impiegati al servizio del lavoro psicoeducativo con adolescenti in carico ai servizi territoriali di una cooperativa sociale di Terzo Settore. Il metro di distanza è stato utilizzato come misura di un'area all'interno della quale sviluppare nuove definizioni del Sé. La configurazione a distanza dell'incontro ha delineato i confini di un nuovo territorio relazionale, le cui potenzialità rimangono inesplorate. La necessità di mantenere vive queste relazioni ha richiesto l'utilizzo di nuovi strumenti, rendendo possibile accedere a modalità di relazione in formato digitale.
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Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Abstract:
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Masina, Filippo. "Wutausbrüche und Bittgesuche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 24–43. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0004.

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Abstract:
Riassunto L’articolo tratta delle misure assistenziali in pro dei sinistrati di guerra nell’Italia repubblicana, ma nell’ottica di inquadrare tali provvedimenti nel piu ampio contesto dei nuovi diritti di cittadinanza sanciti con la Carta costituzionale del 1947. Andando oltre il gia noto nesso tra warfare e welfare, l’articolo ricostruisce l’esercizio di tali nuovi diritti (un vero e proprio „diritto al benessere“ che, preso a „fondamento della nuova cittadinanza“, e stato giudicato come uno dei punti cardine della transizione tra guerra e dopoguerra) da parte di una categoria sovente giudicata dallo Stato meritevole delle piu ampie attenzioni, ma che lamento molto spesso la trascuratezza da parte delle istituzioni nel garantirle quanto stabilito dalla legge. L’ipotesi di partenza e, pertanto, che tali difficolta abbiano contribuito a minare l’affezione di una porzione non piccola della cittadinanza rispetto alle nuove istituzioni democratiche, molto fragili nei primi anni del dopoguerra. L’articolo analizza nello specifico alcuni casi di pratiche pensionistiche, relative a diverse categorie di beneficiari, afflitte pero dai medesimi problemi: in particolare, la lentezza talvolta sconcertante con cui il Dipartimento Generale delle Pensioni di Guerra - che pure era, in effetti, letteralmente inondata di domande di pensione - gestiva l’iter delle pratiche, tanto che alcune si sono trascinate sino agli anni ’90. Il cittadino che faceva richiesta di pensione di guerra (che spettava agli invalidi per cause di guerra con almeno il 30 per cento di capacita lavorativa perduta) doveva spesso attendere anni anche soltanto per avere una prima risposta. Cio provocava un fenomeno ricorrente, cioe quello di rivolgersi alle piu diverse personalita ed autorita politiche auspicando la loro intercessione: non percependo la forza del diritto, ci si rifugiava nella speranza di una generosita paternalistica. Talvolta, queste lettere - di rabbia, e di supplica - addirittura precedevano i gravi ritardi dell’espletamento delle pratiche, segnalando dunque l’esistenza di una consuetudine predemocratica nei suoi stessi presupposti. Uno dei segnali di una condizione di cittadinanza rimasta incompiuta.
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Masina, Filippo. "Wutausbrüche und Bittgesuche." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 24–43. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0004.

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Abstract:
Riassunto L’articolo tratta delle misure assistenziali in pro dei sinistrati di guerra nell’Italia repubblicana, ma nell’ottica di inquadrare tali provvedimenti nel più ampio contesto dei nuovi diritti di cittadinanza sanciti con la Carta costituzionale del 1947. Andando oltre il già noto nesso tra warfare e welfare, l’articolo ricostruisce l’esercizio di tali nuovi diritti (un vero e proprio „diritto al benessere“ che, preso a „fondamento della nuova cittadinanza“, è stato giudicato come uno dei punti cardine della transizione tra guerra e dopoguerra) da parte di una categoria sovente giudicata dallo Stato meritevole delle più ampie attenzioni, ma che lamentò molto spesso la trascuratezza da parte delle istituzioni nel garantirle quanto stabilito dalla legge. L’ipotesi di partenza è, pertanto, che tali difficoltà abbiano contribuito a minare l’affezione di una porzione non piccola della cittadinanza rispetto alle nuove istituzioni democratiche, molto fragili nei primi anni del dopoguerra. L’articolo analizza nello specifico alcuni casi di pratiche pensionistiche, relative a diverse categorie di beneficiari, afflitte però dai medesimi problemi: in particolare, la lentezza talvolta sconcertante con cui il Dipartimento Generale delle Pensioni di Guerra – che pure era, in effetti, letteralmente inondata di domande di pensione – gestiva l’iter delle pratiche, tanto che alcune si sono trascinate sino agli anni ’90. Il cittadino che faceva richiesta di pensione di guerra (che spettava agli invalidi per cause di guerra con almeno il 30 per cento di capacità lavorativa perduta) doveva spesso attendere anni anche soltanto per avere una prima risposta. Ciò provocava un fenomeno ricorrente, cioè quello di rivolgersi alle più diverse personalità ed autorità politiche auspicando la loro intercessione: non percependo la forza del diritto, ci si rifugiava nella speranza di una generosità paternalistica. Talvolta, queste lettere – di rabbia, e di supplica – addirittura precedevano i gravi ritardi dell’espletamento delle pratiche, segnalando dunque l’esistenza di una consuetudine predemocratica nei suoi stessi presupposti. Uno dei segnali di una condizione di cittadinanza rimasta incompiuta.
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Stramaccioni, Alberto. "L'eredità di Raniero Panzieri. Una nuova cultura anticapitalistica." SOCIETÀ E STORIA, no. 174 (January 2022): 724–46. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174003.

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Abstract:
L'autore ricostruisce l'azione politica e l'elaborazione teorica compiuta da Raniero Panzieri (1921-1964) negli anni della modernizzazione economica e sociale del secondo dopoguerra al fine di individuare le principali tematiche che, sulla base di una consistente produzione memorialistica e di un altrettanto rilevante indagine storiografica, hanno costituito i riferimenti per una nuova cultura anticapitalistica alternativa a quella della sinistra storica. Il dirigente socialista-secondo l'autore- esprimendo forti critiche alle politiche del Pci e del Psi , considerate riformiste, propone di realizzare una nuova sinistra per una migliore efficacia nella difesa degli interessi dei lavoratori. In questa prospettiva ritiene che si debba superare il modello leninista nella gestione del partito per dar vita ad una struttura organizzativa realmente al servizio della classe operaia; intende poi affermare nuove forme di democrazia diretta contro la tradizionale mediazione sindacale e politico-parlamentare; sostiene inoltre di dover rileggere la teoria marxista oltre il dogmatismo storicista al fine di elaborare una nuova sociologia della classe operaia. Queste tematiche "secondo l'autore-non trovano consenso nell'area della sinistra storica ma alimentano l'azione politica di una nuova generazione di militanti attiva nel biennio ‘68-'69 e poi trovano spazio negli anni settanta e ottanta in molteplici riviste e gruppi politici e ancora oggi ,fuori da ogni anacronismo o analogia comparativa, possono comunque suscitare un qualche interesse difronte ai profondi mutamenti del sistema capitalistico indotti dal rapido progresso tecnologico.
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Fiori, Angelo. "Bioetica e nursing, Codice deontologico infermieristico francese." Medicina e Morale 43, no. 1 (February 28, 1994): 121–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1029.

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Abstract:
Nel febbraio 1993 è stato approvato in Francia il nuovo Codice deontologico infermieristico. Esso riguarda, infatti, i doveri cui il personale infennieristico deve attenersi verso i pazienti ed i colleghi.
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Stokłosa, Marek. "Przejście zakonnika z własnego do innego instytutu." Prawo Kanoniczne 52, no. 3-4 (December 10, 2009): 91–115. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.3-4.04.

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Abstract:
Il passaggio a un altro istituto è uno dei primi modi previsti dal can. 684 del Codice del 1983, con cui avviene la separazione di un religioso dal proprio istituto. Essa viene prospettata dal legislatore in tre ipotesi: - passaggio da un istituto religioso a un altro; - passaggio da un monastero “sui iuris” a un altro sempre “sui iuris” dello stesso istituto, o federazione, o confederazione; - passaggio ad un istituto secolare o una società di vita apostolica, o viceversa. Il passaggio del religioso, però, non interrompe l’appartenenza allo stato religioso, ma cambia solo lo specifico della sua vocazione. I voti emessi nell’istituto di provenienza rimangono, ma con il passaggio definitivo devono essere osservati secondo le regole e il carisma del nuovo istituto. Il passaggio del religioso ad un altro istituto consiste solo nel fatto della perdita della sua incorporazione o iscrizione nell’istituto d’origine, con i relativi diritti e doveri, a favore dell’acquisto della nuova incorporazione, comprese tutte le sue conseguenze, nel nuovo istituto dopo aver emesso di nuovo la professione a norma del diritto. Il passaggio può essere determinato da varie cause. Il motivo può constare nella ricerca da parte del religioso di un’attuazione più piena e perfetta della sua vocazione, che si realizza nella volontà di Dio. Gli altri motivi del passaggio potrebbero essere: la debolezza fisica o psicologica, che non permette di affrontare la vita austera di un istituto, o la possibilità di vivere in maniera più piena la propria consacrazione in un altro istituto che abbia uno stile di vita più sensibile alle caratteristiche della persona. Purtroppo ci sono anche quelle causate da un malcontento dovuto a contrasti con i propri superiori, o l’inadattabilità alle costituzioni e regole. L’oggetto del presente studio consta nella descrizione delle tre summenzionate ipotesi del passaggio, degli elementi fondamentali della loro procedura e infine degli interventi dei competenti superiori.
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Caprara, Leonardo. "Linee evolutive del ruolo dei laici nel diritto canonico vigente." Scientia Canonica 4, no. 8 (September 10, 2022): 105–43. http://dx.doi.org/10.31240/2595-1165.vol4n8a2021pp105-143.

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Abstract:
Il Concilio Vaticano II costituisce lo spartiacque storico tra due epoche: quella preconciliare dominata dalla visione della Chiesa come societas perfecta inæqualis e dalla conseguente costruzione del rapporto laico/chierico in termini di subordinazione/sovraordinazione e quella post-conciliare nella quale matura l’idea della corresponsabilità e partecipazione di tutti i battezzati - siano essi chierici, laici o religiosi - nell’edificazione del Corpo di Cristo. Gli apporti della dottrina conciliare sono stati trasfusi in termini giuridici nel Codex del 1983 che pone al centro del (nuovo) diritto costituzionale canonico il principio di uguaglianza specificato dal principio di varietà: tutti i fedeli sono eguali nella dignità e nell’azione godendo dei medesimi diritti e doveri ma ognuno di essi è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa con uno specifico ruolo determinato dalla rispettiva vocazione e condizione. Dopo aver dato conto del mutamento di indirizzo tra il Codice del 1917 e la nuova codificazione canonica, il presente contributo si sofferma sull’evoluzione della concezione del laicato nel post- Concilio con particolare attenzione ad alcuni documenti pubblicati nel corso degli ultimi tre pontificati sottolineandosene il contributo decisivo sia quanto all’interpretazione, arricchimento e sviluppo dei principi conciliari sia quanto all’applicazione concreta delle norme codiciali.
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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (July 2, 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Abstract:
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Garano, Stefano. "L’urbanistica riformista nella complessa situazione italiana." Ciudades, no. 18 (November 8, 2017): 143. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.143-162.

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Abstract:
La riforma urbanistica ha iniziato a svilupparsi in Italia attraverso la redazione di Piani che avevano come obbiettivo quello di sostitutire il “modello urbano basato nella rendita immobiliare” con nuove proposte impegnate nella lotta contro la produzione di questa “rendita”, promozionando un nuovo “modello urbano” maggiormente equo. Questa riforma urbanistica doveva anche svilupparsi attraverso un percorso legislativo, emanando leggi che a tutti i livelli amminstrativi stabilissero le regole da seguire. In questo modo, torniamo a proporre la giá tradizionale relazione urbanistica-politica: l’urbanistica come disciplina che concerne la gestione del piano e la politica come modo di agire civile che rende imprescindibile un governo della cittá che promuove la riforma intrapresa. Entrambe le categorie, gestire un piano in stretta vincolazione con una forma di governare la cittá, constituisco due degli aspetti alla quale si rivolge la riforma urbanistica. Si espone il caso di Roma come esperienza maggiormente rilevante, anche come fallimento, che tuttavia non ci fa perdere la speranza nella riforma intrapresa.
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Sani, Giacomo, and Paolo Segatti. "PROGRAMMI, MEDIA E OPINIONE PUBBLICA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 3 (December 1996): 459–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024485.

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Abstract:
Dall'inaugurazione del governo Berlusconi (maggio 1994) al giuramento della compagine guidata da Prodi intercorrono solo ventiquattro mesi. Ma sono due anni caratterizzati da una densa e convulsa vicenda politica nel corso della quale si verificano tutta una serie di episodi di rilievo. Tra i più salienti spiccano: la rottura dell'alleanza di centro-destra nata alla vigilia del 27 marzo 1994 (il cosiddetto «ribaltone»); il ricorso ad un governo «tecnico» che doveva costituire una soluzione provvisoria ma finisce col durare più del previsto; la nuova spaccatura che si produce nella maggior formazione di centro (il Ppi) nella primavera del 1995 e che porta alla nascita del Cdu e fa quindi salire a tre gli eredi della vecchia Dc; una ulteriore modifica delle regole del gioco con l'adozione di un nuovo sistema per le elezioni dei consigli regionali; e, infine, lo svolgimento di ben tre consultazioni elettorali a carattere nazionale (le elezioni per il Parlamento europeo 1994, le elezioni regionali ed amministrative dell'aprile 1995, la tornata referendaria del giugno dello stesso anno).Gli avvenimenti del biennio segnalano le evidenti difficoltà di un processo di transizione per il quale non si riesce a trovare una via di uscita. Dopo la fase di destrutturazione del periodo 1992-1993, con le elezioni del 1994 il sistema dei partiti pareva avviato ad assumere una configurazione di tipo (quasi) bipolare, accompagnata da una significativa riduzione del grado di frammentazione. Ma la dinamica della vita politica nei mesi successivi alla formazione del governo Berlusconi smentiva entrambe le ipotesi. Essa dimostrava, in primo luogo, che la doppia e anomala alleanza risultata vincente il 27 marzo era solo un precario cartello elettorale destinato a dissolversi nel breve periodo. In secondo luogo, risultava evidente che nonostante la prevalenza della quota maggioritaria e la clausola di sbarramento, il nuovo meccanismo elettorale non era riuscito ad incidere in maniera significativa sul numero delle formazioni politiche presenti nell'arena parlamentare e nel paese. Infine, che si trattasse di un bi-polarismo assai imperfetto risultava chiaro dal fatto che, caduto il governo di centro-destra per la defezione della Lega, risultava impraticabile la formazione di una maggioranza alternativa. In sostanza, le nuove regole e gli assetti usciti dalla consultazione e dai successivi rimescolamenti degli schieramenti e dell'offerta elettorale non avevano prodotto né un governo destinato a durare, né una opposizione pienamente in grado di sostituirlo.
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Di Gioia, Luca. "I giardini d’Italia (1904) di Luigi Paolucci. Edizione, studio e commento. Parte I: “Quel supremo ornamento”." Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History 2, no. 2 (December 22, 2023): 11–172. http://dx.doi.org/10.30682/aldro2302g.

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Abstract:
L’anconetano Luigi Paolucci (1849–1935) incarna un modello di studioso e naturalista reso possibile dalla stagione intellettuale che caratterizzò l’Italia del secondo Ottocento. Raccogliere e catalogare in un museo a carattere regionale la natura e i suoi “reperti”, collocati questi secondo il loro esatto stadio tassonomico, rappresentò per il Paolucci la volontà di dare concreta sostanza ad un Paese che, sconosciuto anzitutto a sé stesso, doveva cominciare a rappresentarsi come Uno. I giardini d’Italia, opera datata al 1904 ma mai sinora pubblicata, è un lungo excursus che, prendendo eloquentemente le mosse dai giardini romani, s’allunga sino a raggiungere le soglie del XX secolo, dove il “sogno del microcosmo” (per usare una formula di Pierre Grimal), nelle mani dei giardinieri, è divenuto il delirio del macrocosmo, in cui si sono perdute le origini e dove il naturale si confonde con l’ibrido: è esattamente da questo disordine, da questa “confusione”, che il Paolucci muove. Ricollocare nelle loro famiglie naturali le piante da giardino e da parco che ornano il suolo italico equivale per il naturalista non solo ad un dovere morale, come fu per Linneo (suo dichiarato modello, al pari di Darwin), ma ad una nuova pretesa di possesso sul mondo.
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Villone, Massimo. "Alla ricerca della buona amministrazione perduta." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 4 (October 2010): 7–24. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-004002.

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Abstract:
La corruzione dilaga / 2. Malpractices nelle regioni e negli enti locali: un case study / 3. Nuovi scenari e politiche anticorruzione /4. Per un Paese normale. Qualche rilievo, qualche valutazione realistica del bene e del male, la raccolta di alcune idee propositive per il futuro della istituzione. Mi pongo questi atti di riflessione culturale, sociale e politica come un dovere da adempiere dopo una esperienza cosě intensa. Č un dovere che avverto come eletto dal Parlamento a ricoprire il ruolo di componente del CSM, ma anche come avvocato, come giurista, da sempre impegnato nel mondo della giustizia, nella convinta esaltazione dei suoi valori, nell'impegno diretto a migliorarla. Non posso, infatti, limitarmi ad archiviare il tempo trascorso a Palazzo dei marescialli e il lavoro ivi svolto quasi fosse una sorta di arido - ancorché lusinghiero - trascorso di vita istituzionale da annotare in maniera asettica in un cursus honorum.
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Caneparo, Raffaella. ""Va' dove ti porta il cuore...". Da cardiologo a psicoterapeuta: la nascita di un nuovo ruolo professionale, la nascita di un gruppo di psicoterapia per pazienti cardiopatici e le risonanze istituzionali ad esse conseguenti." GRUPPI, no. 2 (April 2011): 47–60. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-002004.

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Abstract:
Il lavoro descrive la nascita di un gruppo di psicoterapia di sostegno per cardiopatici avvenuta in seguito ad un processo evolutivo riguardante l'autore e l'istituzione in cui l'esperienza č avvenuta. Il cammino da cardiologo a psicoterapeuta iniziato con il contatto quotidiano con i vissuti emotivi dei pazienti e compiuto attraverso un percorso interiore e di formazione, ha portato ad una nuova immagine di malattia e di cura verso un'integrazione degli aspetti corporei ed emotivi ed una visione olistica dell'individuo. L'autore si č trovato quindi di fronte ad una maggiore complessitŕ dei fenomeni osservati quotidianamente, e ciň l'ha condotto ad una presa di coscienza delle proprie caratteristiche individuali, dei propri compiti istituzionali e, non ultimo, alla comprensione ed accettazione dei propri limiti. La nascita del gruppo ha significato l'apertura di un nuovo spazio all'interno del reparto, č iniziato un movimento di pensiero ancora in atto, grazie al quale la visione della persona malata di cuore ha potuto diventare comprensiva di un lato emotivo, con maggiore convinzione anche da parte del personale curante che non era direttamente coinvolto in questo progetto. Non sono certo mancate le resistenze verso questo approccio nuovo che spesso si traducevano in agiti atti a boicottare l'esperienza che continua ad evolversi giorno dopo giorno.
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Pasquarella, Valentina. "LE NUOVE REGOLE SULLA DISABILITÀ DOPO IL JOBS ACT: RAFFORZAMENTO DELLE TUTELE O MERA SEMPLIFICAZIONE?" Revista Direito das Relações Sociais e Trabalhistas 3, no. 2 (October 9, 2019): 191–210. http://dx.doi.org/10.26843/mestradodireito.v3i2.115.

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Abstract:
Nel saggio si sviluppa un'analisi delle politiche per l’inserimento nel mondo del lavoro dei soggetti portatori di disabilità: includere significa offrire alle persone disabili l’opportunità di essere cittadini a pieno titolo con uguali diritti e doveri, di partecipare pienamente alla vita sociale all’interno di un determinato contesto lavorativo. L’analisi critica dell’attuale quadro regolativo (risultante dalle modifiche introdotte dal Jobs Act) evidenzia l’urgenza di superare la tradizionale visione medicale, assistenzialistica e compassionevole che considera i disabili come meri destinatari delle politiche di sostegno e di assistenza, a favore di una prospettiva più moderna – ispirata all’eguaglianza sostanziale – che li reputa ‘soggetti’ titolari di libertà e diritti soggettivi e, quindi, parti attive dell'operazione inclusiva, che dovrà necessariamente ispirarsi all'effettiva valorizzazione delle capacità e delle potenzialità degli stessi.
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Rusconi, Paolo. "Ambienti per design. Note di lettura." L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità 19, no. 19-20 (December 13, 2022): 176–201. http://dx.doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp176-201.

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Abstract:
Ambienti per design un suono udito una cosa vista (EXIT) di Zeno Birolli uscì nel 1983, all’interno della raccolta Sorbi, tordi & nitidezze, un volume che radunava materiali vecchi e lavori nuovi con il sottotitolo di Arte in Italia dopo la Metafisica. Il libro, relativamente noto nella produzione storico artistica di Zeno Birolli, rappresenta il frutto di una stagione intensa di elaborazione intellettuale e progettuale: nell’idea dell’autore doveva presentarsi come una sorta di silloge di un decennio di riflessioni sulle arti nel periodo tra le due guerre. Tra i nuovi studi critici pubblicati nella raccolta, Ambienti per design risulta essere sia per numero di pagine sia per contenuti uno dei più autorevoli e impegnati. Il testo è la descrizione dettagliata di alcuni interni creati per le mostre dell’abitazione e dell’arredamento moderno della Triennale milanese del 1936, ma il tema dominante si raccoglie intorno all’idea che vi sia “un legame che procede dalla prima metafisica di De Chirico [...], si permuta nell’opera di alcuni pittori e scultori della postmetafisica e nel razionalismo architettonico degli anni trenta e quaranta, sino allo spazio scenico di Antonioni”.
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Marcaletti, Francesco. "Cittadinanza e attivazione nell'ageing society." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 117 (May 2010): 87–99. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117007.

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Abstract:
Le interdipendenze tra le strategie di attivazione attuate in risposta all'invecchiamento demografico della popolazione, da un lato, e le pratiche di cittadinanza evocate al fine di rendere sostenibili, in una prospettiva di corso di vita, le esistenze individuali, dall'altro, implicano una discussione delle dimensioni concettuali a partire dalle quali esse sono state definite. Discutere il nesso che lega le forme di attivazione nel dispiegarsi del corso di vita con le questioni che rimandano all'espressione di diritti-doveri di cittadinanza (sociale ma anche economica) conduce altresě a porre in evidenza alcuni temi che possono essere assunti come ambiti di attenzione nell'attuale dibattito sull'invecchiamento attivo e sulle politiche per implementarlo. La societŕ dell'apprendimento, le barriere basate sulle etŕ nei luoghi di lavoro, la riforma dei sistemi previdenziali costituiscono esempi di sfide nel campo della protezione sociale, dell'attivazione e della cittadinanza attiva che chiedono nuove risposte in termini di adeguatezza e sostenibilitŕ.
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Wroceński, Józef. "Administrator diecezjalny jako tymczasowy rządca diecezją wakującą." Prawo Kanoniczne 46, no. 1-2 (June 15, 2003): 39–56. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2003.46.1-2.02.

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Abstract:
L’Autore in suo articolo illustra aspetto giuridico dell’ufficio di amministratore diocesano, che governa diocesi nei casi di vacanza della sede. Chi è eletto dal collegio dei consultori e accetta 1’ufficio, è tenuto a prestare la professione di fede alla presenza del collegio dei consultori, e resta normalmente in carica fino alla presa di posesso della diocesi da parte del nuovo vescovo diocesano. Nella disciplina del Codice di Diritto Canonico del 1917 quest’ufficio era denominato „vicario capitolare”. L’amministratore diocesano ottiene la potestà dal momento in cui accetta l’elezione, senza bisogno di conferma da parte di qualcuno. Lui ha potestà ordinaria e, ancora di più, è ordinario del luogo, allora ha lo stesso potere giuridico che il vescovo diocesano, escluso quanto „ex rei natura” non gli competa o gli è vietato dal diritto, e deve i anche rispondere agli stessi doveri. La sua posizione giuridica risulta in pratica limitata dalla regola generale di attività „sede vacante nihil innovetur”.
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Gainotti, Sabina, and Antonio G. Spagnolo. "Test genetici: a che punto siamo in Europa? A margine del Rapporto e delle Raccomandazioni della Commissione Europea sugli aspetti etici, giuridici e sociali dei test genetici." Medicina e Morale 53, no. 4 (August 31, 2004): 737–66. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.631.

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Abstract:
Il 6 e 7 maggio 2004 a Bruxelles ha avuto luogo un congresso organizzato dalla Commissione Europea per stimolare la riflessione sulle implicazioni etiche, sociali e giuridiche legate allo sviluppo e all’utilizzo dei test genetici. Gli Autori riferiscono sulle conclusioni di quelle due giornate, dedicate alla lettura ed alla discussione di 25 raccomandazioni proposte da un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da politici, accademici, rappresentanti dell’industria e di organizzazioni volontarie di pazienti di vari paesi dell’Unione. La qualità dei test genetici disponibili, l’accuratezza dei loro risultati, le condizioni di accesso ai test e ai trattamenti (soprattutto per le persone con malattie rare), l’utilizzo appropriato dei campioni e dei dati, il consenso informato ed il rispetto della privacy, il counselling genetico pre e post test, il rischio di discriminazioni sulla base del genere e dell’etnia: questi sono solo alcuni dei problemi emersi in sede congressuale. Le 25 raccomandazioni della Commissione Europea si differenziano per certi versi da altri documenti e dichiarazioni internazionali, soprattutto per quanto riguarda lo “statuto” assegnato ai dati genetici (“eccezionalità” genetica); secondo il Gruppo di lavoro che ha scritto le raccomandazioni l’informazione genetica non è diversa dagli altri dati medici, e dunque dovrebbe essere trattata allo stesso modo. È pur vero però, che i test genetici offrono nuove informazioni e conoscenze che potranno complicare non solo il rapporto tra medico e paziente, ma anche quello tra paziente e familiari. Con l’aumento dei test genetici ci sarà bisogno di riferimenti chiari ed accettabili per tutte le parti coinvolte: medici, pazienti e familiari avranno bisogno di riferimenti per risolvere problemi pratici, per conciliare i vari diritti dei pazienti (ad es. i diritti di sapere o di non sapere, di condividere le informazioni o meno), e doveri dei medici (dovere di mantenere il segreto professionale e proteggere la privacy, ma talvolta anche il dovere di avvertire). Il consenso informato dovrà aiutare le persone a comprendere in modo adeguato tutte le implicazioni di un test, dalle sue possibili conseguenze a livello familiare e sociale, alla classificazione e all’uso dei suoi dati clinici e genetici per le ricerche future. Quando poi l’ “oggetto” di studio non è più il singolo individuo, ma gruppi ristretti di persone (ad es., negli screening genetici), sarà necessario un “consenso di gruppo”, mentre gli studi sulle popolazioni riguarderanno le società in senso lato. Infine rimane un interrogativo importante: tutti questi cambiamenti aumenteranno il livello di costo della sanità? Molti sono gli scenari e gli sviluppi possibili, ma questi non dipendono solo dai progressi della scienza. Per far si che i benefici di queste innovazioni superino i rischi corsi dagli individui e dalla società, sarà importante creare un quadro normativo responsabile, che sappia accompagnare e misurare le varie attività di implementazione dei test genetici, sia a livello dei singoli Stati, sia a livello dell’Unione Europea.
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Nogler, Luca. "La nuova disciplina dei licenziamenti ingiustificati alla prova del diritto comparato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 136 (December 2012): 661–91. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136005.

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Abstract:
Il saggio compara la nuova disciplina italiana in tema di licenziamento ingiustificato (l. n. 92 del 2012) con quella tedesca, accennando anche a quella di altri ordinamenti di civil e common law. Dall'analisi dell'autore emerge che la disciplina italiana, a dif- ferenza di quella tedesca, č stata impostata in modo sanzionatorio: per procedere ad un licenziamento per inadempimento il datore di lavoro continua a dover seguire una disciplina molto piů complessa di quella tedesca e la scelta tra reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro oppure riconoscergli un'indennitŕ risarcitoria non dipende dalla persistente possibilitŕ di collaborazione tra le parti bensě dal tipo di vizio che caratterizza l'ingiustificatezza del licenziamento illegittimo. La disciplina italiana non pare aver complessivamente tenuto conto a sufficienza dell'esigenza di garantire l'efficienza dell'organizzazione del lavoro.
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Di Dio, Tommaso. "lavoro per un'antologia." Polisemie 3 (May 22, 2022): 23–40. http://dx.doi.org/10.31273/polisemie.v3.822.

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Abstract:
It is almost expected for an anthology of contemporary poetry to adapt to certain assumptions, which editors seem to repeat almost inadvertently, such as the distinction of poets by generations or the creation of individual sections opened by the authors’ biographies. Yet, several considerations on the contemporary historical setting and on how this influences the landscape of contemporary poetry (e.g., the pervasiveness of web connections that leads to a sort of widespread and multimedial textuality, while the printed book surprisingly maintains a certain specific relevance, as well as the development of the genre of scientific studies towards fiction, opening new ways for authors to explore) invite us to look for a different approach. The essay analyses the formal principles of some of the most important Italian poetic anthologies published during the last fifty years in order to propose a new form of anthology, which spans from a theatrical dimension (a few selected authors on the poetic scene) to the idea of the anthology as landscape (an ecosystem of a variety of authors, constantly remoulded by the interaction with new poetic writing). The essay will highlight both the advantages and the risks inherent to this approach. Un'antologia della poesia contemporanea sembra doversi adeguare ad alcuni assunti, ripetuti quasi inavvertitamente, come per esempio la distinzione dei poeti per generazioni oppure la loro scansione per biografie. Eppure, una molteplicità di considerazioni sulla situazione storica contemporanea e su come essa influenzi il panorama della poesia (per esempio la pervasività delle connessioni informatiche che conduce ad una sorta di testualità diffusa e multimediale, la contemporanea sorprendente permanenza del formato libro, ma anche lo sviluppo finzionale del genere saggistico che suggerisce nuove vie autoriali agli studi) invita ad immaginare un diverso approccio. Discutendo i principi formali di alcune delle principali antologie degli ultimi cinquant'anni, si arriva a ipotizzare una nuova forma: da un'idea teatrale dell'antologia (pochi selezionati autori sulla scena poetica), ad un'idea paesaggistica (una varietà di autori nel divenire degli scritti di poesia). Il saggio ne sottolineerà vantaggi e rischi.
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Daugareilh, Isabelle. "La legge francese sul dovere di vigilanza al vaglio della giurisprudenza." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 159–77. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170001.

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Abstract:
La legge francese del 27 marzo 2017 sul dovere di vigilanza si inscrive in un processo di giu-ridificazione della responsabilità sociale d'impresa e di responsabilizzazione delle imprese transnazionali che segna una tappa fondamentale nella trasformazione da impegno a carattere volontario in obbligo legale. Una delle sfide più rilevanti del processo di attuazione della legge riguarda precisamente la traduzione concreta di tale obbligo di predisposizione di un piano di vigilanza come semplice obbligo documentale o come obbligazione di mezzi rafforzata. Il pre-sente contributo intende sottolineare la tensione esistente tra i due tipi di obbligo, all'origine della resistenza delle imprese e di controversie giudiziali e dottrinali alimentate dalle carenze e ambiguità di un testo legislativo molto breve su un tema nuovo e complesso, che presuppone un esercizio completamente diverso dai comuni obblighi di reporting, contrariamente a quanto auspicano le imprese a cui tale disciplina deve applicarsi.
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Tritto. "Aspetti problematici e di regolamentazione in relazione alla tutela della privacy e delle nuove tecnologie nell’ambito dell’attività di controllo della Corte dei conti." European Journal of Privacy Law & Technologies, no. 1 (2023): 230–46. http://dx.doi.org/10.57230/ejplt231nmt.

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Abstract:
Nel presente contributo si esamina il rapporto tra tutela della riservatezza e attività di controllo della Corte dei conti a livello regionale, per comprendere se essa possa considerarsi assimilabile all’attività giurisdizionale, quale sia la normativa di riferimento, quali siano le relazioni tra tutela della privacy e dovere di trasparenza ed inoltre secondo quali modalità possa assicurarsi il rispetto del diritto di riservatezza nei confronti dei relativi titolari.
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Palazzani, Laura. "La prospettiva cristiano/cattolica su consenso informato e vaccinazione. Il caso dello Human Papilloma Virus / The Christian/Catholic perspective on informed consent and vaccination. The case of Human Papilloma Virus." Medicina e Morale 67, no. 6 (January 25, 2019): 677–91. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.562.

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Abstract:
L’articolo analizza il consenso informato nell’ambito della prospettiva cristiano/cattolica, evidenziando i principi etici di riferimento e le diverse interpretazioni e applicazioni pratiche, con riferimento ai documenti della Chiesa, in particolare la Nuova Carta degli Operatori Sanitari. In particolare l’attenzione è posta sul dialogo paziente/medico, sul dovere della informazione e il diritto/dovere all’informazione, in un contesto sociale multireligioso. L’autore analizza specificamente la questione delle vaccinazioni, con riferimento alle problematiche etiche sollevate dall’uso di cellule derivanti da feti abortiti. Una specifica analisi etica è dedicata al vaccino contro il papilloma virus e le implicazioni con particolare riferimento ai minori/adolescenti e alle donne. ---------- This article analyses informed consent from a Christian/Catholic perspective, placing emphasis on fundamental ethical principles and related interpretations and practical applications, with regard to documents of the Catholic Church, especially the New Charter for Health Care Workers. Significant attention is devoted to the patient/physician dialogue, the duty to inform and the right/duty of information, within a multi-religious society. The author specifically investigates the issue of vaccination, in relation to the ethical problems raised by the use of cell lines derived from aborted human foetuses. It includes an ethical analysis with a main focus on the case of human papilloma virus vaccine and its consequences, particularly for minors/adolescents and women.
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Gibson, Sheila, Janet DeLaine, and Amanda Claridge. "The Triclinium of the Domus Flavia: a new reconstruction." Papers of the British School at Rome 62 (November 1994): 67–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010047.

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Abstract:
IL TRICLINIUM DELLA DOMUS FLAVIA: UNA NUOVA RICOSTRUZIONEQuesto articolo presenta una nuova ricostruzione del Triclinium della Domus Flavia sul Palatino, basato sul rilevamento delle strutturie murarie esistenti e degli ornamenti architettonici intrapreso da Sheila Gibson e John Ward-Perkins negli anni '60. Viene suggerito che il Triclinium avesse un soffitto a capriata di legno piuttosto che una volta a botte, mentre un'analisi degli ornamenti architettonici ha permesso di interpretare le decorazioni interne come il prodotto della sovrapposizione di tre ordini corinzi. Mentre è stato possibile ricostruire che le fiancheggianti corti con fontana fossero a due piani, dubbi rimangono sulla ricostruzione della corte principale del peristilio, tanto che sia la versione ad un piano che quella a due piani vengono proposte. Nella discussione finale viene spiegato l'impatto che il Triclinium doveva avere sulla contemporanea società romana, in termini di costruzione domestica convenzionale resa eccezionale dalle dimensioni colossali e dalle ricche decorazioni più normalmente associate alle case degli dei.
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Cangelosi, Annalisa, and Rafael Padilha dos Santos. "La formazione umanistica per il Brasile del futuro : le sfide di efficacia dei diritti e doveri educativi in prospettiva umana." Jurídicas 16, no. 2 (July 1, 2019): 45–61. http://dx.doi.org/10.17151/jurid.2019.16.2.4.

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Abstract:
Obiettivo: Questo articolo intende stimolare una riflessione sullo stato dell’offerta formativa brasiliana, in particolare per ciò che riguarda le discipline umanistiche. Metodologia: Viene posto particolare accento sulla deprivazione che le istituzioni educative brasiliane hanno pagato – e tuttora pagano – in conseguenza della colonizzazione culturale avviata negli anni della dittatura militare. Risultati: Il problema viene inquadrato in un’ottica più ampia, considerando il rapporto tra educazione e globalizzazione economica nella società di mercato – da un punto di vista tanto globale quanto particolare, secondo l’ottica del Brasile – e di quanto questa relazione incida nei risultati ottenuti in campo formativo. Conclusioni: Infine, vengono richiamati alcuni passaggi che la visione ontopsicologica espone sul ruolo del Brasile nel panorama globale del nuovo umanesimo, e offre alcune proposte di soluzione alle criticità tuttora presenti.
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Cangelosi, Annalisa, and Rafael Padilha dos Santos. "La formazione umanistica per il Brasile del futuro : le sfide di efficacia dei diritti e doveri educativi in prospettiva umana." Jurídicas 16, no. 2 (July 1, 2019): 45–61. http://dx.doi.org/10.17151/jurid.2019.16.2.4.

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Abstract:
Obiettivo: Questo articolo intende stimolare una riflessione sullo stato dell’offerta formativa brasiliana, in particolare per ciò che riguarda le discipline umanistiche. Metodologia: Viene posto particolare accento sulla deprivazione che le istituzioni educative brasiliane hanno pagato – e tuttora pagano – in conseguenza della colonizzazione culturale avviata negli anni della dittatura militare. Risultati: Il problema viene inquadrato in un’ottica più ampia, considerando il rapporto tra educazione e globalizzazione economica nella società di mercato – da un punto di vista tanto globale quanto particolare, secondo l’ottica del Brasile – e di quanto questa relazione incida nei risultati ottenuti in campo formativo. Conclusioni: Infine, vengono richiamati alcuni passaggi che la visione ontopsicologica espone sul ruolo del Brasile nel panorama globale del nuovo umanesimo, e offre alcune proposte di soluzione alle criticità tuttora presenti.
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Serra, Angelo. "La sperimentazione sull'embrione umano: una nuova esigenza della scienza e della medicina?" Medicina e Morale 42, no. 1 (February 28, 1993): 97–116. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1072.

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Abstract:
Le tecniche di fecondazione artificiale - la cui finalità prima doveva essere il superamento della sterilità di coppia- sono divenute in realtà occasione privilegiata per ottenere "materiale umano" su cui sperimentare. Gli embrioni rimasti in soprannumero o ottenuti con fecondazioni in vitro apposite, possono essere utilizzati in studi di biologia cellulare, di genetica molecolare, di citogenetica, e biochimici. In questo articolo, l'Autore, dopo una accurata analisi della situazione attuale, valuta se esista o meno l'esigenza di utilizzare gli embrioni umani nella sperimentazione, tenendo presente che, in quanto individui umani fin dalla fecondazione, essi esigono lo stesso rispetto dovuto a chi è già nato.
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Villa, Roberta, Alessia Repossi, Vaninka Riccardi, and Elisabetta Cozzi. "Il Progetto Teatrando. Un ponte di connessioni." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 105–16. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002008.

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Abstract:
Il Progetto Teatrando è un'esperienza territoriale di comunità lunga quasi vent'anni, che oggi viene descritta dalle autrici rispondendo agli spunti innovativi del welfare contemporaneo. Un contributo riferito a esperienze sul campo e buone pratiche che vedono, a livello metodologico, il connubio tra teatro sociale e sguardo gestaltico. I protagonisti che partecipano al Progetto Teatrando non sono solo i singoli individui, ma anche gruppi che grazie all'esperienza del teatro sperimentano e si allenano a forme diverse e nuove di cittadinanza attiva. È un esempio di creatività e responsabilità sociale, partecipazione, ideazione, attivazione di sistemi locali di welfare informale. Inoltre la descrizione di questa esperienza in termini evolutivi, ha condotto le autrici a tenere in considerazione i fattori di cambiamento in atto a seguito dell'emergenza sanitaria: come si sono rimodulate le pratiche del teatro nel dover impiegare gli strumenti tecnologici e la relazione a distanza?
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Alberio, Marco, and Fabio Berti. ""Dove prendiamo casa?" Le scelte abitative dei nuovi migranti italiani a Montreal." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE 45, no. 130 (March 2023): 16–36. http://dx.doi.org/10.3280/sur2023-130002.

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Sangiovanni, Andrea. ""Dovrò disfarmi di questa infi nita fanciullezza": il fumetto italiano negli anni Ottanta." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 305 (July 2024): 85–113. http://dx.doi.org/10.3280/ic2024-305004.

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Abstract:
L'articolo indaga gli anni Ottanta attraverso il prisma del fumetto, medium che in quegli anni stava cambiando sia sul piano industriale che dal punto di vista dei contenuti. In effetti, come molte altre "industrie culturali" italiane di quegli anni, il fumetto partecipa della trasformazione produttiva del Paese con uno spostamento dai grandi centri editoriali, come Milano, alla provincia, dove nascono nuovi editori; allo stesso tempo, le testate si moltiplicano e il fumetto esce dai ristretti confi ni delle letture "per ragazzi" in cui era stato confi nato fi no ad allora. Sul piano dei contenuti, poi, si manifesta allora una crescente contaminazione dei linguaggi tra fumetto d'autore e popolare, ma anche tra editoria mainstream e underground. Nell'esaminare questi aspetti, l'autore analizza la capacità del fumetto di rifl ettere alcuni dei cambiamenti culturali degli anni Ottanta, individuando l'esistenza di una "domanda di politica" che va oltre la stereotipata interpretazione del "rifl usso" come tratto dominante di questo periodo.
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Haaland, Torunn. "Le vie verso la ragione: i segni del nuovo realismo in Gomorra." Quaderni d'italianistica 37, no. 2 (January 27, 2018): 191–210. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i2.29235.

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Abstract:
Il saggio si concentra sui concetti di realtà e impegno etico e civile in Gomorra. Il romanzo-inchiesta di Roberto Saviano viene in­serito nel contesto del ritorno al realismo e dell’emergere di “oggetti narrativi non-identificati” nella narrativa contemporanea, per poi es­sere associato al dibattito sul nuovo realismo sviluppatosi nell’ultimo decennio in campo filosofico. Costituiscono un punto di riferimento essenziale il Manifesto del nuovo realismo ed altri scritti di Maurizio Fer­raris, così come La questione morale di Roberta de Monticelli. Il primo approfondisce la natura inemendabile della realtà ontologica, separan­dola nettamente dalla realtà epistemologica, mentre la seconda riven­dica il valore della ragione pratica come base di conoscenza e giudizio. Entrambi i filosofi si oppongono allo scetticismo etico in favore di una rivalutazione della capacità della percezione d’accertare tutto ciò che non è socialmente costruito o che non è vero. Il fatto che ci sia una re­altà esterna e indipendente dal sapere umano permette di formulare dei giudizi intesi a indirizzare l’agire umano. L’analisi di Gomorra mostra, precisamente, una tendenza a ricorrere ai sensi come prove dei fatti e alla ragione per acquisire una conoscenza approfondita dei fatti stessi. Le esperienze sensibili si trasmettono, inoltre, nella parola testimoniale e nella presenza fisica sul territorio dell’autore-testimone: due elementi chiave su cui si costruiscono le condanne delle realtà rivelate. I giudizi morali pronunciati suggeriscono che la libertà consiste nel dovere di portare a compimento i diritti civili e di rendere ragione e chiedere agli altri di rendere ragione del proprio agire. In fine, una tale concezione della scrittura e dell’impegno civile rivendica la capacità della parola scritta di documentare, come propone Ferraris, fatti e azioni, e la poten­za della ragione quale fondamento per un dialogo critico con i lettori.
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Cocuccio, Mariafrancesca. "Crescita economica e sostenibilità: un binomio inscindibile a tutela delle generazioni future." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 39 (July 2023): 80–107. http://dx.doi.org/10.3280/dt2023-039004.

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Abstract:
L'Autrice intende fornire qualche spunto di riflessione su un argomento quale quello della sostenibilità e delle implicazioni sociali, ambientali ed eco-nomiche che ne derivano. Il termine, elaborato in tempi relativamente recen-ti, ha un'importanza cruciale, che va ad investire diversi ambiti della nostra esistenza. Spesso si fa riferimento esclusivamente alla sfera ambientale ma in realtà il concetto è molto più ampio e prende in considerazione anche la condizione sociale ed economica. Il lavoro si sofferma sui principali inter-venti normativi a livello internazionale e nazionale e sul dovere delle genera-zioni presenti di sorvegliare affinché i bisogni e gli interessi delle generazioni future siano pienamente salvaguardati, assicurando il mantenimento e la perpetuazione dell'umanità nel rispetto della dignità della persona umana. Si conclude evidenziando come la sostenibilità nel turismo possa essere intesa come opportunità di crescita economica. Questo modo di pensare il turi-smo, mettendo in evidenzia il legame esistente in un'ottica sostenibile, assu-me sfumature diverse a seconda del contesto (ambientale, economico, socia-le). La crescente sensibilizzazione nei confronti di uno sviluppo sostenibile ha, infatti, determinato un nuovo modo di concepire il turismo.
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Smelser, Neil J., and Traduzione di Ettore Recchi. "RIFLESSIONI SULLA METODOLOGIA DEGLI STUDI COMPARATI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no. 1 (April 1996): 3–19. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024023.

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Abstract:
Sono passati vent'anni da quando pubblicai Comparative Methods in the Social Sciences (Smelser 1976). Il libro riscosse un certo interesse da parte della sociologia e della scienza politica. Tuttavia, dovrei mettere in chiaro che la sua pubblicazione fu in qualche modo singolare. Nella mia carriera non mi sono mai considerato un metodologo, malgrado in alcuni periodi abbia insegnato metodologia. E benché ritenga che il messaggio di quel volume sia congruente con gran parte della mia ricerca sostantiva, avevo scritto ben poco sui metodi di comparazione prima dell'uscita del libro, e niente ho scritto sul tema in seguito. L'invito a tenere una lezione presso l'Istituto Universitario Europeo mi ha offerto una gradita opportunità di passare in rassegna alcuni sviluppi occorsi dopo la seconda metà degli anni Settanta e di elaborare nuove riflessioni su alcune tematiche metodologiche nelle scienze sociali comparatistiche. Queste mie riflessioni si svilupperanno in quattro parti: a) alcune informazioni sui precedenti della stesura del libro e un'analisi retrospettiva dei suoi contenuti e dei suoi scopi intellettuali; b) una rassegna dei contributi alla letteratura sulla metodologia comparatista che sono apparsi in seguito; c) un tentativo di mettere ordine in questa letteratura confusa; d) una breve riconsiderazione finale di un paio di problemi centrali che verranno allo scoperto in questa presentazione.
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FAUQUE, DANIELLE. "AMICI ET LE PRINCIPE DE DUPLICATION D'IMAGE: LE MICROMETRE D'AMICI." Nuncius 5, no. 1 (1990): 71–77. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x00688.

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Abstract:
Abstract<title> RIASSUNTO </title>Amici applicò il principio della duplicazione dell'immagine ad alcuni strumenti astronomici. Tra le numerose invenzioni, in particolare egli costruì un nuovo micrometro basato sul principio della duplicazione dell'immagine fornita da un telescopio.Egli conosceva l'invenzione del micrometro obiettivo di Dollond, del micrometro prismatico di Rochon e del micrometro oculare di Ramsden, ma il suo presentava alcune differenze che egli definì in numerose pubblicazioni.Il micrometro di Amici può venire applicato ad un telescopio a rifrazione con una lunghezza focale molto grande, e veniva utilizzato per misurare la distanza tra stelle doppie. Perciò il vetro, che proveniva dalle manifatture di Fraunhofer, doveva essere di ottima qualità.Sarebbe interessante ricollocare il micrometro di Amici tra quelli simili del suo periodo. In questo modo potremmo precisare le cause e le consequenze dello spirito con cui la ricerca attiva per perfezionare gli strumenti costituiva una emulazione intellettuale e favoriva lo sviluppo di un positivismo relativo.
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Giusti, Gian Domenico. "Un obiettivo per il futuro." Scenario<sup>®</sup> - Il Nursing nella sopravvivenza 38, no. 1 (April 11, 2021): 3–4. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2021.459.

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Abstract:
Questo editoriale doveva intitolarsi Verso una nuova normalità, ma il giorno in cui SCENARIO è stato chiuso in tipografia, è uscito un focus sulla rivista L'Infermiere dal titolo similare Tornare alla normalit. Quale normalità (https://www.infermiere- online.org/2021/03/26/tornare-alla-normalita/). La nostra prima reazione è stata quella di modificare completamente l'articolo di apertura, pensando che di fronte a titoli così simili si creasse confusione tra i lettori. Dopo esserci confrontati con alcuni infermieri, ed esperti del settore, abbiamo però deciso di mantenere il testo. La motivazione di pubblicare ugualmente il nostro editoriale solamente con l'aggiunta di questo preambolo iniziale e cambiando il titolo, nasce dalla considerazione che se due redazioni hanno la stessa idea nello stesso momento – senza essersi interfacciati nei giorni precedenti – significa che questo è un tema importante e dibattuto nella comunità professionale. Questo tema, come leggerete nel nostro articolo, è stato trattato anche da altre riviste, che hanno scelto la ricerca della normalità come obiettivo per il prossimo futuro.
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Morlino, Leonardo. "CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO: DEFINIZIONE E MODELLI." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, no. 2 (August 1986): 197–238. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200015938.

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Abstract:
IntroduzioneIl presente lavoro presenta, in maniera sintetica ed essenziale, un tema di ricerca e alcuni problemi ad esso connessi, la cui importanza è immediatamente evidente. Tra la metà degli anni settanta e l'inizio del decennio successivo si sono iniziati e, in parte o del tutto, conclusi, i processi di instaurazione democratica in paesi come il Portogallo, la Spagna e la Grecia nell'area mediterranea o come l'Argentina, il Brasile, l'Uruguay, il Però, la Bolivia nell'America meridionale o anche come il Messico, il Salvador, il Guatemala e l'Honduras nell'America centrale. Tutti questi paesi si sono trovati o si trovano ancora a dover affrontare il successivo problema di consolidare e rendere persistenti le proprie nuove strutture politiche. Per meglio valutare l'ampiezza del fenomeno basterà riflettere sul fatto che esso riguarda circa un terzo delle democrazie attualmente esistenti. Inoltre, i problemi del consolidamento sono stati cruciali per altre democrazie europee come l'Italia, la Germania, l'Austria, la Francia o, in un diverso contesto, come il Giappone tra la fine degli anni quaranta e l'inizio del decennio successivo, e per altri paesi dell'America Latina quali Colombia, Costa Rica e Venezuela tra gli anni sessanta e i primi anni settanta. Si tratta, dunque, non solo di un fenomeno attualmente molto ampio, ma anche di grande rilievo nell'immediato passato.
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Bianconi, Fabio, and Francesco Surace. "Introduzione. Nuove tendenze di Corporate Governance e best practice: dove stiamo andando?" CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & DEVELOPMENT STUDIES, no. 1 (February 2020): 9–17. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2019oa9139.

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Buffoni, Marta. "Derivative claim e finalità ESG (ClientEarth v Shell Plc, 12 maggio 2023)." Trusts, no. 6 (December 7, 2023): 1068–78. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2023.443.

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Abstract:
Tesi Nell’ordinamento giuridico inglese, il socio di minoranza (come ClientEarth in questo caso) può agire in giudizio quale sostituto processuale della Società in ipotesi di inadempimento, da parte degli amministratori, del dovere di valutare l’impatto del rischio climatico ai fini della definizione della strategia societaria. Ciò è possibile perché l’art. 172 del Companies Act contempla espressamente (anche) il rischio climatico tra le variabili che gli amministratori devono considerare al fine di adempiere il dovere di promuovere il successo della Società. Per far ciò il socio deve, prima di tutto, introdurre una fase cautelare (prima facie case) per ottenere il permesso del Tribunale alla prosecuzione nel merito. Questo tipo di cause solleva nuove istanze di tutela relative alle responsabilità degli amministratori societari nella gestione dell’impatto ambientale. Nel sistema italiano non esiste una norma equivalente all’art. 172; sono operative, però, delle regole di soft law, allo scopo di muovere gli amministratori ad orientare le proprie decisioni anche in base al rischio climatico. L’attuazione della direttiva CSDD, a cui il Parlamento europeo sta lavorando, probabilmente cambierà questo contesto promuovendo una riforma del diritto societario. The author’s view In the English legal system, the minority shareholder (such as ClientEarth in this case) can take legal action as the Company's litigation surrogate in the event of a breach by the directors of their duty to assess the impact of climate risk for the purpose of setting corporate strategy. This is possible because Section 172 of the Companies Act expressly contemplates (also) climate risk among the variables that directors must consider in order to fulfill the duty to promote the Company's success. To do so, the shareholder must, first of all, introduce an interlocutory phase (prima facie case) in order to obtain the Court's permission to proceed on the merits. This type of case raises new instances of protection related to the responsibilities of corporate directors in managing environmental impact. In the Italian system, there is no rule equivalent to Article 172; however, soft law rules are operative, with the aim of moving directors to guide their decisions also on the basis of climate risk. The implementation of the CSDD directive, which the European Parliament is working on, is likely to change this context by promoting a reform of corporate law.
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Sette, Raffaella, and Simone Tuzza. "Abuso su minori in contesti istituzionali a carattere religioso: la parola agli operatori." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (August 2021): 15–31. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-002002.

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Abstract:
I criminologi si trovano sempre più spesso ad affrontare la problematica relati-va al verificarsi di abusi e maltrattamenti su minori. Tale questione, però, risulta difficilmente indagabile per via della natura fragile delle vittime e per i contesti in cui solitamente si verificano questi eventi e cioè gli ambienti familiari o quelli a ca-rattere istituzionale (come scuole, centri ricreativi e sportivi, strutture ecclesiastiche). Negli ultimi anni alcuni scandali relativi ad abusi perpetrati nei confronti dei minori all'interno di organizzazioni religiose e/o di ispirazione religiosa hanno de-stato l'interesse dell'opinione pubblica angloamericana, ma non solo. Questo particolare tipo di contesto in cui vengono perpetrati tali abusi su minori conduce a dover affrontare la questione sotto molteplici aspetti. Difatti, in deter-minati ambienti, molti fattori concorrono a rendere difficoltosa l'individuazione dell'abuso che risulta, per questo motivo, estremamente sottostimato. Il presente articolo, grazie alle informazioni ricavate da interviste semi-strutturate e focus group effettuati con criminologi, operatori del controllo sociale, educatori ed assistenti sociali nell'ambito della ricerca europea "SAFE - Suppor-ting Action to Foster Embedding of child safeguarding policies in Italian faith led organizations and sports club for children" (grant agreement n° 856807), si concentrerà sulla problematica degli abusi sui minori in organizzazioni religiose e/o di ispirazione religiosa con il fine di raccogliere nuovi elementi sul fenomeno, carat-terizzato da un elevato numero oscuro, e di proporre strategie d'intervento per la prevenzione della vittimizzazione. La partecipazione allo studio di testimoni signi-ficativi impreziosisce la pertinenza dell'approccio qualitativo proposto ed è utile per mettere in evidenza una questione scarsamente trattata dalla ricerca socio-criminologica italiana.
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Aimo, Mariapaola. "La nuova disciplina su lavoro a termine e somministrazione a confronto con le direttive europee: assolto il dovere di conformità?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 148 (January 2016): 635–50. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2015-148007.

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Takayama, Hiroshi. "The great administrative officials of the Norman Kingdom of Sicily." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 317–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011697.

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Abstract:
GLI ALTI FUNZIONARI AMMINISTRATIVE DEL REGNO NORMANNO IN SICILIAL'articolo riprende in esame la letteratura esistente riferita ai funzionari delle finanze nel regno normanno in Sicilia e descrive le responsabilità di questi alti ufficiali nella duana basata su una nuova interpretazione di questa organizzazione finanziaria e amministrativa. Il ad-diwan al-ma'mur, l'ufficio centrale predisposto per il lavoro generale e di routine a Palermo, era diretto dal ciambellano principale del palazzo reale, affiancato da due ciambellani subordinati. La duana de secretis, l'ufficio che a Palermo sovraintendeva agli speciali dazii riguardanti l'amministrazione della terra, era diretta da uno dei due ciambellani del palazzo reale. I suoi alti ufficiali erano chiamati magistri duane de secretis, ashab diwan at-tahqiq al-mἁ mur, οἱ ἐπὶ τοῦ μεγάλου σεκρέτου (οἱ ἐπὶ τοῦ σεκρέτου), O οἱ ἂρχοντες τοῦ σεκρέτον. La duana baronum, un ufficio distaccato a Salerno che doveva soddisfare l'ampia varietà di necessità amministrative locali della penisola, fu diretta dapprima dall'altro ciambellano della corte reale e successivamente dall'ammiraglio. Gli alti funzionari di questo ufficio erano chiamati magistri duane baronum oppure οἱ ἐπὶ τοû σεκρέτου τῶν ἀποκοπῶν.
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Scita, Franco, and Paolo Artoni. "Corpo e Autolesionismo: spunti di riflessione sui Disturbi dell'Alimentazione e sull'Autolesionismo in tempi di pandemia da SARS CoV-2." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no. 3 (December 2022): 105–23. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003006.

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Abstract:
Nel periodo pandemico da SARS-CoV-2, molti individui hanno vissuto profondi mutamenti nel loro vivere quotidiano. Questi cambiamenti hanno coinvolto non solo la nostra quotidianità ma anche il numero e le manifestazioni psicopatologiche che i clinici si trovano a dover affrontare. Un dato allarmante è l'aumento della frequenza di disturbi dell'alimentazione così come del fenomeno del Non-Suicidal Self Injury (NSSI) negli adolescenti. Sembra esserci un comune denominatore tra queste due manifestazioni psicopatologiche, un filo conduttore, tra il corpo e il gesto autolesivo, nel corso del tempo nella nostra società "consumistica": l'abbandono del tempo lento, riflessivo, introspettivo in favore della velocità e dell'alacrità dell'azione, che analizza e inganna rapidamente e immediatamente. L'offerta di una soluzione immediatamente pronta e disponibile, come il nuovo oggetto da conseguire e possedere, certamente lenisce il disagio, ma allo stesso tempo esilia il soggetto dal suo vero Sé, si allontana dalla sua ruvidezza, smussa gli spigoli senza tuttavia livellarli. In un'epoca in cui il trascorrere del tempo appare e deve essere sempre più veloce e più tumultuoso per far fronte al tempo che viene ulteriormente accelerato verso un obiettivo indefinito, secondo una pratica consumistica che non può consentire pause o rallentamenti, il corpo "fisico e materiale" sempre immediatamente disponibile si afferma come un luogo privilegiato ed esclusivo da cui versare l'unguento lenitivo, la "pozione magica" che risulta drammaticamente disfunzionale.
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Rondini, Alessandra. "Il libro tradotto come libro-corpo." Revista de Italianística, no. 45 (December 31, 2022): 4–23. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i45p4-23.

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Abstract:
Il testo si presenta come un corpo, che viene plasmato dall’ambiente culturale di cui è espressione e che porta su di sé l’impronta di chi lo genera. La traduzione è un viaggio, tra mondi, esperienze di significato, interpretazioni, diversi. Nel momento in cui vive questa esperienza, una sorta di migrazione verso un altro universo di significato, il libro-corpo si trova a dover vivere un processo di inclusione, in un nuovo mondo, che può anche non accettarlo per quello che è e segnarlo, cercare di renderlo più simile a ciò che è conosciuto e, quindi, rassicurante. Interventi sul libro-corpo paragonabili a certi segni rituali, che testimoniano un passaggio, tatuaggi che possono aggiungere un qualcosa di interessante, ma che talvolta sono vere e proprie cicatrici, che lo feriscono profondamente. Si potrebbe parlare di manipolazione del libro-corpo, di cui i vari paratesti fanno parte a pieno titolo, di riletture e riscritture che alcune volte possono portare a esiti soddisfacenti, altre deludenti. I romanzi degli anni Trenta di Jorge Amado, Graciliano Ramos e José Lins do Rego sono passati attraverso questo rito di passaggio nel momento in cui sono stati tradotti in italiano. Alcuni segni sono più nascosti e risulta più difficile individuarli a prima vista, può essere necessario un rapporto di maggiore intimità tra l’osservatore e il corpo che ne è portatore; altri invece possono essere colti a un primo sguardo.
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